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LA' DOVE IL GHIBLI SOFFIA E BRUCIA IL SOLE SON RIMASTE LE ETERNE INCANCELLABILI PAROLE CHE TU CARRISTA CON IL SANGUE HAI SCRITTO:
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Come ti faccio la maglia

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2006 09:19
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13/04/2006 14:05
 
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Nel tentativo di riordinare la mia biblioteca carrista di ieri e di oggi, ho avuto sottomano alcune pubblicazioni relative ai mezzi corazzati in servizio nel nostro esercito nel secondo dopoguerra e ho così avuto modo, tra le altre cose, di ripercorrere rapidamente l’evoluzione delle dotazioni radio utilizzate sui nostri carri nell’arco dei quaranta anni successivi alla fine del secondo conflitto mondiale. Ritenendo di far cosa gradita......

I primi mezzi corazzati ad entrare in servizio nell’immediato dopoguerra furono degli Sherman e degli Stuart di varia provenienza e modello.
Questi primi mezzi vennero dotati di apparati radio di origine anglocanadese.

Venne standardizzato il Wireless set no.19 MKIII che aveva avuto larghissima diffusione tra le truppe, corazzate e non, del Commonwealth, oltre ad essere stato fornito in grandi quantità all’Armata Rossa. Segue illustrazione di una stazione fissa.

[IMG]http://i2.tinypic.com/vdl7rr.jpg[/IMG]

Come indicato dal Manuale del Marconista, edito dalla Scuola di Carrismo nel 1948, la stazione radio no. 19, era così composta:
- apparato A – per collegamenti a grande distanza
- apparato B – per collegamenti a breve distanza
- apparato IC – per collegamento tra membri dell’equipaggio.
Relativamente all’assegnazione e all’impiego si dice che essa era distribuita:
- ai reparti del Genio per i collegamenti all’interno delle grandi unità
- alle unità corazzate per i collegamenti tra i mezzi corazzati
l’installazione poteva essere fissa (a terra) o mobile (su carri radio o carri armati), si trattava di una stazione isoonda (trasmetteva e riceveva sulla stessa onda) che lavorava in semplice (non poteva trasmettere e ricevere contemporaneamente).

Parlando solo di stazioni mobili, su carro M4, la portata per l’apparato A poteva variare tra i 20 ed i 150 Km., mentre l’apparato B, sempre con antenna a stilo, aveva una portata di 900 metri circa.

I due apparati A e B erano racchiusi in un’unica “scatola”, collegata da un grosso connettore all'alimentatore ed utilizzavano, se necessario, due antenne a stilo, agendo sui comandi di commutazione si potevano ottenere varie combinazioni di ricezione e trasmissione in diverse modalità e frequenze, attraverso il variometro (il cilindro posto accanto la corpo della radio visibile nelle due illustrazioni) era poi possibile mantenere il rapporto ottimale tra la frequenza di trasmissione ed il modello di antenna montato.

[IMG]http://i2.tinypic.com/vdl7hi.jpg[/IMG]

Era prassi normale che il marconista rimanesse in ascolto dell’apparato B (collegamento vicino) ed il capocarro seguisse le comunicazioni sull’apparato A (collegamento lontano).
Come detto più sopra l’apparato IC permetteva la comunicazione in voce tra i 5 membri dell’equipaggio, tutti dotati di cuffie e microfono, normalmente l’apparato era sempre in funzione, all’interno del carro tutti parlavano con tutti, le chiamate in arrivo dall’esterno erano però udite solo dal capocarro e dal marconista, e solo loro, ruotando il commutatore, potevano replicare alle stesse.

C’è da dire che le chiamate in arrivo dall’esterno, quando ci si trovava in modalità interfono, venivano udite attenuate di due punti nel loro volume audio, ecco che allora in condizioni “tattiche” o di scarsa ricezione per disturbi, marconista e capocarro restavano, come già detto, permanentemente in ascolto sui canali di comunicazione esterni, gli altri membri dell’equipaggio, principalmente il pilota, se fosse stato necessario potevano attirare l’attenzione del capocarro mediante un avviso sonoro udibile in cuffia.
Piccolo chiarimento, per marconista intendiamo lo stesso carrista al quale, più avanti nel tempo, ci si riferirà come servente-radiofonista, con il suo posto di combattimento in torretta, essendo scomparsa per sempre la figura del marconista alloggiato nello scafo, caratteristica diffusa su molti carri della seconda guerra mondiale, come, ad esempio, quelli tedeschi.

Passano pochi anni ed ecco che, messi da parte gli impianti anglo-canadesi, si passò all'adozione standard delle radio già in uso presso l’U.S. Army.

Ecco che allora su M26, M24 e sui sopravvissuti M4 vennero montati i complessi SCR 508/528.

