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LA STORIA DEL TREVISO: dal 1930 al 1940

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2009 13:41
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31/10/2009 13:41
 
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Nell’ottimo campionato 1930-31 il Treviso viene riaffidato alla guida di Gyozo Laszlo, e i risultati si vedono subito: quarto posto in campionato grazie a 11 vittorie, 10 sconfitte e 5 pareggi, e bomber Bisigato realizza la bellezza di 17 gol in 25 partite, confermandosi un’autentica macchina da gol.
C’è di nuovo però una situazione di difficoltà economica all’interno del club e vengono venduti dei pezzi pregiati nel mercato, tra cui anche quella di Bisigato che finisce al Bari e permette alla società di ripianare il bilancio; si tratta però solo di un arrivederci…

Nel 1931-32 la direzione tecnica venne affidata a Gino Visentin II, che è anche capitano della squadra.
Il Treviso disputa un buon campionato, se contiamo le defezioni forzate del mercato, e si piazza al sesto posto con 27 punti (12 vittorie, 3 pareggi e 9 sconfitte).
A metà stagione cambia anche il presidente, dal cavalier Gemin al professor Domenico Calzavara.

Nella stagione successiva, continua l’alternarsi di presidenti al timone del Treviso: prima è Alberto Fregonese a condurre la società di Via Vittorio Emanuele, poi a fine campionato il dottor Guido Carisi lo sostituirà.
La squadra, guidata da Vicenzo “Sino” Migotti, disputa una stagione straordinaria, sfiorando la promozione in serie B, finendo a soli 5 punti dal Vicenza.
Nell’ottobre del 1932 scoppia però la grana dello stadio: l’Autorità Militare non vuole più concedere il Santa Maria del Rovere alla società.
Alla fine, grazie a delle pressioni del Podestà di Treviso, il Santa Maria del Rovere viene concesso al Treviso fbc fino a quando non sarà pronto un nuovo stadio.
Il nuovo stadio sarebbe quindi sorto tra via Siora Andriana del Vescovo e Rampa, e inizialmente venne denominato “Comunale del Littorio”, con una capienza di 8.000 posti.

Nella stagione 1933-34 il Treviso ripete il buon campionato precedente e si piazza quarto, a soli 4 punti dal duo di testa formato da Udinese e Pro Gorizia.
In quell’anno la nazionale Italiana di Pozzo si recò a Treviso per disputare un’amichevole contro il Treviso fbc, che vinse 1-0 con rete di Bozzolo.

Nel 1934-35 con il geometra Carlo Biggi designato come Commissario della società, il Treviso disputa un’altra ottima annata in I divisione, piazzandosi quarto, e garantendosi l’ammissione al campionato di serie C, assieme alle altre prime 7 della classifica.
Ottima stagione per l’attaccante Pollini, che realizza 11 gol in 25 partite.
L’allenatore è di nuovo Vincenzo Migotti, che in passato (anni ’20) era stato giocatore del Treviso.

La squadra si conferma ottima anche nella stagione successiva, la prima della nuova serie C, girone A, che conclude al quinto posto.
Il Commissario in questa annata è Sigfrido Buosi, e Pollini realizza 8 gol.
Il Treviso disputa anche la coppa Italia, che viene riproposto dopo 13 anni, ma viene nuovamente eliminato al primo turno dalla Pro Gorizia, che batte i biancocelesti per 2-1.
L’evento più importante di questa stagione è il cambio di denominazione della società: il 12 novembre 1935 si passa da Treviso F.B.C. a A.C. Treviso, per volere del Partito Fascista, che non vedeva di buon occhio le denominazioni straniere.
Come allenatore, il Treviso chiama Desiderio Herczha, di origine austriaca.

Nella stagione 1936-37 l’allenatore diventa un altro straniero, l’ungherese Emerico Hermannn, ed è di nuovo una stagione al vertice, conclusa con un secondo posto finale, a 7 punti dal Padova promosso in serie B, che il Treviso riesce a battere nel confronto del Tenni per 2-1, con reti di Visentin III e Cozzarin (capocannoniere con 9 gol), quest’ultimo gol a 5 minuti dalla fine.
Continua la maledizione della coppa Italia, dove il Treviso viene eliminato dalla Marzotto Valdagno, che batte il Treviso in trasferta per 2-1.

Nella stagione successiva si cambia presidente, e il successore di Buosi è il geometra Mario Capra, mentre è confermato nel ruolo di allenatore ungherese Hermann.
Il Treviso si conferma nella parte alta della classifica di serie C, vinta dalla Spal (che il Treviso batte al Tenni per 1-0 con una rete allo scadere di Visentin su rigore) con 45 punti, staccando di 5 punti il Vicenza, secondo, di 6 la Ponziana, terzo, e di 7 il Treviso, quarto.
In cattedra è sempre Umberto Visentin III, che segna 15 gol in 21 partite.
Visentin III è anche capitano della squadra, assieme a Bruno Bozzolo e Giovanni De Biasi, portiere che disputa tutte e 30 le partite di questa stagione.
Non fa più notizia la toccata e fuga del Treviso in coppa Italia, vista l’eliminazione sempre alla prima partita, questa volta ad opera del Vicenza che vince per 2-0.

Nel 1938-39, il Treviso si supera e sfiora la promozione in serie B.
Il presidente di questa stagione è il geometra Mario Rachello; confermato invece il tecnico Hermann.
Il Treviso finisce secondo a 4 punti dall’Udinese, che viene così promosso in serie B. Decisiva la doppia sconfitta nello scontro diretto (1-2 a Udine, 0-1 a Treviso).
Stagione comunque stratosferica della squadra: in porta sempre De Biasi, il quale viene premiato con una medaglia d’oro dal prefetto di Treviso per la sua carriera in maglia biancoceleste.
Il goleador della stagione e Antonio Maran II, neo-acquisto dallo Schio, che realizza 26 gol in 26 partite, con un solo rigore.

Nel 1939-40, il Treviso chiude un decennio passato nei primi posti della classifica con un campionato in zona retrocessione, che il Treviso evita per 4 posti.
L’allenatore della stagione è Paolo Szalay, ungherese, che continua quindi la dinastia degli allenatori austro-ungheresi alla guida del Treviso.
Si cambia due volte presidente: a dicembre viene nominato Lino Monaco, che durerà fino alla nomina di Bruno Monti, cavaliere in carica dal gennaio 1940.
La stagione difficile è figlia del mercato estivo, attivo soprattutto in uscita, con le cessioni del bomber Maran II alla Reggiana e l’ala sinistra Appiani all’Atalanta.
Grossi investimenti nel vivaio quindi, e arriva a Treviso il bolognese Eros Roncareli, miglior realizzatore della stagione con 8 gol in 21 partite.
Il Treviso chiude al decimo posto il primo campionato con i numeri sulle maglie, proprio nell’anno dell’entrata in guerra dell’Italia (11 giugno 1940).
In coppa Italia finalmente il Treviso riesce a superare i primi due turni (contro Sacile e Marzotto), ma perde nuovamente a Vicenza per 5-1.


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