"I dragoni blu" di oby86

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Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:12
Capitolo Primo


"Nuove scoperte"


Tutto sembrava tranquillo la sera del 26 Luglio al numero quattro di Privet Drive. Un ragazzo alto, dai capelli scuri e disordinati e con un paio di occhiali che nascondevano dei bellissimi occhi verdi, attendeva ansioso l’arrivo delle civette e dei gufi che volavano spensierati in quell’afosa notte di Luglio.


Arrivò per prima la sua civetta bianca. Un timido verso di ringraziamento per l’acqua fresca e i biscottini fu molto apprezzato dal giovane mago che, sorridendo, prese la lettera dalle zampe di Edvige.


"Caro Harry,

Discolo e monellaccio che non sei altro!! Quante volte devo dirti di non spaventare troppo quel tuo "povero e delicato" cuginetto?!

Tanti auguri, figliolo!! Sedici ani sono un’età importante, piena di novità, anche per quanto riguarda la Mappa dei Malandrini…Basta, non ti dico altro. Sappi che quello che ti ho mandato serve per perfezionarla!

Un Mega abbraccio,

Tartufo


Ps. Saluti da Ippogrifo


"Che lettera strana! Che c’entra la Mappa?! Mah, vediamo un po’…"

Le mani del giovane Potter andarono veloci a scartare la carta che avvolgeva il suo regalo di compleanno. I suoi occhi videro ciò che non avrebbe mai sognato. Probabilmente l’unico libro per poter creare una Mappa dal Malandrino con tutti gli optional che lui avrebbe provveduto ad inserire!!


Ridacchiando come un pazzo e saltellando per la stanza, prese un altro pacco e una busta, quasi sicuramente di Hermione, vista la scrittura precisa e accurata. Un bel libro uscì dalla carta regalo. "Le Arti Oscure: come riconoscerle e carpirne tutti i segreti".

Incominciò a sfogliarlo "Cavolo - pensò – chissà dove mai l’ha trovato…c’è addirittura una parte dettagliata sugli anatemi illegali…"


Girando le pagine era arrivato a scoprire una parte che riguardava solo gli anatemi illegali e notò che non erano solo tre come aveva sempre pensato. Altri molto più pericolosi e mortali capeggiavano tra quelle pagine di papiro ingiallito dal tempo.

"Dunque…" il giovane Harry si soffermò su una vecchia pagina che si presentava in modo alquanto strano: sembrava quasi che fosse più spessa delle altre…parlava degli anatemi illegali, elogiandone alcune caratteristiche ma senza soffermarcisi molto, mentre invece, decantava alcuni nuovi incantesimi che potevano risultare molto più pericolosi se saputi padroneggiare come si deve.


Lesse a bassa voce alcune righe:

- Dei normali anatemi soltanto uno può essere usato per torturare ed estorcere informazioni: la maledizione Cruciatus. Questa, purtroppo, è la più conosciuta ma ora noi vi proponiamo alcune antiche maledizioni egiziane che sicuramente saranno molto apprezzate. Queste sono…-


Harry girò velocemente la pagina, mentre sentiva dentro di sé il desiderio di conoscere, di sapere quali altre maledizioni potevano essere più crudeli del dolore terribile che la maledizione Cruciatus infliggeva.


Ma la pagina successiva mostrava solo una strana pozione, interamente scritta in latino, ma che non dava risultati dolorosi, anzi. Sembrava…no, avrebbe avuto bisogno dell’antico dizionario di latino arcaico per poterla tradurre decentemente. Ciò che più desiderava non era dietro quella maledetta pagina. Eppure…


- Un momento!! Qui la pagina sembra doppia…quasi come se fosse incollata con un'altra…vediamo…-


Facendo molta attenzione, il giovane maghetto, lentamente staccò quelle due pagine che raccoglievano i più grandi segreti della magia oscura. E che lui desiderava assolutamente conoscere.


- Queste sono… ah, ecco qua…- il dito di Harry si soffermò su una lunga scritta in latino dalla pronuncia difficile – Ignem Alicui Rei Inferri.-


Appena letta la formula, una minuscola linea di fuoco si fece strada dai sui piedi fino alla sponda del letto dove, però, si fermò, restando ad ardere allegramente senza bruciare nulla.


" Cristo!! O porca…dell’acqua, presto dell’acqua, ho bisogno di acqua!!"


Così pensando si guardò in giro, leggermente in panico, quando vide sulla mensola in alto la borraccia in cui teneva della coca cola…- non sarà la stessa cosa, ma speriamo vada bene comunque!!-


Velocemente la prese e la versò sulla fiamma verde che restava ferma ai piedi del vecchio letto di Duddley. Non successe nulla. Il panico cominciò a salirgli quando si accorse che la fiamma non si muoveva da quel posto fin da quando lui l’aveva lanciata.


"Ammetto che è strano…vediamo se il libro mi dice qualcosa…" Riprese, così, il volume sulle Arti Oscure, sperando che spiegasse come spegnere quell’affare.


- La più bella proprietà di questa formula è il fatto che siete voi a decidere dove mandarla, basta sostituire la parola "Rei" con ciò che volete e il fuoco è fatto! Vedere i propri piedi andare a fuoco fa parlare anche un muto… per domare le fiamme basta una formula semplice ma non così tanto. La classica: Finitem Incantatem è inutile. Dovete pronunciare: Exstinguo Ignem-


Non appena pronunciò la formula le piccole fiamme verdi si spensero da sole, non lasciando alcuna traccia sul pavimento di parquet dello zio Vernon, altrimenti ne avrebbe passate di tutti i colori. Riprese così a leggere i paragrafi successivi, ben attento a non ripetere ad alta voce i nomi della maledizioni.


- Questa formula è stata messa a punto in modo tale che solo coloro che possiedo un grande potere magico, latente o visibile, possono usufruirne senza la bacchetta, evitando anche di essere rintracciati…-


Il ragazzo si interruppe lì.

"Un grande potere latente? Cavolo…bhè, l’importante è che quelli del Ministero non mi abbiano captato!!"

Decise di non continuare a leggere il libro per quella sera ma di spostare la sua attenzione alla lettera della ragazza:


"Caro Harry,

Come stai? Cosa si prova ad essere più vecchi? Tanti auguri!!

Quest’estate sono ospite di Viktor Krum, sai, il cercatore bulgaro…

E così, facendo un po’ di shopping nelle loro librerie, ti ho trovato questo volume sulle Arti Oscure, non ho potuto ancora sfogliarlo, ma credo che lo troverai interessante. Probabilmente racconterà un po’ più nel dettaglio la nascita della Magia Nera, o giù di lì…"


"O non solo quello, cara Herm…"

"Comunque…vedi di parlare un po’ a Ron…sta cominciando ad essere asfissiante, ha continuato a mandarmi gufi da quando sono partita, dicendomi che ero una pazza ad andare da uno come "quel Krum", testuali parole sue…

Sembra quasi che sia geloso…

Ma non voglio asfissiarti il giorno del tuo compleanno quindi mi limiterò a farti gli auguri…AUGURI HARRY!!!


Con affetto,

Hermione


Ps. Notizie di Tartufo?"


Sorridendo, Harry poteva già immaginare le scenate che Ron avrebbe fatto alla ragazza, una volta tornata dalla vacanza.

Un’altra lettera gli venne depositata in mano da Leo, il gufetto sale e pepe del rosso che, tutto contento, saltellava da una parte all’altra della stanza.


" Hola Harry!!

Mega auguri, vecchiaccio!!!

Come va scavezzacollo che non sei altro?!

I Dursely rompono sempre? Hai sentito le novità? Hermione è andata dal suo "Viky"… ma tu dimmi, ti pare logico? Insomma un po’ di decenza…è oltretutto della squadra bulgara, mi domando che cosa ci trovi in uno come quello…

Ma passiamo a noi!! Fred e George ti mandano un pacco di scherzi vari, sapremo come sfruttarli a fondo, vero?!?!?! Già mi immagino la faccia della carissima prefetto Granger, eh, eh, eh, eh!!!

Dal mio infinito repertorio di regali e idee, sono riuscito a trovarti questo: -vedere pacco allegato prima di continuare a leggere!!-"


Ridacchiando, Harry prese il regalo che Leo aveva diligentemente trasportato. Conteneva niente meno che una bellissima scacchiera in granito nero e alabastro, finemente lavorata. Quando scartò i vari pezzi, questi si disposero diligentemente ai propri posti esclamando con le loro vocette: "Ai suoi ordini, generale Potter".

Contentissimo il giovane mago riprese la lettera.


"Simpatici, vero? Ammetto che mi ha dato una mano Ginny nel fare l’incantesimo ma non dirglielo che te l’ho detto, altrimenti mi spella vivo!! Con ciò è tutto!!

Spero che per l’ultima settimana di agosto tu possa venire da noi come al solito, Silente non dovrebbe fare molte storie…spero…


Un Mega abbraccio e ancora tanti auguri


Ron"


Un’altra lettera gli venne depositata in grembo da un piccolo barbagianni tutto bianco, fatta eccezione per le ali che avevano qualche riflesso dorato.

Incuriosito, prese la lettera e il pacchetto che aveva trasportato.


"Ciao Harry,

Come stai? Tantissimi auguri per il tuo compleanno!!

Difficile la vita coi tuoi parenti? Sappi che quando vuoi manda una gufo che i miei fratelli saranno ben lieti di aiutarti a trasformare tuo cugino in un bel maialino!! Probabilmente ti hanno anche mandato qualcosa a riguardo, eh, eh, eh!!

Spero che il mio regalo ti piaccia…dato che non conosco i tuoi gusti ho pensato di preparare un po’ di tutto…

Ci vediamo a Diagon Alley

Ciao


Ginny"


"Chissà che regalo mi ha fatto…" così pensando si accinse a scartare il pacco per scoprire che conteneva tantissime leccornie, dal dolce al salato. Assaggiando un po’ di qui e un po’ di lì si accorse che la piccola Ginny era davvero brava in cucina. Probabilmente aveva preso quella dote dalla madre.


L’ultima lettera proveniva, come al solito, da Hogwards. Era sempre il primo a riceverla. In allegato c’erano sempre gli auguri per il suo compleanno e dato che compiva gli anni a luglio e la scuola iniziava il primo di settembre era semplice pensare che per lui facessero uno strappo alla regola.


"Caro Sig. Potter,

Siamo lieti di informarLa che la scuola inizierà il giorno 1° di settembre e che il treno diretto per il castello partirà, come di consueto, dal binario nove ¾ dalla stazione di King Cross. Le alleghiamo di seguito l’elenco dei libri per il sesto anno e La vogliamo avvertire che quest’anno per gli alunni del quinto e sesto anno ci saranno importanti novità.


L’intero consiglio della scuola ha deciso di creare una nuova casa dove gli insegnamenti dati saranno leggermente diversi per poter preparare meglio gli studenti alla venuta del Signore Oscuro, di modo tale da permetterVi di combatterlo, se lo troverete necessario. Seguirà quindi un ulteriore smistamento per i ragazzi delle quattro casate del quinto e sesto anno.


Io e la professoressa Mc Granit Le auguriamo felici auguri per i suoi sedici anni.


Albus Silente, preside della scuola per maghi e streghe di Hogwarts"






"Caspita" questo fu l’unico commento del giovane mago. Era veramente curioso di sapere quali fossero le intenzioni del preside e, sommando la voglia di fuggire dai parenti, si potrebbe dire che non vedeva l’ora di tornare a scuola.


Ma si sa. Tanto più uno desidera qualcosa, tanto più il tempo scorre lento e inesorabile. Così il giovane Harry Potter si accinse a rispondere alle varie lettere. Per prima quella di Ron.


"Ron!!

Amico mio carissimo!!

Non sai che bello che è il tuo regalo!! Finalmente potrò batterti agli scacchi, non vedo l’ora di addestrare per bene la mia truppa!!!

Ammetto che la scatola dei gemelli è veramente uno spasso, non vedo l’ora di provare quelle palline colorate così carine su qualcuno di nostra conoscenza…chessò…i fratelli Canon?!? Dobbiamo rifarci delle foto dell’anno scorso, ricordi…"

I pensieri del maghetto tornarono a tre mesi prima quando fecero l’errore imperdonabile di assaggiare delle pietanze lasciate in sala comune. Era tardi, molto tardi e pensarono che un elfo avesse lasciato qualcosa da sgranocchiare apposta.


Errore!! Erano dei manicaretti dei gemelli che li fecero trasformare in divertenti ragazzi-barboncini. Avevano la faccia di cani!! Con quelle orecchie tutte boccolose. Come se non bastasse i fratelli Canon erano rientrati da una lezione fuori orario di Divinazione e, vedendoli in quello stato, non persero tempo a far domande.


La macchina fotografica scattò inesorabile. Furono più veloci e veramente bastardi. Le appesero in bacheca quella stessa mattina e tutta la scuola seppe del motivo per cui non si erano presentati a lezione.


Non erano ancora riusciti a trovare qualcosa di adatto per fargliela pagare. Adesso ne avevano la possibilità!!


"Già mi pregusto la scena…

Per il resto, non farti troppi problemi riguardo a Hermione. Sa badare a se stessa e non credo che Krum abbia intenzione di provarci con lei. Probabilmente la vede solo come una buona amica con cui passare le vacanze.

Ne riparlerete con calma al suo ritorno. E vedi di mantenere il controllo che non ho voglia di fare da paciere tra voi due!!

Ciao pazzo


Harry"


Porse la lettera a Leo che, tutto contento, la prese nel becco che, svolazzando pazzamente, si avviò nella notte scura e afosa.

Si accinse così a ringraziare Hermione ma poi pensò che probabilmente era ancora in Bulgaria e che quindi la sua lettera l’avrebbe raggiunta solo a metà agosto. Avrebbe fatto prima a ringraziarla di persona, tanto si sarebbero visti. Così prese un nuovo pezzo di pergamena e scrisse a Ginny.


"Ciao Ginny,

Grazie mille per i tuoi manicaretti, davvero squisiti!! Mi sono ripreso dalla dieta che sono costretto a fare grazie ai miei "carissimi" parenti!!

Ma bando agli scherzi, come stai? I tuoi fratelli ti fanno disperare? Se è così dimmelo che ci penso io!! Ho qui una piccola scatola con un po’ di scherzetti alla Fred&George!!


Ho ricevuto una lettera da Silente che diceva che ci saranno delle novità per quest’anno a scuola…ma non dire nulla ai tuoi fratelli, soprattutto a Ron. So solo che riguardava i ragazzi delle quattro case del quinto e sesto anno. In ogni modo ti arriverà presto la lettera da Hogwarts.

Fatti sentire quando vuoi!!

Un bacio


Harry"




Rilesse più volte quella lettera. Non sapeva se faceva bene a metterla a corrente delle intenzioni di Silente ma, dopotutto, l’avrebbe saputo quanto prima anche lei. La piccola Ginny. Com’era cambiata da quell’anno che fu sotto il controllo di Voldemort. Era cresciuta. Intelligente, meno timida, si era fatta molto più carina. Aveva lasciato crescere i capelli. Le arrivavano sotto le spalle, ora. I suoi lineamenti non erano cambiati, in ogni caso. Aveva sempre quella faccina angelica che la distingueva dai suoi fratelli.


Ripensò a lei mentre la lettera e il barbagianni volavano verso la casa dei Weasley.

Il sole si stava affacciando da dietro le colline che si stagliavano verdeggianti a sud della casa al numero quattro di Privet Drive.





Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:14
Capitolo Secondo


"Lo Smistamento"


Era il 29 Agosto e Harry si trovava a gironzolare per Diagon Alley coi suoi migliori amici. Si erano rivisti circa due ore prima, dato che Silente non aveva accordato il permesso al ragazzo di passare parte dell’estate coi Weasley. Assurdo, si dicevano. Ma Hermione aveva anche affermato che c’era di sicuro una ragione particolare per cui il loro preside non aveva voluto.


La domanda che però compariva più spesso sulle loro labbra era riferita a quella strana frase che accompagnò la lettera di convocazione a scuola. Quell’anno tutti loro avrebbero partecipato ad un nuovo smistamento. La cosa li eccitava ma anche li spaventava un pochino.


Mentre Ron e Hermione si erano allontanati per andare a prendere dei biscottini gufici al serraglio di animali, Harry si trovò ad andare a prendere i testi per il nuovo anno scolastico con Ginny.


- Harry, posso farti una domanda?-

- Avanti spara!- sorridendo il ragazzo si voltò verso di lei mentre aspettavano che la commessa prendesse i volumi necessari.


- Ecco…Come mai hai voluto dirmi prima degli altri della novità che ci sarebbe stata a scuola? Insomma…non capisco…-


- Bhè…in effetti non lo so neanch’io…forse perché se l’avessi detto a tuo fratello o a Hermione, loro si sarebbero fatti subito un sacco di congetture. Inutile, visto che devono pensare a come trovare un modo per non litigare ogni cinque minuti- Harry s’interruppe vedendo la ragazza scoppiare a ridere e si trovò ben presto a ridacchiare anche lui.


Mentre ridevano, però, non si accorsero del ragazzo dai capelli biondissimi che li osservava da dietro…

- Bene, bene. Ma che duetto commovente: lo sfregiato e la piccola di casa Weasley…sentiamo, cos’è che vi fa ridere tanto? Non vedo come possiate permettervi di vivere così spensieratamente siccome potreste essere uccisi da un momento all’altro…-


- Malfoy… piccolo spregevole essere…se abbiamo intenzione di ridere lo facciamo senza venire da te a rendere conto…e per tua informazione, sei tu quello che dovrebbe preoccuparsi una volta che tutta questa storia sarà finita…il Ministero non perdona i seguaci di Voldemort…-


Sulla faccia del giovane Malfoy si vide passare un lampo di ira mista a tristezza, ma subito quella sensazione visiva lasciò il posto ad un sorrisetto sarcastico, le cui labbra pronunciarono:

- La vedremo, Potter…Weasley-


Così dicendo il ragazzo uscì dal negozio e svoltò l’angolo che, come tutti sapevano, portava a Notturn Alley.


- Idiota… starà andando sicuramente da Magie Sinister, degno di uno come lui…-

Questa frase, pronunciata da Ginny, lasciò un attimo sconvolto Harry che le chiese:

- Gin? Tu conosci quel negozio??-


Arrossendo, la ragazza volse il suo sguardo verso la strada per poi dire:


- Ti ricordi del mio primo anno, vero?- un accenno affermativo del giovane la spinse a proseguire – sai, oltre a diventare parte di Voldemort venni anche a conoscenza di particolari decisamente Oscuri…- la mano di Harry la fece interrompere. Si era posata sulla sua spalla facendola voltare dolcemente e la voce del giovane le sussurrò:


- Non qui…ci sono troppe orecchie indiscrete…- la accompagnò all’esterno del negozio, dopo aver ritirato e pagato i libri, e, sapientemente, la condusse in un piccolo vicolo, un po’ appartato, dove sapeva che c’era un’ottima gelateria.

Facendole un occhiolino, la invogliò a seguirlo.


- Su, su, non posso neanche offrirti un gelato? Dai che così possiamo parlare con un po’ più di calma… - sorridendo i due entrarono nel locale, mentre la mano di Harry non accennava a lasciare quella di Ginny.


Successivamente, avendo ordinato due mega ciotole di gelato, allo zabaione per lei e alla menta e cioccolato per il ragazzo, si sedettero ad un tavolino. L’assaporare il dolce richiese molto più tempo del normale, così, verso la fine, ripresero il loro discorso:


- Quel diario e quell’esperienza mi è servita per aprire gli occhi…non solo ciò che mi circondava poteva essere ridotto ad un cumulo di macerie. Sentivo che Voldemort, anche grazie a me, stava acquistando sempre più potere…un potere forte, distruttivo ma che in ogni caso poteva essere ancora contrastato. La verità è che le sensazioni che lui provava…ecco…le provavo anch’io…- si interruppe guardando Harry, ma lui la spronò a continuare


– Non sapevo come comportarmi…avevo paura ma al tempo stesso quella sensazione di potere mi piaceva…eccome se mi piaceva… decisi di buttare il diario, sperando così di liberarmi di lui…invece…bhè, il resto lo sai.-


Il giovane Potter guardava attentamente quella ragazza che gli stava di fronte e che, probabilmente per la prima volta in vita sua, aveva raccontato delle sensazioni che aveva provato durante quel terribile anno. E ciò che più lo spaventava e lo attraeva era che lui aveva provato la stessa cosa quando seppe delle nuove maledizioni.


Sentire il potere dentro di sé, riuscire a controllarlo, potergli far fare quello che volevi. Uccidere, se necessario. Sensazioni uniche. Ma aveva conosciuto troppo da vicino il Male vero, per non riuscire a capire che quello che provava era…non sbagliato…ma neanche giusto. In fondo al suo cuore sapeva che la vendetta premeva per uscire. Doveva solo trovare il momento giusto per farlo.


Parlò di tutto questo con Ginny. Credeva che lei alla fine lo giudicasse male, o giù di lì. Invece, all’estremo opposto di tutte le sue più nere previsioni, lei chinò il capo e affermò che era quello che provava esattamente, né più né meno.


Un senso di sollievo pervase entrambi i ragazzi. Sapere che anche la persona con cui ti sei confidato rispetta e addirittura condivide ciò che pensi, riesce a trasmetterti quella strana sensazione di sentirsi come a casa. Protezione? Neanche…qualcosa di più profondo…una cosa che sapevano solo loro e quelle coppe di gelato ormai vuote.


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La mattina del primo settembre arrivò inesorabile e una strana folla si aggirava tra i binari nove e dieci della stazione di King Cross. A poco a poco diversi ragazzi e carrelli scomparivano, lasciando sulla banchina solo dei genitori orgogliosi e con la lacrimuccia facile.


Una volta al di là della colonna, che immetteva direttamente al binario magico da cui partiva l’Espresso di Hogwarts, una fiumana di ragazze e ragazzi si apprestava a caricare i bagagli, gabbie e cose varie. Gli stessi Ron, Hermione, Harry e Ginny, dovettero farsi strada lungo i corridoi del treno per cercare uno scompartimento vuoto, dove passare le otto ore di viaggio che li aspettavano.


Dopo una lunga ricerca, verso la fine dell’Espresso, trovarono degli accoglienti posti dove mettersi finalmente a sedere e a riposare. Ovviamente anche a discutere delle impellenti novità!

Infatti…


- Ragazzi!! Ma secondo voi, Silente che cosa avrà voluto dire nella lettera che ha spedito?-


- Ron, piantala. Tanto questa sera lo sapremo, quindi è perfettamente inutile che tu lo chieda adesso…e ora scusate che sono stanchissima…- così dicendo la giovane donna, dai lunghi capelli castani, leggermente ondulati, si accomodò meglio sul sedile per poi lasciare scivolare la testa lungo lo schienale, appoggiandosi alla mano.


La faccia di Ron era veramente un poema!! Condire via con una frase una domanda di tale entità lo lasciò profondamente sconvolto, tanto da voltarsi verso la sorella e Harry tentando di articolare qualche parola di senso compiuto, con un pessimo risultato.


I due ragazzi non la smettevano più di ridacchiare, mentre il rosso, parecchio imbronciato, accampava a qualche scusa mentre si dirigeva verso il corridoio.

Hermione dormiva, Ron era uscito…restavano solo Harry e Ginny che, non appena si guardavano, ricominciavano a ridere alla grande.


Improvvisamente, Harry si alzò, con uno sguardo serio in viso, cosa che fece alquanto preoccupare la giovane Weasley:


- Harry…che cosa c’è? Tutto bene?-

Sentendo quelle parole, si voltò verso di lei e, con un sorriso disarmante, le disse:

- Voglio farti vedere una cosa… però ho bisogno che tu mantenga il silenzio più assoluto!-


Uno sguardo, tra l’indignato e il curioso, fu più eloquente di mille parole.

Sempre sorridendo le prese una mano, trascinandola verso il bagno che si trovava all’inizio della carrozza. Una volta dentro, chiuse la porta col chiavistello e le sussurrò:

- Pronta?-

Leggermente intimorita, annuì.


Sentì che la stanzetta angusta si stava facendo improvvisamente calda…sempre più calda…preoccupata guardò Harry che sussurrò una strana formula che lei non aveva mai sentito prima…improvvisamente notò che dai piedi del ragazzo una linea di fuoco verde-rossa si stava dirigendo verso il wc, la cui acqua incominciò a ribollire.


Sempre più forte, sempre più veloce il borbottio dell’acqua non si fermava finché lentamente, una cortina di denso vapore salì dalla tazza. In quel momento un altro incantesimo venne pronunciato da Harry e, così come era iniziato, tutto si fermò e tornò normale. Anche la temperatura ambientale lentamente tornò ai suoi valori naturali.


Ansimando il ragazzo sollevò il viso e guardò Ginny che lo osservava tra l’ammirato e lo spaventato. Sorridendo Harry si avvicinò:

- Non preoccuparti…riesco a controllarlo…non ho ancora provato a dirigerlo verso qualcosa che non sia acqua…non so che effetto potrebbe esserci.-


- Har…Harry…insomma…è…bello, sì bello. Affascinante. Rispecchia esattamente quello di cui abbiamo parlato ieri. Ma ti rendi conto? Possiedi una potenza incredibile, per di più sfrutti il fuoco senza bacchetta!!- la ragazza era visibilmente sorpresa ed eccitata tanto che Harry dovette farle cenno di abbassare la voce, poiché qualcuno avrebbe potuto sentirla.


- Gin? Sarà il nostro segreto, promesso?-

- Certo! Ma devi dirmi come ci sei riuscito!!-

Mentre uscirono dal bagno, dopo aver controllato che tutto fosse in ordine, le fece un occhiolino…


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La Sala Grande era come sempre al massimo dello splendore, decorata per il banchetto d’inizio anno e la cerimonia dello Smistamento. Piatti e calici d’oro scintillavano alla luce di centinaia e centinaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra i tavoli.


In fondo alla Sala, gli insegnanti sedevano lungo un solo lato di un enorme tavolo, di fronte ai loro allievi. Ma c’era una cosa diversa quest’anno. I tipici quattro lunghi tavoli delle casate si estendevano come al solito lungo la Sala ma nel mezzo faceva bella figura un imponente tavolo di legno di quercia antico, con dei riflessi tendenti al blu.


Accanto ai quattro tavoli si vedevano i fantasmi delle casate e Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, faceva un cenno di saluto agli allievi che cortesemente lo ricambiavano.

Un mormorio sottile ma udibile si faceva largo tra gli studenti che cominciavano a chiedersi il motivo dell’esistenza di quel quinto tavolo, anche leggermente più corto degli altri.


Harry guardò la tavolata degli insegnanti. Sembrava che ci fossero più posti vuoti del solito. Hagrid, naturalmente, stava ancora attraversando il lago con quelli del primo anno; la professoressa McGranitt probabilmente li stava aspettando per accompagnarli all’interno della Sala Grande, ma c’erano altri posti vuoti, e Harry e Ron non riuscirono a capire chi altri mancasse.


- Dov’è il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure?- chiese Hermione, guardando dalla stessa parte.


Non avevano ancora avuto un insegnante di Difesa che fosse durato più di tre trimestri. Il preferito di Harry, di gran lunga, era stato il professor Lupin, che aveva però dato le dimissioni al quarto anno. Durante il quinto, gli insegnati si erano sostituiti a vicenda arrivando ad avere, quindi, il giallastro, aquilino, untuoso insegnante di Pozioni, Piton, per l’ultimo mese di scuola.


Era riuscito ad essere promosso solo perché, durante l’ultima lezione, il professore gli si era rivolto intimandogli di far comparire un Patrono. Credeva che il ragazzo non fosse in grado di farlo, dato che solo due volte prima avevano parlato di quella magia.


A dispetto di tutte le sue previsioni, il giovane Potter aveva creato un ottimo Patronus. Rappresentava, come sempre, un bellissimo Cervo Reale. Piton c’era rimasto talmente male che aveva dovuto mettergli un otto. I sorrisi del mitico trio non si erano certo risparmiati.


Ritornando con la mente al presente, Harry poté veder che, esattamente al centro del tavolo, sedeva il professor Silente, il Preside, i capelli argentei e la barba fluente che brillavano alla fiamma delle candele, gli splendidi abiti verde cupo ricamati di numerose stelle e lune, degno di un grande mago come lui. Silente posava il mento sulle lunghe dita sottili, fissando il soffitto incantato attraverso gli occhiali a mezzaluna come se fosse perso nei suoi pensieri.


Non fece in tempo a chiedersi il motivo di tanta preoccupazione che le porte della Sala Grande si aprirono con un tonfo, e cadde il silenzio. La professoressa McGranitt guidò una lunga fila di ragazzini del primo anno fino all’altro capo del salone ma, al contrario degli altri anni, lo Smistamento non iniziò subito, anzi il Preside si alzò e tenne il discorso che, per tradizione, era sempre prima del Grande Banchetto.


- Bene ragazzi e ragazze, benvenuti a Hogwarts! Per prima cosa voglio essere breve e conciso, quindi…come avrete notato tutti, quest’anno la novità che vi ho accennato nella lettera che è arrivata ad ognuno di voi, riguarda una nuova Casata che ho deciso di creare in vista della situazione d’allarme che si sta sviluppando in tutta l’Inghilterra. Come sempre sarà il fido Cappello Parlante a decidere chi assegnare alla nuova Casa.


Purtroppo per alcuni di voi la scelta è ristretta soltanto agli alunni del quinto e sesto anno. Quelli degli anni precedenti sono troppo piccoli perché prendano parte alle lezioni speciali che si terranno, mentre quelli del settimo, quest’anno dovranno impegnarsi al massimo per ottenere il maggior numero di M.A.G.O. Questo è tutto.


Successivamente allo smistamento degli alunni di prima, saranno chiamati quelli di quinta e poi quelli di sesta. Se doveste capitare nella vostra vecchia casa, non preoccupatevi. Non cambierà nulla. Per gli altri ci sarà un secondo discorso dopo il banchetto, giacché vedo molti che sono impazienti di dare inizio alla cena!!– Sorridendo, il Preside si voltò verso l’insegnante di Trasfigurazione, chiamandola.


La McGranitt si alzò e appoggiò il Cappello Parlante sullo sgabello, dove tutti si sarebbero dovuti sedere. La filastrocca cominciò.


Or son mille anni, o forse anche più,

che l’ultimo punto cucito mi fu:

vivevano allor quattro maghi di fama,

che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.

Il fier Grifondoro, di cupa brughiera,

e Corvonero, beltà di scogliera,

e poi Tassorosso, signor di vallata,

e ancor Serpeverde, di tana infossata.

Un solo gran sogno li accomunava,

un sol progetto quei quattro animava:

creare una scuola, stregoni educare.

E Hogwarts insieme poteron fondare.

Ciascun dei quattro una casa guidava,

ciascun valori diversi insegnava:

ognuno stimava diverse virtù

e quelle cercava di accrescer veppiù.

E se Grifondoro il coraggio cercava

E il giovane mago più audace premiava,

per Corvonero una mente brillante

fu tosto la cosa davvero importante.

Chi poi dell’impegno trovava diletto

del buon Tassorosso vinceva il rispetto,

e per Serpeverde la pura ambizione

contava assai più di ogni nobile azione.

I quattro, concordi, gli allievi diletti

Sceglievan secondo criteri corretti.

Ma un giorno si dissero: chi li spartirà

quando ognuno di noi defunto sarà?

Così Grifondoro un modo trovava

E me dal suo capo veloce sfilava:

poi con i tre maghi una mente mi fece

capace di scegliere in loro vece.

E se sulle orecchie mi avrete calato,

voi state pur certi, non ho mai sbagliato:

nelle vostre teste un’occhiata darò

e alla Casa giusta vi assegnerò!

Il Cappello fece qui una piccola pausa per poi ricominciare con la stessa litania in rima.


Ma or un quesito si pone:

basteran quattro case in questa situazione?

Urge correre ai ripari

Perciò Silente creò i Draghi.

Dragoblu per la precisione,

fedeli soldati della Nazione.

Coraggio, intelligenza, rispetto e audacia

Le caratteristiche della nuova casata.

Noterete le affinità

e la scelta cadrà

su chi davvero le impersonerà.

Il Cappello Parlante finì e la Sala Grande risuonò di applausi, anche se non come gli anni precedenti. Di certo la creazione dei Dragoblu aveva lasciato tanti ragazzi sconvolti.


La professoressa McGranitt stava srotolando un gran rotolo di pergamena.

- Quando vi chiamo, dovete mettervi il Cappello e sedervi sullo sgabello- disse ai ragazzi in fila. – Quando il Cappello proclama la vostra Casa, andrete a sedervi al tavolo giusto-


- Ackerley, Stewart!-

Un ragazzo fece un passo avanti tremando visibilmente da capo a piedi, prese il Cappello Parlante, se lo mise e si sedette sullo sgabello.

- Corvonero!- strillò il Cappello.

Il ragazzo se lo tolse e corse al tavolo di Corvonero dove tutti lo applaudirono.


- Baddock, Malcom!-

- Serpeverde!-


Si proseguì fino a ‘Witby, Kevin’ (‘Grifondoro’) e si concluse il primo Smistamento.

La McGranitt proseguì in ogni caso, ricominciando a leggere da una seconda pergamena.


Erano già alla lettera "C" e nessuno era ancora capitato alla nuova Casa. Ma con la "E" le cose cambiarono.


- Eston, Charles!- era un ragazzo di Corvonero, del quinto anno.

Ci fu un attimo di attesa da parte del cappello ma pronunciò distintamente:

- Dragoblu!-

Nonostante la sorpresa della tavolata, ci fu in ogni modo un bell’applauso, ma non contribuì molto al ragazzo arrivare a un tavolo completamente vuoto.


Dopo di lui altri due vennero scelti, una ragazza di nome Kristine, Tassorosso e uno di nome Michel, Corvonero.

Dal loro cognome si poteva perfettamente capire che erano fratelli e, dato che frequentavano lo stesso anno, erano anche gemelli.

"Strano che all’inizio il Cappello gli abbia destinati in due casate diverse ed ora li unisca…" i pensieri di Harry correvano veloci ad ogni nuova scelta del magico Cappello.

Si arrivò alla lettera "W" e, fino ad allora i ragazzi erano saliti al numero di 23. La cosa strana era che la maggior parte di loro erano Tassorosso e Corvonero, solo cinque ragazzi, tra le altre due rimanti casate, erano stati scelti.


- Weasley, Virginia!-

La rossa si avviò sicura verso il cappello e si sedette sullo sgabello. Poteva vedere indistintamente lo sguardo di Harry che non l’abbandonava un attimo.


"Bene, bene. La piccola Weasley. Oh, noto con piacere che in cinque anni molte cose son cambiate…il coraggio è ormai parte di te…un sottile vena di malvagità…mh…mh…intelligente…certo, non ci son dubbi, sei una Dragoblu!"


L’ultima parola fu detta ad alta voce, cosi la piccola, timida, indifesa Ginny si avviò verso il suo nuovo tavolo. Il fratello Ron aveva gli occhi fuori dalle orbite…la sua piccola sorellina al tavolo del Dragoblu?!?! Ma stavano scherzando?!?!


Si era già alzato per protestare quando una mano e una voce lo trattenne:

- Ron, calmati. Ti ricordo che tua sorella non è più una bambina e sa badare a se stessa…e poi puoi essere scelto anche tu, dimentichi?-

Borbottando qualcosa il ragazzo si sedette rivolgendosi a Harry con un -Non mi piace, questa storia-.


