"Grazie Cia,hai dato una mano all Italia". articolo del corriere della sera ,6-11-05

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carmelo pugliatti
00giovedì 6 ottobre 2005 17:30
E' in uscita nelle librerie il fondamentale saggio di Paolo Mastrolilli e Daniele Molinari "L'Italia vista dalla CIA,basato su centinaia di documenti ufficiali desecretati,consultati dai due autori.Dall libro emerge come l'azione esercitata dall Agenzia nel nostro paese sia sempre stata lontanissima da quelle trame oscure ed antidemocratiche care ad un certo tipo di "disinformatio" nostrana (spesso pilotata da oltre cortina).Finalmente DOCUMENTI ALLA MANO,è possibile fare giustizia di tanti "luoghi comuni".Ovviamente gli orfani dell Unione Sovietica,i loro compagniucci di strada e gli antiamericani di professione si guarderanno bene dal prendere in considerazione le realtà storiche messe in luce dal libro.Ecco la recensione pubblicata dal Corriere della Sera di oggi 6 ottobre 2005.a pagina 45.: GRAZIE CIA,HAI DATO UNA MANO ALL ITALIA-benefica per la democrazia l'azione dei servizi segreti USA-Non è affatto vero che gli americani non riescono a capire e penetrare le
spirali della politica italiana. E forse più vero il contrario, a leggere il nuovo libro di Paolo Mastrolilli e Maurizio Molinari, L’Italia vista dalla Cia, edito da Laterza. Dall’analisi di 60 anni di documenti ufficiali, emerge infatti che nella Penisola si guardano i rapporti tra Washington e Roma con lenti piuttosto deformate e, al contrario del pregiudizio diffuso, il ruolo giocato dalla Central Intelligence Agency come dagli ambasciatori Usa in Italia è stato sostanzialmente benefico. Per lunghi anni, gli americani sono stati seriamente preoccupati della democrazia in uno dei Paesi alleati più importanti nella guerra fredda contro l’Unione Sovietica, in più di un’occasione hanno camminato sul confine dell’ingerenza ma nel complesso, hanno dato un sostegno fondamentale alle istituzioni e all economia di mercato, in Italia.
Mastrolilli e Molinari, ambedue corrispondenti da New
York per La Stampa, per sei anni hanno battuto gli archivi americani, fatto interviste e avanzato richieste di declassificazione di documenti governativi sulla base del Freedom of Information. Act, la legge che governa la trasparenza delle amministrazioni pubbliche. Il risultato se da un lato conferma una cosa che si immaginava: servizi segreti, analisti e diplomatici americani hanno lavorato molto sul «caso Italia» dall altro ne rileva una sorprendente: ci hanno capito parecchio. E traccia un filo rosso lungo più di mezzo secolo di storia: Washington vede l’Italia come un Paese instabile la cui democrazia e la cui scelta di schierarsi nel campo occidentale vanno continuamente puntellate.Per esempio gli autori raccontano che,dopo l’assassinio del Presidente Kennedy nel 1963
L’allora ministro della difesa Giulio Andreotti si interessò molto alla provenienza del fucile usato per l’omicidio
E chiese un rapporto alla CIA. «Non sappiamo perché», scrive un sorpreso agente dell’Agenzia in un documento «segreto» alla fine di quell’anno:
forse, pensava che provenisse dall’Italia. Ma raccontano anche dei dubbi che c’erano a Washington sui fornire informazioni delicate ai governi di Roma ad esempio sullo scandalo Lockheed, che mise in tensione le relazioni tra i due Paesi proprio alla vigilia delle elezioni del giugno 1976, nelle quali l’ambasciatore John Volpe temeva, e ne scriveva a lungo ad Henry Kissinger,che i comunisti avrebbero sorpassato la DC. La Democrazia Cristiana in effetti è il perno attorno al quale ruota tutta l’attività Americana in Italia fino alla fine della guerra fredda,e di fatto al crollo del partito stesso.L’appoggio a De Gasperi nelle elezioni del 18 aprile 1948 è sostanziale,non solo in termini politici.Anche su sollecitazione di Papa Pio XII e del Cardinale Montini (futuro Paolo VI) l’Ambasciatore Americano chiede al Dipartimento di Stato,ed ottiene,fondi e strumenti di propaganda per la DC,per l’Azione cattolica,per i comitati civici di Luigi Gedda.E allo stesso tempo l’Ambasciata di Roma manda a Washington un telegramma Top Secret in cui si riassume il piano di emergenza nel caso in cui Togliatti e Nenni avessero vinto le elezioni:”navi Inglesi e Americani entrano nei porti per prevenire ogni possibile azione comunista”.

