"Il dolore perfetto " di Ugo Riccarelli

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
vanni-merlin
00lunedì 22 ottobre 2007 01:23
da: "Il dolore perfetto " di Ugo Riccarelli



Pag. 67

Così crebbe l'Annina, quasi unico tramite tra il mondo del padre, l'Ulisse, fatto di maiali, di mercati, di osterie, di durezza e forti odori, e quello della Rosa, sua madre, e di su fratello Sole, tutto casalingo, pieno di sogni e di parole.

Quella minuta bambina poteva indifferentemente accompagnare una mandria di suini per i tratturi delle campagne cavalcando a pelo un cavallo come passare tranquille ore in riva al Padule divertendosi a seguire i percorsi misteriosi delle formiche o dei girini; essere capace di sostenere lunghe ore di cammino con ogni tempo e assistere a risse e feroci discussioni come trascorrere piacevoli pomeriggi insieme al fratello ad ascoltare la Rosa e la Mena raccontare le vite insignificanti e magnifiche della gente che da millenni abitava al Colle, prima ancora che quel psto vedesse arrivare la ferrovia
e le diavolerie che si stava trascinando dietro.

L'Annina pareva viaggiare leggera tra quei due mondi distinti, senza contrapporli, senza afferrare la frattura che si apriva dentro una tranquillità che lei sola viveva.
Fu soltanto molto più tardi, oramai ragazzina, un giorno di primavera che se ne stava in silenzio, distesa sul prato a guardare dentro il cielo.

La Rosa era assopita al suo fianco, avvolta in un largo vestito celeste, e Sole aveva appena finito di raccontare la storia di un medico vestito di una marsina azzurra che girava il mondo curando i balocchi.
Tutto, attorno, pareva essersi zittito, e l'Annina era intenta a respirare la preziosa sospensione in cui le parole e le immagini riempiono l'aria.

Colori, forme, musica del silenzio.
In quel preciso momento, dal fondo della collina dov'era la grande casa dei Bertorelli, un refolo di vento portò un rumore aspro, condito dall'afrore pungente dei suini. Un urlo, un imprecazione ed infine una bestemmia forte.
L'Annina volse lo sguardo verso
il basso e vide l'Ulisse e il vecchio Mero agitarsi in una discussione: questioni di soldi, pareva, una vendita errata, uno sgarbo ad un cliente...

L'Annina si voltò, vide la madre e il fratello assopiti.
Di sopra il silenzio, di sotto i maiali.
Pensieri, fantasie e cose sognate, ma anche realtà, il sangue, l'odore dell'uomo.
Parevano opposti, eppure, quel giorno, lei li sentì uguali.
Due facce del mondo, materia e astrazione.
Merda e ragione con cui siamo fatti.

Ma poi vide una lacrima scivolare dagli occhi della Rosa che pareva assopita, distesa sul prato tra le urla sconciate.
Volse ancora lo sguardo, l'Annina, e vide suo padre giù in basso, che si era fermato e adesso, alzata la testa, la puntava in sulenzio.
E fu in quell'istante, in quel preciso momento, che comprese l'abbisso totale non tra due mndi, ma tra le persone.
Le cose son cose, hanno una vita loro, hanno forme, pensieri, hanno età e persino uncolore.

Siamo noi a dividere, a costruire barriere, ad alzare, abbassare, a dire chi è buono e cosa invece è peggiore.
Annina capì la distanza tra la madre e l'Ulisse.

La sentì forte, batterle il petto. Una botta improvvisa, una crepa sul cuore.
La ferita bruciante di un dolore perfetto.



da: citazionedaitestiparnaso.splinder.com/tag/il_dolore_perfetto
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:11.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com