SERIE A

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Emanuele Brunetto
00lunedì 29 maggio 2006 13:09
Emanuele Brunetto
00lunedì 29 maggio 2006 13:13
La festa dell'orgoglio
di Max Licari
May 29, 2006, 02:17

A. Solo questa lettera, la prima dell’alfabeto, ci ripaga di vent’anni di sofferenze, umiliazioni, battaglie, incavolature, pianti e pochi sorrisi. Ma adesso è soltanto il momento di gioire, di festeggiare, di metterci tutto alle spalle. Ce lo meritiamo. Ce lo meritiamo. Inutile parlare della partita; inutile parlare del ventitreesimo sigillo del Gabbiano, miglior cannoniere della storia del Catania; inutile parlare del pareggio di tal Nello Russo, panchinaro bergamasco che, per un momento, imitando con movenze feline il miglior Eto’o, ha gelato non solo lo stracolmo “Massimino” dei 24.000, ma anche tutta la Fratellanza Rossazzurra sparsa per il mondo; inutile parlare dell’uomo del destino, quell’Umberto Del Core che sembra avere un conto aperto contro l’Albinoleffe, quell’Umberto Del Core che, siglando una rete di rapina, ha regalato il Sogno a una città intera, inscrivendo a lettere dorate il proprio nome nella nostra Storia. Inutile. Solo la festa conta. Mentre scriviamo ancora per le strade, per le piazze, fra i cortili si "scatena l’inferno”, un inferno dolce, un inferno che trascolora subito nel più soave dei Giardini dell’Eden nei gesti, nelle urla, nella “santa follia” di un popolo che si riversa a fiumi per le vie esclusivamente per un unico Amore, il Catania.

E così, ripercorriamo con la mente questi ultimi cinque anni; anni di sofferenze, sì, anni di Giulianova e di Benevento, di Battipagliese e di Castel di Sangro, anni di guerre sanguinose con il Palazzaccio, ma anche anni di gioie quali la promozione in serie B targata Riccardo Gaucci, un tifoso vero; anni, soprattutto rischiarati dall’avvento di un nuovo Presidentissimo, dopo il compianto Angelo Massimino. Nino Pulvirenti ha vinto la sua battaglia. Ripercorriamo questi benedetti anni e ripensiamo a come venivamo presi per pazzi da legare quando predicavamo (è il verbo più giusto da utilizzare) l’amore esclusivo per una sola squadra, il Catania, squadra che meritava molto più spazio di quanto avesse (pochissimo) sui mezzi di informazione, perché ciò che conta non è la categoria di appartenenza (la terza o la Champions League), ma l’importanza intrinseca della città e, appunto, dell’amore che i suoi figli le portano (o le dovrebbero portare). Adesso, in questo momento, la follia festaiola coinvolge chiunque ed è giusto così. È la festa di tutti. Siamo contentissimi che in tanti abbiano riscoperto il Liotru Rossazzurro, siamo contentissimi che adesso, a differenza di poco tempo fa, ci siano tremila trasmissioni dedicate alla nostra squadra: è un clamoroso successo per il nostro movimento, quello del “solocatania”, un evidente sintomo di crescita per il nostro territorio che si riappropria delle proprie radici.

Siamo orgogliosissimi, però, di essere stati i primi, i primi predicatori nel deserto, i primi a comprendere. Questo momento lo attendevamo da troppo tempo ed è giusto che anche noi possiamo avere modo di mostrare orgogliosi i nostri galloni, noi che abbiamo sofferto, noi che ci siamo presi gli sberleffi dei “vincenti” in maglie a strisce di vario colore, concittadini che ci chiamavano “perdenti”, concittadini che ci apostrofavano con amenità tipo “a bellu Catania iai ...”. Oggi anche loro hanno avuto il loro momento di gloria, perché allo stadio sono venuti in massa. La speranza è che la “conversione” diventi duratura e passino dalla grande illusione di un calcio patinato e falso alla realtà di un giusto e sacrosanto trasporto verso un team pulito e, soprattutto, espressione della propria terra. Per questo dovremo ancora lottare, rimboccarci le maniche. Dopo cinque anni possiamo dire di essere solo agli inizi, ma la strada è segnata.