L’appoggio alla DC,vista come partito chiave ma diviso al proprio interno e incapace di riformare economia e società , è continuo, sia da parte degli ambasciatori che della Cia. Passa attraverso l’apertura al centrosinistra negli anni Sessanta, la crisi dei Settanta fino al compromesso storicò —prima osteggiato dagli americani, poi accettato di fatto — e culmina nel rapimento Moro. Sul quale un agente della Cia scrive qualcosa che contraddice la teoria secondo
-cui dietro l’azione delle Br ci sarebbe stata Washington: «La tensione (tra Dc e Pci, ndr) riflet te dell’assenza dell’influenza stabilizzante di Moro (...). La capacità di Moro di mediare nei rapporti tra Dc e Pci rappresentava uno dei suoi maggiori contributi alla politica italiana». Sia le analisi di lungo periodo
che quelle su eventi contingenti — congressi, elezioni dei presidenti della Repubblica
— sono straordinariamente lucide, a volte preveggenti. Già nel 1976, per dire, Craxi è visto come un uomo di rottura che «non tornerà alle vecchie formule del passato».
Con la fine della guerra fredda, poi,
l’Italia resta instabile (Tangentopoli), ma Washington non è più preoccupata di un suo passaggio al campo sovietico. Le analisi diventano più distese. Nel 1994, il giudizio dell’ambasciata .di Roma su Berlusconi è positivo, ma si nota che «il suo messaggio è stato carente di dettagli». Dopo le elezioni, la stessa fonte è invece stupita e definisce «Gianfranco Fini primo beneficiario dell’impressionante successo». E il presidente del Consiglio postcomunista Massimo D’Alema viene apprezzato dalla Casa Bianca di Clinton per la sua posizione sul Kosovo: il dipartimento diStato manda addirittura a tutte le Ambasciate il sunto del suo discorso.Fino all 11 settembre 2001.Da lì in poi la relazione tra Usa ed Italia è soprattutto quella personale tra Bush e Berlusconi:molte rose e qualche diversità…sulle biotecnologie".Paolo Mastrolilli e Maurizio Molinari."L'Italia vista dalla Cia 1948-2004,editore Laterza,18 euro.

[Modificato da carmelo pugliatti 06/10/2005 17.39]

!presidente!
00venerdì 7 ottobre 2005 09:40
Sono d'accordo con questa sua analisi, Sig. Pugliatti, però occorre fare una distinzione tra la Cia e la visione che invece avevano i servizi segreti militari (C.I.C. COUNTER INTELLIGENT CORP) che sono stati sempre in contatto con gli estremisti di destra del Veneto. Inoltre, sul territorio italiano c'era una costante presenza del Mossad, che avvicinò le Brigate Rosse offrendo denaro e armi per farle continuare ad esistere, in quanto la politica filo-araba italiana era osteggiata. Il fatto che ci fossero altre entità (compreso il KGB) in italia interessate a tenerci continuamente in uno stato di tensione e che la CIA abbia fatto molto poco, non vuol dire che la strategia della tensione debba essere ridimensionata. Questo non lo sostengo solo io, che tra l'altro sono tutto fuorchè di sinistra.
Saluti.
edantes
00venerdì 7 ottobre 2005 15:05
Nel Marzo del 2001, il generale Gianadelio Maletti, ex capo del controspionaggio italiano, e non certo un compagniuccio da strada, suggerì che accanto ai servizi segreti italiani e a un gruppo di terroristi italiani di estrema destra, le stragi che avevano tentato di gettare discredito sui comunisti italiani fossero state sostenute anche dal servizio segreto americano, la CIA.

Al processo degli estremisti di destra accusati di essere coinvolti nella strage di piazza Fontana, Maletti testimoniò: '' La CIA, seguendo le direttive del suo governo, intendeva suscitare un nazionalismo italiano in grado di fermare quello che veniva visto come un progressivo slittamento del paese a sinistra e a questo scopo può aver fatto uso del terrorismo di destra''. '' L'impressione era che gli americani avrebbero fatto qualsiasi cosa per fermare l'Italia nel suo slittamento verso sinistra '',spiegava il generale e aggiungeva: '' Non dimenticate che era presidenta Nixon e che Nixon era un uomo molto strano, un politico molto intelligente, ma anche l'uomo dalle iniziative poco ortodosse''. Riguardo al passato il settantanovenne Maletti esprimeva critiche e rammarico: ''L'Italia ha avuto a che fare con una specie di protettorato da parte degli USA. '' Mi vergogno quando penso che eravamo ancora soggetti a questa supervisione speciale''.

Il generale Vito Miceli, deceduto da qualche anno, già responsabile dell'Ufficio di sicurezza della NATO, nel corso del dibattimento processuale, il 7 novembre 1974 rivelò l'esistenza di strutture occulte collegate al SID:'' Un super SID ai miei ordini? Naturalmente! Ma io non ho organizzato un colpo di stato per conto mio. Sono stati gli Usa a chiedermi di farlo!''.

La guerra ''non ortodossa'' l'hanno teorizzata e messa in pratica LORO, non i compagniucci da strada o gli antiamericani. Poi, in confronto a quello che hanno combinato in altri paesi, ciò che hanno fatto in Italia è niente!.

Marcello.

