Quel che vorrei consigliare a Spirito, è di non rinunciare al salire anche su quello scalino che ora gli appare tanto ostico.
Si tratta solo di attendere di "automatizzare" un pò di più le cose che ha imparato finora; e questo accade solo "lavorando" tanto in pista durante le serate!
Il ballare in pista, è un po' quello che è il lavoro del sonno: riordinare le informazioni neuronali nei giusti cassetti della memoria, in modo da liberare "le strade" (connessioni) per il traffico del giorno successivo.
Ballando liberamente, oltre che divertirsi, significa "fissare" quanto imparato in modo istintivo, (ap)prendere confidenza con la guida e i segnali, con tutte le possibili "deviazioni" del percorso della dama, e imparare a prevedere come cambiare la propria "traiettoria"/figura in corso d'opera a seconda anche delle altre coppie, ecc.!
Appare evidente (spero!) da quel che scrivo, che il solo seguire corsi su corsi e ballare SEMPRE E SOLO in modo "scolastico", cioè "regolamentato" dalla figura ben realizzata ecc..., NON contribuisca ad una crescita TOTALE del ballerino; ci vuole ANCHE fantasia, estro, imprevedibilità...
perchè così la dama si divertirà insieme a noi, cercando di seguirci (e NON anticipandoci la figura!), impegnandosi, "ascoltando" i nostri comandi, giusti o sbagliati che siano.
E' dalla sua reazione che capiamo quanto siamo "chiari"; ma non nel "73", o nel "44", MA negli spostamenti liberi, "inventati", nei "collegamenti" fra parti di figure, ecc...
E quando entreremo in questo "delirio" privo di regole-figure precise-obblighi, inizieremo a comunicare davvero con lei, a costruire il nostro modo di ballare, il nostro modo di dialogar con la dama, e solo allora avremo "digerito" il fiero pasto di tutte le lezioni ricevute negli anni.
Ok, a quel punto saremo pronti per ripartire con una nuova "pappata pantagruelica" di figure/stili/ecc...