[1] Scenario: La colonia

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Gornova
00domenica 17 marzo 2002 21:30
Atto I: Roma, la città eterna

(25 a.c. – 2° Anno Augusteo – Mattina – 8.30)
Roma.
Lo splendore della più grande città di tutto il mondo conosciuto è davanti agli occhi di tutti: le vie sono affollate di gente, i palazzi sono maestosi, come del resto la potenza di Roma.
Ti fermi un attimo, e ti guardi attorno: davanti a te, la scalinata che porta al palazzo che ha reso vero il sogno degli antenati che la lupa ha allattato con amore materno: il Senato.
Qui viene governata Roma, e con essa, tutto il mondo: per un attimo tremi al pensiero che un folle possa prendere il potere in questo palazzo, e distruggere il mondo.. con Roma ai suoi piedi, ne avrebbe i mezzi.
Mentre sali le gradinate del senato, vedi che una miriade di persone stanno facendo lo stesso, tutte perse nei loro progetti e nei loro problemi, sotto lo sguardo attento, ma annoiato dei soldati a difesa di questo luogo.
Un raggio di sole ti acceca un attimo, e manca poco che tu non faccia un clamoroso volo giù dalla scalinata.. rapidamente ti riprendi, e noti che quel raggio di sole è forse l’ultimo che vedrai oggi.. infatti un temporale si avvicina velocemente dal mare, e vedi che anche i soldati guardano preoccupati il cielo che diventa via via più plumbeo e scuro.
Comincia ad alazarsi un vento freddo, fuori stagione, notoriamente mite qui a Roma: ti affretti ad entrare nel palazzo, ma un gruppo di Pretoriani (le guardie scelte dell’Imperatore), ti bloccano la strada con le loro lance, e ti dicono, con tono che non ammette repliche:
“Fermo: devi aspettare qui”
Questa stupida guardia non sa chi sei, e quando tu estrai la pergamena su cui c’è il tuo lasciapassare, lo vedi diventare subito accondiscendente nei tuoi confronti, tanto che si offre di scortarti, assieme ad altre strane persone (di cui per adesso non ti curi), nella sala dove sei atteso.
“Mi scusi signore..”, cerca di giustificarsi la guardia.
Tu la guardi, sospiri, e gli dici “Non preoccupartene”, mentre pensi che le guardie rimarranno sempre delle semplici guardie.
Lui si calma, e dopo un paio di incroci sbagliati (ti chiedi fino a che punto..) che rendono il cammino nelle sale del potere interminabile, finalmente arrivi nella stanza meta del tuo viaggio.
Nella stanza c’è qualcuno che conosci molto bene (anche se di fama), che sta parlando:
“Benvenuti al Senato: l’Imperatore Augusto sta parlando in questo momento all’assemblea, quindi dovremo aspettare che abbia finito.”
E’ Caio Albertus, vecchio e ricco patrizio, che squadra, te, e i tuoi compagni, con i suoi occhi verde-azzurri, per poi riporre lo sguardo su quello che sai essere il suo figlio “adottivo”, Ceaser Caio, centurione, che ti squadra dalla sua splendente armatura, e con voce sicura dice al vecchio senatore:
“Ah, salve.. Stiamo perdendo tempo prezioso, padre! Perché aspettare che quei vecchi approvino le decisioni di Augusto, quando sappiamo benissimo tutti che la repubblica è morta?”
Vedi che il senatore, sorpreso da questa inopportuna uscita di suo “figlio”, gli molla un’occhiataccia, e subito Ceaser tace, e si mette a sedere, sbuffando.
“Bene signori, che ne dite di presentarvi, o vi siete già conosciuti?”, ti esorta il senatore con un sorriso affabile, mentre si accomoda su una delle comode poltrone che ci sono nella stanza, facendovi segno di fare altrettanto, mentre dei servitori vi portano delle coppe di vino.
L’attesa ti sembra già fin da ora, interminabile.

