I CERCHI NEL GRANO

Ogni anno che passa, la soluzione all’enigma dei cerchi nel grano sembra più vicina.
Più i disegni diventano complessi, più le ipotesi che restano in piedi diminuiscono.
Nella scorsa edizione del programma ci eravamo lasciati con una domanda: dopo trent’anni di ipotesi fantasiose e suggestive che chiamano in causa addirittura civiltà aliene, non è invece possibile che la soluzione sia molto più terrestre di quanto immaginiamo?
Abbiamo nuove ipotesi da verificare e autorevoli protagonisti da intervistare. E dobbiamo anche capire cosa succede in Italia, in un tratto delle Marche in cui si stanno concentrando diversi avvistamenti.
Attraverseremo quello che è stato battezzato il triangolo del mistero, voleremo nella zona tra Glastonbury, Avebury e Stonehenge: il cuore pulsante dei Cerchi nel grano.
Dopo trent’anni di fenomeni come questo che stiamo attraversando, un punto fermo ci sentiamo di poterlo stabilire: la complessità e la rapidità con cui appaiono i cerchi – nello spazio di una sola notte – vuol dire che, con molta probabilità, dietro il mistero esiste un’intelligenza sviluppata.

Di chi si tratta? La suggestiva domanda che si pongono gli appassionati di tutto il mondo è una sola: è opera umana o aliena?
Quali tecnologie sono in grado di produrre gli effetti presenti su queste spighe e la cui spiegazione è un vero rompicapo per la comunità scientifica?
Sono tre i punti più controversi riguardo ciò che succede alle spighe di un cerchio nel grano.
Il primo è il fatto che gli steli subiscono una sorta di riscaldamento interno, come se qualcosa riscaldasse rapidamente i liquidi all’interno della pianta che si ammorbidisce e cade. Il vapore allora fuoriesce allungando i nodi o facendoli addirittura esplodere.
Il secondo punto riguarda minuscole particelle presenti in sottili polveri all’interno del cerchio: magnetite e biossido di silicio. La loro concentrazione e composizione non è compatibile con quella normalmente presente in un campo di grano.
Infine, le mosche: alcuni insetti sono stati ritrovati "fusi" agli steli, come in preda a uno spasmo, o addirittura esplosi. Forse vittima di un fungo, l’Entomophtora Muscae, o forse solo nel posto sbagliato al momento sbagliato…
Tutti questi dettagli sono infatti compatibili con un’altissima concentrazione di radiazione energetica, con frequenza nel campo delle microonde.
Tutto il mistero che avvolge questi meravigliosi disegni fatti di spighe, troverebbe una spiegazione se a sorvolare questi campi nelle notti inglesi ci fossero sistemi segreti di intercettazione militare. La parola chiave potrebbe essere MASER. Un parente stretto del laser, inventato negli anni 70 che si basa sull’uso delle microonde e che oggi potrebbe essersi evoluto e avvalersi delle più moderne e sofisticate apparecchiature hardware e software.
L’ipotesi che i cerchi siano creati con le Microonde presenta un problema. L’intensità di un campo di microonde diminuisce con il quadrato della distanza.
Non sarebbe quindi possibile irraggiare vaste superfici di grano in modo perfettamente uniforme. E tanto meno realizzare dei disegni dettagliati e complessi.
Una soluzione potrebbe, invece, essere quella dei Maser: dispositivi capaci di emettere fasci di microonde la cui intensità non diminuisce con la distanza.
Proprio come un Laser, il raggio del Maser potrebbe avere un diametro di pochi centimetri ed essere indirizzato con grande precisione.
I rapporti su avvistamenti di Oggetti Volanti non Identificati non sono mancati neanche da parte dell’Aeronautica Militare Italiana, e i cerchi nel grano vengono considerati – dal codice di avvistamento militare - come prova di un passaggio di questo tipo.
Il legame tra cerchi nel grano e tecnologie militari sembra dunque una possibilità interessante, magari un po’ meno suggestiva di incontri e messaggi da civiltà venute da molto lontano.
Ma sembra davvero che ogni anno che passa il segreto dei Crop Circles sia più vicino ad essere svelato. E’ proprio il caso di dire che…
Il CERCHIO SI STA CHIUDENDO…