I pentecostali

Manlio-
00lunedì 26 gennaio 2009 18:03
Massimo Introvigne, I pentecostali
Elledici, Leumann (Torino) 2004, pp. 168, Euro 11,00, ISBN 88-01-02998-5
I pentecostali protestanti sono oggi nel mondo 470 milioni, e il traguardo del mezzo miliardo di fedeli non sembra lontano. Si tratta del più grande tra i fenomeni religiosi nati nel XX secolo, e di oltre metà del protestantesimo mondiale. In Italia tre protestanti su quattro sono pentecostali. Ma chi sono, precisamente, i pentecostali? In che senso sono protestanti? Quali relazioni hanno con il più ampio movimento di rinnovamento carismatico che ha coinvolto anche i cattolici? Quali implicazioni la loro crescita apparentemente inarrestabile ha per il futuro del dialogo ecumenico?
Come rilevava in un’opera del 1995, Fuoco dal Cielo, il celebre teologo battista Harvey Cox, il fatto che i pentecostali protestanti siano tanto numerosi quanto poco studiati e conosciuti dagli altri cristiani costituisce uno dei fatti più sorprendenti – se non degli scandali – del mondo cristiano contemporaneo. Massimo Introvigne, che da anni segue attraverso indagini sul campo il mondo pentecostale in Europa, negli Stati Uniti e nei paesi in via di sviluppo, cerca qui di colmare un’evidente lacuna, illustrando le origini, la storia, le dottrine e le prospettive di ulteriore crescita delle diverse forme del pentecostalismo. Nello stesso tempo, mostra come l’irruzione dei pentecostali abbia costretto i sociologi delle religioni a rivedere alcune loro categorie, e a formulare pronostici meno pessimisti sul futuro del cristianesimo nel XXI secolo.

Recensioni
Pentecostali: finisce un secolo di silenzio, di Ilaria Dotta (il Giornale, 23 giugno 2004)
Chiese pentecostali, un fenomeno da conoscere di Maurizio Schoepflin (Toscana Oggi, 11 settembre 2004
Arde sempre più il fuoco divino dei pentecostali di Andrea Menegotto (il Domenicale, anno 3, n. 40, 2 ottobre 2004

Manlio-
00lunedì 26 gennaio 2009 18:03

Pentecostali: finisce un secolo di silenzio

di Ilaria Dotta (il Giornale, 23 giugno 2004, p. 9)

È in edicola il nuovo libro di Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni. Il volume, edito da Elledici, è dedicato al fenomeno religioso che dagli inizi del secolo scorso ad oggi ha riunito quasi 500 milioni di persone nel mondo

