[1] Scenario: La colonia

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pkrcel
00venerdì 5 luglio 2002 15:51
Giusto
"Quello che arebb emeglio non nominre, almeno per ora" dice Giusto con un fil di voce avvicinandosi in modo da ppoter essere sentito dai soli due soldati.

sempre con un fil di voce, rivolto ad Aracus:
"Voi dovete essere colui che ha GIA' incontrato l'avanguardia dei nostri nemici...."

Gornova
00domenica 22 settembre 2002 09:54

"Voi dovete essere colui che ha GIA' incontrato l'avanguardia dei nostri nemici....",
dice Giusto rivolto a Falco.
Le parole di Giusto, anche se pronunciate a bassa voce, risuonano come due eserciti in lotta, nella stanza dove siete: sembra che essa sia sempre più stretta, mentre passano alcuni istanti, interminabili istanti, in cui lo sguardo di Aracus e di Falco si incontrano, e Falco, inconsciamente, stringe la mano sull'elsa della sua spada, la EX-LVCE.
Il governatore di Cartagine ha uno sguardo completamente diverso da prima, dopo che é entrato nella stanza Giusto Sembra
essere molto più sollevato.
I servitori si guardano tra di loro, e senza un preciso ordine di nessuno, escono, assiemea i due uomini che hanno
accompagnato Giusto nella stanza.
Mentre chiudono la porta dietro di loro, un rivolo di aria riesce ad entrare nella stanza, e muove leggermente le tende che il governatore aveva precedentemente chiuso in tutta fretta.

Ora siete soli: Marco Bellero, Giusto, Aracus, Falco e il governatore di Cartagine.

[Forza ragazzi! Si ricomincia!]
lark
00lunedì 23 settembre 2002 08:11
FALCO


Alle parole di Giusto mi torna alla mente il ricordo di quell'orribile creatura.
"Quella massa informe di vermi striscianti si volta verso di me e con un sibilo carico d'odio mi si lancia contro..."
Ormai da tempo questa immagine perseguita i miei sogni e ogni volta mi sveglio sudato e in preda a fremiti.
La mia mano va involontariamente a sfiorare la ciocca di capelli bianchi, tacito testimone di quell'incontro che ha cambiato la mia vita.
Io, Falco, uno dei centuri più rispettati della grande Roma, sono rimasto bloccato innanzi a quell'essere.
Me ne vergogno, ma ripensandoci ancora mi assale quell'ondata di panico. Mi domando se riuscirò a reagire la prossima volta... Perchè sono sicuro che ci sarà.

La mia mano dai capelli è passata all'impugnatura di Ex-Lvce. Il freddo contatto con il metallo mi riporta alla realtà, strappandomi ai miei pensieri.

Guardo con aria interrogativa Giusto all'improvvisa uscita degli uomini.
"Credo che tenerci nascosta la verità sia inutile.
Invero, ho affrontato quelle creature e questa ciocca bianca ne è la prova..."

Mi volto verso Aracus, un'occhiata breve ma carica di intesa verso il mio fedele sottoposto.
Ho dovuto tacere i suoi meriti, mentire su come si svolsero le cose quella volta. Il mio sguardo cade sulla lama magica, chiedendomi se sono degno di cingerla al fianco.

Infine il mio sguardo cade nuovamente su Giusto. Quell'uomo ispira fiducia e sicurezza. Sento crescere in me una nuova determinazione.
Mi domando chi sia in realtà l'uomo che è tenuto così in stima dal Procuratore... Ma sono sicuro che le risposte ai miei interrogativi non tarderanno a venire...

[Modificato da lark 23/09/2002 10:02]

pkrcel
00lunedì 23 settembre 2002 10:17
Giusto
"Non intendo nascondere nulla, nessuna verità, nessun orrore"

Giusto continua con la voce bassa, udibile solo dai suoi interlocutori, o forse anche da qcun altro.....

"Ad ogni modo, io stesso posso dire di aver provato qualcosa di simile alla vostra esprienza o nobile centutione, e vi esorto a NON dimenticare, ma a riflettere, se ben ho capito qui a Cartagine un'ombra si sta per abbattere, e se me lo concedete, sarei infinitamente grato se voleste il mio aiuto"

lark
00lunedì 23 settembre 2002 10:48
FALCO

Il discorso sta prendendo una piega interessante, penso tra me. A quanto pare non siamo gli unici ad aver incontrato quegli esseri ed essere ancora qui per poterlo raccontare...

"Invero sì, siamo stati inviati qui con il compito di proteggere questa gente e risolvere il problema.
Anche se la mia centuria è numerosa e ben addestrata, qualunque aiuto contro simili creature è ben accetto...", dico porgendogli la mano in segno di accordo.

Osservo il Procuratore, che finora si è tenuto in disparte e poi la mia attenzione cade sulla lama di Ex-Lvce, come per assicurarmi che non ci siano "quelle" creature in giro...
pkrcel
00lunedì 23 settembre 2002 11:46
Giusto
"Mi rendete grande onore centurio Falco"

Dicendo questo, Giusto sigla il suo accordo strigendo la mano al centurione...

