e fondiamolo, sto partito!
E' un po' che penso ad un movimento serio e credibile, che fondi le sue radici nella Giusta Educazione. Dobbiamo prendere atto del fatto che non ci sarà possibile cambiare il mondo in due mosse, quindi dobbiamo fare progetti a lungo termine, cominciando ad educare le prossime due generazioni ai valori universali di eguaglianza, equità, onestà e reciprocità.
Il mio professore di Sociologia, il prof. Barberis, diceva che il futuro non si prevede: il futuro si prepara.
Dovremmo sviluppare un piano compatto e duraturo per preparare la convivenza tra capitalismo e democrazia, che sono i due irrinunciabili presupposti per un futuro equo e illuminato.
La Giusta Educazione delle nuove generazioni è alla base di questo progetto, che trova la sua collocazione in un'azione di accentramento dei consensi intorno ad un movimento culturale di rinnovato vigore, capace di pacificare il dissenso sociale e di rilanciare l'azione educativa nelle scuole. E' necessario abbattere le barriere corporativiste e dissipare i conflitti di classe attraverso la diffusione di valori condivisi, in modo da radicare la convinzione che il bene comune è superiore al bene personale.
Il primo passo secondo me è riunire le competenze intorno ad un progetto, per delineare un piano di azione programmatico di lunga durata. Dopo di che si può pensare a strategie di ampio respiro, dapprima su scala regionale e poi su scala nazionale, con lo scopo di conquistare il consenso diffuso.
Siamo giovani e preparati, alcuni di noi hanno importanti competenze. Siamo confusi e abbattuti, perchè ci sentiamo abbandonati e impotenti, ma non è così: non siamo impotenti.
Abbiamo al contrario l'età giusta, abbiamo il vigore della gioventù e la freschezza dell'inseperienza.
Possiamo fare e dare molto a questa nostra società in degrado.
La politica è uno strumento molto pericoloso, perchè assorbe i buoni principi e restituisce avidità e bramosia; pertanto non è necessario pensare ad un partito da subito.
Dovremmo creare prima un fermento, una cultura. Dovremmo chiarirci le idee su cosa esattamente vogliamo, su quale sia esattamente la critica alla società e su quali siano i presupposti di ricostruzione. La generazione dei milleuristi è un buon punto di partenza, perchè ci identifica come una classe, ed è proprio da questa classe, trasversale per competenze, che può nascere lo spunto di rinnovamento dell'uomo e della società.
La nostra è una classe sociale che ha qualcosa in comune con quella dei proletari, per la condizione economica, ed ha qualcosa in comune con le classi abbienti, per la nostra cultura, competenza e preparazione.
E' da noi che può sgorgare il collante, è da qui che può partire il risanamento.
Questa gente deve starci a sentire.
Scusate se mi dilungo, ma vedete, io facevo parte di Grilli di Roma (i ragazzi di Beppe Grillo, accentrati intorno ai meetup) e ho girato molto tra call center, aziende, forum e comunity varie, alla ricerca di qualcosa. E sapete cosa ho visto? Confusione. Quantità enormi di energie disperse e competenze sprecate.
Siamo la chiave di tutto il problema, ma ci disperdono, ci tengono lontani. Ai meetup di Grillo si stava ore a litigare, ricalcando la generazione di politici alla ricerca del potere.
Dobbiamo capire che c'è una via d'uscita a tutto questo, e questa via passa per l'organizzazione, l'unione, la progettazione e l'azione.
Io aggiungo che la via d'uscita, se siamo tutti d'accordo che non usciremo da questa follia collettiva da un giorno all'altro, passa anche per l'educazione delle nuove generazioni.
E già questo, se ci riflettete un attimo, basterebbe per riempire le nostre vite di lavoro e progetti, così da risolvere i nostri problemi e preparare il futuro dei nostri figli.
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