[Conosciamo...] river p. (la PM)

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PoetaGuerriero
00lunedì 8 novembre 2004 17:37
1.
Si metta pure comoda avvocato, per quanto dover rispondere a delle domande, anzicchè farle, immagino sia per lei comunque una posizione piuttosto scomoda.

Se me lo permette, partirei subito con l'affrontare le principali peculiarità del suo carattere. Nei tanti dibattiti consumati su questo forum spesso ha manifestato un'indole risoluta, inflessibile, ferma su determinate convinzioni. Volendo usare un'espressione gergale piuttosto comune, la si potrebbe definire come una donna "tutta d'un pezzo".
Verrebbe da chiedersi ...

a) Quali sono i temi verso cui nutre le maggiori incertezze?
b) Ritiene che l'arroccarsi sulle sue posizioni sia più un atteggiamento difensivo atto a proteggere e celare alcune sue fragilità, oppure ciò si manifesta in virtù di certezze acquisite nel corso della sua esperienza di vita?
c) Esistono circostanze per le quali dal suo modo di porsi si evincono caratteristiche opposte rispetto a quelle descritte nell'incipit di queste domande? Se ve ne sono ci dica quali.

[Modificato da PoetaGuerriero 08/11/2004 17.45]

river p.
00martedì 9 novembre 2004 13:57
Caspita!
Comincio con l'osservare che il temrine "Donna" mi fa sentire vecchia... diciamo ragazza, và![SM=x331826]
La domanda è complessa ... e mi sa che la risposta lo sarà altrettanto[SM=x331865]
Devo dire che, come tutte le persone di carattere ho un pessimo carattere (non ricordo di chi è la citazione [SM=x331844] ). Col trascorrere del tempo mi rendo conto di diventare sempre più possibilista nei confronti degli altri. Vedo che ci possono essere situazioni diverse, persone diverse, problemi diversi e quindi una molteplicità di scelte. Questa "apertura" rispetto agli altri non significa, però, che io rinunci ai miei punti fermi, a valori e ideali che, neppure sforzandomi, riesco ad ignorare o rispetto cui posso soprassedere.
Non mi sono attribuita il diritto di "assolvere" o "condannare" certi comportamenti; ho soltanto bisogno di capire cosa c'è dietro di essi. E questo (il capire), comunque non significa ancora che li accetti o li dia per pacifici. O meglio: ritengo che gli altri siano liberi di disporre come credono di loro stessi, se sanno quello che fanno. Allo stesso tempo, però, mi aspetto che abbiano l'onestà di chiamare le cose con il loro nome, senza maschere, senza cercare scuse, senza per forza ritenere che più o meno tutto possa essere giusto e/o giustificabile.
E' ovvio che questo ragionamento deve valere anche per me e, nel mio estremismo, cerco di applicarlo in maniera rigorosa. Ne consegue che devo per forza fare i conti con la mia coscienza che incalza e dunque sento l'esigenza di "difendere" ciò in cui credo (così come gli altri sono liberi di fare o dire per sè stessi).
Per cui, aimè, io sono proprio così pesante come appaio [SM=x331841]




C'è un caso, è vero, in cui la mia "intransigenza" è risultata essere frutto di una mia fragilità e, al momento, sono in fase di assestamento sia l'intransigenza che la fragilità. Mi riferisco alla mia presa di coscienza (una nuova consapevolezza) di come sono gli uomini, della loro natura.
Avrei dovuto tenermi la mia visione dell'universo maschile, ma alla fine ho scelto di "vedere". Ho scoperto così di aver sopravvalutato gli uomini e in un certo senso di pretendere ciò che non sono (o almeno non tutti) in grado di dare. La differenza tra il prima e il dopo è dovuta al fatto che mi andava bene quello che gli uomini mi volevano far vedere di loro (il meglio...[SM=x331826] ). L'unico che si discostava e che io consideravo un uomo molto criticabile era mio padre. Invece ora mi accorgo che lui è come gli altri (o gli altri sono come lui) e ciò non necessariamente con connotazioni negative, solo meno lustre rispetto a come pensavo io.
Ora, questo non dipende dal fatto che io non abbia auvto contatti maschili: anzi. Sono l'unica femmina di tre fratelli, l'unica cugina nella cerchia dei cugini maschi più stretti, ho sempre avuto più facilità di rapporto con gli amici più che con le amiche (anche se la tendenza si sta un po' invertendo con la maturità); lavoro in un ambiente di stampo maschile, dove le donne, anche se in aumento costante, devono avere gli "attributi" (solo mentali [SM=x331826] ).
Il fatto è che mi ero tenuta l'idea di uomo come principe azzurro senza macchia e senza paura, che di solito ci si crea da piccole (la perfezione secondo la nostra esigenza, insomma...[SM=x331826] ). E si sa: se uno non vuol vedere, non c'è nulla da fare!
Ioi! Un momento: alcuni così ci sono in giro, ma sono pochi e non vanno in giro con dei cartelli per farsi riconoscere. Perciò, se presi a campione, sono decisamente in minoranza... [SM=x331841]
E con questo non voglio denigrare l'universo maschile: ho semplicemente scoperto che i maschi sono diversi da come pensavo, non necessariamente peggiori.
Poi credo che questo sia un passaggio necessario per ogni donna. Qualcuna lo fa prima, qualcuna lo fa dopo, qualcuna non lo farà mai. Sono dell'idea, però, che sia una maturazione, un'occasione per avere una visione più completa delle persone, delle situazioni, dei problemi.