Con Ginny lo smistamento del quinto anno si concluse e quindi iniziò subito quello del sesto.

Altri sei ragazzi si unirono alla nuova Casa, fortunatamente anche qualcuno dei Grifondoro. Si arrivò così a…


- Chang, Cho!-

La studentessa di Corvonero si avviò verso lo sgabello. Gli occhi di Harry non l’avevano lasciata nemmeno per un attimo. Nell’ultimo anno era davvero cambiata. Aveva perso quell’aria un po’ triste che l’aveva accompagnata per tutto il quinto anno, probabilmente a causa della morte di Cedric. Ma ora era diversa, più matura, era cambiata. Ma questo non le permise di entrare nella nuova Casa.


Il nome della sua migliore amica gli fece interrompere quella serie di pensieri.

- Granger, Hermione!-

La brillante studentessa si sedette col Cappello sul capo e questo, dopo pochi attimi pronunciò:

- Grifondoro!-

Leggermente delusa ma anche solleva ritornò al proprio posto, vicino a quello di Ron, poi, dopo altri ragazzi fu il turno di Malfoy.


- Malfoy, Draco!-

"Oh, guarda un po’ chi abbiamo qui…ti ricordi, Draco? La prima volta che mi provasti non ebbi neanche bisogno di appoggiarmi alla tua testa per capire di che pasta eri fatto…ma adesso…vediamo…non è di certo scomparsa quella malvagità che ti caratterizza ma…qualcosa di diverso in te c’è di sicuro…"

- Dragoblu!-


Un po’ stupito il biondo ragazzo si volse verso il suo nuovo tavolo, dove gli altri ragazzi, a differenza di quanto si era aspettato, gli rivolsero un cenno di saluto e, alcuni, anche un sorriso. Tra questi c’era Ginny. Si sedette proprio accanto a lei, abbandonando per un po’ quella sua aria saccente.


La rabbia di Ron, ora, stava per esplodere. Quel…quel coso come osava sedersi vicino a sua sorella?! I vari istinti omicidi del rosso si fermarono un attimo quando fu chiamato il suo migliore amico.


- Potter, Harry!-


Il tavolo degli insegnati si fece improvvisamente più interessato, questo fu notato da tutti, ma il giovane non ci fece poi molto caso. Non era tanto differente rispetto a quando doveva disputare una partita di Quiddich. Così si sedette col simpatico Cappello in testa che incominciava a recitare un monologo tra sé e sé.


"Ma tu dimmi…proprio il piccolo Potter è questo? Parola mia, sei davvero cambiato. Ma fondamentalmente sei nella stessa situazione di sei anni fa…possiedi entrambe le caratteristiche che contraddistinguono un Grifondoro e un Serpeverde ma ora ho la soluzione per te…il tuo potere nascosto è come un faro che illumina la via che dovrai percorrere, non ci deluderai giovane Potter…"

- Dragoblu!-


Imperturbabile, Harry si alzò e, accompagnato dagli applausi del suo nuovo tavolo e da quello degli insegnanti, si sedette all’unico posto che Ron non avrebbe mai potuto ritenere possibile. Vicino a Draco Malfoy. Scambiò persino un cinque con sua sorella. Come se fossero contenti di essere in quella nuova casa.

Si sentiva abbandonato dal suo migliore amico. All’improvviso una mano si posò sul suo avambraccio e strinse delicatamente. Hermione. Lei ci sarebbe sempre stata, in un modo o nell’altro. Anche perché lui non venne scelto per andare nella nuova Casa.




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Allora, per tenere fede al titolo che avevo annunciato ho dovuto allungare un po’ il capitolo…non vi dispiace, vero?!?!

Comunque, si cominciano a scoprire le novità, eh? Il mitico Trio risulterà davvero diviso? Insomma, quei tre sono sempre insieme, dove c’è l’uno c’è anche l’altro…dopo un po’ non se ne può più, o erro? Ma ora un po’ di sani ringraziamenti…

MA SIETE FAVOLOSI!!! Dopo solo un capitolo già cinque recensioni?!?! (Oby sconvolta °___°) ma è favoloso, divino e chi più ce ne ha, più ce ne metta!! Dunque…

Vega+Icegaze+Strekon: troppo buoni!! Addirittura uno stile fluido e comprensibile? Una storia degna di essere continuata?! Uao, non credevo che fossi così brava!!! Oby mooooolto modesta ^__*

Ci: cavoli, che errore madornale!!! Me tapina, chiedo umilmente perdono, provvederò a modificare al più presto ^///^ vergogna, tremenda vergogna… grazie mille per la segnalazione!!

Gg: thanks!


Ok, ciò è quanto… al prossimo capitolo con…oddio non so che titolo dare…vabbè quando avrò deciso lo vedrete on-line!!! (ma non preoccupatevi che è già semi scritto ^___^)


Oby86


Ps. Continuate a recensire mi raccomando!!!


Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:15
Capitolo Terzo


"Novità all’orizzonte"


Lo Smistamento ebbe termine. Tutti e cinque i tavoli, sei se si conta anche quello dei professori, diedero inizio al banchetto. A poco a poco i diversi profumi che salivano dalle pietanze, che magicamente comparivano sui tavoli, sciolsero la tensione che si era creata tra i vari alunni. Tensione palpabile anche tra i professori. Al termine del banchetto, Silente si alzò e chiese ai prefetti delle quattro Case originali di accompagnare i ragazzi nei propri dormitori. Sbuffando leggermente Hermione incominciò ad avviarsi su per le scale, stando ben attenta ai nuovi arrivati. Davanti alla Signora Grassa si fermò e dopo avere pronunciato "coriandoli e festicciole" ad alta voce, di modo che tutti ascoltassero, entrò all’interno della torre dei Grifondoro.


Al contrario, i Dragoblu rimasero nella Sala Grande, aspettando che qualcuno gli dicesse dove andare e cosa fare. Il Preside stesso affermò che li avrebbe accompagnati nella loro sala comune.

- La sua ubicazione è al terzo piano- un mormorio leggero si diffuse tra i ragazzi: sapevano tutti che quel corridoio era stato vietato tempo addietro e che ancora adesso se uno studente era scoperto ad aggirarsi in quel luogo, veniva punito. – Vi pregherei di non rivelare ai vostri ex-compagni il vostro dormitorio. Ma credo che non l’avreste fatto in ogni caso, vero ragazzi? Ah, che bella cosa lo spirito di cameratismo…- sorridendo il Preside si voltò verso i Dragoblu. Erano arrivati alla scalinata che portava, previo diversi scambi con le altre trombe delle scale, al terzo piano. Successivamente, mentre percorrevano il corridoio, alla luce delle fiaccole incantate, si fermarono davanti ad un’imponente statua, raffigurante un antico e nobile cavaliere. Ammiccando lievemente, chiese:

- Parola d’ordine?-

L’anziano mago si voltò e, con voce greve, pronunciò:

- Signore del Male e del Bene-

Senza commentare, come era solita fare la custode dei Grifondoro, l’intero blocco di granito scuro si spostò, rivelando un passaggio che portava verso la sala comune dei Dragoblu.

- Strana parola d’ordine, non trovi?- sussurrò Ginny a Harry, che annuì. Una voce alle loro spalle commentò:

- Per una volta sono d’accordo con voi…- Draco Malfoy aveva appena affermato di condividere un’esclamazione fatta da una Weasley, babbanofili per tradizione. I due ragazzi si voltarono. Draco incrociò i loro sguardi. Occhi marrone miele, verde brillante e blu ghiaccio si legarono per un breve attimo. Un misterioso legame li univa, un legame che li avrebbe cambiati per sempre. Loro e tutti gli altri.


La mattina dopo a colazione tutto sembrava essere tornato alla normalità, ad eccezione delle nuove figure che sedevano al tavolo dei professori.

Uno poteva avere tra i trenta e i trentacinque anni, alto, abbastanza slanciato, occhi velati da un paio di occhiali dalle lenti non troppo scure. Non indossava il classico mantello da maghi, piuttosto una lunga giacca nera con i bordi argentati. Capelli scuri e tagliati corti, tenuti indietro con acqua e gel. Sedeva alla destra di Piton e, fatto assai strano, chiacchierava allegramente con lui.

Un’altra figura si trovava a fianco di Minerva McGranitt e la professoressa di Trasfigurazione sembrava alquanto colpita da ciò che le raccontava quel ragazzo. Perché di un ragazzo si trattava. Non più di ventitré, venticinque anni, una leggera barba incolta gli incorniciava il viso quasi perfetto, ad eccezione di una cicatrice che partiva dall’orecchio sinistro fino a metà guancia. Sembrava quasi un taglio netto…di certo gli conferiva un aspetto più enigmatico e affascinante. Occhi chiari e capelli medio-lunghi, un pochino mossi. Anche lui non portava il mantello. Decisamente un ragazzo veramente carino, buona parte della popolazione femminile del castello spasimava per lui. Restava comunque un terzo posto vuoto alla destra di Vitious ma tutti gli altri insegnanti erano presenti quindi la curiosità dei ragazzi non poté essere soddisfatta. Poco prima delle otto scesero anche gli studenti di Dragoblu.


Tutti insieme. Fatto strano dato che, quasi sempre c’era qualcuno che si svegliava o troppo presto o troppo tardi. Ma tutti i posti del tavolo vennero occupati. Gli altri ragazzi poterono perfettamente vedere che nessuno di loro parlava. Erano in assoluto i più silenziosi della Sala. Ron e Hermione avevano già deciso di parlare con Harry e Ginny poco prima dell’inizio delle lezioni ma, notato quello strano comportamento, fecero per alzarsi e avviarsi così al loro tavolo. Ma il Preside, in quell’istante, tese in avanti le mani proclamando il buongiorno a tutti.

- Ora che vi vedo tutti qui riuniti volevo presentarvi il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure…professor Grissom…-

A quelle parole, l’uomo seduto di fianco a Piton si alzò e tenne un breve discorso di presentazione:

- Signori…Signorine, buongiorno. Come già detto dal vostro preside il mio nome è Alfred Grissom e sarò per quest’anno, e spero anche per i prossimi, il vostro insegnate di Difesa-

Silente, quando il docente si sedette, terminò il suo intervento:

- E sono anche lieto di informare i Dragoblu che il professore di Difesa contro le Arti Oscure sarà il responsabile della vostra Casa; quindi per qualunque evenienza o dubbio dovrete rivolgervi a lui. Questo è quanto…anzi no, ecco il vostro orario delle lezioni-

Con un ampio gesto della bacchetta, comparvero, davanti ad ogni alunno, i famosi foglietti. Erano tutti troppo presi a lamentarsi per accorgersi di una cosa completamente strana…ma Hermione, da brava osservatrice, dichiarò subito:

- Ma cosa…ehi ragazzi guardate qua! Non abbiamo nessuna lezione coi Dragoblu! Non è normale, abbiamo sempre avuto le classi miste per qualsiasi materia…-

Così dicendo volse lo sguardo verso il quinto tavolo ma, con sua enorme sorpresa, vide che non c’era più nessuno. Completamente deserto.

- Ma che cavolo sta succedendo, qui? Prima Harry e mia sorella devono andare in un’altra Casa, e va bene. Ma che non ci si possa neanche parlare è assurdo!! E poi avete visto quel ragazzo che sedeva al tavolo dei professori, di fianco alla McGranitt? Perché diamine Silente non ce l’ha presentato? Sapete che vi dico? La cosa puzza e non mi piace per niente…-

Anche Seamus annuì pensieroso alle parole di Ron poi disse:

- Dunque, guardiamo l’orario…Difesa ce l’abbiamo Mercoledì alla seconda e terza ora, la cosa migliore che possiamo fare è parlare direttamente col responsabile della Casa, no?-

- Già, hai ragione…o cavolo! Guardate l’ora! Siamo in ritardo per Trasfigurazione!-

Il gruppetto si avviò così, semi correndo, verso l’aula della professoressa McGranitt.


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Intanto…

- Ehi ragazzi? Voi sapete perché siamo dovuti venire qua sotto dubito dopo colazione? Non è che le segrete del castello siano molto accoglienti…-

Kristine Fincher si rivolse ai suoi compagni. Tutti i Dragoblu erano dovuti scendere nelle segrete di Hogwarts, giacché il loro orario indicava esclusivamente quel luogo. Nessuno di loro, però, sapeva darle una risposta.

All’improvviso, dopo aver percorso un lungo corridoio, si trovarono in una stanza completamente realizzata in pietra, dove al centro li aspettava quel ragazzo che avevano visto al tavolo dei docenti. Quando furono entrati tutti, il corridoi dietro di loro si murò completamente, provocando un rumore sordo e innaturale. Tutti si voltarono nuovamente verso l’insegnante, perché di un insegnante doveva trattarsi, o forse no?


- Salve ragazzi. Sarò breve e conciso. Da oggi per l’intero mese a venire sarò l’unico professore che vedrete. Passerete buona parte della giornata all’interno di questa stanza e come avete potuto notare, non possiede vie d’uscita. L’unica si riapre alle sei in punto del pomeriggio. Gli Elfi Domestici si premuniranno di portarvi del cibo qualora sentiate fame-

Fece una piccola pausa, guardando negli occhi i primi ragazzi che aveva di fronte… "Mh…Ginny Weasley, Draco Malfoy, Harry Potter, Kristine Fincher, suo fratello Michel…interessante. Ma guarda che bel gruppetto…oh, ci sarà da divertirsi, su questo non ne dubito…"

Nessuno di loro abbassò lo sguardo, anzi tutti lo sostennero.

- Io sono Jimmy Taylor, ma potete chiamarmi Jim, come io chiamerò voi per nome. Bene, ora possiamo iniziare. Domande?- una mano si alzò dal gruppo.

- Sì Draco?-

- Esattamente…cosa ci insegnerai?

Un sorriso comparve sul volto del giovane.

– A sopravvivere-


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Per i ragazzi che avevano deciso di braccare Harry e gli altri, all’ora di pranzo rimasero con un pugno di mosche in mano. Il quinto tavolo era completamente vuoto, fatta eccezione per i piatti e i calici che svettavano inutilizzati. Anche al tavolo dei docenti mancava qualcuno. C’era sempre un posto vuoto, come quella mattina, ma mancava anche il ragazzo che sedeva di fianco alla McGranitt. Le quattro Case originali erano tutte un po’ disorientate ma soltanto i prefetti di Grifondoro e Corvonero decisero di andare dal preside a chiedere spiegazioni.

Hermione e Cho Chang si avvicinarono e, dopo un attimo di smarrimento, domandarono dove fossero i Dragoblu. La McGranitt, ad un cenno dell’anziano mago, si alzò e fece cenno loro di seguirla. Si ritrovarono così a parlare nel corridoio che portava all’aula di storia della magia.

- Dunque…i vostri amici, molto probabilmente, non verranno per un po’ di tempo all’ora di pranzo in Sala Grande. Se finiranno in tempo le loro lezioni, potreste vederli questa sera, ma di più non posso dirvi anche perché non so esattamente in cosa siano impegnati.-

Detto ciò l’austera professoressa tornò in Sala Grande ad ultimare il suo pranzetto. Le due ragazze si guardarono un attimo sconvolte per poi scuotere la testa. – Secondo me, mente. Insomma, manca il ragazzo con cui parlava stamattina, vuoi che non le abbia detto qualche cosa? E poi…- Hermione gesticolava, leggermente furiosa, mentre esponeva le sue idee alla Corvonero ma dei passi affrettati la fecero fermare. Da dietro l’angolo del corridoio comparve Ron che, ansimando leggermente, si avvicinò alle due ragazze.

- Allora? Cosa vi ha detto? Avete saputo qualcosa?-

Fu Cho a rispondere:

- Purtroppo nulla, la McGranitt non ha voluto dirci nulla e anche secondo me sta mentendo-

Era tutto troppo strano…


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- Avanti ragazzi!!! Più forza in quelle braccia, dovete fendere l’aria se sperate di colpire l’avversario! Draco, alza la guardia…e tu Harry devi fare più leva sulla spada…no, no, non ci siamo. Avanti di nuovo…-

Jim non trattava di certo coi guanti i suoi allievi. I due ragazzi erano l’ultima coppia dell’ultimo gruppo della giornata. Si guardò intorno, mentre quelli riprendevano a roteare le spade e a tentare di colpire l’altro. Erano tutti semi sconvolti. Alcuni addirittura erano scivolati lungo la parete fino a cadere in un breve sonnellino ristoratore. Altri piluccavano qualcosa dai piatti che gli elfi avevano portato ma soprattutto cercavano di recuperare i liquidi persi durante l’allenamento. Svuotavano caraffe di idromele come se nulla fosse. Pochi guardavano lo scontro che si stava tenendo sulla pedana. Soltanto due o tre cercavano di concentrarsi per seguire i movimenti dei due ragazzi, tra questi c’erano Ginny e Kristine. Avevano combattuto insieme e, adesso che si stavano riposando, avevano scoperto di avere un sacco di cose in comune. Anche lei era la più piccola di una famiglia numerosa composta da quattro fratelli, incluso il suo gemello. Ma lui aveva avuto la fortuna di nascere prima di lei. Assurdo che venisse protetta e vezzeggiata da tutti i suoi famigliari. Non lo trovava giusto. Anche Ginny le raccontò di se e dei suoi fratelli. – Almeno- le disse – i tuoi fratelli maggiori sono già grandi e non vengono più a scuola…pensa io che me ne ritrovo tre che si aggirano per i corridoi…-

- Bhè, guardala dal lato positivo. Adesso sei in una Casa diversa dalla loro e in più hai Harry...- la ragazza si colorò immediatamente di rosso e balbettando rispose a Kristine:

- M…Ma che stai dicendo?! Harry è solo un amico…N…Non è come pensi tu… e poi non mi pare di essere l’unica che guarda i ragazzi, vero Kris?!- maliziosamente, la piccola Weasley aveva rigirato il discorso, di modo tale che ora fosse l’altra ad essere in imbarazzo. Infatti, spostò lo sguardo da lei fino ai due duellanti…


Sfiniti, ad un fischio di Jim, lasciarono cadere le spade, che si dissolsero nel nulla. L’insegnante si avvicinò a loro e, con una mano sulla spalla di ognuno, li accompagnò giù dalla pedana, dicendo loro di andare a bere qualcosa. Mentre Draco ed Harry si dissetavano, Jim incominciò un breve discorso.

- Bene, come prima lezione non c’è male. Credevo che foste molto peggio, ma noto con piacere che alcuni di voi sanno utilizzare egregiamente la spada -

Sbuffando, il giovane Malfoy disse a bassa voce:

- Mprh, è solo perché sono fuori allenamento e con Potter non è divertente: lui gioca troppo pulito…- sentendo quelle parole, Harry si stava già voltando per dirgliene quattro ma Jimmy fu più veloce di lui. In un attimo gli fu davanti e, sorridendo, gli disse a due centimetri dal suo naso:

- Oh. Bene, bene. Abbiamo qui uno che sa giocare sporco. Interessante Draco, davvero. Che ne diresti di farci vedere qualcosa, eh? Magari combattendo contro di me…-

L’espressione del ragazzo cambiò per un attimo, passando dalla stanchezza al dubbio ma subito riprese quella sua aria strafottente che lo aveva caratterizzato per cinque lunghi anni.

- Con piacere, Jim-


Dalle labbra del maestro uscì un incantesimo e immediatamente ebbe tra le sue mani un paio di spade a doppio taglio, identiche a quelle del suo avversario. Il combattimento iniziò. Il biondino non se la cavava neanche tanto male, contando che aveva appena sostenuto un incontro simile con Potter ma ciò che gli permetteva di proseguire era il suo orgoglio intaccato dalle parole di Jimmy. Fulmineamente con una spada bloccò un attacco laterale e con l’altra sferzò un violento colpo all’altezza del ginocchio del suo avversario. Ma l’insegnante non era di certo impreparato e con l’altra spada bloccò il colpo di Draco, ma questo non gli impedì un leggero graffio sul polpaccio. Sorridendo l’insegnante spiccò un salto all’indietro ma nell’arco di un nano secondo si posizionò alle spalle del giovane puntandogli le spade a lato del collo. Rimasero immobili entrambi per qualche secondo.


- Bravo ragazzo. Ti sei destreggiato molto bene, quasi meglio che con Harry. Ora vai pure-

Draco, leggermente scosso e amareggiato per la sconfitta scese dalla pedana, evitando di guardare in faccia chiunque. Ma una mano lo fece voltare…

- Complimenti Malfoy. sei veramente abile, dovrò impegnarmi per batterti-

Harry, quell’Harry Potter gli aveva appena fatto un complimento? Ma stiamo scherzando? Troppo sconvolto per ribattere qualcosa, biascicò un "Grazie" e si avvicinò ad un piatto contenente della frutta succosa, l’ideale per combattere quella sensazione di aridità che sentiva nella sua bocca.


- Ok. Per oggi è tutto. Potete tornare nel vostro dormitorio e rilassarvi un po’. Tra due ore ci vediamo in Sala Grande per la cena-

E con questo, Jimmy si avviò lungo il corridoio che era appena riaperto. Le sei in punto. I Dragoblu, stanchi, sudati e sconvolti da quella giornata così diversa e faticosa rispetto a quelle a cui erano abituati, seguirono il consiglio del loro maestro.

Quando giunsero nella loro Sala Comune, dopo ben quattro piani di scale, tutti si fiondarono nei rispettivi dormitori e, completamente vestiti, si buttarono a peso morto nei vari letti che li attendevano. Qualcuno aveva avuto la forza di andarsi a fare una doccia veloce ma, ugualmente, nell’arco di qualche minuto, non si sentì più un rumore se non i respiri regolari dei ragazzi. Nessuno di loro si sarebbe svegliato in tempo per la cena.


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Quella stessa sera, nell’Aula di Divinazione.

- Molto interessante Calì. Ciò che hai visto nelle foglie di te è veramente sensazionale! Ragazzi, la vostra compagna ha visto un unicorno e anch’io sono dello stesso parere. Dovete sapere che questo mistico animale porta con se innumerevoli significati tra cui anche…la Morte- Calì e Lavanda sobbalzarono a quelle parole, riponendo nella professoressa la loro più completa fiducia ma qualcun altro non era dello stesso avviso…

"E te pareva che quella non ricominciasse coi presagi di morte. Adesso chissà chi sarà il prossimo malcapitato" Ron scuoteva mestamente la testa al ricordo delle morti predette dalla Cooman. Non una che si fosse rivelata corretta. Sarebbe stato divertente commentarle se solo ci fosse stato Harry con lui. Gli mancava già terribilmente. E il fatto che quella sera non poteva andare in Sala Grande gli dava ancora più fastidio.

Anche Hermione era nella sua stessa situazione. Lei aveva Aritmanzia in concomitanza coi suoi compagni. Entrambi i ragazzi s’incontrarono all’entrata del loro dormitorio. Un cenno con la mano, un sorriso ed entrarono. In Sala Comune furono subito bloccati da Fred e George che li informarono sulle novità.

- Ragazzi! Al tavolo dei Dragoblu non c’era nessuno. Nada, nemmeno un’anima viva. In compenso il ragazzo…quello che siede di fianco alla McGranitt, c’era e sembrava anche bello allegro. Chiacchierava amabilmente con tutti e anche gli altri professori sembravano di buon umore…-

Fred annuì alle parole del fratello per poi completare il discorso.

- Un’altra cosa. Oggi abbiamo avuto Difesa con il nuovo professore. È molto bravo ma, appena abbiamo provato a chiedergli di Harry e di nostra sorella, quello ci ha guardato storto dicendoci che non ci dobbiamo preoccupare e che stavano benissimo-


Hermione guardò un attimo Ron, per poi spostare lo sguardo verso il fuoco che scoppiettava allegramente nel camino. Infine mormorò:

- Se solo sapessimo dove si trova la loro Sala Comune…-

I tre fratelli Weasley non poterono far altro che annuire silenziosamente. Ron le si avvicinò da dietro, mettendole le mani sulle spalle e mormorandole:

- Dai, vedrai che domani a colazione ci saranno e potremo parlargli…- la ragazza si volse appoggiando la fronte sul petto del ragazzo – Lo spero Ron, lo spero davvero-


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Nonostante la stanchezza, causata dal duro allenamento che avevano sostenuto quel giorno, il giovane Potter si svegliò. Erano le undici e mezzo di sera, almeno così diceva il grande orologio sistemato nel dormitorio. Si voltò verso il letto di Ron, solo che il suo migliore amico non si trovava lì con lui, al contrario, il ragazzo che dormiva nell’altro letto a baldacchino era Malfoy. "Draco Malfoy. Assurdo il destino, eh? Odio puro per cinque anni ed ora ci troviamo a dividere la stessa Casa, nonché dormitorio…mah"

Mentre faceva le sue strane congetture, Harry si era alzato e, dopo essere sceso dalle scale che portavano al suo dormitorio, era sprofondato in una poltrona in Sala Comune. Il fuoco scoppiettava frenetico, i ceppi di legno mandavano scintille che, magicamente, non arrivavano sul morbido tappeto blu posto davanti al camino. Sembrava quasi rispecchiare l’animo del giovane. In effetti, si sentiva come quelle fiamme: turbolento, ansioso, irrequieto. Per questo si era svegliato.


Improvvisamente attratto da quelle fiamme si sporse verso il camino fino ad appoggiare la faccia allo stipite. Piccole goccioline di sudore avevano incominciato a colargli lungo la fronte e anche gli occhiali cominciavano ad appannarsi. Voleva toccarlo. Si, voleva prendere in mano una di quelle fiamme. Voleva sentire la sensazione che avrebbe potuto dargli.

La sua mano entrò nel fuoco. Una lieve sensazione di calore, nulla di più. Girava la mano tra le fiamme, le accarezzava e non sentiva nulla. Stupito e affascinato la ritrasse, guardano se presentava delle bruciature o qualcosa di simile. Persino il braccialetto di pelle di drago, regalo di Charlie, era intonso. A quelle temperature doveva già essere bruciato.

- Interessante, Potter- una voce dietro di lui lo fece immediatamente voltare.

- Malfoy…da quanto sei qua?-

- Abbastanza per capire quello che sei-

- E sarebbe?-


I due si erano avvicinati sempre di più ad ogni scambio di battute, fino a ritrovarsi a un palmo di distanza l’uno dall’altro.

Un sorrisino comparve sulle labbra di Draco:

- Un incendiario-






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Ullallà!!! Capitoletto intenso, vero?!?!?! Bhè, che ne pensate di questa trovata? I libri di Stephen King alle volte fanno quest’effetto…cmq

Miei fidissimi e amatissimi lettori!! Ben 15 recensioni, dico 15? Voi siete troppo buoni!! (non prendetela come un freno alle vostre magiche ditine che esprimo tanti bei commentini a questa povera pazza!!! ^___*)

Dunque… e ora un po’ di spazio per i ringraziamenti:


Val3: thks per il prezioso appoggio


Strekon: addirittura perfetto?!? Uao, mai avrei sperato tanto dal divino autore di "Senza Tregua", autentico capolavoro… nuovo colpo di scena, eh? A poco a poco si scoprono gli altarini…seguirò i tuoi preziosissimi insegnamenti…del tipo lasciare sulle spine e interrompere i capitoli proprio sul più bello!!! ^^


Sunny: o mia musa ispiratrice! Quanto mia hai fatto sognare con i tuoi sequel e non!! Cmq, grazie per l’incoraggiamento!!! Vedrai, le evoluzioni saranno realmente tali…


Ci: uhm… devo arguire che hai capito il motivo della creazione dei Dragoblu? Caspita…i miei più vivi complimenti!! Cmq, la filastrocca è stata un vero attimo di follie che si è concluso in lasso di tempo decisamente…lungo!!! No, bando agli scherzi…grazie mille!!! ^///^ oby arrossisce


Alexis: troppo buono!! Il seguito arriverà presto…il tempo di correggere qua e là…un taglio qui, un’allungatina di lì…


Fedryck: un mega grazie anche a te…vale più o meno lo stesso discorso di Alexis…cmq noto che incomincio a tenervi col fiato sospeso, eh, eh!! ( ogni riferimento a un autore di ff dal titolo di "Senza Tregua" è puramente casuale e assolutamente non voluto…)


Mikisainkeiko: dunque…se ti rispondessi, probabilmente rivelerei buona parte della fic…cmq, posso dirti due cose: 1. Senza Harry tra i piedi, probabilmente quell’imbranato di Ron si convincerà a fare una determinata mossa…anche se ci devo ancora lavorare su questo punto… poi 2. Il mitico Trio per una volta non poteva essere separato?!?! Insomma, quei tre sono come la sabbia, te li ritrovi dappertutto e sempre insieme. Diciamo che è una mia voglia recondita…bwaaaa bwaaaa oby molto sadica!!!

Iceygaze: concordo in pieno con te per la storia delle critiche che sono sempre ben accette…me tapina, che errore inimmaginabile!!! Cho al sesto anno come Harry?!?! Cavolo, cavolo, cavolo…vabbè me lo concedi?!?! Cmq hai azzeccato il new triangolo che si sta formando, anche se non sarà proprio una cosa tutta rose e fiori… per quanto riguarda Herm e Ron (intendevi Ron, vero?) non ti preoccupare, anche loro avranno dei simpatici ruoli…

This all folks, gente al prossimo aggiornamento!!!

Oby86

Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:20
Capitolo Quattro


"Rivelazioni"


La risata di Harry non si fece attendere. Avvicinandosi a Draco, che lo guardava tra l’adirato e il confuso, gli mise una mano sulla spalla sinistra dicendogli di evitare di dire stronzate dato che non era uno stupido e che sapeva meglio di lui che gli incendiari non esistevano. Con uno sguardo duro e un colpo di spalla, fece arretrare l’altro che smise immediatamente di sorridere. Ora fu il turno di Draco di avvicinarsi al ragazzo. Harry spostò un piede indietro, forse per darsi maggiore stabilità.


- Mi stai dando del bugiardo, Potter? Se ti dico una cosa è o perché ho le prove per affermarla o perché ho visto altri casi come il tuo. Sai Potter… sai così poco del mondo dei maghi…certo, vivendo tra i babbani non si può imparare molto, ma la biblioteca di casa mia è veramente ben fornita su argomenti di magia oscura e poter trattenere la mano tra le fiamme non è roba di tutti i giorni, e non dirmi che ci sono incantesimi perché non è vero…-


I due ragazzi si fissarono per un lungo momento. L’uno per capire e comprendere quello che aveva appena sentito, l’altro aspettando che quello si decidesse a dire qualcosa. Improvvisamente Harry prese per le braccia il ragazzo biondo guardandolo così dritto negli occhi. Erano talmente vicini da poter sentire il respiro dell’altro, quando la domanda che avrebbe cambiato la vita del giovane uscì impellente dalle sue labbra.


- Che cazzo stai dicendo, Malfoy?-


La faccia strana, una smorfia gli deformava parte del volto, gli occhiali lasciati cadere sulla poltrona quando si erano appannati, gli occhi che brillavano nella parziale oscurità della sala Comune ma la voce. La voce del ragazzo fu ciò che fece parzialmente irrigidire Draco. Non l’aveva mai sentito così…così…incazzato.


Ecco, sì. Quella era la parola migliore per descrivere l’animo di Harry. Ogni suo piccolo muscolo fremeva sotto la pelle, le nocche delle mani che gli stringevano le spalle stavano diventando bianche. La voglia di spedire quel saputello figlio di papà a terra per un po’ con la mascella rotta si faceva strada nella mente del giovane sempre più prepotentemente, come un tir da quattro tonnellate impazzito che sfreccia sull’autostrada di notte a 120 all’ora.


Ma Draco non era il tipo da farsi mettere i piedi in testa così facilmente da qualcuno, nientemeno che da uno come Potter. Anche se un po’ lo invidiava. Sempre ammirato da tutti, aveva l’appoggio incondizionato di chiunque e nonostante ciò restava sempre così pacato e calmo. Eppure sapeva tirare fuori una furia che poteva ammansire un Ippogrifo con uno sguardo. Lo aveva visto fare al terzo anno, quell’animale aveva capito ciò che nascondeva quel ragazzo prima ancora che lui stesso se ne accorgesse. Allora l’aveva invidiato…adesso…adesso lo ammirava. Strano a dirsi ma lo ammirava. Accettava i cambiamenti che lo circondavano con una calma impressionante. Comunque fosse, tutti hanno bisogno di sfogarsi per una volta. Tutti, indistintamente. Decise di provarci.

- Quello che ho detto Potter. E toglimi immediatamente le mani di dosso, Sfregiato-

La goccia che fece traboccare il vaso.


Il pugno partì ad una velocità tale che non lo vide neanche…sentì solo un sordo pulsare alla mascella mentre del sangue cominciava a colargli dalle labbra. La sua risposta non si fece di certo attendere. Il suo gancio destro partì veloce e preciso all’incavo del collo, un movimento repentino, e colpì lo zigomo di Potter che, senza neanche preoccuparsi del colpo ricevuto, si gettò a peso morto sul ragazzo bloccandogli i movimenti col ginocchio.


Una mano di Draco corse veloce alla tasca posteriore dei jeans, dove c’era la bacchetta ma, ripensandoci, preferì usare le gambe, colpendo la schiena del suo avversario. Questo cadde a terra ma rotolando si alzò, aspettando. Anche il biondino si era rialzato e, con una mano, si pulì il sangue che colava sul colletto della maglietta. I capelli in disordine, un labbro che si stava facendo sempre più gonfio, i vestiti stropicciati, il fiatone, l’odioso sorrisetto per una volta scomparso. Questo era quello che Harry vedeva: un ragazzo come lui, come tanti altri, coi suoi problemi e le sue grane. Come qualsiasi benedetto ragazzo di sedici anni. L’abbozzo di un sorriso comparve sulle labbra di Potter, mentre guardava in quella direzione.

- Che hai da ridacchiare? Ti ricordo che anche tu non sei conciato meglio di me…-


In effetti, Draco non aveva tutti i torti. Lui era ridotto tale e quale a lui con la differenza che il suo zigomo presentava già un bel livido bluastro. Era stato un bel colpo.

- Avanti, sembriamo due bambini. Guardati come ti sei ridotto!!-

- Non è che ho fatto tutto da solo…e poi sei stato tu a cominciare-

- Solo perché tu mi hai provocato!-

Ricominciarono a guardarsi in cagnesco…ma passati un paio di secondi Harry cominciò a ridere, seguito, dopo un attimo, da Draco. Le risate dei due risuonavano allegre nella sala.


Quando si furono calmati, il moro si rivolse all’altro riponendogli la stessa domanda che aveva scatenato la scazzottata.

- Draco…che intendevi col fatto che io sarei un "Incendiario"?-

Il biondino lo guardò per un attimo, soppesando le parole, poi si decise a rispondergli.

- Davvero non sai che cosa sia?-

Gli occhi di Harry si rabbuiarono un attimo per poi scuotere la testa.

- Si tratta di una persona che possiede la capacità di controllare il fuoco, o di generarlo o tutte e due le cose. Quando lo hai scoperto?-


Sorridendo, perché finalmente aveva capito che cosa intendeva dire Malfoy, gli rispose:

- Ah, ho capito! Non è che ho la capacità di controllare il fuoco o robe del genere è solo che quest’estate mi è capitato sottomano un vecchio libro sulle Arti Oscure in cui era contenuto un vecchio incantesimo per generare il fuoco e un altro per spegnerlo…tutto qua! Magari ho solo acquisito la capacità di non sentire bruciare la pelle se viene a contatto con esso ma non so fino a che punto…-

Fu interrotto quasi subito dall’altro.

