"Early Dynastic Egypt" in lingua italiana?

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Riccardo Banchi
00venerdì 14 settembre 2012 09:47
Proporre alle case editrici di pubblicare il libro di Toby Wilkinson del 1999
Cari amici egittofili,
avevo da tempo palesato la mia intenzione di scrivere a qualche casa editrice per sensibilizzarla verso la pubblicazione del libro di Toby Wilkinson del 1999 "Early Dynastic Egypt". Ormai sapete che sono un a ppassionato di predinastico e protodinastico; e quel libro è davvero un ottimo testo: un vero peccato non averlo disponibile in lingua italiana.

Espongo qui la mia lettera che ho inviato via e-mail alla casa editrice Einaudi, dal momento che ha appena pubblicato, di Toby Wilkinson, “L’antico Egitto – Storia di un impero millenario”. Nella collana saggi è peraltro presente il testo di Alan Gardiner “La civiltà egizia”, per cui la mia proposta la considero non campata in aria.

Ecco la lettera, indirizzata alle seguenti e-mail:
Redazione: einaudi@einaudi.it
Ufficio Università: eiunive@einaudi.it

Spett.le Giulio Einaudi editore,
recentemente ho letto il saggio di Toby Wilkinson “L’antico Egitto – Storia di un impero millenario”, che ho trovato di ottimo livello e scritto in chiave innovativa. Wilkinson è un grande divulgatore di egittologia, oltre che molto competente; quindi la qualità del prodotto, tutto sommato non mi ha sorpreso. A suo tempo avevo letto, dello stesso autore, “La genesi dei faraoni” – Newton & Compton Editori, che affrontava la tematica dei graffiti tardo preistorici egiziani per comprendere le origini della cultura nilotica e che, volutamente, era impostato in maniera più semplificata.
I libri di Wilkinson citati sono logicamente traduzioni di testi pubblicati in inglese e purtroppo – la considerazione è di carattere generale – solo una minima parte sono quelli che arrivano in lingua italiana nelle nostre librerie. Uno fra quelli che in lingua italiana non è mai arrivato è “Early Dynastic Egypt”, del 1999. Si tratta un volume fondamentale che affronta il tema della formazione dello stato egizio (tardo predinastico e protodinastico) in modo organico ed esaustivo. Sebbene il libro abbia più di dieci anni, è da considerasi – a detta anche di egittologi – uno dei migliori testi di riferimento per l’argomento che, sebbene possa considerarsi di nicchia, lo è tuttavia solo parzialmente, poiché l’origine della civiltà egizia è sempre più tema di ricerca che affascina un numero crescente di lettori, sebbene testi in italiano sulla materia siano scarsi.
Si capisce che sono un appassionato di egittologia e di protostoria egiziana; moltissimi sono i volumi che occupano i miei scaffali casalinghi. Forse la mia proposta è di parte, ma sarebbe un’ottima iniziativa trovare in lingua italiana il testo citato, che andrebbe ad arricchire il catalogo dei vostri saggi, già ricco di opere considerevoli. “Early Dynastic Egypt” sarebbe un’importante perla della collana, che a mio avviso dovrebbe riscuotere un buon successo.

Spero che il mio suggerimento venga per lo meno preso in considerazione.

Distinti saluti, Riccardo Banchi



Allo stesso modo ho inviato la proposta alla Newton&Compton, modificando un poco il testo, dal momento che detta casa editrice aveva anni fa pubblicato “La genesi dei faraoni”:

