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Candidatura Leaarhie

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2024 12:40
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Drago Rosso
Ciao a tutti!

- Pg candidato: Leaarhie, livello 4
- Drago Prescelto: Rosso
- Entità: Maschile
- Stirpe di Laegar, l'Orgoglioso

BACKGROUND E STORIA GIOCATA

Dicono che scrivere faccia bene all’anima e che, in qualche modo, aiuti a placare il nostro tormento. Ho deciso di provare e scrivere qualcosa della mia vita… Anche se poi, probabilmente, brucerò queste pagine.

PASSATO

Il mio nome è Leaarhie e sono una mezzelfa, figlia di un’elfa e di un umano. Unico seme che hanno deciso di mettere al mondo e, con il senno di poi, oserei dire per fortuna. Si, la mia famiglia è stata un disastro: un’unione di razze troppo diverse, un amore sbagliato e corrosivo. Cronaca di un fallimento annunciato.
Mia madre è un’elfa dei Ghiacci, probabilmente la più bella che io abbia mai visto: un fiume di capelli biondi, viso disegnato dagli Dei, occhi azzurri dal taglio dolce, corpo perfetto e modi sinuosi, eleganti, impeccabili. Quanto tempo poteva impiegare un umano idiota ad innamorarsi di una come lei? Poco, ovviamente. Ed ecco come un belloccio biondo del Nord, tutto muscoli ed occhi azzurri si è fiondato nella sua vita, facendola innamorare con la sua spensieratezza ed i suoi modi di fare misteriosi e sfuggenti. Lei era composta, rigida ed algida come la sua stirpe voleva: bella e fiera, elegante e sicura. Lui, invece, era completamente distante dal suo mondo: focoso, impetuoso, inarrestabile ed affabile. Una coppia di opposti, destinata a bruciarsi. Infatti, lei se ne innamorò al punto da cancellare sé stessa, arrivando persino a rinnegare i suoi genitori che, ovviamente, erano del tutto contrari alla loro unione. Per questo non ho mai conosciuto i miei nonni. Sanno della mia nascita, ma non hanno mai voluto incontrarmi: per loro, io sono una sconfitta, un abominio nella loro perfetta linea di sangue.
Quando mia madre rimase incinta, lei e mio padre andarono a vivere in un villaggio nel freddo Nord ed è proprio là che io venni alla luce e trascorsi i primi sette anni della mia vita. Amavo mia madre perché, nonostante la sua stirpe, era una donna incredibilmente dolce e profonda. Ricordo il suo sorriso caldo e le carezze, gli abbracci e tutte le attenzioni che mi donava ogni giorno. Mi ha insegnato a leggere, scrivere ed essere curiosa, oltre che a credere nella mia intelligenza. Amavo anche mio padre: come agli occhi di ogni bambina, lui per me era un eroe. Alto, bello e forte; era un guerriero e non aveva paura di nulla. Lui mi ha insegnato a tenere in mano il pugnale, a cacciare ed andare a cavallo. La mia parte ribelle ed irrequieta l’ho indubbiamente ereditata da lui.

Ripensandoci ora, è incredibile come in un giorno tutto possa cambiare.
Ricordo ancora le urla strazianti di mia madre, ricordo ancora le sue lacrime che non riuscivo a fermare in nessuna maniera. La sua disperazione era forte al punto da farmi male, da farmi mancare il fiato.
No, mio padre non era morto. Mio padre se n’era semplicemente andato. Con un inutile, piccolo e stupidissimo biglietto: “Abbiamo fatto uno sbaglio. Non posso darti la vita che cerchi, il mio cuore appartiene alla guerra. Dai un bacio a Lea. Ti amo.”
Mia madre l’ha cercato in lungo ed in largo e più di una volta ha rischiato di giocarsi la pelle nel tentativo. Io ho fatto lo stesso, uscivo e correvo, correvo il più lontano possibile urlando “papà”, sperando che forse si fosse solo perso, che forse prima o poi sarebbe tornato.
Ho visto mia madre morire lentamente, giorno dopo giorno: ha iniziato a mangiare sempre meno, a parlare sempre meno. Si è chiusa gradualmente, dimenticandosi di vivere e dimenticandosi anche di me. Abbiamo iniziato a non avere più cibo in tavola e, così, spesso uscivo e tentavo di cacciare qualcosa nei boschi. Ma siamo sinceri: non avevo nemmeno otto anni, non potevo badare ad entrambe. Saremmo morte di stenti, probabilmente, se i miei zii non fossero giunti a casa nostra pochi mesi dopo; mia mamma e sua sorella, infatti, non hanno mai perso il loro legame nonostante tutto e spesso venivano a salutare. Quando ci hanno trovate in quelle condizioni, ci hanno riportate immediatamente con loro nella città degli elfi dei Ghiacci. Una città alla quale non sono mai appartenuta. So che hanno fatto del loro meglio, ora capisco quanto si siano sforzati di farmi crescere in un determinato modo per il mio bene. Ma all’epoca, io li odiavo. Forse ho sfogato verso di loro tutta la mia rabbia, tutta la mia impotenza. Si, perché crescendo il dolore dell’abbandono si è trasformato in un’enorme rabbia che non sono più riuscita a controllare. Hanno tentato di educarmi come un’elfa; peccato che non lo fossi. Io odiavo le lezioni di buone maniere, odiavo ascoltare quell’odiosa educatrice che tentava d’inculcarmi inutili lezioni di storia. Io volevo imparare ciò che mia madre aveva da insegnarmi, io volevo uscire e vivere il mondo insieme a papà. Nulla, però, di tutto quello era più lì. Lui era sparito, lei era caduta in una profonda depressione senza via di ritorno. Parlava a stento con me, anzi, la maggior parte delle volte farfugliava da sola o con qualcuno che solo lei poteva vedere. Quando provavo a relazionarmi con lei, non mi riconosceva nemmeno. Così, ad un certo punto, ho iniziato a odiare pure lei. Lei e la sua debolezza, lei e il suo stupido amore che l’ha consumata. Avevo circa dodici anni quando mi feci quella promessa: io non sarei mai stata come lei, io non avrei mai permesso a qualcuno di farmi tanto del male. Io non sarei mai stata debole.

Chissà quanto ho fatto soffrire i miei zii, ora che ci ripenso a mente lucida. Sicuramente nemmeno se lo meritavano. Eppure, quando ho raggiunto diciotto anni ed ho messo qualche soldo da parte, sono fuggita. In una notte d’estate qualsiasi, ho preso il mio cavallo nero e sono scappata, lasciandomi lontano qualsiasi cosa.
Nessun biglietto, nessun avviso. Sapevano benissimo quanto odiassi la mia vita e la mia famiglia; forse mi avranno anche cercata per i primi tempi, o forse no. Non m’importa.