Anche questi apparati erano di epoca bellica, sviluppati sul finire degli anni ’30 negli Stati Uniti erano stati progressivamente migliorati e avevano fornito ottima prova durante il conflitto, la suddivisione in moduli diversamente combinabili consentiva di soddisfare al meglio tutte le esigenze delle unità corazzate e della fanteria al seguito.

La diversa composizione portava alla diversa designazione.

La SCR 528 era la dotazione base dei carri gregari, composta da:
- una ricetrasmittente BC 604, con funzione integrata di apparecchio interfonico;
- una ricevente BC 603;
Al carro del comandante di plotone si poteva, se necessario, aggiungere un apparato VRC-3 destinato a coprire il collegamento con la fanteria al seguito.
È il caso dell’illustrazione che segue, tratta dal manuale per il servente radiofonista del carro M26 - anno 1957.

[IMG]http://i2.tinypic.com/vdl8hi.jpg[/IMG]

La VRC-3 è quella in alto a sinistra, collegata ad una propria antenna ed alla scatola BC 658 del servente il quale rimaneva in costante ascolto passando la comunicazione al capocarro se fosse stato necessario.

La VRC-3 non era altro che una parte del complesso SCR-300 utilizzato dalla fanteria come stazione spalleggiabile, di seguito l’immagine di un nostro fante con l’apparecchiatura in oggetto e ancora un’altra che ritrae la SCR-300 completa di accessori.

[IMG]http://i2.tinypic.com/vdl8qe.jpg[/IMG]

[IMG]http://i2.tinypic.com/vdlaih.jpg[/IMG]

Naturalmente anche su Pershing e Chafee tutti i membri dell’equipaggio avevano la possibilità di comunicare tra loro ma, ancora, solo capocarro e radiofonista potevano comunicare con l’esterno grazie alle scatole BC 658 cui erano connessi, per pilota, mitragliere e cannoniere le scatole erano delle BC 606.

Le stazioni SCR 508 erano invece montate sui carri comando compagnia o simili.

Agli elementi sopra elencati per la 528 si aggiungeva una ulteriore ricevente BC 603 destinata a monitorare le trasmissioni su una ulteriore, e più larga, maglia radio.

Segue l’illustrazione dei diversi componenti di una SCR 508 e quella di una SCR 528 “in opera”.

[IMG]http://i2.tinypic.com/vdl8yc.jpg[/IMG]

Ora, se mi dite che la cosa riveste un certo interesse [SM=x75465] , vado avanti con M47/M60 e Leopard [SM=x75449] , se la risposta è:”Quali radio?!?” [SM=x75445] la finiamo qui. [SM=x75466]

Auguri di

Buona Pasqua [SM=x75471] [SM=x75448]

[Modificato da giacomo415 13/04/2006 14.28]

Giacomo


I got my bags packed baby and i'm ready to go
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13/04/2006 16:43
 
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MOLTo INTERESSANTE!!!!

prego la signoria vostra
di continuare [SM=x75446] [SM=x75446]
[SM=x75484]
In omnia pericula, tasta testicula...






http://vehemenscn.blogspot.com/

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E' troppo tempo che non sento una bella RV4 chiamare: Tuono21, qui Tuono, dirigersi verso localita Monte De Mesu, sillabo: Mike, Oscar, November...
Esecutivo immediato, passo

[SM=x75466] [SM=x75464]

[SM=x75484] [SM=x75483]



Bricchetto


XIX Btg. Cr. Nell'acciaio temprati

I veicoli militari sono belli perché costruiti in base a progetti funzionali, che li rendono reali, solidi, privi d'artifizio. Il carrarmato possiede la bellezza delle sue linee dure; è cinquanta tonnellate di corazza che rotola su cingoli simili a cinturini d'orologio in acciaio.
Il carro è la nostra protezione, rolla e rolla per sempre, sempre avanti, sferragliando la scura poesia meccanica del ferro e dei cannoni. G. H.
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Che ci crediate o no, questa è roba tutta amatoriale.
La vettura non è militare, e la baracca la messa su un serg. in congedo, folgorino.
Ci sono parti degli impianti radio perfettamente ricostruite a mano!
Senza divagare dall'interessante post di Giacomo, assolutamente istruttivo.
La foto è di Iacco. L'unica cosa che io saprei fare è trovare "on".

[IMG]http://i2.tinypic.com/ve2bns.jpg[/IMG]

[IMG]http://i2.tinypic.com/ve2bv6.jpg[/IMG]



Bricchetto


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Il carro è la nostra protezione, rolla e rolla per sempre, sempre avanti, sferragliando la scura poesia meccanica del ferro e dei cannoni. G. H.
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14/04/2006 08:22
 
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[SM=x75461] [SM=x75461]

Orpo! Che roba! Complimenti al Sergente sul serio.

