A dire il vero, se non fossi innamorata di nessuno e non avessi legami di alcun tipo, la prima cosa che farei, prima ancora di cercare di realizzare fantasie erotiche, sarebbe impormi la legge del contrappasso
. Siccome ho sempre avuto solo storie serie e assolutamente monogame, mi imporrei una leggerezza che ora neppure riesco ad immaginare. Alla fine si tradurrebbe in un cambio continuo di uomini, senza alcun impegno, ma solo con l’idea di divertirsi entrambi
. Insomma passerei da un estremo all’altro. Sono esperienze che non ho mai avuto e questo mi porta a pensare che potrei anche essermi persa qualcosa. Magari non ho perso nulla, ma adesso non lo so.
Questa “attività” per un certo periodo di tempo sicuramente avrebbe la prevalenza su qualsiasi fantasia, se non altro perché sarei presa dalla novità di “conoscere” come fanno sesso (in queste condizioni pretendere di fare l’amore mi pare esagerato
) gli uomini diversi da mio marito.
Quanto alla fantasie erotiche, una volta accumulato il bagaglio di esperienze individuali di cui sopra, penso che mi piacerebbe provare con due uomini. Mi piace l’idea di più mani che mi toccano contemporaneamente nei punti più sensibili. Non mi ci vedo con un uomo e un’altra donna, perché – nell’ambito sessuale, più che altro – sento che tendo a tagliare le gambe alla concorrenza e dunque dubito che si creerebbe complicità con l’altra
.
Forse sarebbe diverso se fossimo solo in due donne, nel senso che magari anche questa sarebbe un’esperienza che metterei nell’elenco. Il fatto è che se sono tanto selettiva con gli uomini (verso cui tendo), non riesco ad immaginare come dovrebbe essere una donna per farmi dire “si, con questa posso provare”.
Poi per il resto, non mi vengono in mente altre fantasie che non ho realizzato. Mio marito è un acquario e degli acquario si dice che praticano “sesso spinto” (l’avevo letto in un oroscopo quando ci siamo messi assieme…
) o comunque sicuramente molto fantasioso. Io di mio sono un ariete (sempre ammesso che queste cose abbiano un senso) e dunque sono molto attratta dal sesso e da tutto ciò che gli è accessorio, forse sono anche eccessivamente passionale (mi congratulo con me stessa per riuscire a trattenermi dal mangiare letteralmente mio marito a volte…
). Insomma, le fantasie che non ho sperimentato (
e che mi incuriosiscono) si riducono necessariamente ai rapporti con più persone…
Ah già… seconda domanda… La prima volta che l’ho letta (è da ieri che ci rifletto su) mi è venuta in mente subito una persona. In realtà ci sarebbero due casi seri: uno nel reale e uno nel virtuale. Parlo di casi seri perché mi sono resa conto di aver rinunciato per amore di mio marito e non perché non mi sarebbe piaciuta l’altra persona. Poi ci sono altri casi, che io butto sul ridere, in cui rinuncio ogni giorno perché di fronte all’interesse dell’altro manca un interesse mio e in ogni caso in una frazione di secondo rivedo mio marito e concludo che non c’è paragone.
Dunque i casi seri. Parto da quello virtuale che è quello che mi ha lasciato meno. Quando ho cominciato ad entrare nei forum ho conosciuto un ragazzo con cui c’era una sintonia elevatissima. Di questa persona, per quanto ora pensi che era falsa, si può senz’altro dire che era un gran corteggiatore (o almeno a me non è mai capitato di conoscere qualcuno che fosse altrettanto bravo). In due mesi ci saremo scambiati una media di 100 mp al giorno. Il fatto che lui sapesse come avvicinarmi (solo mentalmente, dai
) mi aveva spiazzata. Le cose che lui mi diceva erano le cose che avrei voluto mi dicesse mio marito. E più io gli ripetevo che amavo mio marito, più lui incalzava. Ad un certo punto ne ho parlato con mio marito. Stupidamente pensavo che, vista la situazione, lui avrebbe fatto qualcosa per dimostrarmi che avevo fatto la scelta giusta, sposandolo. Invece mio marito era un passo avanti. Si è limitato a dirmi “lascialo perdere”. E si è comportato come sempre, per farmi capire che lui era così e che non avrebbe finto di essere altro.
A quel punto me la sono dovuta cavare da sola. Però dovevo risolvere la questione senza “lasciare perdere”, perché questo – per me - voleva dire fuggire, mentre io volevo essere certa che stavo con mio marito per mia scelta, perché era lui che volevo e non per ripiego. Mi ha aiutata molto il fatto che non avevo nessuna intenzione di avviare una relazione extraconiugale. Quindi si è trattato di rinunciare ad un tipo di adulatore che mai avevo avuto prima. E vi garantisco che non è facile, nel senso che nel momento in cui ho messo in atto quello che chiamo “processo di distacco” ho rinunciato ad un sacco di risate, ad un sacco di botta e risposta (che a me piace molto), ad un sacco di complimenti. Perché l’ho fatto? Perché mi sono resa conto che se continuavo, proiettavo in quest’altra persona l’idea dell’uomo perfetto. Improvvisamente mi è parso di essere uscita da un banco di nebbia. Ho cominciato a mettere insieme una serie di elementi che mi avevano fatto suonare campanelli d’allarme, ma che era più facile non considerare. Mi sono accorta che le cose che quella persona diceva a me, le poteva dire benissimo ad un’altra, che in realtà non me le diceva perché mi conosceva, ma perché mi stava abbindolando. Quando ho realizzato questo, ogni dubbio è finito e sono felicissima di essermi sempre rifiutata di incontrarlo….
