"Condannata" a salire per non soffrire: la mia vacanza in Savoia

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grigua
00sabato 7 settembre 2013 22:37
Agosto si avvicinava, le ferie si avvicinavano, e non avevo ancora pensato cosa fare della mia estate. E infine mi sono decisa a mettere in piedi l'unico abbozzo di programma che mi era balenato in mente qualche tempo prima, più che altro per la la pigrizia di dovermi mettere a pensare qualcosa di diverso.
Certo che non era questa la premessa migliore per partire ad organizzare la mia prima vacanza completamente estera (anche se la Francia la considero un estero "dietro casa"). E così in quattro e quattr'otto ho dovuto scoprire come prenotare il TGV, capire com'è organizzato il trasporto bici sui treni francesi, mettere insieme le coincidenze per partire da Genova e cercare l'albergo. E se raccontassi in dettaglio tutto "l'approccio" ne verrebbe già fuori una cosa da farvi sentire stanchi prima ancora di partire. Ma alla fine mi sono ritrovata "orgogliosamente" in mano i biglietti del TGV stampati da Internet e la mail di prenotazione dell'albergo: non potevo più cambiare idea, DOVEVO partire!
Destinazione Saint Michel de Maurienne, in Savoia.

L'avevo scelta perché dalla vallata si dipartono le più importanti salite francesi, ma mi è bastato poco per capire che è molto di più.
In questa valle il ciclismo è intrinseco allo scorrere stesso della vita nei mesi estivi. Normale sentire il "clac" di tacchette, vedere magliette multicolori che pedalano lungo la strada e cercare di indovinare, in base alla direzione, quale mitica salita andranno a conquistare, scorgere lampioni e ringhiere che, oltre l'immancabile aiuola fiorita, portano come decorazione sagome di biciclette stilizzate e colorate. In città i semafori ribassati dedicati ai ciclisti, la segnaletica stradale di divieto che quasi sempre riporta l'eccezione "Sauf Vélos" (tranne biciclette), la strada nazionale con la banchina riservata alle bici. La prima sensazione è quella..... di essere arrivati nel posto giusto!


Giovedì 8 Agosto

Arrivo in treno (o meglio... treni, quattro, per essere precisi [SM=g27994] ) a Saint Michel de Maurienne.

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Venerdì 9 Agosto
Distanza Km. 92,90 - Dislivello m. 1763 - Quota massima m. 1535


Percorso

Fortunatamente la perturbazione di ieri si sta dissolvendo, stamattina il cielo è ancora parzialmente coperto, ma dovrebbe migliorare con l'avanzare della giornata.
Come prima "conquista" scelgo un colle poco conosciuto, più che altro perché mi aveva incuriosito una foto con una serpentina di tornanti (simile alla "Barcarola" dell'Altopiano di Asiago) trovata per caso su Internet quando preparavo la partenza.
E' sempre emozionante il primo colpo di pedale al varo di una vacanza. Da questo momento queste saranno le "mie" strade per le prossime due settimane. Da Saint Michel scendo lungo la vallata fino alla cittadina successiva, Saint Jean de Maurienne, iniziando a prendere confidenza con la segnaletica stradale (1° Comandamento: fuggire le indicazioni blu, che portano in Autostrada) e prendo la deviazione che dovrebbe portarmi a salire a Montverney per la caratteristica strada dei 18 lacets (tornanti), ma quando prendo a salire capisco di aver imboccato un'altra strada [SM=g27994] che fa invece un lungo giro panoramico toccando prima altri paesi: pazienza per i "lacets", non ho voglia di tornare indietro. Superato Montverney continuo verso il Col de Chaussy, e nel punto dove le nuvole sembrano indugiare in maniera più minacciosa incuneate tra le montagne, supero il passaggio più selvaggio, con la strada tagliata nella roccia a strapiombo. E forse non è un caso che proprio in quel punto scorgo il volo maestoso di un'aquila (o forse un gipeto) che silenziosamente perlustra la valle con ampie volute. Da Montpascal in poi il paesaggio addolcisce i suoi colori nel verde di ampi pascoli, fino a raggiungere finalmente il Col de Chaussy (1533 m.), a cui rimarrà per sempre legata la presenza di uno strano cavallo tutto scuro, col solo muso bianco e..... gli occhi azzurri!! [SM=g27991]
La "problematica" discesa mi porterà a ritrovare il fondovalle a La Chambre, da cui non mi resta che risalire la valle verso Saint Jean e Saint Michel.


Il passaggio più selvaggio per il Col de Chaussy




Con uno splendido incontro




Ma poi il paesaggio si addolcisce raggiungendo la sommità del Colle




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Sabato 10 Agosto
Distanza Km. 105,58 - Dislivello m. 1714 - Quota massima m. 2083


Percorso

Ogni carta estratta dal mazzo sarà comunque una salita "nobile", foriera di sana fatica e paesaggi stupendi. Il Moncenisio, col suo lungo prologo per risalire tutta la valle, mi darà la possibilità di un attacco "morbido", utile anche a ripulire la mente e riconciliarmi con la bici e dimenticare l'ostilità con cui la guardavo ieri durante la discesa: oggi non mi tradirai, vero?
A Termignon una breve sosta in un forno dove entro in crisi mistica rimirando il banco con tutte le bontà esposte, prima di riuscire a scegliere cosa porterò via, e riprendo la strada alla volta di Lanslebourg, da dove ha inizio la vera salita al Moncenisio, anzi al Col du Mont Cenis. All'elevarsi della strada appaiono vette e ghiacciai prima nascosti e laggiù il fondovalle con Lanslebourg che si allontana sempre più: non sembra di essere su una strada, la sensazione è piuttosto quella di levitare dolcemente su un ascensore panoramico, tanto più che la salita è così scorrevole e i tornanti disegnati in maniera così perfetta che le gambe la assecondano quasi senza sentire la fatica.