[Modificato da Gornova 25/09/2002 17:18]

Badrel
00martedì 24 settembre 2002 11:12
Alle parole di Giusto mi perdo nei ricordi, il "volto" di quell' orribile creature è impresso a fuoco nelle mia mente e mai potrò scordarlo. Quando torno alla realtà mi sembra che sia passata un'eternità da quando Giusto ha pronunciato quelle parole, e vedo Falco che mi guarda. Uno strana sensazione si impossessa di me, finalmente ho capito che il destino di tutta Roma dipende da noi, e in mezzo a tutti questi interrogativi, incertezze, verità velate, solo di una cosa sono sicuro: combatterò e combatterò fino alla morte pur di sconfiggere il male che vuole distruggere Roma!
Gornova
00mercoledì 25 settembre 2002 16:57
Il governatore di Cartagine, fino a questo punto in disparte, sente su di se lo sguardo pensate di Falco, e non reggendolo più, distoglie lo sguardo, e le sue parole, prima stentate e poi via via più precise, come un fiume in piena, vi travolgono, e vi spiegano, infine che cosa é successo qui:
"Giusto, centurio Falco, pretoriano Marco, soldato Aracus, é il momento che io dica... qu..quello che é successo qui.. nell..nelle ultime settimane...
La provincia che governa Cartagine é molto ricca, nonostante sia completamente desertica ai vostri occhi: molti villaggi la rendono viva, e molte carovane, sia verso il mare, sia verso oriente che occidente, la attraversano.
Due settimane fa, però, una di queste carovane é scomparsa, nelle vicinanze di un villaggio il cui nome lo voglio dimenticare e non riesco a pronunciarlo. Ho quindi ordinato alla centuria qui a Cartagine di mandare alcuni soldati per trovare delle risposte: dovete sapere che questi fatti non sono frequenti anche se non impossibili.. infatti molti predoni uccidono i carovanieri e rubano le loro merci.
Questi soldati, una dozzina in tutto, non sono più tornati: preoccupato, mi sono recato personalmente, assieme al centurione Massimo e la sua centuria verso quel villaggio.
Dopo due giorni di viaggio prima sulla riva del Mediterraneo, e poi spingendoci verso le alte montagne che si vedono da qui, abbiamo raggiunto la nostra meta, e abbiamo perso anche noi stessi"
Il governatore si ferma, si guarda attorno, e improvvisamente, si rannicchia in posizione fetale, e mentre vi parla, inizia a singhiozzare:
"Noi.. non eravamo preparati ad una simile disgrazia: il villaggio, bruciato, distrutto, era solo un'ombra di una piccola e ridente cittadina. I corpi dei morti, erano la chiara traccia che nessun essere umano poteva fare quello che era stato fatto...
Poi, qualcosa di nero, alto nel cielo precipitò su di noi, e in breve, riuscì a distruggere l'intera centuria...
Massimo... il centurione Massimo, cercò di difendermi, ma invano.. non ricordo altro, se non che sono stato trovato da alcuni carovanieri nel deserto, e dopo essere stato condotto a Cartagine, una settimana dopo, loro.. ho iniziato a sentire la loro presenza...qui, adesso, a Cartagine..
Voi dovete aiutarci.. é per questo che ho chiesto aiuto all'imperatore Augusto.. ma lui, ritenendomi pazzo, ha mandato solamente una centuria, invece dell'intero esercito romano, come se potesse servire a qualcosa.."
Le ultime parole del governatore sono un debole sibilio, e vi accorgete che siete rimasti completamente rapiti dal suo racconto, quasi ipnotico, tanto che, quando nella stanza cala il silenzio, sentite solamente il battito del vostro cuore.

[Modificato da Gornova 25/09/2002 17:58]

lark
00mercoledì 25 settembre 2002 17:21
FALCO

Rapito dal discorso del Governatore non mi ero accorto dell'opprimente silenzio che è calato nella stanza.

Guardo con compassione l'uomo rannicchiato a terra, quello che un tempo era un grande uomo, il Governatore di Cartagine, e che ora è soltanto l'ombra stinta di sè stesso.
Poi mi avvicino e mi inginocchio al suo fianco.
"Governatore, so quello che sta provando in questo momento perchè l'ho provato anche io...
Sento ancora quel terrore che mi attanaglia il cuore, i cui artigli lacerano completamente ogni barlume di intelletto.
Ebbene sì, anche io, uno dei più stimati centurioni della grande e potente Roma ho provato paura al cospetto di quelle creature.
Ma non c'è nulla di male ad averne paura, anzi mi stupirei non ne avessimo. Ma bisogna reagire, accettare la realtà che quegli abomini esistono realmente nel nostro mondo e non sono soltanto incubi usciti dalli nostri più oscuri sogni...", gli sussurro porgendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi e accomodarsi su di un comodo giaciglio.

Quindi mi ergo in tutta la mia altezza di fronte a lui e sfodero la lama, Ex-Lvce.
"Non dovete temere Governatore, se qualcosa si può fare contro questa oscura minaccia, beh, l'imperatore ha fatto la scelta più saggia inviandoci qui a Cartagine.
Dovete sapere che questa lama è la fantastica Ex-Lvce ed è in grado di sconfiggere quegli esseri.
Grazie a lei riporteremo la pace in queste terre... E che gli dei siano con noi."

