"Influenza da 7 milioni di morti"

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CARMINE84
00giovedì 14 luglio 2005 15:42
L'Oms lancia l'allarme epidemia

Da due a sette milioni di morti: è un'ecatombe di proprorzioni globali quella che, secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, rischia di essere provocata dalla prossima epidemia di influenza. Non quella portata dal raffreddore di stagione, ma un'influenza pandemica come potrebbe essere quella causata nell'uomo dal virus dei polli. E che potrebbe essere catastrofica come la "spagnola" del 1918.

A lanciare l'allarme è Michael Perdue, ricercatore e coordinatore del "Global influenza programme" dell'Oms di Ginevra, ospite del meeting di San Rossore dedicato alla salute come diritto. "Oltre alle influenze stagionali - spiega lo scienziato - esistono le influenze pandemiche, che hanno cadenze più o meno regolari e, ogni volta che si sono presentate, hanno fatto sul pianeta milioni di morti. Già in alcuni casi il mezzo di diffusione del virus sono stati gli animali, e la peggior cosa che potrebbe succedere oggi è che un virus di questo tipo infetti qualche uccello migratore, capace di volare per giorni e giorni, miglia e miglia, portando il contagio da una parte all'altra del globo".

Ed è proprio per questo che l'influenza aviaria in Asia preoccupa tanto gli esperti e suscita particolari timori. "Riuscire a bloccare o ridurre i rischi di contagio in Asia - prosegue Perdue - è molto difficile perché c'è un legame molto stretto tra l'uomo e gli animali da cortile. Le uccisioni di massa di polli negli allevamenti hanno soprattutto fini commerciali, dato che la popolazione vive letteralmente in mezzo agli animali e la quasi totalità delle proteine viene assunta tramite la carne di uccelli spesso allevati direttamente. In Asia il virus è passato dai polli all'uomo, esattamente come accadde tempo fa con le anatre. Se il contagio passasse tra uccelli ed arrivasse ad un migratore sarebbe devastante perché potrebbe dare il via ad una nuova influenza pandemica".

L'Oms, però, si sta già preparando ad affrontare l'emergenza, con la diffusione di un protocollo sanitario che è stato già adottato da 50 Paesi (tra cui l'Italia). "Valutiamo anche la possibilità - conclude il ricercatore - che i due virus dell'influenza stagionale e della pandemica si possano fondere, e che il prossimo rischio di diffusione della pandemia coincida con l'ondata dell'influenza stagionale. Per questo stiamo aggiornando continuamente il vaccino: per non farci trovare impreparati".
Asgeir Mickelson
00giovedì 14 luglio 2005 18:53
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