- Guarda che ti sbagli. Se esistesse una formula del genere sarei il primo a saperlo, dato che mio padre ha sempre desiderato controllare gli elementi. Ha passato anni alla ricerca di qualcosa anche lontanamente simile a quello che dici tu. Mi spiace ma non è possibile. Secondo me resti un incendiario.-

- Ma come te lo devo dire?! Ti dico che è così, perché non vuoi credermi?!-


Lo guardò stizzito. Non gli credeva nonostante gli dicesse la verità. Assurdo, semplicemente assurdo.

- Fami vedere questo famoso libro così ti saprai regolare-

- Bene, come vuoi. Sei peggio di…- Harry si era alzato dal pavimento, dove si erano seduti per riprendere fiato, dirigendosi verso il dormitorio ma non completò la frase. Si voltò verso di lui, con l’ombra del sospetto negli occhi. L’altro lo guardava leggermente stupito tanto da chiedergli:

- Bhè?! Che ti prende?-

- Chi mi garantisce che tu non ti appropri dell’incantesimo così da portarlo tutto contento a tuo padre recitando la parte del bravo figliolo?-


Quelle parole furono un’autentica doccia fredda per Draco. Lui lo riteneva davvero capace di fare una cosa così meschina? Se possibile i suoi occhi divennero ancora più di ghiaccio mentre si alzò da terra e si avvicinava a Harry.


La sua voce era più che un sussurro ma abbastanza forte da far pentire l’altro di aver pronunciato una cosa tanto abbietta.

- Tu…tu pensi davvero che potrei mai fare una cosa del genere? Rivelare uno dei più grossi poteri a quel mangiamorte di mio padre?! Potter, credevo che tu fossi diverso da quegli altri che frequenti. Da loro potevo aspettarmi una frase del genere ma da te, proprio no. Mi chiedi il motivo per cui non riesco a crederti? Per il semplice fatto che tu non ti fidi di me. Ecco perché. Un qualsiasi rapporto è basato su un minimo di fiducia se tu non ne hai nei miei confronti, come speri che ce l’abbia io nei tuoi?-


Detto ciò lo superò, camminando un po’ rigido, come se si trattenesse dallo scappare via. Ma un Malfoy non fugge davanti a nulla. Mai.

Nonostante tutto, però, era stupito anche lui per le parole appena pronunciate. Era davvero ciò che pensava? Oh, sul fatto che un tempo l’avrebbe tradito, Potter non sbagliava. Ma tutti cambiano. Aveva solo dodici anni allora. Sapeva benissimo del diario di Tom Riddle nella borsa della piccola Weasley. Ma come avrebbe potuto dirlo a quei tre? Non ce l’aveva fatta a tradire suo padre, anche perché la paura di lui era troppo forte…


Aveva già appoggiato un piede sul primo gradino della scala quando la voce di Harry lo fermò.

- As…Aspetta Draco. Io…oh, insomma, non volevo essere offensivo era solo ciò che ho pensato e detto senza ragionarci sopra. Dammi un secondo che vado a prendere quel volume…- così dicendo il ragazzo lo superò correndo evitando accuratamente di guardare in faccia l’altro per qualunque motivo.


" Ha ragione. Cristo se ha ragione. E io come un deficiente che gli chiedo anche il motivo per cui non si fida di ciò che gli dico. Cazzo, sono io il primo a non credergli quando mi dice qualcosa…ma dove diamine l’ho messo quel dannatissimo libro?!"


Harry rovistava nel suo baule mentre lanciava vestiti un po’ dappertutto. Finalmente l’oggetto dei suoi desideri saltò fuori, lo prese in mano e scese con più calma nella Sala. Vide che nel frattempo Draco era tornato a sedersi davanti al caminetto; lo raggiunse in una manciata di secondi, accomodandosi accanto a lui.

- Dunque…ecco qui… "Maledizioni e Anatemi", guarda un po’ dimmi se non avevo ragione!!- gli passò il libro cosicché Draco leggesse più comodamente, infatti, cominciò a ripetere le stesse identiche parole che lui stesso aveva studiato quell’estate.


- Dei normali anatemi soltanto uno può essere usato per torturare ed estorcere informazioni: la maledizione Cruciatus. Questa, purtroppo, è la più conosciuta ma ora noi vi proponiamo alcune antiche maledizioni egiziane che sicuramente saranno molto apprezzate. Queste sono…- anche il ragazzo voltò la pagina ma vide soltanto un foglio ingiallito dal tempo privo di qualsiasi scritta o formula.


Si guardarono un attimo mentre Harry esclamava:

- Visto? Ecco qui al secondo paragrafo la formula e poco prima c’è tutta la spiegazione! Allora mi credi o no che non sono un incendiario?-

Draco tornò a guardare il foglio lindo e pulito col dito di Harry che indicava qualcosa che non esisteva.

- Mi stai prendendo in giro? Qui non c’è scritto proprio niente? Harry? Ti senti bene? Non è che ti ho colpito troppo forte?-

L’altro lo guardò stralunato - Ma che stai dicendo? Come niente? È tutto scritto, fin nei minimi particolari!! Non fare il deficiente!!- credendo che scherzasse il ragazzo gli diede una leggera botta sul braccio destro ma non si aspettava di certo che l’altro lo guardasse in quel modo.


- Guarda che non scherzo! Davvero non leggo nulla…non c’è scritto nulla.-

- Non è possibile…- Potter riprese il libro e incominciò a leggere ad alta voce. Sembrava un pesce fuor d’acqua. Non riusciva ad articolare alcun suono e sembrava anche che non se ne accorgesse. Il biondino lo fermò mettendogli una mano sulla spalla:

- E’ inutile, non sento nulla! Sembra che tu stia leggendo il nulla.-

Lo guardò per un attimo poi si alzò lasciando cadere il libro che aveva appoggiato sulle gambe.

- Ma…Non è possibile!! Insomma, io leggo perfettamente tutto quello che c’è scritto posso vedere tutte le varie formule…- si bloccò e lo guardò per un attimo. Rimase in silenzio per qualche secondo poi gli disse di aspettarlo lì mentre lui sfrecciava verso le scale del dormitorio femminile.


Delicatamente aprì la porta, cercando di fare meno rumore possibile. Fortunatamente Ginny gli aveva raccontato quale fosse il suo letto, dato che era vicino ad una delle finestre, una posizione che lei adorava. Le tende del baldacchino erano tirate, evitando di inciampare nelle scarpe della ragazza le tirò, scoprendo che dormiva ancora con i vestiti della sera. I capelli sciolti e adagiati sul cuscino.

"Cavoli com’è carina…" scosse la testa cercando di allontanare certi pensieri che non erano proprio l’ideale…

Delicatamente le appoggiò una mano sul braccio cercando di svegliarla senza spaventarla. A quel tocco sconosciuto la ragazza si svegliò ma, non appena intravide la sagoma di Harry, leggermente nascosta della penombra, si rilassò un attimo, chiedendo:

- Harry…Mh…è già ora…e poi…che cavolo ci fai qui?- si era messa a sedere ravviandosi i capelli dietro le orecchie, cercando di non farli cadere davanti agli occhi. Sorridendole le chiese se poteva seguirlo un momento giù in Sala comune. Era molto importante, almeno così diceva. Evitando di mettersi le scarpe, si avviò con lui verso le scale bisbigliandogli e soffocando contemporaneamente uno sbadiglio:

- Mh…voglio ben sperare che sia importante Harry Potter… mi devi un favore…Mh…sonno…Mh-

- Anche due, Gin!!- sorridendo e cingendole le spalle con un braccio l’accompagnò di sotto mentre le diceva quello che doveva fare.


Saputo che doveva unicamente leggere una vecchia pagina ingiallita dal tempo di un volume per poco non lo strozzò. Nuovi istinti omicidi si fecero strada nei pensieri della ragazza ma quando vide sul divanetto la figura impossibile da non riconoscere di Draco Malfoy, decise di trattenersi. Quando poi notò i segni che i due mostravano al volto lasciò perdere qualunque domanda.


Aveva sentito i due ragazzi scendere. Avrebbe scommesso qualunque cosa che avrebbe chiamato proprio la piccola di casa Weasley. Così si voltò e vide lo sguardo di muto rimprovero che la ragazza rivolse ai due. Si domandò il motivo quando un sordo pulsare gli fece ricordare che aveva solo mezzo labbro sano. Sorridendo imbarazzato le passò il libro. Questa lo prese e incominciò a leggere dallo stesso punto di Draco, dopo essersi schiarita la voce.


- Dei normali anatemi soltanto uno può essere usato per torturare ed estorcere informazioni: la maledizione Cruciatus. Questa, purtroppo, è la più conosciuta ma ora noi vi proponiamo alcune antiche maledizioni egiziane che sicuramente saranno molto apprezzate. Queste sono…- come il biondino aveva fatto in precedenza, anche lei voltò pagina ma si bloccò.

Harry sembrava camminare a piedi nudi sui carboni ardenti tanto era impaziente. E così le chiese immediatamente:

- Bhè, perché non vai avanti?-


Ginny lo guardò un attimo per poi rispondere semplicemente:

- Perché non c’è scritto altro. Il foglio è bianco Harry.




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Ok, ecco qua il quarto capitolo! Ma senza dilungarmi troppo passo subito agli special thanks…mi raccomando leggeteli comunque anche se non siete citati dato che metto sempre qualche piccola anticipazione o indizio per scoprire…opppsssss!!!! ^__^




Mony-Chan: Prima recensione: Grazie, troppo buona!! Cmq, non preoccuparti che i due piccioncini molto presto entreranno anche loro nel vivo dell’azione…^__*

Seconda recensione: ho già provveduto a modificare il capitolo per quanto riguardava la casata Tassorosso-Corvonero poi per quanto riguarda Fred e George…

Dunque, mi era dimenticata che fossero addirittura di due anni più grandi di Harry, quindi non ci avevo fatto caso…Grazie per avermelo fatto notare! Il fatto è che mi servono per la squadra di Quiddich e non posso inventare troppi personaggi, sarebbe un po’ complicato…diciamo che per esigenze di copione (Quiddich, per tutti gli appassionati!!!) li ho lasciati al settimo anno, facendoli più piccoli di un anno…vedrai che quando arriveranno ai 50 anni mi ringrazieranno!!!


Viridiana: oh, non preoccuparti per i pregiudizi che entrambi avranno l’uno nei confronti dell’altro, a poco a poco spariranno!! E poi anch’io adoro Draco, ci mancherebbe che lo trattassi male!! Anche se…ciaooooooo

Aggiungo una cosa in risposta alla tua ultima recansione… Dunque, non è detto che non si possa fare però…boh! Ci sono sempre gli imprevisti…


Kia: ebbene sì! Sono dell’86! Gran bell’anno quello! Cmq, come già detto a Mony, non ho alcuna intenzione di lasciare in disparte quella coppia, se non li ho ancora aggiunti è solo che prima devo creare meglio l’ambiente in cui agiranno TUTTI i nostri eroi…


Iceygaze: lo ammetto! Non ho assolutamente riletto il cap quando l’ho messo on-line… cmq grazie a te e agli altri ho corretto le varie cose che mi avete segnalato…


Roby chan: oh!! Credo che tu sia la prima ad aver capito cosa sia in realtà un incendiario…sai c’è stato addirittura qualcuno (vero Ciack?!?!?!?) che mi ha detto se fosse l’equivalente di un piromane…vabbè, è stata una delle mie solite follie, ma non si limita tutto lì come hai potuto intuire da questo capitolo!! Quindi corri a recensire per farmi sapere che cosa ne pensi e cosa si nasconda dietro al fatto che solo Harry vede quella famosa pagina!!!


Ci: e brava!! Ma devi dirmi assolutamente cosa pensi che sia…sull’e-mail mi raccomando, altrimenti tutti potrebbero sapere in anteprima quello che accadrà…sempre che tu ci abbia azzeccato!!! ^__*


Alexis: Alexis caro, anche tu fai parte di quelli che non sanno a cosa mi riferisco con "incendiario"? Eh, peccato! Vorrà dire che la curiosità continuerà a roderti per un po’ dato che neanche con questo capitolo ho spiegato bene cosa sia Harry in realtà… ma non disperare! Draco, da questo punto di vista, gli sarà molto utile, sia per capire che per esercitarsi…ops, dimenticavo Ginny…


Ciack: con te non mi dilungo dato che ORMAI ti ho già detto quasi tutto!! Non della trama, quello non potrei mai farlo, ma parlo dei tuoi simpatici commentini che mi lasci in giro per la classe…la prossima volta sarò più pungente!!! Bwaaaa bwaaa, bwaaaa…

Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:20
Capitolo Cinque


"Cambiamenti"


Quella mattina tuta la sala Grande era in fermento. Erano state fissate in bacheca le partite di Quiddich che si sarebbero tenute a partire dal 7 Ottobre.


1° Giornata
7 ottobre
Grifondoro-Serpeverde

2° Giornata
21 ottobre
Tassorosso-Corvonero

3° Giornata
2 dicembre
Dragoblu-Corvonero

4° Giornata
16 dicembre
Serpeverde-Tassorosso

5° Giornata
5 febbraio
Dragoblu-Tassorosso

6° Giornata
19 febbraio
Serpeverde-Corvonero

7° Giornata
1 aprile
Grifondoro-Tassorosso

8° Giornata
15 aprile
Dragoblu-Serpeverde

9° Giornata
29 aprile
Grifondoro-Corvonero

10° Giornata
3 giugno
Dragoblu-Grifondoro



Prima partita: Grifondoro contro Serpeverde. I due tavoli in questione erano in fermento continuo anche perché entrambi avevano perso i loro cercatori durante il nuovo Smistamento. Discutevano, infatti, su chi poteva prendere il posto di Harry. Certo, avevano un po’ di tempo ma non era sufficiente se dovevano allenare qualcuno, prepararlo fisicamente e psicologicamente. Nessuno della loro Casa era abbastanza abile e nessuno aveva mai pensato a cercare dei sostituti. L’anno scorso Ron era entrato nella squadra in qualità di portiere dato che Oliver Baston aveva dato le dimissioni dal suo ruolo, poiché era stato promosso con ben otto M.A.G.O. Gli esponenti della squadra si erano radunati al tavolo mentre piluccavano qualcosa dalle varie portate.

- Ragazzi. Questa non ci voleva. Senza Harry siamo parecchio svantaggiati. Dobbiamo assolutamente migliorare coi passaggi della pluffa e fare un maggior numero di tiri in porta. Ron, tu dovrai allenarti nei riflessi. Sei l’unico che può sostituire il cercatore dato che aiutavi sempre Harry negli allenamenti. Niente ma. So anch’io che così facendo ci mancherebbe un portiere. Ma è un problema minore-

George stava già predisponendo una specie di tattica quando il suo occhio cadde sul giovane Colin Canon che aveva appena preso al volo la sua inseparabile macchina fotografica che, inavvertitamente Angelina aveva urtato con il braccio e che stava cadendo dal tavolo, con esiti incerti se avesse sbattuto sul pavimento. Fred sorrise al fratello. Anche lui aveva visto il salvataggio. Si alzò dalla panca proclamando:

- Abbiamo trovato il nostro portiere: Colin!!- il giovane interpellato si volse stupito verso il gemello dicendo:

- George? stai scherzando? Io il portiere dei Grifondoro?-

Sei paia d’occhi lo guardarono sorridendo e ammiccando

Mentre ai due tavoli venivano decisi i sostituti, fecero il loro ingresso in Sala Grande i Dragoblu. Tutti insieme come il mattino precedente. Al contrario, il gruppo chiacchierava normalmente e dieci di loro si staccarono da esso per andare a leggere il tabellone. Non sembravano preoccupati per la squadra che non avevano e che dovevano formare in così breve tempo. Il motivo? Giocavano il 2 dicembre. Nonostante il fermento per la novità dell’inizio del campionato, nella Sala il tono di voce calò e si fece sempre meno elevato fino a ridursi a poco più che un brusio. Tutti rimasero a fissare tre di loro. A lungo, quasi come se avessero visto Voldemort in persona. La giovane dai capelli rossi si era appena staccata da una coppia di ragazzi alti ma completamente diversi, sia fisicamente che caratterialmente, che erano andati a guardare il cartellone delle partite. Dopo poco anche loro si voltarono e tornarono verso il tavolo dei Dragoblu.


Camminavano parallelamente ed entrambi presentavano dei simpatici lividi sul viso che in un primo tempo non erano stati notati. Uno aveva il labbro inferiore completamente gonfio e tendente al blu mentre l’altro aveva lo zigomo sinistro totalmente nero. Quel tetro colore scemava fino a raggiungere un rosso scuro vicino al naso e all’occhio. Entrambi sembrava si fossero fatti curare con un incantesimo dato che mangiavano normalmente come se non sentissero dolore. Ma non erano i lividi a gettare in silenzio quasi tutta Hogwarts. Oh no.


Draco Malfoy e Harry Potter stavano chiacchierando normalmente mentre sedevano vicini durante la colazione e, fatto ancora più strano, la giovane Weasley si trovava davanti a loro e partecipava in maniera naturale alla conversazione.

I Grifondoro e i Serpeverde presentavano diversi gradi di stupore: c’era chi li guardava a bocca aperta, chi esprimeva solo rabbia e disgusto, chi non voleva crederci e continuava ad aprire e chiudere gli occhi.


Ma tutto ciò sembrava non destare particolare stupore ai due diretti interessati che, vennero però raggiunti da Jimmy.

- Ehilà ragazzi! Che avete fatto stanotte? Sembra quasi che abbiate sostenuto un incontro di wrestling…- ridacchiando il loro insegnante indicò le loro facce.

Fu Draco a rispondere, anche perché Harry stava ancora bevendo tranquillamente il suo latte, prestando una minima attenzione alla domanda che gli era appena stata rivolta.

- Oh, no, non preoccuparti Jim…una piccola questione, opportunamente risolta. Ci saremo a lezione, non preoccuparti…- così dicendo il ragazzo si alzò dal tavolo andando a chiacchierare con un ragazzo di nome Steve. Anche lui nei Dragoblu e proveniente dai Serpeverde.

Senza porre troppa attenzione al comportamento del biondo, Jimmy si rivolse a Harry domandandogli se avevano già pensato come formare la squadra di Quiddich.

- Mh…non so… non ne abbiamo ancora parlato con gli altri…boh, si vedrà…sicuramente non adesso. Ora scusami ma ho una cosa importante da fare. Ci vediamo dopo-

Così dicendo anche lui si alzò e si diresse verso il tavolo della sua ex Casa.

Ron era talmente preso dalle discussioni sulla squadra che non si accorse del ragazzo che gli stava alle spalle. Al contrario di Hermione.


- Harry!!! Finalmente riusciamo a parlarti!! Oh, come sono contenta! Ron, la vuoi piantare per un attimo di pensare solo a quello stupido gioco violento?- la ragazza non aveva perso tempo. Dopo aver abbracciato stretto Harry si era rivolta al rosso tirandolo per la manica affinché si voltasse e le desse retta.

- Violento?! Ma dico, parliamo dello stesso sport? E poi senza Harry dobbiamo trovare un sostituto, quindi lasciami in pace!-


Con uno strattone si liberò dalla presa della ragazza, voltandosi nuovamente verso i suoi compagni. Non si era accorto del giovane che lo osservava ridacchiando dietro alla ragazza.

- Ronald Weasl…- fu fermata dalla voce del suo migliore amico

- Vecchio scemo! Ti vuoi decidere a darle retta, o no? Sai, non posso restare qua ad aspettare i tuoi porci comodi…ho delle cose da fare, io-

Quella voce. Stesso modo di fare. Si voltò per trovarsi davanti il suo migliore amico che lo guardava sorridendo con una guancia mezza nera.

- Ehi, pazzo! Allora come va? Come mai ieri non vi siete fatti vedere a cena? Sai ci siamo preoccupati…-

- E avevamo ragione! Guarda qui come ti sei conciato? Hai fatto a botte con Malfoy? Cavolo ti ha ridotto proprio bene…- Hermione aveva preso il mento del ragazzo con una mano fecendogli voltare la faccia da un lato…


Stizzito il moro distolse velocemente il viso, rivolgendosi poi ai suoi ex compagni con un tono leggermente aspro:

- No, sto bene. È stato solo…un chiarimento. Niente d’importante e poi non vi deve interessare- sentiva una strana sensazione di calore corrergli alle mani…- se ieri non siamo venuti a cena saranno stati affari nostri, o no?-

- Accidenti Harry era solo una domanda, non ti scaldare…però una cosa…com’è che stamattina discorrevi con Malfoy così tranquillamente? Ti devo ricordare chi è? No, perché sai…-

- Cazzo Ron. So benissimo chi è Malfoy, non ho bisogno che me lo veniate a dire. Sono libero di parlare con chi mi pare o devo avere un permesso scritto da voi due?- ora la sensazione di calore non era più tale, sentiva distintamente che il suo sangue ribolliva…doveva fare qualcosa…doveva liberarsi di quella sensazione…


Fu proprio Draco a salvarlo da quella situazione. Si era avvicinato velocemente al trio e, senza neanche degnare di uno sguardo quei due, che sembravano abbastanza stupiti dalla reazione del ragazzo, prese Harry per un braccio, portandolo lontano da loro.

- Potter! Avanti, dobbiamo andare. Muoviti!- lo trascinò fino al corridoio e lo fece entrare nella seconda porta a destra, il bagno dei ragazzi. Lì aprì il rubinetto ficcando velocemente la testa del ragazzo sotto il getto di acqua fredda che scorreva copiosa.


Gli tenne la testa sotto per un buon trenta secondi. Quando Harry si tirò su, si tolse gli occhiali, passando una mano sulla faccia e tirando indietro i capelli ribelli. Sbuffò un poco, poi, guardando il riflesso di Draco nello specchio, gli mormorò un grazie. La sensazione di calore era finalmente passata. Sbuffando, l’altro si staccò dal muro, dove si era appoggiato aspettando che Harry "sbollisse", e avvicinandosi incominciò:

- Porca miseria Harry. Devi fare più attenzione. Lo sai cosa può accadere se perdi il controllo. In più non riesci ancora a controllarla quindi vedi di prestare attenzione -

Senza aspettarlo uscì dal bagno, per vedersi poi piombare addosso Ginny, leggermente allarmata.

- Dov’è? Come sta? È impazzito forse? Litigare così coi suoi migliori amici…-

- Ehi, calmati un po’!! Sta bene, non è niente di che…è lì dentro in ogni caso. Prova un po’ a parlarci, così glielo chiedi direttamente lui, no? E ora scusa ma vado giù nelle segrete. Ci vediamo là -


Un po’ stizzito le diede le spalle lasciandola un po’ imbambolata per il tono brusco che aveva usato, ma senza farci troppo caso, entrò nel bagno, sperando che non ci fossero altri ragazzi assieme al moro.


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- Accidenti!! Secondo te che gli ha preso a Harry? Insomma non ha mai litigato così senza un buon motivo…Herm? Mi senti? Mi stai ascoltando?-

- Eh? Oh…mh…sì, hai ragione…è strano in effetti. Secondo me sta succedendo qualcosa di strano. Hai visto Malfoy? Sembrava quasi che gli premesse allontanarlo da noi…come se fossimo pericolosi… ma avrà notato che non eravamo noi che stavamo semi urlando?…e poi quella storia del livido…che cavolo sarà successo ieri? Ron qui la faccenda puzza, c’è qualcosa che non torna-

- E’ vero, anch’io ho la tua stessa sensazione…i professori non hanno fatto nemmeno un commento sul fatto che ieri nessuno si sia presentato né a pranzo né a cena. Per me nascondo qualcosa…e poi comparire con dei segni così sul viso e non essere rimproverati per nulla…o li favoriscono perché sono in una nuova Casa appena creata o combinano qualcosa di totalmente diverso dal normale, con l’approvazione e il favore dei docenti…quanto darei per poter far parte dei Dragoblu, solo per vedere che cosa combinano…-


I due ragazzi stavano discutendo dello strano comportamento di quello che un tempo conoscevano come il loro migliore amico durante la lezione di Cura delle Creature Magiche. Infine decisero che al termine dell’orario ne avrebbero parlato con Hagrid. Forse lui poteva informali su quanto stava accadendo.


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Il duello stava andando avanti da una decina di minuti ormai. E nessuno dei due aveva intenzione di mollare per primo. Harry per scaricare un po’ la tensione, Draco per non dargli nessuna soddisfazione. Aveva imparato anche a giocare un po’ sporco e la cosa attizzava ancora di più il biondo. L’affondo di Harry lo scansò per un pelo rispondendo subito con un rovescio di sinistro. Ma non era impreparato e bloccò facilmente il colpo leggermente insidioso del ragazzo mentre, facendo leva sulla gamba sinistra, colpì Draco allo stomaco. Gli addominali del ragazzo assorbirono in parte il colpo ma lo accusò ugualmente dato che arretrò di qualche passo. Non perse la concentrazione comunque. Roteando le spade, muovendo agilmente i polsi, si lanciò nuovamente all’attacco. La conclusione fu la perdita di una spada da parte di entrambi. Niente di grave. L’urto violento aveva generato qualche scintilla che incendiò l’animo di Harry. Volendo poteva…meglio di no. Jim stava guardando.


Ma quell’attimo di distrazione gli fu fatale. La spada di Draco lo ferì al collo. Niente di serio, comunque. Ma dichiarava che il vincitore per quella volta era il biondino. I due ragazzi ansimavano vistosamente, mentre Jim batteva lentamente le mani indicandoli come i migliori del corso. Tra i ragazzi, naturalmente.


Infatti due ragazze erano appena salite sulla pedana, chiamate dal loro istruttore. A un cenno di quest’ultimo, chiamarono le spade, tramite un incantesimo e incominciarono. Se i maschi peccavano in tecnica e sfruttavano maggiormente la forza, loro invece facevano l’esatto opposto. Colpi precisi, movimenti puliti e repentini. Fendente a destra, sinistra, finta a sinistra e affondo a destra. Parata. Contrattacco frontale, difesa a incrocio sopra la testa, spada ripiegata e pugno all’altezza della bocca dello stomaco. Come se non fosse successo nulla, riprese a cercare di colpire la compagna. Sia Draco che Harry guardavano attenti i movimenti di Ginny e Kristine. Riuscivano a creare una piccola danza su quella pedana. Alla fine la prontezza di rilessi di Ginny ebbe la meglio sull’altra. La spada puntata alla gola fece finire l’ultimo incontro della giornata e del mese di addestramento.


Infatti da quel giorno in cui Harry litigò con Ron e Hermione era già passato un mese. Era il tre di ottobre. E più precisamente erano le sei e mezza del pomeriggio. La lezione era durata più del previsto ma non era poi importante per i ragazzi. Ormai non accusavano più quella stanchezza che li prendeva ai primi tempi.


Il loro fisico si era irrobustito, erano molto più agili e scattanti, i muscoli si erano sviluppati notevolmente anche se i mantelli da mago li nascondevano alla vista degli altri. Nell’ultima parte del mese avevano alternato i giorni di allenamento di spada e bastoni con quelli di potenziamento muscolare nella palestra che era stata allestita nell’ultima stanza del terzo piano. Presentava tutti i più moderni impianti di attrezzatura per la formazione fisica dei ragazzi. Jim li seguiva anche in quelle occasioni.


- Molto brave. Tutte e due. Un’ottima tecnica. Kristine, devi lavorare di più sulla guardia, sei troppo lenta a riprenderti dagli attacchi. Mentre voi due- rivolgendosi a Harry e Draco che stavano beatamente mangiando un tramezzino al prosciutto- state diventando pericolosi. Incominciate a giocare davvero sporco! Anche se in certe occasioni si può rivelare davvero utile, cercate di essere più corretti. Draco: controlla meglio la spada, potevi aprirgli il collo. Harry dopo vai a farti medicare-


Il professore fece un pausa per poi riprendere:

- Dunque con oggi, come vi avevo annunciato, terminano le lezioni di "sopravvivvenza"!! Da domani avrete delle lezioni particolari con il vostro docente di Incantesimi. Quando però lui avrà lezioni con le altre classi potrete allenarvi per la partita di Quiddich provando la vostra squadra. E cercate di vincere la Coppa!!-

Un sorriso comparve sui visi dei Dragoblu mentre si avviavano lungo il corridoio. Nascondeva mille significati.

Vincere? Oh, bhè, quello era scontato.

Arrivando in Sala Grande si divisero. Alcuni tornavano ai dormitori, altri, tra cui Ginny, Kristine, Draco e Harry, si dirigevano verso l’infermeria di Madama Chips. Entrando videro la donna che si dava da fare intorno ad un letto. Sei ragazzi erano lì intorno e sembravano anche preoccupati.

- Via, via! Fate spazio, lasciatemi lavorare. Tieni ragazzo. Con questo il dolore dovrebbe andare via, comunque stasera resti qui che hai preso una bella botta e il polso si deve rinsaldare- allontandosi dal letto, il gruppo dei Dragoblu potè vedere che si trattava di Ron che indossava la tenuta da allenamento del Quiddich con la testa fasciata e il braccio al collo. Ginny corse subito da lui chiamandolo a gran voce.

- Ron!! Oddio! Che ti è successo? Sei caduto dalla scopa?-

Il rosso trovandosi la sorella a pochi centimetri di distanza rimase alquanto sconvolto tanto da balbettare:

- N...No…St…Sto bene, sono solo ca-caduto per colpa di un b-bolide…Ma volavo b-basso… e tu come mai sei qui?- ripresosi dalla sorpresa Ron si era rivolto a Ginny. Lei prontamente gli indicò Harry, che nel frattempo si stava facendo medicare da Madama Chips. Però poterono sentire distintamente le parole che la donna gli rivolse.


- Insomma signor Potter! Un altro scontro con ferite? Ma non può fare più attenzione con quelle spade?- a nulla valsero i cenni che Draco le stava facendo affinchè non rivelasse troppe cose. Tutto il gruppetto scosse sconsolato la testa mentre Harry si passava un dito sulla strana pomata che gli aveva applicato sulla ferita che aveva smesso di sanguinare. Quando la donna si allontanò si avvicinarono al letto di Ron. Tutta la squadra di Quiddich dei Grifondoro li stavano guardando sospettosi. Harry si informò brevemente sulle condizioni del ragazzo che gli rispose sullo stesso tono. Annuendo poi si rivolse alla ragazza:

- Gin…quando vuoi, vieni su in Sala Comune… ma prima di cena. Ricordati…-

- Non preoccuparti ci sarò… tra una mezzoretta, ok?-

Annuendo si volse e uscì dall’infermeria. Draco invece era rimasto con Kristine. Stava ancora aspettando che la Madama tornasse con una pozione per lui, così per ingannare l’attesa si rivolse ai due gemelli sorridendo sibillino:

- Allora…come vanno gli allenamenti? Come farete adesso senza il vostro migliore Cercatore?-

- Non sono affari che ti riguardano Malfoy! Magari adesso che sei in squadra con Harry riuscirai a vincere qualcosa quindi vedi di non lamentarti troppo!- George gli aveva risposto per le rime ma…


- George!! Piantala!! Vedi di non fare il bambino, la sua era solo una domanda!- Ginny si era messa davanti al fratello, guardandolo torva.

- Che stai facendo Ginny? Prendi le difese di quel…quello lì? Di un Malfoy?- Ron si era sollevato dai cuscini e la guardava dritta negli occhi.

- Primo: lui non è quello lì! Secondo: io prendo le difese di chi mi pare e piace. Dovreste cercare di cambiare atteggiamento. State diventando insopportabili. E poi…- fu bloccata dalla mano di Draco che la prese per la manica facendola allontanare di poco dal letto di Ron.


- Dai, non prendertela. Non ne vale la pena. E poi lo sai che non mi danno mica fastidio le battutine dei tuoi fratelli…io posso sempre fare di peggio- le sorrise.

Ma lo sguardo bellicoso di lei lo costrinse ad alzare le mani in segno di finta resa dichiarando, sempre sorridendo:

- Ok, ok, hai vinto tu! Scherzavo, scherzavo!! Ci vediamo su, Ginny. Weasley…-

Uscendo dall’infermeria prese anche la pozione che gli aveva preparato Madama Chips. La ragazza scosse la testa mormorando:

- Io vado su e lo strozzo. Lo ammazzo, lo trucido. Ron, ragazzi, ci vediamo a cena.-

Così dicendo uscì anche lei dalla Sala medica, incurante dello stupore generale che aveva lasciato dietro di sé.




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Ullallà!…ed eccomi in ritardissimo con il quinto capitolo!! Allora che ve ne pare?

Lo so…mancano molte spiegazioni eccetera eccetera ma devo pur far proseguire la storiella, non vi pare??!!

Comunque…per coloro che bramano le simpatiche scene di pathos, lotte, omicidi ecc. non dovrete aspettare ancora a lungo, non preoccupatevi…giusto il tempo di sistemare un paio di cosette…

Non riesco ad inserire le risposte ai bellissimi commenti che mi avete lasciato causa "Letteratura Latina" e er Barone che incombe ma prometto che dopodomani scriverò nelle recensioni!!!

Un bacio e un abbraccio a tutti e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!!

Alla prossima con "Amici o Nemici?"

Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:23
Capitolo Sei


"Amici o Nemici?"


Toc toc. Un sordo bussare alla porta distolse dai suoi pensieri l’anziano Preside di Hogwarts. Due colpi.

Toc toc toc. Tre colpi. Bene, era il segnale.

- Avanti- la sua voce risuonò nell'ufficio fino ad arrivare alle orecchie di colui che desiderava entrare.

Aprì la porta spingendo leggermente. I cardini erano da sistemare. L’ufficio di Silente era, come al solito, magnifico. Alle pareti correvano fino al soffitto imponenti librerie rigurgitanti di vecchi e nuovi libri. Qua e là erano sparsi degli articoli di giornale ma non distinguevano bene i titoli. Il tempo doveva aver intaccato i dispositivi anti invecchiamento approntati dalla Gazzetta del Profeta. Un normale disordine regnava sovrano sulla scrivania, pergamene, penne d’oca e briciole di biscotti facevano bella mostra. La poltrona di cuoio scuro era posizionata in modo tale da dare le spalle al ragazzo. Lentamente incominciò a girarsi e lasciò intravedere una lunga veste blu notte che contrastava con la lunga barba bianca del Preside Silente.


- Buongiorno Albus. Avrei bisogno di parlarle-

- Accomodati, Grissom e dimmi tutto- l’uomo si sedette davanti alla scrivania cercando poi le parole più adatte per riferire al preside quanto aveva ascoltato in infermeria.

- Non preoccuparti. So già tutto. Ho sentito anch’io lo scambio di battute. E credo che dovrò parlare con Madama Chips. Non può certo riferire certe cose in presenza di ragazzi di altre casate, o no?-

Sollevato l’uomo annuì:

- Allora ci pensa lei a parlarne con l’infermiera? Bene. Credo che io mi dovrò occupare invece della squadra di Quiddich del Grifondoro…-

- Cerca di non farti scappare la mano, sono pur sempre dei ragazzi…e i campioni uscenti del torneo scorso quindi non me li ridurre a dei vegetali, capito?-

- Agli ordini, capo!!- scherzando e ridacchiando il Preside accompagnò il professor Grissom fino alla statua del Gargoley che delimitava l’entrata del suo ufficio.