Così dicendo passo la lama davanti agli occhi increduli del Governatore con fare ipnotico prima di riporla nel fodero.
Dopo di che mi volto verso gli altri presenti cercando di immaginare i loro pensieri...
Linketto
00mercoledì 25 settembre 2002 17:55
Marco Bellero
Il pretoriano osserva con attenzione cio' che avviene intorno, non e' ancora del tutto convinto dell'esistenza di questi esseri malvagi, ma se veramente esistono.. la sua missione viene prima di tutto.. solleva uno sguardo pensieroso posandolo sulla lucente lama di Falco.. la osserva e nel suo inconscio la brama.. sembra essere qualcosa di magnifico davanti ai suoi occhi.. in quegli ultimi momenti la sua posizione non e' impeccabile come al solito se ne rende conto e subito si riporta su una posizione di attenti << Io Marco Bellero, Pretoriano D'Augusto, sono stato mandato personalmente dall'imperatore per fare luce su questi eventi, sono pronto e preparato ad annientare ogni atto di malvagita... >>
pkrcel
00mercoledì 25 settembre 2002 23:47
Giusto
Giusto s'avvicina al centurione Falco, e come stregato dalla lama ch'elgi brandisce, tende una mano, inconsciamente.

Lo sguardo del centurione lo riporta alla realtà e subito ritira la mano, ma non smette di esser emeravilgiato per l apresenza di una siffatta lama, il cui nome non è sicuro di aver già sentito ma...

Con un filo di voce raduna tutti gli astanti lasciano al suo posto il governatore, in disparte e dormai perso nei terribili ricordi....cercando di non fargli sentire:
"Mio Centurione, vogliate prestarmi un attimo attenzione assieme al vostro soldato, ed anche voi Pretoriano, ascoltate: il male che incombe è subdolo e potente più di quantpo siate disposti ad immaginare, io non ho idea di cosa si possa celare di tanto spaventoso da eliminare una intera centuria in poco, pochissimo tempo, e tanto infido da lasciare in vita un uomo affinchè ciò potesse essere raccontato. Per questo ritengo più prudente continuare la conversazione in privato tra di noi..."

...una breve pausa e poi con voce più alta:
"Bene Governatore, il vostro umile servitore si congeda, e vi promette tutto il sostegno e la comprensione che gli è possibile, onore a Roma e all'Impero!"

poi rivolto agli altri ospiti:
"Centurione, Pretoriano, vogliate essere miei graditissimi ospiti questa sera nei miei alloggi di Cartagine, per cenare e discorrere sul da farsi, sarò lieto di offrirvi quanto di meglio ho a disposizione in queste terre tormentate, fintanto che mi è concesso.."

Con un lieve inchino aggiunge: "Il mio servitore Tousil rimarrà qui fuori ad attendere le vostre risposte , ed a condurvi presso la mia residenza qualora accettiate l'invito"

Giusto saluta ancora una volta e si congeda, uscendo dalla stanza...
lark
00giovedì 26 settembre 2002 08:30
FALCO

Saluto con un cenno del capo Giusto mentre si allontana dalla stanza.

Quindi mi volto verso Aracus e mi avvicino, appoggiandogli una mano sulla spalla.
"Mio fedele amico, credo ci si possa fidare di quell'uomo. Stasera saremo suoi ospiti, raduna alcuni uomini di cui ti fidi affinchè ci accompagnino fino alla sua dimora..."

Mi rivolgo poi al Pretoriano.
"Pretoriano Marco, la sua presenza sarebbe gradita. Se volesse seguirci..."

Così dicendo mi avvio verso l'uscita con Aracus. Qui mi fermo, voltandomi verso il Governatore, e dopo aver effettuato un impeccabile saluto esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle.

Uscendo mi avvicino ad una guardia.
"Il Governatore ha bisogno di essere riaccompagnato ai suoi alloggi. Chiama qualcuno affinchè provveda ai suoi bisogni..."
Guardo l'uomo allontanarsi silenziosamente e riprendo a camminare verso l'uscita.

Scorgo Tousil, il servitore di Giusto. Mi fermo un attimo ad osservarne i lineamenti, quindi mi avvicino.
"Riferisci al tuo padrone che questa sera avremo il grande onore di essere suoi ospiti".
Lo congedo con un cenno del capo e riprendo il cammino.

Lungo il tragitto mi guardo attorno, ammirando l'architettura dei locali e le decorazioni sul soffitto.
Una cosa mi inquieta. Prima, quando ho mostrato Ex-Lvce, ho scorto negli occhi degli altri una strana bramosia, una sorta di oscura luce brillare. Sarà stata soltanto la mia immaginazione o forse la stanchezza, penso tra me e me, ma non riesco a togliermi dalla testa questa inquietante sensazione.
I miei occhi cadono sull'elsa di Ex-Lvce che, sempre al mio fianco, mi da una sensazione di sicurezza.

Così, immerso nei miei pensieri, mi avvio verso i miei alloggiamenti... Ho alcune cose su cui riflettere e ho bisogno di un po' di riposo dopo il viaggio.