Con gli occhi calamitati al panorama quasi non mi accorgo della fatica






In cima ritrovo gli splendidi riflessi d'azzurro intenso del Lago, con una meraviglia che non è lontana da quella di due anni fa, quando al Colle arrivai scalandolo dal versante di Susa. Il vento che spazza la strada lungolago è solo l'assaggio della lotta che mi toccherà affrontare al ritorno.
Nonostante i buoni propositi, la prima buona metà della discesa mi dà parecchi problemi, riuscendo a riconquistare fiducia solo nell'ultima parte.
Da Lanslebourg affronterò una lotta massacrante con il vento che mi costringerà a pedalare contro un muro per tutti i quaranta km. fino a "casa" e che alla fine si rivelerà molto più distruttiva sulle mie gambe che la "conquista" del mio primo "2000" di queste vacanze.


Cielo e Lago fanno a gara a chi è più azzurro




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11 Agosto
Distanza Km. 58,95 - Dislivello m. 2317 - Quota massima m. 2642


Percorso

La giornata è splendida, come quella di ieri del resto, non potrei scegliere di meglio per una delle due salite che rappresenteranno il clou delle mie vacanze. E non potrebbe non essere così quando una delle due salite in questione si chiama Galibier.
Il ponte sull'Arc che segna l'inizio della salita al Col du Télégraphe dista soli 50 m. dall'albergo: possono bastare come riscaldamento per i 12 km. di salita che mi attendono! La strada prende quota, si aprono gli scorci sulla valle che ormai sto imparando a conoscere. Anche questa è una bella salita e, nonostante la Natura l'abbia posizionata lì a pagar tributo al più nobile Galibier, bisogna riconoscerle il piacere che si prova a salire lungo i suoi morbidi tornanti e le belle vedute che regala.
Il disagio e le soste ripetute nel percorrere i brevi chilometri in discesa verso Valloire mi dicono che anche oggi una parte della mia testa non risponde e inevitabilmente penso a cosa succederà tra qualche ora, quando dal Galibier dovrò fare ritorno. Non è assurdo? Penso al Galibier e la preoccupazione non sono le rampe all'11% e più, ma quelle.... al -11%..... e al -8%..... e pure (ma forse non si chiamano più rampe) quelle al -4%!!!!
Le maestose brulle montagne prima ammirate da lontano diventano parte del paesaggio in cui pedalo, man mano che la strada vi si addentra sempre più. Impossibile descriverne la bellezza, bisogna andarci. I chilometri sono scanditi (come quasi sempre sulle salite francesi) dalle pietre miliari che riportano fedelmente anche l'altitudine e la pendenza: anche questo indice di quanto questa regione "viva" di ciclismo e senz'altro un bel supporto psicologico per chi vi si cimenta.


Montagne come piramidi di roccia e declivi brulli di sfasciumi pietrosi: sembra di pedalare sulla Terra ai suoi primordi




Impossibile non rimanere affascinati da questi scenari




E' il terzo giorno consecutivo di bici, sto scalando una delle salite che ha fatto la storia del ciclismo, ma non sento un filo di fatica in più del "necessario". Salgo piano, come sempre, regolare, ma sentire che le gambe assecondano la strada senza ribellarsi mi riempie di soddisfazione e mi fa godere appieno il momento che sto vivendo, circondata da un paesaggio stupendo.
Al vallone di Plan Lachat il paesaggio cambia ancora e inizia poco dopo un tratto che trovo piuttosto impegnativo fino ad arrivare al fatidico tunnel e alla deviazione per il valico: nudo, lassù, senza un filo di vegetazione, roccia che si staglia contro il cielo blu, limpido più che mai.
Ora si fa sul serio: l'ultimo chilometro si fa guadagnare, mai sotto il 10%, la strada si restringe, le curve sembrano trampolini. Ma col 33-30 le gambe assecondano docili anche quest'ultimo sforzo. Ma improvviso sull'ultimo tornante un senso di vertigine: tengo la sinistra, in contromano, e a guardare il vuoto sulla mia destra mi sembra di andare giù. Mi devo fermare e scendere dalla bici, e anche a piedi qualcosa non quadra: non mi fido a rimontare e in equilibrio precario, con la mente che corre subito al pensiero delle mie crisi di panico da discesa, chiedendomi costernata cosa mi stesse succedendo, ho percorso a piedi gli ultimi trecento metri che mi mancavano al mitico colle, celando sotto gli occhiali scuri qualche lacrima di sconforto.
Non era questo il modo in cui avevo pensato di conquistare il mio (secondo) Galibier. Ma mi consolava la certezza che a tradirmi non fossero state le gambe, ancora toniche e reattive dopo 18 chilometri di salita (da aggiungere ai 12 del Télégraphe): non avrei certo mollato a 300 metri dall'arrivo, al limite mi sarei fermata a tirare il fiato e sarei ripartita.
In cima, in mezzo a una marea di ciclisti e motociclisti, mi sono seduta per qualche minuto, ho mangiucchiato, ho aspettato di recuperare "le piene facoltà" e quando il senso di stordimento è passato ho iniziato a godermi la mia "conquista", non essendo disposta a svenderla per 300 metri di vertigini. [SM=g28002]
Foto, foto, foto, montagne, ghiacciai, ciclisti che arrivano e ripartono chi da un versante chi dall'altro, decine di foto scattate nell'arco di pochi minuti da mani diverse al mitico cartello, con emozioni simili ma uniche per chiunque arrivi quassù.