I ragazzini che oggi hanno affollato Piazza Duomo, Piazza Europa e tutte le strade del centro storico di Catania sono gli stessi che fino a qualche giorno fa magari esultavano per Ibrahimovic o Shevchenko. Il futuro si preannuncia roseo, roseo come quello della società capitanata dal presidente Pulvirenti che ha anticipato di un anno l’approdo in serie A, ponendo le basi per un ciclo di successi duraturo. In serie A Catania c’è e ha tutte le carte in regola per rimanerci e per, finalmente, cominciare a costruire un palmares importante. Dopo la festa, ci sarà da lavorare duro perché il difficile giunge proprio ora, ma possiamo stare tranquilli che il Presidentissimo, come ha già dichiarato, vuole andare oltre, creando, oltre a una struttura tecnica di prim’ordine, anche le strutture materiali necessarie a fare grande il calcio a Catania. Ci riferiamo al Centro Sportivo e al nuovo stadio, pensando comunque nell’immediato a come migliorare il “Massimino” giacché dovremo presentarci in un grande palcoscenico con il trucco rifatto. È importantissimo. Nelle ore susseguenti alla gara, in piena orgia, in piena ubriacatura, quando è scontato che si salga sul carro giusto, promesse importanti sono state proposte dall’Amministrazione, sindaco in testa, in trasmissioni televisive varie. Che si mantengano. Perché vigileremo, giorno dopo giorno. Saremo delle “zecche” ...

In un momento come questo (fra poco scenderemo in piazza anche noi ..., in piena notte!), non sarebbe giusto fare pagelle, classifiche di rendimento o affini. Meritano tutti 10 i nostri eroi, 10 per la stagione condotta quasi sempre in testa. Vorremmo, tuttavia, menzionarne sei per motivi particolari:

-Andrea Sottil, difensore arcigno, alla sua seconda promozione consecutiva dopo un’onorata carriera da massima serie; il centrale piemontese è entrato in campo di prepotenza, aggiungendo potenza, anticipo e grinta alla difesa etnea. Da quel momento non ce n’è stato più per nessuno ...

-Davide Baiocco, la “streghetta”, il nostro “Petrus”, mediano “a tamburo battente”, anima della squadra, grinta a tempesta, esperienza da vendere. La sua corsa ha caratterizzato l’intera stagione rossazzurra.

-Fabio Caserta, la nostra autentica Reggia, gioiellino della squadra, quantità e qualità, giudicato fra i migliori centrocampisti della categoria. Rivelazione solo per chi non lo conosceva.

-Peppe Mascara, caltagironese d.o.c., Topolinik forever, il vero fuoriclasse della squadra. Reti (14, record personale), assist, rientri in difesa, classe purissima. Fuori concorso per la categoria.

-Gionatha Spinesi, il Gabbiano, miglior cannoniere della storia etnea (23 segnature, record personale anche per lui). Un attaccante come la Torre di Pisa la nostra squadra non l’aveva mai avuto. Ragazzo serio, gran lavoratore, uomo di gruppo. Un valore aggiunto.

-Pasquale Marino, l’Elefante. Il miglior allenatore degli ultimi 30 anni a Catania. Meticoloso fino al parossismo, lavoratore instancabile, profeta del calcio arioso, offensivo, vero erede di Zeman. Quella rossazzurra, a detta di tutti gli addetti ai lavori, ha mostrato il più bel gioco della categoria. Merito suo, dei suoi schemi, della sua mentalità. È uno dei tecnici emergenti del calcio italiano. Merita la serie A. Merita la già sopravvenuta riconferma.

Le splendide coreografie delle curve (eccezionale quella della Nord), il calore dei tifosi allo stadio e dei milioni di fratelli rossazzurri sparsi per il mondo costituiscono il regalo più bello per questi splendidi ragazzi che ci hanno regalato il Sogno, ma, non dimentichiamolo, sono interamente dedicate alla maglia, ai colori, perché questi sono la cosa più importante per i tifosi, ciò che non cambia mai.

E sono dedicate anche a chi no c’è più, ai nostri fratelli di sangue Carmelo e Fabio, all’indimenticato Fabrizio, a tutti gli altri fratelli scomparsi durante la gloriosa storia della nostra casacca. Da lassù loro ci hanno guardato e hanno gioito con noi. Perché loro amavano una sola squadra. Come noi. La festa scorra potente anche per loro. Let’s go, Liotru, let’s go!!!



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Emanuele Brunetto
00lunedì 29 maggio 2006 13:15
Emanuele Brunetto
00lunedì 29 maggio 2006 13:29
Catania ti Amo