(buona fortuna a tutti ragazzi ndCustode)
Gabryk
00lunedì 18 marzo 2002 18:09
Falco
Guardo divertito il "figlio" del senatore, ma poi torno a concentrarmi sull'uomo anziano e dico "Certo senatore, la ringrazio" e mi accomodo lentamente su una poltrona di fronte a Ceaser Caio, non fino a sprofondare, resto seduto sul limite come al mio solito, in modo da poter scattare in piedi velocemente ad ogni evenienza. Prendo una coppa del vino che mi offrono e lo assaggio, dopodichè la poso di fronte a me e mi alzo porgendo la mano a Ceaser Caio dicendo "Centurio Falco, lieto di fare la sua conoscenza centurione Ceaser Caio" gli stringo la mano con vigore per imprimergli nella memoria il ricordo della mia forza spaventosa.
Badrel
00lunedì 18 marzo 2002 19:10
Aracus
Mi avvicino con fare sicuro a Ceaser Caio e porgendogli la mano "Onorato di fare la sua conoscenza Centurione Ceasar Caio, sono il pretoriano Aracus", ripeto successivamente la stessa operazione con il senatore. Terminati i saluti di rito mi riaccomodo lentamente sulla poltrona degustando lentamente il vino.
Linketto
00lunedì 18 marzo 2002 19:18
Marco Bellero
L'uomo assume una posizione prettamente militare, gambe leggermente divaricate, mani dietro la schiena, petto in fuori e testa alta... fissa i suoi occhi su quelli del centurione << Il Mio nome e' Marco Bellero, Pretoriano D'Augusto >> rimane in quella posizione fermo in attesa

Sarsha Link di Turlam
Gornova
00mercoledì 20 marzo 2002 15:28
Falco

Il senatore Caio Albertus ti guarda con i suoi occhi verdi-azzurri, e ti dice, con tono calmo e sicuro:
"Centurio Falco.. ho sentito parecchie storie su di lei, ma mi dica: in realtà é vero quello che si dice di lei? Che il suo occhio sia meglio di quello di un falco?"
Mentre suo padre parla, il centurio Ceaser Caio, ti molla una occhiataccia, tenendo una mano sulla sua spada, spada di cui riesci a leggere (grazie alla tua leggendaria vista da falco) il nome, scritto sull'elsa: EX-LVCE.

Aracus e Marco Bellero

Mentre il senatore parla con il centurio Falco, suo figlio Ceaser Caio, dopo essersi seduto sulla sua poltrona, vi guarda, anzi vi squadra tutti e due, e sembra perfino soppesarvi con lo sguardo, mentre sorseggia il vino che i servitori vi hanno portato.
Poi dice a Marco con tono perentorio:
"Seduto soldato.. l'attesa sarà lunga"

Linketto
00mercoledì 20 marzo 2002 18:48
Marco Bellero
Marco sente l'ordine ma rimane perfettamente immobbile, anzi sposta la sua testa per incontrare gli occhi del padre, non degnando di uno sguardo il figlio... un uomo che non gli piaceva affatto

Sarsha Link di Turlam
Gabryk
00mercoledì 20 marzo 2002 19:41
Falco
"E' la verità signore, ma chissà cosa ha sentito! Spesso la persone travisano la realtà raccontando gli avvenimenti, altre volte l'accaduto viene gonfiato... comunque credo di possedere un dono innato come nessun uomo ha" poi mi volto verso Marco Bellero e perentoriamente dico "Marco Bellero! Puoi fare quello che ti è stato detto soldato! Siediti come ha chiesto Ceaser Caio!" lo sguardo è duro, ma i miei uomini sanno che non voglio essere un "superiore" per loro, solo un semplice compagno di battaglia... in questa situazione particolare però devo dare un'impressione di rispettabilità mia e dei miei soldati.
Badrel
00giovedì 21 marzo 2002 18:27
Aracus
Guardo divertito la scena tra Marco Bellero e Ceasar Caio e intuisco subito cosa il mio compagno prova per quest'uomo, in effetti trasuda arroganza da tutti i pori, e con le poche parole che ha pronunciato non si è certo guadagnato il mio rispetto. Non mi sento chiamato in causa dalla questione e non ho certo voglia di incrementare la tensione, quindi rimango in attesa che la discussione entri nel vivo e continuo a sorseggiare il mio vino.
Linketto
00giovedì 21 marzo 2002 18:53
Marco Bellero
Anche dopo l'ultimo richiamo il pretoriano rimane perfettamente immobbile << Perdonate i miei modi ma preferisco rimanere alzato >> la sua voce e dura e lenta nel parlare, e sembra provenire quasi dall'oblio