E' ora sì... di scendere. L'incubo si rinnova. Le sensazioni sono quelle già descritte. Non solo per il primo ripido chilometro, anche dopo il bivio dove la strada diventa una normale strada in discesa. Una macchina si accosta e si ferma poco oltre. Una gentilissima ragazza ne scende e mi chiede "Hai problemi? Vuoi un passaggio?" Con una stretta al cuore e un filo di voce le ho detto "Sì, grazie". Nel bagagliaio aveva già la sua bici da corsa, e durante il trasferimento fino a Valloire le ho raccontato delle mie difficoltà. A Valloire mi ha augurato "Bonne chance!" e mi ha regalato un sacchettino di frutta secca. Per chiudere il giro mi attendeva la breve risalita al Télégraphe e l'ultima discesa su Saint Michel, che, nonostante un primo momento di incertezza, sono riuscita a terminare senza eccessivi patemi.

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Lunedì 12 Agosto

Niente bici, ma dal momento che ferma proprio non ci so stare, ho fatto una "riposante" scarpinata per un sentiero su per la montagna. Alla fine della giornata ho messo su circa 18-20 chilometri a piedi e 800 m. di dislivello..... Ma oggi non avrei dovuto riposarmi? [SM=g27986]


Di fronte il Fort du Télégraphe. Saint Michel, da cui sono partita per una "passeggiata", sta 700 m. più in basso




La Croix des Têtes dalla frazione di La Traversaz




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Martedì 13 Agosto
Distanza Km. 85,38 - Dislivello m. 1992 - Quota massima m. 2067


Percorso

Percorro l'ormai familiare tragitto fino a Saint Jean de Maurienne dove ha inizio la salita per il Col de la Croix de Fer. Dopo un primo tratto di salita piuttosto decisa mi stupisco di dover scavalcare un colletto e dover ridiscenderne. Ricomincio a salire, in una valle austera, la strada che a tratti si incupisce passando in un fitto bosco fino a quando, ormai in alto, la vallata si apre giungendo a Saint Sorlin d'Arves. Non resta che alzare lo sguardo e indovinare l'ampio zig-zag dei tornanti che culminano lassù. L'uscita dal paese annuncia subito che quella sarà al contempo la parte più spettacolare e più dura di tutta l'ascesa. Ancora una volta sono piacevolmente stupita nello scoprire che non provo eccessiva stanchezza e che posso godermi totalmente la bellezza che paesaggio con lo sguardo che spazia sempre più sulle vette innevate all'orizzonte e sulla conca verde sotto di me man mano che guadagno quota. Di nuovo oltre quota 2000, questa volta su un colle tutto nuovo, dal momento che sia il Moncenisio sia il Galibier li avevo già conquistati dai versanti opposti negli scorsi anni.
Sarebbe stato bello raggiungere da qui il vicino Col du Glandon e completare l'anello, ma sapendo che da quel lato, a quanto mi era stato detto, la discesa sarebbe stata più difficile, ho preferito tornare per la stessa via. E anche così qualche strega l'ho vista....


La "conquista" della Croix de Fer è ormai prossima




Con uno splendido panorama. Al centro Les Aiguilles d'Arves, dalla caratteristica forma




E ormai in cima la vista spazia anche sull'ampio vallone da cui si raggiunge a soli 2,5 Km. il Col du Glandon.




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Mercoledì 14 Agosto
Distanza Km. 134,74 - Dislivello m. 2407 - Quota massima m. 2770


Percorso

E dopo il Galibier di tre giorni fa, la scalata all'Iseran.
Mi fa un certo effetto pensare che lo Stelvio sarà spodestato e che oggi arriverò con le mie ruote in alto come non sono mai stata (escluso il Sommellier in mtb).
E il caso vuole che proprio in questa vacanza in cui ogni discesa diventa un dramma, punto a salire sul Colle più alto d'Europa.
Mi porto col treno fino a Modane, per evitare i primi 20 Km. "inutili" di statale. Ma non sono ancora uscita dalla città che una serie di cartelli annuncia la chiusura della strada nazionale e la deviazione obbligatoria per la panoramica di Aussois [SM=g27991] . Bella, non c'è che dire, ma la salita supplementare in una giornata dove già ci vorrà tutta, e la prospettiva di trovarmela pure sulla via del ritorno qualche perplessità me la dà [SM=g27994] ... Su via, poche storie!
A Sollières ritrovo la statale. Da qui a Lanslebourg è strada già nota, e infatti reputo obbligata la "sosta mistica" al forno/pasticceria di Termignon.... [SM=g27990]
Molto bello il tratto tra Lanslebourg e Bonneval sur l'Arc: inframmezzato dallo scollinamento al Colle della Madeleine (omonimo di quello più famoso), per il resto scorre sul fondo di una valle verdissima, punteggiata qua e là di baite, grandi distese di pascoli e pareti di montagne che l'incorniciano.
Bonneval, con le sue case in pietra, accogliente, adagiata sul fondovalle è l'ultimo avamposto. Da qui alzi lo sguardo e vedi la strada che taglia in diagonale la montagna sovrastante, prima verso sinistra, poi verso destra, su, su, fino a che lo sguardo si perde, al tempo stesso col desiderio e un po' di "sano" timore di essere lassù a guadagnarla metro dopo metro.