*********************


Hermione era seduta come al solito in biblioteca, cercando di concludere l’ennesima ricerca sulle rivolte dei Goblin nella Transilvania orientale quando, come una furia, si sedette davanti a lei Ron con ancora la fasciatura alla testa.

- Ron, accidenti a te! Mi hai spaventata! Che c’è? Cos’è successo? E che hai combinato alla testa?!-

Il rosso, cercando di riprendere fiato, la guardò un attimo boccheggiando poi, senza darle neanche il tempo di ribattere, la prese per mano e la trascinò fin nel parco, lontani da orecchie indiscrete.

- Mi vuoi dire che accidenti ti è preso?- Hermione sembrava furibonda, distoglierla in quella maniera da una ricerca equivaleva incappare in una morte certa!


Ron le raccontò brevemente lo scambio di battute che Malfoy aveva avuto con Madama Chips, circa un duello con le spade.

- E poi ho visto anche Harry. Anzi, per la precisione, lui, Malfoy, mia sorella e un’altra ragazza, che non ho mai visto, sono scesi tutti insieme. Harry aveva un taglio all’altezza del collo non molto profondo ma neanche bello da vedere e sembrava quasi fatto da un’arma da taglio…Herm, io non so più cosa pensare. Anche mia sorella si è messa a difendere Malfoy dagli insulti che George gli aveva rivolto. E anche lei ha preso una qualche pozione dall’infermeria, solo che non mi ha voluto dire a cosa le serviva. Ho sudato sette camicie per convincere la Chips a farmi uscire per raccontarti tutto…-

Sconvolto, agitato, non stava fermo un attimo. Sembrava davvero preoccupato. E con lui anche la ragazza che, per prima cosa, lo prese e lo fece sedere su una panchina del parco.

- Ora ascoltami bene! Magari Ginny ha ritenuto giusto difendere Malfoy perché come al solito tuo fratello non sa mai tacere; poi se Harry aveva davvero un taglio poco profondo sul collo di sicuro non se lo è fatto da solo e quindi l’ipotesi delle spade risulterebbe valida…alt! E’ solo un’ipotesi, Ron. Non possiamo prendere per vero tutto quello che dice Madama Chips, magari la sua era solo una battuta.-


Rimasero in silenzio per un po’ non sapendo cosa dire, di certo stavano ripensando a tutti quei fatti strani che si erano creati in quel mese. Silenziosamente si avviarono verso l’interno del castello e, mentre si dirigevano verso la loro sala comune, videro entrare, attraverso il ritratto, il loro professore di Difesa contro le Arti Oscure. Si scambiarono un’occhiata quindi accelerarono il passo. Entrarono attraverso il portale ma non riuscirono a vederlo. Sentirono solo la sua voce.

"Aliquid Oblittero Pars Post Meridiem".


Un incantesimo di memoria. Non sapevano a chi fosse stato rivolto e non ci tennero a chiederlo. Fortunatamente Ron ebbe la prontezza di spirito di prendere la ragazza per mano e uscire precipitosamente dalla torre. Corsero lungo il corridoio fino a nascondersi dietro una delle tante statue che lo animavano. Qualche secondo dopo il ritratto si mosse nuovamente lasciando uscire Grissom. Si guardò intorno con attenzione sostando a lungo con lo sguardo nel punto dove erano nascosti i due giovani. Ma, dandogli le spalle, si diresse verso l’altra parte.

Impercettibilmente si lasciarono andare a un sospiro di sollievo. Scossi, ritornarono all’interno della sala. Vi trovarono l’intera squadra di Quiddich del Grifondoro che discuteva normalmente sulle tattiche di gioco.

Quando Fred vide il fratello, sorridendo, gli si avvicinò dicendo:

- Ron dove eri finito? Muoviti che dobbiamo ancora andare ad allenarci! A proposito…perché hai la testa fasciata? Herm, non è che hai picchiato il nostro Cacciatore?-

Non ricevette nessuna risposta dai due giovani. Si limitarono a guardarlo sconvolti.


******************


Accampando a una scusa, Ron saltò l’allenamento, che tra l’altro aveva anche già fatto. Si rinchiuse in dormitorio con Hermione. Nessuno dei due aveva ancora detto qualcosa. Ad un certo punto, però, la ragazza si voltò verso Ron e, con la voce un po’ tremante, biascicò:

- Ron…ha…il nostro professore ha…ha davvero fatto un incantesimo della memoria sui nostri compagni?…non è possibile, non ci credo…non un nostro professore! Non un professore…non può essere vero…ci deve essere una spiegazione! Assolutamente… - Ron la prese improvvisamente per le spalle e la obbligò a guardarlo negli occhi.

- Herm, ascoltami. Lo hai sentito con le tue orecchie pronunciare quell’incantesimo ed entrambi abbiamo visto l’effetto che ha provocato…adesso…Herm mi ascolti? Bene…adesso il problema è capire o scoprire perché gli ha cancellato parte della memoria, ok?-

- Già…hai ragione. Perché mai avrà fatto una cosa del genere? Non ha senso… cos’è che avreste dovuto dimenticare di così segreto?- annuendo il ragazzo le lasciò le spalle che aveva stretto poco prima.


Se aveva incantato solo i giocatori di Quiddich anche Ron avrebbe dovuto essere colpito o forse non si era accorto della sua assenza e quindi non si era soffermato più di tanto. Il problema era: perché?


La ragazza si era ripresa da quel piccolo shock e aveva ricominciato a far lavorare il cervello, cercando di ricostruire la giornata appena trascorsa.

- Lo avete incontrato da qualche parte?- il rosso scosse la testa

- No, figurati. Quando sono caduto, siamo andati direttamente tutti insieme in infermeria e non abbiamo incontrato nessuno…anche se…bhè, Harry e gli altri sono arrivati nella sala medica con quelle ferite…- s’interruppe e guardò brevemente la ragazza…

- Quello che ha detto Madama Chips?!-


- E se…Ron, ascolta! Lei ha parlato di un duello con le spade e tu sai bene che è proibito all’interno del castello, se non in casi del tutto eccezionali. Magari Grissom ha sentito quello che Madama ha detto e quindi avrà pensato di porre rimedio…-

- Ok, mi sta bene. Ma non vedo il motivo di cancellare addirittura la memoria. Sarebbe bastato affermare che era tutta un’invenzione dell’infermiera e poi, ciò vuol dire che vengono protetti da qualcuno e che non vuole che si sappia quello che fanno i Dragoblu…Harry, Ginny!…-


- Ron calmati. È una tua ipotesi e poi hai detto che non hai incontrato nessuno né quando siete andati in infermeria né quando sei uscito, come può aver sentito quello che ha detto la Chips? Insomma la sala è abbastanza grande, come poteva sentire le parole di un discorso? A meno che sia trasparente non può aver ascoltato…e se anche fosse non avrebbe avuto senso…- Hermione restava in ogni modo dubbiosa riguardo ai motivi che poteva aver spinto il professor Grissom ad usare un incantesimo della memoria su dei ragazzi. Al contrario Ron era molto più determinato.


- Come vuoi, ma ti assicuro che stasera parlerò con Harry. E giuro che se non mi da una spiegazione gli faccio vedere io i duelli con le spade…- così dicendo il ragazzo si avviò verso la Sala Comune per cercare di tenere la mente occupata fino all’ora di cena, evitando di pensare a quali frasi avrebbe rivolto al suo vecchio migliore amico.


*********************


Quella stessa sera. All’incirca verso le otto.


I Dragoblu erano appena scesi in sala comune per la cena. Dopo qualche minuto arrivarono anche i primi Grifondoro, seguiti da alcuni Tassorosso. Probabilmente avevano appena ultimato una lezione di Divinazione. Harry e Ginny si erano già seduti al loro tavolo, chiacchierando normalmente ma con particolari espressioni serie. Contemporaneamente mangiavano un po’ di timballo che gli Elfi quella sera avevano preparato. Non si accorsero del giovane Weasley alle loro spalle se non quando questo esclamò:

- Harry! Ho bisogno di parlarti. Ora. Fuori.-

- Per conto mio puoi anche parlare qui, Ron. Non c’è niente che Ginny non possa ascoltare- lo sguardo che lanciò all’altro fu come di sfida. Mai gliene aveva rivolto uno così. Ron decise di assecondarlo.

- D’accordo. Come vuoi.- si sedette di fianco a Harry e, prendendo un bel respiro profondo, cominciò.

- Dunque…primo: come mai hai quel segno sul collo? E soprattutto…come te lo sei procurato?-

I due Dragoblu si guardarono un istante poi, con un tono di voce normale, il ragazzo rispose:

- Un nostro compagno di corso ha lanciato un incantesimo sbagliato ed è uscita una spada rivolta a me. Non me l’aspettavo quindi mi ha lasciato questo bel ricordino. C’è altro che vuoi sapere?- Ginny gli rifilò una bella gomitata nel fianco facendogli perdere quel sorrisino che stava ostentando da un po’ troppo tempo. Si volse verso di lei.

- Cristo Gin! Ma che cavolo ti prende?- lo sguardo di lei fu più eloquente di mille parole ma venne ben esemplificato dal ragazzo che era appena arrivato al loro tavolo.


- Potresti usare un altro tono, Potter. Nonostante tutto non è uno dei tuoi migliori amici?!- una voce ironica giunse alle loro spalle facendo irrigidire alquanto Ron.

- Malfoy. Ti sarei grato se non ti intromettessi nelle nostre conversazioni. Non mi va di avere una spia tra i piedi.-

"Pessima mossa, Ron. Davvero pessima". Ginny scosse la testa.


Il ragazzo non fece quasi neanche in tempo ad ultimare la frase, che subito si sentì sollevare dalla panca da due braccia muscolose che nascondevano una forza particolare.

- Senti, sottospecie di Filobabbano. Azzardati ancora a dire una simile stronzata e ti posso assicurare che sarai costretto a nutrirti con gli omogeneizzati per il resto della tua vita. Mi sono spiegato?-


La scena non era rimasta celata agli occhi dei docenti ed infatti la McGranitt si avvicinò al tavolo sbraitando contro il giovane Malfoy.

- Signor Malfoy! Cosa sta facendo? Lasci immediatamente il signor Weasley o sarò costretta a punirla!- il ragazzo non accennò minimamente di lasciar andare Ron – Signor Malfoy!! Cinquanta punti in meno a Dragoblu. E se non lo lascia seduta stante i punti diverranno cento!!- nemmeno ad allora Draco lo lasciò. Si decise soltanto quando la vicepreside proclamò che i punti erano centocinquanta e sentì la voce di Harry.


- Piantala. Tanto non ne ricavi un ragno da un buco, quindi è meglio se non insisti. Ci fai perdere punti e basta. Ron, se vuoi ascoltarmi per una volta- e qui il moro gli si mise davanti – ti consiglio di non farci più domande su cosa facciamo durante le nostre lezioni. Non sono affari tuoi ed è meglio se ne resti fuori.-


Così dicendo si allontanò dalla Sala mentre Draco si sedeva e incominciava a mangiare, evitando di guardare in faccia l’altro che rimaneva sconvolto in piedi davanti al tavolo. Solamente Ginny si alzò e, prendendolo per una spalla, lo trascinò fino al tavolo dei Grifondoro. Lo fece sedere, quindi, si accomodò anche lei. Il fratello non la guardava minimamente.


- Ron ascoltami. Non è una situazione facile per nessuno e credimi, se Harry si comporta in quel modo è solo…solo…bhè, perché è preoccupato che possa accadere qualcosa di spiacevole. La cosa migliore che tu e Hermione potete fare è lasciarci in pace ed evitare di continuare ad assillarci- così dicendo si alzò dalla panca per dirigersi verso la sua Sala Comune ma la mano del fratello la trattenne.


- Ginny! Non puoi pretendere che non mi preoccupa per la persona che un tempo era il mio migliore amico. Insomma, vederlo con un taglio alla gola non è il massimo. Lascia stare che non è profondo e che guarirà e palle varie – la ragazza stava infatti per ribattere- non mi interessa. Non so quello che fate e la cosa mi preoccupa. Sei pur sempre mia sorella…ho il compito di proteggerti!-

Lo sguardo che la piccola Weasley gli rivolse ebbe il potere di fargli ghiacciare il sangue nelle vene. Gli si avvicinò fulmineamente fino a ritrovarsela a un millimetro di distanza. Lo stava guardando negli occhi. Non si era mai accorto che sua sorella fosse alta quasi quanto lui.


- Non ho bisogno della protezione di nessuno. Né tua, né di Harry. So benissimo cavarmela da sola, non sono la piccola di casa, chiaro?- una pausa, lo guardò ancora più intensamente – Non venire più a rompere, Ron. Stiamo bene così come stiamo.-


Si voltò e proseguì per la sua strada ma fece lo stesso in tempo a sentire la frase che il fratello le rivolse. Si voltò nuovamente, incrociando ancora una volta gli occhi del ragazzo.

- Prova a ripeterlo!-

- Ho detto che la presenza di Malfoy si sta ripercuotendo anche su di te. Me ne compiaccio, sorellina-


Fu un attimo. Veloce, preciso, potente. Il pugno partì e raggiunse il suo obiettivo come una freccia che colpisce il bersaglio. La rabbia, che aveva accumulato durante quel mese di allenamenti e domande a cui nessuno le dava mai una risposta, venne fuori. Sentì gli addominali di suo fratello contrarsi in uno spasmo di dolore, poi lo vide inginocchiarsi al suolo con una mano all’altezza della bocca dello stomaco. Probabilmente la sorpresa di quel gesto fu molto più doloroso del pugno in sé. Questa volta fu Piton ha sibilare:

- Molto bene! Noto che tiriamo fuori le unghie, signorina Weasley. Cinquanta punti in meno per Dragoblu-


La ragazza superò il docente come se neanche lo conoscesse. Sguardo alto, fiero. Ostentava una dannata sicurezza che fece ancora più infuriare l’insegnate di pozioni e Ron. Lei non si fermò al richiamo del fratello. Svoltò l’angolo e salì le scale, incurante di tutto e di tutti. Poco dopo fu imitata da Draco, che aveva assistito all’intera scena. Non sembrava approvare molto, ma si guardò bene dal farlo notare ai due che lanciavano occhiate dubbiose verso quell’angolo di pietra dove Ginny aveva appena svoltato.


"Idiota! Stupido! Deficiente! È mio fratello eppure non capisce niente. Non lo sopporto, altro che un pugno, lo dovevo gonfiare come un palloncino. È stato fortunato a fare quella caduta oggi, altrimenti…" era già arrivata all’ingresso del suo dormitorio. Vi entrò immediatamente dopo aver pronunciato la parola d’ordine. "E chi ti incontro, or ora? Il grande Potter, eroe di tante avventure e peripezie. Dico io, mai una volta che ne abbia fatto parte. Ma tanto io sono la piccola…" si era avvicinata alla poltrona su cui stava seduto Harry. Guardava il fuoco con fare assorto quasi come se ci parlasse.

Lo superò come se neanche esistesse. Lui la chiamò ma nulla. Lei aveva deciso che non gli avrebbe dato retta e per Merlino l’avrebbe fatto.

Era già a metà della scalinata che conduceva ai dormitori femminili quando una forte presa la trattenne. Si voltò. E il ragazzo potè vedere la sua espressione. Il viso torvo, un’espressione quasi omicida sostava sui suoi bei lineamenti. Lo sguardo di odio. Odio puro. Ma Harry non mostrò nessuno stupore. Nulla. Il niente più totale. Completamente amorfo. Disse solo poche parole prima di stringerla a sé in maniera quasi possessiva ma liberatoria per entrambi.

- Oh Gin. Provo anch’io la stessa cosa. E non possiamo fare niente per sistemare questa situazione di merda-


Era un bisogno, una necessità. Sentire il calore del corpo dell’altro che aderisce al proprio. Le mani di ognuno che si cercano e si trovano. La sentì rilassarsi. Gli occhi che bramano di leggere quello che è scritto nelle iridi dell’altro. La mano del ragazzo che accarezza dolcemente le labbra minute e sensuali di lei. Un tocco leggero di labbra che da troppo tempo veniva represso. Il bacio che si viene a formare, le mani di ognuno nei capelli dell’altro. Quando si separarono, Ginny poteva vedere il dolce sorriso di Harry a pochi millimetri dalle sue labbra.

- Ehi…-

- Mh…-

- Cavolo Gin…ho ancora voglia di baciarti…- le spostò una ciocca di capelli rossi dagli occhi con un movimento lento e dolce…

- …E allora cosa stiamo aspettando?…- stavolta fu lei ad avvicinarsi. Aveva dimenticato in un secondo tutto il suo rancore, la sua frustrazione per quegli allenamenti. Lui aveva quello strano potere di farla rilassare con uno sguardo.


I sorrisi di ognuno furono sostituiti da un bacio appassionato. Dolcezza, bisogno, amore, timore…sensazioni opposte e uniche si mescolarono nuovamente. Fu soltanto a causa di un colpo di tosse che si separarono. Draco era a pochi passi da loro e sembrava avesse un urgente bisogno di parlare ad entrambi.


- Piccionicini, vi porto delle notizie pessime. Abbiamo un enorme problema…- fu invitato a proseguire da parte di un’occhiata inceneritrice da parte dei due ragazzi – avete presente la partita di Quiddich di questo sabato? Bene, Grifondoro-Serpeverde è stata posticipata a causa dello strano comportamento dei giocatori della vostra ex casata. Pare che abbiano perso la memoria o giù di lì… Silente ha detto che avrebbe indagato su questo fatto ma nel frattempo ha anche proposto che noi disputassimo la prima partita proprio contro i Serpeverde, dato che sono gli unici ad essersi allenati. Probabilmente credeva che anche noi avessimo fatto lo stesso in tutto questo tempo ma, come ben sapete, i nostri allenamenti si sono limitati ad uno scarso voletto…insomma, uno: non abbiamo deciso la squadra, due: non abbiamo una straccio di tattica, tre: gi schemi fanno schifo…beh, ditemi voi!-


- Oh merda!!- esclamarono Harry e Ginny. Il moro si riprese per primo da queste belle notizie e, muovendosi fulmineamente, si diresse verso l’uscita del dormitorio aggiungendo rivolto a Malfoy:

- Raduna i ragazzi, vi voglio tra dieci minuti al campo da Quiddich. Io avverto Grissom per avere i prossimi due giorni liberi di modo tale da poterci allenare. Porta anche la mia roba. Gin, vieni con me o ci vediamo al campo?…-

- Vai pure, prendo io la tua roba e avverto Kristine…dovrebbe essere ancora giù a cena…-

- Ok, tra dieci minuti tutti pronti- in un attimo i tre ragazzi erano scomparsi dalla sala per radunare tutti i giocatori.


***************


L’allenamento serale dei Dragoblu durò per quasi due ore ma la stanchezza cominciava a farsi sentire e, nell’ultima mezzora, il rendimento era piuttosto calato. Si allenarono in venti. Nessun titolare, non c’era un unico cercatore né due soli battitori né tre cacciatori e neanche un solo portiere. Si allenavano in tutti i ruoli, andando a rotazione, soltanto chi fosse resistito più a lungo avrebbe indossato la maglia di titolare.


Un lungo fischio fece fermare le quattro palle che vagavano beatamente nel cielo stellato, insensibili alla fatica. Tutti i ragazzi atterrarono. Grissom gli andò incontro:

- Bravi, tutti quanti. Ho in ogni caso deciso i titolari, dato che non abbiamo molto tempo prima della partita ufficiale, così potete provare meglio gli schemi. Cacciatori: Kristine Fincher, Alan Parker, David McKey. Battitori: Michel Fincher e Draco Malfoy, hai talento con la mazza ed imprimi una forza notevole al bolide quindi sei il più adatto a questo ruolo. Portiere: Ginny Weasley. Ottimi riflessi con una buona visione di gioco, sei un elemento prezioso per far partire un attacco contro la squadra avversaria. E, come Cercatore: Harry Potter, ottimo gioco, come sempre. Direi anche che come capitano sei perfetto, quindi se nessun altro tuo compagno di squadra ha qualcosa da obbiettare, credo che per stasera si possa concludere qui.- nessuno fiatò- Bene, un’ultima cosa. Quelli che non sono stati scelti, si alleneranno ugualmente con gli altri di modo tale da poterli sostituire se qualcuno si dovesse infortunare e poi anche per avere una finta squadra avversaria. Perfetto, questo è tutto. Domani mattina vi voglio vedere qui alle nove. Puntuali!- così dicendo si voltò e tornò all’interno del castello. Tutti gli altri sorridendo e scambiandosi pacche sulle spalle si diressero ai propri spogliatoi. Una doccia dopo un allenamento così massacrante sarebbe stato l’ideale.


***************


L’acqua calda e profumata sciolse la stanchezza dai muscoli di Harry. Il getto violentemente gli arrivava sul viso, con la mano si portò indietro i capelli che, grazie all’azione dell’acqua, restavano in quella posizione senza prendere quella caratteristica forma che lo contraddistingueva. Anche Draco si stava rilassando sotto la doccia, nel box affianco. Il bagnoschiuma al muschio verde aveva il potere di riportarlo con la mente nei freschi boschi che circondano la tenuta dei Malfoy. Quante estati aveva passato a girovagare tra gli abeti e i larici del bosco. Aveva scoperto l’ubicazione della casetta dell’antico custode del parco. Quando lui aveva dodici anni, l’uomo era morto e nessuno aveva più preso più il suo posto. Suo padre era troppo occupato dal Signore Oscuro per badare a queste piccole cose. Nella tenuta, Draco aveva scoperto un bellissimo passatempo. All’interno della Foresta Incantata non poteva utilizzare la magia che scaturiva dalla sua bacchetta e così aveva imparato ad utilizzare i vari attrezzi per sistemare i piccoli orti che il vecchio un tempo coltivava. Accette, macete, zappe…tutto ciò che poteva tornagli utile. Aveva sviluppato così una notevole forza nelle braccia. Ovviamente le lotte con i giovani Platani Picchiatori per recuperare la linfa che gli serviva per le pozioni erano state un ottimo allenamento. Grazie a quelle estati, era diventato un Battitore titolare. Assurdo, lui era sempre stato un Cacciatore anche se non era proprio abile nello scovare il mistico Boccino, troppo piccolo per i suoi gusti. Comunque negli inseguimenti e nelle lotte corpo a corpo era sempre stato più avvantaggiato. Ripensandoci forse il ruolo di Battitore era più adatto a uno come lui. Un sorriso comparve sotto lo scroscio della doccia.


****************


Nel frattempo negli spogliatoi femminili, le due ragazze titolari continuavano a commentare la scelta di Grissom. Si potrebbe dire che fossero alquanto eccitate dato che erano ancora in accappatoio a chiacchierare quando avevano già finito la doccia da tre quarti d’ora. Draco e Harry le stavano aspettando fuori sbuffando ampiamente. Raggiunto un livello di sopportazione massimo, dato che mancavano solo loro, incominciarono a bussare violentemente contro la porta. – Ragazze!! Volete muovervi! È tardi!- dopo altri quindici minuti Ginny e Kristine uscirono portando con loro le rispettive borse e scope.


- Ce ne avete messo di tempo! Siete annegate?-

- Molto spiritoso Draco. No, dico sul serio, molto spiritoso, ah, ah, ah!- Kristine ribatté al biondino per poi tornare seria – Comunque, stavamo discutendo sulle nostre scope…- nel frattempo il quartetto si stava avviando verso il loro dormitorio. Si sovrappose sul discorso la piccola Weasley.


- Già. Io e Kristine abbiamo convenuto che la mia non è una scopa adatta per il mio ruolo…insomma, ha problemi di virate, è lenta…secondo lei sarebbe meglio una Nimbus 2000 o 2001…-

- Scherzi? Molto meglio una Nimbus Gold! È stata studiata apposta per le ragazze e il ruolo che ricopre meglio è proprio quello di portiere…insomma ti calzerebbe a pennello- Harry aveva già incominciato ad infervorarsi e aveva trovato in Draco un buon intenditore di scope.

- Ha ragione. Per esempio, la Nimbus 2000 che possiede Kristine, è adatta al suo ruolo dato che possiede una buona frenata. Però come facciamo a procuraci una Nimbus Gold? Insomma, a parte che l’unico negozio che la vende è a Diagon Alley poi c’è anche il fatto che è costosa…- Malfoy aveva toccato un punto dolente. Oltre al fatto che la ragazza non poteva chiedere ai suoi di comprarle una scopa di quel genere, sapevano che, se anche gliel’avessero regalata loro, lei non l’avrebbe mai accettata. E la capivano per questo. Fu Harry a trovare la soluzione.


Con un sorriso le prese la mano, facendole un occhiolino, invogliandola così a seguirlo. Draco e Kristine credevano di aver capito le intenzioni del ragazzo perciò li lasciarono andare tranquillamente.

Harry la portò fin su alla guferia e, aperta la porta, le lasciò la mano permettendole di entrare e di riprendere fiato.

- Har…Harry…si può…sapere…che hai intenzione…di fare?-

- Fidati mia cara! Sono un genio in queste cose- estrasse la sua bacchetta e richiamò a sé la scopa della ragazza. Aggrottando la fronte si concentrò per bene.


- Scopam Formam Muto – una fontanella di scintille rosse uscì dalla punta della bacchetta. Fiamme rosse e argentee avvolsero la scopa e, evitando accuratamente di interrompere il contatto visivo, dopo qualche secondo le fiammelle si diradarono lasciando scoprire una magnifica Nimbus Gold al posto della vecchia Scopalinda 9 di Ginny.

Guardò prima il nuovo mezzo poi Harry poi ancora la scopa e infine abbracciò il ragazzo che aveva compiuto quella bellissima trasfigurazione. A sua volta lui le circondò la vita lasciando che la testa della ragazza si appoggiasse alla sua spalla.

- Sai…-

- Cosa?-

- Non ti facevo così bravo con le trasfigurazioni!- ridacchiando lo guardò negli occhi.

Orgogliosamente il ragazzo si scostò da lei –Ah davvero? Ma bene…vorrà dire che la prossima volta ci penserai tu?-

Si staccò dall’abbraccio di Ginny ma lei lo trattenne per la manica della tunica da mago, facendolo di nuovo voltare verso di lei. Sulle sue labbra gli sussurrò, pochi attimi prima di baciarle:

- Scherzavo scemo…-


Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:24
Capitolo Sette


"Emozioni…Quasi come sulle montagne russe"


Ron sembrava un leone in gabbia. Continuava a camminare avanti e indietro, incurante dei solchi nel tappeto che stava creando e degli sguardi sconvolti e allarmati di Hermione. Aveva visto tutta la scenata che Ginny aveva fatto al fratello ma era troppo lontana per poter dire o fare qualunque cosa, dato che era appena entrata nella Sala. Appena Ginny era andata via furibonda, Silente, incurante della "piccola scaramuccia" si era alzato e aveva annunciato che, a causa dello strano comportamento della squadra del Grifondoro, che aveva cominciato tempestare l’insegnante di volo su come si dovesse montare sulla scopa, la partita di quel sabato sarebbe stata annullata facendo invece giocare i Dragoblu contro i Serpeverde.


Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso colmo di Ron. In quel modo non aveva neanche più la sua valvola di sfogo. Ottima cosa, davvero ottima. Uscì dalla Sala quasi correndo e non notando nemmeno la ragazza che lo aveva chiamato più volte. All’interno della sua Sala Comune aveva semplicemente preso a calci tutte le poltroncine fino a quando non si calmò un poco. Si appoggiò così allo stipite del camino, lasciando che il fuoco gli scaldasse la faccia. Nel silenzio della Sala deserta sentì il quadro spostarsi e dei passi avvicinarglisi. Sapeva chi fosse ma non voleva assolutamente parlarle. Volse la testa dall’altra parte e ricominciò a camminare avanti e indietro.


Hermione non lo fermò né gli chiese niente. Aspettò che lui facesse la prima mossa e, conoscendolo, sapeva che non avrebbe dovuto aspettare a lungo.


La sentiva lì, come una presenza sensibile e tangibile ma che in ogni modo sfugge alle dita. Non voleva parlarle perché sapeva già quello che la ragazza gli avrebbe detto e non ci teneva proprio ad un’ennesima ramanzina. Passi il suo migliore amico, passi sua sorella ma lei no. Lei no. Non avrebbe retto anche il suo sguardo. Quegli occhi color nocciola non li voleva vedere se dovevano rimproverarlo di qualcosa… timidamente si voltò verso di lei. Non si era mossa da quando era entrata. Strano, non era da lei. Lo stava fissando dritto negli occhi. Senza rancore, senza traccia di ramanzine, lo guardava e basta. I suoi occhi riflessi nei suoi. Le si avvicinò diminuendo la distanza che li separava. Cinque passi, quattro, tre, due. Ora erano a poco meno di un metro di distanza. Lui piegò leggermente la testa da un lato senza interrompere il contatto con gli occhi di Hermione. Un sorriso comparve sulle sue labbra.


Era troppo dolce con quella faccia curiosa che la guardava. Dolce…fosse solo quello…era anche bellissimo, sensibile, pronto ad ascoltarla in ogni occasione, a difenderla…ma era soprattutto il suo migliore amico. La persona più importante nella sua vita, assieme a Harry. Ma ora lui non c’era. Forse proprio grazie a questo aveva incominciato a notare quelle piccole cose che lo contraddistinguevano. La presenza di Harry l’aveva sempre un po’ bloccata e le aveva impedito quasi di vedere meglio il rapporto che intercorreva tra di lei e Ron. Ma, dopo un mese e mezzo che erano rimasti da soli, aveva sentito che qualcosa nel suo rapporto col ragazzo era cambiato. Ma aveva paura. Paura di rovinare tutto. Il loro rapporto di amicizia, il feeling che avevano sviluppato in tutti quegli anni. E nei suoi occhi si poteva leggere tutto questo se solo qualcuno si fosse soffermato sulle sue iridi colo del cioccolato. E Ron lo fece.


La guardava ormai in quella maniera da troppo tempo per non notare i lievi cambiamenti che caratterizzavano la ragazza che gli stava di fronte. Non voleva essere affrettato, non con lei. Tutte meno che lei. Non se lo sarebbe mai perdonato. La piccola Hermione. Una parte essenziale della sua vita ormai. Quando litigavano, quando non sapeva come risolvere un problema, quando era arrabbiato, lei riusciva in ogni caso a riportare la luce dentro le tenebre che crescevano nel suo cuore. Con lei si sentiva completo. Come un pezzo di puzzle che trova l’incastro perfetto. Solo con lei poteva e riusciva a essere sé stesso. Quante volte aveva desiderato stringerla tra le braccia, cullandola come si fa con una bambina piccola. Innumerevoli. E adesso lei era li, davanti a lui, bella come il sole, come solo lei sapeva essere. Quello stesso desiderio ritornò a spingersi con forza tra i meandri della sua mente per uscire e per essere esaudito. Questa volta diede retta al suo istinto relegando la ragione in una singola e remota parte dei suoi pensieri.


Colmò la distanza tra loro con un breve passo…erano più vicini di quanto non apparisse. Non sembrava spaventata…più che altro…curiosa. Sorpresa forse dal gesto del ragazzo ma soprattutto curiosa. Tremando leggermente sollevò una mano accarezzandogli i capelli rossi, sfiorando con le dita sottili la garza che aveva ancora sulla testa. Dio, quanto aveva aspettato un tocco del genere, da lei, con lei, vicino a lei… socchiuse leggermente gli occhi per poi tornare a guardarla fissa nelle iridi color cioccolato. Sovrappose alla mano di lei la sua, stringendola delicatamente, come se tenesse un bicchiere di cristallo. Giocando con le dita di lei, si avvicinò ulteriormente. Adesso si poteva dire che fossero davvero vicini. Molto vicini. Con la mano libera le accarezzò dolcemente la guancia che al tocco presentò una lieve colorazione rossa…a quella vista sorrise dolcemente, avvicinandosi sempre di più…


Glielo chiese con gli occhi e, nella stessa maniera, lei gli rispose.


Le sfiorò le labbra con le sue, piano, temendo di farle male o, piuttosto, che si ritraesse, paura inconscia di tutti i ragazzi. Invece, non si mosse. Lasciò che si staccasse leggermente per guardarlo ancora negli occhi e sorridergli. Quel sorriso…solo lei aveva un sorriso così…così…bhè, indescrivibile. Le sorrise a sua volta, riavvicinandosi e rendendo il bacio un po’ più profondo.

Il loro primo bacio.

***************

Qualcosa era cambiato nei due giorni precedenti alla partita di Quiddich. I Dragoblu venivano visti aggirarsi sempre più raramente lungo i corridoi mentre, invece, si allenavano quasi ininterrottamente al campo. Voci di corridoio dicevano che non erano preparati per affrontare la partita contro i Serpeverde e che quindi, con l’appoggio del loro Capocasata, erano riusciti a farsi esonerare dalle lezioni. Non male dato che così giocavano e basta. Chissà come mai tutte queste dicerie nascevano dalle segrete… Sta di fatto, però, che erano quasi vere. I Dragoblu si allenavano realmente tutto il tempo per poter affrontare al meglio la partita ma paradossalmente, si erano esercitati, al termine dei due giorni, un numero pari di ore a quelle dei Serpeverde e dei Grifondoro. Le avevano solamente unite.


Cogliendo l’occasione di poter spiare gli allenamenti della squadra sconosciuta, il capitano dei Serpeverde, assieme al suo secondo, si erano avvicinati in prossimità del campo, trovando, però, solamente le quattro palle magiche volteggiare per aria assieme a Madama Bumb, che sembrava seguisse un invisibile gioco. Furbescamente, Grissom aveva lanciato un incantesimo sul campo di modo tale che i suoi ragazzi si potessero allenare senza essere visti, giusto per evitare che qualcuno si appropriasse degli schemi.


- Astuti, molto astuti. Ma non importa. Conoscendo le capacità di Draco e anche i suoi punti deboli, non ci sarà troppo difficile studiare delle tattiche offensive nei suoi confronti. Messo lui fuori gioco, il boccino sarà tutto per te, Kyle.- il capitano dei Serpeverde si era rivolto al nuovo Cercatore della squadra, scambiando con lui un sorriso molto poco raccomandabile, ampiamente ricambiato dall’altro che volse la testa verso la pluffa che volteggiava in aria. Immaginando nuove tattiche offensive contro i Dragoblu, un nemico alla stregua dei Grifondoro, i due si avviarono verso il castello.


Nel parco, però, c’era anche un’altra coppia di ragazzi che si stava avviando al campo di Quiddich, discutendo animatamente. Avevano incrociato poco prima le due punte di Serpeverde e, seguendo un copione ben stabilito, gli scambi di battute velenose non si risparmiarono di certo. Aggiungendo anche il fatto che Marcus Flint, il capitano della squadra protetta da Piton, lanciasse occhiate poco riguardevoli a Hermione, non aveva aiutato molto i nervi del rosso che era in sua compagnia. Stuzzicandolo ancora un po’, alla fine i due se ne erano andati, lasciando Hermione alle prese con un’indomabile Ron.