Sarsha Link di Turlam
Gornova
00giovedì 21 marzo 2002 21:49
Il senatore e suo figlio si guardano, e poi osservano un pò sorpresi il comportamento del pretoriano Marco, il senatore alza le spalle, e si rivolge a Falco, non curandosi del soldato in piedi, anzi sprofondando ancora più comodamente nella sua poltrona:
"Dicevamo Centurio Falco? Ah si, ...una dote innata, eh? Molto interessante.. dovete sapere che ne ho viste di cose strane nella mia lunga vita: no vi prego, non sorridete.
Dovete sapere, che a dispetto di quanto vi possa dire il mio fisico, io sono stato un tempo giovane e irriverente, un pò come mio figlio.
Tempi d'oro quelli..ma vi sto forse annoiando con le lamentele di un vecchio?
Ditelo, vi prego, visto che dobbiamo passare molto tempo assieme.."
Quanto il senatore finisce di parlare, alcuni servitori passano per riempire le vostre coppe di vino, e sentite chiaramente i primi tuoni in lontananza, segno che si sta per scatenare un temporale su Roma.
Subito il vostro sguardo, assieme a quello del senatore e di suo figlio, va alla porta del senato, dalla quale aspettate notizie: vicino ad essa c'è una statua di un grande conquistatore del passato, Scipione detto l'Africano, l'uomo che ha guidato Roma alla distruzione di Cartagine, la sua più grande nemica.
Ceaser Caio, notando che tutti stanno guardando verso la statua di Scipione, esordisce dicendo:
"Quelli si che erano grandi tempi per la gloria di Roma: quando i nemici erano ben in vista, e nessuno poteva negare le gesta di un grande condottiero, dico bene Centurio Falco?"

Falco

Mentre il centurione figlio di Ceaser Caio ti parla, improvvisamente e senza preavviso i tuoi occhi si incollano all'elsa di quella spada, e alla scritta che vi é incisa sopra l'elsa: EX-LVCE. E' come se.. é come se.. é come se quella spada stesse brillando, mentre la luce del sole scompare: é solo un attimo, e quando sbatti di nuovo le palpebre, incredulo, non riesci a capire se quello che hai visto un attimo fa é realtà o fantasia.

Marco Bellero

Il senatore ti rivolge uno sguardo interrogativo, quando un servitore si avvicina a te, e ti sussurra che sei desiderato dal tuo comandante in un'altra stanza, subito. (ovviamente il servitore ti mostrerà la strada, anche se la sai già)

Aracus

Noti chiaramente che la faccia del tuo centurione per un attimo impallidisce mentre guarda il centurione Ceaser Caio: non lo hai mai visto così, e improvvisamente, mentre un altro lampo squarcia il cielo, ti senti anche tu a disagio, in questa piccola stanza.
Badrel
00giovedì 21 marzo 2002 22:12
Aracus
All'ultimo lampo, un brivido mi sale dalla schiena fino alla testa. "Quell'uomo non mi convince" penso "e anche centurio Falco sembra avere la stessa sensazione". Una selva di domande invade la mia testa "Cosa ci facciamo qui? Perchè ci hanno chiamati? Cosa vuole da noi il senatore? e perchè ci fanno attendere così tanto??". Cerco di calmarmi e guardo Ceaser Caio, che cos'è di lui che mi turba in questo modo?

[Modificato da Badrel 21/03/2002 22:14]

Gabryk
00venerdì 22 marzo 2002 20:54
Falco
Osservo Aracus e noto che è sconvolto. "Non mi annoiate senatore, certo che no! I racconti di chi ha vissuto nei migliori tempi per Roma non POSSONO annoiare (calco intenzionalmente possono), è solo che vorrei sapere qualcosa di più sul motivo della nostra chiamata qui... non mi è del tutto chiaro, mi fareste la cortesia d'istruirmi?" il mio sguardo fugge all'elsa della spada cercando un nuovo segno del bagliore.
Linketto
00venerdì 22 marzo 2002 21:30
Marco Bellero
Marco annuisce al servitore, poi rivolgendosi al senatore inchinando la testa verso l'uomo si scusa dicendo << Perdonatemi Senatore ma sono atteso in altro luogo >>, rialza lo sguardo lo porge verso quello del figlio e fa' un altro cenno con la testa, poi rivolto a tutti << Scusatemi se non posso trattenermi ma ho un impegno urgente da sbrigare, fai strada >> dice rivolto al servitore che inizia a camminare mentre Marco lo segue a grandi passi che rimbombano sul pavimento

