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Mine nucleari alla frontiera

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2006 08:07
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Comandante Brig. Corazzata
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06/12/2006 18:04
 
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Ho sentito parlare di mine nucleari sotterrate alla frontiera tra italia e jugoslavia durante la guerra fredda, che mi sapete dire in merito? è vero?
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Muore lentamente chi evita le passioni, chi non rischia lincertezza per inseguire un sogno.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell abitudine, chi non rischia mai.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo maggiore del semplice fatto di respirare.
Noi seguiamo le nostre passioni, le nostre lucide follie, i nostri intimi pensieri, i nostri sogni.
Noi ogni tanto cadiamo, ci rialziamo ma ci riproviamo sempre, non molliamo mai, perché siamo quelli che guardano avanti, quelli che sperimentano sempre.
Purtroppo, ogni tanto, qualche amico cade, ma non si rialza più.
Ma resterà sempre parte di noi, dei nostri pensieri, dei nostri sogni, dei nostri incubi.
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Comandante FOD
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06/12/2006 18:19
 
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Se ne discusse tempo fa all'interno di un'altra discussione.
Vero che queste mine esistessero e che esistessero i fornelli ma certamente non erano preposizionate.
Ciao
Pierantonio
Rolleiflex SL66. Un apparecchio fotografico costruito per voi: ci congratuliamo vivamente per la vostra scelta! Ci rallegriamo sin d'ora per i successi fotografici che otterrete con la vostra SL66.
Sono il socio n. 9 del MILLENIUM ROLLEI CLUB ITALIA.
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06/12/2006 23:09
 
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C'era una vecchia discussione qui a proposito di queste mine, di mine convenzionali e testate tattiche. Magari Pierantonio riesce a trovarla.

Come ha già ben detto, i fornelli da mina erano presente in moltissimi luoghi, sotto ponti, valichi o in punti di passaggio. Normalmente in corrispondenza di sbarramenti di opere fortificate e ovviamente non solo con il confine con la Jugoslavia. Personalmente, di fornelli o camere da mina ne ho visti diversi, sotto ponti, su strade e/o valichi, durante i miei giri "per opere". Di certo non vi era nulla di preposizionato che io sappia, nè di convenzionale nè tantomeno di nucleare. Nell'immagine alcuni fornelli da mina in un pilone del ponte di Dignano.



Di mine nucleari ne hanno sentito parlare tutti, erano previste secondo alcune circolari. Ma tutti gli "addetti ai lavori" che conosco ne hanno sempre e solo sentito parlare. Mai nessuno ne ha viste o ne ha avuto informazioni dettagliate.
Di certo esistevano testate nucleari tattiche, ovvero le ADM Atomic Demolition Munitions. Piccole cariche di dimensioni contenuti da utilizzarsi per bersagli importanti e altamente paganti. Qualche link:
www.brook.edu/FP/projects/nucwcost/madm.htm
nuclearweaponarchive.org/Usa/Weapons/Allbombs.html
(il secondo link è una lista delle varie testate e bombe nucleari).
___________________________
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Comandante Brig. Corazzata
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06/12/2006 23:30
 
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da quanto ho appreso tali armi erano conservate presso il Site Pluto di Vicenza
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Muore lentamente chi evita le passioni, chi non rischia lincertezza per inseguire un sogno.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell abitudine, chi non rischia mai.
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Comandante Rgt. Carri
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07/12/2006 08:07
 