[Modificato da edantes 07/10/2005 15.06]

[Modificato da edantes 07/10/2005 15.09]

[Modificato da edantes 07/10/2005 15.10]

[Modificato da edantes 07/10/2005 15.11]

carmelo pugliatti
00venerdì 7 ottobre 2005 17:58
Anch' io sono rimasto molto sorpreso leggendo il libro.E anche gli autori in un intervista hanno dichiarato che si aspettavano di trovare ben altro,per lo meno prove o indizi di contatti tra Cia e gruppi di destra.Si è appreso invece che i fascisti preoccupavano gli Americani non meno dei comunisti.Leggiamo stupefatti che Aldo Moro,l'uomo del primo centrosinistra e successivamente del compromesso storico,scriveva in un rapporto riservato destinato a Washington che a suo giudizio la sconfitta democristiana alle elezioni del 1963 era dovuta a "un comportamento troppo democratico (!!!) nei confronti del PCI cui è stato permesso di accedere alle tribune elettorali in televisione",ed al fatto che Fanfani flirtando con socialisti e cattolici di sinistra ha spaventato l'elettorato moderato!L'Italia riserva sempre incredibili paradossi,l'uomo più progressista della DC in privato era più a destra della Cia!!! A livello ufficiale la Cia si è sempre comportata in modo sorprendentemente corretto riguardo al nostro paese,ripeto ci sono i documenti appena desecretati a confermarlo,e consiglio a tutti gli appassionati di storia la lettura del libro.Il mondo delle spie tuttavia è un sottobosco torbido ed ambiguo.Possono esserci stati contatti a livello personale tra qualche agente,o più probabilmente collaboratore magari italiano, dell'Agenzia e gruppi eversivi? La cosa è possibile,questo non vuol dire che questi episodi siano stati autorizzati dall'alto e facessero parte della politica nei confronti del nostro paese.Bisogna tenere conto di un altro elemento nel valutare le dichiarazioni e le "rivelazioni" dei varii Maletti,Miceli,ecc.Si tratta di gente dalla professionalità scarsissima,preoccupati non tanto di difendere l'Italia o "l'occidente" (come si diceva una volta),ma soltanto di fare carriera legandosi a questa o quella cordata politica.Gente così è stata meglio descritta dal regista Mario Monicelli nel film satirico "vogliamo i colonnelli",che da mille saggi storici o inchieste parlamentari.Indro Montanelli li definiva "Magliari",ossia venditori di tappeti.La loro credibilità è pari a zero (anche perchè a questo punto smentita da documenti storici).Miceli doveva fare il "colpo di stato"? Franco e Ciccio sarebbero stati molto più efficenti di lui.

[Modificato da carmelo pugliatti 08/10/2005 4.26]

!presidente!
00domenica 9 ottobre 2005 17:17
Possiamo anche esser d'accordo. In ogni caso la storia sotterranea d'italia non resta certo meno torbida, indipendentemente da ciò che pensava la Cia.!
carmelo pugliatti
00domenica 9 ottobre 2005 18:16
Assolutamente vero.
!presidente!
00giovedì 13 ottobre 2005 15:33
Per quanto concerne il discorso sul Gen. Maletti e altri suoi sottoposti, l'inettitudine dei nostri servizi era dovuta in parte anche al fatto che i nostri servizi erano deboli xchè così gli avevano voluti gli accordi internazionali. L' Italia faceva una politica filo-araba, ma nello stesso tempo il mossad regolava tutti i suoi conti all'interno del ns territorio (arrivò ad offrire denaro e armi alle Br). In ogni caso il coinvolgimento di questi elementi nelle stagioni dello stragismo risulta da sentenze passate in giudicato, quindi non si è nel campo delle ipotesi.
carmelo pugliatti
00giovedì 13 ottobre 2005 17:43
Negli anni 70 l' Italia era come Lisbona o Istanbul durante la seconda guerra mondiale:campo aperto per le spie di ogni Paese.Non è che i nostri servizi nel complesso lavorassero male,anzi,il problema è che i vertici erano decisi a livello politico in base a cordate,convenienze,spartizioni.
edantes
00venerdì 14 ottobre 2005 11:59
La risposta all'azione politica dell'Urss non poteva essere una guerra, facilmente nucleare, che non avrebbe lasciato vita sulla faccia della terra. La risposta dell'Occidente americano o americanizzato doveva realizzarsi in un quadro politico '' accettabile '': infatti, secondo loro, la strategia della tensione era, appunto, il quadro politico ''accettabile''.

Non sono mai esistiti ''servizi segreti deviati'', ma servizi segreti che hanno puntualmente realizzato i programmi loro imposti dagli obblighi contratti - dalle strutture istituzionali nazionali - nel quadro di alleanze internazionali consolidate. Non erano giochi di potere o iniziative di pochi.

carmelo pugliatti
00venerdì 14 ottobre 2005 22:45
Re:

Scritto da: edantes 14/10/2005 11.59
La risposta all'azione politica dell'Urss non poteva essere una guerra, facilmente nucleare, che non avrebbe lasciato vita sulla faccia della terra. La risposta dell'Occidente americano o americanizzato doveva realizzarsi in un quadro politico '' accettabile '': infatti, secondo loro, la strategia della tensione era, appunto, il quadro politico ''accettabile''.