A parte il box in basso a sinistra dentro all'AR ehm, cioè, al Land Rover, e alle due basi d'antenna sul tetto, tutto il resto mi pare molto più moderno di quello che il convento passava ai miei tempi. Box e basi d'antenna, invece, sono gli stessi che usavamo.

Bell'impiantino, comunque. Chissà come "pompa"! [SM=x75446] [SM=x75446]

Ciao
Federico

40a Btr, Gr.A.Mon. "Pinerolo"
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14/04/2006 10:49
 
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complimenti Giacomo direi di continuare. Per chi interessa nel sito Vecio.it nella sezione Alpini d'arresto ci sono i mezzi di comunicazione usati.
saluti e auguri di buona Pasqua (OT)
La maz trid.
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14/04/2006 12:53
 
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Re:

Scritto da: Federico65 14/04/2006 8.22
[SM=x75461] [SM=x75461]

Orpo! Che roba! Complimenti al Sergente sul serio.

A parte il box in basso a sinistra dentro all'AR ehm, cioè, al Land Rover, e alle due basi d'antenna sul tetto, tutto il resto mi pare molto più moderno di quello che il convento passava ai miei tempi. Box e basi d'antenna, invece, sono gli stessi che usavamo.

Bell'impiantino, comunque. Chissà come "pompa"! [SM=x75446] [SM=x75446]

Ciao



Pompa er volume, pompa er volume, balla, balla, bravo!
[SM=x75466] [SM=x75478] [SM=x75478]

Per pompare pompa. Mi hanno raccontato che un maggiore della Folgore lo chiama alle esercitazioni per dare una mano...
Gli indicatori delle RV3 sono stati rifatti a mano, usando trasferelli e fresa per modellismo. Una roba che non ti dico, perfetti.



Bricchetto


XIX Btg. Cr. Nell'acciaio temprati

I veicoli militari sono belli perché costruiti in base a progetti funzionali, che li rendono reali, solidi, privi d'artifizio. Il carrarmato possiede la bellezza delle sue linee dure; è cinquanta tonnellate di corazza che rotola su cingoli simili a cinturini d'orologio in acciaio.
Il carro è la nostra protezione, rolla e rolla per sempre, sempre avanti, sferragliando la scura poesia meccanica del ferro e dei cannoni. G. H.
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14/04/2006 13:22
 
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piccole radio crescono

Con i primi anni ’50 e sulla scorta delle esperienze coreane iniziò per l’U.S. Army un processo di rinnovamento tecnologico mica da ridere. [SM=x75451]

Tutti nuovi i carri, medi e leggeri, nuovi i veicoli per la fanteria e tutta nuova la linea dei veicoli tattici da trasporto.
Anche il parco radio, di conseguenza, venne rinnovato totalmente. [SM=x75444]

Intanto, con l’introduzione della “Joint nomenclature” venne modificato e razionalizzato il sistema di designazione di tutti gli aggeggi in uso al Signal Corps.
Il nuovo prefisso AN/ accomunava tutti i Signal Corps end items della Marina, dell’Aviazione, dell’Esercito e dei Marines degli Stati Uniti con innegabili vantaggi nell’orientare il consumatore finale.
Per maggiore chiarezza ecco di seguito la tabella riassuntiva:

[IMG]http://i2.tinypic.com/vfibec.jpg[/IMG]

Nella vastissima gamma di apparati a disposizione delle truppe quelli che interessano noi sono i radio set AN/GRC numerati da 3 a 8, che erano poi quelli in uso ai reparti corazzati (3 e 4), di artiglieria (5 e 6) e di fanteria (7 e 8).

Il radio set 3 era quello montato sui carri del Platoon commander e del suo sergente, il radio set 4 su tutti i carri gregari.

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una composizione di diversi elementi, questi che seguono sono quelli base della AN/GRC-4 (carri gregari):
- apparato 1 (collegamento di reparto) ricetrasmittente RT-66;
- alimentatore per apparato 1;
- apparato 2 (collegamento comune con artiglieria e fanteria) ricetrasmittente RT-70;
- amplificatore interfonico AM-65;

per ottenere una AN/GRC-3 (carri comando) occorre aggiungere alla dotazione base un ricevitore ausiliario R-108.

Tutto questo ambaradan è meravigliosamente riassunto nelle due illustrazioni che seguono, tratte dal manuale del capocarro per carro M47 – Scuola Truppe Corazzate – Caserta 1979 (!).

[IMG]http://i2.tinypic.com/vfibub.jpg[/IMG]

[IMG]http://i2.tinypic.com/vfic8w.jpg[/IMG]

Con questa dotazione potevano essere monitorate tutte le comunicazioni sul campo in modo efficiente e razionale. Da noi le nuove radio arrivarono montate sugli M47 allora in distribuzione ma apparati identici erano usati sugli M48 ed M41 americani e alleati in genere, con una diffusione che fu davvero vastissima.