[Modificato da lark 26/09/2002 09:37]

Linketto
00giovedì 26 settembre 2002 18:38
Marco Bellero
Marco e' l'ultima persona ad uscire dalla stanza, saluta con ogni dovere il governatore ed esce..
fuori dalla stanza il servo di Giusto attente una risposta... gli si avvicina e con voce calma << Saro' ospite del vostro padrone questa sera, volgiate avvisarlo per me >> chiude la discussione dopo che il servo accenna ad un si con la testa.. passa pero' il pomerigio, lavandosi e riposandosi, lucida la spada e l'armatura... aspettando l'orario giusto per presentarsi all'appuntamento
pkrcel
00venerdì 27 settembre 2002 08:03
Giusto
Preoccupato, Giusto si dirige verso i suoi alloggi, intento a cercare tra le poche cose portate a Cartagine, degli indizi o informazioni utili, un qualsiasi stramaldettissimo cenno a cosa può esserci in gioco in qusta strana storia.

Un pasto frugale e poi, dopo un po' di tempo su alcuni suoi libri, e forse Giusto comincia a capire.....
[nota per il custode, tu sai di cosa sto parlando]

...capire che è la questione è molto delicata, e molto pericolosa.

<[devo assolutamente coinvolgere anche il nobile Massimo in questa faccenda, le sue capacità e la sua conoscenza ci sarebbero d'aiuto...allora...non è un caso ch'io l'abbia visto a Cartagine! ...anche lui forse ha saputo ed è venuto qui di sua sponte...devo sbrigarmi]>

Giusto si rivolge alla sua guardia del corpo, dicendogli:
"Presto, manda qualcuno dal nobile Gaio Valerio Massimo, mio amico di vecchia data, riferendo il seguente messaggio in mia vece: Questa sera avrò ospiti a cena un pretoriano dell'imperatore, tale Marco Bellero ed il centurione Falco, a capo della centuria appena sbarcata; le questioni che tratteremo saranno di grande interesse anche per te, o almeno questo è il mio pensiero, ti aspetto volentieri per cena, ma sarei lieto se ti presentassi più presto, possibilmente nel tardo posar del sole, in modo c'io possa introdurti un poco nella questione.

Detto questo Giusto congeda il servitore e ferma il suo guardo sul libro.....ed i pensieri si fanno confusi e sempre più scuri....
Badrel
00venerdì 27 settembre 2002 19:44
Aracus
Rispondo con un cenno alla richiesta di Falco, ma è più un riflesso condizionato che un atto volontario; vedere il Governatore in quelle condizioni è stato tremendo, sembrava un bambino di tre anni appena svegliatosi da un incubo...
Con ancora questi pensieri in testa, esco con Falco dalla stanza e prima di recarmi ai miei alloggi, vado ad avvisare dell'uscita serale 4 uomini, così come mi è stato ordinato.
Espletato il mio compito vado in stanza e per rilassarmi un poco decido di fare un bagno. Entrato nella vasca, tra il tepore dell'acqua e la stanchezza per il lungo viaggio, mi assopisco. Al risveglio ho un confuso ricordo di quello che ho sognato, ma pian piano il ricordo si fa sempre più chiaro: nel sogno sono ancora piccolo, non so cosa stessi facendo, penso giocando, fatto sta che cado rovinosamente atterra; incomincio a strillare e subito accore mio fratello, che come sempre mi consola... Il sogno svanisce qui, ma la faccia di mio fratello non scompare dalla mia testa: "Ator, dove sei??" bisbiglio quasi impercettibilmente. Erano anni che non sognavo più mio fratello, sebbene il suo ricordo sia sempre vivo nel mio cuore, la vita militare mi ha aiutato a distrarmi e a concentrarmi sui miei compiti. Ancora stupito da questa recrudescenza del passato, esco dalla vasca e dopo essermi asciugato e vestito vado alla finestra: il sole è già molto basso, devo avere dormito parecchio! Prendo la cintura e metto la spada nel fodero, "con quel che succede in giro è meglio andare sul sicuro" penso, e poi esco dalla stanza. Mi dirigo alle camerate dei soldati e fuori dalla porta sono già pronti gli uomini prescelti, a questo punto vado alla camera di Falco e busso...

[Modificato da Badrel 29/09/2002 15:02]

Gornova
00sabato 28 settembre 2002 10:45
Falco e Aracus

Aracus bussa alla stanza di Falco e dopo alcuni istanti, come impone l'ordine militare, entri nella stessa.
Falco si sta preparando per la serata, quando gli occhi di Aracus cadono, senza nemmeno volerlo su un oggetto: la EX-LVCE.
La spada é appoggiata sul letto e la sua lama é leggermente al di fuori del fodero, tanto che Aracus riesce a specchiarsi nella stessa, perfettamente lucida.
Ma é ben altro che attrae l'attenzione di Aracus: é un piccolo bagliore che appare sulla lama e, lentamente si fa via via più forte, tanto che, nel buio della sera, illumina la stanza di più della candela appoggiata sul tavolo.
Falco, appena ha finito di mettersi l'armatura, vede Aracus che guarda la EX-LVCE e tutti e due capiscono, in un attimo, che cosa vuol dire...

PERICOLO
come quel giorno nel senato.
Aracus e Falco si guardano attorno, e in un angolo, vedono distintamente il riflesso di una lama...

