Con enorme ritardo causa disavventure assortite con internet, ecco il diario delle mie vacanze ciclistiche.
Quest’anno abbiamo deciso di trascorrere le nostre vacanze in Val Maira: una serie di motivi ci ha spinto a scegliere di trascorrere le ferie da queste parti. Sicuramente per me la possibilità di avere molti famosi passi alpini a portata di bici è stata determinante nella scelta, ma la bellezza dei luoghi e la possibilità di andare a fare escursioni a piedi con tutta la famiglia ha sicuramente contribuito alla decisione finale.
Il nostro campo base è a Ruata Valle, una minuscola frazione di Stroppo, circa al quinto km di una delle due salite che dalla Val Maira portano al colle di Sampeyre (l’altra è quella del Vallone di Elva).
La sistemazione è splendida, tranquillissima e con una vista magnifica: tra l’altro il gestore della locanda è una sportivo praticante (sci, trekking, alpinismo e ovviamente bdc e mtb) e conosce alla perfezione tutte le salite della zona.
19 Luglio, Lunedì.
Oggi cominciamo le nostre avventure ciclistiche con una signora salita:
il colle di Sampeyre dal Vallone di Elva. Purtroppo quest’anno i miei figlioli non sono molto allenati dal punto di vista ciclistico: per motivi vari (viaggi di studio,ecc.) hanno pochissimi km nelle gambe e sono circa 20 giorni che non toccano la bici. Mi auguro che la gioventù riesca a sopperire alla mancanza di allenamento!
La giornata è abbastanza bella, partiamo da casa con 5 km di discesa per arrivare in valle a Bassura; da lì qualche km di falsopiano ci conduce all’imbocco del vallone di Elva. Lo spettacolo naturale è davvero impressionante.
La strada si snoda tra pareti a strapiombo e brevi gallerie: si rimane letteralmente senza fiato (anche perché i primi 5 km sono davvero tosti).
Matteo inizia la salita senza forzare cercando di trovare il ritmo, mentre Flavio è salito in macchina con Paola e si unirà a noi prima di Elva: senza allenamento l’intera salita sarebbe stata un ostacolo troppo impegnativo per lui!
Dopo i primi 6 km la strada spiana leggermente e Flavio inizia a pedalare con noi: in realtà, come al solito Matteo se ne va e ci lascia soli! Il panorama circostante è davvero stupendo; purtroppo all’altezza di Elva il cielo comincia a coprirsi e dal bivio per Stroppo siamo immersi nelle nuvole!
Siamo completamente immersi nella nebbia e la temperatura si è abbassata di colpo: il termometro della macchina segna 11°!
Flavio è abbastanza provato ma stringe i denti, Matteo è disperso nella nebbia davanti a noi.
Sentiamo in continuazione i fischi delle marmotte e riusciamo a vederne diverse nonostante il nebbione!
L’arrivo al Passo è quasi surreale: visibilità quasi nulla (un vero peccato, il giorno prima eravamo stati qui per un’escursione a piedi e il panorama era magnifico: il Monviso è proprio lì di fronte) e temperatura da brividi!
L’immancabile foto ricordo!
Nel complesso Matteo è salito in maniera sorprendente pensando al poco allenamento che ha alle spalle, Flavio ha indubbiamente patito di più le dure rampe dopo il bivio per Stroppo, ma sebbene provato ha raggiunto il la sua meta.
Saliamo in macchina a scaldarci un po’ e a mangiare qualcosa: io decido di scendere a Sampeyre per provare l’altro versante, mentre Paola e i ragazzi fanno ritorno a casa.
Conosco la fama di questo versante: salita dura, senza punti estremi ma che non molla un attimo.
La discesa risulta noiosa a causa del fondo stradale molto rovinato: le nuvole non accennano ad alzarsi e la temperatura rimane bassa!