Segue una tabella con la ripartizione delle frequenze tra i diversi apparati e i diversi utilizzatori, appare abbastanza chiara la leggera sovrapposizione tra gli spazi radio dedicati ai carri, all’artiglieria e alla fanteria, al centro della tabella appare lo spazio comune (common band) coperto dalle RT-70 oltre a quello utilizzato dalle AN/PRC-6 (le banane).

[IMG]http://i2.tinypic.com/vfidqx.jpg[/IMG]

Curiosamente ho trovato un paio di pubblicazioni dell’EI datate 1953 e 1956 in cui si dice che ancora sugli M47 ci si poteva trovare di fronte alle vecchie SCR 508/528, dal mio piccolo posso direi che la cosa mi pare strana, però non si può mai dire….. se qualcuno potesse dare qualche elemento in più sarebbe davvero il benvenuto.

Anche all’interno del carro le cose cambiano anche se non radicalmente.

I membri dell’equipaggio sono ormai stabilmente diventati quattro, delle trasmissioni continuano ad occuparsene capocarro e servente-radiofonista, però, con l’adozione delle nuove scatole di controllo C-375 e delle scatole pettorali AN/GSA-6, a bordo tutti possono mettersi in comunicazione con l’esterno attraverso una qualunque delle due ricetrasmittenti, fermo restando che le regolazioni della frequenza possono farsi esclusivamente stando in torretta.

Ancora, è possibile la contemporanea utilizzazione delle due ricetrasmittenti da parte di due diversi membri dell’equipaggio mentre l’interfono continua a collegare gli altri due ed eventualmente anche l’esterno del carro tramite l’interfono AN/VIA-1 posto nella parte posteriore esterna dello scafo e a disposizione della fanteria al seguito che può comunicare tramite una normale cornetta radiofonica con a disposizione una decina di metri di cavo.

[IMG]http://i2.tinypic.com/vfhvsj.jpg[/IMG]

La scatola C-375, il pettorale AN/GSA-6 con cuffie e microfono, la cornetta H-33 e l’altoparlante LS-166 avranno vita lunghissima, entrati servizio parecchi anni prima della mia venuta al mondo, saranno il mio pane quotidiano per tutto l’anno di leva e saranno radiati dopo tanti anni ancora, e poi dice che da noi non esistono le tradizioni! [SM=x75466]

[IMG]http://i2.tinypic.com/vfhw7m.jpg[/IMG]

Ulteriori informazioni e splendide immagini (sempre sull’M47) le potete trovare a questo link tra le pagine di Ferreamole.

Alla prossima, dopo Pasqua, e ancora tanti Auguri a tutti [SM=x75448]

[Modificato da giacomo415 14/04/2006 13.50]

Giacomo


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Re:

Scritto da: Bricchetto 13/04/2006 18.58
E' troppo tempo che non sento una bella RV4 chiamare: Tuono21, qui Tuono, dirigersi verso localita Monte De Mesu, sillabo: Mike, Oscar, November...
Esecutivo immediato, passo

[SM=x75466] [SM=x75464]

[SM=x75484] [SM=x75483]



L'ultima che è sentito io è stata:

- Puglia1 da Puglia
- Avanti puglia
- Interrogativo su come volete la pizza. passo.
Andrea Bosis
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25/04/2006 20:40
 
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Re:

Scritto da: Federico65 14/04/2006 8.22
[SM=x75461] [SM=x75461]

Orpo! Che roba! Complimenti al Sergente sul serio.

A parte il box in basso a sinistra dentro all'AR ehm, cioè, al Land Rover, e alle due basi d'antenna sul tetto, tutto il resto mi pare molto più moderno di quello che il convento passava ai miei tempi. Box e basi d'antenna, invece, sono gli stessi che usavamo.

Bell'impiantino, comunque. Chissà come "pompa"! [SM=x75446] [SM=x75446]

Ciao



Conosco il proprietario del mezzo ed in privato posso anche dirvi in quale Prot. Civ. opera.
Visto che si tratta un po' del mio campo posso dirvi che le antenne sono su base standard NATO 4 fori, la scatola nera che sta esternamente sotto l'antenna di sx è l'accordatore o tuner (ATU) per apparato radio HF (non vi cito la marca ma chi mi conosce già sa!!).
All'interno vari apparati di derivazione militare o civile , consentono al mezzo una notevole escursione in frequenza e tante possibilità operative.
Una vera sala radio mobile che molte Prot.Civ. non hanno e nemmeno unità di crisi ben più rinomate posseggono.
Ancora complimenti all'ex Folgorino.