Ventitre’ anni sono tanti, lunghi, vicini ad un quarto di secolo. Oggi il tempo si e' azzerato. Possiamo dirlo, gridarlo, piangerlo di emozione, scriverlo e commentarlo a piu' non posso. Non e' piu' un sogno, l'incubo e' finito ci siamo svegliati e la realta' la possiamo cantare ai quattro venti: serie A, serie A,serie A,serie A. E ancora fino alla nausea, fino a farlo sentire a chi si e' permesso di porre parole vuote e prive di senso logico ai fatti, veri concreti che qui alle falde dell'Etna si materializzavano dirompenti di fronte a tutto lo stivale. La citta' e' letteralmente impazzita di gioia, cordoni di festa si dimenano allegramente in tutta Catania: ogni strada, via o piazza stringe in un caldo abbraccio i suoi figli rossazzurri, coccolandoli in un mondo che finalmente adesso e' parte della loro vita. Questa serie A l'abbiamo pianificata, studiata, programmata e oggi ce la godiamo con il cuore gonfio di felicita'. Perche’ qui dalle nostre parti il pallone e’ una cosa seria. Viviamo la vita giorno per giorno: il lavoro, la ragazza, la famiglia, gli amici… siamo abili giocolieri della vita che si destreggiano tra impegni, incombenze, necessità e desideri, senza mai perdere fascino e poesia. Ma poi c'e' quella cosa che si gioca 11 contro 11, con un pallone e due porte. Non e' certo la soluzione dei nostri problemi. Ma chi conosce la formula della sua sana ossessione, sa che il tanto discusso, strano, pazzo, indebitato, strapagato e spesso bastardo gioco del pallone, ad una buona fetta del nostro popolo (compreso il sottoscritto) regala emozioni con la E maiuscola. Perche'? Perchè sugli spalti possiamo essere noi stessi. Allo stadio non devi andare con la camicia firmata, il taglio di capelli alla moda o due anni di palestra per far colpo su chissà chi. Sugli spalti puoi essere, bello, brutto, ricco, povero, simpatico, antipatico, non ha nessuna importanza, devi solo avere credo per la tua maglia e passione per i suoi ideali. Il nostro stilista e' la fede, i nostri colori il rosso e l'azzurro e da 60 anni a questa parte non sono mai passati di moda. Insomma, viviamo le nostre vite, belle o brutte che siano, ma poi siamo pronti a barattare le nostre anime da tifosi per 90 minuti di passione. Semu tutti pazzi... pazzi ‘ppo Catania. Pazzi pi sta SERIE AAAA. Questa promozione va senza ombra di dubbio dedicata al popolo del “Massimino”. Oggi hanno dimostrato di essere ancora una volta grandi: all’ingresso delle formazioni in campo il bandierone CURVA NORD CATANIA è mozza fiato, tutto lo stadio è uno spettacolo unico e irripetibile: il sostegno è stato infinito e il loro apporto in questi ultimi 90 minuti, ma come del resto in tutta la stagione e negli ultimi 23 anni e’ stato unico. Adesso e’ giusto che loro (i residenti degli spalti) si prendano il giusto tributo, anche se i nostri tifosi da veri e onesti eroi non hanno bisogno di elogi o sviolinate, soprattutto adesso che sono sul meritatissimo carro dei vincitori. Perche’ chi e’ davvero grande non ha bisogno di sentirselo dire. Non ne hanno avuto bisogno i 20 tifosi rossazzurri che il 16 dicembre 2001 a Castel di Sangro a 6 gradi sotto lo zero in mezzo alla neve dovettero assistere ad una triste sconfitta, o chi deve tirare la carretta per arrivare a fine mese e ad agosto è in fila al Ticket box office per acquistare il suo abbonamento, o chi per anni non si è mai allontanato dal Catania, quando magari fuori dagli spalti, per strada, c’era qualcuno che incontrandoli gli diceva: "a cettu cà c'hai bellu Catania...” Come se la colpa fosse di chi non ha mai tradito la propria fede.

Questo calcio deve capire che vive grazie alla gente. Grazie a chi fa tanti sacrifici spendendo la propria vita per tenere alto l’onore di una maglia, sobbarcandosi km e km di trasferte per un’ora e mezza di speranza, e anche quando questa tradisce le aspettative, la settimana dopo, con immutato coraggio, si è nuovamente pronti a partire. Questa vittoria è di tutti, non c’e’ dubbio, anche di chi negli anni passati ha ritenuto opportuno allontanarsi, indignato da qualche spettacolo di pessimo calcio o magari scoraggiato da risultati che non arrivavano mai e in questi ultimi tempi ha riacceso la fiamma rossazzurra: loro hanno uguale diritto di piangere di gioia come chiunque altro. Ma bisogna riconoscere un’infinita stima, gratitudine e onore per la gente che ha tenuto sempre viva la speranza, per coloro che potranno dire: io ci sono sempre stato, nel bene e nel male. Perche’ se non ci fosse stata la fede di queste persone, oggi non racconteremmo questa storica giornata di rinascita. Quindi Grazie di cuore a chi ha permesso che un sogno diventasse realta’. In piu' di vent'anni d’attesa sono successe tante cose: alcune belle, altre davvero da dimenticare. Non ultima la morte di Carmelo e Fabio. Questa promozione la dedichiamo a loro. Ma non ci dimentichiamo neanche chi in passato, sempre per il Catania ha perduto la vita, come Fabrizio, Piero Dupplicato o Angelo Massimino e non ce ne voglia nessuno se l'emozione del momento in cui vi scriviamo tradisce la nostra memoria dimenticandone altri: a noi piace pensare che oggi tutti loro sono qui con noi ad esultare e cantare con tutto lo stadio e festeggiare con tutta Catania.