Difficile non lasciarsi tentare. Viene quasi voglia di chiamarlo “miracolo”, questo sviluppo esponenziale che nel giro di pochi anni ha portato alla formazione e diffusione di uno dei più grandi fenomeni religiosi del Ventesimo secolo. Di una chiesa in continua e rapidissima espansione, che conta ad oggi nel mondo quasi cinquecento milioni di fedeli. Si tratta dei Pentecostali, gruppo religioso al quale aderiscono in Italia addirittura tre protestanti su quattro. In cifre, si parla di oltre 250mila persone. Eppure il mondo cristiano contemporaneo sembra essere riuscito finora, senza neppure troppi sforzi, a ignorare l’intero fenomeno. Basta dare un’occhiata alla bibliografia sull’argomento, per rendersi conto di quanto poco ancora sia stato scritto sui pentecostali. A porre rimedio a questo sorprendente (e verrebbe da dire, anche scandaloso) silenzio, ci pensa ora Massimo Introvigne, direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni). È di questi giorni, infatti, l’uscita del suo ultimo libro intitolato proprio “I pentecostali”, edito dalla Elledici per la collana “Religioni e movimenti”.
“Una forte denuncia era già venuta, qualche anno fa, dal noto teologo Cox – spiega l’autore –, che sottolineava la scarsa – per non dire quasi nulla – attenzione riservata a questa chiesa”. Difficile non accorgersi di un fenomeno che, nel giro di trent’anni, è passato dal coinvolgimento di poco più di un centinaio di milioni di persone alla formazione di una chiesa che ne conta oltre cinquecento milioni. Da dove ha origine, dunque, questa strana forma di omertà? “I pochi libri sull’argomento sono stati pubblicati perlopiù da protestanti – sottolinea il direttore del Cesnur –. Nel mondo cristiano contemporaneo, invece, non si trovano riscontri. Il motivo va probabilmente ricondotto all’estremo frazionamento del fenomeno in denominazioni indipendenti, fattore che ne rende difficile una dettagliata ricostruzione. Ma un’altra ragione – continua Introvigne – è sicuramente legata alla consolidata abitudine dei membri di questa chiesa a restare ai margini di qualsiasi controversia politica, sociale o religiosa”. Perché il protestantesimo pentecostale, che ha preso vita negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso, è in effetti una presenza del tutto silenziosa, perlopiù estranea al dibattito contemporaneo su (e tra) le religioni. “Un atteggiamento molto interessante, quello dei pentecostali – precisa Massimo Introvigne –. Un silenzio ‘esterno’ che contrasta con il loro culto molto ‘rumoroso’, caratterizzato da canti e dall’utilizzo di molte lingue diverse”. Una peculiarità, quest’ultima, che deriva dall’interpretazione letterale del secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, dove si dice che nel giorno della Pentecoste i discepoli di Gesù, alla discesa dello Spirito Santo, cominciarono a parlare in numerose lingue sconosciute.
“E il fenomeno dei pentecostali è arrivato a coinvolgere anche il Piemonte – aggiunge l’autore –. Nella nostra regione esistono infatti una cinquantina di chiese pentecostali, concentrate soprattutto nelle città di Torino, dove se ne contano più di venti, e di Biella”. La più famosa è senza dubbio la chiesa di via Challant, frequentata da oltre seicento persone.
E proprio dal Piemonte arriva ora il primo libro sull’argomento scritto da un “non protestante”. Un volume che illustra le origini, la storia, le dottrine e le prospettive di un’ulteriore crescita delle diverse forme di pentecostalismo (“esiste in effetti anche un filone cattolico, ma meriterebbe un altro libro”, precisa l’autore). Ma soprattutto, “un saggio che non ha alcuna ambizione teologica, quanto piuttosto sociologica – come sottolinea ancora Massimo Introvigne –. Un volume che vuole offrire al lettore il quadro storico e sociale del fenomeno dei pentecostali partendo da basi laiche, senza alcun giudizio di valore”.
Manlio-
00lunedì 26 gennaio 2009 18:04

Chiese pentecostali, un fenomeno da conoscere

di Maurizio Schoepflin (Toscana Oggi, 11 settembre 2004)

Si chiamano pentecostali, sono quasi mezzo miliardo, rappresentano il più grande fenomeno religioso nato nel XX secolo; eppure su di loro si sa ben poco. Massimo Introvigne, uno dei maggiori sociologi della religione a livello internazionale, parla del pentecostalismo o, meglio, della corrente pentecostale carismatica, come di un “quarto” protestantesimo, che viene a coincidere con una nuova ondata religiosa, nata nell'alveo della Riforma luterana e calvinista, tendente a riproporre una sorta di protestantesimo “puro” di contro all'affievolimento degli ideali originari predicati dai primi riformatori del Cinquecento, un affievolimento a cui sarebbero andati incontro il secondo e il terzo protestantesimo che pur avevano propugnato, a loro volta, un vivace risveglio religioso. Frammentato in varie componenti, il pentecostalismo è presente anche nel nostro Paese, in particolare nel meridione, fin dai primi anni del '900: le Assemblee di Dio in Italia contano oggi mille Chiese e circa 140.000 aderenti; vi è poi la Chiesa Internazionale del Vangelo Quadrangolare, con sede a Roma, e le Chiese della Valle del Sele, in Campania. Certo, si tratta di un universo in continuo mutamento, specchio di una religiosità che si affida alla dimensione carismatica piuttosto che a quella istituzionale: di qui le numerose scissioni che il movimento pentecostale ha fatto registrare nella sua storia. Il pentecostalismo si presenta comunque come un fenomeno interessante e meritevole di essere conosciuto: con il suo recente ottimo libro I pentecostali (Elledici, pp. 168, euro 11,00) Massimo Introvigne offre al lettore una valida opportunità per ottenere tale conoscenza.
Manlio-
00lunedì 26 gennaio 2009 18:04