Finalmente arrivo a Sampeyre e inverto la rotta ma nel complesso questo versante rimarrà per me abbastanza deludente: a causa della nebbia non riesco nemmeno a scattare una foto. Peccato! La salita è indubbiamente tosta, ma in queste condizioni non sono riuscito ad apprezzarla.
21 Luglio, Mercoledì
Il menù di oggi prevede l’ascesa al
colle di Esischie e di lì proseguire fino alla
Fauniera: anche il programma di oggi richiede un impegno non indifferente!
La giornata è bella, temperatura freschina come al solito da queste parti (14°).
Partiamo da casa indossando le mantelline per arrivare a Ponte Marmora dove inizia la salita: la parte iniziale è davvero spettacolare nella gola della montagna, con due brevi gallerie non illuminate dove prestare attenzione.
Il copione è sempre lo stesso: Matteo che se ne va e dopo qualche km si degna di aspettarci.
Flavio oggi ha insistito per provare a fare tutta la salita: temo che oggi troverà pane per i suoi denti, ma ha la testa dura, molto dura…
Per fortuna dopo Marmora la strada spiana per un paio di km e concede una tregua, ma poi riprende a salire in modo non regolare, in particolare con un paio di strappetti (brevi per fortuna!) ma particolarmente velenosi che mettono alle corde l’intera famiglia! La strada è molto stretta e una macchina e una bici faticano a passare insieme (a fine giornata Paola , il nostro d.s., si lamenterà abbastanza di ciò) e, piccolo particolare da non trascurare, letteralmente “ benedetta” dai ricordi lasciati dalle mandrie di mucche che pascolano nelle vicinanze!
Una volta usciti dal bosco ci ritroviamo in una conca magnifica: la pendenza concede una tregua e possiamo guardarci intorno e gustare il panorama!
Dopo una breve, ma necessaria sosta per riprendere le forze, ripartiamo per affrontare gli ultimi 5 km: i primi 3 per arrivare al Colle di Esischie, poi dopo una brevissima contropendenza il congiungimento alla strada che arriva da Pradleves e l’ultimo durissimo km!
Eccoci all’Esischie!
La vista è davvero magnifica, un paesaggio severo e aspro!
Ormai vediamo la nostra meta, ma la strada per arrivarci si impenna tantissimo!
Come al solito Flavio in vista del traguardo ha uno scatto di orgoglio!
La foto davanti al monumento a Pantani
Poi torniamo a casa ripercorrendo (con molta attenzione) la stessa strada in discesa: domani ci attende una grande giornata!
22 Luglio, Giovedì
Oggi è la giornata della
Vinadio-Vinadio! Questo anello mi stuzzicava da parecchio tempo (avevo chiesto anche informazioni sul forum qualche mese fa) e probabilmente non ero il solo ad averlo nel mirino! Infatti Maxi78, venuto a conoscenza della cosa, mi ha lanciato la proposta di fare il percorso in compagnia: ottima idea!
Partenza da Stroppo alle 6.30 per ritrovarci a Vinadio alle 7.45. Paola ci seguirà in macchina ed i ragazzi proveranno a fare una parte del percorso.
La giornata sembra favorevole e alle 8, al rintocco del campanile, diamo il primo colpo di pedale!
Lasciata la strada che porta al Colle della Maddalena, iniziamo l’ascesa al Colle della Lombarda: l’ambiente circostante è magnifico, noi siamo ancora all’ombra, ma il sole illumina le vette circostanti.
Saliamo chiacchierando, il passo di Massimo è un po’ più elevato del mio abituale, ma cerco di adeguarmi.
Superato il bivio per il Santuario di S.Anna di Vinadio
la strada piega a sinistra arrampicandosi con alcuni tornanti lungo il fianco della montagna, per poi spianare leggermente in vista del passo .
Lo scenario naturale è davvero notevole, la vista circostante magnifica!