La prima volta che strappai la vita ad un uomo, venne solo pochi mesi dopo.
Ero troppo inesperta per sapere che una ragazza giovane, bella e senza armi non può girovagare completamente sola, soprattutto la notte. Certe volte dormivo nei boschi, nascosta su alberi o cespugli, altre invece mi azzardavo ad andare in qualche locanda.
Fu proprio in una di quelle sere, fuori da una Locanda di Dalen, che un uomo di circa quarant’anni, grosso e rozzo, mi avvicinò. Gli intimai di lasciarmi stare, tentai di fuggire. Ma lui mi prese per un polso e mi tirò a sé, costringendomi a guardarlo. Era brutto, il suo alito puzzava di vino. Mi buttò per terra e, in un attimo, fu sopra di me. Mi strappò la camicia e sentii le sue mani ovunque. M’immobilizzai per dei lunghi minuti, smisi pure di scalpitare per liberarmi. Mi sentii… Debole. Forse fu quello a farmi scattare: io avevo promesso che mai sarei stata una debole. Proprio in quell’istante i miei occhi incontrarono la fredda lama del coltellaccio che lui si portava alla cintola: ricordai quando mio padre mi insegnava a dare il colpo di grazia alle prede. Quell’umano sopra di me, ai miei occhi, era un porco: non sarebbe stato troppo differente, no? Poi, fu tutto una questione di pochi attimi: mentre lui mi baciava il collo, io afferrai il suo coltello e glielo infilai nella gola. Morì sopra di me, nel pieno di un’erezione che, poverino, non riuscì ad accontentare. Lo spinsi via e lo lascia lì.
Non mentirò, ho avuto paura. Soprattutto il giorno dopo, quando ritrovarono il cadavere. Se mi avessero scoperta? Se avessero capito che la colpa era mia?
Invece, non successe nulla. Nessuno sospettò di me e io me ne andai. Non ho provato alcun senso di colpa, nessun rimpianto. Quell’umano meritava di morire. Forse è stata questa la prima volta in cui ho avuto un contatto con lui: Shanaas.

PRESENTE

Sono arrivata a Conca del Tuono in un normalissimo, ed incredibilmente senza pioggia, pomeriggio di fine estate. Avevo raggruppato abbastanza soldi con il mio ultimo lavoro, facendo la cameriera in una Locanda. Per questo motivo decisi di non dormire all’aperto quella notte, ma di affittare una camera all’ “Accademia del Gusto” di Conca del Tuono. Non sapevo bene cosa stessi cercando in quella città, forse non sapevo bene cosa stessi cercando nella vita. Un lavoro stabile ed appagante? Soldi? Conoscenza? O forse tutto messo insieme? Qualunque fosse il mio obiettivo, tutto in quel pomeriggio è cambiato. Un incontro casuale ha fatto incrociare il mio destino a quello di Lars Valdemar, all’epoca Governatore della città. Abbiamo chiacchierato e, lui, mi ha proposto di lavorare nella biblioteca del suo Palazzo. Accettai. Dopo poco tempo, mi ha proposto d’unirmi al suo gruppo, una Setta dedita a sconvolgere gli equilibri di un mondo ingiusto, crudele e sbagliato. Accettai. Il Caos è entrato dentro di me, un seme che lentamente è germogliato e, mischiandosi alla mia rabbia repressa, è cresciuto sempre di più. Lars, successivamente, mi ha insegnato a manipolare le trame magiche: quante volte lo avevo chiesto ai miei zii. Loro conoscevano l’Ars, ma quando la nominavo li facevo infuriare: la magia era troppo pericolosa, temevano diventasse per me troppo assuefacente. Con il senno di poi, credo avessero solo paura di me. E forse facevano bene. Lars mi ha insegnato magie che i miei zii possono solo immaginare nei loro peggiori incubi.
Ma non è tutto.
Lars, oltre ad essere l’Araldo del Caos ed il campione di Feriy, non è un uomo qualunque. Non posso parlarne con nessuno, ma tanto queste parole bruceranno tra le fiamme.
Lars è un Drakul: è morto ed è rinato grazie alla magia. Non respira né il suo cuore batte più, seppur la sua stirpe gli permetta di provare qualcosa simile ai sentimenti umani. Si nutre di sangue… Ed indovina quale bramava? Si, il mio.
Io, però, non sono una vittima qualunque. Io sono la sua Vena: tra noi esiste un Legame di Sangue tale per cui io proteggo lui e lui protegge me. Sempre.
Mi ha spiegato sin da subito che il Legame è imprevedibile: può sfociare in una grande amicizia, in fratellanza, in un rapporto padre e figlia o… Amore. Avevo vent’anni quando è successo e, forse, ho rischiato anche di innamorarmi di lui. Però, dall’inizio, è sempre stato sincero: mi ha detto di avere una compagna e che il suo cuore apparteneva solo a lei. Così, quando ha tentato di portarmi a letto, ho detto no. Certo, lo desideravo. Ma io non potevo avere il suo cuore, lui, allora, non poteva avere il mio corpo. L’avevo promesso: io non potevo fare la fine di mia madre. Rischiare d’innamorarmi di lui era fuori discussione. Sarebbe stato un amore tossico e malato, tutto ciò da cui ho sempre voluto tenermi lontano. Inoltre, io non sono disposta ad essere la seconda. Mai. Sono troppo fiera ed orgogliosa per fare l’amante, anche se è il campione di un Dio a chiedermelo.
Non è stato facile, sia chiaro.
Quando lui è diventato Re, ed io nobile ed ambasciatrice del neo Regno, è stato incoronato proprio da lei, dalla sua compagna. Ha ballato con lei, mentre esortava me a ballare con qualche altro bel nobile.
Quando io stavo tentando di allontanare ogni sentimento, lui è venuto da me dicendo che presto si sarebbe sposato. Nessuna reazione sopra le righe, niente capelli strappati. Semplicemente ho sepolto qualsiasi cosa provassi per lui e sono andata avanti. Nel tempo sono diventata abbastanza brava ad allontanare chi mi ferisce, seppur resti profondamente legata a Lars a causa del nostro Legame.

Poi, una sera, è arrivato lui: Lucien.
Si è seduto al mio tavolo come cento prima di lui hanno tentato di fare, ma – a differenza degli altri – lui ha attirato la mia attenzione.
Non so perché, non so cosa nella sua sfacciataggine e superbia mi abbia attratto. Forse perché in molti tratti lo vedo simile a me, forse perché vedo in lui riflesso qualcosa che riconosco. Forse siamo spezzati in maniera simile e ci siamo riaggiustati da soli, nel modo sbagliato.
L’unica cosa certa è che lui è stato il primo, per me.

Le sorprese non finiscono qui: quando Lars l’ha scoperto, ha perso la ragione.
Si è ingelosito quando ha saputo di me e lui. Ha confessato di essersi innamorato di me e, subito dopo, mi ha elencato tutti i modi in cui avrebbe potuto torturare ed uccidere Lucien.
No, ovvio che non mi sarei aspettata questa reazione: io ero rimasta ferma al nostro patto iniziale, quando lui mi disse “puoi avere un tuo compagno, una tua relazione. Io non sarò geloso e non sarò un impedimento” e al “Il mio cuore appartiene ad un’altra donna”.
Bene, che è accaduto nel mezzo?
Non ne ho idea. So soltanto che Lucien è una parentesi felice nel disastro della mia vita.
E lo prometto: nessuno gli farà del male.