(mamma mia quanto sono prolissa!!! Scusate cerco di tagliare)



Quanto al terzo punto, non mi è ben chiara la domanda, ma se l'ho intesa bene, direi che nella vita reale sono molto elastica nei rapporti in famiglia, sia con quella di origine che con quella "nuova". In quest'ultimo caso, in particolare, investo parecchio in termini di amore, affetto, tempo, energia, speranze... Parto comunque dai miei punti fermi, ma sono pronta a mettermi in discussione. Non ho altra alternativa: i miei obiettivi oltre che essere a lungo termine sono anche ambiziosi (un po' utopici, forse) e mi spiacerebbe far saltare tutto proprio nel momento in cui sto costruendo. [SM=x331823]
PoetaGuerriero
00mercoledì 10 novembre 2004 11:38
2.
Dopo la sua ricerca del "principe azzurro" e dopo essersi resa conto che anche i principi, specie dopo il matrimonio, possono far fatica ad infilarsi le loro calzamaglie turchesi, quali idee ha maturato sugli altri due ruoli che è tenuta a svolgere: quello di madre e di "donna in carriera"?
river p.
00mercoledì 10 novembre 2004 17:04
Bè, devo dire che circa i ruoli di madre e di donna in carriera sono ferma alle idee che avevo da adolescente.[SM=x331826]
La fortuna è stata scoprire che ognuno di questi ruoli è come pensavo o anche meglio, anche se fra i due (per me) è irrinunciabile solo quello di madre.

Ma partiamo da quello meno importante: la professione.
Non provengo da una famiglia agiata, ne tantomeno di avvocati, perciò per mantenermi agli studi fin dalle superiori ho lavorato nei periodi estivi. Questo è stato importante per diversi aspetti, tra i quali il fatto che mi ha chiarito che se faccio un lavoro che non mi piace, non sto bene, non sono serena.
Così quando ho cominciato a studiare diritto in terza superiore, ho capito che quello era l’ambito che più mi avrebbe aiutata ad essere me stessa, a sentirmi utile, ad essere soddisfatta di me. La professione è stata una bella scoperta, soprattutto è stato bello passare dalle teorie ai casi concreti. Molti chiedono: “come fai a difendere i colpevoli?”. In realtà la questione non è in questi termini (anche perché chi di noi non ha colpe? [SM=x331860] ). Da un lato, pur avendo una passione per l’ambito penale (tutto il mio piano di studi universitario è stato orientato in questo senso), io faccio parte di uno studio specializzato in diritto del lavoro, per di più nel 60% dei casi difendiamo i lavoratori (almeno in teoria la parte più debole). Questo significa che non ci sono problemi di coscienza veramente eclatanti (anche se alcuni possono capitare [SM=x331901] ).
Dall’altro lato sul campo c’è modo di vedere che difficilmente la ragione e il torto sono nettamente distinti. Il più delle volte sono ripartiti tra le parti.
Poi c’è un altro aspetto: da noi, anche nelle cause penali che comunque seguiamo, mettiamo ben in evidenza i rischi e le responsabilità, per cui non viene mai garantito al cliente: “tranquilloooooo, ti tiro fuori io da questa situazione”. Le variabili sono talmente tante che neppure se uno ha ragione al 100% è da escludere che qualcosa vada storto. Insomma, si può cercare di attenuare una responsabilità, ma chi sbaglia è giusto che paghi.
Per quanto mi riguarda una delusione forse c’è, ma io la sento solo in parte perché l’entusiasmo è ancora alto. Il problema è che l’amministrazione della giustizia ostacola la giustizia stessa.
Che senso ha dare ragione a Tizio dopo 4 anni dall’inizio della causa? Molti clienti arrivano in studio convinti che in breve una causa si risolva. E invece tocca spiegare che non è così, che le cause possono protrarsi per anni. Alla fine vedere riconosciute le proprie ragioni non compensa il tempo trascorso in attesa. Figurarsi se per le ragioni più disparate la causa va male…