Marco Bellero

Marco ha deciso, visto che i loro alloggi sono di strada, di passare per le stanze di Falco e Aracus, per andare assieme all'appuntamento, quando il medaglione che ha al collo comincia a vibrare.
Marco é a pochi metri dalle stanze del centurio Falco, quando sente distintamente il rumore di una spada che si infrange su un'altra...

Giusto e Gaio Valerio Massimo

Gaio Valerio Massimo, in perfetto orario, giunge alla casa di Giusto a Cartagine, non molto distante dal mare.
La luna é alta dal cielo, e una fresca brezza proviene, stranamente dal mare davanti alla città: le stelle, come sempre alte e impassibili danno una sensazione di freddo intenso nelle ossa, non più così giovani di Gaio.
I servitori di Giusto, che stanno ancora preparando la tavola per la cena, accolgono Gaio nella stanza, e pochi istanti dopo, arriva anche Giusto che lo accoglie con un sorriso:
"Benvenuto nella mia casa..."

AR ADUNAKHOR
00sabato 28 settembre 2002 13:54
Caio
Alzo lievemente la mano in segno di saluto, con quella mollezza delle persone agiate, ma con la prontezza di chi ha assaggiato la sferza dei superiori.

"Salute a te nobile Giusto.."

[Modificato da Gornova 28/09/2002 15:21]

Linketto
00sabato 28 settembre 2002 20:16
Marco Bellero
Il Rumore di spade che s'infrangono l'una contro l'altra e' qualcosa che Marco nella sua carriera ha udito infinite volte... il medaglione vibra, non vuole guardarlo, ha paura di guardare quell'oggetto e di perdersi nelle sue spire.. non ha lo scudo con se pultroppo non si aspettava una battaglia, e questo e' disdicevole per un soldato.. ma il pugnale nella fodera sinistra e la spada a destra sembrano essere risorse sufficenti, e la sua armatura e' luccicante anche al flebile bagliore della luna.. ben presto la sua spada e' ben salda in mano e lui si precipita verso la casa, ha bene in mente le parole di quell'uomo..
pkrcel
00domenica 29 settembre 2002 11:28
Giusto
"Saluti Massimo, vecchio amico.
Devi perdonare la mia fretta nel farti recapitare il messaggio, e la mia scortesia, ma l'argomento è da trattare con delicatezza ed il tempo può essere tiranno a volte...volevo informarti prima dell'arivo degl iillustri ospiti"

nel dire ciò, Giusto accoglie Gaio Valerio Massimo col massimo rispetto, lo fa accomodare nella sala su di un lettino e glli fa portare qualcosa da bere.

Poi, non appena Gaio è accomodato, Giusto fa sparire i servitori dalla stanza, intimando di lasciarli soli fincheè non avesse chiamato. Volge lo sguarod veros Caio e gli si siede innanzi, con voce sommessa gli parla:
"Devi sapere che sono a Cartagine non per condurre degli affari come probabilmente ti è noto, ma perchè volevo sapere qcosa di più dettagliato sugli strani fatti che si vocifera essere accaduti in queste terre, per sentir proferire parola da una persona in essi coinvolta, il governatore!
Il centurione Falco e la sua centuria sono sbarcati oggi, e sono agli ordini diretti dell'imperaotre, che li ha incaricati di indagare sui succidati fatti, ed assieme a loro è arrivato un pretoriano di nome Marco Bellero..."

Giusto abbassa anncora di più la voce:
"I nemici con cui avremmo a che fare sono tanto forti da spazzare via una intera centuria , senza lasciarne traccia e tanto subdoli da lasciar ein vita una sola persona, affichè possa raccontare in giro ciò che ha vissuto...patendo delle pene al cui confronto la morte non può che essere un sollievo.
Al solo ricordare la reazione del governatore una profonda angoscia mi assale, Gaio sei fortunato a non averlo visto con i tuoi occhi amico mio!"

Una pausa carica di tensione, e poi Giusto riprende:
"Sai, ho ragione di credere che un grande male si stia per manifestare, e ...Giove mi perdoni... sotto forma di una entità forse sconosciuta anche agli dei stessi!
Ho paura che toccherà a noi impedire che ciò accada e per questo motivo ho bisogno di persone fidate. Non appena ti ho visto a Cartagine ho subito pensato a te, la tua esperienza può essere di grande aiuto, nonchè la tua fermezza, spero che vorrai aiutarmi, in fondo al cuore spero vivamente che tu sia disposto a darmi una mano".

Diceno questo Giusto finisce finalmente di parlare, e trae un profondo sospiro...per qualche secondo fissa il volto un po' sorpreso di Gaio, spernaod ch'elgi si dimostri il grand euomo che ha sempre saputo essere.


Badrel
00domenica 29 settembre 2002 14:05
Aracus
Istintivamente sfodero la spada e mi metto in guardia, cercando di vedere chi si cela nell'ombra ben preparato ad imbattermi in un'altra orribile creatura!

