Nel corso degli anni ’50, proseguendo un percorso che si era iniziato a tracciare già nella seconda guerra mondiale, si era avuto uno sviluppo inarrestabile nella qualità ed affidabilità dei carri.
Questo fatto, unito al gran numero di mezzi immessi in servizio da parte dei due blocchi contrapposti, aveva contribuito a rendere la minaccia rappresentata sul campo di battaglia da parte delle unità corazzate ancora più temibile che in passato. Questo progresso riguardò, naturalmente, anche il munizionamento e le bocche da fuoco, sia quelle impiegate sui carri sia quelle destinate a controbattere la minaccia rappresentata dai carri stessi.
La necessità di dotare i reparti di fanteria di armi anticarro leggere, maneggevoli e potenti condusse alla scelta obbligata di privilegiare il munizionamento a carica cava, impiegato principalmente da cannoni senza rinculo e da quei sistemi missilistici anticarro che allora muovevano i primi passi.
A questo punto l’analisi delle bocche da fuoco, montate sui carri o meno, esula dalla mia analisi attuale, magari ne parleremo una prossima volta. Vorrei concentrare la nostra attenzione su sistemi missilistici controcarro che, numerosi, vennero sviluppati in quegli anni e sui modelli che entrarono in servizio nel nostro esercito.
Furono i francesi della Nord Aviation a partorire il primo vero ed efficiente sistema missilistico anticarro, l’SS-10.
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Se oggi i suoi 1500 metri di gittata non ci impressionano affatto dobbiamo pensare a cosa rappresentasse questo dato a metà degli anni ’50: portandosi appresso più o meno una quarantina di chili tra missile, bobina e sistema di guida si poteva sparare, con ragionevole probabilità di colpire nel segno, una testa a carica cava del peso di Kg. 5,5 da una postazione defilata che necessitava di pochissimi minuti per il suo approntamento, ad una distanza, 1500 metri, appunto, impensabile prima per un sistema di quell'ingombro e di quel peso che fino ad allora, semplicemente, non esisteva.
Fu un successo commerciale non indifferente, si stimano 30.000 esemplari prodotti (e venduti).
Naturalmente i nostri cugini d’oltralpe non dormirono sugli allori e perfezionarono il modello originale secondo due filoni.
Il primo portò alla realizzazione dell’ENTAC (ENgine Telèguidè AntiChar), di peso e dimensioni analoghi all’SS-10 ma con gittata e controllo migliorati.
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il complesso di controllo, si notino il binocolo e la leva di comando.
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La seconda linea di sviluppo portò all’SS-11, sostanzialmente più grande e potente (peso al lancio raddoppiato) e con portata utile di poco superiore ai 3000 metri. L’ENTAC era ancora ampiamente utilizzabile da una squadra appiedata mentre l’SS-11 era destinato principalmente, ma non esclusivamente, ad un uso “montato” sia su veicoli che elicotteri Del primo se ne produssero 130.000 pezzi, del secondo 160.000 o, dicono alcuni, 180.000, ogni commento è superfluo.
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La loro diffusione fu vastissima e fra le parecchie decine di forze armate che se ne dotarono figurò l’US Army. In attesa che l’industria statunitense producesse qualcosa di proprio all’altezza della situazione, vennero adottati dapprima l’SS-10 e, a seguire, l’ENTAC e l’SS-11 sistemi, questi, destinati ad integrarsi sul campo viste le loro diverse prestazioni e caratteristiche. Era diffusa la convinzione che in tempi brevi si sarebbe adottato un prodotto nazionale, la cosa non fu così rapida e se l’SS-10 ebbe vita breve, gli altri due rimasero in inventario fino ai primi anni ’70.
Un segnale di quanto fosse sentita, da parte dell’US Army, l’urgenza di immettere in servizio questi sistemi lo si può cogliere dal fatto che essi furono distribuiti conservando la loro designazione originale francese, fatto abbastanza inusuale.
Nel 1963 giunse, infine, per tutti la designazione ufficiale USA ed allora l’SS-10 divenne MGM-21, l’ENTAC era l’MGM-32 ed infine l’SS-11 diventò l’AGM-22 ma il danno ormai era fatto e quasi nessuno impiegò mai le designazioni ufficiali.
E da noi?
Anche il nostro esercito si dotò di una linea anticarro che prevedeva l’integrazione di missili a media e grande gittata e di cannoni s.r.
Per l’impiego alle distanze maggiori venne adottato l’SS-11 nella variante B1, ossia con sistema di guida transistorizzato (!).
Per l’impiego alle distanze minori vennero immessi in servizio i modelli “Cobra” e “Mosquito” di caratteristiche prestazioni tra loro analoghe, il primo prodotto dalla tedesca M.B.B. il secondo sviluppato dalla svizzera Oerlikon-Contraves e prodotto in Italia dalla Contraves-Italia.
Leggendo le caratteristiche dell’SS-11 B1 veniamo a sapere che ci troviamo tra le mani un missile filoguidato cioè un proietto autopropulso, stabilizzato mediante rotazione, teleguidato sul bersaglio mediante impulsi elettronici di intensità e polarità variabili, prodotti da apposito generatore e trasmessi al missile tramite due fili conduttori.
E così prosegue:
L’arma è di struttura complessa ma di impiego sicuro ed efficace contro obiettivi corazzati a distanze comprese tra i 500 ed i 3000 metri. Può essere impiegato da postazione a terra o da razziere installate su V.C.T.T. e su elicotteri.
Tra i vantaggi elencati vi sono:
- l’elevato potere distruttivo,
- la massima precisione di tiro anche a distanze elevate,
- la rapidità e l’efficacia di impiego in quanto, entro certi limiti, non è necessaria la stima della distanza e della velocità del bersaglio,
- la possibilità di lancio da posizioni defilate,
- la facilità di occultamento e mascheramento,
- la possibilità, per il tiratore, di trovarsi in posizione diversa da quella di lancio del missile.
Ecco il riepilogo dei dati salienti:
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La composizione della squadra, prevista nell’ambito delle compagnie c/c dei reggimenti di fanteria, bersaglieri e carri, era la seguente:
1 sottufficiale comandante di squadra, tiratore;
1 graduato servente;
1 graduato radiofonista;
2 soldati rifornitori;
1 pilota V.C.T.T.;
1 V.C.T.T.
Di seguito le immagini dell’area d’azione del missile (citata anche nella tavola precedente) e della sequenza di accensione dei motori di partenza e di crociera.
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Per il momento ho esaurito il tempo a mia disposizione.
Tornerò sull’argomento a breve proseguendo il discorso sull’SS-11 e dando qualche informazione anche su Cobra e Mosquito.
Due cose ancora. La prima, se sono noioso ditelo, la seconda, a volte mi pare di essere preda delle mie idee
ed allora non c’è niente di meglio che confrontare le proprie opinioni con quelle degli altri, se qualcuno ha dell’altro materiale o, meglio, esperienze personali in merito cosa aspetta? Si faccia avanti!
Saluti
[Modificato da giacomo415 09/05/2006 19.09]
Giacomo
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