Arde sempre più il fuoco divino dei pentecostali

di Andrea Menegotto (il Domenicale. Settimanale di cultura, anno 3, n. 40, 2 ottobre 2004)

Sono mezzo miliardo, sono la denominazione protestante più ampia, eppure c'è poco da leggere

I pentecostali protestanti sono oggi nel mondo 470 milioni, e il traguardo del mezzo miliardo di fedeli non sembra lontano. Essi rappresentano così il più grande tra i fenomeni religiosi nati nel XX secolo e oltre la metà del protestantesimo mondiale. Il dato è ignoto a molti, ma nel nostro Paese tre protestanti su quattro sono pentecostali.
Come denunciava il famoso teologo battista dell'Università di Harvard Harvey G. Cox nella sua celebre opera Fire from the Heaven (Addison-Wesley Publishing Company, Reading, Massachusetts - Menlo Park, California - New York 1995), il fatto che i pentecostali protestanti siano tanto numerosi quanto poco studiati e conosciuti dagli altri cristiani costituisce uno dei fatti più sorprendenti (se non addirittura scandalosi) del mondo cristiano contemporaneo.
Di fatto risulta impensabile che pochissimi si siano accorti di un fenomeno che, nel giro di trent'anni, è passato dal coinvolgimento di poco più di un centinaio di milioni di persone alla formazione di una realtà che oggi si aggira intorno a 500 mila fedeli nel mondo. Ma uno sguardo alla bibliografia conferma che i pochi libri sull'argomento sono stati pubblicati in genere da protestanti e non abbondano certo gli studi sull'argomento.
Il motivo va probabilmente ricondotto all'estremo frazionamento del fenomeno in denominazioni indipendenti, fattore che ne rende difficile una dettagliata ricostruzione. Ma un'altra ragione è intrinseca allo stesso atteggiamento sociale dei pentecostali, abituati a restare ai margini di qualsiasi controversia politica, sociale o religiosa. Il protestantesimo pentecostale è infatti una presenza silenziosa, estranea al dibattito contemporaneo sulle e tra le religioni.
A questo silenzio sulla scena esterna fa da controparte un atteggiamento «interno» caratterizzato da un culto molto vivace, in cui si fa abbondante utilizzo di canti e di preghiere «in lingue». Quest'ultima rappresenta una peculiarità del mondo pentecostale e deriva dall'interpretazione letterale del secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, dove si narra che nel giorno della Pentecoste i discepoli di Gesù, alla discesa dello Spirito Santo, cominciarono a parlare in numerose lingue sconosciute.
Massimo Introvigne, che da anni segue, con indagini sul campo, il mondo pentecostale in Europa, negli Stati Uniti e nei Paesi in via di sviluppo, cerca di colmare un'evidente lacuna, illustrando le origini, la storia, le dottrine e le prospettive di ulteriore crescita delle diverse forme del pentecostalismo, accennando pure alle relazioni con il più ampio movimento di rinnovamento carismatico che coinvolge anche i cattolici e alle implicazioni che l'inarrestabile crescita del pentecostalismo comporta per il dialogo ecumenico. Nello stesso tempo, lo studioso mostra come l'irruzione dei pentecostali abbia costretto i sociologi delle religioni a rivedere alcune loro categorie e a formulare pronostici meno pessimisti sul futuro del cristianesimo e, in generale, delle religioni.

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