Bonneval sur l'Arc, adagiata ai piedi della "scalata" al Colle dell'Iseran




Ancora una volta mi stupisco di non provare una fatica eccessiva, non mi importa se altri mi superano, tengo il mio passo e riesco a godermi appieno la bellezza del paesaggio, col ghiacciaio là di fronte da cui non riesco a staccare gli occhi. Poi, quasi d'improvviso, la strada svolta, abbandonando dietro di sé la vista sul fondovalle per addentrarsi in un mondo fatto solo di montagne solcate da lunghi sottili torrenti, lingue di neve qua e là, pietraie e distese erbose, regno incontrastato del popolo delle marmotte.


La strada che sembra entrare nel cuore delle montagne mette quasi un po' di soggezione




La grande soddisfazione di essere arrivata lassù, il cartello con la fatidica quota di arrivo, 2770 m., il paesaggio stupendo, lo scambio di complimenti con un ragazzo olandese (la terra piatta per antonomasia!) arrivato fin lassù - dal versante opposto - con una bici carica di bagagli e diretto a tappe a Les Deux Alpes [SM=g28002] .


Mai così in alto in bdc




Lì per lì non mi accorgo neanche che il vento gelido mi sta entrando nelle ossa, improvvisamente mi ritrovo scossa dai brividi: dai 27°C del fondovalle sono passata a 12°C!! Mi copro con tutto ciò che ho e cerco di rimettermi in sesto con due tè caldi presi al bar/rifugio uno dietro l'altro.
Da un lato la tentazione di rimanere ancora, perché a 2770 m. non si arriva tutti i giorni, dall'altro il freddo, l'incubo ancora una volta della discesa, i tanti chilometri da fare, con in più "l'extra" della deviazione sulla strada panoramica di Aussois, mi consigliano di tornare giù.


La neve che lambisce la strada anche in pieno agosto sembra dire che tra poco quello tornerà ad essere il suo regno




E se lungo il ritorno ho la piacevole sorpresa di scoprire che la strada nazionale è stata nel frattempo riaperta (erano caduti dei sassi sulla sede stradale), ho affrontato tutti i 50 chilometri sulla statale in una lotta impari col vento contrario che mi ha letteralmente massacrato: non ne potevo più. Uscita indenne dalla scalata all'Iseran, mi ha distrutto il vento del fondovalle. [SM=g28000]

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Giovedì 15 Agosto

Niente bici oggi. Mattina di pieno relax, con visita al Museo dell'Alluminio e pomeriggio scarpinata a piedi per un sentiero in mezzo al bosco, naturalmente in salita. Scorpacciata di lamponi e circa 500 m. di dislivello, tanto perché ho detto.... oggi faccio solo due passi! [SM=g27991]


L'Arc e Saint Michel dominata dal profilo della Croix des Têtes




Grazia e perfezione




Saint Martin d'Arc e il Fort du Télégraphe




(fine prima parte)

grigua
00sabato 7 settembre 2013 22:42
(seconda parte)

Venerdì 16 Agosto
Distanza Km. 87,86 - Dislivello m. 1878 - Quota massima m. 1993


Percorso

Qua si batte la fiacca! E per dare uno scrollone ho deciso di scoprire se era vero che, come indicava una mini guida di itinerari ciclistici distribuita all'Ufficio del Turismo, i 18 chilometri per arrivare al Colle della Madeleine presentavano una pendenza media del 9%. Magari esagerano.... Anche se qualcosa dovevo aspettarmi, dal momento che un ciclista nei giorni precedenti mi aveva detto "La Madeleine, c'est bien dure!".
Beh, era vero, adesso lo posso dire! Senza mollare mai, tranne in un chilometro centrale che riesce a far respirare. Dai 420 m. di quota di La Chambre ai 1993 m. del Colle. Salita stupenda, micidiale nella sua costanza, infinita. Se le gambe stanno bene, può regalarti grandi soddisfazioni, se non sei in giornata, arrivare in cima può diventare un incubo. Ma fortunatamente mi trovavo nel primo dei due casi, anche se l'ultimo chilometro sembra durare davvero all'infinito. E' questa senz'altro la salita che ho trovato la più impegnativa tra tutte quelle affrontate, anche se non ha mai sfoderato pendenze estreme (solo qualche punta al 13%-14%). Lo stesso Galibier è lungo ma concede momenti di recupero. Qui mai. Bellissima.


Ma dopo la fatica il panorama non delude




Qualche nuvola di troppo, ma non posso certo lamentarmi, visto le giornate che ho avuto finora




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Sabato 17 Agosto
Distanza Km. 145,53 - Dislivello m. 948 - Quota massima ///


Percorso

Non sono un marziano. Le mie gambe hanno retto ottimamente fin qui, ma oggi, soprattutto dopo l'impegno richiesto dalla scalata di ieri alla Madeleine, mi dicono che si rifiuteranno di affrontare qualsiasi cosa che abbia il vago aspetto di una salita. Va bene, le accontenterò.... però in cambio, si faranno chilometri, senza altre discussioni! [SM=g27987]
Così mi metto a pedalare scendendo lungo il fondovalle, non so bene fino a dove. Quando non ne avrò più voglia girerò la bici, ben sapendo che al ritorno mi troverò a dover pedalare in costante, anche se leggera, salita. Guardando la carta, cerco per quanto possibile di percorrere le stradine secondarie che scorrono parallele alla nazionale, costeggiando campi di mais, grandi prati con mucche e cavalli in libertà, attraversando paesini fioriti e lontani dal viavai del traffico. Mi godo appieno questa giornata di relax.


Parallela alla nazionale scorre questa stradina nella tranquillità più assoluta...