Il ruolo di donna in carriera, per quanto importante, è comunque strumentale a quello di madre.
Io ho sempre sentito molto forte l’istinto materno. Mi sarebbe piaciuto ottenere l’affido e l’adozione dei bambini in difficoltà, oltre ad avere una schiera di figli miei. Posto che certe cose restano nei miei sogni (mi riferisco ad affido e adozione), ho puntato molto sui figli che potrei avere io. Conoscendomi ho pensato che era necessario trovare un lavoro che mi piacesse per non riversare le mie frustrazioni su di loro. Questi figli, quindi, sono presenti nella mia mente, nella mia vita, fin dall’adolescenza.
Al momento ce n’è una, ma sto “lavorando” parecchio perché ne seguano altri [SM=x331876] [SM=x331873] [SM=x331841] .
Devo dire che la maternità è meglio di quanto pensavo. Non taccio le difficoltà (che tra l’altro al momento sono limitate: mia figlia ha meno di tre anni), i pianti, le notti insonni, le paure, le litigate su quello che si deve fare e quello no, le dinamiche – non sempre serene – all’interno della famiglia, l'impegno continuo che un figlio chiede. Ma cavoli! (senza voler offendere chi ha idee diverse) cos’è la vita senza i figli? O cosa sarebbe la mia vita senza la mia bambolina [SM=x331855] ? Penso che potrei diventare una regina del foro, una luminare del diritto, ma sarebbe nulla rispetto a quello che mi ha dato (e spero mi darà) il rapporto con mia figlia.
Il ruolo di madre per me è quello che alcuni chiamano “vocazione”. A dire il vero non so quanto “brava” sono come mamma. So solo che è ciò che mi dà più soddisfazione e forse è per questo che vorrei ripetere l’esperienza con altri figli (anche se sono consapevole che non è detto che l’esito sia sempre positivo).

Ma come si conciliano i due ruoli?
Male, grazie.
O meglio: si fa tutto.
Solo che mentre sono al lavoro, spesso mia figlia mi manca e spero di non mancarle così anch’io.
Quando sono a casa mi viene in mente che ho la scrivania stracolma di pratiche che aspettano di essere mandate avanti

Insomma… Anche qui è una perenne ricerca di equilibrio. L’importante, per quanto mi riguarda, è riuscire a limitare in periodi ristretti le emergenze di lavoro.
Per il resto ci pensa mia madre a dirmi che con i figli conta la qualità e non la quantità del tempo che si trascorre assieme.
Del resto la mamma ha sempre ragione… [SM=x331874]

[Modificato da river p. 10/11/2004 17.08]

PoetaGuerriero
00giovedì 11 novembre 2004 16:17
3.
Abbiamo avuto modo di conoscere la sua intransigenza sul tema della fedeltà all'interno di una coppia. Per una volta immagini di non avere alcun vincolo coniugale/sentimentale, libera di poter osare in qualsiasi situazione.

a) Quali fantasie erotiche desiderebbe realizzare il prima possibile tra quelle che non ha ancora messo in pratica?
b) Esiste qualcuno/a con il quale le sarebbe piaciuto intrecciare una qualsiasi relazione ma, a causa dei suoi legami, si è vista costretta a dissolvere ogni tentazione?
c) Le capita mai di voler attirare attenzioni particolari solo per l'esclusivo piacere di essere desiderata?
river p.
00venerdì 12 novembre 2004 11:28
A dire il vero, se non fossi innamorata di nessuno e non avessi legami di alcun tipo, la prima cosa che farei, prima ancora di cercare di realizzare fantasie erotiche, sarebbe impormi la legge del contrappasso [SM=x331841] . Siccome ho sempre avuto solo storie serie e assolutamente monogame, mi imporrei una leggerezza che ora neppure riesco ad immaginare. Alla fine si tradurrebbe in un cambio continuo di uomini, senza alcun impegno, ma solo con l’idea di divertirsi entrambi [SM=x331876] . Insomma passerei da un estremo all’altro. Sono esperienze che non ho mai avuto e questo mi porta a pensare che potrei anche essermi persa qualcosa. Magari non ho perso nulla, ma adesso non lo so.
Questa “attività” per un certo periodo di tempo sicuramente avrebbe la prevalenza su qualsiasi fantasia, se non altro perché sarei presa dalla novità di “conoscere” come fanno sesso (in queste condizioni pretendere di fare l’amore mi pare esagerato [SM=x331826] ) gli uomini diversi da mio marito.
Quanto alla fantasie erotiche, una volta accumulato il bagaglio di esperienze individuali di cui sopra, penso che mi piacerebbe provare con due uomini. Mi piace l’idea di più mani che mi toccano contemporaneamente nei punti più sensibili. Non mi ci vedo con un uomo e un’altra donna, perché – nell’ambito sessuale, più che altro – sento che tendo a tagliare le gambe alla concorrenza e dunque dubito che si creerebbe complicità con l’altra [SM=x331826] .
Forse sarebbe diverso se fossimo solo in due donne, nel senso che magari anche questa sarebbe un’esperienza che metterei nell’elenco. Il fatto è che se sono tanto selettiva con gli uomini (verso cui tendo), non riesco ad immaginare come dovrebbe essere una donna per farmi dire “si, con questa posso provare”.
Poi per il resto, non mi vengono in mente altre fantasie che non ho realizzato. Mio marito è un acquario e degli acquario si dice che praticano “sesso spinto” (l’avevo letto in un oroscopo quando ci siamo messi assieme…[SM=x331841] ) o comunque sicuramente molto fantasioso. Io di mio sono un ariete (sempre ammesso che queste cose abbiano un senso) e dunque sono molto attratta dal sesso e da tutto ciò che gli è accessorio, forse sono anche eccessivamente passionale (mi congratulo con me stessa per riuscire a trattenermi dal mangiare letteralmente mio marito a volte… [SM=x331901] ). Insomma, le fantasie che non ho sperimentato (e che mi incuriosiscono) si riducono necessariamente ai rapporti con più persone…