Di cose strane, durante questi mesi, me ne sono successe. Una su tutte, però, ha sconvolto il mio modo di pensare.
Me ne stavo alla Locanda, ancora prima di diventare ambasciatrice. Dal nulla, ho perso i sensi e mi sono ritrovata sulla vetta di una montagna, insieme ad altri due sventurati. Poco dopo, un bestione mostruoso di oltre tre metri ed armato è comparso innanzi a noi e, ovviamente, ha tentato di ucciderci. Abbiamo combattuto, siamo arrivati pure a ferirlo. Eppure, dopo ogni ferita il suo corpo si rigenerava. Ci ha ridotti in fin di vita e, io, mi sono ritrovata a penzolare nel nulla, a chissà quanti mila metri di altezza. Le mie mani erano l’unica cosa a tenermi aggrappata alla pietra e alla vita. Poi, il mostro, è arrivato e mi ha calpestato le mani, facendomi cadere giù. È stato in quell’istante che, non so per quale ragione, ho pregato.
No, non sono mai stata fedele. Anzi, forse prima di allora non avevo nemmeno mai creduto agli Dei. Oh, si, i miei zii ci hanno provato: loro sono fedeli di Morwell ed hanno preteso che anche io lo diventassi. Sono riusciti a farmi odiare pure lei.
Eppure, mentre penzolavo da quel burrone, la mia mente ed il mio cuore hanno urlato un solo nome: Shanaas.
Ho implorato il Triplice di risparmiare la mia vita e, in cambio, gli ho offerto la mia anima.

Ed ora eccomi qui, a scrivere queste inutili pagine.
Forse Lui aveva posato gli occhi su di me ancora quella notte, quando senza esitare ho ucciso quell’uomo per salvare la mia dignità. Forse ha visto qualcosa in me ed è per questo che ha risparmiato la mia vita.
L’unica cosa che so è che ora la mia anima appartiene a Lui.
Ed io, con Lui, sono ancora in debito.

PSICOLOGIA E FEDE

Ho scritto la biografia in prima persona per permettere alla personalità della mia pg di venire parzialmente a galla da sola.
Lea non nasce malvagia e, in realtà, non lo è nemmeno al momento. È una caotica neutrale, un’individualista estremamente legata alla propria libertà di azione e di pensiero. Agisce secondo i propri principi (che possono essere ritenuti corretti o sbagliati, questo non le importa) ed è estremamente testarda ed inamovibile dalle proprie idee.
È tipicamente egoista, poco empatica ed estremamente possessiva. Ha grosse difficoltà ad instaurare legami sinceri e profondi, ma quando questo avviene per lei diventa quasi morboso, poiché nel profondo è rimasto il trauma dell’abbandono.
Se dapprima aveva un carattere abbastanza difficile da gestire (non si sarebbe fatta scrupolo a prendere a male parole un’autorità o chiunque dicesse la cosa – secondo lei - sbagliata), da quando è entrata nella Setta del Caos e da quando ha assunto un ruolo politico (ambasciatrice), la sua indole si è smorzata. Raggiungere gli scopi della Setta è diventato il suo credo principale e, per questa ragione, è disposta ad indossare una maschera all’occasione e mordersi la lingua quando necessario.
Da ragazza non ha mai creduto negli Dei, ha sempre ritenuto che nessuno al di sopra di uomini, elfi e nani potesse esistere. Questo perché ai suoi occhi il mondo è un luogo ingiusto, sbagliato e pieno di dolore. Se gli Dei esistono, perché non intervengono?
Lars ha avuto un ruolo fondamentale nello spiegarle le dinamiche che intercorrono tra gli Dei e tra gli Dei e gli abitanti dell’Aengard. Il punto di svolta, però, è avvenuto quando ha implorato l’aiuto di Shanaas (e nemmeno lei sa perché tra tanti abbia scelto proprio lui) ed egli ha risparmiato la sua vita.
Da quel giorno è fortemente convinta che il Triplice voglia qualcosa da lei, che l’abbia risparmiata per una precisa ragione e che, prima o poi, svelerà quale compito ha in serbo per lei. Se Lea dovesse diventare Drakaal, sono certa che rivedrebbe nell’unione con il Drago proprio questa famosa “missione” che Shanaas ha deciso di affidarle.

DRAGO

Vorthcrann – Il Dominatore

Vorthcrann è un drago antico, la cui vita è trascorsa nella rabbia, nell’odio e nel rancore. Lui non dimentica ciò che la sua stirpe ha subito, non dimentica le sofferenze che ogni drago ha sopportato a causa – principalmente – del genere umano. Ricordato come il Dominatore, poiché la sua personalità severa, inflessibile e – per l’appunto – dominante, si è imposta nello scorrere dei millenni. Il suo animo è divenuto un abisso oscuro, devoto solo alla vendetta ed al bramoso desiderio di riportare i Draghi al loro splendore e, soprattutto, alla libertà.
L’unica nota positiva rimasta nel suo spirito è il legame profondo e sacro che nutre verso i suoi simili, creature intoccabili ed assolutamente inarrivabili: le uniche vere meritevoli del suo sincero rispetto. Non disdegna gli elfi, poiché – a modo suo – è giusto: ricorda l’aiuto che la stirpe elfica ha portato al suo popolo nel momento del bisogno.
Non tollera, invece, l’esistenza degli umani: nella sua mente loro sono il vero male del mondo.
Tuttavia, è diventato nel tempo un abile calcolatore, dotato di una logica fredda e tagliente.
Per quanto riguarda l’interagire con Leaarhie, credo che essendo Vorthcrann dotato di una sottile intelligenza, non impiegherebbe troppo a comprendere il carattere della Mezzelfa.
Per questo motivo credo che – inizialmente – tenterebbe di relazionarsi a lei con pazienza, senza imporsi. È vero, è un dominatore: ma lei è un tassello fondamentale e lui un calcolatore. Sa che per convivere non può instaurare un legame servo-padrone, bensì una fratellanza profonda e solida.
Credo, quindi, che si relazionerebbe a lei come un fratello maggiore, protettivo e presente in ogni sua scelta, seppur severo e rigido all’occorrenza.

LEAARHIE DRAKAAL

Leaarhie in versione Drakaal diventerebbe ancora più fiera di quello che già è.
Molti lati del suo carattere sono simili a quelli di Vorthcrann, tuttavia lui ha dalla sua l’esperienza: se Lea rischiasse di cedere alla rabbia o alla violenza nel momento sbagliato, sarebbe lui a fermarla, a farla ragionare grazie alla sua logica ben più corroborata.
Sarebbe quindi da un lato più “equilibrata”, seppur covi ora un’ira ancora più profonda, alla quale riesce a dare una motivazione: non è risentimento solo verso suo padre, ma verso un’intera razza. Quella umana. Condividerebbe a pieno la guerra di Vorthcrann e si lascerebbe guidare per portarla a termine. Riassumendo, di facciata potrebbe apparire più affabile, quando in realtà alle spalle potrebbe covare una malignità ben più pensata e studiata, da attuare nei giusti tempi.
A differenza del Drago, però, in Lea resta una parte di cuore non contaminata: lei è ancora capace di amare e di provare sentimenti positivi. Credo che questo influenzerebbe inevitabilmente Vorthcrann, il quale avrebbe finalmente modo di vivere non soltanto sommerso e circondato dall’odio.

