A MILANO MAFIA E ’NDRANGHETA SI COALIZZANO PER GESTIRE IL TRAFFICO DI DROGA

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snaplinx
00mercoledì 14 novembre 2012 13:35

A MILANO MAFIA E ’NDRANGHETA SI COALIZZANO PER GESTIRE IL TRAFFICO DI DROGA

Pubblicato il 8 novembre 2012 da Redazione di Milano

Mafia e ’ndrangheta insieme per gestire l’acquisto e lo smercio di grandi quantità di droga, cocaina in particolare. Via aereo e soprattutto via mare: dalla Colombia e dall’Ecuador fino ai porti di Anversa e Amburgo. Da cui poi la droga veniva smistata in mezza Europa: Belgio, Italia, Germania, Olanda e Austria. Questa è la novità principale che emerge dall’inchiesta della Procura di Milano e dei Ros (Reparto operativo speciale) che in due anni ha portato in carcere 52 tra ’ndranghetisti e mafiosi. Ed ecco che soggetti riconducibili a “cosa nostra” e, in particolare, alla famiglia Fidanzati di Palermo e ad alcune famiglie mafiose di Gela, si accordano e trattano con esponenti della ’ndrangheta, tra cui i Pelle di San Luca, tutti residenti a Milano, dove i trafficanti prendono le decisioni fondamentali.
Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di rapporti funzionali tra esponenti di spicco delle cosche della ’ndrangheta e alcuni rappresentanti di “cosa nostra” in Lombardia, come se fosse una holding. A Milano la ’ndrangheta ha creato un vero e proprio centro direzionale per il traffico di droga. La holding delle mafie ordinava la droga a gruppi criminosi del sud America dove, per il passaggio di consegne era previsto l’invio di un garante degli acquirenti e, di conseguenza, l’arrivo in Italia di un narcotrafficante sudamericano per il recupero dei proventi versati.
Nei due anni di indagini i boss sono stati man mano arrestati, ma questo non ha fermato i traffici perché la reggenza è stata subito consegnata a qualcun altro. E così quando Alessandro Manno finisce in cella sale al vertice, proprio come in una holding che cambia amministratore delegato, Bruno Piazzata, esponente della cosca Strangio di San Luca che dopo il suo arresto è stato sostituito da Rocco Zinghini detto “Ramarro” di Trezzano sul Naviglio. Da intercettazioni gli investigatori vengono a sapere anche di visite americane al figlio e al nipote di Gaetano Badalamenti, a conferma che la mafia milanese non scherza.
Ormai è comprovato che in Lombardia il potere politico borghese ha legami sempre più stretti con la criminalità organizzata, come evidenziato dall’arresto dell’assessore alla casa della giunta fascio-ciellino-leghista del dittatore regionale Formigoni, Domenico Zambetti, uomo completamente nelle mani della ’ndrangheta visto che grazie ai voti comprati alle ’ndrine è stato eletto al Consiglio regionale e ulteriormente rimarcato dalle ultime indagini su EXPO 2015.
La verità infatti è che nel capitalismo e col regime neofascista la mafia vive nel suo humus perché favorita dalla controriforma dell’ordinamento giudiziario, dalle leggi sulla depenalizzazione del falso in bilancio, dallo scudo fiscale, dai condoni, dalla precarizzazione del lavoro, dalle leggi sull’immigrazione e da quelle neofasciste sulle tossicodipendenze, dalle privatizzazioni dei servizi, dalle leggi sulla forma federale dello Stato e sul federalismo fiscale e, sul piano sociale, dal consistente immiserimento e avvilimento delle condizioni di vita delle masse popolari che diventano terreno ideale per l’assoldamento della manovalanza delle mafie.
Per sconfiggere le mafie bisogna capire dov’è la testa contro cui indirizzare i nostri colpi principali. La loro testa si trova nell’alta finanza, nei circoli dell’industria, dell’agricoltura, del terziario e nelle istituzioni. Cioè dentro la classe dominante borghese, lo Stato borghese e l’economia capitalistica. Occorre quindi essere coscienti che le mafie non sono un corpo estraneo allo Stato e all’economia borghesi e perciò esse potranno essere estirpate completamente e definitivamente solo abbattendo il capitalismo e lo Stato borghese per instaurare la dittatura del proletariato e l’economia socialista.

http://www.pmlilombardia.altervista.org/a-milano-mafia-e-%E2%80%99ndrangheta-si-coalizzano-per-gestire-il-traffico-di-droga/

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