Redazione: info@newtoncompton.com

Spett.le Newton&Compton Editori,
tempo fa lessi il saggio “La genesi dei faraoni” di Toby Wilkinson, che affrontava la tematica dei graffiti tardo preistorici egiziani per comprendere le origini della cultura nilotica, volutamente impostato in maniera semplificata ma molto coivolgente. Recentemente ho letto, sempre dello steso autore, "L’antico Egitto – Storia di un impero millenario” (Giulio Einaudi Editore), che ho trovato di ottimo livello e scritto in chiave innovativa. Wilkinson è un grande divulgatore di egittologia, oltre che molto competente; quindi la qualità del prodotto, tutto sommato non mi ha sorpreso.
I libri di Wilkinson citati sono logicamente traduzioni di testi pubblicati in inglese e purtroppo – la considerazione è di carattere generale – solo una minima parte sono quelli che arrivano in lingua italiana nelle nostre librerie.
Uno fra quelli che in lingua italiana non è mai arrivato è “Early Dynastic Egypt”, del 1999. Si tratta un volume fondamentale che affronta il tema della formazione dello stato egizio (tardo predinastico e protodinastico) in modo organico ed esaustivo. Sebbene il libro abbia più di dieci anni, è da considerasi – a detta anche di egittologi – uno dei migliori testi di riferimento per l’argomento che, sebbene possa considerarsi di nicchia, lo è tuttavia solo parzialmente, poiché l’origine della civiltà egizia è sempre più tema di ricerca che affascina un numero crescente di lettori, sebbene testi in italiano sulla materia siano scarsi.
Si capisce che sono un appassionato di egittologia e di protostoria egiziana; moltissimi sono i volumi che occupano i miei scaffali casalinghi. Forse la mia proposta è di parte, ma sarebbe un’ottima iniziativa trovare in lingua italiana il testo citato, che andrebbe ad arricchire il vostro catalogo. “Early Dynastic Egypt”, a mio avviso, dovrebbe riscuotere peraltro un buon successo.
Spero che il mio suggerimento venga per lo meno preso in considerazione.

Ringrazio per l'attenzione e porgo distinti saluti, Riccardo Banchi



Allora, che ne dite?
Forse, se non sarò l'unico a prendere questa iniziativa (cioè se qualcun altro invia a dette case editrici una proposta simile, magari cambiando un po' l'e-mail), potrebbe darsi che la pubblicazione del testo in lingua italiana divenga una realtà. No, non mi faccio illusioni, ma scrivere non costa nulla.
E dai, scrivete anche voi!

Ric [SM=x822709]
domizio@
00domenica 30 settembre 2012 19:44
Traduzioni
Lodevole iniziativa.
Però, a mio avviso, la priorità sarebbe la traduzione e pubblicazione da parte di qualche benemerita casa editrice della seconda edizione della grammatica di Allen.
Almeno quella, visto che per quella di Gardiner, in tanti decenni, nessuno si è scomodato...
Riccardo Banchi
00martedì 2 ottobre 2012 19:26
Certo. E molti altri testi sarebbero da tradurre, e che a mio avviso verrebbero anche venduti (es. "The Complete Pyramids" di Mark Lehner, ecc.).

Tornando al libro di Wilkinson, essendo io molto interessato al pre proto-dinastico, sarei davvero felicissimo di poter promuovere in Italia il libro in oggetto.
Devo dire che pochi giorni fa la posta di Einaudi mi comunicato di aver inviato la mia richiesta alla redazione. Forse un mero messaggio di cortesia. Però, se la mia richiesta non fosse isolata...

Un saluto, Ric [SM=x822706]
pizia.
00mercoledì 3 ottobre 2012 17:39
Potresti cominciare a tradurlo nel frattempo, così se arrivi alla fine prima che qualcun altro lo abbia fatto puoi anche proporre alla casa editrice il lavoro pronto [SM=g999108]
Riccardo Banchi
00giovedì 4 ottobre 2012 09:45
Con il mio inglese mi ci vorrebbe quasi mezza giornata a pagina (e con vocabolario alla mano); per la casa editrice risulterei un po' caro, e finita la traduzione, il libro sarebbe già vecchio di trent'anni...
[SM=g999108]

Una buona notizia!
Mi è ieri appena arrivata una nuova e-mail dalla Einaudi. Ecco cosa mi scrive:

Gentile dottore,
grazie per il messaggio e la preziosa segnalazione.
Guarderemo senz'altro il volume che ci segnala e le faremo sapere, cordiali saluti e grazie,
Carlo Bonadies


La risposta mi conforta e mi stimola ulteriormente ad invitarvi, se vi va, a scrivere pure voi all'editore. La mia amica Antonella lo farà a breve...