Sarsha Link di Turlam
Gornova
00lunedì 25 marzo 2002 15:45
Falco e Aracus

Mentre il centurione Marco Bellero se ne va dalla vostra stanza, scortato dal servitore che l'aveva chiamato, Ceaser Caio guarda diritto negli occhi Falco, e dice, sospirando
"Già.. i tempi passati di Roma.."
Il senatore guarda il figlio, e poi dice:
"Ebbene ben poco di quello che succede dentro quella stanza é a mia conoscenza.."
Mentre il senatore riprende fiato, sentite che sta cominciando a piovere.. prima poche goccie scendono dal cielo, poi, improvvisamente il cielo si apre, e in pochi stanti comincia a piovere davvero molto: i servitore chiudono le finestre, e vedete che cominciano ad accendere un braciere, per riscaldare la stanz.
Il senatore, dopo aver osservato per un attimo il lavoro dei servitori, continua dicendo:
".. quello che so é che é successo un fatto inatteso, e il Senato e l'Imperatore si sono trovati impreparati a quanto é successo.."
Caio Albertus vi squadra per bene, mentre suo figlio, Ceaser, dice:
"Si.. un villaggio distrutto vicino a Cartagine: cosa inaudita.. che forse i barbari del deserto OSINO ribellarsi alla volontà di ROMA?"
Mentre dice questo, il centurione sembra essere molto adirato, come se quello che stesse dicendo lo mandasse su tutte le furie.

Marco Bellero

I tuoi passi sono molto inquietanti, uniti al pessimo tempo che sembra si sia scatenato quest'oggi su Roma: che gli dei siano adirati con i romani?
Il servitore apre una porta, e con un filo di voce, senza neanche guardarti, ti dice
"Pretoriano.."
Tu entri nella stanza buia, e ti ci vogliono alcuni istanti, mentre cerchi di capire che cosa c'é dentro questa stanza: c'è un uomo, seduto, che ti guarda, avvolto in un drappo nero, che gli nasconde il volto.
La sua voce é in qualche modo familiare e anche se non sai dire perché, ti siedi davanti a lui, mentre ti parla
"Marco, l'imperatore stesso mi ha ordinato che noi due parlassimo: sei pronto ad ascoltare quanto ti sto per dire?"
Badrel
00lunedì 25 marzo 2002 18:25
Aracus
Ascolto interessato le parole dei due uomini, finalmente si incomincia a sapere qualcosa di più. Però è ancora tutto troppo misterioso per i miei gusti, e Ceaser Caio da quando siamo entrati ha avuto sempre strani comportamenti e adesso parla con questo tono. Quando si decideranno a dirci chiaramente cosa vogliono da noi?

[Modificato da Badrel 25/03/2002 18:33]

Gabryk
00lunedì 25 marzo 2002 19:24
Falco
Annuisco lentamente "Capisco... ma quand'è che sapremo qualcosa di più? Sono un centurione! Non gradisco brancolare nel buio, desidero conoscere la mia posizione all'interno degli eventi che si sviluppano per poterla valutare e comprendere ciò che sia meglio fare. Non capisco il perchè di tutto questo mistero! Dei barbari minacciano il futuro di Roma? Benissimo... permettetemi di raggiungerli e li sterminerò, non lascio impunito chi si oppone alla mia gente! Sarebbe l'ora di far capire a questi ignobili esseri qual'è la potenza di Roma e che non bastano due o tre bestie munite di clave per fermare il suo cammino!", m'infervoro leggermente parlando, è un argomento che mi sta molto a cuore. Finito il discorso tracanno il restante vino in un sorso.
Linketto
00lunedì 25 marzo 2002 19:53
Marco Bellero
Marco squadra l'uomo quel poco di volto che sembra vedere non gli e' famigliare.. e la corporatura certo non lo aiuta.. si mette in posizione di riposo gambe leggermente divaricate e mani dietro la schiena.. sguardo fiero ed altro << Ti ascolto.. parla pure >>