[Modificato da Badrel 29/09/2002 15:05]

AR ADUNAKHOR
00domenica 29 settembre 2002 14:54
Caio
"Non credo di averti mai visto tanto turbato, mio caro Giusto, come veterano percepisco che la tua non è paura di qualcosa di cui tu ben conosci potenzialità e forza, ma come se fosse paura di qualche forza misterica che gli dei stessi forse faticano a comprendere..."

Mi sistemo meglio e aggiungo:

"E pur tuttavia mi devi esporre meglio la questione, poichè, benchè io sia disposto apertamente ad aiutarti, mi occorre sapere approfonditamente di cosa si tratta per stimare le modalità e la quantità del mio soccorso, e innanzitutto se sono in grado di aiutarti."

Il mio volto rimane impassibile anche se dal mio tono traspare benevolenza e bendisposizione.
lark
00lunedì 30 settembre 2002 07:41
FALCO

Ho appena finito di indossare l'armatura quando vedo l'espressione di Aracus mutare e la sua mano correre rapidamente all'elsa della spada.
Senza nemmeno pensarci corro al letto ed estraggo Ex-Lvce dal fodero, mentre Aracus copre la mia manovra.

Subito dopo sento le mie dita stringersi sull'impugnatura dell'arma e il bagliore bluastro risplendere nella stanza.
Una fredda consapevolezza si impossessa di me, la consapevolezza di non essere soli nella stanza e che un'altra di quelle orribili creature si celi nell'ombra pronta a colpire, ad ucciderci...

Mi ritorna alla mente il terrore provato in occasione del nostro primo incontro con questi esseri, ricordo ciò che ho provato e ciò che tutt'ora mi perseguita nei sogni...
Un rivolo di sudore freddo mi scende lungo la tempia e la mia mano stringe ancora più stretta l'elsa della magica lama.

Tutto succede in un attimo. Allucinazione causata dal panico? La luce blu sembra ricoprirmi, avvolgermi silenziosamente... Sento un nuovo coraggio crescere in me, una nuova determinazione dentro. La consapevolezza di essere in grado di resistere a quel mostro, di poterlo combattere.
I ricordi tornano alle sale del Senato, a Roma. Rivedo Aracus brandire Ex-Lvce contro quell'orrore uscito dalla distorta fantasia del più folle dei pazzi... Mi rivedo, piegato e tremante, ai suoi piedi, come un bambino...
No. Questa volta non succederà la stessa cosa...

La voce di Aracus mi riporta alla realtà. Ex-Lvce in pugno, mi volto ad affrontare l'essere.
Punto la lama verso l'oscurità dove la creatura si nasconde, tentando di illuminarla. La mia mano esita un attimo, temendo di scoprire l'orrore che le tenebre nascondono alla vista, ma poi esegue la mia volontà.
"Mostrati demone, non ti temo!", gli intimo, cercando di tenere un tono di voce il più sicuro possibile.
pkrcel
00lunedì 30 settembre 2002 08:00
Giusto
Giusto, sollevato ma un po' sorpreso, trae un respiro profondo, quasi non fosse sufficiente l'aria nella sala, che è pur grande...

Dopo una pausa, non più carica di tensione come in precedenza Giusto si decide a rivolgersi all'amico:
"Ebbene Gaio, solo un avviso mi sia consentito darti prima di continuare: il male si nasconde spesso dove più siamo abituati a vedere cose buone e degne di rispetto e fiducia, presta molta attenzione a proferire parola di ciò che ti ho detto e ti dirò con chiunque..."

Uno sguardo d'intesa e poi Giusto continua:
"Ciò che segue è tutto ciò che posso dirti, amico mio, il resto mi è oscuro e nulla va detto prima di avere delle certezze o quantomeno una vaga idea...."

"Il caso di carovane scomparse sempre più frequente ha convinto il Governatore a spedire dodici soldati ad indagare nei pressi di un certo villaggio, il cui nome non mi è stato rivelato poichè il governatore ha asserito di volerlo dimenicare.
I soldati non sono mai più tornati, sicchè il Governatore e la centuria del centurione Massimo si sono messi in viaggio per indagare ulteriormente.
Ciò che hanno trovato è il villaggio distrutto, devastato e poi i corpi dei morti ed i segni su quei corpi, di ciò che evidentemente non poteva essere opera di esseri umani.
D'un tratto una minaccia dal cielo improvisa e feroce ha distrutto la centuria di Massimo, non lasciandone più traccia.
Il Governatore è stato trovato da dei carovanieri e riportato a Cartagine, ma ora è solo l'ombra dell'uomo che fu, e sebbene io ritenga ch'egli sia diventato pazzo senza ombra di dubbio... ...ecco credo a ciò che ha detto e credo che la minaccia sia grande.
Non ritenermi pazzo Gaio, anche se ciò che ti dico può fartelo pensare..."

AR ADUNAKHOR
00lunedì 30 settembre 2002 15:02
CAIO
Sorrido a Giusto.

"Amico mio, nel corso sella mia vita ho visto le rose più profumate trasformarsi in serpi velenose...niente più mi spaventa e credo che tu ti sia fatto impressionare dal racconto del governatore ormai impazzito!"