Ric [SM=x822712]
Hatshepsut76
00giovedì 4 ottobre 2012 23:39
Bel colpo, Riccardo! Ho letto ora la dinamica della faccenda: speriamo vada in porto! [SM=g999103]
Riccardo Banchi
00lunedì 8 ottobre 2012 09:15
La mia garnde amica Antonella Armanini, egittofila più di me e che nel tempo si è "costruita" una meravigliosa biblioteca casalinga di archeologia, ha appena scritto pure lei alla casa editrice Einaudi. Con la sua autorizzazione, posto il suo articolato messaggio, che penso faccia breccia in redazione.

Salve,
sono un’appassionata di antico Egitto. Lo sono sempre stata, fin da bambina, fin da quando vidi in TV il documentario sulla scoperta della tomba di Tuthankamon (in bianco e nero!). Da quel momento, un nome così complicato, divenne per me familiare, e al posto dei libri di favole (avevo otto anni) io volevo leggere di archeologia, di scoperte, di luoghi lontani nel tempo e nello spazio.
Sono un’appassionata di libri. Lo sono sempre stata, fin da bambina, quando leggevo quello che trovavo in casa e magari non ci capivo un’acca perché erano letture “da grandi” ma prendevo quei libri e li sfogliavo, li annusavo, facevo finta di avere tra le mani “tesori” che un giorno avrei apprezzato…..
Adesso ho ancora le stesse passioni: l’Egitto ed i Libri. Ho una bella biblioteca, improntata soprattutto sull’archeologia, non solo egiziana ma in generale sull’arte antica, dalla preistoria in su. I miei non sono libri messi lì per fare arredamento, io li leggo, li consulto, li studio, li vivo!
Recentemente ho comprato e letto un vostro testo “l’Antico Egitto” di Toby Wilkinson; è un’ opera di ottimo livello, che allineo quanto ad importanza alle vs precedenti pubblicazioni di argomento egittologico nella collana dei Saggi, da “Abu Simbel” di Luis A. Christophe, all’intramontabile A. Gardiner “La civiltà egizia”, fino a A. Rosalie David “I costruttori delle piramidi” ed al più recente Z. Hawass “Le montagne dei Faraoni”.
Purtroppo, i lavori dei più eminenti egittologi francesi, inglesi e tedeschi di fine ottocento e del novecento, che con le loro opere hanno aperto le porte ad una nuova e migliore comprensione di una civiltà così lontana da noi, sono da sempre stati poco tradotti in italiano. Ma non solo loro, anche gli egittologi contemporanei non nutrono grossi favori verso le scelte editoriali nel nostro Paese, anche se riconosco ad Einaudi una sensibilità maggiore della media.
Ed è per questo che Vi propongo di tradurre in italiano il testo precedente di Wilkinson del 1999 “Early Dynastic Egypt” altro testo fondamentale delle origini della civiltà egizia. Sull’Egitto sono stati scritti fiumi di parole, pochi rivoli sono dedicati a questo particolare stadio della cultura egizia, poche gocce d’acqua su quanto si trova scritto in italiano…..
Il mio sogno sarebbe quello di poter trovare una collana dedicata alle opera dei grandi egittologi, da Petrie a Lauer, da Qibell a Perring, e poi Sethe, De Morgan, Amelineau, Fahkry, Hassan, Loret, Malek, Swelim, e tanti altri……. Credo che sarebbe una scelta editoriale ben accolta da molti.
Ma andiamo per gradi, per iniziare la richiesta della traduzione di Wikinson: credo sia “abbordabile” e poi chissà……!!!!!!
Grazie per avermi letto.