Saluti
Matteo!!
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26/04/2006 15:42
 
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Complimenti sinceri a Giacomo [SM=x75464] ed al sergente [SM=x75464]

Ma a me quello che mi faceva impazzire erano i telefoni da campo a filo con manovella e campanella incorporata! Non sono mai riuscito a trovarne di usati [SM=x75459]

[Modificato da mikros 26/04/2006 15.43]

--
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Ed eccoci alla terza e conclusiva parte di questo breve e per nulla approfondito panorama delle dotazioni radio, montate sui nostri carri dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli anni ottanta.

Ci eravamo fermati alle AN/GRC 3-4 montate sugli M47 che, per lunghi anni fu il carro standard del nostro esercito, il quale, nel corso degli anni ’60, sottopose a estese prove quelli che erano i mezzi più moderni del periodo, allora freschi di acciaieria, e cioè il francese AMX 30 ed il tedesco Leopard. Sorvolando su beghe politiche e valutazioni di altro genere, il carro tedesco venne indicato come il vincitore (quale effettivamente era) ed acquistato in 200 esemplari di produzione tedesca oltre a prevederne la produzione su licenza in Italia.

Con gli anni ’70 si aprì, quindi, la lunga carriera italiana del Leopard e con esso arrivò anche una nuova dotazione radio (quasi) tutta nuova.

Precedendo di poco l’arrivo del carro tedesco venne immessa in servizio anche una aliquota di M60A1, che andò ad equipaggiare i reparti dell’Ariete, questi carri, però, in quanto ad apparati radio avevano, in origine, la stessa identica dotazione prevista per gli M47, alla cui trattazione in un mio precedente post vi rimando.

In seguito questo doppio binario, non saprei dire con precisione quando, venne eliminato con l’unificazione delle dotazioni tra i due carri. Quando arrivai io, a metà degli anni ’80, Leopard ed M60 montavano le stesse radio.
Una dotazione quasi tutta nuova, dicevo. Sicuramente semplificate e meno ingombranti rispetto alle AN/GRC 3-4 le nuove stazioni erano designate RV4/213/V ed RV3/13/V rispettivamente per carri comando e carri gregari.
Lo schema che segue è tratto dal manuale del servente radiofonista per carro Leopard edito a Caserta nel 1978.

[IMG]http://i3.tinypic.com/x4oxty.jpg[/IMG]

Per chiarire la differenza, di dimensioni dell’apparato e di affollamento nella parte posteriore della torretta di seguito ho inserito le immagini di una AN/GRC 3, di una RV4/213/V ed infine di una RV3/13/V. è evidente un certo dimagrimento nell’insieme.

[IMG]http://i3.tinypic.com/x4ozu9.jpg[/IMG]

[IMG]http://i1.tinypic.com/x4ozld.jpg[/IMG]

[IMG]http://i2.tinypic.com/x4ozmt.jpg[/IMG]

Intanto la nuova stazione prevedeva un elemento in meno, da due ricetrasmittenti ed un ricevitore ausiliario (carri comando) si passava ad una sola ricetrasmittente con l’aggiunta di un ricevitore ausiliario sui carri comando, questo fatto, unito alle dimensioni più contenute dei singoli elementi, portava ad una certa sensazione di “vuoto” apprezzabile nel confronto tra le diverse foto.

La nuova ricetrasmittente, designata ER-95/A-I era molto semplice e robusta, trasmetteva e riceveva in modulazione di frequenza, lavorava in semplice (o parli o ascolti) aveva una elevata praticità d’uso, grazie soprattutto alla modularità che consentiva di utilizzarla nel modo più semplice, collegandola direttamente ad un pacco di batterie, ad una antenna e ad una cuffia o microfono, come complesso spalleggiabile, oppure come complesso veicolare, integrato o meno dal ricevitore ausiliario R-95-C, esteriormente riconoscibile per la mancanza della presa frontale per l’antenna, dall’amplificatore AM-215/AI, oltre che, sui carri, dall’amplificatore AI 100, “cuore” dell’apparato interfonico.

Per quanto riguarda la parte interfonica nulla era cambiato, dalla scatola di distribuzione, fissata sulla parete posteriore della torretta, partiva il cavo che collegava le tre scatole di controllo C375, due in torretta, una in comune per capocarro e cannoniere ed una per il servente oltre a quella posta nello scafo per il pilota, era sempre presente, poi, un terminale esterno per i collegamenti con la fanteria al seguito, sul Leopard era contenuto in una scatola corazzata di forma circolare posta a poppa del carro. Ecco di seguito una bella foto con in evidenza l’alloggiamento, chiuso, per la cornetta dell’interfono esterno.

