Vi riporto un articolo tratto da Wikipedia sulla Dea fluviale
Sarasvati. Quando medito sui significati dell'Acqua mi rivolgo sempre a lei perchè mi dà la sensazione di essere in un continuo e saggio fluire e se mi abbandono al suo scorrere mi sento purificata e pronta per qualsiasi prova.
"Sarasvati (sanscrito , "colei che scorre") è la prima delle tre grandi dee dell'induismo, insieme a Lak?mi e Durga, e la consorte (o shakti) di Sri Brahma, il Creatore.
Sarasvati è venerata sin dall'epoca vedica come dea della conoscenza e delle arti, come letteratura, musica, pittura e poesia, ma anche della verità e del perdono; è spesso menzionata nel Rig Veda e nei Purana come divinità fluviale.
Nei Vedanta viene invece citata come energia femminile e aspetto (shakti) di Brahman, in particolare come personificazione della sua conoscenza; come nei testi più antichi, è venerata anche come dea delle arti. I fedeli che seguono l'insegnamento dei Vedanta credono che solo attraverso l'acquisizione della conoscenza è possibile intraprendere il cammino che porta al moksha, liberazione dal Sa?sara, e quindi solo pregando Sarasvati di concedere la vera conoscenza è possibile raggiungere l'illuminazione necessaria per il moksha.
Gli inni del Rig Veda dedicati a Sarasvati la citano come un possente fiume dalle acque creatrici, purificanti e nutrienti; la teoria più accreditata a riguardo è che questo antico fiume fosse costituito dal vecchio percorso dell'attuale fiume Yamuna, che scorreva per un tratto parallelamente al fiume Indo sul letto dell'attuale fiume Ghaggar-Hakra, per andare a sfociare nel Rann di Kutch, che all'epoca era parte integrante del Mar Arabico.
Lungo il corso del Sarasvati sarebbero quindi nate e sviluppate le civiltà Harappan e Saraswati-Sindhu; le più antiche tracce di scrittura note in India sono state proprio trovate nelle rovine delle città che costeggiavano l'antica via fluviale. È stato ipotizzato che proprio il ruolo svolto dal fiume nello sviluppo della lingua scritta abbia ispirato l'associazione della dea come personificazione della conoscenza e delle arti della comunicazione.
Tra il XX e il XVII secolo a.C., il fiume cambiò il suo corso a causa dell'attività sismica sul suo percorso, e lo Yamuna divenne un affluente del Gange, mentre alcuni suoi affluenti confluirono nell'Indo, riducendo notevolmente la portata d'acqua del fiume; seguendo lo spostamento del fiume, gran parte della popolazione che abitava le sue rive si spostò nella valle del Gange. I testi vedici più tardi parlano del fiume che sparisce al Vinasana (letteralmente, "la sparizione"), e confluisce nel Gange come fiume invisibile; secondo alcune interpretazioni la moderna sacralità del Gange gli deriva anche dalla presenza in esso delle acque dell'antico fiume Sarasvati, donatore di vita.
Come divinità fluviale Sarasvati è sempre stata associata alla fertilità e alla prosperità, ma anche alla purezza e alla creatività. Nell'epoca post-vedica, avendo perso il suo status di divinità fluviale, il suo nome "colei che scorre" fu applicato al pensiero e alla parola, associandola alle arti letterarie e figurative; divenne Madre Divina e consorte di Brahma il Creatore, elevando ulteriormente la sua simbologia, come personificazione di creatività e conoscenza, venerata non solo per la conoscenza del mondo, ma anche e soprattutto per quella del divino, chiave di volta del moksha.
Il Sarasvati Stuti dichiara che la dea è l'unica ad essere venerata da tutti i tre elementi della trimurti, Brahma, Vi??u, e Siva, così come da tutti i deva, gli asura, i gandharva e i naga.
Sarasvati è spesso rappresentata come una bella donna vestita di bianco, spesso seduta su un loto o sul suo veicolo (vaahan), un cigno; è associata al bianco in quanto colore della purezza della vera conoscenza, ma occasionalmente anche al giallo, colore dei fiori di senape, che fioriscono nel periodo delle sue festività. Non è generalmente adornata da gioielli e preziosi come Lak?mi, ed anzi è spesso in abiti austeri.
Spesso ha quattro braccia che rappresentano la mente, l'intelletto, la coscienza e l'ego, i quattro aspetti della persona coinvolti nell'apprendimento. Le mani in questi casi reggono:
I Veda, che rappresentano l'universale, divina, eterna e vera conoscenza.
Un mala di perle bianche, che rappresentano il potere della meditazione e della spiritualità.
Un'ampolla di acqua sacra, che rappresenta la forza creatrice e purificatrice.
Una vina, che rappresenta le arti.
Il suo veicolo, un cigno bianco, simboleggia il discernimento tra bene e male e tra l'eterno e l'effimero: si dice che se gli si offre una mistura di acqua e latte egli riesca a bere solo il latte.
