[Breaking News] Il ritorno di Michele Santoro sul web "Il 3 novembre si riparte"

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angelico
00sabato 8 ottobre 2011 19:53
Comizi d’Amore, Santoro: “Sarà un’impresa” Parte il sito internet per raccogliere fondi
Comizi d’Amore, Santoro: “Sarà un’impresa”
Parte il sito internet per raccogliere fondi Il 3 novembre la prima puntata del nuovo format indipendente. Il giornalista: "Oggi vivo una condizione di immensa libertà creativa, ma ho dovuto sopportare situazioni che avrebbero fatto stramazzare qualsiasi professionista"“Pronto, cercavo Michele Santoro”. “Un attimo”. Silenzio. “Scusi, ma ci hanno installato il telefono due ore fa”: la redazione è in costruzione. In attesa della prima puntata, il 3 novembre alle 21, s’inaugura il sito Internet di “Servizio pubblico”, l’associazione attraverso cui sarà possibile, da oggi, versare dieci euro per sostenere il programma. Prodotto da una società di cui, insieme ad altri, è socio anche Il Fatto Quotidiano (leggi). “Ho registrato un messaggio per il sito”, spiega Santoro, “con cui chiedo al pubblico di affiancarci in questa impresa, davvero storica: è la prima volta che si cerca di far vivere un programma scomodo, che non ha alle spalle né padroni né partiti”.

Aspettative?
Se avessimo cominciato la raccolta subito dopo l’annuncio alla Festa del Fatto a Pietrasanta, sarebbe partita in maniera entusiastica. Ora faremo un po’ più fatica, ma il pubblico non ci ha mai lasciati soli in questi anni: non credo succederà ora.

Proviamo a convincere un perplesso, uno non del tutto convinto a versare dieci euro
Nel messaggio sul sito spiego che mi sento come quel tunisino da cui è nata la rivolta nel Maghreb. Che andava a vendere la frutta e la verdura al mercato e che, visto che lo Stato metteva tasse e gabelle insostenibili, si è dato fuoco. Anche noi siamo con il carrettino a cercar di vendere la nostra frutta e la nostra verdura su Internet, sulle tv a diffusione regionale, su Sky e potrebbero esserci pressioni governative per limitarci o per impedirci di andare in onda. Solo che noi non ci daremo fuoco e faremo il nostro programma lo stesso. Magari da una piazza, ma ci saremo: è più di una promessa. La battaglia è disegnare un futuro diverso del sistema informativo e televisivo: se avremo attorno uno stadio, migliaia di persone a sostenerci, ci sentiremo più forti. Non è solo una questione di soldi.

Sta dicendo che teme agguati, dopo anni di sgambetti in Rai?
È un’analisi fredda della situazione italiana. Io ho fiducia nel fatto che le televisioni territoriali giochino una partita fondamentale per il loro domani, perché sono state a lungo sacrificate sull’altare del monopolio. Ma è evidente che esiste la possibilità di pressioni, sia di tipo economico sia di tipo politico, nei confronti del network che manderà in onda la nostra trasmissione. È un ragionamento obiettivo: basta vedere che accade nella raccolta pubblicitaria di Mediaset. Si scoprirebbero cose interessanti.

Quali?
Per esempio quante sono le società d’influenza pubblica che stanno investendo pubblicitariamente nelle reti Mediaset in questo momento. Per capire se l’investimento è proporzionale a quello che fanno in Rai o sulle tv locali.

La tv generalista è in crisi come non mai. Gli ascolti, anche a Rai1 e Rai2, precipitano.
Siamo di fronte a un crollo verticale di audience della tv generalista terrestre, gli spettatori cercano di difendersi e si muovono nell’offerta con maggiore libertà rispetto al passato. Non tengono più conto di reti e testate, creando movimenti tellurici. Non è la povertà di Rai e Mediaset ad avvantaggiarci, ma la libertà con cui il pubblico si muove nei palinsesti. Ovviamente noi siamo una navicella leggera che deve stare attenta a non farsi trascinare nel vortice del Titanic.

Perfino Pino Insegno, cui hanno chiuso il programma per eccesso di ribasso, ha detto: la gente vuole più informazione.
La gente, in televisione, vuole buoni programmi che siano d’intrattenimento o d’approfondimento. Però sì: in un momento di crisi così grave e con i grandi cambiamenti alle porte il pubblico vuole sapere, capire.

Comizi d’amore sarà un talk-show?
La formula del talk mi è sempre stata stretta. Noi abbiamo, storicamente, avuto una componente di narrazione molto forte rispetto ai talk tradizionali e questo sarà il tratto distintivo del programma. Abbiamo a che fare con un pubblico che deve venirti a cercare con un po’ di fatica e un po’ di passione. Perciò deve sentirsi rappresentato e complice. È un’avventura interessante: ma se andrà in porto, chiunque vinca le elezioni deve sapere che avrà di fronte un pubblico nuovo, non più disponibile a farsi massacrare nei propri desideri e nei propri bisogni dal conflitto d’interessi o dai partiti.