... capace anche dalla "pianura" di regalare scenari notevoli




Ogni tanto la strada risale qualche breve collinetta e le gambe mi lanciano immediatamente proteste: "Niente salite, si era detto! [SM=g27996] [SM=g27996] ". "Ma che ci posso fare? Mica conosco la strada! [SM=g27991] ". Ma quando si avvicina il termine della vallata, la decisione è presa: arriverò fino ad Albertville e da lì girerò indietro.
Dopo una sosta panino/turistica in città, cerco di imboccare la stessa via per il ritorno, ma ad un incrocio ho un dubbio. Chiedo ad un altro ciclista che mi dice di accodarmi. Cominciamo a chiacchierare piacevolmente e pedaliamo insieme per una ventina di chilometri, fino a quando le nostre strade si dividono e ci salutiamo.
Sapevo che il lungo falsopiano per risalire nuovamente tutta la valle mi avrebbe "lavorato" per bene e alla fine della giornata ero.... un pochetto stanca!
Anche senza celebri salite non potevo certo considerare questa una giornata di ripiego!


L'arrivo nell'allegra Albertville




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Domenica 18 Agosto

Mi dispiace un po' sacrificare questa splendida giornata di sole, ma oggi di andare in bici non me la sento. Opto quindi per una visita prettamente turistica a Chambery.
Non so quanti chilometri ho fatto in lungo e in largo girando a piedi per la città, so solo che la sera crollavo dalla stanchezza.









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Lunedì 19 Agosto
Distanza Km. 70,10 - Dislivello m. 972 - Quota massima ???


Percorso

E' questa l'unica giornata in cui è previsto il passaggio di una breve perturbazione, con possibili temporali. Già ieri sera infatti rientrando in treno da Chambery la valle si presentava cupa di nuvole e in serata era piovuto. Mi aspettavo quindi pioggia fin dal mattino, ma un'apertura di cielo azzurro mi ha fatto decidere di provare comunque ad uscire in bici, tenendomi nelle vicinanze per un veloce rientro. La mini-guida ciclistica, già citata e utilissima, indicava una salita per una località dal nome curioso Les Karellis, con inizio alle porte di Saint Jean de Maurienne. La strada sale decisa a tornanti e sembra indirizzarmi verso l'unico squarcio d'azzurro in un cielo sempre più grigio. Ma quando l'aria si fa umida e il sole sparisce, mi prende uno stato di malumore, rafforzato dallo scoprire, alla svolta del tornante successivo, che le nuvole si sono ormai impadronite anche di quell'ultimo pezzettino di cielo azzurro a cui puntavo. La mia atavica paura di essere colta dal temporale in bici si fa strada in me. Giro la bici, abbandonando la salita a metà: rimarrà l'unica "incompiuta". Impiego più tempo a scendere che a salire, tra le prime gocce che scendono giù e un'aria da temporale.


Il mio umore ha i colori della foto: presa dalla paura dell'imminente temporale e con l'ansia per la discesa, ancora pochi metri e girerò la bici




Sotto la pioggia arrivo a Saint Jean, dove mi fermo a mangiare e visitare una cittadina che "palpita" di ciclismo: manifesti turistici, sagome di biciclette appese ovunque, richiami al Tour de France. L'Ufficio del Turismo sembra essere l'Isola del Tesoro del popolo dei ciclisti.
Nel frattempo la pioggia smette e sembra tenere per il resto della giornata, ma decido di tenermi nel fondovalle, con l'esplorazione di una piacevolissima strada secondaria che mi tornerà utilissima l'indomani, col ritorno (previsto e puntualmente verificatosi) del sole.
Tutto sommato non mi posso lamentare, in due settimane ho preso solo mezza mattinata di pioggia!


L'atrio dell'Ufficio del Turismo di Saint Jean de Maurienne la dice lunga su come siano considerate le biciclette in questa regione




Una delle finestre del sopraccitato Ufficio del Turismo, tanto per ribadire...




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Martedì 20 Agosto
Distanza Km. 86,92 - Dislivello m. 2049 - Quota massima m. 2067


Percorso

E' l'ultima salita importante che mi resta da conquistare nella vallata. Certo, di salite minori ce ne sono a decine, e se potessi raddoppiare il periodo di permanenza sono sicura che l'arrivo in località meno note non andrebbe a discapito di piacevoli sorprese.
E così percorro per l'ultima volta una valle che ormai mi è diventata familiare. Prima Saint Jean de Maurienne, poi abbandono la Nazionale e in sponda sinistra dell'Arc (ebbene sì, ho scoperto che il fiume di tre lettere che deve la sua fama alle parole crociate e che risponde alla definizione "Scorre in Savoia" esiste davvero!! [SM=g27987] ) percorro la strada dal traffico inesistente scoperta ieri fino a Saint Etienne de Cuine, dove al bivio una freccia indica la direzione per il Col du Glandon, con la pietra miliare che riporta come consuetudine la quota, la pendenza media del tratto e la distanza di 20 Km. Come sempre, leggere di distanze così "infinite" per una salita incute un certo "timore reverenziale", ma ho imparato a non spaventarmi. Col mio passo da lumachina lenta so che pedalata dopo pedalata anch'io alla fine arriverò a conquistare la cima.


