Re: Re: Re:
-Kaname-chan, 04/12/2009 13.42:
Ma tu pensi sia giusto scaricare prodotti creati da altri?
io penso che debba essere il mercato ad adattarsi alle innovazioni tecnologiche e alle conseguenti mutazioni nel comportamento dei consumatori. Non il contrario. Altrimenti il mercato non è liberale, anzi ha un che di pseudo-totalitario, non trovi?
In questo caso, abbiamo un contesto tecnologico che mette sotto fortissima pressione un concetto, quella dell'IPR, che si è sviluppato secondo linee artificiose. Nel senso che non esiste una concezione "naturale" dell'IPR, non c'è un giusnaturalismo dell'IPR,come non c'è una legge morale "naturale", ma la definizione attuale dell'IPR è stato elaborata come compromesso, punto d'equilibrio in un campo di forze per garantire determinati benefici ad alcuni e svantaggiare altri. Come in ogni compromesso, ci sono stati (più o meno) vincitori e (più o meno) vinti. L'IPR è giusto o sbagliato? non credo sia questo il punto. Il punto è che
questo IPR non regge alla prova dei modelli di consumo, e allora secondo i vincitori dell'IPR vanno cambiati i modelli di consumo. E' qui che dobbiamo domandarci: questo è giusto o sbagliato?
Fatto questo (al solito) amplissimo preambolo, posso serenamente risponderti che è giusto che venga riconosciuta una certa proprietà intellettuale per i creatori di contenuti. Perchè evidentemente, se il loro prodotto piace e viene fruito, è giusto che la persona o l'organizzazione che lo crea possa come minimo pagarcisi di che vivere in modo da poter continuare a creare contenuti. Come minimo. Se hai notato il mio precednete post, infatti, non sono stato tenero con Google, che pure per tanti è il paladino delle e-democracy. Infatti, correlato al discorso del pagamento dei contenuti, c'è anche quello della qualità dei contenuti. Creare contenuti appetibili è una specializzazione e in quanto tale non tutti possono farlo. In altre parole, non conconrdo con quelli che dicono "w il free, saremo tutti giornalisti" (nel caso delle notizie). La trovo una cazzata perchè il giornalismo è frutto di una professionalità che va giustamente sostenuta. Pagandola. Tuttavia, dovrebbero essere i consumatori con i loro consumi a decidere e le aziende, quelle furbe, quelle capaci, quelle innovative, ad essere capaci di sfruttarli come ha fatto Google. E come stanno facendo i lettori di news americani attraverso alcuni portali: finanziano direttamente rinomati giornalisti per ottenere indagini giornalistiche su determinati argomenti. Il giornalista vuole fare un'inchiesta sul tale argomento, il giornale non gliela paga e servono per dire 50mila USD? Bene, pagano direttamente i lettori. Le major e molto del mondo che sta dietro alla dottrina Sarkozy non è furbo e non è nemmeno innovativo: vuole vivere di rendita. Perchè la posizione di rendita è garantita dall'IPR attuale.
-Kaname-chan, 04/12/2009 13.42:
Secondo me è un furto, però penso che non porterà alla scomparsa della musica o della cinematografia: molti scaricano roba che altrimenti mai avrebbero comprato, inoltre pare che i più grandi scaricatori siano anche i migliori clienti delle società discografiche. Basta modificare un po' il modello di businness e non vedremo mai Zuccherò col cilindro in mano all'angolo della strada
Il concerto di M Jackson gli avrebbe dovuto far incassare tra 50 e 80 milioni di USD per dire.
ma il punto è proprio questo kaname. Le major, e i creatori di contenuti in generale, SIAE-compliant
non vogliono assolutamente cambiare modello di business, perchè quello attuale è quello che conoscono e cambiarlo significherebbe probabilmente morire per loro.
Una ricerca inglese di qualche giorno fa sulla correlazione tra pirateria e acquisti musicali sembrerebbe confermare quel che scrivi. Ma le major continuano a muovere guerra al p2p, al bittorrent e a pirates bay e si è creata una nicchia di mercato parassitaria per studi legali e aziende specializzate proprio nell'intimorire i "pirati" (altra notizia di pochi giorni fa che ha suscitato clamore: una fuga di notizie ha fatto venire alla luce dei carteggi di e-mail e i documenti delle linee guida che muovono queste realtà)...
D'altronde i conti delle major non sono più quelli degli anni '90. La EMI, per dire, probabilmente sarà presto messa in vendita...
E' inutile starci a nascondere dietro un dito. E' semplicemente vero che il modello di consumi attuale sta logorando la base di redditività di molte aziende. Per ironia, in maniera analoga la liberalizzazione dei capitali intacca sempre più la base imponibile sulla quale possono agire gli Stati. Eppure nel secondo caso nessuna azienda grida allo scandalo di lesa maestà, nel primo - guarda caso - si.
-Kaname-chan, 04/12/2009 13.42:
Inoltre se davvero fosse così rovinoso per gli affari le case discografiche avrebbero già fatto chiudere youtube.
Pensi che non c'abbiano provato? Google, il proprietario di Youtube, riconosce dei proventi alle major...
-Kaname-chan, 04/12/2009 13.42:
Il "gratis" può essere un affare, basta solo essere furbi. Qualcuno ha mai pensato cosa ci guadagni l'Adobe a non chiedere i diritti del .pdf?
concordo perchè è il succo di quel che dico anch'io. Anche se con qualche precisazione, perchè il "gratis" non è il nuovo sol dell'avvenire del mercato, come non lo fu l'avvento di Internet (che infatti portò la bolla delle dotcom). Solo chi è veramente capace tecnologicamente e imprenditorialmente riesce a prosperare in questo contesto. E non sono in tanti. Gli altri sopravvivono. C'è il forte rischio di monopoli, tra le altre cosette. E sarebbe il meno. C'è soprattutto il rischio di creare conglomerati verticali capaci di indirizzare anche lo sviluppo tecnologico della rete e la sua neutralità (per neutralità della rete, altro argomento dibattutissimo, si intende uno scenario in cui le infrastrutture di rete sono svincolate dai servizi forniti e viceversa)
-Kaname-chan, 04/12/2009 13.42:
Riguardo a tutte quelle manovre scritte sopra non credo avranno mai successo.
è da quando sono in questo forum che sento ripetermelo
. Se avranno successo non lo so, di sicuro c'è chi ci sta provando e sa benissimo che le reazioni del pubblico sarebbero dure se si sapesse. Infatti viene tutto tenuto nascosto dietro il "segreto di stato". In ogni caso, non è detto che siano i "buoni" a vincere perchè non c'è un destino manifesto per nulla.