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Il file che invio riguarda tutte le armi nucleari in Italia, ma si parla anche di mine ADM. Atomic Demolition Munitions
I dati tabellari non saranno molto chiari, perchè si perdono la tabulazioni:
Da
Quello che i Russi già sanno e gli italiani non devono sapere Edizione IRDISP 1983
LE UNITÀ DI CUSTODIA NUCLEARI
Il 559th US Army Artillery Group ha per compito la custodia e la messa in opera delle testate nucleari e delle ADM. E’ organizzata per garantire il supporto :
• granate nucleari da 203 e 155 mm. dell'EI (l e 9 gruppo della 3 brigata Missili e circa altri 12 gruppi di artiglieria pesante campale di supporto di Corpo d'Armata e Divisione);
• testate nucleari dei missili Lance del Gruppo Volturno della 3 Brigata Missili (6 rampe di lancio su 3 batterie, con un totale di circa 100 missili);
• testate nucleari dei missili Nike-Hercules degli 8 gruppi intercettori teleguidati dell'AMI inquadrati nella l Aerobrigata.
Per questa missione il 559th si struttura in:
28th Field Artillery Warhead Support Group con compito la custodia, la manutenzione e la messa in opera delle testate nucleari dei missili Lance e delle granate nucleari. Ha una struttura cellular (team) in funzione del numero e del tipo delle unità da appoggiare: Maintenance and Assembly Team, Cannon e Maintenance and Assembly Team, Lance, ciascuno di 7 uomini, assegnato in ragione di uno per gruppo di artiglieria o Lance da appoggiare; Security Team, Cannon e Security Team, Lance, ciascuno di 20 uomini per garantire la sicurezza fisica delle testate, assegnati sempre in ragione di un team per gruppo; Communications Team, di 6 uomini, assegnato come i precedenti, per garantire le comunicazioni. I vari Teams, completati da un Detachment Headquarters Team di 6 uomini formano un «Warhead Support Detachment» in ragione di uno per gruppo o più gruppi di artiglieria o missili da sopportare.
69th Ordnance Company, Special Ammunition, Direct Support per l'approvvigionamento e l'assistenza tecnica alle unità di fuoco utilizzanti le armi nucleari. Ha 193 uomini.
Ordnance Special Ammunition Company, Generai Support/Direct Support garantisce la manutenzione delle teste nucleari, dei proiettili nucleari e delle ADM. Ha 156 uomini.
62nd Engineer Atomic Demolition Munitions Company per la messa in opera e attivazione delle ADM sul confine orientale, su 4 plotoni di 6 squadre di 5 uomini, è in grado di mettere in opera 24 ADM contemporaneamente, in ragione di una per squadra. Ha in tutto 190 uomini.
US Army Air Defense Artillery Missile Warhead Support Organization. Supporto alle unità Nike Hercules dell'AMI. Per ognuno degli otto siti di difesa aerea è previsto:
1 Custodial Team Headquarters
1 Assembly and Monitoring Team
1 Custodial Team
1 Communications Team.
per un totale di 30 uomini. In tutto dovrebbero dunque essere circa 300 uomini.
54th Signal Company garantisce le comunicazioni dentro la SETAF e con i comandi superiori americani e NATO.