Non sono mai esistiti ''servizi segreti deviati'', ma servizi segreti che hanno puntualmente realizzato i programmi loro imposti dagli obblighi contratti - dalle strutture istituzionali nazionali - nel quadro di alleanze internazionali consolidate. Non erano giochi di potere o iniziative di pochi.


Se questo vuol dire che dietro Piazza Fontana o l' Italicus o il delitto Moro c'era la Cia,mi dispiace ma non sono d'accordo ,anche perchè documenti alla mano (rimando alla lettura del libro di Mastrolli e Molinari) non è storicamente vero.Altro discorso (sempre da provare) è l'iniziativa di singoli o di gruppi ristretti,interni o contigui all'Agenzia, che abbiano portato avanti operazioni non autorizzate (anzi decisamente contrarie alle direttive politiche ed operative)di "alleanza" o condizionamento di gruppi eversivi Italiani.Quanto ai giuochi di potere,per golpisti da operetta come Miceli o il Generale De Lorenzo,sono ampiamente provati (Nell caso di quest'ultimo,anzi il cosidetto "piano Solo" fu soltanto una messa in scena dietro cui si intravede la regia di Aldo Moro per spaventare a morte i Socialisti e convincerli a rientrare nel governo di centro-sinistra con richieste di riforme molto annacquate).

[Modificato da carmelo pugliatti 14/10/2005 22.47]

edantes
00sabato 15 ottobre 2005 01:05
Se l'unico documento che ha alla mano è il libro che cita, allora mi sa che si ha perso qualcosa di questi ultimi anni. A parte il fatto che questi due autori ci dovrebbero spiegare di quali documenti desecretati parlano, visto che la maggior parte è stata fatta sparire ancor prima che i giudici avviassero le inchieste. Sta a vedere che il colpevole della Strage di Piazza Fontana è proprio Valpreda.

Non capisco allora per quale motivo gli americani si siano prodigati tanto nel proteggere gentaccia come Delle Chiaie o a reclutare ex nazisti come Hass o Barbie per mezzo del CIC, che era uno dei loro servizi segreti militari.Magari anche queste sono invenzioni dei magistrati bolscevichi?. Guardi che Maletti non era proprio un golpista da operetta come lo definisce Lei, e neanche De Lorenzo. Si informi su quanto dice Mark Wyatt, ex vice capostazione Cia a Roma, negli anni 60. Io penso che fare opera di rimozione della storia sia un'offesa per quei morti innocenti e per il lavoro della magistratura.
carmelo pugliatti
00sabato 15 ottobre 2005 02:34
Re:

Scritto da: edantes 15/10/2005 1.05
Se l'unico documento che ha alla mano è il libro che cita, allora mi sa che si ha perso qualcosa di questi ultimi anni. A parte il fatto che questi due autori ci dovrebbero spiegare di quali documenti desecretati parlano, visto che la maggior parte è stata fatta sparire ancor prima che i giudici avviassero le inchieste. Sta a vedere che il colpevole della Strage di Piazza Fontana è proprio Valpreda.

Non capisco allora per quale motivo gli americani si siano prodigati tanto nel proteggere gentaccia come Delle Chiaie o a reclutare ex nazisti come Hass o Barbie per mezzo del CIC, che era uno dei loro servizi segreti militari.Magari anche queste sono invenzioni dei magistrati bolscevichi?. Guardi che Maletti non era proprio un golpista da operetta come lo definisce Lei, e neanche De Lorenzo. Si informi su quanto dice Mark Wyatt, ex vice capostazione Cia a Roma, negli anni 60. Io penso che fare opera di rimozione della storia sia un'offesa per quei morti innocenti e per il lavoro della magistratura.

Posto che non è questo il tema del forum,e che mi sa tra poco Ferrero si secca e ci rimprovera(giustamente),vorrei rassicurarla sul fatto che in questi ultimi anni non mi sono perso nulla.Non ho perso ne i "si dice",nè le "rivelazioni clamorose" poi svanite in bolle di sapone,nè i teoremi giudiziari sgonfiatisi nello spazio di un mattino.Mi sono perso le PROVE del coinvolgimento diretto dei servizi Americani nelle stragi e nelle organizzazioni terroristiche italiane.Se lei ha notizia di SENTENZE in tal senso la prego di segnalarmele.Ho sottolineato come anch'io sia rimasto molto meravigliato da quanto scritto nel libro di Mastrolilli e Molinari,ma la loro documentazione mi sembra ineccepibile,dunque ne prendo atto.Che la Cia non fosse un organizzazione di frati cappuccini lo sappiamo tutti,che fosse un organizzazione criminale questo mi appare molto opinabile.P.S. il caso De Lorenzo lo conosco benissimo (e tra l'altro sulla faccenda sono usciti circa un anno fa sul "sette" del Corriere della Sera una serie di articoli molto esaurienti).Il nostro Generale col monocolo (graditissimo a sinistra per i suoi meriti resistenziali)si limitò a far sentire "rumore di sciabole"(come disse Nenni) per far rientrare i socialisti al governo ,su commisione di Aldo Moro,salvo poi accreditarsi presso il PSI raccontando di essere stato lui ad impedire un colpo di stato orchestrato dal Presidente Segni (che non poteva più smentirlo avendo avuto un ictus).Il risultato fu che De Lorenzo venne nominato capo di stato maggiore con la benedizione di Nenni e compagni.Se non le sembra operetta questa....P.P.S. Valpreda era innocente.

edantes
00sabato 15 ottobre 2005 12:25
Beh, non sono proprio dei ''SI DICE'' quelli che svolazzano da qualche decennio a questa parte, e il fatto che nessuno stia marcendo in galera per crimini commessi nei confronti di questo paese non vuol dire che i giudici e le varie commissioni d'inchiesta non abbiano capito quale fosse il prezzo che l'Italia doveva pagare per essere ''libera'' non si sa da chi o da che cosa.