- Non li sopporto quei due. Uno più schifoso e unto dell’altro. Peggio di Malfoy, il che è tutto dire. Almeno lui non ci provava con te…-

- Avanti Ron! Flint avrà solo guardato verso di me un paio di volte…non è così grave!-

- Non è grave?!?! Ma ti sei resa conto che quello ti stava spogliando con gli occhi?!?! Giuro che se avessi potuto gli avrei spaccato volentieri la faccia!- Ron era sempre più infervorato e stava gesticolando ampiamente davanti alla ragazza, immaginando Flint sulla forca…

- Uffa Ron! Quando fai così sei davvero insopportabile! Non puoi saltare addosso alla gente solo perché mi guarda in un modo che a te non piace…prima eri molto più pacato…- il suo tono era cambiato diventando leggermente più tranquillo ma anche più triste. La reazione del ragazzo non si fece attendere. Mettendosi davanti a lei, le sollevò leggermente il mento per poterla guardare negli occhi.

- Herm…- improvvisamente la sua voce si era fatta molto più bassa e dolce rispetto a pochi attimi prima – mi comporto così solo perché non mi piace che uno sgorbio qualunque ti spogli con gli occhi…insomma non è piacevole…e poi tu sei talmente bella…- non concluse la frase ma rimase a guardarla intensamente cercando di comunicarle tutto quello che ha parole non riusciva ad esprimere.

Si avvicinò al corpo del ragazzo sussurrandogli, poco prima di baciarlo:

- Siamo forse gelosi, Ronald Weasley?…-

- Immensamente, signorina Granger…-


**************


Quella sera, in Sala Comune si respirava il classico clima pre partita. C’era chi era teso, chi eccitato, chi faceva pronostici, chi scommetteva su quante ossa rotte ci sarebbero state…

Gli unici indifferenti a tutto ciò rimasero i Dragoblu. Mangiavano normalmente, discutendo in maniera serena del giorno dopo. I sette membri della squadra era seduti tutti vicini e Harry stava dispensando gli ultimi consigli riguardo alle tattiche da utilizzare a seconda delle mosse degli avversari. Ma era alquanto difficile fare un discorso serio poiché tutti si stavano divertendo a lanciarsi la gelatina di ribes che c’era quella sera come dolce. Quando l’ennesimo pezzo molliccio si depositò sul foglio che aveva davanti, Harry dichiarò:


- Va bene, ho capito. Giocate come dei bambini dell’asilo e non pensate alla partita di domani che forse è meglio. Così almeno non rischio che, farcendovi il poco cervello che avete con tutte queste nozioni, non vi dimentichiate tutto quanto nell’arco di una notte…- non riuscì a finire che una marea di gelatina gli si spiaccicò sulla sua faccia. Le risate non si risparmiarono di certo.


- Ah, è così? Volete la guerra? Bene, eccovi accontentati!!- a sua volta Harry prese una cucchiaiata della sua gelatina e la rivolse al ragazzo di fronte a lui, Draco. Plaf, dritta sulla fronte.

Inutile dire che scoppiò in breve una bella battaglia tra i sette, mentre tutti gli altri Dragoblu li guardavano divertiti scuotendo la testa. Gli altri tavoli erano invece completamente sconvolti. Come potevano essere così tranquilli e spensierati dovendo sostenere una partita contro i Serpeverde il giorno dopo? Quando la gelatina finì, si calmò anche la cruenta battaglia. Un colpo di bacchetta e tutti erano di nuovo puliti e sorridenti con la loro gelatina sul piatto. Continuando a ridacchiare, il discorso si spostò sulle lezioni d’incantesimi che avrebbero dovuto sostenere il lunedì seguente finché, la maggior parte dei componenti della squadra, si ritirò nei dormitori. Rimasero soltanto Harry, Ginny, Draco e Kristine quando anche le due ragazza annunciarono che sarebbe andate a dormire. Decidendo di accompagnarle, Draco si unì a loro mentre Harry li avrebbe raggiunti più avanti.


- Non fare troppo tardi, capito?- Ginny gli si era avvicinata e gli aveva dato un bacio veloce, soffermandosi a guardare i suoi occhi verdi.

- Non ti preoccupare, vi raggiungo tra poco, passo un attimo in biblioteca e arrivo…- vedendo la ragazza allontanarsi le prese il braccio, trattenendola e sussurrandole nell’orecchio – Posso passare a salutarti stasera?-

Si volse verso il ragazzo e, sorridendo furbescamente, annuì. Indietreggiò pochi passi guardandolo ancora e, all’ultimo, gli mormorò:

- Cinque minuti…-


Ridacchiando, Harry raggiunse gli altri due che avevano incominciato ad avviarsi ma non riuscì ad andare in biblioteca quella sera…due ragazzi si stavano baciando nella penombra di una statua, poco distanti dall’ingresso della Sala dove sarebbe dovuto andare. Gli passò di fianco senza degnarli di uno sguardo, con la mente ancora occupata a pensare alle carezze di Ginny, però, un bisbiglio, qualcosa di conosciuto, lo fece fermare e prestare più attenzione ai due ragazzi…

Capelli rossi corti…una cascata di riccioli castano chiaro…la voce della sua migliore amica…

- Ron! Hermione! Che cosa state facendo?- li aveva finalmente riconosciuti e, con un tono alquanto sorpreso, si fermò proprio davanti a loro che tentarono, in qualche modo, di darsi un certo contegno.

- Ehm…Harry…cosa ca…mh…cosa ci fai qui?- Ron, se possibile, stava diventando ancora più rosso dei suoi capelli, ma non accennò minimamente a lasciare la mano della ragazza, stringendogliela delicatamente. La cosa non sfuggì al ragazzo.

- Veramente dovevo fare un salto in biblioteca, ma a quanto pare, credo che dovremmo fare una bella chiacchierata, come ai vecchi tempi…- gli fece un occhiolino, voltandosi poi verso la porta che dava sul parco. Lì avrebbero potuto parlare normalmente senza che nessuno li sentisse.


Stupiti e senza parole, i due ragazzi si ritrovarono a seguire il loro migliore amico con cui, però, i rapporti si erano alquanto raffreddati nel corso dell’ultimo mese. Appena furono vicino al lago, Ron lasciò la ragazza e prese Harry per un gomito.

- Harry, fermati un attimo. Io…mh…ecco io…bhè, mi sono innamorato di Hermione! – tutto di un fiato, convinto di quello che diceva e contento di averlo rivelato al ragazzo. Un sorriso comparve sul volto di Harry che commentò:

- Era ora, ragazzo mio! Insomma sono due anni che aspetto che tu ti decida e finalmente ce l’hai fatta!!-

- Oh, non dirlo a me!!- Hermione si introdusse nel discorso, facendo ancora più arrossire Ron.

Tutti e tre si guardarono e, tempo pochi secondi, scoppiarono in una di quelle risate liberatorie di cui avevano un disperato bisogno.


Quella notte vennero chiarite molte questioni e rivelati molti fatti.


***************


Le tre di notte circa. La porta della Sala comune dei Dragoblu si aprì lentamente evitando il minimo rumore. Una figura furtiva attraversò tutta la Sala fino ad arrivare alle scale che conducevano al dormitorio femminile. Si fermò un attimo, poi, ripensandoci, si volse verso il proprio dormitorio. Passò, in quel modo, di fianco ad alcune poltroncine e gli cadde l’occhio su una di esse.


Una figura addormentata giaceva lì, con la testa reclinata verso il comodo cuscino e semi appoggiata alla spalla. Un dolce sorriso si formò sulle labbra di Harry e, avvicinandosi, le accarezzò delicatamente i capelli ramati. Facendo attenzione a non svegliarla, si accucciò davanti a lei, prendendola in braccio e portandola verso il dormitorio maschile. Di certo non poteva portala nel suo, dato che avrebbe svegliato tutte le ragazze. Almeno i suoi compagni non avrebbero sentito nulla.


La depositò amorevolmente sul suo letto, chiudendo le tende del baldacchino, in modo tale da evitare che qualcuno spiasse all’interno. Ginny si mosse lentamente per trovare un comoda posizione, girandosi così sul fianco sinistro. Sorridendo, Harry si tolse il maglione, sedendosi sul bordo del letto per slacciare le scarpe. Prese dal baule una morbida coperta in pile, regalo di Lupin, e, stendendosi vicino alla ragazza, coprì entrambi con la coperta. Si sporse leggermente verso Ginny e le mormorò:

- Buonanotte, piccola…- le mise poi un braccio intorno alla vita, lasciando che appoggiasse la testa sul suo torace. Guardandola un’ultima volta, si addormentò, stringendo tra le braccia ciò che aveva di più prezioso.


*************


Arrivò il gran giorno. Dragoblu contro Serpeverde. Partita attesissima, dato che era la prima della stagione e che si disputava contro una squadra dalle tattiche sconosciute e contro una tra le più bastarde di Hogwarts. Le prerogative dei Serpeverde erano unicamente battere Potter, buttare giù dalla scopa la maggior parte dei giocatori e farla pagare a Malfoy, il traditore, colui che aveva famigliarizzato col "nemico".


Nello spogliatoio dei Dragoblu, la calma regnava sovrana. Tutti sembravano abbastanza rilassati nonostante la pressione psicologica causata dagli urli del pubblico che incominciava a chiamare a gran voce le due squadre. Ad un cenno di Harry, i sei giocatori si alzarono e si misero in posizione, pronti per fare il loro ingresso in campo. La divisa, ricamata in blu e grigio brillante li distinguevano dagli avversari che ne indossavano una verde e argento. Harry si trovava alla testa della freccia, la loro formazione di entrata, Ginny si trovava alla sua destra, incredibilmente seria. Dopotutto era la sua primissima partita. Gli altri stavano discutendo ancora di tattiche. Lentamente le si avvicinò, ponendosi davanti a lei. Con due dita le sollevò il mento cosicché i suoi occhi potessero incrociare quelli verdi e dolci di lui. Spostandole una ciocca di capelli, sfuggita all’elastico, percorse tutto il profilo della ragazza. Bella, delicata e intimorita dalla folla. Questa era la ragazza che amava. Le sorrise sussurrandole:

- Ehi piccola…andrà tutto bene…sei la migliore quando vuoi!- continuò ad accarezzarle la guancia – E poi con la mia trasfigurazione non c’è pericolo! Ok?- un timido sorriso si fece strada sulle labbra della ragazza. Socchiuse gli occhi mentre un bacio a fior di labbra veniva depositato dal ragazzo, poi vide solo le spalle di Harry mentre si allontanava da lei tornando alla sua posizione.


Si voltò ancora una volta per abbracciare con lo sguardo tutti i componenti della sua squadra e, alzando la scopa verso l’alto, proclamò:

- Pronti ragazzi?! In sella e facciamogli vedere la potenza dei Dragoblu!!-

Con un unico grido, tutti insieme uscirono volando in formazione. Una freccia veloce e precisa che fece tutto il giro del campo permettendo così al pubblico di vederli e riconoscerli. Lo speaker incominciò:


- Ed ecco attesissimi i Dragoblu. La squadra più misteriosa e sconosciuta di tutto il campionato. Ricordiamo agli alunni e ai professori che è formata da ragazzi provenienti dalla diverse Case di Hogwarts. Dunque, ecco ufficialmente la formazione: come possiamo notare il capitano nonché Cercatore è Harry Potter, ex Grifondoro, Battitori: Michel Fincher e, a sorpresa, Draco Malfoy. Duro colpo da sopportare per la sua ex squadra. Voci di corridoio lo credevano il Cercatore ufficiale e probabilmente i Serpeverde avevano ideato delle tattiche particolari contro di lui. Ma proseguiamo coi Cacciatori: la sorella gemella di Fincher, Kristine, Alan Parker, anche lui dei Serpeverde e infine David McKey dei Tassorosso come la sua compagna di ruolo. E infine il Portiere: Virginia Weasley, alla sua prima partita in quanto nella sua ex casata non faceva parte della squadra.- e in questo frangente lo spalto dei Grifondoro, sconvolta, si risolse a fare un applauso di circostanza alla ragazza, ammutoliti e amorfi dallo stupore – Bene, tutti i giocatori sono in posizione. Si aspetta solo il fischio di Madama Bumb! Ed ecco la liberazione delle quattro palle, i Bolidi cominciano a scorrazzare nel cielo e la Pluffa viene subito intercettata da Kristine che velocemente si avvia verso la porta avversaria! Viene affiancata da due difensori dei Serpeverde ma un Bolide le libera la strada e le permette subito di segnare!! Dieci a zero per i Dragoblu a pochi secondi dall’inizio della partita e ringraziamenti da parte di Kristine al fratello!!

Ed ecco che l’attacco riparte dalla porta violata ma il passaggio per il capitano Flint viene subito intercettato da Alan…bellissimo gioco del ragazzo, un dribbling eccezionale gli permette di evitare i bolidi lanciati contro di lui grazie anche a Draco che sembra fare buone guardia. Tiro nel cerchio a sinistra e venti a zero per i Dragoblu!! Oh, la squadra nuova non poteva iniziare meglio il campionato!!


Le squadre sembra che si stiano scatenando. Non c’è un minuscolo spazio libero e non coperto dai Bolidi che permetta ai Serpeverde di avvicinarsi alla porta avversaria. Pluffa intercettata da David McKey che zigzaga tra i giocatori avversari!!


Ma…attenzione!! Entrata molto scorretta, ma non giudicata fallosa dall’arbitro, di Flint sul ragazzo con la conseguente perdita della Pluffa. Veloce e pericoloso il capitano dei Serpeverde si avvia verso la porta avversaria! Semina un Dragoblu e poi un altro! Neanche il Bolide di Draco lo ferma cosicché si trova libero di tirare violentemente nell’anello centrale…Parata!! Bellissima parata di Ginny Weasley!!


Ottimi riflessi e coordinazione dato che la ragazza era posizionata sull’anello esterno. La finta di Marcus non ha ottenuto l’effetto desiderato, ancora a secco la sua squadra!! Palla rimessa in gioco dallo stesso portiere verso la compagna Kristine.


Alan, Kristine, ancora Alan ma un Bolide interrompe i passaggi veloci dei ragazzi. La pluffa precipita verso il fondo ma viene prontamente recuperata da David mentre Draco si appresta a ribattere il Bolide furioso rivolgendolo verso il suo ex capitano che si stava apprestando a riconquistare palla… Ah!! Che mossa scorretta!! Il portiere dei Serpeverde, con l’ausilio della sua scopa, ha colpito il secondo Bolide vagante, rispedendolo a Michel ma, a quanto pare, l’arbitro non si è accorto di nulla. Comunque niente di preoccupante dato che, grazie a quella lieve disattenzione, il terzo Cacciatore Dragoblu ha potuto segnare indisturbato!! Siamo già a Cinquanta a Zero per quest’ultimi.-


Seguirono poi altri tentativi da parte della squadra avversaria di segnare ma la maggior parte di essi vennero fermati e neutralizzati dalla bravissima Ginny, dando prova di un’inaudita abilità di cui nessuno si era mai accorto. Bellissime parate e senso del gioco la mettevano in una posizione alquanto privilegiata all’interno della partita, proprio come aveva detto Grissom. Quest’ultimo si trovava seduto tra i Grifondoro che, stupiti a dir poco, guardavano la partita chiedendosi del perché di quella straordinaria abilità. I giocatori, che avevano misteriosamente ripreso a ricordare come si stava in sella a una scopa, discutevano della metamorfosi della ragazza quando vennero interrotti da un urlo dello speaker:


- Un momento!! Guardate Potter si sta gettando in picchiata dalle parti della sua porta seguito immediatamente dal Cercatore avversario! È impossibile da quest’altezza ma pare che Harry sia sicuro di aver visto il Boccino. È sempre più vicino al terreno ma non desiste e seguita ad avvicinarsi, spalleggiato da Kyle, che sta cercando di individuare il Boccino…Harry allunga una mano…improvvisa virata a sinistra del ragazzo che gli permette di evitare di schiantarsi…non c’era nessun Boccino d’Oro, Harry ha compiuto una bellissima finta Wronsky!!


Signori e signorine avete appena assistito a una splendida Finta…ma che succede?! Sembra che Kyle non sia riuscito a virare in tempo e, infatti, la punta della sua scopa ha colpito il terreno, scheggiandosi e incrinandosi in più punti…in questo modo il capitano Flint deve richiedere un time out per far riparare la scopa del compagno o sostituirla…


Nel frattempo, vediamo i Dragoblu riunirsi vicino al portiere mentre Potter si sposta più in alto per cercare con calma il Boccino. Sembra che la scopa sia stata riparata e, infatti, il gioco riprende col fischio di Madama Bumb. Ricordiamo il punteggio di Cento a Venti per i Dragoblu.-


- Molto bene ragazzi, dobbiamo continuare così. Mi raccomando, adesso sarebbe meglio applicare le varie formazioni che abbiamo provato. Almeno così vediamo se funzionano. Tutto ok? Kristine, è tutto nelle tue mani…- Michel, essendo vice capitano, dettava le varie tecniche da usare dato che Harry era impegnato a localizzare il Boccino.


Al fischio dell’arbitro riconquistarono al volo la pluffa zigzagando tra i giocatori avversari. Improvvisamente Kristine, preso possesso di palla, fu circondata dai suoi stessi compagni di squadra, nascondendola alla vista degli altri, mentre Michel e Draco si occupavano di tenere lontani i Bolidi. Passati pochi secondi, il gruppo si divise, tornando alle postazioni iniziali, facendo scoprire così che la ragazza era letteralmente scomparsa. Soltanto Harry, riusciva a vederla dato che era il più in alto di tutti.


Velocemente, la ragazza stava percorrendo il campo dietro le colonne dei tifosi, nascosta dai drappi. Sbucò alle spalle del portiere segnando un bellissimo goal. Quello fu il segnale. Centodieci punti e Harry volò alla conquista del Boccino che aveva già individuato da parecchio tempo. Si trovava vicino alla porta avversaria e Kyle non lo aveva ancora visto.

Quando sentì il suo avversario sfrecciargli a pochi metri dal manico della scopa, non gli si accostò, probabilmente credeva che fosse un’altra finta ma, vedendo in lontananza anche lui il luccichio della pallina e maledicendosi per non essere partito prima, volò a razzo anche lui tentando di raggiungere Harry. I Bolidi fischiavano vicino alle loro orecchie, sfiorando i capelli di entrambi. Bolidi lanciati dai Serpeverde e restituiti dai Dragoblu. Potenti e pericolosi. Uno colpì una tribuna, provocando un grido di paura tra i Corvonero.


"Maledizione! Non riesco a raggiungerlo!" Kyle non sapeva cosa inventarsi per portarsi a pari del suo avversario e superarlo quando gli balenò in mente un’idea alquanto scorretta… con una mano tenne la scopa lanciata ad alta velocità mentre con l’altra prese la bacchetta che aveva opportunamente nascosto nella divisa. La puntò contro Potter, assicurandosi che la Bumb fosse impegnata col Bolide che, stranamente, le arrivava addosso da parte di Flint…

- Impedimenta!-


Invisibili scintille raggiunsero la scopa di Harry facendola lentamente rallentare.

- Ma che cosa?…- Harry si volse giusto in tempo per vedere Kyle sorpassarlo ancora con la bacchetta in mano e un sorriso trionfatore sulla faccia, sempre più vicino al Boccino che fluttuava ignaro dei giocatori.


Una rabbia cieca s’impadronì del ragazzo, più potente, sempre più forte, più calda.

Avanzando con una velocità di dieci volte inferiore al solito, stese una mano col palmo verso l’alto, rivolta contro il giocatore avversario. I suoi occhi divennero braci incandescenti, l’aria cominciava ad essere rarefatta intorno al ragazzo, lui stesso sentiva un caldo crescente salire fino alle punte delle sue dita. Dalla mano, spostò lo sguardo verso Kyle che era a poco meno di venti metri dal Boccino.


Una colonna verticale di aria calda li collegò. La punta della scopa del Serpeverde divampò violentemente, avvolta da alte fiamme rosse. Un sorriso comparve sulle labbra di Harry quando sentì il suo mezzo libero dall’incantesimo. Riprese a volare velocemente superando il ragazzo alle prese col fuoco. Poteva sentire gli urli di paura degli spalti e gli occhi sgomenti dei professori su Kyle e, alcuni, su di sé; ma non gli importava, per quanto ne sapevano loro, lo avevano solo visto stendere una mano verso il ragazzo senza bacchetta né pronunciando una singola parola.


Ma non tutto andò come si era aspettato. Non era ancora finita. Non si era ancora calmato. Dentro di sé lo sentiva divampare, smanioso di uscire. Un sordo pulsare alla testa, le mani sudate, i capelli appiccicati alla fronte. Brividi caldi e freddi lungo la schiena e la vista appannata. Tolse gli occhiali con un movimento isterico senza accorgersi che il metallo, a contatto con le sue dita si era già parzialmente fuso. Tornò a vedere correttamente. Staccò la presa dalla scopa notando l’impronta un po’ bruciacchiata che aveva lasciato sul manico. Stupito, sentì le ali del Boccino a pochi millimetri dalla sua guancia destra. Fulminea, la mano sinistra si chiuse sulla palla.


Calda, sempre più calda. Non sentì neanche le ovazioni del pubblico che, risolta la questione della scopa in fiamme con un po’ d’acqua, era tornato a guardare il Cercatore dei Dragoblu.


Volò lentamente a terra guardando sempre la pallina tra le sue mani. Ad uno ad uno, i tredici giocatori rimanenti scesero del campo di gara. Nessuno di loro mostrava dei cenni di euforia. Qualche sorriso da parte dei Dragoblu ma soprattutto gli sguardi indagatori di Draco, Ginny e Kristine. Fortunatamente non sembrava che i docenti o i tifosi si fossero accorti di qualcosa.

Uno sguardo a Madama Bumb e l’accenno di un sorriso mentre le lasciava in custodia il boccino e un movimento del capo rivolto ai suoi compagni. Andarono tutti verso gli spogliatoi evitando qualunque commento.


Non fece in tempo a richiamare il ragazzo che Madama Bumb dovette lasciar cadere il Boccino dalle sue mani dato che era incandescente.






**************


Ed ecco il mitico settimo capitolo!! Allora, che ne dite? Ho reso abbastanza la partita di Quiddich, con tutti gli stravolgimenti del caso, le finte, i goal, gli incendi…?!? Fatemi sapere assolutamente!!! Me curiosa…

Cmq, tornando ad argomenti più interessanti, iniziamo coi ringraziamenti, dal più vecchio al più recente!! Includo anche quelli per il capitolo cinque dato che nel sei non ho fatto a tempo…^^


Beth: New receptionist!! Grazie cara!! Ma sei tu l’autrice di Star crossed lovers?! Se è così i miei complimenti più vivissimi!!!


Cloe: New receptionist!! Simpatico, vero? Insomma, per una volta, la piccola Ginny può anche tirare fuori le unghie e farsi valere…anche se Ron, in questo caso, non aveva molte colpe…ma quando è troppo è troppo!!! ^^


Alexis, il fratello di voi-sapete-chi: oh, carissimo! Ti sarai ripreso con questo capitolo riguardo a Ron e Hermione? Gli ho dedicato ben cinque paginette…cmq anche con Harry la situazione si è un po’ risolta ma non posso assolutamente dirvi di COSA hanno parlato dato che sennò la trama va a farsi benedire!! Dimmi cosa ne pensi, né? Mi raccomando…


Yolychan: Grasie!!


Mony: o mia cara, carissima Mony!! Sigh, sob, che bella la tua recensione!! Davvero!! Cmq, tornando alle domandine che mi hai fatto: non so se hai capito ma il mitico trio si è più o meno riappacificato ma non posso dirti né quanto né perché né cosa si sono detti…esigenze di copione, sorry ^^ se proprio vuoi ti posso dare qualche anticipazione via e-mail così ti puoi chiarire meglio le idee… A quanto pare la Ginny modello Spacco-Tutto è piaciuta!! Me felice^^!! Per quanto riguarda Harry...bhè, il capitolo dice tutto…e per quanto riguarda Draco…eh, eh, eh…il futuro sarà MOLTO favorevole con lui…e gli altri…


Bene, è tutto per quest’aggiornamento e mi raccomando, ditemi cosa ne pensate che posso sempre migliorare alcuni aspetti…non so, ditemi voi…

Per quanto riguarda il prossimo capitolo…

Dunque, dato che in questa settimana ho una MAREA di compiti e si deciderà la mia vita con questi, direi che tutto quello che posso fare è dirvi solamente il titolo pregandovi di pazientare un pochino col capitolo otto.

Alla prossima con: "Evolversi di Poteri…"


Curiosi?!?!

Un bacio a tutti


Oby86

Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:26
CAPITOLO 8
Capitolo Otto


"Evolversi di Poteri"




Spogliatoi. Dopo la partita vinta per duecentosessanta a venti per i Dragoblu. Un ottimo punteggio a dir la verità. Ma nessuno sembrava molto preso da questo verdetto. Qualche sorriso, una pacca sulla schiena, un occhiolino verso i propri compagni ma nulla di che. Non sembravano molto propensi all’esultanza, anzi. Poi quegli sguardi verso Harry. Lo guardavano di sottecchi come se fosse una persona totalmente sconosciuta.

Semplicemente, al campo, avevano fatto finta di niente dello strano incendio che si era formato sulla scopa di Kyle. Ma in realtà lo avevano visto tutti. E tutti erano alquanto straniti nei suoi confronti, straniti ma assolutamente curiosi. Il problema era che Harry non ne aveva la minima voglia di parlare quindi prese una maglia pulita e si chiuse in una doccia. Uscì da lì nell’arco di cinque minuti evitando di incontrare gli sguardi di chiunque. Si diresse velocemente verso lo spogliatoio femminile, pregando che Ginny avesse già finito di cambiarsi. Per sua fortuna la vide uscire proprio in quel momento, forse perché anche lei aveva bisogno di vederlo.

Si incrociarono davanti alla porta, lei che usciva e lui che stava per bussare.

- Gin…-

- Harry…-

- Vieni con me…- le prese la mano e la tirò leggermente verso il parco su cui incominciava a soffiare una lieve brezza, sinonimo del fatto che l’inverno era quasi alle porte. I due ragazzi camminavano vicini in silenzio.


I pensieri di Ginny vagavano veloci nella sua mente: domande che non riuscivano ad avere una risposta, il fatto che il suo ragazzo le avesse mentito… persa com’era nelle sue idee, non si accorse del luogo dove Harry l’aveva portata, solo quando le lasciò la mano vide realmente dove si trovavano. Erano vicino alla Foresta Proibita, in una piccola radura che si collegava, tramite un invisibile sentiero che correva dentro ad un groviglio di alberi, per la maggior parte faggi rossi, al prato leggermente in discesa che arrivava fino alla sponda del lago.

Sollevò il suo sguardo su Harry, sondando i suoi occhi. Aveva bisogno di sentire dalla sua voce quello che era realmente successo durante la partita. Si guardarono a lungo finché il ragazzo non distolse lo sguardo.


- Lo so. Non dovevo incendiare la scopa di Kyle, ma ho perso il controllo, non sono riuscito a trattenermi. Dovevo scaricare la rabbia contro qualcuno o sarei scoppiato- le stava dando le spalle ma la sentì ugualmente muoversi verso di lui, infatti, gli si mise davanti accarezzandogli i capelli dolcemente aggiungendo:

- Harry, lo so che non l’hai voluto tu però potevi creare dei seri danni se non riuscivi a controllarti. E poi come l’avresti spiegato ai professori? E in ogni caso mi avevi promesso che non avresti utilizzato i tuoi poteri in pubblico, soprattutto per una scemata del genere. Ancora ancora quando ci alleniamo noi quattro ma così…-


L’abbracciò, lasciando che le mani della ragazza nei suoi capelli lo rilassassero. Dopo qualche minuto la sentì staccarsi per guardarlo negli occhi. Aspettava una risposta. Specchiandosi nei suoi occhi chiari tentò di dare un senso a quello che era successo.

- Come posso fare, Gin? Insomma, faccio fatica a controllarmi e se non ho dell’acqua a portata di mano devo per forza dirigerlo verso qualcosa. Quando poi sono arrabbiato diventa molto più difficile decidere contro cosa lanciarlo…insomma, Kyle ha giocato sporco e per colpa sua rischiavamo di perdere…non ci ho più visto…non volevo, sul serio…devi credermi!- la prese per i polsi stringendoli leggermente, mentre i suoi occhi si accendevano. Un verde brillante che sapeva sempre incatenarla a quello sguardo. Automaticamente si avvicinò al ragazzo sussurrandogli:

- Harry…io ti credo è solo che…bhè, è pericoloso quindi promettimi che cercherai meglio di controllarti.-

La guardò meglio negli occhi, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- Te lo prometto. Ma avrò bisogno di tutti voi.-


*************


Una grande baldoria aspettava i giocatori al ritorno nella loro sala comune e sembrava proprio che per una volta si fossero lasciati andare come ogni singolo ragazzo di sedici e diciassette anni fa. I festeggiamenti si potevano sentire lungo tutto il corridoio del terzo piano. Urli, risate, applausi si contrapponevano a bottiglie di Burrobirre stappate. Ma tra l’euforia generale c’era qualcuno che non festeggiava. Parte della squadra di Quiddich era impegnata in un fitto discorso a cui nessuno fece caso più di tanto. Il quartetto discuteva animatamente riguardo a quello che Harry poteva fare per controllare meglio i suoi poteri. A seguito delle domande incessanti di Kristine si erano visti costretti a metterla al corrente di quello che era accaduto a Harry ma, alla fine, si era rivelata un’ottima consigliera.

Tutti e tre convennero con lei che l’unica cosa coerente da fare era aumentare gli allenamenti di controllo. Per poter gestire il fuoco come meglio poteva, Harry doveva sviluppare meglio il controllo mentale.


- La cosa migliore sarebbe che si sottoponesse ad un Imperius. In questo modo aumenterebbe notevolmente le sue capacità. Se riuscisse a respingere una maledizione senza perdono, potrebbe di conseguenza controllare la sua rabbia e quindi il fuoco stesso.-

- Draco! Ma ti rendi conto di quello che hai detto?! Primo: è proibito fare uso di maledizioni senza perdono. Due: per essere davvero efficace dovrebbe essere un adulto o uno con molta esperienza a lanciare l’incantesimo e noi non conosciamo nessuno in grado di farlo e né che sarebbe disposto a rischiare di passare tutta la sua vita ad Azkàban!- Kristine ribattè prontamente a Draco, dato che Harry sembrava si fosse estraniato un’altra volta dal discorso. Era come se lo facesse apposta a non seguire tutti i ragionamenti che loro tre stavano cercando di fare.

- E se noi ne conoscessimo uno in grado di farlo?- maliziosamente, Draco rispose alla ragazza. Questa volta fu il turno di Ginny a ribattere al biondo.

- E allora chi sarebbe questo incosciente?- lo sfidò, mostrandosi alquanto sicura che non ci fosse proprio nessuno disposto a correre un rischio così elevato.

Il sorriso di Draco si allargò ancora di più mentre nelle menti dei tre ragazzi si stava facendo strada un’idea alquanto pericolosa ma proprio per questo imperdibile.


*************


Circa un paio di settimane più tardi, i Dragoblu stavano seguendo una lezione di Erbologia applicata ai veleni estratti dalle pinte e applicati nelle pozioni quando sentirono gli urli e gli incitamenti della squadra dei Grifondoro. Sembrava che in quell’ora i ragazzi si stessero allenando in vista della partita che avrebbero dovuto disputare di lì a poco. A seguito del cambiamento che era avvenuto durante la prima partita di Quiddich della stagione, tutto il programma delle gare era stato cambiato. Il giorno successivo alla scontro tra i Dragoblu e i Serpeverde era apparso un nuovo foglio in bacheca.


Giornate
Periodo
Squadre
Punteggi

1° Giornata
7 Ottobre
Dragoblu-Serpeverde
260-20

2° Giornata
21 Ottobre
Grifondoro-Tassorosso
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3° Giornata
2 Dicembre
Serpeverde-Corvonero
________

4° Giornata
16 Dicembre
Dragoblu-Tassorosso
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5° Giornata
5 Febbraio
Tassorosso-Corvonero
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6° Giornata
19 Febbraio
Grifondoro-Serpeverde
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7° Giornata
1 Aprile
Dragoblu-Corvonero
________

8° Giornata
15 Aprile
Serpeverde-Tassorosso
________

9° Giornata
19 Aprile
Grifondoro-Corvonero
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10° Giornata
3 Giugno
Dragoblu-Grifondoro
________





Ad ogni partita disputata sarebbe stato aggiunto il punteggio ed al termine di esse sarebbe stata effettuata la somma con la conseguente consegna della ambitissima Coppa del Quiddich. Per come erano partiti, i Dragoblu avevano un ottimo risultato che poteva permettere loro di non strafare troppo nella partita successiva e che spronava le altre squadre a migliorarsi ulteriormente per potersi così avvicinare alla nuova casa.


Concludendo velocemente la lezione con la professoressa Sprite, i giocatori si avviarono curiosi al campo, ma come era successo per loro, la squadra aveva utilizzato un incantesimo di protezione quindi si vedevano solamente le quattro palle vagare, apparentemente senza senso, per il cielo di Hogwarts. Alcuni, delusi di non poter spiare i propri avversari e i campioni uscenti del torneo, ritornarono al proprio dormitorio, dato che per quel pomeriggio avevano terminato le lezioni. Invece Harry, Ginny, Kristine e Draco rimasero, decisi a godersi il timido sole invernale che si stagliava pallido sopra le guglie del castello. Una volta che i ragazzi avessero terminato l’allenamento gli avrebbero chiesto come andava la preparazione. Dopotutto per due di loro era la loro ex casata.


Chiacchierando normalmente non si accorsero che un giocatore era uscito dal perimetro della barriera. Era senza scopa e sembrava essere stato colpito da un bolide. Stava inesorabilmente cadendo verso il centro del lago, tanta era stata la potenza della palla incantata che, inesorabile, lo spingeva sempre più verso le acque scure e profonde. Un urlo e anche un altro giocatore ruppe la barriera.


- RON!!-

Automaticamente i quattro ragazzi volsero la testa verso la fonte di quell’urlo per poi notare che il giocatore appena chiamato stava precipitando verso il lago infestato dalla piovra gigante. Ginny sbiancò. Gli occhi spalancati dalla paura. Harry era nelle sue stesse condizioni. Un groppo allo stomaco. Una morsa di acciaio all’altezza degli addominali.


- RON!! O mio dio!!- scosse la testa incredula a quello che stava vedendo. Suo fratello a pochi metri da un impatto micidiale con l’acqua del lago e Fred che tentava disperato di raggiungerlo in tempo. Fulminea, la sua mano corse alla bacchetta, ma non le venne in mente nulla da fare. Non sapeva cosa fare per salvare suo fratello. Era terrorizzata mentre Ron si avvicinava sempre più alla superficie nera del lago. Fred era troppo lontano per poterlo raggiungere in tempo.

Se solo…se solo avesse potuto fare qualcosa…qualunque cosa…


Stese una mano verso la sagoma di suo fratello. L’acqua si mosse. E lei se ne accorse. Si concentrò meglio. Si stavano formando delle onde sulla superficie. Onde sempre più alte. Si unirono, si disfecero. Crearono dal nulla un’onda alta e impetuosa. Ribolliva di potenza e di rabbia. Stava per abbattersi nuovamente sulla superficie dell’acqua quando colpì la schiena di Ron. Un contraccolpo forte che fece sbalzare in avanti il ragazzo. Mentre l’onda scendeva per ricongiungersi alle sue sorelle, sentì il corpo di Ron adagiarsi sulla sua cima, accompagnandolo più lentamente verso la superficie del lago.


