- L’italianità delle bande -

meulen
00sabato 4 marzo 2006 17:31


di Marco Travaglio


Gli ultimi avvistamenti lo davano su Al Jazeera, dove la Marx Condicio non è ancora arrivata, e al Bagaglino. Ma il vero spettacolo il Cavalier Napoleone l’ha dato alla convention dei Pensionati Uniti succursale di Villa Arzilla. Lì, di fronte ai suoi coetanei, l’attempato intrattenitore ha dato il meglio di sé. Dietro le quinte, come riferisce la Stampa , ha confidato di aver suggerito al direttore generale Rai Alfredo Meocci di «innaffiarsi le palle per farle diventare più dure». Poi sul palco ha massacrato le medesime agli astanti, riesumando due gag di repertorio: la truffa agli anziani e la difesa dei truffatori. Solo tre mesi fa accusava la sinistra di arruolare pensionati perché salissero sui tram travestiti da poveri e sparlassero del suo governo in dialetto milanese. Ora tenta di assoldarli lui, promettendo a tutti gli ultrasettantenni cinema, stadi, musei e treni gratis, abbonamento Rai gratis per tutti, cani da compagnia gratis per tutti e pare anche infermiere carine gratis per tutti. Nessuna notizia delle «dentiere sociali», già peraltro promesse nel 2001 e mai più sentite. Anche i suddetti provvedimenti, in perfetta continuità con l’ultimo quinquennio sarebbero ad personam ingigantendo vieppiù il conflitto d’interessi: il 29 settembre prossimo, infatti, l’anziano cabarettista compirà 70 anni.

Novità in arrivo anche sul fronte creditizio: il programma della Casa Circondariale delle Libertà prevede la «portabilità» dei conti correnti, che consentirà di spostarli da una banca all’altra senza spese. il copyright della geniale trovata spetta all‘amico Gianpiero Fiorani, che alla Popolare di Lodi riusciva addirittura a trasferire sui suoi conti quelli dei correntisti defunti senza spesa alcuna, anzi con notevole guadagno. Ora infatti risiede a San Vittore per associazione a delinquere. Ma l’amico Napoleone l’ha già assolto: «L‘Opa su Antonveneta era assolutamente regolare, ma i pm l’hanno bloccata con grave intromissione esterna nelle leggi del mercato, portando una banca italiana in mani straniere». Purtroppo la Banca d’Italia e la Consob non sono d’accordo con lui: la scalata l‘hanno bloccata loro, e non la Procuradi Milano, per il semplice fatto che era fuorilegge. Ma sventuratamente non è d’accordo nemmeno Fiorani, che ha già confessato alcune decine di reati, compresi quelli commessi per scalare illegalmente Antonveneta, e restituito 110 milioni di euro fatti rientrare dall‘estero. È comprensibile che il Cav. Nap., complice dell‘Armata Brancaleone fioranesca tramite Mediolanum, ci sia rimasto male. Ed è comprensibile anche il suo timore che il carcere rinfreschi la memoria all‘amico banchiere su alcuni vecchi affarucci riguardanti la Banca Rasini , la Hdc del sondaggista Crespi o i prestiti al berluschino Paolo. Ma ormai dovrebbe farsene una ragione: l’Antonveneta è della Abn Amro, che ha il grave torto di essere olandese e di rispettare le leggi, ma almeno non deruba i correntisti. Ecco, forse difendere Fiorani in campagna elettorale non è proprio una mossa geniale. I risparmiatori, più che all‘italianità delle banche, tengono all’onestà delle banche, e se dietro lo sportello trovano un basco massone o un olandese protestante che non li frega, al posto di un cattolicissimo italiano che li deruba, sono persino contenti. Ecco: difendere l‘italianità delle truffe rischia di non portare voti, salvo quelli dei truffatori. Prima di avviare il revisionismo sulla nuova Tangentopoli, bisogna dar tempo alla gente di dimenticare le tangenti. E qui le tangenti non sono ancora venute fuori, anche se si sa che le han prese ministri, viceministri e alleati del Cav. Nap. C’è persino il sospetto che il suo attacco alla Procura di Milano sia preventivo, in vista del deposito degli atti su quelle mazzette.

Ma non c’è solo Milano: l’ultima new entry nel club delle toghe rosse è la Procura di Parma, rea anch‘essa di applicare la legge persino agli amici di Napoleone. Prima gli arresta Tanzi, suo vecchio finanziatore. Ora gli interdice quell‘altro galantuomo di Geronzi (di cui Fininvest è socia in Capitalia) indagato per il crac Parmalat nonostante l’assoluzione impartitagli da Napoleone: «È persona capace e proba, mi è difficile pensare che sia incorso in comportamenti incorretti». Le stesse parole usate per Dell‘Utri, subito prima delle sue varie condanne a 13 anni e rotti di galera. Anche qui Napoleone potrebbe avere sbagliato i tempi: i truffati Parmalat sono molto più numerosi dei truffatori. Ma, si sa, al cuore non si comanda. Su un punto, però, ha ragione da vendere: «Mentre Fiorani è in carcere, qualcun altro è libero di circolare anche all‘estero e di inquinare le prove». Magari corrompendo testimoni inglesi. Qualcuno, per favore, lo faccia contento: lo arresti.

l'Unità
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:48.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com