Ah già… seconda domanda… La prima volta che l’ho letta (è da ieri che ci rifletto su) mi è venuta in mente subito una persona. In realtà ci sarebbero due casi seri: uno nel reale e uno nel virtuale. Parlo di casi seri perché mi sono resa conto di aver rinunciato per amore di mio marito e non perché non mi sarebbe piaciuta l’altra persona. Poi ci sono altri casi, che io butto sul ridere, in cui rinuncio ogni giorno perché di fronte all’interesse dell’altro manca un interesse mio e in ogni caso in una frazione di secondo rivedo mio marito e concludo che non c’è paragone.
Dunque i casi seri. Parto da quello virtuale che è quello che mi ha lasciato meno. Quando ho cominciato ad entrare nei forum ho conosciuto un ragazzo con cui c’era una sintonia elevatissima. Di questa persona, per quanto ora pensi che era falsa, si può senz’altro dire che era un gran corteggiatore (o almeno a me non è mai capitato di conoscere qualcuno che fosse altrettanto bravo). In due mesi ci saremo scambiati una media di 100 mp al giorno. Il fatto che lui sapesse come avvicinarmi (solo mentalmente, dai [SM=x331826] ) mi aveva spiazzata. Le cose che lui mi diceva erano le cose che avrei voluto mi dicesse mio marito. E più io gli ripetevo che amavo mio marito, più lui incalzava. Ad un certo punto ne ho parlato con mio marito. Stupidamente pensavo che, vista la situazione, lui avrebbe fatto qualcosa per dimostrarmi che avevo fatto la scelta giusta, sposandolo. Invece mio marito era un passo avanti. Si è limitato a dirmi “lascialo perdere”. E si è comportato come sempre, per farmi capire che lui era così e che non avrebbe finto di essere altro.
A quel punto me la sono dovuta cavare da sola. Però dovevo risolvere la questione senza “lasciare perdere”, perché questo – per me - voleva dire fuggire, mentre io volevo essere certa che stavo con mio marito per mia scelta, perché era lui che volevo e non per ripiego. Mi ha aiutata molto il fatto che non avevo nessuna intenzione di avviare una relazione extraconiugale. Quindi si è trattato di rinunciare ad un tipo di adulatore che mai avevo avuto prima. E vi garantisco che non è facile, nel senso che nel momento in cui ho messo in atto quello che chiamo “processo di distacco” ho rinunciato ad un sacco di risate, ad un sacco di botta e risposta (che a me piace molto), ad un sacco di complimenti. Perché l’ho fatto? Perché mi sono resa conto che se continuavo, proiettavo in quest’altra persona l’idea dell’uomo perfetto. Improvvisamente mi è parso di essere uscita da un banco di nebbia. Ho cominciato a mettere insieme una serie di elementi che mi avevano fatto suonare campanelli d’allarme, ma che era più facile non considerare. Mi sono accorta che le cose che quella persona diceva a me, le poteva dire benissimo ad un’altra, che in realtà non me le diceva perché mi conosceva, ma perché mi stava abbindolando. Quando ho realizzato questo, ogni dubbio è finito e sono felicissima di essermi sempre rifiutata di incontrarlo….[SM=x331836]

La rinuncia nel reale, invece, è una cosa che – con tenerezza- mi viene spesso in mente. Ero al primo anno di università e avevo conosciuto un ragazzo che frequentava i miei stessi corsi. Siccome all’epoca abitavamo vicini a Trieste e siccome avevamo due autobus da prendere per tornare a casa dall’università, quasi sempre facevamo a piedi il tragitto del secondo autobus e parlavamo. All’epoca io sbavavo dietro il mio futuro marito con l’idea di non essere ricambiata, perciò riempivo il mio amico di chiacchiere e paranoie. Altrettanto faceva lui e mi raccontava di questa e di quella, delle nostre esperienze sessuali fino a quel momento,… insomma chiacchiere di ventenni. Ci rendavamo conto entrambi dell’attrazione che avevamo. Poi lui aveva un carattere molto solare, era una specie di “Fiorello” in miniatura, suonava in un complesso di amici come batterista… caspita quanto mi divertivo quando stavo con lui….Mi sentivo sollevata ogni volta che suonava il campanello di casa mia. Però l’attrazione che provavo per lui non era paragonabile a quella che provavo per l’altro (mio marito) e presumo che sia questo che mi ha sempre fermata ed ha sempre fermato anche lui. Ad un certo punto, nel corso di questa amicizia, io mi metto – in maniera assolutamente imprevista ed inaspettata – con mio marito. Il mio amico ha retto per un po’ (ricordo ancora che veniva ai miei esami per darmi supporto psicologico…[SM=x331855] ), finchè ho compiuto gli anni e ho fatto una festa. Per l’occasione avevo ovviamente invitato anche il moroso e non sapendo dove metterlo a dormire (da me non c’era posto: eravamo in tre in una camera e poi c’era solo una piccolissima cucina e un minuscolo bagno), la deficiente (io) ha chiesto proprio all’amico di ospitare il moroso.
Il mio amico è stato gentilissimo.
Qualche giorno dopo è venuto a trovarmi e mi ha detto: “senti, visto che qua dentro siete tutte morosate, io mi dileguerei”. Non ho voluto capire cosa mi stava dicendo. Ho cercato di convincerlo che era una cretinata, visto che eravamo amici ("e che c’azzeccava col moroso?"....[SM=x331901] ). Invece niente. A me mancava, ma ero troppo presa dal moroso e ormai mi rendevo conto di quello che aveva voluto dirmi e non potevo farci nulla, perché aveva ragione. Non ci siamo più incontrati.
In realtà l’ultima notizia risale a poco tempo fa, perché è lui la persona di cui ho parlato nel mio ultimo post in “cose che non esistono”…. È lui il ragazzo che una notte ho sognato, per poi scoprire il giorno dopo che dovevo fargli causa (o meglio: alla società di cui è vicepresidente). Cavoli! Dieci anni senza vederci e io mi faccio viva con una causa. Non ha chiamato per insultarmi… Però preferivo se lo faceva… [SM=x331823] .