Poi gli faccio uno sguardo d'intesa, comunque non preoccuparti, le confidenze di un amico le tengo solo per me."
pkrcel
00lunedì 30 settembre 2002 16:18
Giusto
"Gaio, sapevo che sarebbe stato difficile comprendermi, ma spero che questa sera, dopo aver parlato con il centurione Falco in persona tu possa anche solo un pochino sospettare che tali eventi possano appartenere alla realtà dei nostri tempi"

"Ad ogni modo, sono contento che tu m'abbia ascoltato...
...ed è quasi ora di allestire la cena ormai!
Ti prego accomodati alla mia tavola, gli altri ospiti dovrebbero essere qui entro breve, ed io devo accoglierli come si conviene.
Se desideri qualcosa di particolare non ha che da chiederlo ai miei servitori, essi soddisferanon le tue richiste prontamente."

Detto questo, con un sorriso Giusto si allontana chiamando i servitori e disponendo affinchè la tavola fosse pronta qualora fossero finalmente arrivati tutti.

Gornova
00lunedì 30 settembre 2002 20:31
Marco, Falco e Aracus

"Mostrati demone, non ti temo!", dice Falco con falsa sicurezza: il suo tono di voce trema, mentre lancia uno sguardo intesa con Aracus, e la Ex-Lvce illumina la scena.
Di nuovo quella stanza a Roma, nel senato.
Ancora una volta vedete tutti e due, davanti ai vostri occhi, quella COSA, formata da mille serpenti in movimento. Ma non era e non é quello che vi sta stringendo il petto dalla paura.
Sono quei due occhi, che nascondono tutta la perdizione umana e la malvagia intelligenza di cui é capace la nostra specie.

Due singoli occhi.
Falco e Aracus sbattono le palpebre, e quando la Ex-Lvce (sono passati solamente pochi istanti) cancella l'illusione creata dalla loro mente, vedono un uomo, capelli biondi come il sole, occhi azzurri.

Due singoli occhi.
Un uomo che stringe un pugnale di strana fattura, ritorto come quei serpenti che vi hanno fatto quasi perdere il senno, con simboli in argento e oro, di cui non conoscete il significato.

Due singoli occhi.
"Hai ragione Falco" dice lo straniero "io sono il vostro demone, ma non sapete ancora che fine ho deciso per voi cinque!"

Marco Bellero irrompe nella stanza quando tutto é già iniziato: l'uomo é già scattato in avanti, ha già cercato di colpire Falco mortalmente, ma Aracus l'ha fermato in tempo con la sua spada.
Le due armi, lo strano pugnale e la spada di Aracus ora sono bloccate e Aracus guarda in faccia l'uomo:
"Non così facilmente!", urla Aracus
Aracus spinge con forza l'uomo indietro di un paio di metri, lasciando il tempo a Marco di valutare la situazione e lanciare il suo pugnale verso l'uomo.
Il pugnale del pretoriano, come un fulmine scagliato da Giove, attraversa la distanza tra la porta della stanza e lo straniero, e colpisce nella mano destra.
Il pugnale ritorto cade a terra, lo straniero urla dal dolore, ma é troppo tardi per lui.
Falco e l'Ex-Lvce gli sono sopra, inesorabili: tutti vedono che per un attimo quei due occhi hanno una paura immensa, pari solamente a quella del Governatore davanti all'ignoto.
Ma é solo un attimo: Falco, non ancora completamente abituato al peso dell'Ex-Lvce, sbaglia il colpo, e la spada si pianta nella parete.
Lo straniero sorride, mentre comincia a parlare:
"Hai sbagliato Falco, e il tuo sbaglio, l'ignoranza, ti costerà caro..."
"Ryl'eh nakli eh jiin Dagon Nyarltholthep eh na'h!"
Le parole dell'uomo dagli occhi azzurri sono qualcosa di impossibile: gli occhi azzurri di Falco e dello straniero si specchiano gli uni negli altri per un istante, e poi Falco cade a terra, immobile.
L'uomo, dal canto suo, sorride e prende con la mano sanguinante l'Ex-Lvce dalla parete:
"Ora tocca a voi due, Aracus e Marco!", dice guardandovi con sguardo malevolo, mentre alza la Ex-Lvce davanti a se.

Falco [continua]

Due singoli occhi.
Falco si chiede perché lui: perché non é pronto per affrontare questi nemici? Nessun altro potrebbe resistergli.
La sua forza, la sua esperienza, la sua astuzia non possono nulla contro chi incute preoccupazione perfino ad Augusto?

Due singoli occhi.
I due occhi blu dello straniero coprono ogni cosa: é come trovarsi in un immenso mare infinito.
Il cielo é azzurro, e ti senti immediatamente affondare.
Senti perdere la presa sulla Ex-Lvce, e cadere a terra.
Poi attorno a te é solamente l'azzurro di un oceano.
Falco sta affogando, e le tue piccole braccia e gambe da bambino non riescono a portarti verso la vita, l'aria, tua madre.

