La Solitudine Brucia Piu' del Sole

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AbbaZuzzU
00lunedì 30 maggio 2011 00:18
Letteralmente, la parola "solitudine" indica lo "stato di chi è o vive senza compagnia, che non ha nessuno accanto, vicino o insieme".
Sotto questo aspetto, la solitudine è una delle peggiori malattie che ci possa affliggere. La solitudine, più d'ogni altra cosa, comporta sofferenza conducendo, spesso, a stati d'animo quali malinconia, depressione, disperazione che, non di rado, possono sfociare in atti estremi. Quante le notizie di cronaca improntate proprio su tragedie derivanti dal sentirsi soli? Molte, indubbiamente, senza contare tante altre che da una qualsiasi forma di solitudine scaturiscono anche se sembrano avere, come apparenti, altre motivazioni.
Si pensi, ad esempio, al delitto di Cogne, alla solitudine della madre del piccolo Samuele, quando venne arrestata con l'accusa infamante di essere stata lei ad ucciderlo (poi rilasciata per insufficienza di prove). E se fosse stata lei, cosa l'avrebbe spinta ad un gesto così folle? Lo scontento, la depressione? O forse proprio la solitudine, di cui si era lamentata chiaramente in una lettera (ritrovata dagli inquirenti), scritta al marito solo pochi giorni prima dell'assassinio... "Che cosa ci succede? Non parliamo più, mi sento sola...". Contro la solitudine c'è chi si ribella con la violenza, chi sfoga la propria frustrazione su se stesso, magari, intessendo legami distorti con il cibo, e cadendo in trappole qualI anoressia, bulimia, alcolismo o tossicodipendenza, e c'è chi non reagisce affatto, chiudendosi a riccio nella propria apatia e abbattendo qualsiasi contatto col mondo esterno. Abbiamo parlato di solitudine, finora, intendendola come condizione di chi è solo. Ma soli, a volte, e non di rado, ci si può sentire anche se si è in compagnia. Accade ai giovani come agli anziani. Conosco una donna sulla quarantina sposatasi lontano dal suo paese d'origine, ora divorziata e con due figli ormai grandi.
Abita in una cittadina del Nord. E, spesso, quando d'estate torna in ferie, dice compunta: "Sono in mezzo a tanta gente lì, eppure sono sola". È un principio, questo, della solitudine in compagnia estendibile, oggi, a molti ragazzi. Anche questi ultimi accusano, infatti, sempre più di sovente un sintomo patologico quale la solitudine. L'imputata-base è, ancora una volta, la società. Grazie alle sempre più sofisticate tecnologie, essa tende a "separare" e isolare i giovani, anziché tenerli uniti. Lo dimostra l'ultimo rapporto stilato da Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro. I bambini e i ragazzini mettono al primo posto come loro compagna di giornata la televisione, seguita dal computer, dai video giochi e dal telefonino. Tutti questi "mezzi" sostituirebbero, ormai, in tutto e per tutto i giochi spensierati e semplici di una volta, quelli che si fondavano sul cameratismo e sull 'unione, quelli che privilegiavano un sano stare insieme infantile (magari all'aria aperta) e serviva a sviluppare nei fanciulli il senso sociale. Oggi, la modernità ha cambiato molte cose e soprattutto ha cambiato l'elemento-base in cui i ragazzi vivono: la famiglia. Spesso, infatti, un bambino, fin dall'età in cui è in grado di stare da solo in casa e badare a se stesso, "gode" di lunghi lassi di pomeriggio in assenza di entrambi i genitori. La parità tra uomo e donna ha contribuito ad acuire questo problema: le donne non vogliono più fare le mamme a tempo pieno.
Il lavoro, in trentacinque casi su cento, specie nelle città, assorbe entrambi i genitori per buona parte della giornata e i bimbi si ritrovano a fare i conti con la solitudine. Niente orsetti di peluche, quindi, con cui ci sarebbe da intessere noiosi monologhi, ma piuttosto cartoni animati, tele film e... pubblicità in abbondanza. E a dimostrare quanto, ormai, le donne siano impegnate nel mondo del lavoro, sono proprio i giudizi e la risposte dei bambini che assegnano quasi la stessa importanza, all'interno della famiglia, sia a mamma che a papà: solo un esiguo 3% in più addita come principale punto di riferimento la mamma. Mentre tra i ragazzi adolescenti si fa sempre più strada la convinzione che il nucleo familiare sia quasi solo fonte di imposizioni, di norme dettate da rispettare. Purtroppo.

www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/cresce_la_solitudine.htm
AbbaZuzzU
00lunedì 30 maggio 2011 00:19
AbbaZuzzU
00lunedì 30 maggio 2011 00:19
AbbaZuzzU
00lunedì 30 maggio 2011 00:21
AbbaZuzzU
00lunedì 30 maggio 2011 00:21
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