[Libro] Jeffery Deaver - Il Giardino delle Belve

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LukeNukem71
00martedì 17 agosto 2004 09:01
Libro che mi leggerò in ferie...


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Jeffery Deaver è un vecchio volpone ormai prossimo al traguardo delle venti pubblicazioni. Pragmatico come i suoi poliziotti, tende alla serialità come i suoi criminali e ogni tanto abbandona gli uni e gli altri per concedersi qualche divagazione fuori dal filone che lo ha reso ricco e abbastanza famoso.
Le sue divagazioni, è bene intendersi, non aspirano all’eresia autoriale. Rimangono nell’ambito del genere best seller da quattrocento e passa pagine, minimo, ma hanno il merito di mischiare le carte in modo da incuriosire il lettore senza spiazzarlo (e spaventarlo).
Nel caso de Il giardino delle Belve, il suo ultimo librone, Deaver si cala nel genere storico/avventuroso senza scordarsi l’eroe buono e il killer spietato, solo che stavolta li fonde in un protagonista. Il trucco non spiazza, appunto, ma riesce.

Siamo nella Berlino nazista durante le olimpiadi del ’36, quelle di Jesse Owens, di Hitler e dello spionaggio frenetico nell’incombere di una guerra. Il primo attore della vicenda, Paul Shumann, è un ex sicario americano di origine tedesca; in cambio del lavaggio e candeggio della sua fedina penale (coscienza compresa) dovrà portare a termine un ultimo contratto, solo che invece degli sbirri del NYPD avrà alle calcagna le SS e la Gestapo. Un tipo interessante. Il suo obbiettivo è un pezzo grosso del terzo Reich, chiave di volta della rinascita militare industriale della Germania Nazional Socialista, intimo di Hitler e della sua cricca. La sua frequentazione delle alte sfere crea il pretesto per mettere in scena, oltre all’arcinoto tiranno, i vari Himmler, Göring, Goebbels, cosa che diverte l’autore quanto il lettore. Si tratta però di un nazi atipico, almeno quanto lo è il nostro eroe, e a tratti rischia addirittura di rubargli la scena.

Non manca naturalmente la storia d’amore. Anche qui Deaver si dimostra abile nel gioco delle tre carte, capace di calare un asso di picche quando tutti si aspettano la donna di cuori. E vice versa.

Il Giardino delle Belve si propone come un affidabile compagno dei pigri (per chi può) pomeriggi estivi, forte di una trama che tiene bene la distanza e uno stile che compensa la mancanza di acuti con un crescendo potente e un gran finale orchestrato con mestiere. Di conseguenza, Jeffery Deaver conferma il suo talento di compositore da hit parade; probabilmente non passerà alla storia, ma di sicuro farà passare qualche ora di svago ai suoi numerosi sostenitori.
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