Sarsha Link di Turlam
Gornova
00martedì 26 marzo 2002 08:28

Falco e Aracus

Ceaser Caio guarda Falco, annuisce e dice:
"Vedi padre che non sono l'unico a pensarla così? Il centurio Falco ha ragione..nessuno può fermare Roma, e non vedo il perché di così tanta segretezza.."
Il senatore sospira, e guarda tutti quelli presenti nella stanza: i servitori capiscono, e si allontanano dalla stessa, mentre fuori, continua a piovere.
Le porte della stanza si chiudono e il senatore si alza, e comincia a schiarirsi la voce, con alcuni colpi di tosse, e poi dice:
"In verità, un intero villaggio é stato spazzato via, a quanto so, e solamente una persona é riuscita a scappare e farneticava di mostri che hanno distrutto e ucciso.."
Il senatore fa una lunga pausa, e osserva, attento, le vostre reazioni

Marco Bellero

Mentre l'uomo comincia a parlare, intravedi due occhi azzurri come il ghiaccio del nord, e pochi lineamenti che non ti aiutano a capire chi con stai parlando
"Marco...l'imperatore tra poco manderà gli ordini a te e ai tuoi compagni, ordini che sono molto semplici, all'apparenza.. "
L'uomo si ferma un attimo, valuta la reazione alle sue parole, e poi dice:
"..in realtà ci sono forze oscure che agiscono dove sarete mandati, forze che TU devi evitare che il gruppo distrugga senza che prima vengano comprese, mi sono spiegato?"
Detto questo, l'uomo fruga con una mano nella sua veste, e ne trae un medaglione d'oro, che luccica alla poca luce che c'è nella stanza.
L'uomo si appoggia allo schienale della sua sedia, e aspetta, con molta calma sembra, una tua risposta.
Badrel
00martedì 26 marzo 2002 17:06
Aracus
Mostri? Chissa che pazzo deve essere quel tizio! Cortesemente prendo la parola "Scusi senatore, è sicuro che quell'uomo dica la verità? Non è possibile che sia sconvolto dall'accaduto e ricordi mostri invece che barbari?". La cosa comincia a farsi interessante, rimango in attesa della risposta seduto sulla punta della poltrona.
Linketto
00martedì 26 marzo 2002 19:15
Marco Bellero
Marco, addestrato ad ogni evenienza, non batte ciglio quando l'uomo afferma che esistono dei mostri.. si limita ad aspettare e ad osservare il medaglione << Dimostrami che e' l'imperatore in persona a darmi degli ordini.. e dimmi cosa devo fare per evitare che vengano distrutti >>

Sarsha Link di Turlam
Gabryk
00martedì 26 marzo 2002 22:41
Falco
Colgo il sottile doppio senso nella frase di Aracus e m'indigno "Aracus! - lo riprendo severo - Non si discute la parola di un senatore! Se Caio Albertus dice che esistono dei mostri, ebbene noi li combatteremo e li distruggeremo! Il nostro dovere è di proteggere Roma dal nemico, sotto qualunque forma si presenti, non di discutere gli ordini! Non siamo politici! Siamo SOLDATI!" mi pento di aver detto tutto ciò... in fondo voglio molto bene a Aracus. Spero che capisca ciò che mi ha spinto a reagire così.

"Continui senatore... e mi scusi se l'ho interrotta"
Gornova
00mercoledì 27 marzo 2002 13:08

Marco Bellero

L'uomo ti guarda con i suoi due gelidi occhi azzurri, sorride, ed appoggia il medaglione d'oro sul tavolo (ad intendere che lo devi prendere), assieme ad una pergamena, poi si alza, e ti dice:
"Questo e' quanto pretoriano: nella lettera c'é quello che chiedi. Sappi che sarai da solo, in questo compito, quindi procedi come meglio credi: non posso dirti altro.."
Mentre l'uomo ti passa vicino, per andare alla porta, vedi che porta stivali ornati di argento..
L'uomo esce dalla stanza, ma prima ti dice "Che il fato ti aiuti.."
La porta si chiude, e tu prendi la pergamena, su cui c'é lo stemma di Augusto in persona e vi e' scritto:

"
Pretoriano,
per mio ordine, dovrai seguire la missione
che ti affiderá l'uomo che ha con se questa lettera.