La rinuncia nel reale, invece, è una cosa che – con tenerezza- mi viene spesso in mente. Ero al primo anno di università e avevo conosciuto un ragazzo che frequentava i miei stessi corsi. Siccome all’epoca abitavamo vicini a Trieste e siccome avevamo due autobus da prendere per tornare a casa dall’università, quasi sempre facevamo a piedi il tragitto del secondo autobus e parlavamo. All’epoca io sbavavo dietro il mio futuro marito con l’idea di non essere ricambiata, perciò riempivo il mio amico di chiacchiere e paranoie. Altrettanto faceva lui e mi raccontava di questa e di quella, delle nostre esperienze sessuali fino a quel momento,… insomma chiacchiere di ventenni. Ci rendavamo conto entrambi dell’attrazione che avevamo. Poi lui aveva un carattere molto solare, era una specie di “Fiorello” in miniatura, suonava in un complesso di amici come batterista… caspita quanto mi divertivo quando stavo con lui….Mi sentivo sollevata ogni volta che suonava il campanello di casa mia. Però l’attrazione che provavo per lui non era paragonabile a quella che provavo per l’altro (mio marito) e presumo che sia questo che mi ha sempre fermata ed ha sempre fermato anche lui. Ad un certo punto, nel corso di questa amicizia, io mi metto – in maniera assolutamente imprevista ed inaspettata – con mio marito. Il mio amico ha retto per un po’ (ricordo ancora che veniva ai miei esami per darmi supporto psicologico…
), finchè ho compiuto gli anni e ho fatto una festa. Per l’occasione avevo ovviamente invitato anche il moroso e non sapendo dove metterlo a dormire (da me non c’era posto: eravamo in tre in una camera e poi c’era solo una piccolissima cucina e un minuscolo bagno), la deficiente (io) ha chiesto proprio all’amico di ospitare il moroso.
Il mio amico è stato gentilissimo.
Qualche giorno dopo è venuto a trovarmi e mi ha detto: “senti, visto che qua dentro siete tutte morosate, io mi dileguerei”. Non ho voluto capire cosa mi stava dicendo. Ho cercato di convincerlo che era una cretinata, visto che eravamo amici ("e che c’azzeccava col moroso?"....
). Invece niente. A me mancava, ma ero troppo presa dal moroso e ormai mi rendevo conto di quello che aveva voluto dirmi e non potevo farci nulla, perché aveva ragione. Non ci siamo più incontrati.
In realtà l’ultima notizia risale a poco tempo fa, perché è lui la persona di cui ho parlato nel mio ultimo post in “cose che non esistono”…. È lui il ragazzo che una notte ho sognato, per poi scoprire il giorno dopo che dovevo fargli causa (o meglio: alla società di cui è vicepresidente). Cavoli! Dieci anni senza vederci e io mi faccio viva con una causa. Non ha chiamato per insultarmi… Però preferivo se lo faceva…
.
Ed eccoci finalmente alla fine. Certo che mi piace essere desiderata, però la mia sfida è “attizzare” mio marito. E’ da mo’ che ho capito che – in genere – per eccitare un uomo X basta poco. Il punto è che essendo io molto passionale ed impulsiva, mi pare una vigliaccata accendere la voglia in un uomo per poi dirgli di no. A me non farebbe affatto piacere! Perciò con gli uomini in generale, l’obiettivo resta piacere, più che accendere ild esiderio. In pratica se so di dare un segnale di disponibilità, non manca l’occasione per dare un segnale contrastante ed evitare incomprensioni.
La situazione è molto più impervia, e si complica, con il mio gentile consorte, perché riuscire ad incuriosirlo dopo dodici anni che stiamo assieme significa escogitare (o almeno provare a farlo) ogni giorno qualcosa di nuovo. Ad esempio: al mattino mi alzo e faccio colazione in camicia da notte (che non è sempre di pizzo nero. Quella di stanotte era felpata, a righe azzurre con gli orsetti che ballano
). Per forza di cose sento l’esigenza di vestirmi in maniera tale che quando arrivo a casa la sera (arrivo sempre dopo di lui), lo possa sorprendere con qualcosa di malizioso o intrigante. Il punto è che quel qualcosa io ce l’ho addosso tutto il giorno e dunque capita che piaccia anche ad altri.
Come pure succede che i miei sforzi vengano notati da tutti fuorché da mio marito… a quel punto mi tocca rincarare la dose…
ma non esco da casa con certi abbigliamenti
.
Ecco: in conclusione questo. Dopo la gravidanza, non so come, ma mi sono resa conto di come posso usare il potere seduttivo. Il fatto è che in linea generale, volendo usare questo potere, non ci sono difficoltà con gli uomini che non mi interessano (come dice mio marito, per loro sono una novità), mentre la sfida si fa sempre più difficile con l’uomo che dorme accanto a me la notte…