La Favola di *CHIARO_DI_LUNA*
"Quando il primo bambino rise, la sua risata si infranse in mille e mille piccoli pezzi, che si dispersero scintillando per tutto il mondo.
Così nacquero le fate"
(DA “PETER PAN” DI JAMES M. BARRIE)
Parla Chiaro di Luna:
“In terre antiche, aride ma fredde, in un luogo non più riconosciuto, popolavano amichevolmente fate, gnomi e folletti.
Ed è proprio in codesto luogo che lady Stella Polare, fata dell’aria dallo sguardo di ghiaccio e ser Exal, folletto dalle orecchiuzze a punta e dalle mani abili, si giurarono amore e fedeltà eterna.
Il luogo era talmente stimolante che sovente organizzavano feste. Durante una di queste, denominata come la Festa della Luna, i due innamorati, mossi dal loro intenso affetto, decisero di concepirmi: l’unione e l’amore dei due era talmente grande che…sotto un raggio di luna nacqui io.
Come già si sa, ogni fata concepisce una fata, quindi, con grande gioia, decisero di mettermi al mondo dandomi il nome in onore della Luna e della sua festa.
Subito mi insegnarono a portare amore e serenità ovunque volassi, poi, divenuta grandicella, mi mostrarono la realtà delle cose.
In quel luogo, ritenuto fuori dal mondo ove nessuno vi metteva mai piede, stavano accadendo strani fatti: le temperature cambiavano ed i più anziani iniziavano a manifestare strani sintomi di malattie mai viste prima. I rimedi antichi appartenenti a quel popolo, non servivano a molto e pian piano anche le creature sane iniziavano ad ammalarsi.
Fu allora, che il Consiglio degli Anziani e dei Saggi convocò i giovani gnomi, folletti e fate tra cui io. Ci dissero che era meglio per noi volare o viaggiare verso terre lontane e più sane ove poter vivere serenamente insegnando agli altri un po’ delle nostre tradizioni.
Così, dopo aver salutato la mia famiglia, presi le mie poche cose ed iniziai la mia avventura. Dopo tanto viaggiare, intravidi la nostra meravigliosa Isola avvolta dalle nebbie e…incuriosita, vi poggiai piede.
Qui mi sono trovata benissimo… Forse il mio antico popolo non esiste più, ed io non ricordo la strada per raggiungerlo, ma una cosa è certa: il mio popolo ora è qui, tra le mie sorelle Fate e le mie consorelle della congrega... la mia dolce metà e il mio lupacchiotto!
Non so cos’altro posso desiderare ancora.”
Quanto tempo è trascorso..?
Oh, difficile calcolare quanta sabbia sia scivolata tra le due metà della clessidra che calcola il nostro tempo… Molte le fate conosciute, molte le amicizie strette e molte quelle lasciate andare.. là, sulle ali del vento, laddove l’aria sol regnava sovrana.
Un amore, una figlia, uno o più lavori…
“Ho conosciuto lady Deoris ed altre sorelle che al tempo popolavano queste terre…”
Difficile riuscire a comprendere chi c’è ancora e chi, invece, è volato altrove…
“Sono stata Musa della Danza e sua Ispiratrice… so suonare l’Arpa, so intrattenere gli avventori nella Locanda… quello il mio ruolo principale, quando diventai Oste Capo…”
Molti gli avvenimenti che la portarono altrove, difficile seguir quella via quando le Nebbie avvolsero tutto… come trovare la strada di casa?
“Fui Araldo del popolo delle Fate, ne fui persino Consigliera e Signora degli Elementi… ma lasciai, quando mi resi conto di non poter più dedicare l’attenzione a tutte quelle cose… Mia figlia divenne una priorità… non so dov’Ella volò poi, divenuta grandicella”
Viene il tempo per tutte le madri, ormai, di lasciar volare le proprie figlie fuori dal nido… fuori dalla dimora che per tempo le ha protette, amate, consolate…
“E mentre Lei vive la sua vita, io faccio ritorno a casa… Non so cosa mi attenderà il domani, ma vado fiera di quanto ho vissuto fino a ieri”.