RIBELLI - Luxor

Il mio nome e LUXOR figlio di Bayer, conte di Arender…tutt’oggi rivivo nei miei incubi quella tragica notte di cinque anni fa.
Sotto la luce amica di questa luna piena mi è più facile ricordare quei momenti aspettando una consolazione da te fratello anche se so che non arriverà mai.
Cinque anni or sono vivevamo in tranquillità nel castello di Arender nel fasto di una delle ultime contee di Merida ma non immaginavamo cosa ci avrebbe riservato il beffardo destino che a te ha tolto la vita e a me ha lasciato l’insanabile rimorso per non aver averti potuto salvare.
Quella notte la luna non c’era ma riuscii a distinguere nitidamente il bagliore delle corazze argentate dell’esercito del dio demone e risuonano in me gli echi delle grida di coloro che si opponevano alla loro conquista.
Allora ero considerato troppo giovane per menar di spada e tu non mi lasciasti venir con te e quel pugno di uomini di cui eri capo insieme ai quali peristi inutilmente cercando di difenderci.
L’armata spazzò via ogni cosa e io mi salvai nascondendomi tra i cadaveri infangando il nome di Luxor con esso l’onore della nostra famiglia che tu avevi strenuamente difeso.
Dopo la battaglia ti trovai esamine col corpo orrendamente mutilato, raccolsi il tuo bracciale, l’unica parte dell’armatura che non ti era stata tolta e su quello formulai il mio giuramento di vendetta promettendo di non toglierlo fino che non sarei riuscito a vendicare la tua morte e onorare il nome della casata.
Non so quando smisi di piangere la tua morte e trovai il coraggio di seguire il fato, ma col tempo iniziai a vagare senza una meta spinto dall’impulso di una vendetta impassibile e così giunsi a Hundra una terra inospitale e io che ero coperto solo di pochi stracci rischiai di morire assiderato.
Il vecchio proverbio di Hundra dice che “LA MORTE CERCA CHI LA EVITA ED EVITA CHI LA CERCA” e io che voglia di vivere ne avevo ben poca venni salvato da una tribù di uomini lupo.
Vissi con loro per tre anni e imparai a comprenderli nella loro diversità e ammiravo la loro forza che derivava da Am.
Iniziai a venerare questa strana divinità pregandolo di donarmi la forza necessaria ad assolvere la mia missione ed impiegai un intero anno di sacrifici e privazioni per ottenere la sua benedizione.
Ricordo il giorno della mia metamorfosi e quello strano rituale in cui lo sciamano sacrificò così tante bestie che neanche nei banchetti di Meridia vidi tanta carne arder sul fuoco.
Bisognava esser nudi ma non tolsi il tuo bracciale, adducendo come scusa che quel bracciale era parte di me non meno d’un arto e possa egli viver in eterno, lo rese parte di me quel giorno.
L’ultimo sacrificio fu di una strana bestia che chiamavano Goblin e a quel punto il fuoco si alzò come un’onda poi si spense lasciando la caverna nel buio più totale.
Nel preciso istante in cui la luna comparve all’entrata della caverna, provai un brivido lungo la schiena che, poco a poco, si tramutò in un dolore atroce.
Stavo mutando forma fratello! Prima le gambe poi il busto, il braccio sinistro infine la testa.
Per un secondo tirai un sospiro di sollievo ma il braccio destro iniziò a bruciare così tanto da indurmi a credere che fosse avvolto nelle fiamme, il dolore divenne straziante e il tuo bracciale venne fuso dalla potenza di Am vendicatore così che il metallo incandescente aderì alla mia pelle e divenne un tutt’uno con essa…svenni.
Col tempo imparai a dominare quella nuova forza ed ebbi a conoscere delle entità ben più malvage e pericolose di quelle che ci separarono e forse posso ringraziare Am che siano stati i Violatori e non il Caos a toglierti la vita.
Vissi un periodo lungo di tranquillità finché un giorno alla mia tribù giunse il messaggero dell’esercito libero di Elea che si ribellava alla malvagità del Caos ed alla brama di conquista dei Violatori e che voleva difendere questa meravigliosa terra e disse di aver bisogno di un aiuto per l’arrivo imminente dei nemici ad Hundra.
Mi ritrovai per la seconda volta davanti a coloro che anelavano solo distruzione, morte e conquista e potevo ancora una volta nascondermi o combatterli.
Ho preso così la mia decisione, quel messaggero di nome Blitz mi portò in questo accampamento dove ho incontrato un uomo di nome Blaster, generale dell’esercito il quale mi promise tanto sangue violatore da poter così lavare le ferite inguaribili di un lupo di Elea.
Domani c’è la battaglia e difenderemo Hundra dalle avide mani del dio della morte e posso assicurarti che questa volta non mi nasconderò tra i cadaveri ma sarò nella mischia ad affrontare la sua falce.
Buona notte fratello domani al grido “CON ONORE PER ELEA!” sentirai la mia spada innalzare un canto di lode per Am e tanto sangue placherà la mia sete di vendetta!