Dopo esserci rifocillati un po’, infiliamo mantelline e manicotti per iniziare la discesa verso Isola: superiamo l’orribile (dal mio punto di vista) Isola 2000 e continuiamo la lunga discesa verso la valle della Tineè.
In discesa non ho tantissimo tempo per guardarmi intorno (meglio tener d’occhio la strada!), ma quando riesco ad alzare lo sguardo trovo conferma in quello che mi avevano detto in diversi sul forum: il versante italiano è molto più interessante paesaggisticamente di quello francese.
Arrivati a Isola ci togliamo antivento e manicotti dato che la temperatura è abbastanza alta: ora ci attende la parte forse più insidiosa del nostro percorso. Questo tratto di falsopiano in leggerissima salita può rivelarsi davvero un calvario (soprattutto in vista di quello che ci attende dopo…) in caso di vento contrario.
Per fortuna oggi non è il nostro caso e arriviamo a Saint Etienne de Tineè dove ci attende l’ammiraglia con i gregari (o i capitani, fate voi…). Matteo si unisce a noi mentre Flavio, ancora un po’ provato dallo sforzo di ieri preferisce fare solo una parte della (peraltro lunghissima) salita.
L’ascesa inizia in maniera non traumatica con pendenze moderate, ma io faccio abbastanza fatica a tenere il passo dei miei due compagni di avventura: non so spiegarmelo ma sento le gambe dure e legnose.
Nonostante continui a dire loro di andare del loro passo e di non aspettarmi, sono molto carini a rallentare un po’ per non lasciarmi indietro. Intanto i cartelli stradali che km dopo km scandiscono la progressione della salita non contribuiscono certo a rialzarmi il morale: mancano oltre 20 km alla vetta!
Proseguendo la vegetazione tende a sparire e il paesaggio diventa magnifico.
Per fortuna con il passare dei km la mie gambe si sbloccano un po’ e riesco a salire con maggiore scioltezza e godermi il paesaggio.
Pian piano arriviamo a Plan de Fourches, dove ci sono i resti di un accampamento militare ma ancora non vediamo Flavio: con Paola c’è stato un malinteso, noi pensavamo che aspettasse il nostro arrivo per farlo partire mentre lui è partito in anticipo, tanto, ha detto a sua madre, mi prendono prima della vetta…
A questo punto il mio cuore tenero di papà ha il sopravvento e scatto (si fa per dire..) per raggiungerlo!
Mi spiaceva che salisse tutto solo, senza compagnia!
Lo raggiungo a un paio di km dalla vetta, ormai la piramide brulla della Cime della Bonette è lì davanti a noi. Impressionante! Purtroppo si è anche alzato un vento contrario che ci infastidisce non poco. Flavio però sale deciso senza incertezze, eccoci al bivio prima dell’anello che porta alla vetta.
Voltandomi vedo Matteo e Massimo che ci stanno raggiungendo, svoltiamo a sinistra per l’ultimo km, il più duro e il vento aumenta ancora l’intensità!
Siamo in mezzo a una pietraia senza un filo d’erba, sembra di essere sbarcati sulla luna!
Matteo e Massimo ci superano, Flavio è messo a dura prova dal vento. Mi avvicino per cercare di coprirlo dal vento, ma quando mi vede avvicinare mi sibila a denti stretti: “Non mi toccare papà, voglio farcela da solo, piuttosto scendo e la faccio a piedi!“. Senza parole continuo a pedalare davanti a lui, ormai il traguardo è vicino.
Grandissima soddisfazione, lo scenario circostante merita davvero!
Dopo esserci rifocillati, Massimo ed io imbocchiamo la lunga discesa verso Jausiers, mentre Matteo e Flavio risalgono in macchina. Discesa molto bella, poi una decina di km per arrivare all’imbocco del Col de Larche, ultima fatica di giornata!
Sono assai stanco e cerco di dosare le mie ultime energie: Massimo adegua il suo passo al mio e scambiando qualche parola saliamo in compagnia. Anche qui il paesaggio è notevole.