DESCRIZIONE FISICA - DRAGO

Drago massiccio ed imponente, con un’altezza al garrese di 6 metri, zampe ed arti particolarmente robusti. Le squame che rivestono il corpo sono di un colore rosso intenso, mentre gli aculei rigidi che contornano il viso sono sfumati di colore bianco. Gli occhi sono grandi e di colore giallo/arancio, una tonalità che ricorda le fiamme. Dall’estremità della testa ha inizio una cresta di aculei rigidi e massicci, di colore rosso, che giungono sino alla coda; inoltre, sulla schiena sono presenti delle cicatrici di colore nero, causate da chi tentò di cavalcarlo quando era un giovane drago. Le ali sono imponenti, con un’apertura massima di 16 metri. La lunghezza totale dalla testa alla coda è di 20 metri.


DESCRIZIONE FISICA - FORMA ELFICA

Dall’aspetto rassomiglia ad un elfo della notte: pelle pallida, capelli di una tonalità nero profondo, tratti duri, severi, granitici. Gli occhi sono di un colore giallo dorato. È alto 190 cm e dotato di una muscolatura particolarmente sviluppata. Il corpo è riempito di tatuaggi di colore nero: ad ogni marchio corrisponde un ricordo, che si tratti di un fratello drago ucciso o di una sofferenza passata subita.


NATURA MANIFESTA

- Marchio sulla schiena: simile ad un tatuaggio, in realtà è un vero e proprio marchio nero impresso sulla pelle e leggermente in rilievo. *
- Quando utilizza la magia o quando prova forte rabbia, il marchio inizia a brillare di un colore giallo/arancio e gli occhi assumono la stessa colorazione, rivelando una pupilla verticale, simile a quella di un rettile.

* La forma di questo tatuaggio corrisponde alle cicatrici presenti sulla schiena di Vorthcrann, nate a causa della sellatura che fu obbligato a portare quando era un giovane drago.

... Grazie per l'attenzione!
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14/03/2024 15:37
 
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Ma ciao! ..e benvenuta in sezione Drakaal ♥

Ti aspettavo al varco e sono felice che tu abbia steso la candidatura ufficialmente.
Mi prendo un po' di tempo per rileggere con attenzione la tua scheda e tutto quello che hai riportato qui per pensare alle opportune domande così da iniziare seriamente. *__*

Nel frattempo ti ricordo che la candidatura non ha un tempo preciso.
Chiedo anche a te di prenderti tutto il tempo necessario per rispondermi, approfondendo dove serve ed il più possibile (non per forza in termini di lunghezza dello scritto, ma di completezza dello stesso).

Mi segno subito il mio appunto personale come punto zero: 2 tacche benevolenza.

A presto!
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14/03/2024 20:02
 
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Va bene, allora attendo tue notizie! ❤
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16/03/2024 15:03
 
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...Ed eccomi!
Giornate di fuoco.

Allora, partirei subito con una serie di questioni per approfondire un po' il tuo PG.

1. Leaarhie è una mezzelfa, quindi il sangue draconico sarebbe ereditato dalla madre per ovvie ragioni.
Loro non si sono mai più più viste? E con il padre?
1a. Al netto delle risposte di cui sopra, i genitori sono da considerarsi ad oggi vivi entrambi?
1b. Per entrambi... età? Per la madre... il culto? Morwell come per gli zii?

2. L'harem di Lars è ai miei occhi piuttosto ben conosciuto, così come il giocato con Lucien.
Immaginiamoci di avere tra le mani Leaarhie che riceve dentro di sé il risveglio di Vorthcrann per mezzo di Shanaas. Cambierebbero i rapporti con le persone citate nel tuo presente? Se sì, come e perché?
2a. A parte, mi piacerebbe proprio un approfondimento sul tuo ruolo di Vena oggi - che conosco, ma rinfresca pure le mie idee - e quello che si trasformerebbe, se si trasformerebbe, post risveglio.

3. Il presta volto della forma elfica del Drago ha un problema con le orecchie.
Volendo mantenerlo.. necessiteresti di qualcuno che sappia intervenire con un ritocco grafico e posizionare due belle orecchie a punta. Se invece ci fossero anime pie e volontarie, contattate Leaarhie sul GdR!
C'è tempo, per cui proviamoci. Altrimenti andrebbe cercato altro. :/

4. Natura Manifesta di Leaarhie. Va fatto un po' di ordine.
Una deve essere fissa ed una dev'essere ad attivazione.
- Quella fissa, possono essere gl'occhi con pupilla verticale.
- Quella ad attivazione può essere invece l'illuminazione del tatuaggio (che di per sé, il tatuaggio a marchio non corrisponderebbe necessariamente alla razza) di un colore giallo/arancio [o per la magia, o per forti emozioni]
Logicamente puoi cambiarle se nel frattempo qualcosa non ti soddisfa, c'è tutto il tempo della candidatura per sceglierle e definirle. Però l'importante che ti sia chiaro il concept!
Queste per favore riscrivimile.

Per il momento, mi fermo su questi quattro punti.
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18/03/2024 16:37
 
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Ciao!

1 - Esattamente, il sangue draconico sarebbe ereditato dalla madre.
No: da quando Leaarhie è andata via di casa non è più tornata né ha più incontrato membri della sua famiglia. Il padre non lo vede dal giorno in cui l’ha abbandonata, mentre non vede madre e zii dal giorno in cui se ne è andata.
1a) La mamma si, è da considerarsi viva, ma in uno stato depressivo. Per quanto riguarda il padre, invece, sarò onesta: lascerei la porta aperta. Potrebbe essere vivo, come potrebbe essere morto. In realtà in futuro mi piacerebbe esplorare – insieme ad un master - questa parte della storia personale della mia pg!
1b) Per quanto riguarda l’età: padre 45 anni, madre 150 anni. Invece, per quanto riguarda il culto, la madre è una fedele di Morwell (si, come gli zii).


2 - Per quanto riguarda i rapporti faccio una piccola premessa: posso provare ad immaginare cosa cambierebbe dal lato di Leaarhie, ma credo che il successivo mutare dei rapporti dipenderebbe anche dalle reazioni dell’altro personaggio.
Ad ogni modo, partirei da Lucien: Vorthcrann è per natura diffidente, quindi immagino che inizialmente si prenderebbe del tempo per valutare Lucien e per instillare questo senso di dubbio anche in Leaarhie. Non per cattiveria nei confronti di lei, bensì per spirito di preservazione: immagino che Vorthcrann voglia il meglio per la sua Discendente e che desideri tutelarla in ogni maniera. Se lei soffrisse, lui di conseguenza risentirebbe di questo stato d’animo.
Poi il tutto dipenderebbe da Lucien: se si dimostrasse leale e sincero nei confronti di Leaarhie, credo che Vorthcrann lo accetterebbe nella loro vita. Penso questo proprio per le ragioni citate nel precedente post: il Drago capirebbe che mettere dei divieti a Leaarhie è la strategia peggiore da intraprendere per poter andare d’accordo.
Se Lucien invece dimostrasse di usare i sentimenti di Lea o di sfruttarla in qualche modo, beh… A quel punto farebbe meglio a fuggire! La volontà di Vorthcrann, probabilmente, diventerebbe quella di eliminarlo (o tentarci, insomma) anche solo per godere della soddisfazione della vendetta; in tal caso, seppur con sofferenza, credo che Leaarhie seguirebbe il suo volere.
Se invece il legame tra Lucien e Leaarhie terminasse per la volontà di entrambi o semplicemente perché i sentimenti venissero meno, a quel punto per Vorthcrann sarebbe indifferente.