La salita al Glandon è tra quelle che ho trovato paesaggisticamente più belle




Nella prima parte la strada sale toccando qualche paesino tipicamente montano, poi solo pascoli e montagne rigate da rii che scorrono verticali lungo le pareti. Mi raggiunge un ciclista. Il classico saluto "Bonjour!", ma invece che andarsene indugia sul mio passo e cominciamo a chiacchierare. Il tratto si fa parecchio impegnativo, e il paesaggio via via più spettacolare. Vorrei salire ancora in compagnia, lui è stato gentile a rallentare per me, ma non posso non portarmi via il ricordo di ciò che sto ammirando e mi fermo per fotografare mentre lui prosegue. Superfluo dire che non lo raggiungerò più. La strada risale sinuosa l'ampio vallone verdeggiante, ora accompagnando lo scorrere del fiume, ora elevandosi, alternando tratti mediamente impegnativi ad altri più severi, fino a far indovinare sul fianco brullo della montagna la strada disegnata a zig-zag, al tempo stesso ammaliante nella sua bellezza e perfida come la Maga Circe. E la sua perfidia la mostra tutta: gli ultimi due chilometri sono tutto un danzare di pendenze tra il 10 e il 14%. Più che meritata quindi la foto di cartello, anche se "solo" a 1924 m. di quota.


L'ultima "conquista" di questa vacanza




Solo una lieve depressione e poco più avanti a 2,5 Km. di distanza il Col de la Croix de Fer, già conquistato qualche giorno fa, ma che mi permetterà fare il giro ad anello, sperando vanamente che la discesa, già conosciuta, si riveli meno problematica.
Saluto così quota 2000, la quinta volta in dieci giorni, e con essa una vacanza emblema di questo mio 2013, con punte altissime e difficilmente superabili come i 2770 m. dell'Iseran e momenti di sconforto come una discesa fatta a piedi con la bici incolpevole compagna portata a mano.


Proseguendo in quota per la Croix de Fer, si apre uno scorcio sul Lac de Grand Maison




E dal Col de la Croix de Fer un'ultima splendida vista sulle Aiguilles d'Arves, questa volta completamente libere dalle nuvole




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Mercoledì 21 Agosto

Si torna a casa. Alla mia bici ancora una volta l'onore, debitamente protetta e "insaccata", di viaggiare a bordo del TGV.



Questi i numeri della vacanza:

Distanza totale Km. 867,96
Dislivello complessivo m. 16.040
Uscite n. 9


I colli "conquistati", in ordine di quota:

Col de l'Iseran, m. 2770
Col du Galibier, m. 2642
Col du Mont Cenis, m. 2083
Col de la Croix de Fer, m. 2067
Col de la Madeleine, m. 1993
Col du Glandon, m. 1924
Col de la Madeleine (Lanslebourg), m. 1745
Col du Télégraphe, m. 1566
Col de Chaussy, m. 1533



Ciao!

pandicko
00domenica 8 settembre 2013 09:45
grigua, 07/09/2013 22:42:


I colli "conquistati", in ordine di quota:
Col de l'Iseran, m. 2770
Col du Galibier, m. 2642
Col du Mont Cenis, m. 2083
Col de la Croix de Fer, m. 2067
Col de la Madeleine, m. 1993
Col du Glandon, m. 1924
Col de la Madeleine (Lanslebourg), m. 1745
Col du Télégraphe, m. 1566
Col de Chaussy, m. 1533




Fantastico e coinvolgente racconto come sempre!
Le foto poi sono una favola...
Complimenti! [SM=g27987]

Jack.ciclista
00domenica 8 settembre 2013 11:40
Senza parole...
[SM=g28002]
CaSe63
00domenica 8 settembre 2013 20:33
Bellissimi sia il racconto che le foto! Peccato per i problemi discesistici che avrebbero scoraggiato chiunque... tu hai tenuto duro!
Brava!! [SM=g28002] [SM=g28002]
CiclistaperCaso@
00domenica 8 settembre 2013 20:59
Il ciclo-racconto è davvero alla tua altezza Elena: grazie mille anche perchè sono zone che non conosco (nè in bici, nè a piedi o con altri mezzi) e che al momento stanno solo nel mio cassetto dei sogni.

Speriamo prima o poi ... [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]


Circa il tuo carattere, beh va detto che, se mai ce ne fosse stato bisogno, hai ancora una volta dimostrato che non ti arrendi di fronte alle difficoltà, anche quelle più infide che entrano nella testa di ognuno di noi e ci provano.

Oltre che belli da leggere, i tuoi racconti sono di grande esempio per tutti. [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]

Ciao

Giorgio
pedra85
00domenica 8 settembre 2013 21:12
Non ho parole all' altezza di questa trasferta, penso che l' iconcina possa esprimermi al meglio. [SM=g28002]
MirkoBL
00lunedì 9 settembre 2013 09:12
Bei giri, brava!
[SM=g28002]
giocurio
00lunedì 9 settembre 2013 09:52
In primis spero e credo che col tempo ti rimarrà più il bellissimo ricordo delle imprese che non le paturnie per le discese.

Complimenti per il giro e grazie per il reportage.

Ho apprezzato tutto e mi sono ritrovato in moltissime delle descrizioni e delle impressioni/sensazioni (in particolare sul Glandon, sul Galibier e sulla Madeleine). E mi sono ritrovato a sorridere riguardo ai lacets e al Col de Chaussy perché sono due o tre vacanze che cerco di inserirli nei percorsi (li ho scovati anch'io un po casualmente navigando) e che per un motivo o per un altro rimangono esclusi: devo però dire che il paio di foto relative che hai postato mi hanno ulteriormente convinto.
Un'ultima nota relativa ad Aussois... E' vero. è un tratto di salita aggiuntiva (e nemmeno morbidissima a dirla tutta, anzi) però piuttosto che fare il fondovalle l'ho sempre inserita nelle mie ascese sull'Iseran (l'ho scelta come "sede di tappa") perché è veramente graziosa e ti dà per tutto il tempo una bella vista panoramica. Secondo me ci hai solo guadagnato!