Cordiali saluti

Antonella Armanini



Rinnovo l'invito, a chi sia interessato, a scrivere alla Einaudi o ad altre case editrici che ritenete opportuno contattare. E questa idea potrebbe essere estesa su più fronti.

Ric [SM=x822712]
Riccardo Banchi
00lunedì 15 ottobre 2012 13:17
Einaudi ha scritto che ha passato alla redazione anche la lettera di Antonella...

Ric [SM=x822709]
MassimoIzzo
00sabato 10 novembre 2012 12:02
Salve carissimi,
non posso che concordare con la vostra idea.
Di solito il problema delle traduzioni di saggistica (ovvero non romanzi) è che le case editrici devono trovarsi e pagare dei conoscitori della materia a causa della resa dei termini tecnici. Nel caso di grandi casi editrici questo non dovrebbe essere un problema, per quelle piu piccole potrebbe esserlo.

Se scovate qualche casa editrice interessata potrebbe essere utile far sapere che eventualmente, per traduzioni dall'inglese, potete segnalare un egittologo con ottima conoscenza dell'inglese, il sottoscritto, che ha vissuto e lavorato diversi anni in Inghilterra.

Sperando di fare cose utile, vi saluto e scusate la latitanza, sono preso con la scrittura del mio libro sul Neolitico!
M.I.
emilioraffaele
00lunedì 12 novembre 2012 21:28
Ciao Massimo! Attendo con interesse l'uscita del tuo libro.
Hatshepsut76
00lunedì 12 novembre 2012 23:37
Re:
emilioraffaele, 12/11/2012 21:28:

Ciao Massimo! Attendo con interesse l'uscita del tuo libro.



anche io


MassimoIzzo
00martedì 13 novembre 2012 08:54
Ciao carissimi emilioraffele e Hatschepsut! Grazie dell'incoraggiamento!

E mi avete anche fatto ricordare che ho dimenticato di postare un messaggio sul mio blog sul fatto che per questo libro (e in teoria se ce la faccio ci sarebbe anche un manuale di egittologia per novizi) ho preso anno sabbatico e quest'anno non faccio corsi ma solo 2 conferenze...
Riccardo Banchi
00martedì 13 novembre 2012 09:25
Caro Massimo Izzo,
sono davvero interessato al libro che stai scrivendo: l'argomento è uno dei miei preferiti. Neolito egiziano o neolitico in generale? L'una o l'altra opzione sono entrambe accattivanti.
Siamo in attesa. [SM=x822709]

Riguardo alla tua disponibilità, in qualità di egittologo e di ottimo conoscitore dell'inglese, di tradurre il libro di Wilkinson (e magari altri testi fondamentali di cui purtroppo in italiano non possiamo al momento disporre), la cosa mi riempie di gioia.
Non per non volermi impegnare in merito, ma forse dovresti essere proprio tu a proporre alla Einaudi (o ad altri) la tua disponibilità. Farlo io per te, dopo aver già scritto l'e-mail postata nella pagina precedente, forse darebbe meno importanza alla proposta, che ha mio avviso sarebbe una bella conquista per tutti noi.
Valuta se quello che ho detto è sensato. Mi piacerebbe davvero, un giorno, avere in biblioteca un libro del genere che posso consultare senza alcun problema di lingua.

Ti ringrazio per l'interessamento e in bocca al lupo per il tuo saggio.

Ric [SM=x822713]
MassimoIzzo
00martedì 13 novembre 2012 10:08
Caro Riccardo,

mi complimento per la tua iniziativa di segnalare ad Einaudi la necessità della traduzione di questo libro che ritengo tutt'ora, nonostante la data non più fresca, un testo fondamentale per il predinastico.
La scelta professionale in cui credo, quella della divulgazione di livello scientifico, due concetti che possono essere sposati solo con molto sforzo, mi porta a credere fortemente nel senso di tutte le operazioni che garantiscono la massima diffusione della cultura, quindi iniziative del genere hanno tutto il mio appoggio morale e se possibile, pratico.

