"Gli italiani mentono sul voto" il premier spiega i dati vincenti

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La Repubblica
00lunedì 13 febbraio 2006 08:23
Berlusconi ai suoi: la ricerca americana calcola chi dichiara il voto per Prodi ma in realtà è per la Cdl

Il presidente del Consiglio riempie l´agenda di nuovi appuntamenti per aggirare la par condicio

CLAUDIO TITO

ROMA - «I veri risultati sono stati gli exit poll. Poi gli elettori sono entrati in cabina e si sono sbagliati». Era la primavera del 1995. Le elezioni regionali si erano appena chiuse con l´affermazione del centrosinistra. Ma per 24 ore i sondaggi assegnarono la vittoria al Polo. Le famose bandierine di Emilio Fede cambiarono colore dalla notte al giorno. E Silvio Berlusconi, dopo un complicato vertice con Casini e Fini, si difese così. Fece un atto di fede nei confronti di sondaggi e exit poll.
Sono passati nove anni. I leader della Cdl sono gli stessi. Il Cavaliere è tornato a Palazzo Chigi. E ancora "interpreta" i risultati delle società di ricerca demoscopica. Perché uno degli elementi dell´ormai famigerato sondaggio «americano» sarebbero le bugie. Di chi? Degli italiani. Il premier, infatti, ha raccontato ad alcuni dei suoi fedelissimi che lo studio statunitense ha dimostrato che buona parte degli elettori non vuole ammettere di voler votare per la Casa delle libertà. Insomma si vergogna di dichiararsi berlusconiano. «Hanno fatto delle domande incrociate, dei quesiti trabocchetti. E hanno capito che molti di quelli che si schierano a parole con il centrosinistra, in realtà sono nostri elettori». Insomma l´esatto contrario della teoria esposta nel 1995. «Per questo - ha spiegato ai suoi - sono sicuri che siamo in vantaggio. Hanno calcolato anche la percentuale dei "bugiardi". Del resto, capitava la stessa cosa con la Dc. Vi ricordate? Prima del voto sembrava che i democristiani non esistessero, poi...».
I risultati definitivi saranno rivelati tra una decina di giorni. Nel frattempo il Cavaliere vuole condurre una campagna elettorale senza pause. Per bypassare la par condicio ha già pronte le contromosse. Quali? «Utilizzare al massimo tutte le occasioni istituzionali», dicono gli uomini che stanno pianificando queste 7 settimane di battage propagandistico. L´agenda degli incontri e degli impegni del Berlusconi presidente del consiglio si arricchirà sempre più. Basti pensare alle riunioni all´estero. A fine mese sarà a Washington da Bush e parlerà al Congresso americano. A fine marzo parteciperà al Consiglio europeo di Bruxelles e poi al congresso del Ppe (i cui vertici saranno ricevuti anche dal Papa). La diplomazia di Palazzo Chigi ha ricevuto inviti da Tony Blair a Londra e da Angela Merkel a Berlino. E con ogni probabilità il Cavaliere li accetterà. Poi moltiplicherà le iniziative nelle città italiane: due o tre a settimana. Già nel prossimo week end volerà a Perugia e a Verona. Nel calendario di questo mese sono state già inserite le missioni a Milano, Roma e Torino (anche per chiudere le Olimpiadi).
Soprattutto spera in un asso nella manica: ossia replicare i «faccia a faccia» con i leader del centrosinistra. Oltre a quelli con Romano Prodi stabiliti dalla legge, il Cavaliere ne vuole proporre altri con D´Alema, Rutelli, Fassino e Bertinotti. «Ogni scontro in tv con loro guadagno mezzo punto».
Infine ci sono i "6x3", ossia i poster che campeggiano su tutte le strade d´Italia. Sta per arrivarne un´altra ondata. Secondo uno studio forzista, i più efficaci sarebbero quelli con la domanda e il «no grazie» come risposta. Insisteranno su quelli concentrandoli, però, su Forza Italia.
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