Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero

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istantanea
00lunedì 20 giugno 2005 12:02
con un giorno di ritardo.. scusatemi! smoke1


19 GIUGNO 1986 - 19 GIUGNO 2005
Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Con la Resistenza dei prigionieri, con la Resistenza dei popoli!

Il 19 giugno 1986 oltre 300 prigionieri rivoluzionari furono massacrati in Perù dal governo socialista di Garcia. Questa operazione di guerra era tesa a colpire un elemento significativo del processo di guerra popolare condotta dal Partito Comunista Peruviano: i MILITANTI PRIGIONIERI.
Da sempre, pur nella loro natura di "ostaggi" dello stato borghese, i prigionieri rappresentano, con la loro resistenza, un elemento di continuità del processo Rivoluzionario nei termini di elaborazione politica e coerenza nella militanza.
Questo è dimostrato tanto più oggi, in particolare nelle metropoli imperialiste, laddove la propaganda di stato tende a far uso dei prigionieri come deterrente dissuasivo nei confronti del proletariato e delle avanguardie di lotta che tendono ad assumere una posizione inconciliabile con le compatibilità capitalistiche e lo stato imperialista.
Questa propaganda mira a rappresentare i militanti incarcerati come un ceto residuale o un pugno di fanatici fuori dal tempo... questa propaganda non spiega però le "condanne esemplari", gli ergastoli comminati a ruota libera che sono indice, da un lato, della politica di controrivoluzione preventiva (insita peraltro nella logica della guerra di classe) che tende a inibire la riproducibilità soggettiva della Prospettiva Rivoluzionaria; dall'altro lato, gli stessi arresti, processi, ergastoli, isolamento, rappresentano il terrore che lo stato imperialista ha di un processo di ricostruzione dell'organizzazione rivoluzionaria e della sua possibile saldatura con le istanze più avanzate della classe.
La politica di controrivoluzione preventiva trova una potente accelerazione nell'acutizzarsi del processo di crisi/tendenza alla guerra, che obbliga gli stati imperialisti a coordinarsi e ad adottare politiche comuni che preservino il loro "fronte interno". L'attacco si dispone su più livelli: dalle organizzazioni rivoluzionarie e antimperialiste, ai movimenti indipendentisti, fino ai movimenti di resistenza alla "globalizzazione" imperialista e alla guerra.
E' così in Turchia (esecuzioni di militanti, celle tipo "F", pestaggi violenti nelle manifestazioni...), in Spagna (incarcerazioni continue di militanti del PCEr e delle Organizzazioni Basche...), in Francia (accanimento contro i militanti di Action Directe, contro George Ibrahim Abdallah, contro i militanti bretoni...)....
...E' così in Italia, con l'attacco alle Organizzazioni Rivoluzionarie rappresentanti la continuità di una prospettiva di potere per il proletariato, ai gruppi e individualità anarchiche, accusati di prospettare l'"Insurrezione" contro l'ordine dominante, ai militanti antimperialisti (....e semplici cittadini...) arabi, sequestrati e fatti sparire in operazioni congiunte di "Servizi" internazionali....
Tutto questo non è l'aberrazione partorita dalla mente di qualche nuovo "fuhrer", che si chiami Bush, Putin o Berlusconi: è bensì lo sviluppo storico di un "autoritarismo imperialista" che, nelle sue vesti propagandistiche di "democrazia al lavoro" in Iraq, Palestina,Afghanistan, Bolivia Turchia...tende di fatto a garantire l'attuazione di politiche globali antiproletarie e antipopolari, miranti ad innescare una ripresa del ciclo di accumulazione capitalistico, che hanno il loro fulcro nelle operazioni belliche in atto su scala planetaria e nella più complessiva tendenza allo scontro interimperialista. Questa cornice di "democrazia formale e autoritaria," in cui si sviluppano tali politiche, si riproduce con la partecipazione attiva dei vari riformisti e revisionisti (al di là delle chiacchiere parlamentari...), "amministratori"efficienti sul piano nazionale e internazionale degli interessi di significative frazioni imperialiste e promotori del ferreo controllo politico e sindacale sul proletariato per contenerne le spinte all'autonomia di classe.
La comprensione pratica di questo contesto è indispensabile per collocare in modo adeguato la lotta alla repressione nei suoi vari aspetti all'interno di una prospettiva politica più generale.
Il compito ineludibile di sostenere i prigionieri rivoluzionari, consiste allora sia nel difenderne specificamente l'identità politica rivoluzionaria, sia nello sviluppare la lotta rivoluzionaria nelle metropoli imperialiste, in stretta dialettica con i processi più avanzati di resistenza e lotta dei popoli nel Tricontinente.
D'altronde è la controrivoluzione stessa a generare (sia pure in forme per ora discontinue e contraddittorie) una risposta a vari livelli.
Stanno a dimostrarlo le manifestazioni e iniziative degli ultimi mesi (in particolare la manifestazione di Biella con oltre mille partecipanti); per parte nostra vogliamo contribuire ad alimentare e a rendere politicamente continua tale tendenza. In questo senso, è molto positivo lo sviluppo in ambito europeo di organismi di Soccorso Rosso: questa necessità torna ad avvertirsi anche in Italia con la ripresa del dibattito e delle iniziativa che, per non disperdersi, dovrà necessariamente misurarsi con la qualità nuova della situazione internazionale e con quanto prodotto dallo scontro di classe, per come si è sviluppato negli ultimi 30 anni, in Italia.

Centro Proletario Ilic
centroilic@libero.it
headcracker
00mercoledì 22 giugno 2005 17:43
[SM=x751611] [SM=x751611] [SM=x751611] Morte all'imperialismo capitalista!!
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 22 giugno 2005 17:48
Incredibile, c'è proprio la giornata internazionale di qualsiasi cosa.:Sm18:
istantanea
00mercoledì 22 giugno 2005 18:45
Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 22/06/2005 17.48
Incredibile, c'è proprio la giornata internazionale di qualsiasi cosa.:Sm18:



beh almeno questa era una giornata dedicata a qualcosa di serio sm8 sm8 sma4
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