OTTAVIANO AUGUSTO
"

Falco e Aracus

Il senatore, alle parole del soldato Aracus, lo guarda con un misto di comprensione e saggezza, mentre Ceaser guarda Falco con crescente rispetto, e dice, al termine delle sue parole:
"Esattamente, Centurio Falco.. noi distruggeremo chiunque si metta sulla strada della gloria di Roma", poi il centurione si ferma, osserva un attimo la pioggia che continua a cadere, e continua dicendo "..anche se, Centurio Falco, ho avuto l'occasione di poter vedere questo sopravvissuto, e posso assicurarti che le sue ferite parlavano da sole.."
Ceaser sembra pensieroso, mentre suo padre, il senatore prende la parola:
"Non deve essere cosi' duro, centurio Falco, con il soldato Aracus.. in fondo le sue parole sono comprensibili.. e poi...molte cose strane sono avvenute nell'impero durante gli ultimi anni, soprattutto nelle zone piú remote, dove la gloria di Roma non arriva.."
A queste ultime parole, il senatore osserva per un attimo la spada che porta suo figlio, la spada sulla cui elsa vi é incisa la scritta: EX-LVCE.
Il senatore sospira, e poi, mentre si risistema sulla sua poltrona, mentre i lampi continuano a squarciare il cielo, dice:
"Mi spiace molto, ma, del resto, anche io so ben poco di cosa é successo.. non ci rimane altro che aspettare che il senato finisca..."
Albertus guarda verso la porta del senato, e sembra molto pensieroso.
Badrel
00mercoledì 27 marzo 2002 18:39
Aracus
E bene, penso di essermi meritato questa tirata di orecchie da Falco, ma lui sa bene quali sono le mie idee sull'occulto e affini, e sa ancora meglio che per me SOLDATO non vuol dire SCHIAVO DEL POTERE. Io non combatto per la gloria di Roma, io combatto per difendere il suo popolo dal nemico, e non sono uno di quelli che ricevono un ordine ed eseguono senza battere ciglio, senza chiedersi se questo sia giusto o meno, senza chiedersi se sia sensato o pura pazzia. Comunque lo capisco, davanti a un suo superiore, non può sottrarsi alle regole del suo grado.
Ritorno ad acoltare il senatore, e mi domando che fine abbia fatto Marco...
Linketto
00mercoledì 27 marzo 2002 18:58
Marco Bellero
Marco continua a guardare la pergamena e a respirare forte.. una volta finita l'arrotola e la stringe forte nella mano sinistra, con l'altra mano prende il medaglione e lo esamina (master che vedo ?) poi aiutandosi con entrambe le mani lo sistema al collo e lo nasconde sotto le vesti, avvicina la pergamena alla fiamma di una torcia e le da' fuoco.. aspetta che prenda bene la fiamma e poi la lascia li' a distruggersi mentre lui a testa alta esce dalla stanza.. dopo pochi passi ritrova il servo che lo aveva accompagnato li.. messo in disparte << Riaccompagnami nella stanza del senatore >> l'uomo si volta e lo riconosce...

Sarsha Link di Turlam
Gabryk
00mercoledì 27 marzo 2002 19:10
Falco
Giro lo sguardo verso la porta in cui è entrato Marco, senza pensarci, mi sto chiedendo il perchè di una simile dipartita...

"Ha ragione senatore, forse sono stato duro, ma..." mi volto verso Aracus e m'avvicino, gli metto una mano sulla spalla e continuo "... Aracus è il mio miglior soldato, sono certo che saprà capire i motivi che mi hanno spinto ad agire così, in alcune situazioni possiamo anche comportarci da buoni amici, in altre dobbiamo rispettare i nostri incarichi e osservare le regole del caso" tolgo la mano e torno al mio posto, osservo il senatore, quest'uomo così anziano e così saggio, per un attimo mi domando se vorrei divenire come lui un giorno...

"Comunque parlava di creature anormali e occulte... non sono mai venuto in contatto con queste... entità, non saprei quindi dire se ciò sia un grosso problema o qualcosa di gestibile. Ma da come parlate sono più propenso per la prima ipotesi... spero solo che io e la mia centuria saremo sufficienti ad arginare il pericolo. Però mi dica: cosa si sta discutendo in senato?"
Gornova
00mercoledì 27 marzo 2002 21:02

Marco Bellero

Il medaglione é grande come il palmo di una mano, ed é un triangolo equilatero: essendo fatto d'oro massiccio, questo lo rende piuttosto pesante, rispetto alla sua grandezza, ma non é nulla di strano.
Su una punta del triangolo, vi é fissato un piccolo cerchietto di argento, che permette di fissare, tramite una catenina, il medaglione al collo

