* Meditazione e Spiritualità*

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Hosmantus
00giovedì 15 giugno 2006 09:06
La meditazione e' un sentiero da esplorare con il proprio Se'. L'unico modo per conoscerla è sperimentarla, giungere cioè in prima persona all'attimo trascendente: quell'esperienza fuori dal tempo e dallo spazio, al di là dei limiti dei nostri sensi, delle emozioni e dei pensieri.

Come sappiamo, sia dai Vangeli sia dagli altri Libri sacri delle varie religioni, la strada e' stretta ed in salita: qualcuno ci guida, osserva compiaciuto i nostri progressi. Forse e' "Dio", forse il nostro "Maestro", forse e' quella fiammella che cresce dentro di noi chiamata Autocoscienza. Il consiglio, per chi volesse intraprendere questi sentieri, non può che essere quello di seguire una scuola o un maestro, ma come sappiamo non sempre questo è possibile, per vari motivi. Cercheremo quindi di fare una sintesi delle varie scuole, nonché di rendere disponibili i passi più illuminanti dei Grandi Maestri.


Non ci lamentiamo sempre di uno stress eccessivo? Molte sono le ragioni che ci spingono a farlo: il rumore, l'inquinamento, la difficoltà di rispettare un programma troppo faticoso. Oppure, difficoltà emozionali, o finanziarie; frustrazioni nel lavoro, conflitti famigliari, o, ancora, la mancanza di fiducia in se stessi. Vi sono altre cause ancora; come il vuoto interiore, una noia cronica, la mancanza di sviluppo, ecc..




Ipse Dixit (Maestri spirituali)


Quelli, sono venuti come meteore (o come stelle?), e come tali se ne sono andati. Ma, se ne sono davvero andati? Riportiamo le foto di alcuni grandi Maestri di meditazione del passato.

Il primo è Gesù. Vi sarebbe così tanto da dire. I suoi insegnamenti, contenuti solo in parte nei Vangeli, coincidono molto più di quanto si possa immaginare con quelli della Bhagavad Gita indù, cui si può far riferimento per comprendere il messaggio spirituale del secondo Maestro, Krishna.

Il terzo è Babaji Maharaj, il mitico Yogi dell'Himalaya. Non se ne conosce la data di nascita che dovrebbe risalire a molti secoli addietro. Secondo i suoi discepoli è tuttora vivente. Egli trasmise la conoscenza del Kriya Yoga, una serie di tecniche che secondo la tradizione hanno successo solo se impartite direttamente da un precettore qualificato.

Il quarto è Babaji di Hairakan, si tratterebbe sempre di Babaji Maharaj nell'ultima forma con cui apparve, nel giugno del 1970, in una grotta sacra ai piedi del Monte Kailash. Egli riteneva che la meditazione sia difficile senza aver ricevuto l'iniziazione da un Guru e che per avere successo dovrebbe essere integrata da una pratica attiva come il Karma Yoga e la devozione.

Seguono figure emblematiche i cui insegnamenti (più o meno condivisibili) hanno lasciato tracce profonde nella "cultura religiosa" della nostra epoca.

Che cosa dissero? Quale fu il loro messaggio? E' così complesso da non poter essere sintetizzato in poche frasi, ... , tuttavia potremmo individuare ciò che le diverse scuole di pensiero hanno in comune ...

Ben al di là del linguaggio usato per esprimere e comunicare le loro personali esperienze spirituali ritroviamo, in ciascuno di essi, le medesime aspirazioni, gli identici obbiettivi ...



Gesù disse, "Se i vostri capi vi diranno, 'Vedi, il Regno è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, 'E' nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi." Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in povertà, e sarete la povertà stessa." (Vangelo di Tommaso - 3)



Krishna

Arjuna, quelli che mangiano troppo oppure troppo poco, che dormono troppo oppure troppo poco, non ce la fanno a meditare. Ma quelli che sono moderati nel mangiare e nel dormire, nel lavoro e nella ricreazione, che praticano l'attenzione cosciente nella vita quotidiana, perverranno alla fine del dolore con la meditazione. Con l'impegno costante imparano a ritrarre la mente dai desideri egoici e ad assorbirla in sé e così raggiungono l'equilibrio yogico.

