"Carlo Vidua e l'Egitto" di Roberto Coaloa

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EGIZIA72
00venerdì 4 settembre 2009 13:29
Alle ore 19, presso la llbreria La Carmelina (via del Carmelino, 22), verrà presentato il libro "Carlo Vidua e l'Egitto" di Roberto Coaloa, edito da LineaBN-La Carmelina Edizioni.

Modererà la serata il professor Luis Alberto De La Garza, docente di Storia all'Università di Città del Messico, instancabile ricercatore insieme a Roberto Coaloa del viaggiatore Carlo Vidua, tra America e Oriente; Luis Alberto de la Garza è autore di "En busca de una identidad: Carlo Vidua, un viajero pimontés del siglo XIX" (Cd. Universitaria, Mèxico, 2002).




Vidua, figura intrepida dell'Ottocento, fu un viaggiatore straordinario a cui questa serata vuole rendere merito.

Il libro di Coaloa parla della sua avventura in Egitto. Agli inizi dell’Ottocento erano pochi gli europei in viaggio in Egitto che, risalendo il Nilo, avevano superato l’isola di File. Nessuno si era mai avventurato più in là di Derr, allora capitale della Bassa Nubia.

Carlo Vidua (1785-1830), il viaggiatore più intrepido dell’Ottocento, compì quell’impresa: il suo viaggio in Egitto è un capolavoro. Vidua arrivò ad Alessandria il 27 dicembre 1819 e ripartì dall’Egitto il 12 agosto 1820. Simile all’ufficiale di marina Frederick Norden, Vidua viaggiò sul Nilo in battello. A differenza di Norden, che non lo lasciò mai, limitandosi a osservare da lontano con il cannocchiale i monumenti nubiani, Vidua visitò il tempio di Abu Simbel, facendo accurate esplorazioni, sfidando i coccodrilli, armandosi fino ai denti per contrastare gli attacchi dei banditi. Vidua visitò i templi, facendone per primo una puntuale descrizione degli esterni e soprattutto degli interni. I suoi taccuini di viaggio conservati all’Accademia delle Scienze di Torino, inediti, raccontano quell’incredibile avventura ad Abu Simbel, iniziata all’inizio del marzo 1820 e proseguita in quattro intensi e proficui giorni tra il 24 e il 27 marzo 1820. Vidua eseguì disegni esterni di notte, alla luce della luna, per difendersi dal caldo e fece lunghe visite all’interno del tempio.

Da Atene, il 1° aprile 1821, Carlo Vidua scrive a suo padre Pio Vidua, figura di primo piano nella corte del Regno di Sardegna: "Le raccomando l’unito foglio a Cesare Saluzzo per l’affare del museo Egiziaco. Spero aver reso un servizio al nostro paese, inducendo il sig. Drovetti a lasciare le trattative già molto inoltrate colla Francia, e a preferire la sua patria per l’acquisto del suo museo veramente unico. – Ho ricevuto un sì decisivo. Questo affare è stato interamente immaginato da me".




Roberto Coaloa, giornalista del supplemento culturale de Il Sole 24 Ore.

Nato a Casale Monferrato nel 1971, studioso di storia dell’Ottocento e del Risorgimento, ha compiuto i propri studi nelle università di Milano, Heidelberg, Città del Messico e Aix-en-Provence, dove ha conseguito il « Diplôme européen d'Histoire des Idées et des Doctrines Politiques » alla Faculté de droit et des sciences politiques d'Aix-Marseille. Ha pubblicato, fra l’altro, Da Plombières alla Seconda guerra d'indipendenza. Il rapporto tra Napoleone III e Vittorio Emanuele II, corrispondenze e antagonismi (2009), La storiografia del Settecento e dell'Ottocento sulla questione colombiana (2009), La classe politica dell’"altro Piemonte" alla vigilia dell'Unità d'Italia. Giovanni Lanza, Filippo Mellana e Urbano Rattazzi (2008), Luigi Leardi, la classe politica dell’altro Piemonte e la nascita del primo Istituto Tecnico d’Italia (2008), "L'altro Tolstoj" e la sua difficile corrispondenza con Moneta. Due lettere inedite di Lev Nikolaevič Tolstoj a Ernesto Teodoro Moneta (2007), Carlo Vidua, un romantico atipico (2003), Carlo Vidua e Alexis de Tocqueville. Il viaggio nell'America della democrazia (2002). Insegna all'Università Statale di Milano, alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Milano, nel corso di Laurea in Scienze umanistiche per la comunicazione
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Hatshepsut76
00venerdì 4 settembre 2009 13:39
Ecco la scheda relativa:



Autore: Coaloa Roberto
Editore: La Carmelina
Prezzo e disponibilità: verifica
Genere: geografia generale. viaggi
Collana: Lineabn
Pagine: 96
Data pubblicazione: 2009




Carlo Vidua e l'Egitto



In sintesi: Agli inizi dell’Ottocento erano pochi gli europei in viaggio in Egitto che, risalendo il Nilo, avevano superato l’isola di File. Nessuno si era mai avventurato più in là di Derr, allora capitale della Bassa Nubia. Carlo Vidua (1785-1830), il viaggiatore più intrepido dell’Ottocento, compì quell’impresa: il suo viaggio in Egitto è un capolavoro. Vidua arrivò ad Alessandria il 27 dicembre 1819 e ripartì dall’Egitto il 12 agosto 1820. Simile all’ufficiale di marina Frederick Norden, Vidua viaggiò sul Nilo in battello. A differenza di Norden, che non lo lasciò mai, limitandosi a osservare da lontano con il cannocchiale i monumenti nubiani, Vidua visitò il tempio di Abu Simbel, facendo accurate esplorazioni, sfidando i coccodrilli, armandosi fino ai denti per contrastare gli attacchi dei banditi. Vidua visitò i templi, facendone per primo una puntuale descrizione degli esterni e soprattutto degli interni. I suoi taccuini di viaggio conservati all’Accademia delle Scienze di Torino, inediti, raccontano quell’incredibile avventura ad Abu Simbel, iniziata all’inizio del marzo 1820 e proseguita in quattro intensi e proficui giorni tra il 24 e il 27 marzo 1820. Vidua eseguì disegni esterni di notte, alla luce della luna, per difendersi dal caldo e fece lunghe visite all’interno del tempio.

Da Atene, il 1° aprile 1821, Carlo Vidua scrive a suo padre Pio Vidua, figura di primo piano nella corte del Regno di Sardegna: «Le raccomando l’unito foglio a Cesare Saluzzo per l’affare del museo Egiziaco. Spero aver reso un servizio al nostro paese, inducendo il sig. Drovetti a lasciare le trattative già molto inoltrate colla Francia, e a preferire la sua patria per l’acquisto del suo museo veramente unico. – Ho ricevuto un sì decisivo. Questo affare è stato interamente immaginato da me».
pizia.
00domenica 6 settembre 2009 19:14
Ricordo di aver visto, graffiata su qualche monumento, la firma di questo viaggiatore, se ritrovo la foto la posto qui.
Tutti questi grandi estimatori dell'Egitto lo hanno rovinato e insozzato a cominciare dai suoi monumenti: certo una volta era usanza comune scrivere in bella vista il proprio nome, lasciandolo su ciò che si amava di più, quasi a sancirne una piccola conquista.
Ma è come graffiare il proprio nome sulla pelle dell'amato lasciandolo scritto nelle cicatrici... non posso avere una buona opinione di quanti ho letto il nome scritto sulle pietre delle architetture.
pizia.
00sabato 31 luglio 2010 23:40

Ecco qui la scritta incriminata, tutto sommato non molto peggio di altre...
Comunque sono stata a visitare la sua casa a Conzano Monferrato:
Villa Vidua
era un grande appassionato di oriente, in particolare di Estremo Oriente, permane una sua grande collezione di oggetti cinesi e giapponesi attualmente non visibile.
Hatshepsut76
00sabato 31 luglio 2010 23:53
Ho visto adesso il link da te segnalato, molto interessante. Inoltre, molto curiosa la scritta incisa sul muro!
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