[Basket donne] Phard Napoli Campione D'Italia

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Beo85
00giovedì 17 maggio 2007 09:44
PHARD NAPOLI - GERMANO ZAMA FAENZA 64 - 52

PHARD NAPOLI: Paterna 7, Cirone 4, Mauriello 9, Giauro, Mirchandani 2, Gentile, Antibe 14, Fabbri n.e., Ndiaye 8, Holland-Corn 20. All. Molino.
GERMANO ZAMA FAENZA: Eric, Franchini 10, Pastore 4, Ramon 2, Ballardini n.e., Casadio 9, Jokic 17, Lolli Ceroni n.e., Graziane, Alexander 10. All. Rossi.
ARBITRI: Canestrelli (Ge) e Di Francesco (Te).
NOTE: parziali 13-10, 32-25, 49-36. Tiri da due: Napoli 17/35, Faenza 17/39. Tiri da tre: Napoli 3/7, Faenza 3/19. Tiri liberi: Napoli 21/29, Faenza 9/14. Rimbalzi: Napoli 27, Faenza 42. Uscite per 5 falli: Eric e Franchini. Spettatori 4.000 circa.

Le azzurre trionfano in gara-4 contro Faenza e dopo 66 anni Napoli torna capitale del basket.
«Campioni d’Italia, campioni d’Italia». È questo interminabile grido degli oltre quattromila del PalaBarbuto che ha coperto il suono dell’ultima sirena: la Phard Napoli batte per 64-52 la Germano Zama Faenza e trionfando per 3-1 nella serie di finale si cuce sulle canotte lo scudetto 2006/2007 festeggiato a centro campo da tutta la squadra, la dirigenza e dai tantissimi supporters azzurri che anche stasera hanno gremito l’impianto di Fuorigrotta. Il parterre d’eccezione applaude, tra cui gli assessori allo sport della Provincia, Maria Falbo, e quello del Comune, Alfredo Ponticelli, cori e sventolii di bandiere scandiscono la felicità di queste straordinarie ragazze che tra le lacrime di una sicera commozione si abbracciano felici: sono loro le campionesse d’Italia, traguardo sofferto e meritatamente strappato dopo 4 intense partite alla miglior rivale della stagione, una Germano Zama che fino all’ultimo ha lottato con tenacia. Cinque anni d’attesa per la società del presidente Pasquale Panza, ben 66 anni per la Napoli del basket emminile: era dal 1941, con l’allora Guf Napoli, che la palla a spicchi partenopea di colore rosa non saliva sul tetto d’Italia. Ma stasera la storia si aggiorna, la Phard iscrive il suo nome nell’albo d’oro nazionale centrando un successo che ha il sapore d’impresa che ci si ferma a gustare dopo uno straordinario cammino, fatto di sudore, sacrificio, determinazione e tanta passione iniziato sette mesi fa, quando l’8 ottobre scorso una squadra del tutto ricostruita dal parquet alla panchina, infilò il suo primo canestro vincente. Tante nuove stelle all’ombra del Vesuvio e nuova guida al comando, per un progetto solido che dalla carta ha saputo subito concretizzare le proprie ambizioni. L’esperienza già tricolore a Taranto di coach Nino Molino, con il valido supporto del suo assistente Massimo Romano, ha saputo plasmare ed in breve tempo coedere un manipolo di giocatrici dall’indiscusse capacità tecniche e dal talento esplosivo. Ed ognuna di loro, quando chiamata in causa, ha risposto sempre presente: il cuore di capitan Imma Gentile, la grinta di Stefania Paterna, l’intelligenza tattica di Mariangela Cirone, l’estro di Paola Mauriello, la lucidità di Sara Giauro, la concretezza della Lidia Mirchandani, la freddezza di Nicole Antibe, l’impegno di Velntina Fabbri, la sostanza di Astou Ndiaye, la classe di Kedra Holland-Corn. Insomma, un gruppo che ha saputo fare del “non mollare mai” la sua ragione, reagendo sempre con tenacia a tutte le avversità incrontrate durante questa lunga ed avvincente avventura. Dalle ceneri della sconfitta nella finale di Coppa Italia proprio con Faenza lo scorso febbraio, alla costanza di mantenere invariata la propria determinazione nel giungere al traguardo più ambito: una finale scudetto in cui riuscire ad imporre per prima la propria legge, poi ad espugnare un “bunker” quale quello romagnolo del PalaBubani in gara-2, fino ad esplodere in festa dinanzi al proprio pubblico, quello di stasera, grande protagonista con il suo calore partenopeo nell’inconfondibile carica agonistica delle azzurre. La gloria, però, le azzurre se la sono dovuta conquistare sul campo con coach Molino che inizia l’ultima sfida con il quintetto che lo ha portato fino a questa magica serata: Cirone in cabina di regia al fianco di Holland-Corn, Mauriello, Antibe e Ndiaye. Rossi, invece, risponde con Eric, Franchini, Ramon, Jokic e Graziane. Pronti via ed è subito Napoli (5-0 dopo 4’), ma quattro punti di fila della Franchini riavvicinano le ospiti. A salire in cattedra, però, è la Mauriello che subisce prima il terzo fallo della Ramon, costretta ad accomodarsi in panchina, e poi piazza la tripla del +6 (10-4). La Germano continua a rimanere in partita solo grazie alla Franchini (8 punti nel primo quarto), con le squadre che arrivano al primo intervallo con Napoli sul +3 (13-10). Antibe sblocca la Phard in avvio del secondo quarto con una magia dela Holland-Corn che poco dopo vale anche il +7 (17-10). Molino, però, è costretto a richiamare in panchina la Mauriello gravata di tre falli, ma Napoli pare amministrare bene con la Corn e la Ndiaye (21-14 a 6’30” del primo intervallo). Una tripla di Casadio riporta ad un solo possesso la Germano, che però viene ricacciato indietro da 5 punti della Paterna e da un bell’appoggio della Mirchandani (28-21 a 3’ dal riposo). Napoli allora sente l’odore del sangue e la Paterna prova ad azzannare Faenza alla giugulare con il canestro del +9, ma la Germano è dura a morire e con quattro punti della Jokic si rifà sotto, prima che l’Antibe a fil di sirena fissi il punteggio sul 32-25 dell’intervallo. Inizia la ripresa ed in campo è ancora battaglia, con le difese che si fanno sempre più aggressive. Il primo canestro, infatti, arriva solo dopo 3’ e porta la firma di Alexander, ma la Ndiaye replica praticamente subito. Antibe prima e Holland-Corn poi riportano per due volte Napoli al +9 (38-29) a 3’30” dall’ultimo intervallo. La Paterna, però, arriva alla quarta penalità, e Faenza ne approfitta per ritorna fino al -5 (40-35). Ma le azzurre spingono ancora e con un gioco da tre punti di una super Mauriello arrivano al massimo vantaggio (+11 sul 46-35 ad 1’30” dalla fine del terzo quarto), ma a far esplodere il PalaBarbuto è una tripla da metà campo allo scadere del quarto della Cirone con Napoli che arriva all’ultimo quarto con il grande vantaggio di poter gestire ben 13 lunghezze di vantaggio (49-36). Gli ultimi 10’ sono un’emozione intensa, difficile da raccontare per chi non era al palazzetto. Sugli spalti ben presto si scatena la torcida, mentre sul parquet il quintetto di Molino vede sempre più da vicino lo striscione del traguardo. I minuti, infatti, scorrono inesorabili mentre il cronometro diventa il più grande alleato delle azzurre. Faenza prova a crederci ma sul -17 a 6’ dalla fine le certezze di Faenza si sgretolano definitivamente. Napoli, infatti, amministra alla grande il finale e dopo 66 anni di attesa l’urlo può finalmente partire: la Phard è campione d’Italia. La festa si scatena con il presidente della Fip, Fausto Maifredi, che può finalmente consegnare il trofeo nelle mani capitano azzurro, Imma Gentile. La storia quindi è riscritta: Napoli è Campione d’Italia.