Più spaventato o eccitato dalla sfida?
Tensione ce n’è molta: stiamo scalando una parete ripida. Si rifà tutto da capo: non ci sono strutture di supporto, non ci sono situazioni consolidate alle spalle, non c’è un editore. Ma è una condizione di immensa libertà creativa. E mi ridà una nuova vita rispetto agli ultimi due anni, in cui ho avuto straordinari successi, ma ho dovuto sopportare situazioni che avrebbero fatto stramazzare qualsiasi professionista. La cosa bella è potersi chiedere ‘che cosa facciamo?’ senza avere una diffida legale ogni quarto d’ora.

È una risposta a quelli che l’hanno accusata di crogiolarsi nel martirio?
Se pure dopo Trani e dopo le notizie sui rapporti tra Masi e Bisignani, qualcuno ancora sostiene che mi commisero, posso solo dire che queste persone mi fanno pena. Significa che non sanno far funzionare il cervello: le prove dei tentativi di censura nei nostri confronti sono evidenti.

Se passa la legge bavaglio lei che farà?
Se avrò tra le mani un’intercettazione di grande rilievo pubblico mi porrò il problema di mandarla in onda indipendentemente dalle pene che verranno stabilite. Spero che ci siano altri giornalisti che, assieme a me, siano pronti a condurre una battaglia di disobbedienza civile.

C’è una polemica sugli ospiti dei contenitori informativi. Sempre i soliti, si dice.
In questo momento è importante accendere i microfoni sulla realtà sociale, senza troppe mediazioni. Far sentire la voce di un Paese che si trova di fronte a una trasformazione epocale. Ho sempre cercato di trovare protagonisti nuovi e continuerò a farlo.

Qualcuno oggi propone addirittura la doppia conduzione. Fantasie a parte, l’equilibrio che viene invocato come una ricetta del confronto televisivo – ed è una ricetta praticata molto anche nei giornali – non deforma la realtà?
L’idea di dover sempre contrapporre uno che dice ‘A’ a uno che dice ‘B’ ha stancato. Ormai i sostenitori delle varie tesi sono diventati personaggi della commedia dell’arte, come Pantalone o Pulcinella. Noi cercheremo di trovare persone che sanno di che parlano e sono in grado di ascoltare, capaci di rispondere ad argomenti che non siano slogan. Io non credo alle due verità, però non bisogna mai smettere di verificare i fatti e dare spazio al dubbio.

da Il Fatto Quotidiano dell’8 ottobre 2011

COME DONARE DIECI EURO

Tramite bonifico – Banca di credito cooperativo di Roma, via Sardegna 129 – Agenzia 105 Conto Corrente intestato ad Associazione Servizio Pubblico: c/c: 2300 IBAN: IT30V0832703239000000002300

Tramite carte di credito – Conto paypal su www.serviziopubblico.it

Tramite bollettino Postale – AC ASSOCIAZIONE SERVIZIO PUBBLICO Su conto corrente postale intestato ad Associazione Servizio Pubblico: 001001343639


www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/08/comizi-damore-santoro-sara-unimpresa-parte-il-sito-internet-per-raccogliere-fondi...



Videoappello di Santoro sul web: ''Dateci 10 euro''

(8 ottobre 2011)
"Finalmente ci siamo". Michele Santoro riprende la sua trasmissione il 3 novembre e intanto approda on line con il sito www.serviziopubblico.it, chiedendo un aiuto al pubblico. '10 euro in tv' è il titolo del servizio con cui lancia un appello al pubblico per il programma "Comizi d'amore". In evidenza sull'home page gli estremi per fare un bonifico, un versamento postale o un pagamento con carta di credito. On line anche la prima esclusiva, l'intervista di Francesca Fagnani a Iman Fadil, testimone nel processo Ruby.

tv.repubblica.it/politica/videoappello-di-santoro-sul-web-dateci-10-euro/778...
rossijack
00sabato 8 ottobre 2011 23:21
Speriamo che con la legge bavaglio che si fa sempre piu' dura(adesso stanno elaborando una legge anche per la rete ed i blog di internet)Santoro possa avere la liberta' di esprimersi!Pero',sinceramente,non mi viene di dare i 10 euro,sono un'inezia,ma mi sembra di comprare e pagare la verita',qualcosa che dovrei avere gratis perche' in uno Stato democratico e' un diritto ed una condizione necessaria!
angelico
00domenica 9 ottobre 2011 12:18
Il nuovo programma di Santoro
sarà visibile anche sul canale 504 di Sky



Il nuovo progetto di Michele Santoro potrà contare anche sulla piattaforma Sky. Come annunciato, il programma che segnerà il nuovo inizio del giornalista dopo le cinque stagioni di Annozero, sarà “multimediale”, perché potrà contare sul supporto di siti internet e di un circuito di tv locali: “Siamo con il carrettino – diceva ieri il conduttore nell’intervista al Fatto Quotidiano – a cercar di vendere la nostra frutta e la nostra verdura su Internet, sulle tv a diffusione regionale, su Sky e potrebbero esserci pressioni governative per limitarci o per impedirci di andare in onda”. Sky, appunto: ora c’è ufficialmente un canale che ne ospiterà le trasmissioni. Il 504, che fa parte dei canali di SkyTg24 dedicati ai grandi eventi.