A dir la verità, c'è una sentenza-ordinanza del giudice Salvini di Milano, in cui viene ricostruita la strategia della tensione. Non so, cerchi negli archivi del tribunale di Milano, così si convincerà che i magistrati, oltre a passare il tempo facendo bolle di sapone, ogni tanto si guadagnano lo stipendio.

Poi sembra che il problema sia stabilire quale percentuale di responsabilità abbia avuto la CIA, il CIC, il SID o i militari americani. Ma cambia qualcosa se anche venisse fuori che dietro lo stragismo c'erano i militari americani, il SID, o l'ufficio affari riservati del ministero dell'interno e non la CIA? Per me no; per il signor Mastrolilli, non saprei.

Non hanno ancora spiegato per quale motivo militari americani, di base a Verona, amoreggiassero con esponenti neofascisti appartenenti a gruppi diversi della zona, e non solo.

Basta considerare il contesto politico-internazionale in cui è inserita questa strategia, per capire cosa erano disposti a fare pur di salvare la LORO ''democrazia''. Io trovo patetico, da parte degli autori del testo che Lei cita, questo tentativo di redistribuire le responsabilità tra apparati di stato nazionali ed extranazionali che hanno agito per lo stesso obiettivo.

Io non dico che gli ordini partissero dalla CIA, dal Pentagono, dalla Casa Bianca, dal ministero degli Interni italiano, ecc.,perchè non esiste un documento ufficiale che lo provi (anche perchè è sparita parecchia CARTA dagli archivi del SISMI); però mi sembra poco realistico credere che la strategia della tensione fosse solo uno scherzo di cattivo gusto di qualche agente segreto, ''deviato''.

Marcello

[Modificato da edantes 15/10/2005 12.36]

[Modificato da edantes 15/10/2005 12.38]

carmelo pugliatti
00domenica 16 ottobre 2005 16:03

Scritto da: edantes 15/10/2005 12.25
Beh, non sono proprio dei ''SI DICE'' quelli che svolazzano da qualche decennio a questa parte, e il fatto che nessuno stia marcendo in galera per crimini commessi nei confronti di questo paese non vuol dire che i giudici e le varie commissioni d'inchiesta non abbiano capito quale fosse il prezzo che l'Italia doveva pagare per essere ''libera'' non si sa da chi o da che cosa.

A dir la verità, c'è una sentenza-ordinanza del giudice Salvini di Milano, in cui viene ricostruita la strategia della tensione. Non so, cerchi negli archivi del tribunale di Milano, così si convincerà che i magistrati, oltre a passare il tempo facendo bolle di sapone, ogni tanto si guadagnano lo stipendio.

Poi sembra che il problema sia stabilire quale percentuale di responsabilità abbia avuto la CIA, il CIC, il SID o i militari americani. Per me no; per il signor Mastrolilli, non saprei.

Non hanno ancora spiegato per quale motivo militari americani, di base a Verona, amoreggiassero con esponenti neofascisti appartenenti a gruppi diversi della zona, e non solo.

Basta considerare il contesto politico-internazionale in cui è inserita questa strategia, per capire cosa erano disposti a fare pur di salvare la LORO ''democrazia''. Io trovo patetico, da parte degli autori del testo che Lei cita, questo tentativo di redistribuire le responsabilità tra apparati di stato nazionali ed extranazionali che hanno agito per lo stesso obiettivo.

Io non dico che gli ordini partissero dalla CIA, dal Pentagono, dalla Casa Bianca, dal ministero degli Interni italiano, ecc.,perchè non esiste un documento ufficiale che lo provi (anche perchè è sparita parecchia CARTA dagli archivi del SISMI); però mi sembra poco realistico credere che la strategia della tensione fosse solo uno scherzo di cattivo gusto di qualche agente segreto, ''deviato''.