Scrivere 2 righe ad Einaudi per appoggiare la vostra iniziativa, garantendo la qualità dell'opera, e dare la mia disponibilità per la traduzione, è qualcosa che faccio volentieri, anche se non sò con quale successo, visto che tradizionalmente i pareri di cui si tiene conto sono più quelli degli accademici che quelli dei divulgatori.

Così come non so quanto Einaudi e gli altri editori siano interessati a sforzi editoriali su prodotti molto specialistici. Come puoi immaginare, i tradizionali destinatari di testi come questi non dovrebbero avere problemi con le lingue straniere. Ma ci si può provare. Mandami un messaggio privato a massimoizzo61@gmail.com con il riferimento della persona in Einaudi (o altri che hanno dimostrato interesse) e relativo indirizzo email ed invierò un messaggio. Poi vi tengo aggiornati.

Il libro che sto preparando, brevemente descritto "sul neolitico", è piu che altro dedicato a descrivere il periodo 12,500-6500 a.C nella mezzaluna fertile. Si tratta del periodo in cui l'uomo paleolitico, con un atto rivoluzionario, decide di sedentarizzarsi nelle zone di Palestina-Siria innescando una serie di processi sociali che portano alla nascita della civiltà con architettura, villaggio, agricoltura e allevamento. Il titolo provvisorio "L'alba della civiltà" dovrebbe rendere l'idea. Il titolo suona bene, peccato per l'ambiguità intrinseca del termine "civiltà" , per cui non sono sicuro ancora di questo titolo..
L'Egitto, attardato a queste date, probabilmente sarà presente solo di striscio o per nulla causa mancanza di spazio, ma ci penserò più in là.

M.I.


Riccardo Banchi
00martedì 13 novembre 2012 10:35
Ti rispondo brevemente qui, ma poi lo faccio anche in privato.

Riguardo al Neolitico, la Mezzaluna Fertile, con le estensioni periferiche del caso, è indubbio il motore primevo verso la "civilizzazione".
Sul natufiano mi vien da pensare che siti coevi siano presenti anche nel Delta e sopratutto nelle aree ora sommerse dal mare dopo la glaciazione (mi soprenderei del contrario), in contiguità con la Palestina (il problema è che l'indagine archeologica è in loco quasi impossibile).
Mi permetto inoltre di dire che la parte sudanese della Valle del Nilo presenta caratteristiche non da poco: si riscontra forse la più antica ceramica africana, forse precedente a quella asiatica occidentale (non parlo di quella giapponese Jumond), risalente al pieno VIII mill. a.C. (forse anche IX). Si tratta di abitanti ancora mesolitici che iniziano a praticare l'allevamento, a cui sono poi associati primi insediamenti stabili (ma la patria dell'urbanizzazione e del neolitico "classico" resta la Mezzaluna; Gobekli Tepe, Asikli Huyuk e non solo sono "bombe" archeologiche). I testi della Caneva sicuramente li conosci (io solo qualcosa). Poi c'è Nabta Playa, ma questa è un'altra storia, comunque imparentata.
Un cenno almeno a questo lo farei.
Scusa l'intrusione.

Riguardo alla Einaudi, nella mia lettera che ho postato nella pagina precedente, ci sono anche gli indirizzi e-mail. Comunque ti scrivo in privato anche riguardo a questo.
Tentar non nuoce; al massimo può giovare.

Grazie ancora per la disponibilità

Ric [SM=x822709]
MassimoIzzo
00martedì 13 novembre 2012 16:11
Ciao Riccardo,

Sperando nel perdono di Kiya per essere OT parlando qui di neolitico:

La scelta di occuparmi del periodo citato nella mezzaluna fertile è ovviamente legato al fatto che nella mezzaluna parte dal Natufiano una sequenza ininterrotta che ci porta dritti alle civiltà pre-sumeriche con una sorprendente coerenza culturale e geografica. Non altrettanto si può dire in ambiti geografici diversi dove le sostituzioni delle culture materiali o le importazioni culturali sono state la norma. Oltre ovviamente al dover necessariamente limitare l'area geografica causa l'enorme quantità di siti e dati archeologici da vagliare.