Complimenti ancora
geobach
00lunedì 9 settembre 2013 11:18
complimenti ! [SM=g28002]
.. e la sicurezza che queste giornate non le dimenticherai mai più [SM=g27988]

PS: e quelle discese son proprio belle lunghe.
Rickybici
00lunedì 9 settembre 2013 13:09
Tantissimi complimenti per le tue conquiste e per le splendide foto che sempre ci omaggi.

Ciao
pudra
00lunedì 9 settembre 2013 18:20
complimenti!
e quasi sempre bel tempo.
ricordo alcuni di quei passi che feci (in parte o in tutto) quando ero ancora giovane...
aresius_
00lunedì 9 settembre 2013 19:51
Qua c'è da prendere appunti! Complimenti, bel racconto e foto splendide come sempre!
fricius
00lunedì 9 settembre 2013 21:20
Bel racconto e bei giri.
Grazie come sempre. [SM=g28002]
pudra
00martedì 10 settembre 2013 12:25
dopo il Glandon e la Croix de Fer hai fatto il Col de Mollard?
BED69
00martedì 10 settembre 2013 12:44
Complimenti Elena, bellissimo giro e bellissimo reportage.

Invidia all'ennesima potenza
MirkoBL
00martedì 10 settembre 2013 16:58
Mi stupisce il fatto che tu non abbia quasi incontrato pioggia. [SM=g27997]
pierole1
00martedì 10 settembre 2013 17:51
Bellissime vacanze Elena [SM=g27985] e complimenti per come le hai organizzate, da quel che leggo non deve essere stato semplice. Eri nell'università della salita e favorita dal bel tempo hai potuto fare un gran bottino. Peccato per il problema discesa che mi auguro tu possa superare al più presto: come è venuto se ne deve andare. E che foto, da calendario 2014. [SM=g28002]
birrascura
00martedì 10 settembre 2013 19:27
Complimenti gran bella vacanza
chapeau
gise-go.
00mercoledì 11 settembre 2013 21:56
Invidiabili salite. Complimenti Elena [SM=g28002] [SM=g28002], sai sempre trovare e organizzarti bellissime vacanze in bicicletta.
Come sempre coinvolgente racconto e belle foto.
Grazie.
wilma
SuperIannellus
00giovedì 12 settembre 2013 09:21
Davvero tanti complimenti! posti meravigliosi, belle foto (altro che la vecchia macchinetta!), tenacia da vendere.

Brava!
n@po.
00venerdì 20 settembre 2013 14:21
La strada verso les Karellis, se non ricordo male, è quella che poi prosegue sino a quasi 1700mt per fermarsi in prossimità di un tratto franato. Senza quella frana la strada proseguirebbe sino a Valloire offrendo un alternativa fantastica al telegraphe per salire al Galibier. Appunto dal Telegraphe (anzi subito dopo) basta guardare sull'altro lato della valle prospicente per vedere la strada e la frana...

Stavo per aggiungere come mai niente Mollard, ma vista la configurazione della discesa, mi pare una scelta giudiziosa.

A proposito: valutare se ci sia anche solo un piccolo problema di equilibrio? Un piccolo scompenso magari non lo percepisci razionalmente... ma in discesa la difficoltà si accentua e viene in superficie. Una visita da un otorino io la farei.
grigua
00venerdì 20 settembre 2013 21:39
Grazie a tutti [SM=g27998] , siete sempre tutti calorosi nei miei confronti.
Se andiamo a vedere, in fin dei conti, a parte i numeri "altisonanti" delle quote raggiunte, in questa vacanza non ho fatto poi giri così notevoli in quanto a distanze e dislivelli. Niente a che vedere con i numeri delle vacanze degli ultimi anni. Ma inevitabilmente il problema che ho avuto mi ha un po' condizionato (non fosse che per i minuti che diventavano ore) e mi ha limitato nella ricerca di percorsi più lunghi e con maggiori difficoltà.
Ma ce l'ho messa tutta e va bene così.

n@po., 20/09/2013 14:21:


Stavo per aggiungere come mai niente Mollard, ma vista la configurazione della discesa, mi pare una scelta giudiziosa.



Infatti, se fossi stata in una situazione "normale" probabilmente l'avrei inserito nel giro, ma quando ho visto sulla carta la strada stretta e tortuosa su entrambi i versanti non me la sono sentita. E credo di aver fatto bene. Sarebbe stato aggiungere altra sofferenza e avvilimento....

n@po., 20/09/2013 14:21:


A proposito: valutare se ci sia anche solo un piccolo problema di equilibrio? Un piccolo scompenso magari non lo percepisci razionalmente... ma in discesa la difficoltà si accentua e viene in superficie. Una visita da un otorino io la farei.



Al ritorno a Genova ho fatto una riga di esami per valutare se poteva esserci una (con)causa fisica:

- Esame vestibolare nella norma (con lo specialista che continuava a borbottare chiedendosi che cosa ci facevo lì, quasi prendendomi per scema)
- Rx cervicale che ha evidenziato un "atteggiamento scoliotico" e un ridotto spazio intersomatico c5-c6 (non ho ancora chiesto spiegazioni al mio medico, ma non credo significhi niente di particolarmente "grave")
- Esami completi del sangue talmente perfetti da sembrare finti (tutti i valori in perfetta media matematica tra i parametri min/max)

Insomma, la "macchina" è perfetta. E tutto questo conferma quello che in fin dei conti sapevo già: è la testa ad essere andata in tilt.