Per quanto riguarda Lars, rispondo prima alla (2a), così da ricollegarmici poi. Spero di riuscire a spiegarmi, perché è un po’ complesso.
Dunque, il Legame nato tra Lars e Leaarhie è molto profondo: Lars è stato attratto da lei poiché si rispecchia in molte sfaccettature (la sofferenza da bambini, il desiderio di riscatto, etc). Lei, invece, è stata attratta da lui sicuramente per il suo ruolo di Araldo e per il suo fascino ed affabilità innata di Drakul. Si sono scambiati il sangue spesso e, a volte, Lars ha “esagerato” con la violenza (in termini pratici, è arrivato a toglierle molti PF) poiché il loro rapporto è diventato via via anche più fisico. Ad ogni modo, al momento Leaarhie per Lars prova un sentimento positivo molto forte, direi una sorta di fratellanza (non amore in senso romantico, per le ragioni che ho scritto nel precedente post). Attualmente entrambi vedono nell’altro quella famiglia che non hanno mai avuto (seppur lui stia combattendo contro i sentimenti amorosi che ha iniziato a provare per lei). Leaarhie farebbe qualsiasi cosa per preservare Lars: nonostante il suo egoismo, il Patto di Sangue ha creato un vero e proprio obbligo di lei nei confronti del Drakul. Non lo tradirebbe mai, non lo metterebbe mai in pericolo.
C’è un aspetto della mia pg che – però – è fondamentale citare per comprendere quello che dirò dopo, riguardo al rapporto Vorthcrann/Lars. È un aspetto del quale il Drakul non è a conoscenza e che Leaarhie stessa tenta di nascondere a sé stessa. Ora mi spiego: come accennavo prima, il rapporto di Vena-Drakul attualmente è molto fisico. Leaarhie, da quando ha iniziato a provare dei sentimenti per Lucien – però – si sente particolarmente a disagio per questo aspetto. A maggior ragione ora che anche Lucien è diventato vena (contro il volere della mia pg) sotto accordo che lui e Lars non si tocchino/non sviluppino un qualcosa di fisico.
Lei è divisa in due: da un lato vorrebbe che le interazioni con Lars restino come sono, perché in realtà l’atto del morso è piacevole e perché ha promesso al Drakul che le cose tra loro non sarebbe cambiate a causa di Lucien. Dall’altro lato vorrebbe sottostare alle stesse regole di Lucien e quindi anche lei preferirebbe non avere un coinvolgimento fisico con Lars (niente morso, niente baci, niente notte trascorsa insieme nel letto, etc). Un po’ per rispetto di Lucien stesso, un po’ perché si sente “poco pulita” e la cosa le crea disagio.
Ecco che qui arrivo al nocciolo della domanda: cosa cambierebbe dopo il risveglio?
Credo che Vorthcrann riuscirebbe ad accettare il fatto che Leaarhie sia Vena di Lars, solo a patto che lui ci veda un grande vantaggio dietro: questo vantaggio potrebbe proprio risiedere nel fatto che il Drakul è “obbligato” a proteggere la propria Vena da ogni pericolo e minaccia. Quindi questo potrebbe spingere Vorthcrann ad accettare che Leaarhie resti vena, seppur con riluttanza, al fine di garantire una protezione in più alla propria Discendente. Ritengo anche, però, che vorrebbe cambiare le condizioni: sicuramente per lui non sarebbe accettabile che la sua Discendente subisca danni elevati dai morsi, sia per una questione di orgoglio, sia per una questione di preservazione, sia per una questione di utilità. Il Drago vorrebbe Leaarhie sempre nel pieno delle forze.
Se si unisce questo al disagio che accennavo prima della mia pg, credo che Vorthcrann imporrebbe a Lars di bere il sangue tramite modi meno violenti. Il Drago, inoltre, sarebbe certo di non causare la ribellione di Leaarhie, poiché è ciò che anche lei – nel profondo - desidera. Presumo anche che Vorthcrann se ne prenderebbe tutta la colpa (senza citare quindi il disagio di Lea), per evitare ritorsioni del Drakul contro di lei o eventuali discussioni.
Si, è molto infame come cosa, ma credo ripecchi a pieno il modo di essere dei due.


3 - Un enorme grazie alla player di Lars che ha allungato le orecchie!! Lascio qui la nuova immagine, spero vada bene


4 - Hai ragione, riscrivo i tratti della natura manifesta:

- L’occhio destro, da azzurro, diventa di un colore giallo dorato (stesso colore degli occhi di Vorthcrann)
- Marchio* sulla schiena che inizia a brillare di un colore giallo/arancio ed occhio destro che assume un taglio rettile quando utilizza la magia o quando prova forte rabbia. (se posso tenere entrambe queste due, altrimenti rinuncio all'occhio rettile)

* La forma di questo tatuaggio corrisponde alle cicatrici presenti sulla schiena di Vorthcrann, nate a causa della sellatura che fu obbligato a portare quando era un giovane drago.
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18/03/2024 21:42
 
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Rieccomi!

Scambio un po’ i punti per dare un senso logico nel mio cervello u.u sorry-not-sorry

1. L’immagina va bene, ringraziamo tutti in coro Lars! :)
Ora che le orecchie sono allungate… dobbiamo soffermarci sui tatuaggi. Per quanto sia lecito averli ed associarli a fatti da BG avvenuti, è altresì vero che questi fattacci vanno qui descritti per avere un’approvazione di massa - al fine di non insorgere in problemi post eventuale approvazione della candidatura.

Ti chiederei di stilare tutti i tatuaggi sul corpo di Vorthcrann forma elfica partendo da quelli visibili dall’immagine e qualora ce ne fossero altri non visibili sul resto del corpo avrei piacere di sapere, anche di quelli, forma, posto e relativo significato.


2. Natura Manifesta.
Sarebbe una multi-natura manifesta, va ancora affinata.
Quindi va bene l’occhio destro dorato.
Il marchio sulla schiena andrebbe descritto in brevi caratteri che identifichino l’immagine per chi gioca con te e devi scegliere solo uno dei due casi, magia o forte rabbia.
Pensaci e riscrivimeli poi please!

3. Vena.
Ti espongo i miei dubbi, così mi dai il tuo punto di vista.
Leaarhie si trova con il sangue risvegliato e si dovrà interfacciare con un’entità complessa.. in generale per tutti i Draghi, ma ancora di più in questo caso, non proprio semplice semplice.
Pensi che sarebbe concesso donare un sangue così privilegiato ad una razza che -parliamoci chiaro- succhia sangue anche “sporco” per noi?
Pensi che Leaarhie Drakaal non potrebbe trarre molto di più con il sangue che si ritrova?
Il sangue dei Drakaal non si trova proprio tutti i giorni, essendo pure magico… pietanza da sceicchi per intenderci.

-Intervento di Lars - in qualità di moderatore di razza Drakul - su questo punto molto gradito!-

Quindi perché concederlo?
E tolta ora Leaarhie - pensi che questo non possa svilire l’esistenza di Vorthcrann? Dove potresti arrivare, puntando in alto seguendo questo ragionamento?
Concederebbe il suo, nostro, prestigioso sangue in cambio di…? Cosa?