Genere diverso è "dove per la prima volta.....". In questo caso si può spaziare sui continenti ed accorgersi che spesso le grandi innovazioni del mondo sono state inventate e dimenticate piu volte prima di giungere a far parte di un processo continuo di sviluppo. Giusto per far un esempio, nelle zone sudanesi ci sono stati esperimenti di agricoltura perfino del 12,000 a.C. nella civiltà Qadiana (se non ricordo male). Ma che sono duranti un breve istante alle scale storiche e non hanno avuto seguito.

Riguardo la possibilità di un Natufiano del Delta, in base alle circostanze e alla probabilità, ti ricordo che questo genere di considerazioni non fa parte di un corretto processo storico. Quello che non c'è non esiste per l'archeologia. Con quello che non c'è si scriveranno pure i best-seller di fanta-archeologia ma non i libri di storia :-)

Ti dirò di più: guarda Gobleki Tepe ed il suo impressionante monumentalismo. Ebbene in tutto il Tauro e l'Anatolia, il periodo Natufiano non è stato ancora trovato. Ed il Natufiano noto finora in Siria e Palestina non sembra possa essere un probabile antecedente di gruppi che si sono spostati successivamente. Certo è ben difficile che comunità di quel genere non abbiano un minimo di passato, ma non essendo ancora stato trovato archeologicamente, semplicemente non se ne parla, perchè non c'è nulla da dire. Spero di aver reso il concetto.

Riccardo Banchi
00mercoledì 14 novembre 2012 16:24
Concetto reso benissimo e che condivido, ma spero che anche quello che volevo dire io sia stato compreso (e penso di sì).
Siti neolitici paragonabili al "classico" Chatal Huyuk si hanno in qualche modo anche in area Vallinda (es. Merghar), ma mi rendo conto che si rischia di parlare di troppe realtà probabilemente indipendenti; quindi, Massimo, fai bene a concentrati sul Vicino Oriente, il cui vero "vicino" di pianerottolo può essere al massimo solo l'Egitto, che però ha alle spalle un'esperienza anche africana.
E tornando alla fine delle glaciazioni, reperti trovati a largo della costa indiana (a profondità di circa 30-40 m, se non vado errando, ma non confermo il dettaglio) dimostrano che gran parte del materiale risalente al 10.000-4.000 a.C. è sommerso. Questo è un dato di fatto.
Similmente penso a quando il Golfo Persico era molto arretrato... ma finché non si trova... (basterebbe cercare ma è impegnativo) Penso comunque che nessun archeolo del Vicino Oriente possa negare che sottt'acqua ci siano città sumeriche o pre-sumeriche (logicamente non si può archeologicamente parlare di ciò che non abbiamo a disposizione come evidenza archeologica).
Adesso Kiya mi farà un partaccione per essere O.T. e me ne scuso.

Chiudo quindi tornando al titolo della discussione:

Ragazzi, scrivete all'editore!!!
Ovviamente il tuo contributo, Massimo, è determinante.