LE ARMI NUCLEARI IN ITALIA
La consistenza dei depositi nucleari italiani può essere solo stimata sulla base dei vettori nucleari di cui si conosce l'esistenza e della media di testate per vettore. Cinque sono i tipi di armi nucleari di cui è certa l'esistenza in Italia:
Testate per i missili superficie-superfície Lance della 3a Brigata Missili e di eventuali unità di supporto americane: Attualmente gli Stati Uniti dislocano i loro Lance in Germania federale, ma la facile trasportabilità fa ritenere che un loro rischieramento possa già nelle prime fasi di una eventuale guerra.
I Missili Lance in dotazione all'Italia sono circa 100 (per alcuni è previsto un impiego con testate convenzionali), ma per 2/3 è ipotizzato un ruolo nucleare con testate di potenza tra i 10 ed i 100 kiloton, comprese eventuali testate a radiazioni rinforzate). Le testate disponibili per l'impiego da parte dell'Esercito italiano sono dunque circa 70, mentre altre 60 dovrebbero essere in riserva per le unità americane .rischierate.
Proiettili da 155 e da 203 mm di artiglieria. La vecchia generazione di proiettili nucleari di artiglieria aveva caratteristiche balistiche molto diverse da quelle dei proiettili convenzionali, rendendo necessaria la individuazione di alcune unità specificamente destinate al fuoco nucleare. Questa è la ragione per cui nella Brigata Missili vi sono due gruppi di obici da 203/25, mentre soltanto alcune batterie di altri gruppi di artiglieria pesante campale hanno avuto dual role nucleare e convenzionale. La nuova generazione di proiettili e cannoni (in particolare i nuovi obici da 155 mm FH-70) è stata studiata per una completa compatibilità balistica, al punto che teoricamente tutte le unità di artiglieria con calibri da 155 e 203 potrebbero essere dual role. Ciò in pratica non avviene, sia per ragioni evidenti di controllo del fuoco nucleare, che per motivi di segretezza e addestramento che fanno concentrare in alcuni gruppi selezionati la capacità nucleare (l e 9 gruppo art. pes.). Oltre ai due gruppi della Brigata missili (con 36 pezzi da 203/259) almeno altri 8 gruppi di artiglieria pesante campale sono bivalenti, per un totale di circa 180 bocche da fuoco. La dotazione media per pezzo è di 4 granate nucleari, dando così un totale di 720 esistenti nei depositi italiani.
ADM (Atomic Demolition Munitions) o «mine atomiche». Gli USA hanno in Italia una compagnia del Genio con 24 plotoni in grado di mettere in opera ciascuno una ADM. La dotazione dovrebbe essere di circa 2 ADM per unità di impiego, dunque in totale 50 mine.
Le bombe nucleari per gli aerei destinati alle missioni di strike nucleare. Attualmente sono due i gruppi dell'Aeronautica italiana che hanno questo compito, il 102 di Rimini su F-104S e il 154 di Ghedi in conversione sul Tornado. Solo una parte degli aerei è permanentemente destinato a portare armi nucleari ma tutti gli aerei hanno le strumentazioni necessarie. La disponibilità media di bombe è calcolata sulla base di 2 per ogni 18 F-104S e 14 Tornado, cioè 70 armi. Per gli aerei Usa della base aerea di Aviano è da ritenere che siano almeno 100 le bombe destinate alle unità dell'USAF operanti da aeroporti italiani. è tuttavia impossibile definire la quantità di armi immagazzinata per l'eventuale rischieramento di altri gruppi di cacciabombardieri normalmente stazionati in Spagna o negli Stati Uniti.
Testate per i missili antiaerei Nike Hercules. L'Aeronautica dispone di 8 basi missilistiche dotate di Nike Hercules, per un totale di 72 rampe di lancio. Di queste solo 16, in ragione di 2 per base, sono utilizzate per il lancio dei Nike nucleari. I missili pronti al lancio sono 16, vi è una riserva immediatamente disponibile di 32 missili e una probabile riserva nei depositi di altri 48 missili, per un totale di 96 testate. I missili Nike, pur avendo una missione primaria antiaerea, possono essere usati nel tiro contro bersagli di superficie fino a distanze di circa 130-150 km. Ovviamente, trattandosi di armi fisse, questa è un'eventualità molto remota, ipotizzabile solo come ultima ratio. In totale nei depositi italiani vi dovrebbero essere circa 1170 testate nucleari, con potenze comprese tra i 0,5 kt ed i 200 kt.
Per quanto riguarda le testate nucleari imbarcate sulle unità della 6' Flotta Usa, non vi sono informazioni certe sulla base nella quale sono depositate per la loro sostituzione e manutenzione. Secondo notizie non confermate la base di transito di queste munizioni per la US Navy sarebbe l'aeroporto di Sigonella (Catania).