(Bhagavad Gita 6:16-18)




Babaji Maharaj

"I picchi settentrionali dell'Himalaya, vicino a Badrinarayan, sono tuttora benedetti dalla presenza vivente di Babaji (nota: Babaji, dal sanscrito "Baba" [Padre], più il suffisso "ji" in segno di rispetto), Guru di Lahiri Mahasaya (nota: cui diede l'iniziazione al Kriya Yoga nel 1861 - "Il Kriya Yoga che attraverso te io do al mondo è la stessa scienza riesumata che Krishna diede ad Arjuna"). Il Maestro, che vive appartato dal mondo, ha mantenuto per secoli, e, forse, per millenni, la sua forma fisica. Babaji, che non conosce la morte, è un Avatar; questa parola sanscrita significa "discesa"; le sue radici sono: ava, "giù" e tri "passare". Nelle Scritture indù, avatara indica la discesa della Divinità nella carne dell'uomo.
«da: Paramahansa Yogananda, Autobiografia di uno Yogi, cap. XXXIII, Edizioni Astrolabio Roma»




Paramahansa Yogananda (1893-1952)

Paramhansa Yogananda (1893–1952) è conosciuto come l'autore del classico spirituale "Autobiografia di uno Yogi". Scritto nel 1946, questo libro è stato tradotto in diciannove lingue e ha trasformato la vita di milioni di persone. Le straordinarie storie di santi e di miracoli in esso contenute sono una prova sensazionale del fatto che tutti noi possiamo comunicare personalmente e direttamente con Dio. Nel 1920 Yogananda lasciò l’India con la missione di rivelare le antiche tecniche e gli insegnamenti della realizzazione del Sé; visse e insegnò in America per trentadue anni. I suoi sforzi hanno svolto un ruolo chiave nel rendere lo yoga e la meditazione ampiamente accettati e praticati in Occidente. Yogananda ha dato risalto ai principi eterni alla base di ogni religione. Il suo scopo era di aiutare i ricercatori sinceri della verità, indipendentemente dalla religione di appartenenza, a ottenere l’esperienza interiore e diretta di Dio.

Paramahansa Yogananda nacque con il nome di Mukunda Lal Gosh a Gorakhpur, India, il 5 Gennaio 1893, in una famiglia Bengali devota ed agiata. Nel 1910, all'età di 17 anni divenne discepolo di Swami Yukteswar Giri (a sua volta discepolo di Lahiri Mahasaya). Nell'eremitaggio di questo grande maestro passò la maggior parte dei successivi dieci anni della sua vita.




Tenzin Ghiatso - Dalai Lama (1935)

Capo spirituale e temporale dei tibetani, Sua Santità Tenzin Gyatzo, XIV Dalai Lama è diventato uno dei massimi leaders spirituali del nostro tempo. Il suo messaggio di pace e la sua capacità di comprensione ha toccato milioni di uomini e donne che, nel mondo, hanno presenziato ai suoi insegnamenti, li hanno ascoltati o letti.

Nato il 6 luglio 1935 in un piccolo villaggio del Tibet nord-occidentale, Tenzin Gyatso venne riconosciuto all’età di tre anni quale incarnazione dei suoi tredici predecessori, manifestazioni di Chenrezig, il bodhisattva della compassione, in questo mondo. A Lhasa, capitale del Tibet, egli ricevette una formazione di altissimo livello per prepararsi ai suoi futuri compiti politici e religiosi.

Quando, nel 1949, la Cina invase la provincia orientale del Tibet, il giovane Dalai Lama, non ancora quindicenne, cercò invano di stabilire un dialogo con le forze di occupazione, e invano perorò la causa della non-violenza, cuore del buddhismo. Infine, nel 1959, egli si rassegnò all’esilio in India, ove gli fu offerto asilo politico insieme ad altri ottantamila tibetani.
Nel 1989 ricevette il premio nobel per la Pace.

Oggi il Dalai Lama vive a Dharmasala, un villaggio sulle pendici indiane dell’Himalaya, dove ha stabilito la sede del governo in eslio. Egli continua ad insegnare il buddhismo e medita più di cinque ore ogni giorno, conciliando la sua vita monastica con i suoi compiti politici. I suoi solidi valori, il pacifismo, il carisma e l’umiltà, oltre alla sua personalità calorosa, lo rendono una delle persone più amate del pianeta.

Le sue conferenze pubbliche e gli insegnamenti, vere lezioni di vita, pace, tolleranza e compassione, attraggono ogni anno sempre più gente proveniente da tutto il mondo: il Dalai Lama incarna la Saggezza nel nostro tempo.



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