La salita per fortuna non presenta tratti troppo impegnativi e finalmente siamo al traguardo!
Una foto di gruppo sotto il monumento che commemora l’impresa di Coppi nella mitica Cuneo-Pinerolo del 1949.
Arriviamo a Vinadio poco dopo le 18. La nostra soddisfazione è grandissima!
Giornata splendida, ringrazio ancora Massimo per la compagnia e il supporto morale!
L’ultimo ringraziamento a mia moglie Paola che ci ha scortato fedelmente tutto il giorno!
Distanza: km 163
Dislivello: m 4250
Entrambi sono i miei nuovi record!
27 Luglio, Martedì
Dopo qualche giorno dedicato al trekking, oggi decidiamo di affrontare il
Colle dell’Agnello! L’anno scorso io e Matteo avevamo scalato il versante francese partendo da Chateau Queyras (molto bello dal punto di vista paesaggistico e pur sempre impegnativo) e ci eravamo ripromessi di colmare la nostra lacuna …
La giornata è splendida, limpidissima: le premesse sono quasi ottimali, fatta eccezione per Flavio che questa mattina si è alzato con un po’ di mal di gola, ma ha deciso di non dare troppo peso alla cosa.
Scarichiamo la mia bici e quella di Matteo poco dopo Sampeyre, Flavio si unirà a noi dopo la barriera della dogana.
L’inizio è morbido, in leggerissima salita, poi la strada tende ad alternare tratti in salita ad altri in falsopiano dove però un vento (ovviamente contrario…) ci costringe ad impegnarci a fondo.
Siamo ormai in vista di Chianale
Arrivati alla fatidica sbarra ci fermiamo un momento a prendere fiato: da qui in avanti sappiamo bene quello che ci attende!
Ripartiamo e la strada si impenna subito: cerchiamo di salire nel modo più regolare dosando bene le forze, perché da adesso non ci saranno più punti dove tirare il fiato.
L’ambiente circostante è splendido, il cielo limpidissimo e color “Blu Emiliano”!
Dopo una curva ci aspetta un drittone micidiale dove un cartello provvidenziale ci avverte che la pendenza è del 14%! Grazie, senza il cartello avremmo rischiato di non accorgercene!
Nel frattempo Flavio ha iniziato la sua scalata in solitaria, in attesa di essere riacciuffato!
Il tratto in curva al centro dell’inquadratura è l’unico punto in 10 km dove la pendenza lascia un po’ di respiro!
Matteo sale molto baldanzoso e in breve tempo raggiungiamo Flavio: a questo punto ci pianta in asso, ma devo dire che anche Flavio oggi è bello pimpante.
….il puntino in mezzo alla strada è Matteo!
Flavio continua a chiacchierare: buon segno, vuol dire che non sente troppo la fatica!
Guardando in su cominciamo a vedere il nostro traguardo: Matteo è già quasi arrivato e anche a noi non manca più molto. Ecco il suo arrivo.
L’immancabile scatto di Flavio.
Foto ricordo.
Matteo tra l’altro ha cronometrato il tempo impiegato dalla sbarra di Chianale: 1h e 4’ per 950 m di dislivello! Una VAM di tutto rispetto!
A questo punto dopo aver infilato le mantelline imbocchiamo la discesa per rifocillarci al rifugio: ce lo siamo meritati!
Giornata splendida, con un meteo eccezionale. Purtroppo alla sera Flavio è molto fiacco. Va a letto senza quasi aver toccato cibo (bruttissimo segno…).
Al risveglio è bollente: 39,3° e tonsille gonfissime: purtroppo ci vorranno 3 giorni per riuscire a fargli passare la febbre, le nostre vacanze terminano in modo minore.
A parte questo episodio sono state vacanze magnifiche: consiglio senz’altro a chi non conosca le valli del Cuneese e la Val Maira in particolare di venire a visitarle.