"Elogio del politeismo" di Maurizio Bettini

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datip
00lunedì 13 giugno 2016 15:44
MAURIZIO BETTINI
Elogio del politeismo
Quello che possiamo imparare oggi dalle religioni antiche
«Se si parte dal principio che gli dèi sono molti viene meno il motivo per affermare che quelli degli altri sono falsi dèi o demoni… All’interno delle nostre società, l’adozione di alcuni quadri mentali propri del politeismo ridurrebbe senz’altro il tasso di conflittualità fra le diverse religioni monoteistiche e le loro interne suddivisioni»

Duemila anni di monoteismo ci hanno abituato a ritenere che Dio non possa essere se non unico, esclusivo, vero. Al contrario, il politeismo antico prevedeva la possibilità di far corrispondere fra loro dèi e dèe appartenenti a culture diverse (la greca Artemis alla romana Diana, l’egizia Isis alla greca Athena), ovvero di accogliere nel proprio pantheon divinità straniere. Questa disposizione all’apertura ha fatto sì che il mondo antico non abbia conosciuto quella violenza a carattere religioso che invece ha insanguinato, e spesso ancora insanguina, le culture monoteiste. È possibile attingere oggi alle risorse del politeismo per rendere più agevoli e sereni i rapporti fra le varie religioni?

Maurizio Bettini insegna Antropologia del Mondo antico all’Università di Siena. Con il Mulino ha pubblicato «Affari di famiglia. La parentela nella letteratura e nella cultura antica» (2009) e «Contro le radici» (2012); dirige la collana «Antropologia del mondo antico». Collabora con «la Repubblica».
sargon.
00mercoledì 15 giugno 2016 11:00
Mah
Comunque il fatto che la nostra galassia contiene 2 miliardi di corpi celesti e nell'universo si stima ci siano, per difetto, dai 100 ai 200 miliardi di galassie qualche riflessione bisognerà poi farla.
Hotepibre
00venerdì 17 giugno 2016 09:49
Il monoteismo è, sostanzialmente, il...monopolio di un dio su altri.
So che qualcuno potrebbe accusarmi di blasfemìa, ma sostanzialmente abbiamo anche noi ancora gli Dei, solo che li chiamiamo "Santi". Vero che la chiesa tenta in tutti in modi di dire che Santi e Dei sono cose ben diverse, che i secondi erano il tentativo di dare una spiegazione logica a fenomeni incomprensibili, ma come la mettiamo con i Santi protettori delle cose più disparate (forse che Sant'Antonio non è il protettore degli animali? e San Pancrazio non è forse il protettore dell'abbondanza dei raccolti? ...e Santa Elena Imperatrice, oltre che proteggere gli archeologi, non viene forse invocata come protettrice nelle tempeste?).
Certo la "furbizia" è stata semmai di dare la patente di "protettore" invece che quella di "creatore", ma sostanzialmente ancora ci inginocchiamo dinanzi a "divinità" inferiori pregandole di esaudire i nostri desideri o di risolvere i nostri problemi (Sant'Anto' famme a'grazia!).
Ma torniamo al "monopolio" con cui ho iniziato; chiaro che in un regime monopolistico ciascuno è convinto di essere il detentore del sapere e del potere, ed è altrettanto chiaro che da ciò non possono che derivare conflitti a meno di... non riconoscere che sia pure con nomi differenti si invoca la stessa divinità; ma qui entra in ballo la liturgia, la religione e l'interpretazione della parola del "monopolista".
Non si fanno guerre perché il Dio è diverso, le si scatena perché gli uomini vogliono il monopolio sulla divinità e sono presuntuosi al punto tale da credere di sapere interpretare il pensiero trascendente di un essere di cui non si può pronunciare il nome, che non si può rappresentare, non si può neppure immaginare.
Gli Dei, invece, erano preda dei sentimenti più umani, erano più vicini alla realtà: amavano, si arrabbiavano, litigavano, si dedicavano ai più svariati sotterfugi per ottenere quel che volevano e poiché presso ogni popolo quei sentimenti erano gli stessi perché nascevano dalla realtà e non dall'interpretazione, era facile "sovrapporli" e creare corrispondenze.
Una qual sorta di tollerabilità reciproca, inoltre, faceva sì che non ci si scontrasse sulle liturgie, ma spesso si decidesse idi integrarle tra loro a maggior gloria proprio di coloro che rappresentavano la soluzione a disagi umani, ma da loro stessi ben conosciuti. Come dire che se va bene una soluzione, figurati due.
E chiudo questa disquisizione pseudo-filosofico-religiosa con un esempio pratico: provate a integrare tra loro due sassi...ovviamente si scontreranno e non si otterrà il risultato sperato... ora provate a premere l'una contro l'altra due spazzole... se i sassi sono il monoteismo, le spazzole non possono che essere il politeismo!
t.naty
00sabato 25 giugno 2016 13:08
Sono dell'idea che dio esiste se ci credi (so che fede vuol dire credere) nel senso che se te lo crei lo fai divenire reale, come si è sempre fatto secondo me, e non ci vedo nulla di male (in quanto proiezione di sé stessi per certi versi) se questo non diventa oggetto di scontro (come già accade) , il brutto è quando non si ha la saggezza per poter collaborare e ci si scontra, come sicuramente anche nell'antico Egitto, ma non mi pare ai livelli odierni, in ogni modo più vivo il presente più vorrei vivere al tempo degli antichi egizi...
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