Intanto si registra la partenza con il botto di serviziopubblico.it, attraverso il quale si possono fare donazioni da 10 euro per sostenere il progetto della nuova tv libera. Il sito è online da ieri pomeriggio e in meno di mezza giornata è stato visitato da 100mila utenti unici.


www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/09/il-nuovo-programma-di-santoro-sara-visibile-anche-sul-canale-504-di-sky...
angelico
00mercoledì 12 ottobre 2011 00:29
210mila euro raccolti: attesa travolgente per ‘Comizi d’amore’
Rizzo Nervo: "La Rai acquisisca i diritti della trasmissione". Freccero: "La stagione televisiva inizierà con il programma di Santoro". Intanto, in tre giorni 250mila contatti unici e 500mila visite per il sito della nuova creatura del conduttore
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 ottobre 201125 commenti

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Più informazioni su: carlo freccero, comizi d'amore, Lorenza Rei, Michele Santoro, nino rizzo nervo, Rai, rodolfo de laurentiis, tv.


Michele Santoro
Sarà pure come dice il direttore di Rai 4 Carlo Freccero che la stagione televisiva comincerà solo con la prima di Comizi d’amore, ma il “caso Santoro” continua a montare. Anche con le telecamere ancora spente, il sito serviziopubblico.it (l’associazione che produrrà il format dell’ex conduttore di Annozero) continua a macinare contatti. Da quando è andato online, sabato 8 ottobre è stato cliccato da 245mila visitatori unici e la raccolta fondi via Internet ha toccato quota 210mila euro.

In attesa del 3 novembre, quando Santoro tornerà in onda su una rete multipiattaforma (digitale terrestre, Internet e Sky), curiosità e consensi verso l’operazione continuano a crescere. L’ultimo endorsment arriva direttamente dal consigliere d’amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo che, in una lettera inviata al direttore generale Lorenza Lei, ha chiesto che la televisione di Stato acquisisca i diritti e trasmetta Comizi d’amore. “Se la Rai non vuole tradire il ruolo di servizio pubblico, se vuole riconquistare credibilità presso tutti coloro che pagano il canone e che si sono visti privati di una trasmissione di successo, raccolga la sfida, acquisisca i diritti e mandi in onda Comizi d’amore“, ha detto il consigliere d’opposizione. La proposta ha subito raccolto il consenso di un altro membro del cda di viale Mazzini, Rodolfo De Laurentiis, in quota Udc, che ha detto che se Santoro serve ad aumentare il pluralismo, allora “ben venga” Comizi d’amore.

Nel frattempo anche dal mondo della politica continuano a giungere adesioni. Oggi hanno sottoscritto l’iniziativa il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola (“Occorre sostenere in ogni modo il giornalista”), il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (“sono sicuro che scasserà!”), il portavoce di Articolo 21 Beppe Giulietti e tutti i 12 senatori dell’Italia dei valori che hanno versato 100 euro come sottoscrizione popolare. “Un segnale chiaro – fanno sapere dall’ufficio stampa del partito di Di Pietro – perché in Rai, a parte qualche sacca di resistenza attiva, stanno escludendo, con le buone o con le cattive, tutte le voci di dissenso agli attuali vertici, emanazione diretta di Berlusconi. Per questo l’iniziativa di Santoro merita un incoraggiamento convinto”.

Una risposta travolgente, come ha detto lo stesso Santoro in un’intervista al sito di Articolo21: “Di sicuro apriremo una crepa molto profonda nel sistema televisivo. Chiediamo a tutti 10 euro, una sorta di piccolo canone che però in questo caso si paga volentieri per vedere in onda il proprio programma preferito”. Un’opinione condivisa da un altro ‘mostro sacro’ della televisione italiana, Carlo Freccero che sottolinea come l’iniziativa di Santoro e la risposta del pubblico pronto ad autotassarsi pur di rivederlo in onda dimostra come nell’immaginario collettivo “l’informazione sia diventata un bene comune, come l’aria e l’acqua”. Il direttore di Rai 4 ha poi in mente un “punto di rottura preciso: c’è una cifra di sottoscrizioni, che non dirò per scaramanzia, raggiunta la quale la Rai non potrà che ri-inglobare Santoro. Pena il suicidio dichiarato”.

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