Re:
MaxFrames, 03/09/2010 9.47:
Ma la questione della privacy non riguarda solo il rendere pubbliche o meno le informazioni. Si tratta anche di avere *personalmente* in mano la possibilita' di decidere se, a chi, e fino a quando rendere pubblici questi dati (tutti o parte di essi).
Il problema di Facebook e' che queste possibilita' sono fondamentalmente in mano al gestore del servizio, che continua tra l'altro a modificarne le modalita' in base a logiche di profitto. La cosa interessante di Diaspora sarebbe proprio di mettere a disposizione degli utenti, in modo trasparente (essendo il codice open source) piu' possibilita', piu' granulari e piu' stabili, di configurazione della propria privacy. Si tratta soprattutto di tenere separato il mondo privato (amici) dal mondo professionale (colleghi e superiori). Di base non vedo ipocrisia ma un'esigenza reale, una nicchia lasciata da Facebook dove potrebbe inserirsi tranquillamente un servizio alternativo. In fondo c'e' gia' un social network business-oriented (LinkedIn) che convive con Facebook senza problemi perche' hanno target diversi.
considerazioni condivisibili.
ma oggi i tuoi dati li dai a chiunque sottoforma di bancomat/carta di credito/postepay, sky, tessera del tifoso, assicurazione auto, mutui, contratti telefonolucegas, telefonia mobile, domande di assunzione, ricette e richieste di prestazioni mediche, richieste inps, trattamenti inail...
la privacy è morta da anni, basta firmare la famosa informativa o "trattamento dei dati personali"...
non voglio fare l'ossessionato e il nichilista MA SANNO CHI SIAMO, CHE FACCIAMO e anche che andiamo su youporn durante le ore di lavoro.
che poi mi si venga a criticare i social netwrok mi fa troppo ridere.
anzi, per legge dei grandi numeri considerando che ci sono centinaia di milioni di account non è poi così semplice carpire info private...