Nello scrivere queste parole ci tremano le mani, alziamo la testa verso gli spalti e i nostri occhi si riempiono con la gioia e la festa dei catanesi. Attorno a noi piangono tutti, ma stavolta dopo tanti anni di lacrime amare, a bagnare il nostro viso e' la felicita' a lungo trattenuta, a lungo sperata e oggi non piu' eterea ma tangibile. Grazie alla squadra, grazie a Marino e il suo staff tecnico, ma un grazie di cuore va al Presidente Pulvirenti, un concittadino, un tifoso (il primo) e un uomo buono che ha promesso di portarci in Seria A entro tre anni e lo ha fatto in due. Grazie A.D. Lo Monaco che con la sua professionalità e la sua visione manageriale del calcio ha gestito questa societa’ come pochi nel mondo del pallone sanno fare, portandoci oggi al massimo lustro del campionato Italiano. Un grazie ad ogni componente del Calcio Catania, ai magazzinieri, ai custodi, e tutti i dirigenti che lavorano dietro le quinte, come Pippo Franchina, Claudio Cammarata, Maurizio Patti, Carmelo Milazzo, Evelyn Trochidis, Maurizio Ciancio, Antonio Carbone, Fabio De Luca, Filippo Galtieri, Virginia, lo Zio Pennisi, Luca Longo, Giovanni Vinci e tutto lo staff delle giovanili che con il loro lavoro costruiscono il Catania di domani. Insomma, spero di non essermi dimenticato nessuno, se cosi’ fosse non e’ per mancanza di riguardo nel lavoro di qualcuno, ma solo per la cattiva memoria del sottoscritto.

Un ringraziamento di cuore pero’, dulcis in fundo, va a voi tutti amici di calciocatania.it che con la vostra passione ci avete permesso di diventare il portale web sul Calcio Catania piu’ seguito al mondo. Aver avuto la possibilita’ di raccontarvi questa cavalcata verso la Serie A e’ stato un onore. Grazie a tutti i catanesi di Catania e del globo terrestre: ovunque voi siate porterete sempre con voi quella scintilla di passione etnea che vi rende incredibilmente unici. Grazie a Dio siamo catenesi.

P.s.
E i giocatori? Dove sono i nostri calciatori?
De Zerbi è salito in motorino dietro ad un amico con sciarpa rossazzurra in testa, ed è andato in giro per la città a festeggiare, mentre il resto dei giocatori si è immerso con le loro macchine nei vari cortei cittadini. Signori e signori siamo in serie AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.


di Alberto De LucA
albertodeluca@calciocatania.it
Kazufai
00lunedì 29 maggio 2006 14:54
Eeeeee alè alè!
Alè alè alè alè VULCANO!
Perchè il vulcano è la terra che amiamo
dell'eruzione CE NE FREGHIAMO!



Abbiamo meritato la massima serie e dimostrato che, sul piano dell'entusiasmo calcistico, siamo una città come poche in Italia. Spettacolari i festeggiamenti di ieri, non ho mai visto Catania così unita ed in festa. Rinforziamo l'organico, e poi le diamo a tutti.


Miglior giocatore della stagione: Beppe Mascara

[Modificato da Kazufai 29/05/2006 14.56]

virus81
00lunedì 29 maggio 2006 16:43
Finalmente, era davvero ora!!Se penso che l'anno prossimo il Catania giocherà a San Siro e all'Olimpico mi vengono i brividi. Speriamo che la società riesca ad allestire una squadra per ottenere una salvezza tranquilla
sheriff28
00martedì 30 maggio 2006 09:43
Salvezza????

Catania in Champions League!!!!
contaminata
00mercoledì 31 maggio 2006 01:57
Belle sfide l'anno prossimo! [SM=x245523]

[SM=g27960]
Prof V
00lunedì 26 giugno 2006 14:27
MEMORIA
clicca qui
Askani
00mercoledì 28 giugno 2006 23:06
De Zerbi era così attaccato alla maglia che ha pensato bene di firmare per il Napoli.....................................

[Modificato da Askani 28/06/2006 23.06]

Emanuele Brunetto
00giovedì 29 giugno 2006 12:47

Scritto da: Askani 28/06/2006 23.06
De Zerbi era così attaccato alla maglia che ha pensato bene di firmare per il Napoli



De Zerbi ha dichiarato che voleva già andare via da un pò, perchè vuole giocare trequartista dietro le punte e non terza punta di attacco a tre.

E comunque, avevamo comprato Del Core, Spinesi e De Zerbi dall'Arezzo a 2,2 milioni di euro... vendiamo il solo De Zerbi a 3 milioni di euro... io dico che l'affare c'è...
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