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CASO ABU OMAR: IL COMUNICATO STAMPA DEL PROCURATORE AGGIUNTO DI MILANO ARMANDO SPATARO

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2007 23:41
16/02/2007 23:41
 
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Non abbiamo rilasciato, in questi due anni e mezzo di indagini, alcuna dichiarazione sul processo e neppure oggi intendiamo entrare nel merito delle imputazioni.

Ma l'esito della udienza preliminare e le accuse di illegalità cui siamo stati esposti dal Governo ci consentono pochi commenti tecnici e procedurali.

Le decisioni del GUP dr.ssa Interlandi circa il rinvio a giudizio di tutti gli imputati e l'applicazione concordata della pena per Pironi e Farina, sono un momento, importante ma non definitivo, della indagine sul sequestro di persona di Abu Omar, delitto gravissimo che ha violato i diritti umani delle persone (che l'Italia è tenuta a far rispettare e le cui violazioni deve perseguire) e che, come si sa, ha danneggiato l'indagine sul gruppo terroristico di cui egli era ed è accusato di far parte.

Si tratta, peraltro, di un passaggio che conferma la solidità dell'impianto probatorio (costruito soprattutto sulle eccellenti indagini della Digos di Milano, che altri giusti riconoscimenti sta ricevendo in questi giorni) e la assoluta legalità dell'acquisizione di ogni strumento di prova, secondo valutazioni che sono state già oggetto delle pronunce di altri due GIP, di due diversi collegi del Tribunale del Riesame e della Corte di Cassazione.

Guardiamo al futuro, dunque, con motivata fiducia e, comunque, nel pieno rispetto delle valutazioni che nel dibattimento dovranno essere adottate da un altro giudice.

Quanto al conflitto di attribuzioni sollevato dal Governo ed annunciato in termini perentori - e francamente sorprendenti - dal Vice Premier Rutelli, lo valuteremo quando ne conosceremo l'esatto contenuto. Ma alla luce di quello che è stato detto dal Governo, siamo meravigliati per almeno due ragioni: la prima è che mai il Governo o gli imputati o vertici del SISMi hanno opposto il segreto di Stato sui documenti sequestrati in via Nazionale a Roma il 5 luglio 06 o circa altre attività compiute. Ed il segreto deve essere opposto sulla base di precise forme richieste dalla legge. Abbiamo anzi agli atti formali attestazioni circa la inesistenza di segreto di Stato sul sequestro di Abu Omar e riconoscimenti della correttezza del nostro operato anche da parte dell'allora vertice del SISMi. La seconda ragione di sorpresa è che nessun divieto di legge esiste circa la sottoposizione ad intercettazione telefonica di comunicazione degli appartenenti ai Servizi (sette lo sono stati nel corso delle indagini preliminari): non lo prevede neppure la riforma appena approvata alla Camera. La Procura, peraltro, secondo la legge vigente, ed in pieno accordo con i difensori, ha già richiesto, ai sensi dell'art. 268 cpp, lo stralcio delle intercettazioni rilevanti e la trascrizione di quelle probatoriamente significative. Altrettanto hanno fatto i difensori. Nel futuro dibattimento, dunque, saranno rese note solo quelle processualmente rilevanti.

Va da sé che, se e quando il contenuto del conflitto - ove dichiarato ammissibile - ci verrà notificato, la Procura incaricherà un emerito costituzionalista, con il quale sono già stati presi contatti, di sostenere le proprie ragioni, nell'ovvia e fiduciosa attesa di una valutazione della Corte Costituzionale.

Infine, ci aspettiamo una decisione del Governo sulla richiesta di diffusione in campo internazionale - USA compresi - delle ricerche dei latitanti a scopo di arresto ed estradizione.

La legge, come il Procuratore Minale ha fatto rilevare formalmente sia all'ex Ministro Castelli che all'attuale Ministro Mastella, riconosce al Ministro della Giustizia il potere di rispondere negativamente alla richiesta stessa ma non di omettere la risposta. Ma il silenzio dell'attuale Governo ormai supera l'estensione temporale di quello del precedente, per il quale una quindicina di senatori della allora opposizione - tra cui c'erano due senatori oggi sottosegretari - accusarono il Ministro Castelli di ostacolare la giustizia.

Abbiamo letto che vi sarebbe un nesso tra la mancata risposta e la decisione di sollevare conflitto dinanzi alla Corte Costituzionale, ma nessuno ha spiegato in cosa consisterebbe questo nesso. A nostro avviso esso appare incomprensibile visto che riguarderebbe imputati stranieri la cui estradizione era stata richiesta persino prima che si acquisissero elementi di prova a carico di appartenenti al SISMi.

Prima il Parlamento Europeo e, oggi, il prof. Cassese, in un illuminato articolo pubblicato su Repubblica, hanno spiegato anche quali ragioni, discendenti dagli obblighi pattizi di rango internazionale dovrebbero spingere il Ministro della Giustizia ad accogliere favorevolmente la richiesta: le stesse ragioni che stanno spingendo altri Governi europei alla piena collaborazione con la magistratura.

Noi, con rispetto verso le competenze altrui, ci limitiamo a chiedere che una decisione comunque vi sia.

16 febbraio 07

Armando Spataro


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