Ed eccoci finalmente alla fine. Certo che mi piace essere desiderata, però la mia sfida è “attizzare” mio marito. E’ da mo’ che ho capito che – in genere – per eccitare un uomo X basta poco. Il punto è che essendo io molto passionale ed impulsiva, mi pare una vigliaccata accendere la voglia in un uomo per poi dirgli di no. A me non farebbe affatto piacere! Perciò con gli uomini in generale, l’obiettivo resta piacere, più che accendere ild esiderio. In pratica se so di dare un segnale di disponibilità, non manca l’occasione per dare un segnale contrastante ed evitare incomprensioni.
La situazione è molto più impervia, e si complica, con il mio gentile consorte, perché riuscire ad incuriosirlo dopo dodici anni che stiamo assieme significa escogitare (o almeno provare a farlo) ogni giorno qualcosa di nuovo. Ad esempio: al mattino mi alzo e faccio colazione in camicia da notte (che non è sempre di pizzo nero. Quella di stanotte era felpata, a righe azzurre con gli orsetti che ballano [SM=x331826] ). Per forza di cose sento l’esigenza di vestirmi in maniera tale che quando arrivo a casa la sera (arrivo sempre dopo di lui), lo possa sorprendere con qualcosa di malizioso o intrigante. Il punto è che quel qualcosa io ce l’ho addosso tutto il giorno e dunque capita che piaccia anche ad altri.
Come pure succede che i miei sforzi vengano notati da tutti fuorché da mio marito… a quel punto mi tocca rincarare la dose… [SM=x331828] ma non esco da casa con certi abbigliamenti [SM=x331841] .
Ecco: in conclusione questo. Dopo la gravidanza, non so come, ma mi sono resa conto di come posso usare il potere seduttivo. Il fatto è che in linea generale, volendo usare questo potere, non ci sono difficoltà con gli uomini che non mi interessano (come dice mio marito, per loro sono una novità), mentre la sfida si fa sempre più difficile con l’uomo che dorme accanto a me la notte… [SM=x331901]
PoetaGuerriero
00venerdì 12 novembre 2004 15:55
4.
Ha dimostrato di essere amante della lettura ed una gran divoratrice di libri. Le andrebbe di farci un collage di brani, tratti dalle sue letture, che maggiormente le sono rimasti impressi o che hanno stravoto le convinzioni assunte fino a quel momento?
river p.
00sabato 13 novembre 2004 11:24
Re:
Certo che mi andrebbe. [SM=x331823]



Ma non ne sono capace [SM=x331826]




E' vero che sono una divoratrice di libri. Anzi, ad essere precisi sono una bulimica di libri, perchè come chi soffre di bulimia, inghiotte quantità incredibili di cibo senza tante sottigliezze, solo con la bramosia di mangiare quello che trova, così sono io con la lettura. Leggo tutto quello che mi capita a tiro. Ricordo che da piccola, qundo mia mamma mi mandava a mettere la legna sul fuoco, stavo via anche un'ora perchè mi mettevo a leggere i giornali che lei usava per accenderlo [SM=x331841] Però questa "gola" di libri mi porta a non ricordare il più delle volte il nome degli autori. A volte neppure il titolo dei libri. Ricordo bene la storia, la sostanza del libro, le emozioni descritte dall'autore e quelle che ho provato io. Ma non sono assolutamente in grado di fare citazioni o riportare brani. Le cose che ho in testa (di solito in termini generici) non so neppure dove andare a cercarle tra tutti i libri che ho (o che prendevo in prestito in biblioteca)
In qualche maniera la lettura è il mio modo di fare i "viaggi", di estraniarmi dalla realtà. Quando leggo entro in un'altra realtà e finire un libro spesso vuol dire provare una piccola sofferenza perchè vengo catapultata in un universo parallelo (la realtà), che per un po' di tempo fatico a riconoscere.