Giusto e Caio

I servitori della casa di Giusto, dopo alcune sue indicazioni, fanno un lavoro eccellente.
Tutto é pronto: mancano solamente i tre invitati, che, cosa molto strana per dei militari di Roma, sono in ritardo.
Giusto ritorna nella stanza da pranzo, dove trova Caio che sta gustando un calice di vino Greco, per ingannare l'attesa.
Giusto e Caio si guardano, quando la porta si apre all'improvviso e un servitore di Giusto vola nella stanza, spostato a forza da un soldato, che a prima vista, pare appartenere alla centuria di Falco e Aracus.
L'uomo osserva la stanza per un attimo e poi dice:
"Il mio centurio, Falco é stato attaccato! Giusto! Deve venire subito agli alloggi dei soldati!"

pkrcel
00lunedì 30 settembre 2002 23:13
Giusto
Sgomento, Giusto si sorprende per aver urlato
"COSA? E' terribile, presto Gaio...Tousil!... presto il centurio Falco è stato attaccato...."

Ma poi, in un insperato momento di lucidità....
"Un momento...chi c'è con lui?, chi a mandato voi soldati a chiamarmi? Forse è per ordine di Aracus? Diteci che è accaduto con più precisione, mentre vi seguiamo"

Giusto lancia uno sguardo al suo amico, in cerca di conferme, in questo momento è molto confuso ed anche un po' spaventato, se solo il fatto di avere accennato al male oscuro lo ha fatto agitare, cercare di mettergli i bastoni tra le ruote cosa potrà mai scatenare?

<[...gli dei abbiano pietà di me, ma percepisco una profonda malignità qui a Cartagine dal giorno del mio arrivo, speriamo che ai valorosi soldati di Roma non sia accaduto nulla....]>

Con questa speranza in fondo al cuore, Giusto si prepara ad uscire ed esorta le sue guardie del corpo a prepararsi adeguatamente, d'ora in poi sarà quantomai necessario essere sempre pronti....

"Se vuoi farmi piacere accompagnandomi Gaio...te ne sarei molto grato..."



lark
00martedì 1 ottobre 2002 08:05
FALCO

Affondo lentamente, inesorabilmente, verso il fondo di quell'oceano senza fine.
Più mi agito più affondo, sempre di più nell'azzurro di quegli occhi malvagi.

Quegli occhi di ghiaccio che mi perseguitano sono soltanto due occhi umani, ma carichi di un odio e di una malvagità mai incontrata prima d'ora.
Li sento su di me, mi osservano, mi spiano, mi dominano... Non riesco a resistergli e mi sento spingere sempre più in fondo.

Mi tornano alla mente i miei più cari ricordi.
Il volto di mia madre, il mio primo giocattolo ed infine mio padre.
Vedo i miei genitori guardarmi, poi mia madre tendermi la mano... La salvezza, penso.
Ma è tutto inutile, non riesco a raggiungerla. Un attimo, sì, ce la sto facendo, manca pochissimo... Riesco a sfiorarla...
Improvvisamente mio padre la scosta bruscamente, allontanandoci.
Mio padre, valoroso soldato, si sta vergognando di me, suo figlio, glielo leggo negli occhi...

E' vero, sono un miserabile a sperare nell'aiuto di altri per salvarmi da questa desolazione senza fine. Devo farcela con le mie sole forze a resistere, a lottare...
Sono un centurione, per Giove, ed ho una missione da compiere, una missione affidatami da Augusto stesso. Devo compiere il mio dovere di soldato...

Quando realizzo questo vedo sul volto di mio padre l'abbozzo di un rozzo sorriso, subito dissimulato dietro la sua espressione severa e autoritaria.
Mia madre, invece, sorride. Un caldo sorriso che mi pervade tutto, fin dentro il cuore, dandomi la forza di reagire.

Rinnovato da un nuovo vigore, lentamente, tento di risalire verso la superficie...

"La fantasia è più importante della conoscenza..."

[Modificato da lark 01/10/2002 09:07]

AR ADUNAKHOR
00martedì 1 ottobre 2002 14:13
Caio
Se prima sorseggiavo composto il mio vino ora scatto come una saetta verso il mio amico e gli stringo forte un braccio. Abbastanza forte da farlo male, per concentrare la sua attenzione su di me, e con tono fermo dico:

"Ascolta, Giusto, la confusione non ci aiuterà a prendere la decisione migliore. Solo la calma ci renderà forti e stabili come una montagna." poi gli sussurro:"Conosci questo soldato? E se fosse una trappola? Non ho ancora ben presente quale sia il nostro nemico, ma di trappole e inganni me ne intendo."

Poi rivolto al soldato con voce perentoria dico:
"Milite!, raccontaci prestamente cosa è avvenuto."


Linketto
00martedì 1 ottobre 2002 19:58
Marco Bellero
L'uomo che ha davanti, impugna la Ex-Luce.. e Falco e a terra, colpito solo da delle parole.. cosa diavolo succede, la sua mano destra si stringe forte sull'elsa della sua spada, la sfodera e la tiene bene in avanti verso l'uomo... non importa che la spada sia di legno e di un mistico acciaio.. l'importanza e' l'esperienza dello spadaccino... una delle frasi che piu' gli ricordava il suo maestro... i due si guardarono negli occhi, la spada dell'uomo brillava.. Marco tento di colpire, un fendente rivolto al viso dell'uomo.. poi una parola baleno nella mente del pretoriano.. indagare.. senti il ciondolo vibrare ma forse fu' solo sua impressione ma tanto basto, a fargli correggere la direzione del fendente verso l'addome
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