A contatto con l’acqua fredda e scura, scoprendo che non si era rotto niente e che era ancora vivo, Ron cercò di mantenersi a galla, mentre la strana e inusuale onda scompariva così come era venuta. Misteriosamente. Quando Ginny vide Fred raggiungere il fratello tirò un sospiro di sollievo, lasciandosi cadere sull’erba e abbassando lentamente la mano. Poteva sentire gli sguardi su di sé dei tre ragazzi ma non le importava. Suo fratello era salvo.


************


Quella stessa sera, nella sala comune dei Dragoblu le stesse quattro figure di quindici giorni prima si ritrovarono a parlare sulle medesime poltroncine.


- Ginny, tu hai controllato le acque del lago! È stupendo!! Ti rendi conto che puoi muovere a tuo piacimento l’acqua?! È stupendo!- Kristine era emozionatissima all’idea che la sua migliore amica riuscisse a comandare quanto di più potente e misterioso ci fosse: l’acqua. Ma la ragazza in questione non sembrava molto felice all’idea.

- Oh, insomma, Kris! Ho solo desiderato che l’acqua salvasse mio fratello, tutto qua!-

- E ti pare poco? Se fossi in te andrei a far cadere cascate sulla testa della McGranitt!!- anche Draco sembrava entusiasta di questa novità. L’unico che non aveva ancora aperto bocca era stato Harry. Ginny si voltò speranzosa verso di lui chiedendogli con gli occhi quello che avrebbe dovuto fare.


Sorridendo comprensivo, Harry le prese una mano stringendola delicatamente nella sua.

- Gin, ascoltami. Quello che è successo oggi è una cosa strana ma bella perché ti ha permesso di aiutare Ron. Non devi ritrarti di fronte a questo dono, perché di un dono si tratta. Devi semplicemente accettarlo e fare la cosa che reputi più giusta. Se usarlo oppure no. Ma se ben conosco il tipo di potere che hai tra le mani è una cosa che uscirà da solo quando meno te lo aspetti. E la cosa migliore è essere preparati a gestirlo. Non fare il mio stesso errore. Io ho rischiato di bruciare un mio avversario, solo perché non sapevo controllarmi. Ti prego, devi valutare tutte le più piccole sfumature…ma la decisione finale spetta a te, noi non ti spingeremo in una direzione o nell’altra. Te lo prometto.- alle parole di Harry, anche gli altri due ragazzi annuirono convinti.

Scuotendo leggermente la testa, Ginny si alzò dalla poltroncina per dirigersi fuori dalla Sala.

Harry fece per raggiungerla ma fu trattenuto da Draco. – Vorrà stare un po’ da sola, cerca di capirla. Deve decidere di una cosa che è molto più grande di lei e di cui non ha la minima esperienza.-

Continuando a guardare l’uscita con occhi bramanti di raggiungerla, Harry si risedette, sprofondando nel mutismo più assoluto.


*************


Circa le tre di notte dello stesso giorno. Nel dormitorio maschile si sentiva un sommesso russare che proveniva dai letti più in fondo. Le tende di uno dei letti vicini ad una delle grandi finestre erano tirate di modo che uno non potesse sbirciare all’interno. Una figura si diresse sicura verso di quello. Scostò piano il drappo per vedere se il ragazzo dormiva. Ad un piccolissimo rumore, Harry aprì gli occhi, per trovarsi davanti a sé, Ginny. Nessuna emozione trapelava dalla sua faccia. E questo fece ancora più preoccupare il ragazzo.

Si sollevò dal cuscino, non staccando gli occhi da quelli della ragazza. Poteva scorgere un profondo senso di smarrimento ed era quello che più temeva.

La raggiunse che le i non si era minimamente mossa dalla posizione con cui lo aveva svegliato. Una mano ancora appoggiata alla pesante tenda di velluto bordò. Si mise di fronte a lei, guardandola ancora un momento negli occhi. Poi non resistette più. L’abbracciò con foga e la sentì tremare leggermente. Pochi attimi dopo, la schiena di Ginny era scossa da lenti e silenziosi singhiozzi. Le accarezzò dolcemente i fianchi e i capelli, cercando di farla calmare e maledicendosi per non esserle corso dietro quando era uscita precipitosamente dalla sala. Dopo qualche minuto la ragazza si calmò e Harry la fece sedere sul letto, tirando nuovamente la tenda. A gambe incrociate si mise davanti a lei, tenendole una mano, mentre con l’altra le asciugava l’ultima lacrima ribelle che colava sulla sua gota arrossata.

- Tesoro…che è successo? Sei sconvolta…-

- Oh Harry… è che non sono sicura di poter fare la scelta giusta…non da sola…-

Si maledisse un’ulteriore volta.

- Ginny, ascoltami…non sei e non sarai mai sola, questo te lo sottoscrivo qui, ora, e in questo luogo! – un timido sorriso fece capolino sulle labbra tremanti di lei – e poi, per qualunque cosa, dubbio lo sai che puoi sempre, anzi devi, venire da me! Farò di tutto per aiutarti, ricordalo sempre…- quest’ultima frase fu pronunciata da Harry talmente a bassa voce che temette che Ginny non avesse sentito… ma lei, invece, si avvicinò al ragazzo abbracciandolo stretto e mormorandogli, vicino all’orecchio:

- Grazie…-


Rimasero in quella posizione per un po’, finché Harry non le disse, con voce strozzata:

- Amore, credo di non avere più le ginocchia… non è che potresti…ehm…spostarti?- imbarazzatissima, la ragazza si spostò di modo tale che Harry potè sgranchirsi le gambe intorpidite dalla strana posizione che aveva assunto. Si guardarono un’ultima volta prima di scoppiare a ridere.

- Sei così bella quando sorridi… non voglio più vederti piangere per una cosa del genere, ok?- Ginny ritornò seria per poi ribattere:

- Harry, tu non capisci. Non è una cosa banale quella che è successa oggi. Insomma ho – e qui abbassò ulteriormente la voce- controllato l’acqua del lago…-

- E salvato la vita a Ron. Insomma Gin, io non vedo dove sia il problema, sul serio. È così bello sentire una forza sconosciuta attraversarti le vene e scaturire dalle tue mani, dirigendola dove vuoi…bhè, almeno è quello che ho provato io…-

- Se è per questo, anch’io…- un sorriso complice comparve sulle labbra di entrambi i ragazzi…

Si stesero vicini sul letto, coprendo le gambe col comodo piumone, di modo tale da non prendere troppo freddo. Ginny si avvicinò maggiormente a Harry, appoggiando la testa sul suo petto e lasciandosi avvolgere dal braccio forte di lui.

- Gin, il fatto è che tu hai questa capacità e non puoi decidere di gettarla via…-

- Ma posso decidere di non usarla-

- Questo si, ma, ma come ti ho già detto prima in sala comune, non sarai mai sicura che il tuo potere non ti possa ritornare utile un giorno o l’altro. E l’unico modo per poterlo usare correttamente sarebbe quello di allenarsi con esso. Prendila così. Durante i miei allenamenti per controllare il fuoco, io perdo il controllo e la stanza brucia all’improvviso. Se non riusciamo a fermarlo con le bacchette dovresti subentrare tu.-

- Bhè, se la metti, sembra una cosa positiva. Però…se non riuscissi a controllarlo, come capita a te? Insomma, il fuoco lo puoi spegnere, l’acqua no.-

- Motivo in più per allenarti insieme a me…Draco, da questo punto di vista, è davvero prezioso…ma adesso ci conviene dormire un po’…sono quasi le quattro e ho idea che tu abbia girovagato per il castello fino a un’oretta fa, dico bene?-

- Yahm…già…e ti confesso che sono stanca morta… notte amore…- gli diede un delicato bacio a fior di labbra per poi accoccolarsi nuovamente sul suo petto, sentendo il braccio di Harry stringerla in maniera protettiva e amorevole.

- Buonanotte piccola…- le sfiorò con le labbra i capelli ramati per poi chiudere le palpebre assaporando il tepore che il corpo della sua ragazza gli procurava.


**************


Tre mesi dopo


Ridendo come pazzi, Harry, Draco, Ginny e Kristine correvano lungo il corridoio segreto che conduceva a Hogsmade. Erano riusciti a marinare le lezioni della McGranitt, una sensazione unica di libertà si faceva strada nei loro cuori. Leggeri come l’aria, chiacchieravano amabilmente fra di loro di tutto quello che avrebbero potuto fare in quella mattinata mentre invece i loro cloni si dovevano sorbire una pallosissima lezione di Trasfigurazione. Che tra l’altro loro sapevano benissimo.

Subito dopo aver scoperto la straordinaria abilità di Draco con le pozioni e dopo nottate insonni ad aiutarlo con la difficilissima preparazione di alcune di esse, finalmente erano riusciti a ricavare una pozione simile alla Polisucco ma sostanzialmente diversa. Consisteva nell’apportare alcune modifiche al composto e si potevano creare dal nulla le copie esatte di sé stessi.

Bastava far cadere poche gocce su un proprio capello che subito prendeva forma il proprio clone. L’unica peculiarità era che il quoziente intellettivo e la famigliarizzazione con gli altri erano alquanto carenti. Ma se per una volta non si mostravano attenti alle lezioni e amichevoli nessuno avrebbe avuto qualcosa da ridire. E la cosa più bella era che l’effetto durava sei ore precise. Quanto bastava dall’inizio della prima lezione fino all’uscita a Hogsmade dove poi avrebbero fatto finta di unirsi al gruppo. I cloni si dissolvevano nel nulla appena terminava l’effetto e trovandosi in fondo alla fila degli alunni in gita non avrebbero costituito un grosso problema.

Nell’ultimo mese, Grissom, il loro Capocasata, aveva subito forti pressioni da parte di alcuni insegnati affinché seguissero normalmente almeno alcuni corsi principali. Così erano stati reintegrati nel giro normale delle lezioni, con immensa gioia dei Grifondoro e ira dei Serpeverde.


Probabilmente in quel momento, Ron e Hermione stavano prendendo appunti su come avveniva la trasfigurazione di animali in altri essere viventi, chiedendosi come mai loro quattro non prestassero alcuna attenzione. Semplicemente perché si trovavano a più di cinque miglia di distanza dal castello e i loro cloni non erano ancora abbastanza abili da seguire una lezione così impegnativa.


Si ritrovarono nel retro bottega di Mielandia. Non c’erano molti clienti quella mattina ma abbastanza da permettere ai ragazzi di sgattaloiare fuori dal negozio, non prima di aver fatto provviste di qualunque tipo. La cosa più bella era che nessuno gli chiedeva come mai non ci fossero in giro i professori ad accompagnare i ragazzi. Erano talmente cambiati da non essere riconosciuti come alunni di Hogwarts. In quei tre mesi di scuola, i due ragazzi erano alquanto cresciuti in altezza e avevano irrobustito ampiamente le spalle e il torace. Non sembravano affatto due giovani Dragoblu di sedici anni quali invece erano. Sguardi fieri e sicuri di sé si spostavano da una parte all’altra del villaggio. Camminavano senza incertezze incuranti dei possibili ostacoli che potevano incontrare sul loro cammino. Ai loro lati due giovani fanciulle. Cambiatissime rispetto all’anno precedente. Gli allenamenti di Quiddich e quelli con Jim si erano rivelati un toccasana per i loro corpi ancora privi di una forma muscolare degna di questo nome. Sotto le magliette attillate si potevano scorgere gli addominali ben designati mentre le braccia presentavano un discreto sviluppo dei bicipiti. Senza tralasciare quelle forme unicamente femminili che facevano voltare la testa a tutti i maschi tre i sedici e i trent’anni che incontravano per strada.


Giravano per il mercatino sicuri e tranquilli, incuranti degli sguardi che qualche vecchietto rivolgeva loro, credendo di averli già visti da qualche parte. Una bancarella di oggetti magici stranieri attirò l’attenzione del quartetto, ma in quel modo voltarono le spalle alla strada principale.


Come tutti i mercatini magici, caratteristica saliente di quello di Hogsmade era il vociare continuo e famigliare che imperversava in ogni angolo. Ma qualcosa o qualcuno aveva fatto progressivamente arretrare le donne che si aggiravano per le bancarelle delle verdure, impedendo loro di emettere alcun suono, tanta era la paura che quelle vesti nere evocava. Mangiamorte da ogni parte si aggiravano nel mercato, chiudendosi a raggiera proprio su quei quattro ragazzi.


Una strana sensazione fece voltare Draco, facendolo immediatamente pentire di quello che aveva fatto. Si rivolse a bassa voce ai tre ragazzi accanto a sé.

- Ragazzi, ci sono dei guai. Ma guai grossi.-


Il tono preoccupato e leggermente più alto del normale, fece voltare gli altri ragazzi, mentre i loro visi si oscuravano dalla rabbia e dalla sorpresa.


Ricognitori di Voldemort. Vicini questa volta, troppo vicini al castello e agli studenti. Non sembrava che il gruppo di Mangiamorte fosse molto preoccupato dal fatto che li avessero scoperti, anzi. Ostentavano i loro sorrisini malefici che si potevano intravedere da sotto il cappuccio nero. Draco li informò immediatamente che quelli non erano i cosiddetti "pezzi grossi" dell’esercito del Signore Oscuro.

Probabilmente erano stati mandati lì con il compito di fare un po’ di casino, ma avevano trovato loro e probabilmente volevano divertirsi. La presenza poi di Potter contribuiva molto ad eccitare le menti contorte di alcuni loro. Il piacere di poter catture il ragazzo che più odiava il loro padrone doveva consentire ad alcuni di loro ricompense illimitate e il favoritismo del Signore Oscuro. Un’occasione troppo ghiotta per gettarla al vento.


Velocemente Harry si rivolse a Ginny e a Kristine dicendogli di correre al castello per dare l’allarme ma gli sguardi arrabbiati delle due ragazze gli fece rimangiare le ultime parole della frase, cambiandola poi immediatamente:

- Ok, ok, rimanete ma se qualcosa dovesse andare storta voi volerete a Hogwarts alla velocità della luce, sono stato chiaro?-

Un sorriso soddisfatto comparve sulle labbra delle due Dragoblu, mentre Draco volgeva la sua attenzione ai Mangiamorte che si stavano facendo sempre più vicini.


Uno di loro si fermò a circa cinque metri di distanza e, con un movimento veloce della mano, estrasse la bacchetta facendo esplodere la bancarella vicina al quartetto. Non si mossero di un passo incuranti di quello che era appena accaduto. Anzi. Richiamarono a sé le armi che preferivano con le formule che avevano appreso in quei mesi di addestramento. Due sciabole per Draco e Kristine, mentre Ginny preferì una spada a doppio taglio e un bastone chiodato. Harry chiamò la spada di Godric Grifondoro, la migliore che avesse mai provato. Leggera e micidiale. Un’ottima alleata. Nella mano sinistra stringeva saldamente la sua bacchetta. A quella vista, dalla schiera degli incappucciati, partirono una raffica di incantesimi mortali e dolorosi rivolti ai Dragoblu. In poco tempo persero le armi, bruciate dalle varie maledizioni, che avevano usato come scudo. Movimenti fulminei li contraddistinsero, incrementando una lieve paura nei Mangiamorte.


Lo scontro cominciò. Ogni ragazzo fronteggiava almeno due avversari, cavandosela comunque egregiamente. Ma ogni volta che ne ferivano uno in maniera profonda subito un altro fresco ne prendeva il posto.


Nonostante i continui allenamenti, Harry e gli altri cominciavano a mostrare i primi segni di stanchezza. In più erano anche frenati dal combattere con tutte le proprie forze per il fatto che c’erano troppe persone innocenti lì intorno. La troppa paura impediva alla popolazione di mettersi al sicuro. Solamente quando cominciarono ad esserci dei morti tra la gente, quest’ultima si decise a mettersi al sicuro.


Il combattimento tra le due fazioni proseguì indisturbato. I ragazzi non se la stavano cavando male ma c’era troppo divario in termini numerici, dato che per quanto riguardava la tecnica non avevano nulla da invidiare ai Mangiamorte. Se questi utilizzavano incantesimi e anatemi illegali, i Dragoblu non erano da meno. Non si abbassavano certo al livello dei loro avversari ma sapevano perfettamente come ferire in maniera grave un uomo di media statura. Ma nonostante ciò il numero era troppo elevato per poterlo affrontare senza un supporto esterno.

Cominciavano a dare i primi segni di stanchezza e la mancanza degli altri era sempre più tangente. Si ritrovarono a darsi le spalle a vicenda mentre i loro sanguinari avversari li circondavano ghignando. Tutti e quattro avevano il fiatone e, chi più chi meno, presentava qualche ferita a livello superficiale. Uno dei Mangiamorte prese la parola:


- Bene, bene. Vediamo un po’ chi c’è qui…Potter! Ma quale sorpresa! E poi…- Spostò lo sguardo verso il ragazzo alla sinistra dello "sfregiato" quando un moto di sorpresa attraversò i suoi occhi che si fecero via via più scuri e imperiosi man mano che parlava– il figlio di Lucius Malfoy! Oh, il caro Lucius sarà sicuramente molto fiero di aver covato una serpe nel suo seno…ztè- con un movimento fulmineo, sputò ai piedi di Draco, con un tale disprezzo e furia che se fosse stata acido non avrebbe esitato a mirare alla faccia del giovane.


Bastò quel gesto far salire ulteriormente la collera di Harry ma fu preceduto dal biondino. Un lampo verde accecante gli sfiorò l’orecchio per abbattersi incontrastato su colui che aveva parlato.

- Avada Kedrava-


La maledizione lo colpì proprio in mezzo agli occhi, lasciandolo poi cadere morto con le palpebre spalancate, che mostravano ancora uno sguardo di puro terrore. Probabilmente non si aspettava che un ragazzino di appena sedici anni potesse usare correttamente una Maledizione Senza Perdono, forse era anche per questo che non aveva fatto in tempo a contrattaccare.


Lo guardarono tutti sconvolti ad eccezione dei suoi amici. Anzi. Un sorriso comparve sulla faccia di Harry che mise via la spada ed estrasse la bacchetta, seguito a ruota dalle altre due. Tutti indietreggiarono di un passo, intimoriti. Ma fu una sensazione che provarono poco, dato che nelle loro mani comparvero potenti armi babbane. Possedevano pistole a ripetizione e mitragliette col caricatore pieno. Molto più veloci di qualunque incantesimo e assolutamente impossibili da contrastare. O almeno non avevano la più pallida idea di come si facesse. Avevano solo nozioni teoriche dato che la pratica l’avrebbero fatta soltanto il mese prossimo. Probabilmente il più grosso e unico errore che fece Jimmy nell’addestramento dei Dragoblu.

Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:27
CAPITOLO 9
"Riunione di Poteri"


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Questa volta ad essere spaventati furono i quattro ragazzi…non erano preparati a fronteggiare uomini armati sia di armi babbane che di bacchette magiche e non sapevano come comportarsi. Il cerchio si chiuse intorno a loro. Da un secondo cappuccio nero gli fu intimato di lasciar cadere le bacchette. Lentamente, sotto la mira incessante delle mitragliette si videro costretti ad obbedire.


Harry lanciò un’occhiata preoccupata alle due ragazze che sembravano leggermente spaventate, in più Kristine aveva una brutta ferita all’avambraccio. L’aveva tamponata con un pezzo di stoffa ma continuava debolmente a sanguinare. Poi il suo sguardo passò a Ginny. Impassibile, ma ogni colore si era ormai dileguato dalle sue guance: era come vedere un liquido denso scorrere via da una caraffa, lei che era sempre rossa sulle gote ora c’era un bianco cinereo che si contrapponeva ai suoi capelli ramati. I suoi occhi erano sconfinate pozze di paura. E persino Draco aveva lo sguardo fisso e offuscato dal panico.


Non potevano difendersi e avrebbero preferito morire che cadere nelle mani del Signore Oscuro. Aveva le labbra socchiuse, boccheggiava come se facesse fatica a respirare.


- Dobbiamo scappare- si ritrovò a mormorare. Vide i loro occhi correre ai suoi e sondare i suoi pensieri. – Ci uccideranno o peggio. E non voglio che questo accada. Dobbiamo andare via, o ci uccideranno come hanno fatto coi miei genitori. Non voglio che…- la sua voce saliva, cresceva come la temperatura intorno a loro.


- Harry! Attento a quello che fai!- la voce di Ginny lo riportò a prendere di nuovo coscienza di cosa stesse accadendo. Stava perdendo il controllo e non voleva farlo…poteva essere pericoloso, troppo pericoloso… anche Kristine sentì la vampata di calore, l’aria che stava diventando sempre più rarefatta.


- Cristo santo- bisbigliò con voce roca. – Sei tu, Harry?- non l’aveva sentito mai così forte.


Lui la ignorò, cercando conforto nelle mani di Ginny che gli stringevano gli avambracci. Lo guardò dritto negli occhi. – Pensi…pensi che sia troppo tardi, Harry? Cosa senti dentro?-


- E’ vicino…- era pallido anche lui, quasi come un lenzuolo- Quelli vi ammazzeranno senza pensarci due volte…è me che vogliono…vivo…-


- Puoi fermarli?- gli disse lei a bassa voce. Harry la guardò.


- Puoi fermarli, Harry?- gli ripetè la domanda calcando sul suo nome.


- Si- disse- Ma…potrei anche ucciderli.-


- Lo so, ma a questo punto si tratta di uccidere o di essere uccisi. Forse non c’è più scelta.-


- Lo sai che cosa potrei scatenare…hai visto cosa succede se perdo il controllo…-


- Lo so Harry. E non farlo se pensi di non controllarlo. Non farlo neppure per me.-

Si fissarono, occhi negli occhi; quelli di Ginny stanchi e atterriti, quelli di Harry dilatati dall’orrore che poteva creare.


In quel mentre, Draco e Kristine si strinsero intorno ai due ragazzi e, se anche avevano compreso poche parole di quello strano discorso, si dichiararono pronti a fare tutto il possibile pur di non cadere in mano di Voldemort.

Ci fu un breve momento di silenzio che sembrò durare interminabili ore, poi Harry sollevò lo sguardo su di loro.

Disse che non ce ne era bisogno. Si liberò dalla stretta di Ginny e si avvicinò al cerchio di maghi oscuri, più minuto di quanto non fosse al suo arrivo a Hogwarts.


La ragazza aveva lo stomaco pesante, di piombo, come se avesse mandato giù un gelato formato gigante in un boccone solo. Aveva appena detto al suo ragazzo, la persona a cui teneva di più al mondo, di scatenare una potenza di cui non sapeva nulla e che poteva ridurre tutto quello che incontrava in cenere. E non era certa che lei sarebbe riuscita ad evocare l’acqua. Poteva comandarla se era presente ma non evocarla. Almeno non lo aveva ancora fatto.


Un sorriso comparve sulla faccia unta di uno di loro che probabilmente guidava quella banda di pazzi.

- Avanti, Potter. Vieni, avanza pure. Credi di poter fare il coraggioso come a suo tempo fece tuo padre? O tua madre?-


Ginny sentì qualcosa montare nell’aria, montare e crescere intorno a Harry, come una carica elettrica. I peli delle braccia cominciarono improvvisamente a fremere e a rizzarsi come attratti da un’invisibile calamita. Guardò il suo ragazzo e vide il suo viso terreo ma anche così strano, ora. Senza preavviso tre uomini incappucciati scattarono verso di lui, pistole alla mano…


Harry si voltò a guardarli. I suoi occhi si dilatarono appena e Ginny sentì qualcosa di caldo superarla, come in un tiepido risucchio. I tre Mangiamorte erano a metà strada da loro allorché i loro capelli presero fuoco.

Una pistola tuonò, fragorosa, e una bancarella fu colpita, provocando la scheggiatura di un pilastro che reggeva il tettuccio. La gente lì intorno urlò, Draco fece un balzo indietro. Ma Harry sembrò non accorgersi di tutto quello che stava accadendo intorno a lui. Il suo volto era sognante, assorto. Un sorriso misterioso, da Monna Lisa, gli incurvava appena gli angoli della bocca.

Gli piace, pensò Ginny provando qualcosa di molto simile all’orrore. È per questo che lo teme tanto? Perché gli piace?


Adesso Harry si stava voltando verso un altro componente del gruppo. I tre Mangiamorte che li avevano caricati avevano dimenticato i loro doveri verso il Signore Oscuro. Erano troppo disperatamente occupati a spegnersi le fiamme dalla testa, urlando come ossessi. L’odore acre di capelli bruciati riempì l’aria circostante.


Un’altra pistola tuonò. Una donna cadde riversa al suolo mentre il resto della gente si dava ala fuga. Le due ragazze urlarono sia quando la videro cadere in un lago di sangue sia quando sentirono due uomini su di loro. Harry guardò uno di quei due e di botto l’espressione vittoriosa dell’uomo scomparve sostituita dal terrore. Gli occhi di Harry divennero due fessure mentre nella sua mente si faceva strada il ricordo del tradimento che quell’uomo aveva fatto alla sua famiglia. Il colorito giallastro di Peter Minus si fece cereo.


- No, non farlo- disse tremando, mentre lasciava Ginny.- Ti Prego non…-


Fu impossibile dire da dove cominciarono le fiamme. Di punto in bianco il mantello nero divampò. I capelli divennero un rovo ardente, mentre le mani si bruciavano nel tentativo di togliersi la veste. L’uomo arretrò, ululando, sbattè contro un bancone che vendeva vestiti e fece un mezzo giro per evitarlo, le braccia protese in avanti.


Ancora una volta Ginny sentì il silenzioso risucchio caldo, simile allo spostamento che avrebbe dovuto produrre una scheggia di metallo arroventata passandogli davanti al naso a velocità supersonica.


Il viso di Peter Minus prese fuoco.


Per un istante fu tutto lì, avviluppato in una muta invocazione nel bozzolo di fiamme, poi i lineamenti si ripiegarono, si fusero insieme e colarono via come cera. Ginny arretrò orripilata. Peter Minus era uno spaventapasseri fiammeggiante. Brancolò ciecamente verso la piazzetta del mercato poi crollò a faccia in giù accanto alla terza bancarella. Non somigliava per niente ad un essere umano; piuttosto a un fagotto di stracci.


Gli altri maghi oscuri si erano immobilizzati, raggelati nella muta contemplazione di quell’inaspettato, divampante sviluppo.


- Via di qui- ordinò Draco con voce roca. – via di qui e in fretta. Non ha mai fatto niente del genere prima d’ora e non so se può fermarsi.-

- Va tutto bene, ragazzi- li rassicurò Harry. La sua voce era calma, controllata, stranamente indifferente – Tutto ok -


Fu allora che le bancarelle cominciarono a esplodere.


Cominciarono tutte dalla parte posteriore. Per prima saltò quella davanti a loro, quindi quella che stava di spalle al gruppo di Mangiamorte. Una sfera di fuoco si sollevò dal bancone, troppo luminosa per poterla guardare. Subito dopo, tempo due secondi, saltò per aria quella che vendeva pozioni per curare gli acciacchi della vecchiaia. Frammenti di vetro fuso colpirono uno degli uomini incappucciati formando un buco vistoso sul suo mantello. Lo guardavano atterriti, incapaci di capire se quello che stava accadendo era reale.


- Harry!- urlò Ginny – Fermati, Harry!-

Con la stessa voce calma, inespressiva di poco prima, lui disse:

- Non posso.- La terza bancarella saltò in aria, proprio dietro di loro.


Qualcuno degli uomini oscuri fuggì. Qualcun altro gli andò dietro. Altri cominciarono ad arretrare. Kristine fu tirata di nuovo, resistette e improvvisamente nessuno più la trattenne. E successivamente furono tutti in fuga, bianchi per la paura, gli occhi dilatati dal panico. Il resto del mercatino esplose come un gran finale assordante di fuochi d’artificio. Due degli uomini in fuga furono scagliati lateralmente come fantocci di stracci dallo spostamento d’aria dovuto all’esplosione di una macchina magica che si trovava lì nelle vicinanze.


Uno di loro ridotto ad un rogo dalla vita in giù, l’altro impallinato dai frammenti del vetro infrangibile.

Un fumo scuro, denso saturò l’aria.


- Fermati, Harry, fermati immediatamente ti ho detto!- anche Draco si mise ad urlargli contro, nella speranza che riacquistasse un po’ di lucidità.


Un solco di fiamme sfrecciò sul terreno, attraversando diagonalmente la strada, come per autocombustione o seguendo un’immaginaria traccia di polvere da sparo. La fiamma raggiunse un blocco di legna magica per il camino in vendita per i mesi invernali. Lo accerchiò con una sorta di anello fatato e improvvisamente lo inghiottì.


Ginny schiaffeggiò Harry più forte che poté. La testa gli si piegò all’indietro, gli occhi verdi e vacui. Infine la guardò, sorpreso e ferito e stupefatto, e lei si sentì avvolgere in un bozzolo di calore crescente. Respirò una boccata d’aria simile a vetro fuso. Gli occhi dilatati in uno spasmo di terrore.


Autocombustione, pensò. Sto per esplodere per autocombustione…Harry… poi l’attimo passò.


Harry vacillò sulle gambe e si portò le mani al volto. L’urlo arrivò attraverso le dita socchiuse. Un urlo così pieno di orrore e sbigottimento che Draco temette che la sua mente fosse partita.


- AAAAAAAAHHHHHHHH…-

Ginny lo abbracciò di slancio e lo strinse a sé. – Shhhh- gli disse – Harry, tesoro, shh.-


L’urlo si quietò e lui si afflosciò esanime tra le sue braccia. Lo strinse forte a sé, evitandogli di cadere. Harry era svenuto. Con un uno sguardo agli altri due ragazzi, gli indicò le bacchette. Al volo quelli le presero e rincorsero gli ultimi fuggiaschi lanciando potenti incantesimi della memoria, impedendo che quelli in futuro potessero raccontare quello che era successo. L’unica loro fortuna era che la popolazione del villaggio si era già rintanata in casa, terrorizzata dai Mangiamorte.


Quando ritornarono, Ginny aveva trascinato Harry in un posto con l’aria pulita e non resa rarefatta dal fuoco, cercando di asciugargli il sudore che colava copioso dalla sua fronte. Li sentì alle sue spalle ma quando si volse vide che dietro di loro si ergeva sicuro di sé, un uomo totalmente vestito di nero. Un viso stravolto dal terrore fece voltare immediatamente Draco e Kristine che vennero però schiantati alla velocità della luce. Senza pronunciare una più piccola parola, l’uomo vestito di nero si avvicinò al corpo svenuto del ragazzo. Diede una breve occhiata a Ginny, poi fece lievitare il corpo di Harry di fianco al suo. Mormorò solo poche sillabe verso la ragazza.

- Prendi i tuoi amici e seguimi. Harry ha bisogno di cure-


Fu solo l’ultima frase a convincerla ad alzarsi da terra.


**************


Harry dormì per tutto il resto della mattinata. Si svegliò solo verso le due del pomeriggio, quando gli alunni di Hogwarts, a partire dalla terza classe, si stavano avviando tutti contenti al villaggio. Una volta che le fiamme si erano un po’ smorzate, la gente era uscita e con un colpo di bacchetta aveva cercato di sistemare il disastro, chiedendosi che fine avessero fatto i seguaci del Mago Oscuro e quei quattro ragazzi. Stranamente non ricordavano le fattezze del quartetto e non sapevano spiegarsi da dove fosse divampato l’incendio. Sirius Black aveva fatto un ottimo lavoro con gli incantesimi della memoria. Aveva anche dovuto raccontare ai tre amici di Harry chi fosse in realtà e aveva dovuto assicurare loro, più e più volte, che non aveva il minimo desiderio di uccidere il suo figlioccio. Espressioni alquanto incredule si erano dipinte sulle facce di Ginny, Draco e Kristine. Stavano ancora discutendo di alcune cose quando alla loro sinistra si udì un piccolo gemito.


– Ginny…-


Harry si era messo a sedere. I vestiti tutti impolverati. Aveva il viso pallido e gli occhi terribilmente confusi. – Che cos’è successo? Cos’è questo odore di bruciato? Sono stato io?-


La ragazza gli corse incontro, abbracciandolo forte e piangendo gli disse:

- Va tutto bene. Come ti senti? Oh Harry ho avuto così tanta paura…-


Automaticamente, il ragazzo ricambiò l’abbraccio, chiudendo per un attimo gli occhi e poi spalancandoli di scatto quando realizzò chi fosse la figura nera che aveva intravisto nella casa.

- Sirius! Oddio, sei tu!- si alzò dal letto e abbracciò stretto anche il suo padrino, il quale sembrava anche leggermente commosso.


- Ciao campione! Come ti senti? Certo che hai fatto proprio un bel casino oggi…-

Quelle parole lo riportarono alla crude realtà dei fatti…lui aveva bruciato degli esseri umani. La peggior feccia sulla faccia della Terra, ma pur sempre uomini che respiravano la sua stessa aria.


- Sono stato io…- disse a voce troppo bassa per essere udita. I suoi lineamenti presero di nuovo ad alterarsi in una smorfia di dolore.

L’uomo e la ragazza si scambiarono veloci un’occhiata, poi Ginny si avvicinò a Harry.


- Harry, stammi a sentire! Quegli uomini ci volevano uccidere o forse peggio, giusto? Non puoi accusarti di quello che hai fatto perché loro non avrebbero esitato un attimo a farlo a noi o a te.-


- Ma tu non capisci. E’ stato come per Kyle. Ma peggio. Non potevo…non potevo più controllarla. Andava da tutte le parti. Ho bruciato dei Mangiamorte, il mercato…e ti ho quasi bruciato- gli occhi gli si riempirono di lacrime, mentre Ginny lo abbracciò di slancio, mormorandogli che lei stava benissimo. Ricordava, però, quella strana, opprimente sensazione, come essere avviluppata in un bozzolo di calore. Col viso affondato nell’incavo del collo della ragazza, Harry continuò: – Non lo farò mai più.- disse – Mai più! -


Questa volta a parlare fu Sirius.

- Ragazzi, potreste lasciarmi solo con lui per un momento?-

Guardandolo attentamente e lanciando un paio di occhiate preoccupate al loro amico, si avviarono fuori dalla porta, andandosi a sedere sul prato che circondava la casetta di Black. Quando la porta si chiuse, l’uomo si volse verso il suo figlioccio mentre il ragazzo ripeteva con una sorda convinzione: - Mai-

Si mise davanti a lui, mettendogli le mani sulle spalle e obbligandolo a guardarlo negli occhi.

