Incontri con il Cinema Archeologico - 08/11/07 > 09/11/07 - Torino

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
-francis-
00giovedì 8 novembre 2007 09:59
Nei giorni 8 e 9 novembre 2007 si terrà presso la Sala Giovanni Agnelli dell’Unione Industriale di Torino la settima edizione degli Incontri con il cinema archeologico, organizzati dall’Associazione Amici del Museo di Antichità di Torino presieduta dall’avvocato Paolo Emilio Ferreri.
Verranno proiettate opere provenienti dalla Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto, una manifestazione annuale che dal 1990 riunisce il meglio della produzione internazionale nel settore. Il programma comprende film prodotti in diversi paesi, su soggetti che attraversano il tempo e lo spazio: le strade per Samarcanda, l’Egitto del faraone Akhenaton, gli splendori di Ravenna, le piramidi d’America, la nave romana di Comacchio, l’impero degli Inca in Perù, la misteriosa città siriana di Qatna eccetera.
Si tratta di documentari che offrono preziose testimonianze del nostro passato più remoto, coniugando qualità spettacolari e rigore scientifico, e che sono per lo più sconosciuti al grande pubblico, soprattutto in Italia dove questi temi sono confinati ai margini della programmazione delle reti televisive.
Il pubblico torinese, che dimostrò di apprezzare i film presentati nelle prime sei edizioni degli Incontri, è invitato anche quest’anno ad assistere alle proiezioni, che si terranno in due sessioni, pomeridiana e serale - alle ore 16 e 21- con ingresso gratuito, su presentazione del pieghevole con il programma dettagliato (reperibile, nelle settimane precedenti la manifestazione, presso gli uffici turistici e una pluralità di enti culturali cittadini).
La manifestazione, possibile grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, si propone anche di richiamare l’attenzione sul Museo di Antichità di Torino, che contiene le preziose collezioni sabaude accanto ai ritrovamenti del territorio piemontese, e che ha ospitato ultimamente mostre prestigiose, tra le quali, aperta fino al 18 novembre 2007, Afghanistan, i tesori ritrovati.

I segreti del deserto

Comincia sul limite di un medioevo sahariano la serie degli incontri con il cinema archeologico organizzati dagli Amici del Museo di Antichità di Torino nella sala Agnelli dell’Unione Industriale a partire dalle ore 16 di giovedì 8 novembre 2007. Protagonista del primo filmato è la capitale spirituale del Mali, Djenné, che fin dall’antichità divenne un centro importante di commercio, collegato con la mitica Timbuctù. I suoi edifici medioevali, costruiti con il fango, appaiono, ai margini del grande deserto del Sahara in un panorama eccezionalmente pittoresco.
Jiroft, a sud dell’Iran, è una zona desertica dove sono riemerse le tracce di una civiltà antichissima: il mitico regno di Aratta, vissuto 5000 anni fa. Le più antiche leggende dei Sumeri hanno tramandato notizie dell’importante città- stato di cui stanno riaffiorando ben più di 80 siti archeologici. Si pensa che proprio ad Aratta sia stata inventata la scrittura, per attuare gli scambi con Uruk, le cui tracce sono a Warka, in Irak.

Tra rivoluzioni religiose e nuovi orientamenti culturali

La prima grande figura di sovrano rivoluzionario visse in Egitto 1350 anni prima di Cristo: era Amenofi IV, lo sposo di Nefertiti. Gli si deve una incredibile azione di rivolgimento sociale e religioso. La nuova religione da lui accolta proponeva un solo dio, Aton, eliminando tutta la struttura religiosa politeista. Akhenaton fu il nome che egli scelse in onore del dio; le grandi trasformazioni si trasferirono nell’arte, il cui stupefacente realismo si contrappone allo stile più rigido che precedeva. La grande trasformazione non durerà a lungo ma ne rimane una traccia indelebile nella storia egizia.
Gli scambi culturali della via della Seta diedero origine ad una serie di oasi storiche che ancora oggi stupiscono il visitatore di questa terra che fu, fino a pochi anni fa, l’Asia centrale sovietica. Le oasi di Khiva, di Merv e di
Buckara ebbero un ruolo culturale e commerciale di prim’ordine che oggi rinasce con nuova immagine.
I quattro filmati che abbiamo descritto saranno seguiti, alle ore 22 dal “Giardino degli dei”: un revival dei miti della Grecia interpretati dalla ricca immagine naturale di quel paese. Sarà, a conclusione della prima giornata, un vero viaggio di piacere nella terra considerata il giardino degli dei.