Non saprei dire quali libri mi hanno colpita o segnata di più, ormai credo di averne letti migliaia (ho smesso di contarli in prima media, quando erano oltre il centinaio e non sono riuscita a completare la lista che stavo scrivendo perchè già allora mi sfuggivano autore e titolo [SM=x331828] ).

Ci sono alcuni libri a cui sono molto legata (ad esempio il Siddharta di Hesse o l'Alchimista di Choelo), ma se dovessi impormi di ricordarne ora altri, non la finiremmo più.

In qualche maniera quasi tutto di ciò che ho letto mi ha lasciato qualcosa, però non saprei definire esattamente quanto e cosa.

Un'assurdità è che sono certa di aver fatto un cambiamneto di recente, con un libro sciocchissimo. Qualche giorno fa ho finito di leggere il Diario di Bridget Jones. Ora tutto le cose ridicole che mi succedono mi portano a ridere dentro di me (di me e degli altri [SM=x331826] ). La mia agenda si sta riempiendo di commenti alla Bridget Jones e questo mi sta aiutando a sdrammatizzare un sacco di situazioni che mi fanno innervosire. [SM=x331841]

[Modificato da river p. 13/11/2004 11.27]

PoetaGuerriero
00mercoledì 17 novembre 2004 11:45
5.
In questo forum le è stato affibbiato l'appellativo di Pubblico Ministero. Immagini di esserlo realmente e di avere la possibilità di mettere sotto torchio un imputato...
a) a quale personaggio pubblico (appartenente al mondo politico, dello spettacolo, o storico) vorrebbe rinfacciare le sue responsabilità?
b) Nella veste di avvocato difensore, invece, verso chi spenderebbe il suo impegno per ottenere una piena assoluzione?
river p.
00giovedì 18 novembre 2004 15:15
Bella domanda...[SM=x331901]

Io mi sento un po' come don Chisciotte.
Fosse per me mi scaglierei contro tutti [SM=x331841] ... a cominciare da Caino...(alla faccia di "Nessuno tocchi Caino" [SM=x331826] [SM=x331841] ).
Fisietto in un lampo ha capito molto di me, dandomi della PM, perchè sicuramente, nel mio modo di essere e di fare, c'è più l'attacco che la difesa.
Nel concreto, però, non sono particolarmente interessata a scagliarmi contro le persone famose. Più che altro perchè certe condotte mi sembrano evidenti... è fin troppo facile "vedere" cosa c'è che non va, al di là dei tentativi di mascherare. Abbiamo tutti sotto gli occhi cosa è stato fatto da chi è diventato più o meno famoso, sia esso stato ( o lo sia ancora) un politico, una persona di spettacolo o altro.
In realtà mi incuriosice molto di più la gente normale, la miseria (mi riferisco a quella spirituale e/o morale) che porta la gente a fare del male. Ecco, questa non la reggo... Mi scatena una rabbia che controllo a fatica.

Tuttavia, se proprio vogliamo fare nomi, c'è una persona che sta diventando famosa e che le poche volte che ho l'occasione di vedere in tv, mi può scatenare la voglia di fargli avere un ergastolo...[SM=x331841]
Tale persona chiamasi (si dirà così? [SM=x331895] [SM=x331826] Non importa [SM=x331826] ) Alessandro del grande fratello. Io la trasmissione la vedo di sfuggita, se stiro il giovedì sera. Il più delle volte guardo la Gialappa's... In ogni caso sto coso ([SM=x331826] ) che convive con la morosa, entra nella casa (il prossimo anno potrebbero anche provare con la galera [SM=x331853] ), fa di tutto per infilare il suo sig. Augello nella serratura della playmate inglese (che magari anche si merita il trattamento, ma so' affaracci suoi), fatto l'affare non la degna più di uno sguardo e poi ringrazia il coinquilino chic con il medesimo trattamento (da quanto mi è parso di capire...). Per il resto personalità "0" ...
Bè, insomma, dicevo... Se fossi la D'Urso un po' di domandine gliele farei a sto qua e non sarebbero tanto amichevoli.
Che gli dici ad un (o una) adolescente che guarda quel programma? "Si... non preoccuparti... ognuno fa quel che si sente; è importante non farsi sensi di colpa per come si trattano gli altri... cosa vuoi lui è fatto così... [SM=x331827] "
(questo tipo è quello che mi ha colpita maggiormente, ma volendo ce n'è per tutti i gusti in quel programma...[SM=x331865] )
Ho letto che a sto Alessandro non piace il lavoro di muratore che faceva col padre. Ma che muratore e muratore! pala e piccone in miniera a questo qui (se dovessi decidere io, ovvio...[SM=x331826] [SM=x331841] )
(Ovviamente, accetto l'apertura di qualsiasi thread di protesta contro questo mio attacco... [SM=x331823] Vedi mai che tra gli utenti del forum abbiamo anche la morosa, che pare sia convinta che lui tornerà da lei [SM=x331855] ......[SM=x331901] )