[IMG]http://i3.tinypic.com/x4p005.jpg[/IMG]

La combinazione indossata dal carrista comprendeva un casco vecchio modello, simile a quello utilizzato in un passato remoto dall’US Army, al casco veniva fissato un insieme di cuffie e microfono con supporto snodato collegato, tramite cavo, alla scatola pettorale AN/GSA-6, questa scatola era portata, appunto, sul torace e tenuta in posizione da due cinghie di canapa. Sulla scatola, due pulsanti, uno destinato alla trasmissione sull’impianto interfonico(“I”) l’altro a quella esterna tramite ricetrasmittente (“R”).

[IMG]http://i2.tinypic.com/x4p3xl.jpg[/IMG]

Un cavo a doppia spina, pezzo a sé stante, connetteva la scatola pettorale con la scatola di controllo C375, questo cavo, vero cordone ombelicale tra uomo e carro, per sua natura era esposto a danneggiamenti di vario genere, trovarne uno perfetto non era semplice, di qui la cura nella sua conservazione quando non in uso, normalmente arrotolato in una delle due tasche con pattina del giaccone di pelle.

La scatola C375 consentiva la connessione contemporanea di due utenti, ognuno dotato di proprio controllo del volume, tramite la leva di selezione frontale era poi possibile selezionare l’apparato radio da monitorare e/o da utilizzare per il collegamento con l’esterno, ad esempio il capocarro stava all’ascolto della ricetrasmittente ed il servente all’ascolto del ricevitore ausiliario, rimanendo salva, comunque la possibilità (selettore in posizione 2) di ascoltare contemporaneamente tutte le trasmissioni, si tenga presente che, qualunque fosse la posizione del selettore, l’ascolto sull’interfono era sempre attivo per tutti i membri dell’equipaggio.

Nella foto che segue, scattata dalla postazione del servente verso quella del capocarro, sotto i due pannelli di controllo si vede bene la scatola C375 alla quale si connetteva anche il cannoniere.

[IMG]http://i2.tinypic.com/x4p01v.jpg[/IMG]

Nel frattempo che facevano i nostri alleati?
L’US Army, già da tempo era passato all’AN/VRC-12, altro materiale dalla lunga vita operativa, installato dapprima sugli M48 lo si poteva ritrovare anche sugli M1 fino all’avvento delle SINCGARS avvenuto grossomodo nella seconda metà degli anni ’80, anche Germania, Gran Bretagna e Francia montavano apparati simili nelle prestazioni e, come si vede nella tabella che segue, quasi identici nelle frequenze utilizzate.

[IMG]http://i3.tinypic.com/x4p0fc.jpg[/IMG]

Per un accordo di standardizzazione a livello NATO tutti gli apparati elencati avevano cablaggi identici, poteva quindi capitare che un sergente americano, se si fosse trovato in stato di necessità, avrebbe potuto balzare su un nostro carro [SM=x75460] , portare via la nostra RV-3 [SM=x75451] , montarla sul suo Abrams al posto dell’analoga ricetrasmittente RT 246 e usarla dovendo semplicemente rinunciare ad un piccola porzione di frequenze [SM=x75476] , questo, naturalmente, avendo ancora l’uso delle mani. [SM=x75466]

Certo era possibile anche il contrario ma a noi nessuno lo aveva mai detto [SM=x75445] e, già che ci siamo, vorrei sapere perché l’FM 17-19 Armor Crewman Manual spiegava per filo e per segno questo e anche molto altro in 600 pagine circa mentre il nostro striminzito manualetto di 74 pagine ti diceva a malapena che il carro aveva un davanti e un didietro? [SM=x75454]

Lungi da me l’idea che queste righe vadano oltre l’intento di un semplice riepilogo, ben altra mole di dati, immagini e informazioni si sarebbe dovuta spiegare altrimenti. [SM=x75467]

Polo – Polo – saluti dai parcheggi – Chiudo [SM=x75448]
Giacomo


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Ricetrasmittente RV3
Ho letto con grande attenzione il msg di Giacomo415 ed essendo appassionato al surplus militare chiedevo se qualcuno mi può dare una mano a trovare i manuali delle RV3 ed RV2 chiaramente anche in fotocopia.
Grazie, Guglielmo.
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Re: Ricetrasmittente RV3

Scritto da: guglielmov2 16/05/2006 13.45
Ho letto con grande attenzione il msg di Giacomo415 ed essendo appassionato al surplus militare chiedevo se qualcuno mi può dare una mano a trovare i manuali delle RV3 ed RV2 chiaramente anche in fotocopia.
Grazie, Guglielmo.