- Mai dire una cosa del genere, Harry. Mai chiudersi definitivamente la strada a questo modo. Farai ciò che dovrai fare e di certo farai del tuo meglio. È tutto quello che puoi fare in questo momento, ma non precluderti la strada che ti si prospetta davanti.-

- Sirius tu non capisci. Quando quel…quell’uomo ha schernito i miei genitori, io non ci ho più visto, mi son lasciato andare, ho perso il controllo in una maniera ben più violenta di quanto mi è capitato tre mesi fa. Ma la cosa più brutta, ciò che mi spaventa di più, è il fatto che mi sia piaciuto farlo, capisci? È questo di cui ho paura…non tanto del fatto che io possa uccidere quanto che mi sia divertito a veder morire quei bastardi…- Harry si lasciò cadere sul bordo del letto, tenendosi la testa con le mani e respirando affannosamente. Il suo padrino era rimasto fermo a guardarlo poi gli si sedette vicino, rimanendo però in silenzio per una decina di minuti. Poi…

- Sai Harry…da quando sono un ricercato, e cioè circa sedici anni, ho dovuto anch’io uccidere della gente per salvarmi. E la cosa non mi ha mai dispiaciuto più di tanto. Insomma, quelli mi volevano vendere alle autorità e io non potevo permetterglielo così…utilizzai le Maledizioni Senza Perdono. In un primo tempo non volevo ucciderli, ma quando uno disse qualcosa che non doveva dire, non ci vidi più dalla rabbia e feci fuoco. Se proprio lo vuoi sapere, lo sguardo che aveva, di tipico terrore, mi era piaciuto. Oh, se mi era piaciuto. Ma poi…- spostò lo sguardo fuori dalla finestra – poi, venni assalito anch’io dai sensi di colpa, da quello che avevo fatto. E promisi a me stesso che non avrei più ucciso, neanche per difesa personale. E per questa mia decisione le porte di Azkàban mi hanno accolte, solo perché non ho voluto uccidere uno di quei Mangiamorte. Gli faceva comodo avermi dietro le sbarre, avrei distolto l’attenzione generale su di loro.-


S’interruppe lasciando che i ricordi tornassero feroci e potenti. Non aveva mai raccontato queste cose a nessuno e ora lo stava facendo con un ragazzo di poco più di sedici anni, con un potere distruttivo immenso e che non sapeva se fosse giusto utilizzarlo.

- Quando poi scappai da quell’inferno, ritornai sulla mia decisione. Magari non avrei direttamente ucciso, ma avrei fatto soffrire come delle bestie quei luridi seguaci di Voldemort. Ed è una promessa che ho mantenuto in questi tre anni che sono libero.- si volse verso il ragazzo che l’aveva ascoltato in silenzio per tutto il tempo.

- Quindi, Sirius, mi stai dicendo che uccidere è lecito?-

- No figliolo, non mentire mai a te stesso. Uccidere è sbagliato ma ci sono delle occasioni in cui non puoi esimerti dal farlo. Oggi è stata una di quelle. Ovviamente puoi sempre cercare una seconda via di uscita ma, se non ce ne sono, devi poter difendere sia te stesso sia coloro che ami. E credimi, Harry, soprattutto quello che ami.-

Sirius si alzò lasciando da solo il ragazzo nella casetta e raggiungendo gli altri tre che discutevano animatamente sul da farsi. Quando lo videro arrivare, gli chiesero immediatamente come stava Harry, ma, eludendo la domanda, ne pose invece un’altra.

- Ragazzi, ditemi la verità. Harry non è l’unico con dei poteri speciali, vero?- lo sguardo indagatore dell’uomo li fece arrossire e abbassare lo sguardo. Risposero tutti e tre contemporaneamente.

- No, anch’io possiedo dei poteri.-


**************


Quel pomeriggio, fecero finta di unirsi a uno dei gruppi di Hogwarts, cercando di non prestare attenzione a tutte le chiacchiere degli abitanti. Però, la costante sensazione di essere osservati non li abbandonava un attimo. Sentivano su di sé tutti gli sguardi della popolazione e speravano vivamente che i vari incantesimi della memoria continuassero a funzionare. Accusando un improvviso malessere, tutti e quattro convinsero la McGranitt a farli tornare a scuola.


Mentre erano sulla strada verso il castello, però, Ginny sbottò.

- Insomma, voi due, volete raccontarci come avete fato a scoprire i vostri poteri?!-


- Poteri? Che poteri? Avete dei poteri e non ce l’avete detto?- Harry si era ripreso da quella mattina e la frase di Ginny lo aveva assai incuriosito. Possibile che fosse davvero come diceva lei? Che Draco e Kristine avessero dei poteri?

Cercando di togliere un invisibile pelucco dal suo mantello, Kristine annuì mentre Draco disse un impercettibile sì.


- Uao! Allora siamo i detentori di poteri assolutamente pericolosi e mortali! Oh, che bellezza.- Harry non sembrava averla presa molto bene. L’immagine degli uomini bruciati era ancora troppo fresca nella sua mente. Draco lo zittì subito.


- Aspetta un po’. Tra di noi tu sei quello con più potenza distruttiva e non poi assoggettare i nostri poteri alla stregua del tuo. Insomma il vento e la terra non sono poi così pericolosi.- uno sguardo eloquentissimo lo convinse a proseguire.


- Dunque, io controllo tutte le cose animate e inanimate mentre Kristine comanda il vento e l’aria in generale. Più che un tornado o provocare un terremoto non so cosa potremmo fare… -


Harry Potter rimase in silenzio per alcuni secondi, poi, con uno sguardo che li abbracciò tutti e tre disse:

- Aiutarmi a controllarmi, per esempio. Tutti insieme.


**************






Un po’ in ritardo ma ce l’ho fatta a concludere sto benedetto nono capitolo.

Mamma mia, in questo capitolo ho descritto Harry come un pazzo assassino, manipolatore del fuoco…BENE!!! Proprio quello che volevo!!

E troviamo anche la new entry del capitolo!! Un mitico e tenebroso Sirius Black…non ve lo aspettavate, vero?!?!?!

Dunque, dovete sapere che questa parte è un po’ più corta rispetto alla mia tabella di marcia, anche perché non mi piace come descrivo gli avvenimenti che accadranno di qui a poco…non so…diciamo che è un semi blocco!! Comunque, una parte del decimo è già scritta, devo appunto verificare un po’ di descrizioni, che altrimenti il tutto potrebbe risultare poco chiaro…

Un’altra cosa, fatemi sapere cosa ve ne pare di questo chapter che sono curiosa!! ^__^


Alla prossima con "Si dia inizio ai Fuochi"




Ah, dimenticavo i ringraziamenti.

Per ora abbiamo "solo" il re della suspance dato che tutte le altre bellissime recensioni le abbiamo perse…ma pazienza!


Strekon!!! Dunque, dato che a te piace immensamente l’azione e i morti che perdono pezzetti di corpo da tutte le parti…vedi il tuo primo capitolo di Senza Tregua 2.0…spero che questo ti sia piaciuto!^^

In effetti devo darti ragione in quanto i Dragoblu se la tirano un pochino, ma fidati. Diverranno indispensabili col proseguire della fic…o almeno serviranno ad evitare che la scuola venga rasa al suolo…ops!!!!!!!^^ Fammi sapere di questo chapter!


Oby86

Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:29
CAPITOLO 10 "SI DIA INIZIO AI FUOCHI!"
"Si dia inizio ai Fuochi"




Camminavano veloci, impazienti di tornare al castello e cercare di porre un po’ di ordine nei propri pensieri che vorticavano imperterriti nelle loro menti. Stanchi e spossati, seguivano il lungo passaggio segreto che da Mielandia portava fino alla Strega Orba.

Dopo i vari discorsi che avevano fatto ad Harry, il ragazzo si sentiva un po’ più rassicurato sui suoi poteri, in particolare per il fatto che i suoi amici lo avrebbero in qualunque caso aiutato qualora avesse di nuovo perso il controllo.


Si trovavano completamente al buio nel lungo e umido cunicolo, cosicché Harry prestando fede alle parole dei suoi compagni, nonostante fosse stanco per l’attacco ai Mangiamorte di quella mattina, creava costantemente delle piccole sfere di fuoco che galleggiavano sulle loro teste illuminando la via. Ogni tanto qualcuna di esse esauriva l’autocombustione e quindi si spegneva. Roba di poco conto per il Custode del Fuoco.


All’improvviso delle voci alla loro destra li fecero fermare spaventati. Voci lievi e molto confuse ma che credevano aver già sentito da qualche parte. Illuminando maggiormente la parete di destra si accorsero di una piccola porta mimetizzata perfettamente con le pietre grigie che costituivano il muro. Avvicinarono l’orecchio allo spesso muro e sentirono distintamente le stesse voci di prima. Guardarono il perimetro della porta di pietra ma non trovarono né cardini né tantomeno una serratura o un chiavistello. Nulla. Toccarono le sporgenze della roccia lì intorno nella speranza di trovare un modo per aprire il piccolo uscio ma niente anche qui. Draco si avvicinò e battè due, tre volte sulla pietra e, dall’altra parte, sentì in risposta un innalzarsi di mugolii. Ginny e Kristine estrassero le loro bacchette pronunciando uno dei primi incantesimi che avevano imparato a scuola.

- Alhomora-


Non successe assolutamente nulla. Non un piccolo movimento, non uno spostamento del muschio lì vicino. Niente.

Riprovarono più e più volte dato che le voci cominciavano ad essere più consistenti e si capiva che molti chiedevano aiuto. Tentarono altri incantesimi più potenti, anche esplosivi, ma la situazione rimase invariata finché Draco non le spostò di lato. Mise le mani sulla roccia dando dei colpi secchi sul muro per cercare di capire in che punto ci fosse una cavità. Risuonò vuoto ad un certo momento. Uno sguardo con Harry e le ragazze. Appoggiò i palmi aperti sulla pietra e cominciò a concentrarsi, gli occhi chiusi. Tra le due mani si intravide subito un piccolo varco che, via via che il ragazzo si concentrava, aumentava di diametro. Quando fu grande abbastanza da permettere a un adulto di passarci attraverso comodamente, entrarono, facendo luce con le fiammelle. Lo spettacolo che gli si presentò davanti fu agghiacciante.


****************


Quella stessa sera, quando tutti erano ormai rientrati da Hogsmeade, le cinque tavolate mangiavano allegramente i vari manicaretti che gli elfi domestici avevano preparato. Solamente il quartetto dei Dragoblu stava in silenzio, lanciando di tanto in tanto occhiate preoccupate al tavolo dei professori. Anche loro piluccavano dai piatti, con molta circospezione. Ma nessuno se ne rese conto.

Discutevano a voce bassa, cercando di evitare che qualcuno ascoltasse le loro conversazioni.


- Ragazzi…e adesso come ci comportiamo? Non sarà semplice da fare…insomma…con gli altri che si fa?-

- Nulla, semplicemente ci comportiamo come al solito, pregando che nessuno si accorga di quanto sta succedendo. -

- Senti Harry, io proporrei di intensificare i nostri allenamenti. Tu devi imparare a…ehm…controllarti meglio, Ginny dovrebbe esercitarsi anche lei e io e Kristine non abbiamo sviluppato al pieno i nostri…- Draco si interruppe guardandosi attorno con circospezione e abbassando il tono di voce – poteri. Perciò suggerisco di ritrovarci dopo cena alla guferia, che ne dite?-

Gli altri tre ragazzi annuirono, consapevoli che quella giornata avrebbe comportato una svolta non indifferente nelle loro vite.


***************


Si sentiva bene, estranea a tutto quello che stava accadendo in quei giorni, leggera. Non sentiva il proprio peso gravarle sulle gambe né la gravità che vige e controlla qualunque corpo. Stava volteggiando in aria come una vera e propria farfallina. Leggeri e caldi soffi di vento la sospingevano da terra evitandole di appoggiare il piede sul terreno. Il fatto che lievitasse di pochi centimetri era un fatto altamente trascurabile. Gli altri ragazzi la stavano osservando contenti e stupiti allo stesso tempo. Nessun mago conosciuto era mai riuscito a sconfiggere la forza di gravità. Ma neanche controllare un elemento, se proprio dovevano cercare il pelo nell’uovo.

Improvvisamente la sua concentrazione venne meno e cadde malamente al suolo. Subito Draco le fu vicino e, aiutandola ad alzarsi, le chiese:

- Ehi, Kristine, tutto bene? Non ti sei fatta male?-

- No, no, grazie sto bene. Accidenti, non riesco ancora a controllarla per più di pochi minuti. È troppo poco!-

Fu Ginny stavolta ad avvicinarlesi mettendole amichevolmente un braccio attorno alle spalle.

- Dai, non preoccuparti. È difficile già controllare l’atmosfera o giù di lì, figurati a mantenerti in aria. D’accordo che è nelle tue possibilità ma non puoi sempre sperare di ottenere tutto e subito, o no?-

- Si, hai ragione ma il fatto è che prima riusciamo a controllare meglio i nostri poteri, meglio è…e io sono l’unica che non ci riesce ancora.-


Kristine guardò a terra sconsolata sentendo il peso delle parole che aveva appena pronunciato gravarle sul suo cuore sempre più pesantemente. Ginny si allontanò da lei lanciando un’occhiata disperata agli altri due che non sapevano da che parte cominciare per tirarle su il morale. Draco le si avvicinò molto lentamente. Le si accovacciò davanti, facendole sollevare lo sguardo. Quando gli occhi chiari di lei incontrarono quelli color ghiaccio del ragazzo, fu invogliata a prendere la mano che le porgeva. Senza dire una parola la condusse giù dalla guferia per andare verso il parco di Hogwarts. Era circa il tramonto di un settimana più tardi rispetto a quando avevano combattuto contro i Mangiamorte al villaggio. E l’ora del confronto finale si avvicinava a grandi passi.


Lo seguì in silenzio aspettando fiduciosa. Quando arrivarono nei pressi della Foresta proibita le lasciò la mano, voltandosi a guardarla.


Vederla in quello stato depresso gli faceva male. Non sopportava che lei, che aveva sempre dimostrato di essere una ragazza forte, pronta ad accettare i vari cambiamenti che le si erano presentati davanti nel corso dell’anno, si abbattesse solo per il fatto che non riusciva a sviluppare al meglio i suoi poteri.

E glielo disse, tralasciando ovviamente la prima frase che aveva pensato.


- Draco, tu non capisci…Insomma, anche tu hai sviluppato più tardi i tuoi poteri ma almeno riesci a fare qualcosa di più decente rispetto a me…guardami! Riesco a malapena a lievitare di due o tre centimetri! Non penso che possa essere molto utile…-

- Stupida! Non è solo il fatto di saper galleggiare nell’aria ma anche quello di poter creare cataclismi solo con la forza di volontà! Della tua volontà! E ti pare una cosa da poco?!-

- Sì certo! E magari durante un combattimento contro altri Mangiamorte creo una tromba d’aria così spazzo via tutti quanti, cattivi e buoni compresi. Non capisci che posso solo essere un peso?- Fulmineo, Draco le si avvicinò, prendendola per le spalle e, stringendo la presa, le urlò contro:

- Ragiona, Kristine! Non devi per forza creare una tromba d’aria o un uragano, basta solo una folata di vento un po’ più forte del normale, così da spazzare via un paio di Mangiamorte.-

- Esatto, mentre voi combattete veramente io spazzo la piazza?!- con uno strattone la ragazza si liberò dalla presa ferrea del biondino che rimase a guardarla mentre si allontanava a grandi passi verso il lago. La rincorse chiamandola a gran voce. Non ci mise molto a raggiungerla, la prese per un braccio, dato che lei non accennava a fermarsi. Si voltò furente coi capelli castani scossi dal vento. Gli occhi saettanti. La mano partì senza dare neanche il tempo al ragazzo di capire cosa avesse intenzione di fare. Lo schiaffo lasciò una bella impronta rossa sulla faccia del ragazzo.


Ma fosse stato solo quello si sarebbe potuta considerare come una bella litigata fra due giovani innamorati. La rabbia di Kristine era tale che scaricò parte della sua energia contro Draco e una potente folata di vento lo scaraventò a parecchi metri di distanza, vicino alla sponda del lago.

Il colpo di Kristine lo aveva completamente preso alla sprovvista. Non si aspettava una cosa del genere, almeno non da lei…credeva che…


Kristine si guardò la mano destra sconvolta per poi alzare gli occhi verso la figura di Draco che restava immobile vicino alla riva. Una fitta di paura le attraversò il corpo, spingendola a correre verso il ragazzo. Appena gli fu di fianco, però, Draco cominciò a lamentarsi della botta:

- Cavoli, Kris! Meno male che eri tu quella che non avrebbe saputo essere d’aiuto. Pensa se tu mi avessi odiato…probabilmente mi ritroverei…- s’interruppe sentendo le braccia della ragazza attorno al suo collo e lei che singhiozzava sconvolta.


Totalmente impreparato ad una reazione del genere da parte sua, Draco rimase immobile un paio di secondi, poi volontariamente o involontariamente, questo non avrebbe mai saputo dirlo, le sue braccia avvolsero l’esile figura della moretta, cercando di calmarla.


Non avrebbero mai saputo dire per quanto tempo rimasero in quella posizione ma i singhiozzi si erano già calmati da un po’ e in cielo comparivano le prime stelle quando i due ragazzi si sciolsero dall’abbraccio.

Dire che fossero imbarazzati era un eufemismo. Fu Kristine ad interrompere per prima l’imbarazzante silenzio:

- Grazie Draco. Non sai quanto conti per me sapere che mi sei vicino…-

- Ehi…non dirlo neanche per scherzo! Io sarò sempre qui ogni qualvolta che avrai bisogno di tirar fuori un po’ di rabbia…ho sempre un’altra guancia, scema!- ammiccando, il biondino si alzò da terra, aiutando la ragazza a fare altrettanto.

Infatti, anche se alla luce della luna, le classiche cinque dita si stagliavano nette sulla pelle biancastra di Draco.


- Oddio! È vero, scusami Draco. Davvero non volevo…- e qui l’interessato inarcò un sopracciglio- sul serio, non volevo colpirti così forte e men che meno farti fare un volo di dieci metri fuori programma. È solo che avevo perso il controllo…- il tocco delicato della mano di Kristine regalava piacevoli brividi sulla guancia bollente di Draco, mentre pericolosamente, i due volti si avvicinavano sempre di più…

- …già…il controllo…- l’indice di Draco che percorreva il suo profilo -…il controllo! Già!! Il Controllo, la Rabbia!! Perché non ci abbiamo pensato prima? Kris, è per questo che non riesci ad importi sull’aria, se non ti arrabbi non si scatena!!-

- Ehhhhhhhhhhhhhhhhh?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!? -


Magia del momento andata definitivamente a farsi benedire. E non c’era nulla da stupirsi se il cervellino già abbastanza provato della povera Kristine non riusciva a seguire i ragionamenti del biondo che seguitava a parlare come una macchinetta, trascinandola verso il castello.

- Ma…ma……ma io…- inutile, come diceva Draco, non riusciva minimamente ad imporsi. Neanche in un discorso che la riguardava da vicino. Molto da vicino.

Completamente soggiogata alla volontà del ragazzo, lo seguì docilmente verso il castello. Draco continuava a borbottare circa la sua capacità che diventava tangibile solo se si arrabbiava e scatenava la furia che teneva dentro di sé. Come Harry, insomma.

- Draco?…Draco…vuoi rallentare e spiegarmi che hai intenzione di fare?- il ragazzo rallentò leggermente evitando accuratamente di lasciare la mano di Kristine. Si volse verso di lei, senza smettere di camminare.

- Non capisci? Hai lo stesso problema di Harry! Lui si arrabbia facilmente e quindi perde maggiormente il controllo, mentre tu sei molto più pacata e perciò non riesci ad accrescere il tuo potere…-

- Sì, certo, come no. Per tua informazione io mi arrabbio quanto e più di Harry, è solo che riesco a controllarmi meglio di voi ragazzi. E poi non è detto che l’aria si manifesti solo quando mi arrabbio…-

- A no? E allora lo schiaffo e il volo che ho fatto prima? Puoi affermare che non hai perso il controllo e che il tuo potere non si sia manifestato?-

- No, ma…-

- Vedi che ho ragione io!-

Quelle parole…non le sopportava ormai da moltissimo tempo, da quando…scosse la testa, non voleva che le cose del passato ritornassero nella sua mente, tra quei nuovi ricordi che si era costruita nei sei anni che aveva trascorso a Hogwarts. Il fatto che lei e suo fratello fossero due maghi le aveva permesso di rifarsi una vita. Ma questo non le impediva di lasciarsi andare, ogni tanto. Sfogarsi fa bene all’anima e al cuore. Non voleva in realtà prendersela con lui ma non le dava altra scelta. Troppi dolorosi ricordi le tornavano davanti solo al sentire quelle parole.

Arrabbiata, sconvolta, frustrata da tutti quegli avvenimenti che l’avevano protagonista di quegli otto mesi, liberò la mano dalla stretta del giovane che si fermò a guardarla ansioso. Piccole lacrime facevano capolino tra le folte ciglia di Kristine. Ma la sua voce non aveva nessuna nota triste o sconvolta ma solo una grande, incontenibile rabbia.

- Tu non capisci! Non hai mai pensato che a me, di tutta questa storia, non me ne importasse niente? Credi che sia semplice per me combattere in questa maniera? Cristo ho solo sedici anni! Non possono decidere per la vita mia e degli altri, nessuno di noi è pronto per una cosa del genere…-

Draco le si avvicinò guardandola fissa negli occhi – E non pensi che nessuno di noi ha mai chiesto di combattere contro un pazzo? Credi che sia un piacere? O che magari neanche a noi fa piacere uccidere dei maghi che sono esattamente come me e te? Credi che Harry abbia superato il fatto di aver bruciato della gente?-

Kristine lo guardò con odio e disse quello che non avrebbe mai voluto dire per nulla al mondo:

- Proprio tu parli? Tu che vivi tra Mangiamorte? Tu che hai dei genitori che non esiterebbero ad uccidere tutti quelli come noi? Già…io e mio fratello abbiamo dei genitori babbani, come la maggior parte degli alunni di questa scuola. E tuo padre e i suoi sporchi amici sarebbero ben felici di non vedere più nessuno di noi…- a metà del discorso la ragazza aveva distolto gli occhi da quelli di ghiaccio di Draco. Solo dopo qualche minuto di silenzio osò tornare a guardarlo in faccia. Quello che ci lesse la lasciò totalmente incapace di articolare un qualunque banalissimo pensiero.


Draco la guardava quasi con odio, sembravano tornati quei tempi in cui era un Serpeverde, abituato a comandare con quel regime di terrore che il suo nome imponeva senza il minimo sforzo. Molti lo odiavano, nessuno gli era veramente amico, pochi lo trattavano come un ragazzo mago qualunque. E una di quelli gli aveva appena voltato le spalle nel modo più doloroso che conosceva. Lo aveva accusato solamente in base al nome che portava. Lo aveva accusato di essere come i suoi genitori. Da lei non se lo sarebbe mai aspettato. E questo gli fece molto più male che una qualunque maledizione Cruciatus.


Si sentì ghiacciare il sangue nelle vene quando percepì quegli occhi così freddi sul suo volto, sulla sua pelle, sul suo corpo.

Poi, come era arrivata, la folata di ghiaccio se ne andò ma solamente perché Draco la oltrepassò velocemente alla volta del castello. In quel momento Kristine seppe che qualcosa fra loro si era irrimediabilmente rotto.


*****************


A cena l’ambiente non era uno dei più accoglienti, anzi sembrava che un muro di silenzio e rabbia fosse calato tra due Dragoblu. I loro compagni si chiedevano che cosa avessero ma persino i loro migliori amici non sapevano il motivo di quell’ostentato silenzio. Harry e Ginny si lanciavano occhiate preoccupate ma non potevano neanche lontanamente immaginare il motivo per cui Draco sembrava tornato il detestabile ragazzo che era un tempo. Almeno con Kristine era così. Le rare occasioni in cui dovevano per forza rivolgersi la parola erano all’insegna degli insulti da parte del ragazzo e di velenose rispostine da parte di lei. In un primo tempo la ragazza non ribatteva neanche ma col passare dei giorni la situazione e la tensione si faceva sempre più insostenibile. Erano costantemente all’erta. E Harry non li sopportava più. Anche a lezione con le altre casate sembrava di essere tornati ai tempi di Grifondoro contro Serpeverde. Nessuno li reggeva più soprattutto per il fatto che entrambi sapevano moltissimi incantesimi che potevano risultare dolorosi per la propria vittima, nonché sospettosi per i vari professori. Più di una volta Grissom aveva dovuto richiamarli all’ordine nel suo ufficio e in tutte le occasioni i Dragoblu perdevano punti utili per la conquista della Coppa delle Case. Certo, il fatto che durante alcune lezioni loro fossero i più preparati e i più svegli contribuiva a mantenere una buona media ma i Grifondoro erano sempre e costantemente in agguato.


Parlarci era inutile, nessuno dei due prestava ascolto alle parole degli amici, anzi. Più gli si consigliava di piantarla con quell’atteggiamento più ci si mettevano d’impegno per rendere la vita all’altro un vero inferno. Insomma, una situazione davvero insopportabile che raggiunse il suo culmine durante la partita del ventinove aprile.


Con i risultati che avevano conseguito nella prima metà del campionato potevano permettersi anche di non fare molti punti ma con l’ostilità che c’era in campo sperare anche di farne un paio era da considerarsi solo un lontanissimo miraggio. Draco non faceva altro che evitare di colpire i bolidi diretti a Kristine che così era ostacolata nel portare la pluffa verso la porta dei Corvonero mentre Michel, l’altro battitore nonché fratello di Kristine, aveva da fare così lavoro doppio. Non proprio una passeggiata, insomma. In più Cho Chang sembrava migliorata tantissimo dall’ultima volta che l’avevano vista in azione. Si trattava dei primi di febbraio ed aveva sconfitto per centonovanta a centoquaranta i Tassorosso, prendendo il boccino in meno di un’ora. Una bella partita che tutti avevano apprezzato soprattutto per la lealtà che le due squadre avevano dimostrato in campo.


Ma i Dragoblu, con due partite ancora da disputare prima del termine del campionato, non potevano minimamente abbassare la guardia e permettere che due dei loro migliori giocatori fossero presi da rivalità tra di loro, rischiando di compromettere l’esito della Coppa. Nella mente di tutti la tabella delle partite era marcata a fuoco nelle loro menti, come se fosse il documento più importante di tutta la loro carriera agonistica.



Giornate
Periodo
Squadre
Punteggi

1° Giornata
7 Ottobre
Dragoblu-Serpeverde
B260-20

2° Giornata
21 Ottobre
Grifondoro-Tassorosso
B180-30

3° Giornata
2 Dicembre
Serpeverde-Corvonero
150-160B

4° Giornata
16 Dicembre
Dragoblu-Tassorosso
B280-80

5° Giornata
5 Febbraio
Tassorosso-Corvonero
190-140B

6° Giornata
19 Febbraio
Grifondoro-Serpeverde
B250-200

7° Giornata
1 Aprile
Grifondoro-Corvonero
B200-100

8° Giornata
15 Aprile
Serpeverde-Tassorosso
B190-50

9° Giornata
19 Aprile
Dragoblu-Corvonero
________

10° Giornata
3 Giugno
Dragoblu-Grifondoro
________





Per ora in classifica generale erano terzi con 540 punti. Bisogna dire che dovevano disputare ancora due partite, inclusa quella che stavano giocando. In testa c’erano i Grifondoro con una partita mancante e 630 punti seguiti dai Serpeverde con 560 ma avendo concluso tutto il campionato si poteva perfettamente dire che si sarebbero ritrovati terzi, sempre che i Dragoblu si decidessero di fare almeno venti punti. Chiudevano la classifica i Corvonero e i Tassorosso con, rispettivamente, 450 e 300 punti. Contando che stavano proprio giocando i ragazzi capitanati da Cho Chang, i Tassorosso si sarebbero ritrovati ultimi, senza nessuna speranza di rimontare. La mancanza di Cedric Diggory si faceva sentire anche a due anni dalla sua scomparsa.


La partita si poteva considerare bloccata. Nessuna delle due squadre accennava a fare un punto dato che c’era chi era impossibilitato a farlo per colpa di un compagno e chi non riusciva a penetrare l’ottima difesa. Dopo circa venti minuti di gioco puro, Grissom chiamò il time out. I Grifondoro furono costretti a scendere a terra. Mentre Cho ne approfittava per individuare meglio il boccino, i ragazzi furono costretti a sorbirsi una bella ramanzina.

- Allora? Si può sapere che diavolo state combinando? Allora? Draco, Kristine? Non avete nulla da dire in vostra discolpa? Ho notato perfettamente che tu non ribatti i Bolidi rivolti a lei e che tu, signorinella, cerchi di attirare i bolidi avversari proprio sul signor Malfoy qui presente. Ora, non voglio sapere per quale motivo vi comportate in questa maniera stupida ma vi do dieci, e dico dieci, minuti per fare almeno cinquanta punti, mi sono spiegato?- i due interpellati stavano per ribattere quando il tono minaccioso del loro insegnante li fece desistere- Non voglio sentire un fiato, conservatelo per volare! E ora, andate! E ricordate…- Grissom fece un gesto con la mano mentre tutti si apprestavano a decollare. Una mano aperta, a simboleggiare i cinquanta punti che dovevano fare per evitare di essere sostituiti.

Harry era sempre più preoccupato per la piega che stavano prendendo le cose. Grissom che dava a loro consigli su come comportarsi in partita? Se davvero fosse stato…i suoi pensieri furono interrotti da un fulmine che gli sfrecciò a pochi metri di distanza. Al fischio dell’arbitro, Cho era scattata alla volta del Boccino d’Oro che evidentemente aveva individuato nella pausa. Neanche un millisecondo dopo, Harry le era dietro mentre tutto il pubblico scattava in piedi, curioso di vedere meglio l’azione.

- A quanto pare Cho Chang ha già individuato il Boccino! Se lo prendesse adesso la partita sarebbe conclusa in quanto il punteggio risulterebbe di 150 a zero! Un vero smacco per i Dragoblu che in tutte e due le gare disputate finora, ci hanno fatto davvero sognare con tutte le mosse e le tattiche che mostravano in campo. Ma, in ogni modo, Harry Potter non si è fatto distanziare più di tanto, ricordiamo che possiede una Firebolt mentre la Cercatrice, sua avversaria, solo una Nimbus 2000. Non c’è paragone, ma Cho si sta dimostrando un osso duro da battere! Ed ecco una bellissima finta a sinistra che le permette di guadagnare un poco di tempo nei confronti dell’avversario!! Non c’è che dire, è un bellissimo scontro alla pari, dato che il giovane Harry ha subito recuperato terreno!- lo speaker si dava da fare per commentare la partita che all’improvviso si era fatta molto più movimentata.

- Ma un momento! Un Bolide lanciato da Malfoy fa rallentare la corsa dell’avversaria, in questo modo i due sono affiancati…se non stanno più che attenti rischiano di perdere il Boccino, intralciandosi a vicenda.- un’ovazione della tifoseria blu argento fece voltare il ragazzo, che s’interruppe nel commentare la palpitante scena. I Dragoblu avevano appena fatto un punto, grazie all’abilità di Kristine. Raggiante volava nella metà campo avversaria, col pugno alzato. La pluffa era già passata ai cacciatori avversari ma David McKey fu molto più veloce degli altri e se ne appropriò. Scartò un paio di avversari e fece partire la palla. Venti a zero per i Dragoblu.

– Bellissimo! Sembra proprio che le squadre incomincino a giocare sul serio! Speriamo che la fase di riscaldamento sia finalmente conclusa!- Lo speaker spostò nuovamente lo sguardo verso i due Cercatori, ma sembrava che questi fossero completamente spariti dalla visuale degli spalti. Gli occhi dei Corvonero vagavano nel cielo terso di Hogwarts, quando un applauso felice commentò il terzo punto per i Dragoblu. Le cose per loro si stavano mettendo male. E lo pensava anche Cho che non riusciva assolutamente a prendere il Boccino dato che Harry le era a pochi centimetri di distanza. Si trovavano ben oltre le torri della tifoseria e controluce. Quindi completamente invisibili agli occhi di altri. Ma come questi ultimi, neanche loro riuscivano a seguire il gioco che si stava facendo sotto di loro. Percepivano a malapena gli applausi o le urla. Troppa aria nelle orecchie e troppa velocità.

Un’altra finta della ragazza e il Boccino che si allontanava ancora di più. Harry era molto tentato di desistere l’inseguimento per concentrarsi solo sulla sua avversaria di modo tale da impedirle di vedere la pallina dorata. Un efficacissimo sprint lo portò in vantaggio di un metro circa e le si mise davanti di così che le togliesse la visuale. Destra, sinistra, ancora a destra e poi a sinistra, finta a sinistra ma nulla. Harry non le lasciava vedere il Boccino. Niente, neanche un’aluccia dorata. Poi…


Un fulmine dorato che sfrecciava giù velocissimo, diretto verso il campo da gioco, dove i suoi compagni sembravano tanti piccoli puntini colorati. E Harry che si gettava all’inseguimento, con lei dietro.

"Perfetto! Non si accorta della pallina di fuoco che ho lanciato! Bene, almeno il Boccino non verrà preso ancora per un po’…"


Ma, contrariamente ai pensieri del ragazzo, un piccolo bagliore giallo paglierino svolazzò accanto a lui per rallentare a circa venti metri dai due Cercatori in caduta libera. Appena fu sicuro che lo seguissero, quest’ultimo prese a volare velocissimo contro il terreno, rendendosi visibile agli spettatori.


"Merda!! Maledetto Boccino!! Non potevi startene buono a svolazzare ancora un po’? Dovevi proprio farne una questione di vitale importanza? Accidenti…Cho non riuscirà mai ad evitare il terreno se si ostina a prenderlo e io non posso permettere che la partita finisca in svantaggio…che faccio?!" Harry non sapeva che pesci pigliare…o meglio, poteva perfettamente prendere la pallina ma così avrebbero avuto un punteggio molto basso e, dato che l’ultima partita si faceva contro i Grifondoro, sarebbe stato impossibile, per non dire assurdo, sperare di racimolare molti punti per la classifica generale.


"Che faccio, che faccio?!"


Nel frattempo il terreno si avvicinava velocissimo e il Boccino seguitava la sua folle corsa. E i Cercatori uguale. Trenta metri. Venticinque metri. Potevano perfettamente sentire gli spettatori che trattenevano il fiato…Venti metri. Quindici. Erano spalla a spalla. A quanto pareva, il peso più leggero di Cho l’aveva avvantaggiata in velocità.


Dieci metri e una figura nera che passò raso terra esattamente sotto di loro per poi sparire un secondo dopo. Ma nessuno se ne preoccupò. E il Boccino che spariva. Cinque metri. Una frenata spaventosa e una faticosissima risalita verso il blu del cielo. Questo per Harry. Cho Chang sbattè violentemente contro il terreno. Il manico s’impuntò nel terreno e la ragazza si capovolse sul manico che si ruppe per il troppo peso.


Cadde pesantemente sulla schiena, una parte della scopa le colpì il viso, per inerzia rotolò sul fianco sinistro per circa cinque metri. Poi non si mosse più fino a quando l’infermiera Chips e Madama Bumb non la girarono con la faccia rivolta verso l’alto, una volta fermato il gioco. Entrambe le squadre scesero a terra e circondarono le tre donne. Anche Harry era tornato a terra, preoccupatissimo per la ragazza. Ma non si riusciva ad intravedere nulla.


Fu fatta comparire una barella. E solo allora si vide il volto di Cho. Un rivolo di sangue le scendeva lungo la tempia destra, il labbro superiore rotto in più punti. Un livido bluastro sullo zigomo sinistro. Ma la cosa più raccapricciante fu la gamba sinistra. La tibia aveva perforato la carne circa a metà del polpaccio e si intravedeva il perone attraverso la carne. Sembrava che l’arteria fosse stata recisa da tanto sangue fuoriusciva sull’erbetta verde. D’urgenza l’infermiera si recò nel castello, seguita da Silente e dalla McGranitt.