Tra misteri ed enigmi, dalla Siria agli States

Venerdì 9 novembre il primo argomento esplora una serie di scritti sensazionali che raccontano, in caratteri cuneiformi, i fasti di Qatna, città sorta sul fiume Oronte in posizione strategica per le vie carovaniere. Una ricchezza favolosa, sommersa da un destino tragico,
Anche l’Adriatico cela segreti del commercio antico: li racconta, ritrovata con il suo carico intatto, una nave romana il cui relitto venne esplorato anni or sono nei pressi di Comacchio.
La speleologia è una scienza sempre affascinante: lo sanno gli archeospeleologi subacquei che si sono calati, in Grecia, nelle grotte di Diros: una serie di sale spettacolari, dai colori cangianti, Tra colonne alte come quelle delle cattedrali vi si scoprono tracce della preistoria con ossa di animali qui rifugiati in quei lontani tempi.
Le piramidi negli States americani rivelano una versatilità dei primi indiani nativi. Sono luoghi per il rito o calendari arcaici? O ancora punti eccezionali di osservazione? Un enigma che avvince.

Ravenna è città stupenda, anch’essa pronta sempre a stupire. Gli splendori dell’epoca bizantina sono stati presentati nella mostra del 2006. “Santi, banchieri, re” di cui il filmato è memoria.

Protagoniste le rocce

Un viaggio nel Sahara algerino porta inevitabilmente a contatto con gli “hommes bleus”: i magnifici Tuareg che signoreggiano con la loro affascinante vita nomade un territorio di sabbia ma soprattutto di macigni, di rocce…i Tassili.
Le rocce sono state capaci di plasmare l’evoluzione della civiltà anche nel Perù degli Inca;, là i luoghi inaccessibili furono dominati, penetrati, scavati per cavarne l’oro. Quell’oro che fu motivo decisivo della loro caduta.
Termina così, con queste immagini suggestive, la proiezione archeologica che gli Amici del Museo di Antichità di Torino hanno voluto per il quarto anno consecutivo, offrire alla città: un arrivederci al prossimo anno.
Incontri con il Cinema Archeologico

Periodo: 8- 9 novembre 2007

Unione Industriale Sala Giovanni Agnelli
via Fanti, 17
Torino
roberta.maat
00giovedì 8 novembre 2007 12:37
Vorrei proprio vivere a Torino o almeno un pò più vicino.....peccato !
-Kiya-
00giovedì 8 novembre 2007 22:56
purtroppo stasera mi è stato impossibile andarci e temo che anche domani troverò difficoltà...

che tristezza....

confido che Maat Ka Ra sia riuscita a presenziare e che ci racconti qualcosa al suo rientro
antonio crasto
00sabato 10 novembre 2007 12:12
Ho assistito alla presentazione di due documentari, quello sui Tuareg e quello sugli Incas.
Il primo ruota interno al matrimonio di due giovani e descrive i cambiamenti delle abitudini di questo nobile popolo del Sahara.
Diventati ormai quasi stanziali, le nuove generazioni stanno integrandosi nel mondo moderno algerino, ma cercano con ostinazione di non perdere le antiche tradizioni e le loro usanze.
Alcune immagini sono di una struggente bellezza. Il deserto roccioso, ma sopratutto gli antichi graffiti, lasciano intravvedere una antica civiltà del Paleolitico che dovette essere molto avanzata e che comunque abitò terre decisamente differenti (il Sahara era un tempo una regione non desertica e forse ricca di acque).

Il documentario sugli Incas era decisamente più bello. Una ricerca sull'antica civiltà vista da parte di un geologo. Il tentativo di spiegare come gli Incas riuscirono a creare una così ricca civiltà in un ambiente difficile caratterizzato dalle regioni desertiche del Pacifico e le zone interne di Montagna.
Particolormente interessante è stata la spiegazione della ricerca di risorse alimentari nei vari ambienti (mare ricco di pesce, mais dal terrazzamento delle zone di collina e bassa montagna, tuberi vari nelle aree più montagnose.
Spettacolari le immagini delle città Incas, ma l'aspetto che mi ha colpito di più è stato la nuova teoria che vede nella forma di alcuni monumenti la rappresentazione del profilo di alcune montagne.
In poche parole gli Inca avrebbero "divinizzato" le loro montagne e le avrebbero rappresentate nei loro monumenti.
-francis-
00sabato 10 novembre 2007 13:05
Re:
antonio crasto, 10/11/2007 12.12:


Spettacolari le immagini delle città Incas, ma l'aspetto che mi ha colpito di più è stato la nuova teoria che vede nella forma di alcuni monumenti la rappresentazione del profilo di alcune montagne.
In poche parole gli Inca avrebbero "divinizzato" le loro montagne e le avrebbero rappresentate nei loro monumenti.



Come ho scritto nel questionario, oltre alla civiltà egizia mi affascina molto anche quella Incas, specialmente dopo aver letto una serie di romanzi che raccontano in modo romanzato, la loro fine.
Scritti da Antoine B.Daniel, questi i titoli: "L'ombra del puma", La scelta di Anamaya", La fiamma di Machu Picchu".
Poi, come ho sempre consigliato di fare, per approfondire l'argomento e trovarvi delle affinità storiche, ho letto il saggio di John Hemming dal titolo "La fine degli Incas" cdhe mi ha confermato quanto riportato dai romanzi.
Ebbene, proprio in questi romanzi, è scritto che gli Incas adoravano una montagna sacra che, anche se non ricordo bene (li ho letti anni fa) doveva essere quella che affianca proprio il Machu Picchu.


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:01.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com