Bella Italia armate sponde Edizione IRENE giugno 1989
LE ARMI NUCLEARI IN ITALIA
L'arsenale nucleare della NATO ha subito negli ultimi anni un notevole mutamento, ridotto con il ritiro di sistemi considerati ormai obsoleti, rinnovato con l'introduzione in servizio di nuove versioni di vecchie testate o con armi totalmente nuove.
Nel complesso, tuttavia, la consistenza dell'armamento nucleare americano in Europa rimane sempre a livelli altissimi, ben oltre le quattromila testate.
L'Italia conserva sul suo territorio un numero di armi nucleari ricopreso tra 500 e1.000, a seconda delle stime. Siamo terzi in Europa, dopo Germania e Gran Bretagna, per numero di testate nucleari custodite nei nostri depositi.
Dove sono le testate
Il più grande deposito di armi nucleari esistente in Italia è probabilmente site Pluto, a Longare in provincia di Vicenza, dove è conservata la maggior parte delle armi nucleari dell'Esercito statunitense destinate all'impiego nel teatro meridionale, sia da parte delle forze statunitensi stesse che da quelle alleate.
A site Pluto si trova la 69th Ordnance Company che ha la responsabilità della manutenzione delle armi nucleari depositate nella base scavata all'interno di una collina situata proprio nel centro dei paese di Longare. La responsabilità della difesa fisica delle armi è invece dei 28th Field Artillery Detachment, dipendente dal 559th Field Artillery Group di Vicenza.
Altri depositi nucleari attivi, dentro i quali si trovano cioè sicuramente testate nucleari, sono gestiti assieme da italiani ed americani.
A Palù di Orsago, (TV), si trova il site Algol, dove sono custodite testate per i missili Lance in dotazione al 3 Gruppo missili Volturno della 31 Brigata missili Aquileía.
La sicurezza dei deposito è garantita dalla I Compagnia fucilieri, italiana, e dal 29th Field Artillery Detachment dei 559th Field Artillery Group di stanza nella caserma di Codognè.
A Chiarano, (TV), esiste un deposito della 3 Brigata missili, sorvegliato dalla III Compagnia fucilieri e dal 12th Field Artillery Detachment americano, entrambi di stanza ad Oderzo.
Ad Alvisopoli di Fossalta dì Portogruaro, (VE), esiste un altro deposito speciale, il site Castor, affidato alla II Compagnia fucilieri ma all'interno dei quale non sembrano esservi attualmente armi nucleari.
Un altro deposito nucleare attivo ma senza armi nucleari all'interno è quello di Tormeno (VC),.gestito esclusivamente dagli americani. Vi si trovano il 22nd Field Artillery Detachment e il 19th Explosive Ordonance Detachment, quest'ultimo incaricato della distruzione delle armi nucleari o degli interventi di emergenza in caso di incidenti.
E’ stato disattivato il síte Rígel di Naz, nei pressi di Bressanone. Le armi nucleari sono state trasferite in coincidenza con lo scioglimento del 1 Gruppo artiglieria pesante di Elvas. La IV Compagnia fucilieri, che si trovava a Bressanone per garantire la sicurezza fisica dei deposito, è stata trasferita a San Bernardo di Udine e ad Udine, nella caserma Osoppo sede dei 27 Gruppo artiglieria pesante semovente Marche dotato di obici da 203 mm con capacità nucleare si è trasferito pure lo 11th Field Artillery Detachment. E’ dunque molto probabile che anche i proiettili da 203 mm si trovino in qualche deposito nei pressi dei capoluogo friulano.
Le unità dell'Esercito certificate per l'impiego nucleare dipendono dalla 3a Brigata missili Aquileia di Portogruaro che ha il suo comando di guerra a Rivis (PN). Sono:
3 Gruppo missili Volturno, comando ad Oderzo. Si struttura su 3 batterie, (1 a Oderzo, 2 e 3 a Codognè) su 2 rampe di lancio, per un totale di 6 rampe, ricaricabili. Si stima che siano un centinaio i missili a Lance in dotazione all'Esercito, in parte per l'impiego convenzionale.
27 Gruppo artiglieria pesante semovente Marche, con cannoni semoventi da 203 mm M110Al.
Dovrebbero essere state completamente ritirate dal servizio le ADM (Atomic demolition munitions), decisa alcuni anni fa nel vertice NATO di Montebello. Non è noto se alcune di queste armi, chiamate anche mine atomiche, si trovino nei depositi per essere eventualmente impiegate dalle forze speciali in operazioni particolari. Un'ipotesi circolata tempo fa sulla base di quanto affermato da alcuni manuali addestrativi americani.
Anche le testate per i missili Nike Hercules, si trovavano presso i siti dell'Aeronautica, non sono più nell'inventario nucleare corrente. Il loro ritiro è recentissimo ed è possibile che si trovino ancora nei depositi italiani in attesa di essere trasferite oltreoceano. I reparti statunitensi incaricati della loro custodia e manutenzione sono stati invece sciolti.
Ad Aviano, in una zona poco distante dalla base americana, si trova il più importante deposito di armi dell'USAFE dei teatro meridionale. In questo deposito sono conservate, tra l'altro, le armi che dovrebbero essere impiegate dagli F 16 dei 401st Tactical Fighter Wing di Torrejon.