Tutti e tredici i ragazzi erano rimasti scioccati da quanto avevano visto mentre la Bumb si rivolse a Harry.

- Harry, cos’è successo?- senza distogliere gli occhi dalla macchia scura sul prato il ragazzo rispose all’arbitro.

- Non lo so…è stato tutto troppo veloce…io…stavamo scendendo in picchiata per prendere il Boccino…- sollevò gli occhi incontrando quelli statici della donna- un momento! Sotto di noi…raso terra…è passata una figura, qualcuno di molto veloce che ha fatto scappare il Boccino e ci ha fatto deviare in quella maniera!- la donna inarcò un sopracciglio:

- Ne sei sicuro? Vuoi dire che un giocatore è passato velocissimo sotto di voi?-

- No, non un giocatore. Era vestito…di nero, sì. Di nero. Non era un giocatore.-

La dichiarazione di Harry lasciò tutti gli alunni stupefatti. Stando alle sue parole qualcuno aveva attraversato una parte di campo, creando quell’incidente?

- Non è possibile, Potter. Deve essere stato per forza un giocatore, come pensi, altrimenti, che nessuno di noi non se ne sia accorto? Sarai stato troppo veloce e magari hai visto male i colori. Pensaci, le vostre casacche sono blu scuro e quelle dei Corvonero grigio antracite. Può essere stato facile per te confonderti.-

- No, sono sicuro di quello che ho visto- Harry si rivolse alla donna con un tono un pò troppo alto che non le piacque. Stizzita si volse verso gli altri giocatori.

- Bene, valuteremo più tardi chi ha ragione. Ora rimontate e concludete la partita.-

Tutti la guardarono attoniti ma lo sguardo che aveva Madama Bumb non prometteva nulla di buono, così tornarono in sella alle loro scope. I Corvonero dovettero prendere un sostituto per Cho, ma anche così facendo la partita si concluse col punteggio di 190 a 80 per i Dragoblu. Harry aveva impiegato un po’ di tempo prima di ritrovare il Boccino e così gli avversari avevano rimontato.

Appena terminata la partita, tutti erano andati in infermeria ma non li avevano lasciati entrare. Solo dopo un’ora, uscì la Chips. Li guardò in faccia, uno per uno, tutti e tredici, poi abbassò lo sguardo.

- Mi dispiace ragazzi. Ha avuto un arresto cardiaco, mentre cercavamo di sistemarle la gamba. Aveva perso troppo sangue per salvarla.-


*****************





Ed eccomi qui! Scusatemi tantissimo per il ritardo, ma ho avuto un sacco di cose da fare! Devo dire che è assurdo che durante la scuola uno trovi tutto il tempo per scrivere mentre poi, in vacanza, si faccia prendere dal blocco dello scrittore!!

Sapete, in realtà, questo capitolo è un po’ diverso da quello che volevo scrivere…ma stava diventando un po’ troppo lungo così ho dovuto tagliare un po’!!

Cmq, non so bene cosa ne pensiate, ha qualche piccolo cambiamento rispetto al capitolo precedente, diciamo un ENORME cambiamento!!

Una domanda…secondo voi chi sono quelli che i ragazzi hanno trovato rinchiusi in una stanza del passaggio segreto?


Un’ultima cosa prima di passare ai commenti che voi, o miei musi ispiratori, avete così diligentemente lasciato!!

Questa domenica ho un concorso di equitazione e lunedì parto per due settimane in Irlanda per uno Stage con i cavalli!! Bellissimo…emozionantissimo!! E poi finalmente imparerò a parlare inglese!! Anche se in Irlanda non è il massimo…vabbè, quindi, per un paio di settimane non troverete l’aggiornamento ma non preoccupatevi!!


Ma passiamo ai ringraziamenti:

Strekon: bhè, in questo chapter non c’è molta spavalderia, almeno spero! Come puoi notare ho incominciato a mietere la prima vittima…sarà perché mi ispiro un po’ alle tue fic?! Mah…

Gius: hai visto che ce l’ho fatta? Grazie per i compliments!!

Holmes: troppo buono!!

Alexis: mitico!! Vuol dire che hai letto anche "Kenya"? non preoccuparti, quando ho un attimo di tempo la rimetto online!!

Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 11:30
CAPITOLO 11
L’Inizio della Fine"




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Fu tutto come un flash. Lei che cadeva e sbatteva violentemente a terra. Silente e la McGranitt che uscivano dall’infermeria e che davano loro l’orribile notizia. Il fatto che pensava che i loro professori non fossero esattamente quelli che credevano che fossero non giovava affatto al suo sistema nervoso. E poi non potevano neanche vederla un’ultima volta. Tutto ruotava troppo velocemente nella sua testa.


"E’ morta…è morta…è morta…Cho è morta…la ragazza per cui ho avuto una cotta è morta…" nella mente di Harry, questa era l’unica frase di senso compiuto.

Non ebbero nemmeno il tempo di chiedere se potevano vederla che tutti i ragazzi presenti davanti all’infermeria furono fatti allontanare e, nell’arco di qualche secondo, accompagnati ai rispettivi dormitori.


Appena i giocatori del Dragoblu entrarono nella loro Sala Comune, nelle loro menti balenò il pensiero che non si fosse trattato di un incidente come invece la Chips aveva sottolineato…Harry si volse, guardando i sei ragazzi uno per uno e in tutti riusciva a scorgere la vena del sospetto.


- Non credete neanche voi che si sia trattato di un incidente, vero ragazzi?-

- No Harry- rispose Alan- Non penso che qualcuno delle due squadre abbia provocato lo spostamento d’aria che vi ha fatto sbandare…io ero a dieci metri di distanza e come te ho intravisto una figura nera esattamente sotto di voi…-

- Se solo potessimo tornare indietro nel tempo per rivedere tutta la scena…- anche Kristine era della stessa opinione.

- Non potremmo tentare un incantesimo o roba simile? Insomma, abbiamo un quantitativo illimitato di conoscenze riguardo alle Arti Oscure e nessuna che riguarda il Tempo e come andare indietro nel passato?-

- Credo di no Michel. Questa è magia nera avanzata e non abbiamo molte probabilità di cavarcela senza essere scoperti. Ammettendo che una formula del genere esista.-


- Esiste Draco. Questo non è un problema. Il fatto è che è molto pericolosa e non si può assolutamente intralciare il corso degli eventi altrimenti il futuro sarebbe completamente diverso da come ci appare-


Sei paia di occhi si puntarono fissi e attoniti su Harry Potter. il ragazzo stava seduto su una delle poltroncine e guardava come al solito il fuoco che scoppiettava indifferente nel camino incantato. Apparentemente sembrava indifferente ai vari discorsi e a quanto aveva appena affermato.


- Si può fare davvero una cosa simile?- disse McKey- Insomma, voglio dire… io non ho mai sentito parlare di un incantesimo del genere…-

- Già…neanch’io…sì, è vero…- il mormorio di voce fu bruscamente interrotto dal moro che si alzò gettando a terra la parte superiore della divisa da Quiddich.

- Ci sono due modi per far tornare indietro il tempo. Uno lo usammo io, Ron e Hermione durante il mio terzo anno ma credo che non sia possibile utilizzare la Giratempo dato che è custodita al Ministero. Il secondo è una formula proibita che ho trovato in un antico manuale di Arti Oscure. Esatto Draco, quel manuale.- Harry aveva preceduto la domanda del biondo – Venite con me, lo tengo nel mio baule.-


I quattro ragazzi e le due fanciulle lo seguirono su per le scale che conducevano al dormitorio, leggermente intimoriti dalle parole del giovane. Gli unici due che erano a conoscenza della reale esistenza di quel libro si stavano chiedendo dove diavolo avesse trovato un tomo simile che trattava di argomenti così Proibiti.


Passò una mano sopra il coperchio del baule e questo magicamente si aprì, rivelandone il contenuto. Contenuto normalissimo, per altro, fatta eccezione per un antico volume di colore scuro con chiare segni di vecchiaia, dato che i fogli erano giallastri e odoravano di muffa. Lo prese e lo appoggiò sul letto dove tutti gli si avvicinarono. Cominciò a sfogliarlo e a nessuno sfuggivano certe pagine completamente bianche candide che spiccavano tra altre rovinate ai bordi.

- Harry, scusa…cosa sono quei fogli bianchi che ogni tanto si scorgono?- Kristine era famosa per la sua curiosità e Harry fu ben lieto di saziarla.

- Oh, questi sono fogli di incantesimi che ho oscurato, onde evitare che gente senza scrupoli ne venisse in possesso. Di questi tempi è meglio essere prudenti- quelle parole riportarono alla mente di tutti il viso sorridente della cinesina che, più o meno, era conosciuta in tutta la scuola. Harry si mise a sfogliare molto più velocemente il libro, poi, ad un certo punto, si fermò, proprio davanti a una di quelle pagine prima indicate da Kristine. Prese la bacchetta, sottovoce pronunciò il Controincantesimo e lentamente comparvero le scritte, un po’ smunte ma ancora leggibili.

- Ecco qui. Questo è l’incantesimo per far fermare il tempo, mentre questo è per viaggiare nel passato. Ovviamente sta al mago decidere di quanto vuol tornare indietro nelle ore trascorse. L’incantesimo ha una sua specifica durata e non sappiamo quando ci farà tornare indietro.-

Attimi di silenzio accompagnarono quelle parole, poi Draco esclamò:

- Bene ragazzi! Più attendiamo peggio è…quindi direi di sbrigarsi…-

- Va bene, è deciso. Veniamo tutti con te Harry- il ragazzo sorrise brevemente prima di prendere pergamena e penna e appuntarsi le formule.

- Un’ultima cosa ragazzi. Quando torneremo alla partita, non dovremo farci vedere da nessuno, men che meno da noi stessi, ok? Non toccate nulla e non fate incantesimi per evitare che…che Cho…sì insomma, avete capito.-

Tutti annuirono con gli occhi bassi.

- Pronti?-

Il ragazzo dalla cicatrice recitò la formula proibita. Fu un attimo e nella stanza non ci fu più l’ombra dei sette ragazzi che lasciarono dietro di sé il libro che, riponendosi da solo sul letto, si chiuse.


- Ma un momento! Un Bolide lanciato da Malfoy fa rallentare la corsa dell’avversaria, in questo modo i due sono affiancati…se non stanno più che attenti rischiano di perdere il Boccino, intralciandosi a vicenda.-


Non c’era dubbio. Erano proprio tornati alla partita. Un’altra frase dello speaker che precedeva di poco la bruttissima picchiata che i due cercatori avevano fatto.


- Bellissimo! Sembra proprio che le squadre incomincino a giocare sul serio! Speriamo che la fase di riscaldamento sia finalmente conclusa!-


E mentre i loro alter ego in cielo cercavano di accaparrarsi il Boccino, a terra tutti videro la stessa identica cosa. Una figura ammantata di nero, il cui volto era coperto dal cappuccio che compariva esattamente sotto Harry e Cho che erano in picchiata. Lo spostamento d’aria, causata dalla Materializzazione, aveva provocato lo sbandamento delle due scope e, mentre Harry riusciva a mantenere il controllo del suo mazzo, Cho precipitava. E tutti gli esponenti della squadra dei Dragoblu, rivissero ancora una volta quegli orribili momenti, mentre Harry diventava sempre più bianco e sconvolto. Kris dovette addirittura fermare Ginny che stava correndo in soccorso di Cho. Fortunatamente erano stati trasportati nel boschetto vicino al campo e quindi non erano visibili. Era fondamentale che non li scoprissero. Solamente Draco e Harry avevano seguito i movimenti della figura. Appreso cosa aveva provocato, quest’ultima si era Smaterializzata un’altra volta e per loro fortuna era riapparso non lontano da loro ma non fecero in tempo a vedere dove fosse diretto dato che il tempo a loro disposizione era scaduto. L’unica cosa che avevano notato era stato il marchio dei Mangiamorte sul polso.


Furono immediatamente consapevoli di quanto era successo non appena videro le immagini intorno a loro ruotare a folle velocità, finché non tornarono nella loro Sala Comune. Non un fiato, neanche una parola. Tutti e sette i ragazzi completamente sotto shock. Non erano assolutamente preparati a veder morire una loro amica, una seconda volta. Men che meno scoprire che è come se fosse stata uccisa. Harry realizzò solo all’ultimo ciò che i suoi occhi avevano visto, ma il cervello si rifiutava di elaborare quelle immagini di modo tale da poterne prendere solo una parziale coscienza. Ma poi la voce, scossa, ma chiara di Ginny ruppe quel tetro silenzio:

- Hanno ucciso Cho…i Mangiamorte Hanno ucciso Cho…-

- Voglio parlare con la McGranitt, non è possibile che non siano riusciti a salvarla neanche con la magia- si ostinò Michel.

- Credo che non ci abbiano neanche provato- la voce impassibile di Draco e soprattutto la frase che aveva pronunciato fece sobbalzare quasi tutti i presenti.

- Pensi che fosse…ehm…che fosse già morta quando è arrivata in infermeria?-

- No Alan. Draco intende dire che l’hanno lasciata morire, senza farsi nessuno scrupolo-

- Quelli che abbiamo visto non sono i nostri reali docenti. Sono Mangiamorte e attaccheranno con ogni probabilità questa sera.-

- Ma non è possibile…volete dire che Silente è stato battuto?-

- No, Michel, il nostro Preside è vivo. Voldemort e gli altri hanno avuto bisogno dei nostri docenti per preparare la pozione Polisucco. Il vero obiettivo del Signore Oscuro sono io. Io l’ho sempre ostacolato da quando sono nato. Probabilmente senza me tra i piedi potrà mirare alla conquista del mondo… ma avrà pane per i suoi denti.- di scatto Harry alzò la testa con una nuova luce negli occhi. Sicuro, determinato ed estremamente vendicativo.

Le sue parole giunsero come ovattate alle orecchie dei ragazzi. Nessuno osava anche solo supporre che un’eventualità del genere potesse ritenersi veritiera, figuriamoci reale e tangibile. Tanto vicina che c’era già stata una prima vittima. Ma, guardando la determinazione di quattro di loro, i Dragoblu erano sicuri che sarebbe stata anche l’unica.


*****************


Si stavano apprestando per uscire dalla loro sala quando la voce di Ginny li richiamò tutti:

- Non credete che sia meglio indossare le nostre tute da combattimento? Se ho ben capito, ci sarà da lavorare parecchio oggi…e poi sotto il mantello non si vedono!- con un sorriso la rossa lanciò le rispettive divise ai sei ragazzi che le stavano guardando sorridenti. Si cambiarono il più velocemente possibile e aprirono il passaggio, arrivando direttamente al corridoio del terzo piano.

Per poco però non andarono a sbattere contro due ragazzi che stavano correndo come pazzi nella direzione contraria.

- Ron, Hermione, che ci fate qua?- al sentire la voce di Harry i due interpellati si fermarono di colpo. Non lo avevano assolutamente riconosciuto con quella strano vestito che indossava, tuttavia non gli domandarono nulla a riguardo.

- Harry…noi abbiamo appena saputo di Cho…ma è vero che…-

- Sì Ron. Lei è morta e tutti noi abbiamo visto perfettamente chi è il responsabile della sua morte- Ginny rispose al fratello, sicura, senza incertezze. Vedendo che i suoi compagni annuivano a quelle parole si fece forza e proseguì.


- E’ stato un Mangiamorte. Si è Materializzato durante la partita, esattamente nel punto in cui Harry e Cho si stavano dirigendo a folle velocità. – con un cenno interruppe Hermione, certa di quello che la ragazza stava per ribattere. – Lo so anch’io che dentro a Hogwards non ci si può Smaterializzare o Materializzare ma tutti noi lo abbiamo visto farlo coi nostri occhi e no, Ron, non stiamo assolutamente andando da Silente.- s’introdusse nel discorso Harry.


- Adesso come adesso, loro sono…ehm…molto più pericolosi di qualunque nemico. E non chiedermi il motivo- si avvicinò ai due, ponendoglisi proprio davanti. – Vi chiedo solo una cosa…in questi sei anni noi abbiamo sempre combattuto Voldemort insieme, fianco a fianco. Ve la sentite di farlo ancora? E forse, per l’ultima volta?-

I due ragazzi si guardarono un attimo fra di loro per poi sorridere a Harry.

- Ma che domande! Certo che saremo con te! Dicci solo cosa possiamo fare per te-

Draco a quel punto si avvicinò al trio. – Bene! Da qui subentro io, Harry. Ci troviamo in Sala Comune per l’ora di cena. Tra le sei e mezza e le sette. Cerca di far correre la voce tra i ragazzi e di farsi trovare pronti senza dare nell’occhio.-

- Perfetto. Kristine dagli una mano. Ci vediamo. A più tardi.-


Protestando silenziosamente, Kristine si accinse a seguire Draco, Ron e Hermione, che si stavano domandando dove stavano andando e cosa dovessero fare. Ma alle loro mute questioni rispose il biondo. Quasi che avesse letto nelle loro menti.

- Andiamo in uno dei sotterranei della scuola. Lì troveremo un po’ di armi e pozioni che possono sempre rivelarsi utili- ma Kris lo interruppe- Ah sì?! E come credi di aprire la parete di roccia? Lo sai che solo ad un determinato orario è permesso entrare.-

- Ma tu fidarti, mai?- sbuffando, Kris lo superò lanciandole un’occhiata davvero truce.


- Ma contro chi dovremmo usare armi e pozioni?- fortunatamente Ron era intervenuto, altrimenti…

I due Dragoblu si voltarono verso Ron e Hermione e sorridendo come se si stessero preparando per andare a fare una scampagnata, risposero:

- Lord Voldemort-


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- D’accordo Harry, faremo come vuoi. Ma non capisco perché stasera dovremmo cercare di contenere il panico che, secondo te si verrà a creare.-

- Fidati Ferguson. Sarà così. Almeno limiteremo i danni. Ah, un’ultima cosa. Che ne dici di andare ad indossare una tuta da combattimento?-

- Ma allora fai sul serio…-

Sorridendo tristemente il ragazzo dalla cicatrice si allontanò lasciando l’altro immerso in seri dubbi.

Anche la faccenda anti-panico era stata sistemata, un problema di meno. Sperava tuttavia, che non se ne sarebbero creati altri con l’entrata nel gruppo di Ron e Hermione. Erano comunque i suoi migliori amici ma non se la sentiva di esporli così tanto al pericolo. Loro…loro non erano abbastanza preparati per una cosa del genere.


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Da quando Draco aveva parlato, neanche una sillaba era uscita dalle labbra dei due Grifondoro. Per lo più non potevano credere alle loro orecchie. Avevano realmente sentito il nome del Signore Oscuro dalla voce di Malfoy. E dalle espressioni serie di Draco e Kristine supponevano che non li stessero prendendo in giro. Tutt’altro. Ma ad un certo punto si fermarono davanti ad un massiccio muro di pietra, probabilmente quello di cui aveva parlato Kris poco prima. Un sorriso di sfida nacque sulle labbra della giovane, seguito a ruota da uno di Malfoy, come ad accettare di giocare una partita che sapeva già vinta.


Con molta non-chalance, appoggiò il palmo delle mani sulla pietra. Socchiuse leggermente gli occhi e immediatamente il muro davanti a loro si aprì come una voragine. E come se fosse la cosa più naturale del mondo, i due Dragoblu si accingevano ad oltrepassare la "porta" creatasi mentre Ron e Hermione guardavano sbalorditi la scena. Non potevano credere ai loro occhi.


Un ragazzo, di cui non si fidavano minimamente e che a quanto sembrava, godeva di una certa stima da parte del loro migliore amico, aveva aperto un muro di pietra spesso una trentina di centimetri sfiorandolo unicamente coi palmi delle mani. E quel che era peggio era che la ragazza che era con loro, una certa Kristine, non sembrava né spaventata o stupita anzi, sembrava che lei fosse perfettamente consapevole di quello che Draco stava facendo. Non le dava minimamente fastidio che alcune macerie si fossero posate poco lontano dai suoi piedi. Ma tutto andò in secondo piano quando videro che anche la ragazza, con un semplice gesto della mano, mandava le macerie lontano da lei. Al posto di avanzare all’interno dell’apertura, i due ragazzi se ne allontanavano con Ron che proteggeva col suo corpo quello di Hermione. Solamente quando Draco sentì che non c’era nessuno dietro di loro si voltò.


- Ragazzi? Che fate lì, non entrate? Non abbiamo molto tempo a disposizione…Harry ci vuole al più tardi alle 7 nella Sala Grande…- fu Ron a rispondere al biondo, con ancora uno sguardo alle macerie vicino a lui e alla sua ragazza.


- Te lo puoi scordare…io non…noi non entriamo dove ci siete anche voi…te lo puoi assolutamente scordare…- Hermione annuì alle parole del ragazzo.

Seguendo lo sguardo dei due e vedendo le macerie che Kristine aveva spostato con la forza dell’aria, Draco sorrise bonariamente.


- Avanti non fate i deficienti. Non usiamo i nostri poteri sugli amici. Quelli li conserviamo per prendere a calci nel di dietro un certo Mago Oscuro di nostra conoscenza…- così dicendo, si voltò per dare una mano alla ragazza nel prendere le armi e le tute da combattimento. Vedendo che non c’era poi più di tanto da preoccuparsi i due Grifondoro entrarono con molta circospezione. Calò un silenzio dovuto al lavoro che stavano svolgendo ma fu rotto da una domanda di Hermione.


- No, aspettate un momento, voi due. Volete spiegarci come cavolo avete fatto? Che diavolo di magia è? Che incantesimi avete usato? Cosa vi hanno insegnato?-


- Non sono affari vostri.- Draco, al sentire nominare il verbo insegnare, perse ogni qualsiasi buona volontà nei confronti dei migliori amici di Harry. Nessuno di loro aveva quelle risposte che Hermione chiedeva. Per il semplice fatto che a loro, nessun professore le aveva mai date. E questa era una cosa che a chiunque dei Dragoblu non era andata giù per niente. Assolutamente per niente. E Draco non sopportava che qualcuno gli chiedesse delle spiegazioni riguardo a cose che faceva o che sapeva fare ma di cui non aveva la minima di idea di come ci riusciva.


Questo faceva ancora parte del suo carattere e niente e nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare opinione. Ma a Ron non era andato assolutamente giù il tono con cui aveva risposto alla ragazza.

- Ehi biondo! Vedi di regolare il tono! La sua era una semplice domanda. Cerchiamo di essere più educato. E vedi di rispondere alla domanda che ti ha fatto.-


- Senti un po’, Weasley, decido io se rispondere o meno ad una domanda, chiaro? Non ho mai detto che mi avrebbe fatto piacere scortarti fin qua sotto e renderti partecipe di una parte della vita che abbiamo vissuto fino ad oggi e non ho la minima intenzione di farlo adesso solo perché Potter me lo ha chiesto! Mi sono spiegato?- stava buttando fuori tutta la rabbia che aveva accumulato. Anche lui come tutti gli altri aveva bisogno di sfogarsi e di lasciarsi andare. Solo allora qualcosa nelle idee di Kristine prese a girare nel modo giusto. Solo allora Kristine capì l’enorme errore che aveva fatto nel giudicarlo in quella maniera, quella sera di qualche settimana fa. Draco aveva sbattuto per terra le varie armi e anche le due tute che aveva preso per i due Grifondoro. Brutta situazione.


Hermione e Kristine li stavano guardando stranite. Non si aspettavano una scenata del genere. Ma Kristine poteva anche capire lo stato d’animo del ragazzo. Lei stessa si trovava in quella identica sensazione di imbarazzo. Un altro pezzo del puzzle che andava al suo posto e lei che capiva maggiormente come doveva essersi sentito il ragazzo quando gli aveva rivolto quelle parole così cariche d’odio. Non aveva potuto farci nulla perché anche lui si trovava nella sua stessa situazione.


Nemmeno lei sapeva il motivo per cui gli avevano insegnato tutti quegli incantesimi. Nemmeno lei sapeva perché loro avevano quei poteri di cui Ron e Hermione sembrava avessero così paura. Nemmeno lei voleva che tutto quello che era accaduto fosse realmente successo. Una lacrima le scese lungo la guancia…seguita da un’altra…e un’altra ancora… finalmente aveva capito ciò che faceva così star male quel ragazzo…


Non guardò neanche Hermione che si voltava verso di lei, sentendo un singhiozzo sommesso. Corse direttamente verso Draco. Lui non aveva ancora tolto lo sguardo dal viso incazzato di Ron ma quando sentì le braccia di lei avvolgerlo, si preoccupò soltanto di calmarla.


- Ehi Kris, cosa c’è? Cos’è successo?- il suo tono di voce era improvvisamente calato fino ad acquistare quella modalità che né Ron né Hermione gli avevano mai sentito usare, ma che alla ragazza era terribilmente famigliare.


Soltanto dopo che la strinse a sé dolcemente, la ragazza riuscì a soffocare le lacrime nella maglia di Draco. Sentì soltanto una parola ma che per lui valeva quanto e più di un milione di frasi…


- Mi dispiace…non sai quanto…sono stata così stupida…- la strinse ancora più forte, lasciandola appoggiata al suo petto. Sentiva il suo corpo scosso dai singhiozzi e non desiderava altro che vederla sorridere di nuovo. Per loro il tempo era come se si fosse fermato.


L’unica cosa comica di tutta questa scena erano le facce di Hermione e Ron che non sapevano più a che mago voltarsi. La sola spiegazione che riuscivano a trovare era che la pozione che avevano sicuramente bevuto per aprire un muro, aveva anche delle controindicazioni che si manifestavano nel cambiamento della personalità. Chi mai avrebbe pianto tra le braccia di un Malfoy facendosi anche consolare?…Nessuno era così pazzo eppure Kristine stava esattamente facendo questo…


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Erano già le sei e quarantacinque e di Draco e compagni nemmeno l’ombra. La maggior parte dei Prefetti delle quattro case erano stati avvertiti di fare molta attenzione durante la cena. Harry e i suoi compagni non avevano voluto sbilanciarsi più di tanto e per sicurezza uno di loro sarebbe rimasto a mangiare ad ogni tavolo. Non era molto ma sempre meglio di niente. Ognuno di loro desiderava che tutto finisse il più presto possibile.


Finalmente quattro ragazzi fecero capolino dall’ingresso, tutti vestiti uguali ma il mantello nascondeva abbastanza bene la tuta da combattimento e le armi che portavano alla cintura. Harry, fatto un cenno a Ginny di sedersi coi Grifondoro, raggiunse il quartetto.


- Draco tutto bene? Ci son stati problemi?-

- No, non ci ha visto nessuno e ho anche rimesso a posto il muro…-

- Bene…allora, vai tu al tavolo dei Serpeverde, mentre, tu Kristine a quello dei Tassorosso. Io dovrò andare in quello dei Corvonero. Se succede qualcosa, qualunque cosa, tenete le bacchette pronte.-

- Perfetto. Michel sta al nostro?- un cenno affermativo da parte di Harry lo convinse ad andare a sedersi al suo ex tavolo. Qualcuno lo guardava con indifferenza, altri gli fecero un cenno di saluto ma la maggior parte di essi lo avrebbe volentieri strozzato.

Quindi Harry si volse verso i suoi migliori amici. Sembravano tranquilli.


- Ok. Dunque, immagino che Draco e Kristine vi abbiano dovuto dire un paio di cose vero?- silenzio assoluto- Mh…si dunque…dicevo…c’è Ginny al vostro tavolo quindi, se volete chiederle qualcosa, rivolgetevi a lei. Ci vediamo dopo…-

- Harry aspetta.- la voce di Hermione lo fermò. Si volse verso i suoi migliori amici.

- Perché non ci hai mai detto nulla di tutto quello che è accaduto oggi durante la partita? Noi non abbiamo visto bene e Malfoy dice che secondo te i reali fautori dell’incidente sono i seguaci di Tu Sai Chi…-

- Malfoy vi ha detto la verità. Ma non sono sicuro di dove sia. O chi sia. Perciò state attenti. Adesso devo proprio andare al tavolo di Corvonero. Devo parlare col loro Prefetto…riguarda Cho…- pronunciando quel nome Harry distolse gli occhi da quelli di Ron…si volse e attraversò l’intera sala, sotto lo sguardo di molti ragazzi e anche di qualche professore. I suoi occhi verdi si posarono però su Ginny, che lo osservava preoccupata. Quando i loro sguardi s’incontrarono nacquero due sorrisi sinceri e spontanei che scaldavano i loro cuori così giovani eppure con già così tante ferite.

Fu un toccasana per entrambi dato che sapevano che quella non sarebbe stata mai una di quelle serate tranquille tipiche di Hogwards.


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Il clima in cui si svolse la cena fu uno dei più silenziosi da quando era morto Cedric Diggory. Ma la differenza stava nel fatto che loro sapevano che Cedric era stato ucciso mentre quasi tutti pensavano che Cho avesse avuto un bruttissimo incidente. Non immaginavano neanche lontanamente che i professori non avevano fatto neanche uno sforzo per salvarla. Era una cosa troppo assurda per ritenere anche solo lontanamente che fosse vera. Quando però Silente, seguito dalla McGranitt e dalla Sprite si alzò senza pronunciare una parola sui fatti che erano accaduti quel giorno, qualcuno cominciò ad avere dei dubbi e qualcun altro credette maggiormente a chi gli aveva detto quello che pensava sui loro docenti. L’unico ad alzarsi in piedi per rivolgere una domanda al Preside fu Jack Ivory, Prefetto di Corvonero dell’ultimo anno.


- Mi scusi Signor Preside. Volevo chiederle di spiegare a noi tutti, quello che è realmente accaduto oggi durante la partita di Quiddich. Sempre se ne ha l’intenzione-

Silente si fermò proprio mentre scendeva dalla pedana, dava le spalle al tavolo e dietro di lui c’erano le due professoresse. Al sentire la voce del giovane si voltò, guardandolo e sorridendo. Ma non come il solito Preside, no. Era un sorriso molto diverso.

- No ragazzo. Non ne ho la minima intenzione-


Non prestando attenzione alle parole o al tono di voce dell’anziano uomo, il ragazzo insistette. Non si accorse neanche della mano di Harry che cercava di trattenerlo dal parlare ancora. Ma nessuno riesce a far star zitta una persona che ha amato una ragazza che è morta poche ore prima.

- Non può non dirci nulla. Insomma, una ragazza è morta, la mia ragazza, e tutto quello che sa dire è che non ha la minima intenzione di parlarne?- Jack, inavvertitamente aveva alzato la voce facendo fermare ancora una volta il proprio Preside. Ma quando l’anziano uomo si voltò, tutti rimasero sconvolti dal crudele ghigno che ostentava.

- Ah, e così la mezzosangue era la tua ragazza? Ma che peccato…siete rimasti separati…ma non preoccuparti, possiamo rimediare subito.-


- Avada Kedrava-






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Tatatatà!!!!!!!!! Che ne dite di questo colpo di scena? Bhè, ma penso che ormai abbiate capito…o no? Fatemi sapere tutto quello che vi passa per la mente mi raccomando!!!!!

A proposito di cose strampalate che viaggiano tra i nostri neuroni…

Lo sapete che l’autrice di "L’ultimo anno a Hogwards" ha pensato di fare una cosa molto carina che coinvolge tutti quelli che amano scrivere e, ovviamente, Harry Potter? Dovrete andare su questo sito http://www.freeforumzone.com/viewforum.aspx?f=16886 nella sezione Fanfiction Libri. Leggete le informazioni e magari fateci un pensierino!!

Ed ora passiamo ai ringraziamenti:


Adele: bene, son contenta che ti piaccia il nuovo Harry della situazione…per quanto riguarda Ron e Hermione, non è mia intenzione lasciarli fuori dalla storia, ci mancherebbe altro…fammi sapere cosa te ne pare di questo capitolettino…

Danae: oh, un’altra fan del club "Abbasso la Cinesina"!!! Ma che bellezza!!! Si, in effetti il personaggio mi sta un po’ scappando di mano ma, cercate di capire quel povero sfig…ehm…ragazzo. Senza genitori, un padrino semi ricercato dalla polizia di mezzo mondo, amici che non si fanno vedere molto a lungo nella fic…(Ehi, questo è un tuo volere, autrice sadica NdHarry…) ehm…si dicevo…non puoi pretendere che sto semi incendiario non facesse un po’ il presuntuoso!! Facciamolo divertire finchè può!!! (Harry mi guarda mooooltooooo preoccupato per il suo futuro avvenire…)

Alewen: mamma mia sono tutta rossa, peggio di Ron! ^///^ quanti complimenti mia cara, eh già, in effetti son giusti…(Me mooooltoooo modesta!!) bene, son contenta che all’autrice di The Spirit of Dragon, nonché di Angel’s Tears, piacciano il mio sporadico lavoretto…e così il carattere di Draco ti intrallazza, eh? Bene, bene…anche tu che mi chiedi della coppia del momento…ma, che dirti per non sbilanciarmi troppo…mah, facciamo così, io dico che nei due prossimi capitoli l’azione per TUTTI non si risparmierà di certo e tu, o mia cara ragassuola, voli a recensire questo chap!!

Holmes: ciao caro, hai visto che alla fine ti ho accontentato? C’è solo una cosa che ti chiedo…il mio caro pc si rifiuta di aprirmi la tua storia e così non posso correggerla…non è che potresti rimandarmela che così valuto se è proprio il mio computer che è un ammasso di ferraglia o sono io che sono un’incompetente?

Hermione Granger: toh, la secchiona! (ehm…Professor Piton, non è che potrebbe gentilmente ritornare nel suo obbrob…ehm bellissimo ufficio e pensare alla nuova pozione da dare ai ragazzi del primo anno? Pleassssseeeeee….NdOby…) vedremo signorina, vedremo…dunque, dicevamo, signorina Sottutto io? Ah, già…non le piace la morte della signorina Chang…bhè in effetti neanch’io approvo, l’essere che mi sta supplicando di togliermi dai piedi poteva realmente fare qualcosa di migliore…chessò, un Crucio un po’ troppo potente…(Oby sussurra qualcosa all’orecchio del professore…) come dice? Ah, nelle prossime scene c’è questo ed altro? Oh, ma va benissimo, allora!! Signorina Granger, non si affliggi per le prossime pagine ma mi raccomando, torni a dirci la sua impressione…( e così Piton, lascia di nuovo la postazione alla cara Oby…)

Ma cos’è oggi? I personaggi che vanno e vengono da casa mia? Che roba è? Mah…proseguiamo…chi è che c’è? Una certa Gius…

Gius: cara, capisco che sei stata contentissima dal vedere l’aggiornamento ma non credo che la troppa felicità ti abbia fatto cadere stecchita dalla sedia…(Piton ritorna e da una minuscola pergamena all’autrice…) no, tutto a posto…è il caro Piton che ha, accidentalmente ovviamente, spalmato una pozione di non si sa che tipo, sullo schermo del tuo pc…condoglianze vivissime, cara. Il qui presente Severus Piton non ha la minima idea di quale si l’antidoto…


Bene e con questo è tutto…Piton fa ciao ciao con la manina e finalmente torna nel suo sgabuzzino che lui chiama Ufficio…


Alla prossima con: "Chi dei Due dovrà Morire?"





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