È spesso rappresentata accanto a un fiume, in relazione alle sue origini di divinità fluviale ed al suo stesso nome; anche il cigno potrebbe essere collegato alle sue origini.
Talvolta è seduta su un pavone, che rappresenta l'arroganza e la vanità; sedendo su di esso dimostra si essere superiore a queste qualità, e simboleggia il distacco dalle apparenze esteriori.
La festa principale in onore di Sarasvati cade durante il Navaratri; in particolare nel Sud dell'India, il Sarasvati Puja è una cerimonia molto sentita; gli ultimi tre giorni del Navaratri, a partire dal Mahalaya Amavasya (il giorno di luna nuova) sono dedicati alla dea; nel nono giorno di Navaratri (Mahanavami), tutti i libri e gli strumenti musicali sono raccolti vicino le statue della dea all'alba e venerati con preghiere speciali, e non è permesso studiare né praticare le arti, perché la dea lasci la sua benedizione sui libri e sugli strumenti. Il puja si conclude nel decimo giorno di Navaratri (Vijaya Dashami) e la dea è nuovamente venerata prima che si proceda a portar via libri e strumenti; è tradizione che questo giorno sia speso studiando e praticando le arti, ed esso è noto come Vidya-aarambham (inizio della conoscenza).
Durante il Basant Panchmi, che cade alla fine di gennaio o all'inizio di febbraio, le si rivolgono preghiere e puja, specialmente da parte di artisti, scienziati, dottori e avvocati.
A Pushkar, nel Rajastan, c'è un tempio a lei dedicato su una montagna più alta di quella del tempio di Brahma.
Come già per Tara, anche il culto di Sarasvati fu assorbito nel pantheon buddhista e in particolare nel Sutra della Luce Dorata, che ha una sezione a lei dedicata; attraverso le prime traduzioni in cinese si diffuse in Cina, dove oggi è per lo più scomparso, e da qui in Giappone dove la dea è tuttora venerata col nome Benzaiten.
Tra gli altri nomi con cui è nota citiamo:
Arya
Bharati: "Colei che irradia conoscenza e saggezza"
Brahmi o Brahmani: "Sposa di Brahma"
Hamsavahini: "Colei che cavalca un cigno (hamsa)"
Sharada
Shonapunya
Vagishvari: "Dea della parola"
Vani
Vinidra: "Colei che è sempre sveglia"
La dakini del buddhismo tibetano Yeshey Tsogyel è talvolta considerata manifestazione di Sarasvati.
Sarasvati è venerata in Myanmar come Thuyathati , ed è rappresentata come una vergine seduta su uno hintha (hamsa); è molto venerata nel buddhismo burmese, soprattutto prima di prove ed esami.
"Sarasvati" (o varianti del nome) è tuttora un nome di donna diffuso in India.
Esistono altri fiumi col nome di Sarasvati; uno di loro scorre tuttora in India dall'estremità occidentale dei monti Aravalli all'estremità orientale del Rann di Kutch."
Il suo mantra è:
Saraswati Namastubhyam Varde Kamroopani
Vidya Aarambham Karishyami Siddhi Bhavatu May Sada
Translation:
Oh! Goddess Saraswati, my humble prostrations unto Thee, who is the fulfiller
of all wishes. I start my studies with Thy worship and always pray for success
It: Oh Dea che Scorre, i miei pensieri bisognosi di chiarezza si allineano ai tuoi piedi, a Te, Colei che realizza ogni desiderio. Do inizio ai miei studi con la tua protezione pregando per il successo di ogni mio sforzo
L'ho tradotta semanticamente evitando la versione letterale perchè volevo mantenere il sentimento evocato dall'idioma inglese.
-Acqua-
Fonte:
www.wikipedia.it
Ps: Scusa Violet non avevo letto che non volevi post sulle singole Dee... non dirlo a nessuno
Ho postato Sarasvati perchè è una di quelle Dee che mi trasmette la stessa sensazione di quando il mare ti avvolge lasciandoti libera di muoverti come vuoi.
Le parole della Estés sono giuste, una donna trova il suo potenziale nella creatività e dando libero sfogo ad essa crea opere piene di quell'energia che sente.
Opere semplici che trasmettono sentimento e che nutrono l'anima.
E' quello che questa Dea fa con la Parola. Quando mi sento creativa, creo statuette con le erbe e i cristalli oppure canto a squarciagola mentre faccio le pulizie, o sto ore a pregare di fronte al crepuscolo con i merli che cantano e l'estate nell'aria. Sono momenti magici, fin da piccola mi hanno sempre stimolato dandomi un brivido alla pancia.
Mi piacerebbe sapere comè per il mondo maschile.. cosa avvertono nell'atto creativo e in cosa si sentono diversi in quei momenti...
[Modificato da -Acqua- 14/03/2007 17.55]
[Modificato da -Acqua- 08/05/2009 12:43]