Ric [SM=x822709]
MassimoIzzo
00giovedì 15 novembre 2012 17:50
Ciao Riccardo,

solo una piccola correzione: è vero, il Golfo Persico era molto arretrato e se non ricordo male Eridu si trovava in antichità proprio in riva al mare (ho trattato con cartine la cosa ai miei corsi). Poi il mare ha iniziato a ritirarsi e scoprire i fondali. Quindi matematicamente non ci possono essere città pre-sumeriche o sumeriche nascoste sotto le attuali acque :-)

Tornando al libro: ho scritto al riferimento segnalato da Riccardo ad Einaudi, sottolineando il valore del libro e la validità dell'idea di tradurlo, nonchè dando la mia disponibilità alla traduzione.
Il Sig. Bonadies di Einaudi mi ha risposto ringraziandomi e dicendo che ne terrano conto se decideranno di andare avanti con il progetto e che spera di farmi sapere presto qualcosa.
Incrociamo le dita perchè l'iniziativa è degna, considerando quali obsoleti e inferiori libri sono stati tradotti negli ultimi da alcuni editori meno seri di Einaudi...

MassimoIzzo
00giovedì 15 novembre 2012 18:14
Edit: post nel filo sbagliato, la vecchiaia....
Riccardo Banchi
00venerdì 16 novembre 2012 09:11
Re:
MassimoIzzo, 15/11/2012 17:50:

Ciao Riccardo,
solo una piccola correzione: è vero, il Golfo Persico era molto arretrato e se non ricordo male Eridu si trovava in antichità proprio in riva al mare (ho trattato con cartine la cosa ai miei corsi). Poi il mare ha iniziato a ritirarsi e scoprire i fondali. Quindi matematicamente non ci possono essere città pre-sumeriche o sumeriche nascoste sotto le attuali acque :-)


Sul Golfo Persico la storia è piuttosto complessa. Sì, il mare è successivamente arretrato (infatti città come Eridu erano un tempo praticamente sul mare), ma in epoche precedenti (ma qui stiamo parlando di circa 15.000 anni fa) il Golfo Persico era sostanzialmente una pianura solcata da Tigri ed Eufrate insieme. Alla fien dell'ultimo periodo glaciale, il repentino innalzamento dei mari portò alla creazione del mare all'interno del Golfo e tale processo si è esaurito solo in periodi neolitici.
Questo è quello che ho dedotto leggendo anni fa alcuni testi, cartine e diagrammi, e su cui cerco di rimettere a posto un po' le idee.
Leggo adesso che un certo Jeffrey Rose, archeologo e ricercatore presso l’Università di Birmingham, ha pubblicato un libro di recente che tratta di questo argomento. Circa 8000 anni fa, l’innalzamento del livello del mare derivante dalla fusione dei giacci fece sì che l’Oceano Indiano irrompesse attraverso una barriera naturale in quello che oggi è conosciuto come stretto di Hormuz... Mi viene in mente quello che pare essere accaduto nel Mar Nero...
Insomma, città sumeriche in senso classico no, ma città o villaggi pre-sumerici adesso sommersi non mi paiono un eresia.

Comunque questo argomento è compelsso ed è decisamente off topic, per cui, nel caso si voglia parlare di questo (ed è molto interessante e costruttivo) è opportuno aprire una discussione apposita.


MassimoIzzo, 15/11/2012 17:50:

Tornando al libro: ho scritto al riferimento segnalato da Riccardo ad Einaudi, sottolineando il valore del libro e la validità dell'idea di tradurlo, nonchè dando la mia disponibilità alla traduzione.
Il Sig. Bonadies di Einaudi mi ha risposto ringraziandomi e dicendo che ne terrano conto se decideranno di andare avanti con il progetto e che spera di farmi sapere presto qualcosa.
Incrociamo le dita perchè l'iniziativa è degna, considerando quali obsoleti e inferiori libri sono stati tradotti negli ultimi da alcuni editori meno seri di Einaudi...


Questa è una grande notizia!!! [SM=g999105]

Il fatto che tu stesso hai scritto alla Einaudi ha di per sé avuto già un riscontro maggiore. Gli stimoli avuti in precedenza da me, dalla mia amica Antonella e spero da qualche altro, hanno fatto la sua parte, ma il tuo ultimo contatto può realmente aver fatto la differenza.
Incrociamo davvero le dita. [SM=x822713]

Per qualunque cosa, facci sapere.

Ric [SM=x822709]


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