La seconda domanda, invece, scatena tutto il mio idealismo. Già, perchè c'è una persona che difenderei a spada tratta. Ed è una persona famosa.
No: è famosissima. [SM=x331826]






















Il Papa
[SM=x331826]

Mi sono rotta (si potrà scrivere o ffz mi chiede il risarcimento danni per i termini che uso? [SM=x331832] ) di sentire la maggior parte della gente che si scaglia contro il Papa prima per i viaggi, poi perchè la Chiesa è ricca, poi perchè il Vaticano vuole il potere... e bla bla bla
Ma caspita! L'avete visto quell'uomo? E non parlo solo di ora che è malato. Io mi ricordo ancora quando è stato proclamato Papa. Questo Pontefice è una rivoluzione sia per la Chiesa che per il mondo. E' il primo che tenta di sovvertire il potere della Chiesa (inteso, qui, come cumulo di prelati vari) dall'interno.
A me pare che la Chiesa (intesa qui come popolo di fedeli) non sia mai stata tnato "umana" come da quando c'è lui.
Tutt'altro discorso sarebbe da fare per la sete di potere di certi Vescovi che lo circondano...
Che poi le idee che Giovanni Paolo ripete a destra o a manca siano condivisibili o meno, è affare personale di ciascuno di noi. Mica ci costringe a fare o dire quello che piacerebbe a lui... Abbiamo tutti una coscienza critica (forse... )
Però dal lato umano secondo me è veramente una gran persona (...persona... speriamo non sia troppo riduttivo, visto quello che dovrebbe rappresentare...[SM=x331826] )

E' anche vero che le volte che mi è capitato di leggere idiozie sul suo conto sui forum, mi sono comportata come San Pietro (non sto tentando di mettermi su Quel livello...[SM=x331826] ). Ossia non sono intervenuta, perchè se devo litigare come si deve, preferisco farlo di persona. Ho capito che certi discorsi in certi posti non si possono fare, perciò mi tengo la saliva (per sputare negli occhi dell'avversario [SM=x331841] .... scherzo... scherzo... è una battuta di un'amica... ) per discorsi seri da fare quando ne vale la pena.

Comunque chiunque parla male del Papa, sappia che io lo leggo [SM=x331826]






[SM=x331854]
PoetaGuerriero
00martedì 23 novembre 2004 11:00
6.
Come degna conclusione la sottopongo a temi surreali: come pensa di affrontare le seguenti situazioni...

a) dopo anni di onorato matrimonio, suo marito le confessa di essersi riscoperto omosessuale. Scenderebbe a compromessi, oppure troncherebbe di netto la vostra storia?
b) raggiunta la maggiore età, sua figlia si innamora di una persona che definire "sui generis" è un eufemismo. Questa relazione la porta a frequentare un ambiente poco conforme alla morale comune, seppur in piena legalità. Come madre cercherebbe di riportarla sulla "retta via", oppure concederebbe a sua figlia la libertà di scegliere le strade della propria vita?
c) Uno dei suoi fratelli le confessa di aver commesso azioni ignobili per raggiungere determinati obbiettivi e chiede la sua omertà per non cadere in disgrazia. In lei prevarrebbe la lealtà di cittadina, oppure l'amore fraterno?
river p.
00martedì 23 novembre 2004 14:25
Visto che la vita è ben più surreale di quello che noi pensiamo, provo ad immedesimarmi nelle situazioni descritte… vedi mai che mi ci debba preparare [SM=x331901]