Responsabile della manutenzione e della distribuzione delle oltre 200 armi, secondo le stime più attendibili, è il 40th Combat Support Squadron (CSS), che ha sede in questa stessa base.
A Rimini, presso la base dei 51 Stormo, si trova un deposito più piccolo di armi destinate ad essere impiegate dagli F 104S dotati di capacità nucleare. Si tratterebbe di circa 25 armi, la cui custodia è assicurata dal 7401st Ammunition Support Squadron, dipendente dal 40th CSS.
A Ghedi, presso la base dei 6^ Stormo, vi è un deposito simile per i TornadoLa sicurezza delle armi è affidata al 7402nd Ammunition Support Squadron.
Negli aeroporti italiani con capacità nucleare sono in via di realizzazione i cosiddetti Weapons storage and Security Systems (WSI), depositi di armi nucleari sistemati sotto i ricoveri in cemento che ospitano gli aerei destinati all'impiego nucleare, 18 ad Aviano e 6 ciascuno a Ghedi e Rimini e dovrebbero contenere almeno 2 bombe nucleari ciascuno, con controllo a distanza attraverso un complesso sistema di telecamere e sensori elettronici e accesso possibile solo in caso di allarme nucleare.
I reparti di impiego per queste armi nucleari sono:
Squadrons dei 401st Tactical Fighter Wing di Torrejon quando rischierati sulla base di Aviano alle dipendenze dei 40th Tactical Group;
154 Gruppo CBOS (Caccia bombardieri speciali) del 6 Stormo di Ghedi;
102 Gruppo CBOS dei 5 Stormo di Rimini Miramare
154 Gruppo 36 Stormo di Gioia dei Colle, anche se non è certo che questo reparto sia certificato per l'impiego nucleare.
In ogni caso la distinzione tra gruppi abilitati allo strike nucleare e gruppi non abilitati è formale in quanto, in caso di guerra, tutti i gruppi italiani su Tornado potrebbero essere utilizzati indifferentemente in ruolo nucleare o convenzionale.
Anche se in via di smantellamento la Comiso Air Station resta tutt'ora una delle principali concentrazioni di armi nucleari dei Mediterraneo, ed una delle più pericolose perché i missili cruise dei 487th Tactical Missile Wing che vi si trovano possono raggiungere obiettivi all'interno dell'Unione Sovietica. I cruise dovrebbero comunque essere progressivamente eliminati in base al trattato per l'eliminazione delle armi a raggio intermedio.
Attualmente, nei depositi corazzati della base si trovano ancora 64 di missili con le relative testate.
Le armi nucleari per l'impiego navale si trovano nelle basi di Sigonella e di Santo Stefano.
All'interno della Naval Air Station 3 di Sigonella, da dove operano mezzo Squadron di aerei antisommergibili P 3C Orion della Flotta dell'Atiantico, e l'88 Gruppo AS dei 41 Stormo italiano con i suoi Atlantique, esiste un deposito di bombe di profondità nucleari B 57 e, con molta probabilità, anche di bombe per gli aerei imbarcati a bordo delle portaerei della 6th Fleet che operano nel Mediterraneo. Sigonella è punto di transito di queste armi da e per le unità della Flotta. La Spagna non consente, infatti, agli americani di tenere bombe nucleari sul suo territorio e Sigonella è l'unica base aeronavale utilizzabile a questo fine. La conferma dei ruolo nucleare di Sigonella viene anche dalla presenza al suo interno dei 2nd Expiosive Ordnance Disposal Group (EOD), un'unità specializzata nella manutenzione e distruzione di queste armi.
Nell'arcipelago della Maddalena si trova l'altro punto di rifornimento nucleare della US Navy nel Mediterraneo. Le armi nucleari si trovano sia a bordo dei sommergibili dei 22nd Submarine Squadron (SUBRON) in rada per ia manutenzione e il riposo degli equipaggi, che della nave appoggio normalmente di base in queste acque (attualmente la Frank Cable, AS 40), oltre che nel del nuovo deposito munizíoni NATO scavato nella roccia dell'isola di Santo Stefano.
Alla Maddalena si trovano quasi certamente sia testate per missili antisommergibili SUBROC di cui sono dotati i sottomarini nucleari americani, sia missili da crociera Tomahawk, versione lanciabile da sottomarino dei missili l.cruise"

STIMA DELLA PRESENZA ARMI NUCLEARI

Tipo arma Arkin IRDISP 1989
Testate missili Cruise 16 16 64
Bombe per aereo 250 330 350
Testate missili Lance 50 110 60
Granate da 203 mm 40 100 40
Granate da 155 mm 15 100 50
****
Mine nucleari 22 50 0
****
Testate missili Nike 70 90 0
Bombe antisommergibili 93 30 100

I dati sono rispettivamente quelli di William Arkin, pubblicati dall'IRDISP nel volume "Tutto quello che i russi già,, sanno e gli italiani non devono sapere" quelli IRDISP pubblicati nel medesimo volumetto; quelli nostri, ricavati da un assestamento delle cifre precedenti sulla base degli sviluppi conosciuti degli ultimi anni.

[Modificato da wintergreen 07/12/2006 8.11]

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