Marcello

[Modificato da edantes 15/10/2005 12.36]

[Modificato da edantes 15/10/2005 12.38]


Mai detto che i magistrati rubino lo stipendio,nè che siano antiamericani per partito preso.Di certo è innegabile che alcuni di loro siano stati molto politicizzati,e che una minoranza si sia fatta anche condizionare dal propio credo politico;ma nel complesso la magistratura Italiana riguardo stragi e terrorismo si è condotta bene,e giustissimo è stato indagare a 360 gradi.Il punto è che NESSUNA SENTENZA comprova un eventuale gestione Americana della strategia della tensione.Che ciò sia dovuto "al prezzo che l'Italia doveva pagare per essere ''libera'' non si sa da chi o da che cosa" (chieda ad un Ungherese o ad un cittadino della ex Cecoslovacchia,o ad un Rumeno,o anche ad un Russo "da che cosa",vedrà che glielo spiegheranno)è una sua rispettabilissima opinione,ma appunto,solo un opinione.Cambierebbe qualcosa se anche venisse fuori che dietro lo stragismo c'erano i militari americani, il SID, o l'ufficio affari riservati del ministero dell'interno e non la CIA? Accidenti,certo che si,come cambierebbe qualcosa sapere che un delitto è stato commesso da Tizio piuttosto che da Caio.C'era gente che approfittando del clima internazionale e della guerra fredda perseguiva un disegno di restaurazione neo-fascista,altri che volevano solo trarre benefici per i loro giuochi politici di piccolo cabotaggio.Tutti costoro,a mio avviso non erano meno pericolosi del "nemico" di oltre cortina,anzi finivano per portare acqua al suo mulino.Se il libro di Mastrolilli e Molinari ha un merito è il mettere in evidenza che questa gente veniva considerata un pericolo anche dalla Cia e dal Dipartimento di Stato Americano ( Più da loro che da tanti nostri politici ,squallidi e "furbetti",che pensavano invece di servirsi degli "opposti estremismi" per i loro fini).Che singoli militari Americani "amoreggiassero" con i fascisti ( che tra l' altro non erano certo filo-americani)non mi sorprende;probabilmente erano gli stessi che in patria votavano per Goldwater o inviavano fondi allo "John Birch society".Lo facevano per personali "affinità elettive" o per ordine del Pentagono? io credo per la prima motivazione,salvo prova contraria.

[Modificato da carmelo pugliatti 17/10/2005 0.28]

edantes
00lunedì 17 ottobre 2005 13:12
Non so, potrei consigliarLe di leggere quanto scrive Victor Marchetti, ex agente CIA in Italia, riguardo alla strumentalizzazione del mondo politico neofascista fatta dagli americani.

Le ripeto: ma se il mondo politico neofascista era così insignificante per gli americani, perchè questi ultimi si sono sempre prodogati tanto nel farli esfiltrare e proteggerli in ogni modo, o magari riempirgli le tasche di dollari?.

La strategia della tensione non consentiva a movimenti politici non coordinati, non omologati, di assumere iniziative anticomuniste, interferendo con i programmi prestabiliti da chi ha del problema una visione organica planetaria, perchè è questo che bisogna considerare per capire il meccanismo. Questo principio lo troviamo negli accordi intercorsi il 1° Giugno del 1959 fra il SIFAR e la CIA (nel quadro dell'iniziativa Stay-behind, laddove si esprime la necessità di evitare ''...che altre organizzazioni incontrollate o al servizio di interessi di partito'' predispongano iniziative autonome, come ha verificato la ''Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi'', nella sua RELAZIONE SULL'INCHIESTA CONDOTTA SULLE VICENDE CONNESSE ALL'OPERAZIONE GLADIO, approvata dlla Commissione nella seduta del 14-15 Aprile 1992.

Già nelle voci di golpes il disegno del regime appare molto chiaro. Liquidare l'espansione comunista (ammesso che ci fosse) mandando allo sbaraglio la ''destra'' allo sbaraglio, quindi liquidare quest'ultima attribuendole la responsabilità dell'operazione. Questo, in Italia, il senso ultimo della strategia della tensione e della lotta agli ''opposti estremismi'': una colossale manovra di provocazione ordita dallo stesso regime, nel quadro degli accordi con la CIA e con la NATO. La verità su ciò che è accaduto in quegli è questa, sono gli americani stesso che lo dicono.
carmelo pugliatti
00lunedì 17 ottobre 2005 17:46
Re:

Scritto da: edantes 17/10/2005 13.12
Non so, potrei consigliarLe di leggere quanto scrive Victor Marchetti, ex agente CIA in Italia, riguardo alla strumentalizzazione del mondo politico neofascista fatta dagli americani.

Le ripeto: ma se il mondo politico neofascista era così insignificante per gli americani, perchè questi ultimi si sono sempre prodogati tanto nel farli esfiltrare e proteggerli in ogni modo, o magari riempirgli le tasche di dollari?.

La strategia della tensione non consentiva a movimenti politici non coordinati, non omologati, di assumere iniziative anticomuniste, interferendo con i programmi prestabiliti da chi ha del problema una visione organica planetaria, perchè è questo che bisogna considerare per capire il meccanismo. Questo principio lo troviamo negli accordi intercorsi il 1° Giugno del 1959 fra il SIFAR e la CIA (nel quadro dell'iniziativa Stay-behind, laddove si esprime la necessità di evitare ''...che altre organizzazioni incontrollate o al servizio di interessi di partito'' predispongano iniziative autonome, come ha verificato la ''Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi'', nella sua RELAZIONE SULL'INCHIESTA CONDOTTA SULLE VICENDE CONNESSE ALL'OPERAZIONE GLADIO, approvata dlla Commissione nella seduta del 14-15 Aprile 1992.