a) marito omosessuale
Il fatto che lui possa scoprire di essere omosessuale mi sarebbe molto più d’aiuto, rispetto allo scoprire che gli piace un’altra donna. Se gli piacesse un uomo penserei che vuole un tipo di persona talmente diverso da me, da essere assolutamente altro da me. Quindi non avrei motivo per sentirmi “in colpa” (del tipo: “non sono stata una brava moglie, non gli ho dato quello che voleva o di cui aveva bisogno, non sono stata all’altezza…”). Infatti alla fin fine il mio timore è che lui si cerchi un’altra perché io non gli basto più, o perché non ne può più di me, e dover così riconoscere che l’altra colma le lacune che io non so colmare. Nel caso in cui si tratti di “un altro” mi metterei meno in discussione, perché il punto non sarei io, ma lui maritino.
Oh! Intendiamoci… non farei salti di gioia (pur sentendomi lusingata dal fatto di essere stata l’unica donna che ha scelto)… però per me sarebbe più accettabile [SM=x331826] .
Presa coscienza di questa situazione, che farei? Quello che farei se si innamorasse di un’altra. Proverei a recuperare il terreno perso per un periodo di tempo molto limitato; poi mi farei da parte. Lo lascerei scegliere (anche se penso che davanti ad una novità del genere lui sarebbe ben più disorientato di me). Questo mettermi da parte implicherebbe, come prima cosa, lasciarlo libero di andare per la sua strada. Conoscendo mio marito so bene cosa significa indurlo a fare cose che non vuole. Siccome ho capito fin dai primi tempi che questa “induzione”, oltre a non far felice lui, non fa felice neppure me (perché lo voglio sì accanto a me, ma sereno, senza l’immagine della sofferenza che io gli provoco con le mie insistenze), sono anni che su quasi tutto ho ceduto e ho smesso di insistere perchè possa fare quello che si sente (c’è una sola cosa per me importantissima, e vi prego di accontentarvi solo di questa indicazione, perché è trapelata dalle mie risposte, ma è molto personale e mi emoziona molto il parlarne).
Non ho mai creduto a fatture, pozioni d’amore e cose varie. Sono dell’idea che due stanno insieme finchè si sentono di farlo. Detto questo dovrebbe essere lui a decidere se stare con me o con l’altro. Senza compromessi, però. Bon dai, gli darei il tempo di organizzarsi e di abituarsi, ma poi lo inviterei a decidere cosa fare della sua vita, perché altrettanto possa fare io della mia.
E questo, comunque, non significherebbe non amarlo più. Purtroppo o per fortuna non riesco a librarmi da quello che provo per lui (pur avendoci provato, in passato), perciò mi sono convinta che al di là di quello che nella vita ci potrà accadere, al di là di uomini e/o donne che teoricamente entrambi potremo conoscere, al di là del fatto che le strade possono anche separarsi (per volontà di uno o di entrambi), il mio “trasporto” per lui non dipende né da me né da lui, quindi non c’è nulla che possa fare al proposito, se non stare meglio con l’idea che anche lui sta meglio. [SM=x331823]

B) figlia nei guai (o meglio: genero da fucilare [SM=x331913] )
Che farei? Mi sto premunendo fin da ora… [SM=x331850]
Ci sono delle volte in cui le dico di no e basta. C’è poco da discutere: è “no”. Ci sono altre volte in cui mi rendo conto che quella situazione le si può ripresentare, che deve saperla affrontare da sola, che deve essere in grado di valutare e di scegliere. In questi casi cerco di spiegarle come vedo io la cosa e se non mi capisce, lascio che sbagli. Poi, una volta che ha sbagliato, e se ne rende conto, ne riparliamo. La volta successiva che sta per fare lo stesso errore, in genere fingendomi tutta tranquilla e indifferente, le dico “fai tu quello che credi. Ti ricordi, però, quell’altra volta che … vedi tu cosa vuoi fare… [SM=x331889] ”.
Alla fin fine quello che mi importa è che sia felice. Perciò – a parte la base dell’educazione che i genitori devono dare ai figli – cerco di aiutarla a riconoscere i momenti in cui sta bene, quando è felice e cosa le genera felicità, così come deve individuare cosa le causa tristezza o infelicità.
Indipendentemente da tutto quello che potrebbe fare nella vita o che le potrebbe accadere, la nostra idea è di lasciarla libera di trovare la sua strada (purtroppo con quello che può costare a noi in termini di sofferenza). E con la certezza che per qualsiasi cosa, sa di poter contare sempre, incondizionatamente, sui suoi genitori.

c) Fratelli delinquenti
L’amore fraterno non significa necessariamente coprire i misfatti altrui. Per me amarli significa esserci quando ne hanno bisogno, così come loro ci sono quando ho bisogno io. Ci siamo trovati in situazioni familiari difficili. La sofferenza unisce molto le persone e dunque il legame che c’è fra noi ci porta a fidarci l’uno degli altri.
I miei fratelli mi conoscono abbastanza bene da sapere che non potrebbero pretendere la mia omertà su ciò che per me non è giusto. Non sarei io ad andare a denunciarli, ma sono certa che li aiuterei a trovare il coraggio di farlo da soli; sarei loro accanto dal punto di vista fraterno e professionale per aiutarli ad affrontare il problema. Per il resto, visto lo stretto rapporto che abbiamo, ognuno di noi sa quali difficoltà stanno attraversando in un dato momento gli altri. Questo mi fa sperare che, se qualcosa dovesse accadere, ci sia almeno il tempo prima per tentare di evitare il peggio. Dopodiché quel peggio va affrontato. E sinceramente sul punto siamo abbastanza vaccinati, benché non si possa mai dire di aver toccato il fondo. Anzi abbiamo imparato che, in genere, una volta toccato, il fondo riesce a spostarsi un pochino più giù.


Spero di non essere stata troppo noiosa. Ciao a tutti. [SM=x331823]
PoetaGuerriero
00lunedì 29 novembre 2004 12:49
Ringrazio a nome di tutti la nostra PM per essersi sottoposta con tale partecipazione al nostro "interrogatorio". Per quanto mi riguarda, ma sono sicuro di esser supportato dall'opinione dei più, le sue esternazioni non mi hanno affatto annoiato, al contrario le ho trovate talmente interessanti da leggerle con avidità. Ero abbastanza sicuro che non si sarebbe sottratta nel dare risposte anche ad argomenti per lei estremamente delicati; riscontrarlo nel concreto è stata una piacevolissima sorpresa.
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