Aracus, Marco Bellero e Falco

Il senatore, alle parole di Falco, non risponde, anzi sprofonda nella sua poltrona, evidentemente pensieroso.
Suo figlio, il centurione Caesar Caio, si alza dalla sua di poltrona, e si avvicina alla finestra, guardando la pioggia che cade.
Poi lentamente, al rumore della pioggia si unisce quello di passi ben cadenziati, seguiti da altri di ben poco peso: il pretoriano Marco Bellero sta tornando in questa stanza, condotto da un servitore, che, vista l'atmosfera, non chiede neppure d'andarsene, se ne va.
Il centurione Caesar Caio squadra Marco, mentre un lampo illumina la stanza: la pioggia si sta calmando, almeno apparentemente, e la stanza vi sembra calda, rispetto all'inferno che si é scatenato fuori.
Ne il senatore, ne suo figlio, il centurione, dicono qualcosa: entrambi sembrano piuttosto pensierosi..
Gabryk
00giovedì 28 marzo 2002 16:32
Falco
Non faccio nè dico nulla, sprofondo nella poltrona e osservo.

[Ma quand'è che la finiranno di essere pensierosi? Gornova!]
Badrel
00venerdì 29 marzo 2002 13:09
Aracus
Come il mio centurio rimango in attesa degli eventi, intanto cerco di lanciare un'occhiata interrogativa a Marco per avere una spiegazione di cosa è accaduto nell'altra stanza.
Linketto
00venerdì 29 marzo 2002 19:05
Marco Bellero
Marco appena entrato nella stanza, noto gli occhi inquisitori posati su di lui ma non gliene importo' piu' di tanto.. si mise in attesa di ordini come era suo solito a testa alta

Sarsha Link di Turlam
Gornova
00venerdì 29 marzo 2002 21:19
Atto II: Augusto
(25 a.c. - 2° Anno Augusteo - Pomeriggio - 15.30)

Il tempo passa inesorabile, mentre aspettate che il senato prenda la sua decisione: di una cosa siete sicuri, visto che non si sa che cosa sta succedendo in quelle stanze...
Ci stanno mettendo molto più del previsto.
Vedete che il senatore Caio Albertus si agita sulla sua poltrona e suo figlio non riesce nemmeno a stare seduto, tanto che vaga, fastidiosamente per la stanza, facendo tinttinnare ad ogni suo passo la sua spada contro la sua armatura.
Vi viene servito il pranzo, e come è usanza durante queste occasioni, nessuno di voi proferisce parola, anche perché c'è ben poco da dire: i servitori portano da mangiare, aspettano che magiate con calma e poi portano via tutto con misurata efficienza.
Nel frattempo il temporale continua ad imperversare su Roma e l'umidità e il freddo vi entrano nelle ossa, tanto questo tempo é fuori stagione.
Fuori, intanto, continua a piovere...
Sentite l'acqua che scivola lentamente, che si insinua nel grande palazzo nel centro della città eterna, palazzo che vi protegge, come una madre protegge gelosamente il proprio figlio in fasce.
Improvvisamente, quando vi chiedete quando finirà questa agonia, le porte si spalancano, e i servitori cominciano a preparare la stanza ad accogliere l'imperatore.
Vi alzate tutti in piedi, compresi il senatore Caio Albertus e suo figlio, il centurione Caesar, ma la vostra attesa é stata vana: l'imperatore non arriva.
Il senatore allora va verso il senato, per chiedere una spiegazione, e dopo alcuni minuti, ritorna, con in mano una pergamena.
Si ferma vicino alla statua di Scipione, e legge ad alta voce gli ordini del governo di Roma e del mondo intero:


E' opinione del senato e dell'imperatore,
credere che i fatti accaduti nel villagio di Iniax vicino a
Cartagine siano veritieri: per questo si ordina a Centurio
Falco e alla sua centuria di investigare, aiutati nella loro
missione da pretoriano Marco Bellero e dal Senatore Caio
Albertus.
Il senato, come l'imperatore, esige risultati entro un mese
da oggi, per la gloria di Roma.


Quando Caio Albertus finisce di leggere, vedete che suo figlio é già uscito dalla stanza, evidentemente alterato e fuori di se: il senatore non se ne cura, e arrotola con cura la pergamena e mentre la tiene in mano vi guarda e dice:
"Bene: andremo a Cartagine dunque..."
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