Non possiedo i manuali delle radio ma solo quelli dei carri sui quali le radio erano montate, oltre ai miei appunti da radiofonista. [SM=x75467]

Non essendo un esperto del settore posso indicarti solo la ESCO, è possibile che tramite loro possa trovare del materiale interessante. [SM=x75463]

Saluti [SM=x75448]
Giacomo


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Grazie per l'info.
Guglielmo
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Re:

Scritto da: mikros 26/04/2006 15.42
Complimenti sinceri a Giacomo [SM=x75464] ed al sergente [SM=x75464]

Ma a me quello che mi faceva impazzire erano i telefoni da campo a filo con manovella e campanella incorporata! Non sono mai riuscito a trovarne di usati [SM=x75459]

[Modificato da mikros 26/04/2006 15.43]





Ti riferisci ai mitici telefoni da campo EE 8 (Echo Echo 8) io ricordo i metri e metri che ti toccava fare con gli stendifilo per collegarli durante i campi.....

Comunque su questo sito trovi info interessanti.

www.olive-drab.com/od_electronics_ee8.php



C.le Luca R.
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25/08/2006 08:25
 
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Per non so quale motivo, ipotizzo, più a livello di battuta che altro, una mancata cassazione di vecchie regole, noi Radiofonisti della mia Batteria eravamo (teoricamente) anche telefonisti. E quindi gli accenni ai telefoni campali nonchè queste foto delle RV3 (che però se era montato in set Riceaus su AR e/o ACL e/o ACM si chiamava RV4 (noi lo chiamavamo Castello RV4)) hanno risvegliato non pochi ricordi.

La foto del manichino carrista: la cuffia (che non aveva nulla di ergonomico, l'avevamo pure noi, Così come lo switch che gli si vede sul torace. Cuffia usata una sola volta, grazie a Dio, in marcia (!), sotto all'elmetto (!!), mentre nello zaino Alpino affardellato mi portavo la mia brava RV3 e dotazioni varie (!!!). L'idea fu dello Sten, evidentemente aveva digerito male ed era in "pista". Non vi dico le risate degli Alpieri del Saluzzo quando mi videro arrivare conciato a quel modo [SM=x75446] .

I castelli RV4 possono essere usati in remoto: cioè è possibile lasciare l'AR da qualche parte ben nascosta, protetta e mascherata, ma usarne tuttavia le radio (che sono più potenti di quelle spalleggiabili. Per farlo si usavano delle belle (pesanti!) bobinone di cavo telefonico ed un set che noi chiamavamo telecomandi. Si collegava alle RV4 e steso il cavo, nella buca dell'osservatorio avevi solo uno scatolotto a cui collegare il microfono e il box.

Le librette ufficiali prevedevano ancora nel 1986 che la linea pezzi fosse collegata al posto comando tramite telefoni da campo. Ecco che quindi noi Radiofonisti una certa infarinatura di telefoni da campo ce la dovevamo avere per forza. Facemmo anche qualche prova ma a parte la pista squallida di stendere centinaia di metri di cavo telefonico per poi avere una qualità di trasmissione inferiore a quella che si aveva a scuola quando si giocava in 30 al telefono senza fili [SM=x75446] non ricordo molto. Attrezzi affascinanti, però: bachelite a profusione e meccanismi di una qualità che oggi ci si sogna. l'elettronica ha ucciso la piccola meccanica ed elettromeccanica di precisione...

La polveriera dove facevamo le guardie era attrezzata conun sistema di telefoni da campo. Per passare il tempo in maniera utile, quandi ci andavamo, provvedevamo a farne manutenzione. Era una nostra iniziativa e credo che se ci avessero beccati a farlo, avremmo pure passato dei guai. Sostituimmo pure un tratto di cavo che collegava una garitta ad un altra, dato che un qualche roditore (si era in mezzo ad un bosco) ci aveva, chissà quanto tempo prima, a giudicare dall'ossidazione.

Ciao
Federico

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piange il telefono
Intanto complimenti a Federico per l’asciutta ma completa panoramica della dotazione radio della batteria.

La RV4 era una stazione radio nella quale si integravano la ricetrasmittente ed un ricevitore ausiliario, come più sopra spiegato in relazione all’impiego sul Leopard. [SM=x75449]

La presenza del comando a distanza, di grande utilità in molti casi, era già prevista anche sui modelli di radio più vecchi. Vedi, ad esempio le prime due immagini del set no. 19 MKIII postate più sopra (anche se le immagini, di piccole dimensioni, non sono troppo chiare). [SM=x75460]

In artiglieria, fino ad anni non troppo lontani, quello telefonico, era IL collegamento principale. [SM=x75480]

Non ho materiale sull’artiglieria da montagna mentre ho qualcosa su quella semovente (M7-105/22 e Sexton).

Nelle istruzioni sull’impiego del gruppo semoventi si ricorda con enfasi che:
…….la linea telefonica funziona in collegamento durante il tiro. È opportuno chiarire che tale linea è da considerarsi normale durante il tiro in collegamento del gruppo semoventi; solo nel caso del tutto eccezionale che non possa essere tesa sarà sostituita dalla radio di bordo.