Tieni presente che da Drakaal capirai che la protezione ti sarà garantita da altri Draghi presenti che capterai e che saranno pronti per te. Sempre.
Il primo che ti tocca e ti farà male avrà tre draghetti pronti a giocare con lui. u.u

Inoltre, mi allungo, ed aggiungo un tassello.
Cosa porterebbe un Drago di Shanaas a donare il sangue ad un campione di un altro Dio? Come influirebbe questo sulla religione del tuo PG Drakaal?

Non voglio essere travisata, quindi lascio una postilla.
È assolutamente fattibile che tu sia Vena - proseguimento diretto o tira e molla con Lars - in gioco tutto può essere… ma è qualcosa di realmente unico e particolare con il sangue risvegliato che voglio ben ben ben capire.
E - oltretutto - trovo interessante sviscerarlo.
Se qualcosa del ragionamento non è chiaro chiedi pure.

4. Chi verrebbe a conoscenza della tua vera essenza ad oggi? E perché?


Curiosa di rileggerti!
A te!
[Modificato da Ayaeqlar 18/03/2024 22:25]
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18/03/2024 22:42
 
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Intervengo su richiesta della moderazione:
Il patto è precedente al risveglio del drago in Lea quindi coinvolge in teoria anche lui perchè lui è connesso al corpo di Leaa. Il discorso sarebbe diverso se si dovesse fare vena a razza già rivelata ma il coinvolgimento e il piacere del morso coinvolgono anche il drago e ovviamente e involontariamente l'estensione del patto sarebbe a lui rivolta vuoi o non vuoi perchè è un unicum con Leaa quindi ne dovrebbe avere vantaggi e svantaggi.

Il discorso è che il drakul è un essere immortale, bellissimo e lars essendo di livello alto (punti mente alti) è anche discretamente potente, è l'araldo del caos e quindi quale miglior candidato di uno come lui, per giunta re?
Non parliamo di un pg livello 4.

Comunque desideri e piaceri che leaa prova legati al patto dovrebbero estendersi anche al drago di conseguenza...e il sangue del drakul per il drakaal è comunque la cosa più buona mai provata nella sua esistenza, pregno di magia.
Quindi essendo un legame magico coinvolge leaa e drago.
Lars_Valdemar
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18/03/2024 23:14
 
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Grazie Lars!
Siamo i più squisiti. 🩶

Le domande per Lea rimangono, le spostiamo su un punto di vista introspettivo specialmente sul discorso divinità e vediamo come te la cavi. :)

Quelle sul legame ex novo valutale come se - per ragioni on che ti portano lontana - il legame non si rinnovasse ed andrebbe rieseguito da un “punto zero”.
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21/03/2024 20:52
 
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Eccomi! Scusa il tempo di attesa, anche io ho avuto giornate super piene!
Dunque, vado in ordine:
1) I tatuaggi di Vorthcrann in forma elfica sono i seguenti:
- Schiena: il disegno principale è quello di un drago che sta volando verso l’alto (verso il collo) di petto, con il muso per l’appunto rivolto all’insù, le ali semi-aperte e la coda rilasciata verso il basso. Alla base del collo vi sono una luna ed un sole stilizzati, proprio coloro verso cui il drago sta volando. Questo tatuaggio simboleggia il desiderio di rivalsa dei Draghi, il desiderio di tornare a volare in alto, liberi e vittoriosi.
Attorno al drago vi è un tatuaggio a forma di ferro di cavallo, molto meno curato, frastagliato: parte dalla scapola sinistra, scende con una pancia ad “U” e risale fino alla scapola destra. Questo rappresenta le cicatrici presenti realmente sulla schiena di Vorthcrann in versione drago, dovute alla sellatura che aveva dovuto portare da giovane.
Da questo ferro di cavallo si dipanano delle catene e ogni catena si congiunge in diverse parti del corpo:
- Due catene scendono verso il basso, passando lateralmente ai glutei (sui fianchi), per poi ognuna attorcigliarsi attorno alle gambe, sino alle caviglie.
- Due catene (una da destra e una da sinistra) della schiena arrivano sino avanti, al livello dei pettorali e proseguono sino alle braccia, laddove si attorcigliano.
- Altre due catene invece arrivano sin davanti all’addome.
Ogni catena, che parte dal tatuaggio a forma di sella, rappresenta la prigionia che ogni drago ha sofferto. Da ogni catena, però, si ramificano dei fiori e foglie stilizzati (come quelli visibili in foto). Ogni petalo di fiore o foglia rappresenta un Drago che nel passato ha perso la vita a causa della mano umana (quante sono? Per risponderti dovrei toccare il background storico dei draghi, quindi questa è un info che è meglio chiedere a te prima d’inventarmi numeri). Questi tatuaggi rappresentano ovviamente la morte dei draghi, ma ogni drago è rappresentato da un elemento meraviglioso che – nonostante la prigionia, la sofferenza e la morte – non perde mai la sua bellezza.
Spero di essere stata abbastanza dettagliata! (Se mi riesce provvederò con un disegno!)

2) Natura manifesta:
- L’occhio destro, da azzurro, diventa di un colore giallo dorato (stesso colore degli occhi di Vorthcrann)
- Marchio sulla schiena che inizia a brillare di un colore giallo/arancio quando prova forte rabbia. La forma di questo tatuaggio corrisponde alle cicatrici presenti sulla schiena di Vorthcrann, nate a causa della sellatura che fu obbligato a portare quando era un giovane drago: è una sorta di ferro di cavallo frastagliato e poco preciso, che parte dalla scapola sinistra, scende con una pancia ad “U” e risale fino alla scapola destra. Non è un tatuaggio normale: è leggermente in rilievo, la pelle in quella zona sembra sofferente/arrossata.

3) Si, questo aspetto è decisamente il più complesso (e grazie a Lars per le precisazioni, in modo da poter – eventualmente – riuscire a giocare il più coerentemente possibile con ambe due le razze).
Dunque, come dicevo precedentemente, Vorthcrann sicuramente è molto, molto orgoglioso e quindi riassumerei in questa maniera i motivi per cui accetterebbe di concedere il suo/loro sangue a Lars:
1) È vero, Lea sarebbe protetta dalla propria famiglia di draghi (<3), ma comunque una protezione in più non fa mai male! Lars è un’entità molto forte ed è, brutalmente parlando, molto utile agli occhi di Vorthcrann.
2) Alla luce di ciò che ha detto Lars, immagino quindi che anche Vorthcrann sia spinto a fidarsi del Drakul, poiché il legame coinvolgerebbe anche lui. Credo quindi che potrebbe instaurarsi del rispetto da parte di entrambi (seppur sussisterebbero le “condizioni” citate nel post precedente, proprio a causa dell’orgoglio di Vorthcrann).
Credo che al Drago importi relativamente poco del piacere fisico, proprio per come l’ho impostato. Lui ha un solo obiettivo nella testa: sterminare la razza umana e permettere ai draghi di tornare a volare liberi nei cieli. Tutto il resto è un contorno.
Suppongo, quindi, che la cosa davvero importante del Legame con Lars sia il beneficio ben più utilitaristico che può trarne: Lars è araldo del Caos, vorrebbe ribaltare le leggi del mondo e portarlo in uno stato caotico. Vorthcrann potrebbe rivedere in questo una sorta di obiettivo condiviso e sicuramente potrebbe vedere nel Drakul un alleato per la propria missione (ed ecco un altro motivo per cui concederebbe il proprio sangue).
Questo non credo svilisca l’esistenza di Vorthcrann, poiché immagino nella sua ottica si innesti il seguente ragionamento: io ti concedo il mio sangue “sacro” e tu in cambio mi aiuti ad ottenere i miei scopi (oltre che a proteggere la mia Discendente).
A favore di ciò, sottolineo appunto il fatto che Lars non è il primo Drakul che passa: è Campione di un Dio, Re della Valle del Triskel e Araldo del Caos. È per l’appunto una figura molto potente, sia a livello politico, sia a livello magico. Da un punto di vista utilitaristico, Vorthcrann ne avrebbe solo da guadagnare suppongo!