Ciao a tutti e ancora grazie!

CaSe63
00domenica 22 settembre 2013 16:04
Re:
grigua, 20/09/2013 21:39:

[G


Al ritorno a Genova ho fatto una riga di esami per valutare se poteva esserci una (con)causa fisica:

- Esame vestibolare nella norma (con lo specialista che continuava a borbottare chiedendosi che cosa ci facevo lì, quasi prendendomi per scema)
- Rx cervicale che ha evidenziato un "atteggiamento scoliotico" e un ridotto spazio intersomatico c5-c6 (non ho ancora chiesto spiegazioni al mio medico, ma non credo significhi niente di particolarmente "grave")
- Esami completi del sangue talmente perfetti da sembrare finti (tutti i valori in perfetta media matematica tra i parametri min/max)

Insomma, la "macchina" è perfetta. E tutto questo conferma quello che in fin dei conti sapevo già: è la testa ad essere andata in tilt.


Ciao a tutti e ancora grazie!




Beh, che gli esami siano a posto è già una buona cosa, per la testa... penso ci sia poco da fare... [SM=g27997] [SM=g27997]
Scherzi a parte, spero che con calma si risolva anche quel problema!
Ciao.
Sergio


HULK63
00venerdì 18 ottobre 2013 14:31
Re:
grigua, 20/09/2013 21:39:

Grazie a tutti [SM=g27998] , siete sempre tutti calorosi nei miei confronti.
Se andiamo a vedere, in fin dei conti, a parte i numeri "altisonanti" delle quote raggiunte, in questa vacanza non ho fatto poi giri così notevoli in quanto a distanze e dislivelli. Niente a che vedere con i numeri delle vacanze degli ultimi anni. Ma inevitabilmente il problema che ho avuto mi ha un po' condizionato (non fosse che per i minuti che diventavano ore) e mi ha limitato nella ricerca di percorsi più lunghi e con maggiori difficoltà.
Ma ce l'ho messa tutta e va bene così.



Al ritorno a Genova ho fatto una riga di esami per valutare se poteva esserci una (con)causa fisica:

- Esame vestibolare nella norma (con lo specialista che continuava a borbottare chiedendosi che cosa ci facevo lì, quasi prendendomi per scema)
- Rx cervicale che ha evidenziato un "atteggiamento scoliotico" e un ridotto spazio intersomatico c5-c6 (non ho ancora chiesto spiegazioni al mio medico, ma non credo significhi niente di particolarmente "grave")
- Esami completi del sangue talmente perfetti da sembrare finti (tutti i valori in perfetta media matematica tra i parametri min/max)

Insomma, la "macchina" è perfetta. E tutto questo conferma quello che in fin dei conti sapevo già: è la testa ad essere andata in tilt.


Ciao a tutti e ancora grazie!


Leggere cosa combini è sempre molto piacevole e le tue foto mi hanno fatto tornare in mente paesaggi visti più volte ma messi in un lontano cassetto. Hai la vecchiezza!!!!
[SM=g28000]
Però continuo a rimanere perplesso sulle tue paure in discesa, con tutte quelle che affronti, dovrebbero pian piano scemare, invece sono sempre lì ad assillarti [SM=g27996] [SM=g27992]
grigua
00venerdì 18 ottobre 2013 23:06
HULK63, 18/10/2013 14:31:




Ciao Hulk, ben ritrovato!! [SM=g28002]

Uno sgrat-sgrat sulla testa e due sotto il mento a Sissi da parte mia!

[SM=g27987]

Hai fatto la Cinque Terre anche quest'anno?

HULK63
00venerdì 18 ottobre 2013 23:35
Re:
grigua, 18/10/2013 23:06:



Ciao Hulk, ben ritrovato!! [SM=g28002]

Uno sgrat-sgrat sulla testa e due sotto il mento a Sissi da parte mia!

[SM=g27987]

Hai fatto la Cinque Terre anche quest'anno?



Ciao, La Sissi ricambia con due slap-slap!!!
Sì, sia io che "Lei" ci siamo andati e lei come di consueto ha vinto la sua categoria [SM=g27987] .
Se non fosse che la sera abbiamo fatto bisboccia con due amici sfizzeri ti saremmo passati a trovare e a scroccare una pizzetta. Ma il casino solito in autostrada del tardo pomeriggio mi ha ulteriormente consigliato di partire in notturna. Confido in una novembrata non troppo fredda per venire a calcare il mitico Faiallo!!!! [SM=g27990] [SM=g27988]


grigua
00venerdì 18 ottobre 2013 23:45
HULK63, 18/10/2013 23:35:


Ciao, La Sissi ricambia con due slap-slap!!!
Sì, sia io che "Lei" ci siamo andati e lei come di consueto ha vinto la sua categoria [SM=g27987].


Grandi!! [SM=g28002] [SM=g28002]

HULK63, 18/10/2013 23:35:

Confido in una novembrata non troppo fredda per venire a calcare il mitico Faiallo!!!! [SM=g27990] [SM=g27988]


Beh, mal che vada ci sarà un po' di nebbia ... [SM=g27987] , ma tu col Sampeyre ci sei già abituato! [SM=g27988]

HULK63
00sabato 19 ottobre 2013 14:02
Re:
grigua, 18/10/2013 23:45:


Beh, mal che vada ci sarà un po' di nebbia ... [SM=g27987] , ma tu col Sampeyre ci sei già abituato! [SM=g27988]


Io sul Sampeyre sempre bel tempo....... investo due eurini nella gettoniera antinebbia, mica come voi "parsimoniosi" Liguri [SM=g27987] [SM=g27987]


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