Prefazione:
Magia: e la mente corre subito all'antico Egitto.
Nell'immensa mole di opere letterarie e poetiche, storiche e religiose incise sulla pietra, scritte sui papiri o su "ostraka" che quella grande civiltà ci ha lasciato, l'elemento magico è sempre presente, se non addirittura ad esse intrecciato in modo quasi indissolubile.
Dal terribile sortilegio che Iside - la Grande Maga - attua contro Ra per farsi svelare il suo nome supremo e segreto e diventare una dea (Papiro di Torino), agli esorcismi cui ricorre l'amato affinché la porta dell'amata si apra offrendo dell'incenso, del latte o del miele, ambra e mirra affinché il falegname faccia una porta di canna e un chiavistello di paglia (!), l'esperienza magica pervade ogni momento della vita spirituale e materiale di quel popolo.
Magia è anche sete di conoscenza: i maghi, in Egitto, sacerdoti di questa o quella divinità, erano medici, architetti, scienziati, il cui sapere fu attinto dai Greci costituendo le basi di tutta la cultura occidentale.
Ma la peculiare magia dell'Egitto è la parola: la parola come realtà concreta, totale, che commenta e determina il rito così scrupolosamente descritto, così ossessivamente osservato sin nei minimi particolari tanto da assurgere al livello di una vera e propria mistica, che è il punto più alto nel quale lo spirito si unisce con l'Assoluto, con la totalità del reale.
Questo libro, che riporta riti, preghiere, formule di una civiltà a noi tanto lontana, diventerà per il lettore un utile strumento per meglio comprenderla ed amarla, e per raccogliere l'invito che Amenenope fa a suo figlio:
"
Riempiti di loro, e mettili nel tuo cuore".