[CUL] Il Caimano di Nanni Moretti

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00sabato 25 febbraio 2006 10:20

ROMA - Alla domanda - Nanni Moretti c'è o non c'è dentro al suo nuovo film Il caimano? - non c'è risposta ufficiale. Va ricordato che unico documento esistente è l'intervista data da Moretti all'Espresso il 18 agosto scorso, preceduto da la Repubblica del 20 ottobre 2004 che ufficiosamente, ma mai smentita, dette la prima notizia: Il caimano è Silvio Berlusconi e il titolo proviene da un articolo uscito sempre su Repubblica l'11 aprile 2004 in cui Franco Cordero coniò la definizione. Di ufficiale dunque c'è solo che Nanni non è il protagonista del film e che Silvio Orlando lo è "al suo posto". Ma siamo pronti a scommettere, quello che vi pare, che Moretti al suo affezionato pubblico riserverà una sorpresa.

Da ieri pomeriggio in tutti i cinema d'Italia circolano gli 82 secondi del trailer. Sfilano in galleria i primi piani di tutti gli attori (non Moretti) con sotto un brano "rai" intitolato Ya Rayah cantato da Khaled, Rachid Taha e Faudel, lo stesso che fece la chiusura alla manifestazione dei Girotondi in piazza San Giovanni a Roma il 14 settembre 2002 e dello stesso genere che accompagnava Moretti dondolante in Vespa in Caro diario. Sfilano Silvio Orlando e Margherita Buy che, alla guida, si sorridono in campo-controcampo da un'automobile all'altra, Jasmine Trinca, Michele Placido, Carlo Mazzacurati in divisa da cameriere, Giuliano Montaldo, Tony Bertorelli, Jerzy Stuhr, Valerio Mastandrea in divisa da finanziere, Cecilia Dazzi, Anna Bonaiuto in toga (giudice?), Dario Cantarelli, Luisa De Santis, Elio De Capitani che esulta e si sbraccia (attenzione: a chi somiglia un po'? È il quarto ad apparire e su di lui compare per la prima volta il titolo, Il caimano. È un segnale). Scritta finale: "Un film di Nanni Moretti - Il caimano - dal 24 marzo al cinema". Stop.

Silvio Orlando è al telefono da Trento, in tournée con la commedia di Eduardo Questi fantasmi. Eroico nel pronunciarsi, è il primo, dopo che i colleghi Placido e Trinca, intervistati, hanno opposto una secca autocensura. Con fine acrobazia (elusiva rispetto alla trama e ai personaggi) fa l'elenco delle cose per lui piacevoli dell'esperienza, delle cose per lui importanti del film. Uno: "Il mio provino. Nanni mi ha fatto leggere il copione davanti a una telecamera: non so perché, che esperimento fosse, né cosa ne abbia fatto delle mie reazioni".

Due: "L'impressione positiva che sia riuscito a sfuggire al tono indignato che forse ci si potrebbe immaginare vista l'aria che tira e conoscendo l'impegno politico di Nanni. Il cipiglio non c'è". Tre: "È un film complicato, con tanti strati e livelli, ma è molto comico e io per primo mi sono fatto un sacco di risate leggendo la sceneggiatura. Mi ha riempito di gioia, erano anni che aspettavo una commedia, diciamo pure una farsa, che avesse come questa anche uno spessore drammatico".

Quattro: "L'elemento politico ovviamente c'è e nella prima fase probabilmente prevarrà, ma non è solo uno strumento per rilanciare il dibattito". Cinque: "Importantissimo è l'elemento privato nei personaggi, ed è il più bello, tocca corde vere. Al di là della "denuncia": del resto cose nuove da dire su Berlusconi non ce ne sono, già detto tutto. A meno di novità nel prossimo mese".

Sei: "È anche un film sul cinema, sulla sua meravigliosa ossessione e necessità. Un messaggio lanciato attraverso il cinema acquista forza immensamente superiore a quella di un saggio o di un articolo. Lo dice la mia esperienza precedente con Nanni, Il portaborse: diceva cose che erano già sulla bocca di tutti ma aveva un altro impatto vederle vivere da veri esseri umani. Forse è una parola grossa ma la dico: la poesia vince su tutto".

Sette, sulle indiscrezioni uscite (grazie a una talpa in zona Palazzo di Giustizia, dove sono state girate alcune scene, su La Stampa del 3 febbraio: Jasmine Trinca è una regista che fa un film su Berlusconi ma non riesce a trovare l'attore che voglia interpretarlo): "Brandelli. Svelata solo una parte, resta ancora molto da scoprire". Omaggio finale, se non si fosse capito che il film, per tutti coloro che lo hanno fatto, vola molto più alto delle contingenze politico elettorali, e che non solo vuole ma riesce a restituire alla politica emozione e umanità: "Nel cinema italiano del 2006 resterà la testimonianza di un intellettuale, Moretti, che prende posizione in piena libertà, in modo generoso e pieno".

Ma non risparmia all'amico regista e alla soffocante tutela cui i mesi di lavoro con lui lo hanno sottoposto un "meno male che adesso ho il teatro, altrimenti l'ansia mi avrebbe ammazzato".

24 marzo, oltre trecento copie, musica di Franco Piersanti che non firmava film di Moretti dai tempi di Bianca (dopo, con La messa è finita, gli è subentrato Piovani), già venduto a oltre dieci mercati esteri a scatola chiusa, senza mostrarlo, scritto da Moretti con Heidrun Schleef, Francesco Piccolo, Federica Pontremoli, nessun finanziamento televisivo Rai e tantomeno Mediaset. Le immagini che illustrano questa pagina sono pubblicate per la prima volta.




che casualità [SM=x751527]


in un regime fascistoide queste cose sono all'ordine del giorno [SM=x751536]
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