Per quanto riguarda il discorso fede, invece, questo è un tasto che in realtà Lea e Lars hanno toccato più volte on game. È vero, Lars è campione di Feriy, ma è anche un Drakul: all’effettivo lui è morto. È un morto che però ancora “vive” ed è inevitabile che la sua vita rimanga sempre legata alla morte. Questo per dire che in qualche modo Lars è legato a Shanaas, che lo voglia o meno.
Oltre a ciò, Shanaas è una figura che si è riproposta più volte nella vita di Lars: la sua compagna è una seguace del Triplice, lui stesso l’ha condotta a Dalsida per permetterle di affrontare delle prove e lì Lars ha anche incontrato il Triplice sotto mentite spoglie. Oltre a ciò, buona parte dei suoi gildati sono credenti di Shanaas ed egli non ha mai mosso giudizi o rimproveri per questo.
Recentemente, inoltre, Lea ha espressamente palesato la volontà di recuperare la città di Dalsida e le terre del Triplice a Sud e Lars le ha fornito il suo pieno appoggio.
Tutto questo per dire che in realtà Lars è una figura che si pone molto positivamente nei confronti del Triplice, quindi credo che il fatto che lui sia campione di un altro Dio non influisca minimamente sulla fede della mia pg. Anzi, anche qui subentra il discorso opportunistico se vogliamo: io concedo il mio sangue al campione di Feriy, il campione di Feriy mi aiuta a ricostruire Dalsida e riportare in auge le terre del Triplice.

4) Sicuramente il primo che ne verrebbe a conoscenza è Lars e immagino sarebbe inevitabile: sono legati, se lei durante la “trasformazione” soffrisse o in qualche modo fosse in pericolo, lui lo avvertirebbe. Anche se ciò non dovesse avvenire, lui si accorgerebbe subito della natura manifesta (occhi di colore differente) e difficilmente si berrebbe una bugia, conosce molto bene Lea e lei stessa ha difficoltà nel mentirgli.
Inoltre, Lea diventerebbe percepibile magicamente: con quale scusa potrebbe nasconderlo a Lars?
Non crederebbe mai ad un gioello/oggetto magico.
Non lo direbbe ad altri, né ai gildati e credo nemmeno a Lucien. È un segreto troppo grande e non ha ancora abbastanza fiducia in lui per rivelarglielo.

Spero di aver risposto a tutto e di non aver frainteso/mancato qualche punto. Nel caso fammi sapere! 💛
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21/03/2024 21:26
 
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Mi prendo il weekend per risponderti, voglio fare un ultimo giro di domande per chiudere questa intro ed ho bisogno di studiarti a fondo - per passare poi alla seconda parte della candidatura!

Intanto comunico che i miei draghetti belli, qualora volessero, potranno intervenire con domande sulla candidatura per torturarti con affetto. 🩶
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22/03/2024 15:50
 
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Ciao!!!
Benvenuta in sezione!!! <3
Visto che Ayae ha aperto le domande a tutti, ne approfitto per esprimere un dubbio che mi è sorto quando ho letto la tua candidatura.

Riguarda questo passaggio:
"Ad ogni modo, partirei da Lucien: Vorthcrann è per natura diffidente, quindi immagino che inizialmente si prenderebbe del tempo per valutare Lucien e per instillare questo senso di dubbio anche in Leaarhie. Non per cattiveria nei confronti di lei, bensì per spirito di preservazione: immagino che Vorthcrann voglia il meglio per la sua Discendente e che desideri tutelarla in ogni maniera. Se lei soffrisse, lui di conseguenza risentirebbe di questo stato d’animo.
Poi il tutto dipenderebbe da Lucien: se si dimostrasse leale e sincero nei confronti di Leaarhie, credo che Vorthcrann lo accetterebbe nella loro vita. Penso questo proprio per le ragioni citate nel precedente post: il Drago capirebbe che mettere dei divieti a Leaarhie è la strategia peggiore da intraprendere per poter andare d’accordo.
"

Vorthcrann appartiene alla Stirpe di Laegar, quindi odia i mortali, li considera essere inferiori, indegni, li disprezza.
Naturalmente la percezione di Lea verso i mortali cambierebbe di conseguenza, seppur ci siano delle sfumature dovute all'interpretazione del PG. Mi aggangio a questo passaggio presente nel forum, sezione RAPPORTI SENTIMENTALI:
Stirpe di Laegar: Il drakaal discendente da questa stirpe disprezza i mortali, ci può essere il drakaal che fa un eccezione per gli elfi -seppur li reputi comunque inferiori- e il drakaal che invece mette anche loro sullo stesso piano dei mortali. Fondamentalmente è impossibile che un drakaal di questa stirpe provi dei sentimenti reali verso un mortale. Può fingerli, può usarli, ma non saranno reali. Possono provare sentimenti veri e profondi, invece, per i propri parirazza e per i pg di razza chiusa -ovviamente se a conoscenza ongame- che può arrivare a considerare degni di stima/amore in quanto potenti/particolari/antichi.


La mia domanda è la seguente:
Non pensi che Lea, dopo il risveglio, inizi a vedere Lucien sotto una luce diversa? Non dovrebbe essere lei a distaccarsi da lui, anziché il suo drago a tollerare questo rapporto?

Ecco, scusate l'interruzione >.<
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23/03/2024 11:23
 
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Ciao Ninielle! Grazie per la tua domanda, provvedo a rispondere.

Immagino che se Leaarhie avesse conosciuto Lucien dopo il risveglio del Drago allora sì, il discorso filerebbe liscio come dici tu ed immagino che non arriverebbe a provare qualcosa per lui.
Credo in questo caso sia più complicato, poiché Lea si è legata a Lucien prima del risveglio di Vorthcrann. È stato il suo primo uomo, è arrivata a mettere in discussione il rapporto con Lars per proteggerlo: come accennavo prima, lei si lega con molta difficoltà, ma quando lo fa avviene in maniera “morbosa”. Nella sua testa Lucien è suo, una sorta di sua proprietà; oltre a ciò, si è aperta molto nei suoi confronti, gli ha permesso di entrare nella sua vita, cosa assolutamente non scontata per una personalità come quella di Lea.
Non riesco ad immaginare un cambio repentino di attitudine nei riguardi di Lucien, proprio perché lui farebbe parte della “vecchia” vita di Leaarhie.
Inoltre, Lucien è un mezzelfo: in lui scorre sangue elfico, diciamo che non è un mortale del tutto da buttare! Lea stessa è una mezzelfa: se Shanaas ha concesso a Vorthcrann di risvegliarsi in lei, chi dice che un domani Feriy non decida di risvegliare un drago in Lucien? Nell’ottica utilitaristica di Vorthcrann questo è un ragionamento che non escluderei.