Di seguito lo schema della maglia radio e telefonica all’interno del gruppo semoventi e tra questo e i carri comando del battaglione carri al cui supporto era destinato il fuoco.

[IMG]http://i8.tinypic.com/25iu4hh.jpg[/IMG]

Questo dell'impiego dei semoventi sarebbe un argomento interessante sul quale varrebbe la pena tornare, se qualcuno avesse materiale didattico e/o foto e volesse condividerle con noialtri sono sicuro che verrebbe fuori qualcosa di buono. [SM=x75476]

Saluti [SM=x75448]
Giacomo


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25/08/2006 11:19
 
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Questa dei telefoni al posto delle radio è una mania tutta Italiana, credo.

Anche durante la IIGM tra le truppr in prima linea e appena dietro, credo che coloro che si facevano più il mazzo, e che mazzo, c'erano quelli dei telefoni: tutto era collegato con kilometrate di doppino telefonico. Leggendo Cronache del Genio Alpino ce ne si può fare un idea: i telefoni seguivano tutti i movimnti delle truppe. Ciò significa che i telefonisti dovevano seguire i reparti mentr avanzavano (un loro nucleo stava sempre presso il comando del Btg e/o Cp) e se le c ose andavano male, erano gli ultimi a mollare la posizione, portandosi dietro i materiali e riarrotolando bobine di doppino. Una cosa allucinante, se ci pensate.

Qui addirittura si istruisce tassativamente che i collegamenti vanno fatti col telefono, e non via radio, salvo che in casi eccezionali.

Di questa mania per i telefoni ci accusavano pure i tedeschi, proprio perchè è un sistema di comunicazioni che intrinsecamente rallenta la velocità con cui si stabiliscono i collegamenti, che oltrettutto saltano durante i movimenti. Le nostre pattuglie OC (Osservazione Collegamento) comunicavano via filo con la loro Batteria. I tedeschi lo facevano via radio. E si che Marconi era Italiano e che, ad aggravare la faccenda, i nostri doppini telefonici erano, in confronto a quelli tedeschi (anche loro montavano linee telefoniche, ma meno di noi), di qualità pessima, specie negli isolanti, cosa che provocava uno scadimento del segnale at un rateo per Km di linea molto superiore alle linee tedesche.

Questo nostro amore per i telefoni era giustificato da parte nostra nei confronti dell'alleato germanico col fatto che le comunicazioni radio erano molto più facilmente intercettabili di quelle telefoniche. Se infatti era possibile (ed i nostri lo facevano spesso, stando al libro sopra citato) intercettare le linee telefoniche nemiche tra le trincce poste di fronte ale nostre (teatro Greco-Albanese), diventava molto difficile, se non impossibile intercettare i cavi che da quelle linee andavano indietro verso i comandi arretrati.

Però, nel dopoguerra, credo che l'esigenza di eseguire missioni di fuoco "spara e muoviti" sia diventata sempre più importante rispetto alla segretezza delle informazioni trasmesse, per cui proprio non riesco a vedere il motivo di perdere tutto quel tempo, esposti allo controbatteria, sempre più veloce e precisa nelle reazioni, a posare e poi ritirare centinaia di metri di cavi telefonici rispettivamente prima e dopo aver fatto fuoco coi pezzi.

Noi (portandoci dietro la roba telefonica...) facevamo tutto via radio: RV2 al Capopezzo e due RV4 "truccate" in ciascuno dei due Posti Comando (ma le normali Batterie ne avevano uno solo di PC).

RV4 "truccate" perchè invece della normale configurazione RiceTras/RiceAus, si montavano due RiceTras, così da poter trasmettere velocemente su due frequenze (una era quelle delle RV2 dei Pezzi, l'altra quella al momento in uso dal resto della Batteria: Recce, Osservatori, Comandante ecc.)) senza dove continuamente switchare da una all'altra, col rischio di perdere qualcosa.

Lo stesso genere castello "truccato" (ma disposto in verticale, sui PC, che erano un ACL75 e uno Shelter montato su un ACM80, le radio erano affiancate) era montato sull'AR76 del Capo. Gli altri si dovevano accontentare dei normali set RV4.

Ciao
Federico

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25/08/2006 12:25
 
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Re:

Scritto da: Federico65 25/08/2006 11.19

RV4 "truccate" perchè invece della normale configurazione RiceTras/RiceAus, si montavano due RiceTras, così da poter trasmettere velocemente su due frequenze (una era quelle delle RV2 dei Pezzi, l'altra quella al momento in uso dal resto della Batteria: Recce, Osservatori, Comandante ecc.)) senza dove continuamente switchare da una all'altra, col rischio di perdere qualcosa.




[SM=x75444] ragazzi mi sento proprio a casa! [SM=x75466]

Saluti dal parco radio [SM=x75448]
Giacomo


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