Già nelle voci di golpes il disegno del regime appare molto chiaro. Liquidare l'espansione comunista (ammesso che ci fosse) mandando allo sbaraglio la ''destra'' allo sbaraglio, quindi liquidare quest'ultima attribuendole la responsabilità dell'operazione. Questo, in Italia, il senso ultimo della strategia della tensione e della lotta agli ''opposti estremismi'': una colossale manovra di provocazione ordita dallo stesso regime, nel quadro degli accordi con la CIA e con la NATO. La verità su ciò che è accaduto in quegli è questa, sono gli americani stesso che lo dicono.

Leggerò molto volentieri il libro del Signor Marchetti (a proposito,saprebbe dirmene il titolo o l'editore)? Che il disegno fosse quello che lei indica non c è dubbio,il punto è che 1-non sono state trovate prove che questa operazione fosse stata decisa dai vertici della Cia,dalla Casa Bianca o dal Dipartimento di Stato (e per la verità neanche soltanto da qualche alto dirigente dell Agenzia in Italia),2-Dagli archivi Americani risulta che non solo non vi fu una politica di questo tipo da parte degli USA,ma la stessa Cia nei suoi rapporti era molto preoccupata da eventuali sbandate a destra del nostro Paese (notiamo tra l' altro che dagli stessi archivi sono saltati fuori parecchi altarini molto imbarazzanti per l Agenzia su Cuba,Cile,ecc).Pensare che la "strategia della tensione" possa essere stata decisa,sia pure nelle sue grandi linee,nel 1959 in un Italia ed in uno scenario mondiale lontano anni luce da quello ben più tragico di dieci anni dopo,non mi pare realistico.Tra l' altro "evitare ''...che altre organizzazioni incontrollate o al servizio di interessi di partito'' predispongano iniziative autonome" significa evitare che vengano formate delle squadracce (tipo "camicie nere" o "camicie brune") al servizio di qualsivoglia partito di destra o di sinistra,il che mi pare iniziativa lodevole (oltre che perfettamente in linea con quanto divulgato dal libro di Mastrolilli e Molinari).In tutta sincerità io penso che singoli personaggi dello Stato e limitati settori dei servizi segreti nazionali di fronte a quanto andava accadendo nel biennio 68-69 abbiano pensato di usare figuri dell' ultra destra neo-fascista allo scopo di estremizzare la già deteriorata situazione interna, ed accreditarsi come gli unici a poter garantire pace e stabilità.Il disegno era talmente delirante (oltre che criminale)da far intuire la pochezza morale ed intellettiva dei suoi ideatori,cui la situazione scappò immediatamente di mano.Il resto della storia lo conosciamo:miserabili depistaggi,squallidi insabbiamenti,povere vittime senza giustizia.Che poi negli anni precedenti alcuni personaggi partecipanti o contigui alla criminale operazione avessero servito da bassa manovalanza nel sottobosco della guerra fredda non è impossibile.Se poi vogliamo dare la colpa a fantomatici complotti "Amerikani",possiamo anche farlo;ma la verità è che i colpevoli,come per molte altre vicende Italiane (vedi Mattei)andrebbero cercati in casa nostra.
edantes
00lunedì 17 ottobre 2005 19:31
Ma Lei pensa che avrebbero fatto in modo che i giudici trovassero il documento firmato che attestasse le loro responsabilità? Il Victor Marchetti di cui parlo ha rilasciato un'intervista al programma sulla strage di piazza Fontana condotto da Giuliano Ferrara, sulla RAI, nel 1998; il suo libro è intitolato ''CIA culto e mistica del servizio segreto '', Garzanti editore, Milano 1975, ma dubito che riesca a trovarlo.


carmelo pugliatti
00lunedì 17 ottobre 2005 21:44
Beh,documenti altrettanto compromettenti ,sul Cile ad esempio o sulle connessioni con la mafia per uccidere Castro sono saltati fuori.Io credo che se la "strategia della tenzione" fosse stata decisa a Washington si sarebbero trovati ben altri elementi probatori.No,la criminale (e idiota) strategia degli opposti estremismi è stata decisa a Roma,da alcuni uomini politici e da funzionari dei servizi.I politici (tra cui,pare,un ex Presidente del consiglio morto ormai da parecchi anni) hanno dato il via all operazione senza fare troppe domande.E' probabile che la bomba di piazza Fontana non dovesse esplodere in quel momento,o forse la strage venne decisa a livello della manovalanza criminale ingaggiata .Sta di fatto che compiuta la carneficina iniziarono insabbiamenti e depistaggi,anche e sopratutto,da parte di coloro che non avevano avuto alcuna parte nell operazione,per evitare che la scoperta della verità provocasse un crollo a catena delle istituzioni.P.S. a proposito di Marchetti,ricordo il programma di Ferrara.In tutta sincerità non mi parve molto attendibile.Comunque il libro sembrerebbe molto interessante (il titolo è promettente) vedrò se è possibile reperirlo,magari su Ebay o nel sito di una libreria di Milano specializzata in vecchie edizioni.
edantes
00martedì 18 ottobre 2005 12:32
Beh, Marchetti è un ex agente della CIA, qualcosa saprà. Tenga conto però che buona parte del libro è stata censurata dalla stessa CIA. Non esiste alcun documento ufficiale provante che la strategia della tensione sia stata decisa a Washington; così come non esiste un documento ufficiale che provi la costituzione della rete stay behind. Eppure, che Gladio sia esistita è un fatto.