Sito Ufficiale Phard Napoli


Vittoria meritatissima, dopo il grande blitz in gara 2 [SM=x967832]
Gara 4 è stata dominata dall'inizio alla fine, non c'è mai stata veramente partita [SM=x967833]
E come rosicava ieri una delle avversarie [SM=x967837] [SM=x967718]
Complimentissimi alle ragazze, che finalmente sono riuscite a cogliere un traguardo importantissimo come lo Scudetto, che soddisfazione [SM=x967770]
La Napoli femminile del basket è meritatamente CAMPIONE D'ITALIA [SM=x967832] [SM=x967832] [SM=x967832] [SM=x967799]
Beo85
00giovedì 17 maggio 2007 13:01
Napoli, crescita senza fine

Promossa senza sconfitte in A-1 nel 2003,vincitrice della Fiba Cup nel 2005, la Phard completa la sua ascesa conquistando lo scudetto. E ora obiettivo Eurolega



NAPOLI, 17 maggio 2007 - Una promozione in A-1 senza subire sconfitte, nel 2003, uno scudetto appena quattro anni dopo, con il 3-1 nella serie finale ai danni della Germano Zama Faenza. E’ esponenziale, la crescita della Phard Napoli, giovane società vomerese che già nel 2005 s’era fatta notare per la conquista della Fiba Cup. Il progetto degli ultimi anni era chiaro: crescere, con un occhio alla base. Nel salotto buono del quartiere napoletano, in quella palestra del Collana tanto cara.

IMPIANTI DISASTRATI - Ma in città gli impianti fanno acqua ovunque, e fu proprio un’abbondante acquazzone, nel dicembre 2005, a rendere inagibile l’impianto da mille e passa posti. Crollò un po' tutto, nella struttura. Le istituzioni, come da prassi, rassicurarono il presidente Pasquale Panza, il gran capo del progetto-Napoli. "Pochi mesi e riavrete la vostra casa: nel frattempo, accomodatevi al Palabarbuto", le rassicurazioni dei politici di turno. Naturalmente, non s’è fatto nulla. Il Collana resta tuttora inagibile e così la Phard è rimasta nello scatolone di Fuorigrotta (4000 spettatori nell'ultimo atto), di fronte a quel Palargento che resta uno degli scandali più incredibili degli ultimi dieci anni (è chiuso dal giugno ’98, sventrato e ridotto a mo’ di scavi).

EXPLOIT - E’ stato un tricolore meritato, quello napoletano. In estate, chiara era l’intenzione di puntare al colpo grosso, con gli arrivi di Paterna, Cirone, Ndiaye (mamma di tre gemelli, due femminucce e un maschietto), Antibe (un ritorno), Holland-Corn (migliore giocatrice straniera un anno prima nelle file di La Spezia) e, a stagione in corso, di Mirchandani. Tutte giocatrici di classe che con le collaudate Mauriello, Gentile, Giauro e Fabbri hanno permesso l’exploit, dopo aver chiuso la stagione regolare al secondo posto, dietro Faenza, vittoriosa sulla Phard in coppa Italia. Manca la guida di questa corazzata. Ed è forse il perno più importante, quel Nino Molino che già nel 2003 portò Taranto sul tetto più alto d’Italia: specialista in promozioni al Sud, insomma. Ora, l’obiettivo diventa ancor più grande: portare Napoli a battersi per la conquista dell’Eurolega. Difficile, ma non impossibile.
Mario Canfora

www.gazzetta.it


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