Il fatto è che molti documenti sono scomparsi ancor prima che i giudici avviassero le indagini, e spesso molti ordini venivano dati verbalmente. Guardi, io non so quanta responsabilità avesse la CIA, quanta il SID (secondo me parecchia) e quanta i militari americani, però tutti sapevano ciò che facevano. Il presidente del consiglio, ormai defunto, che in un certo modo ha appoggiato queste strumentalizzazioni di un mondo politico come quello neofascista è Mariano Rumor, che sarebbe dovuto essere eliminato, per ovvi motivi, da Vinciguerra su proposta di Maggi e Zorzi.

Come Le ho detto, il libro di V. Marchetti e D. Marks, di cui alcune parti sono state pubblicate in altri testi, è stato preventivamente censurato dalla CIA proprio per le rivelazioni sull'attività dell'Agenzia, dai primi anni del secondo dopo guerra a metà degli anni 70', periodo in cui venne scritto il libro.

[Modificato da edantes 18/10/2005 12.34]

carmelo pugliatti
00martedì 18 ottobre 2005 16:40
Vedo che concordiamo su parecchie cose.Anche se l ipotesi dei mandanti "Amerikani" mi sembra irrealistica, libro di Vinciguerra deve essere comunque interessante.Ancor più interessante per ricostruire i misteri di quegli anni (e degli anni immediatamente precedenti dovrebbe essere il libro "Cefis ,l’altra faccia dell’onorato presidente"(questo si, davvero introvabile),scritto da un fantomatico "Giorgio Staimetz" (chi era in realtà,un alto dirigente dell ENI,un agente dei servizi)? Il volume,fatto immediatamente sparire,gettava lampi di luce sul caso Mattei,e su inedite alleanze politico-finanziarie,ed era alla base dell incompiuto "Petrolio",l'ultimo romanzo di Pier Paolo Pasolini.Noi Italiani siamo autentici figli del Rinascimento,che come è noto oltre ad essere stata l'epoca delle arti fu anche quella dei veleni e dei pugnali.E'inutile cercare altrove ciò che è nato all'ombra dei nostri Palazzi.Che poi gli Americani non potessero non sapere,almeno in parte, determinate cose ed abbiano partecipato all'insabbiamento per non far cadere in mano ai "rossi" un paese alleato,per loro fondamentale nello scacchiere Europeo è un altra storia.
carmelo pugliatti
00giovedì 10 novembre 2005 20:16
William Colby su JFK.
Segnalo l'interessantissimo libro:"La mia vita nella CIA" di William Colby e Peter Forbath (Mursia editore,22 euro).Si tratta delle memorie di William Colby,dirigente dell agenzia dalla fine degli anni 40 e suo direttore dal 1973 al 1976.Su Kennedy (verso cui ha parole di elogio) Colby scrive:"Il fatto è che la CIA non avrebbe potuto avere un amico migliore del Presidente John F. Kennedy.Egli capiva l'Agenzia e se ne serviva con molta efficenza,utilizzandone le capacità intellettuali per analizzare un mondo tanto complesso,e le capacità paramilitari e politiche per reagire ad esso in modo discreto" (leggi "operazioni segrete").Ennesima conferma di ciò che si è sempre saputo.P.S. sul Vietnam Colby si dice convinto che Se Kennedy fosse stato alla Casa Bianca negli anni cruciali dal 1964 al 1968 avrebbe privilegiato il negoziato politico e le attività controinsurrezionali piuttosto che un intervento diretto:"Forse avremmo vinto o forse avremmo perso,ma almeno non avremmo coinvolto mezzo milione di soldati Americani e non vi sarebbero state le perdite che essi subirono e inflissero nelle loro operazioni".Anche un consigliere politico del Presidente Nixon (dunque un esponente Repubblicano) ha espresso poche settimane fa in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera l opinione che JFK non avrebbe direttamente coinvolto gli Stati Uniti nel conflitto in Vietnam,Posizione ribadita anche dal biografo di Kennedy, Robert Dallek.Colby morì nel 1996 annegando in un fiume durante una battuta di pesca.Si era già ritirato a vita privata da molti anni.Naturalmente c'è chi considera in questo tragico epilogo un delitto politico,C'è da chiedersi se nelle stesse circostanze fosse spirato un Signor John Smith qualunque qualcuno vi avrebbe visto qualcosa di strano.
!presidente!
00venerdì 11 novembre 2005 18:51
E' un libro molto conosciuto dagli appassionati del genere. La prima edizione è del 1981. Non sapevo che ce ne fossero altre più recenti. Sicuramnete è da leggere...
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