Spero di essere stata esaustiva!
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23/03/2024 17:10
 
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Eccomi qui anche io!
Finestra domande altri Drakaal ancora attiva.

1.
Grazie per la descrizione dei tatuaggi.
Le foglie saranno semplicemente tante quante i Draghi che lui ha visto morire al suo tempo, direi che non è necessario stipulare un numero preciso, ne credo sia necessario quantificarli davvero. Verranno cumulate e descritte in un dolore comune fondamentalmente!

2.
Natura Manifesta.
Va bene, sintetizzerei un po' e lascerei soltanto gli aspetti visivi. Il contorno - che riprende dettagli del Drago etc - diventa un'info più ON che snocciolerei, eventualmente, nelle azioni a completamento delle stesse.

Quindi, in sintesi, proporrei una dicitura di questo genere:

- Occhio destro giallo con riflessi dorati.
- Pelle arrossata sulla schiena per l'incisione di un marchio nero in rilievo a forma di ferro di cavallo, simile ad una "U". Quando prova forte rabbia inizia a brillare di un colore giallo/arancio.

Che dici?

3.
Il fine - cioè che dal tuo punto di vista siano Lea + il Drago a sfruttare Lars - mi sembra coerente con la stirpe.
Mi raccomando, il sangue di Lea Drakaal come se fosse oro liquido davvero.
Spolpa Lars fino al midollo. :P (Scusa Lars, noi Drakaal ci facciamo gli affaracci nostri ALLA LUCE DEL SOLE. u.u <3)

Se tutto andrà in porto ti dico che almeno inizialmente questo aspetto (giocate) saranno da me monitorate con moooolta attenzione. Ritenetevi comunque già da oggi ancora più osservati. u_ù

_______________________

Chiusa questa parte introduttiva, direi di dedicarci alla parte centrale. Quella più introspettiva, quella che ha più spessore per la razza; nel tuo caso: Shanaas.

Qualcosa di Leaarhie me l'hai scritto nel post di candidatura ma ora vorrei chiederti un percorso.
Vedi tu come meglio stilarlo, come scriverlo, ti lascio solo i punti da sviscerare!

> Fede di Leaarhie [Cioè gli aspetti morali ad oggi vicini al Dio in base all'ON chiaramente]
> Fede di Vorthcrann [Una fede millenaria, quindi davvero un approfondimento del suo rapporto col Dio]
> Fede di Leaarhie che acquisirà, post risveglio [Come vedi la sua evoluzione, gli eventuali cambiamenti nel tempo; a quali aspetti del Dio si sentirà sempre più affine, più centrata, più devota.]

Chiaramente l'ON poi potrà cambiare le carte in tavola, quindi si sta solo facendo una proiezione virtuosa per capire quanto nel profondo riesci ad andare tenendo in considerazione la stesura di base che il Manuale di gioco propone.

Lascio questo tema come unica richiesta, per il momento, affinché tu possa dedicarci per bene sperando di ottenere tridimensionalità e che magari, questo, possa aiutarti a toccare aspetti del PG per giocarci ed approfondirli - magari traendone gusto off. :P

Aspetto di leggerti super curiosa ma.. nessuna fretta!
¡Besitos!
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23/03/2024 20:26
 
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Sei stata esaustiva! E la tua risposta mi ha convinto.
Quindi me ne torno nel mio angolino ad osservare come procede la candidatura! 💚

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26/03/2024 12:54
 
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Rieccomi!
Grazie Ninielle, sono contenta!

Procedo con il rispondere alle altre domande:

1) Benissimo!
2) Perfetta, la approvo! Grazie mille!
3) Giustamente! Davvero non preoccuparti, anzi, mi fa piacere sapere di essere seguita e ricevere di conseguenza consigli per giocare il più coerentemente possibile!

4) La fede sarà ovviamente un perno centrale nella vita di un’eventuale Leaarhie Drakaal, ma andiamo con ordine.
Lea si è avvicinata alla fede in una maniera casuale o, se si vuole, in una maniera scelta dal destino o dalla divinità stessa. La madre e gli zii hanno tentato di inculcarle il culto di Morwell sin da piccola, ma lei non si è mai sentita vicina a questa divinità. Anzi, si può dire che fino ad una certa età abbia rifiutato del tutto la fede in ogni Dio, per un semplice motivo: perché agli Dei dovrebbe importare di noi e delle nostre vite? Cosa ho da guadagnare nel pregare un Dio che non mi ascolta?
Le cose sono cambiate durante l’evento che ho descritto nel suo background: si è trovata in punto di morte, le sue dita sulla pietra erano l’unica cosa che la tenevano ancorata alla vita, sotto di lei una caduta di migliaia di metri. Vorrei chiarire che lei non ha mai temuto la morte, è sempre stata spavalda, ha sempre ritenuto di potercela fare da sola, di scampare ogni pericolo; è molto sicura di sé e delle proprie capacità di sopravvivenza. Ecco, quando però la morte le si è affacciata inevitabile e non ha visto altra via di uscita, ha tentato l’impossibile: pregare un Dio. Perché proprio Shanaas? Perché è lui che ha il potere sulla morte. Chi meglio di lui – sempre se si fosse degnato di ascoltarla – avrebbe potuto salvarla? Probabilmente per questo lo ha letteralmente implorato di salvarle la vita, così che in cambio lei avesse potuto affidargli la sua anima. Dopo queste parole, si è ritrovata seduta alla Locanda, salva e viva. Questo è stato un grosso colpo per lei, ha dovuto mettere in discussione ciò che aveva creduto per anni: gli Dei ci sono e – a volte – ascoltano ed intervengono. Nei giorni successivi ha vissuto in un misto di emozioni: da un lato gratitudine e sollievo per essere ancora lì sulle proprie gambe, dall’altro il timore di essersi donata al Dio della Morte. Non è ingenua: sa perfettamente che deve esserci un motivo se il Dio le ha concesso la grazia. Anzi, lei ora vive nella certezza che Shanaas esiga qualcosa da lei, che abbia una missione da affidarle. Quindi prosegue nella propria vita cercando di compiacerlo come può: non risparmia la vita di chi ha davanti se le circostanze lo permettono e manda a lui le anime dei morti tramite la preghiera.
Inoltre, recentemente, si è particolarmente interessata alle città del Sud: vuole visitarle, tentare di avere un incontro più ravvicinato con il Dio e sperare di capire cosa voglia veramente da lei. Ristrutturare Dalsida? Diventare un’assassina? Una sacerdotessa della sua fede? Non ne ha idea, diciamo che al momento procede a tentoni, nella speranza il Triplice le indichi la via.
Di certo la fede le ha donato una consapevolezza in più: la sua non è un’anima completamente sola ed in balia di sé stessa, ma vi è qualcuno che osserva, che vede ogni cosa. Da un lato questo è rassicurante, da un lato – invece – è un eterno essere messi alla prova.
Shanaas nella mente di Leaarhie è IL Dio per eccellenza: chi comanda la morte, comanda ogni cosa.

Per quanto riguarda Vorthcrann, invece, credo che la sua fede sia maturata in maniera più lenta e consapevole. Immagino che il suo carattere duro, freddo e calcolatore si sia forgiato nel tempo e con il dolore: ogni perdita di un fratello o sorella, ogni atto di sottomissione della propria razza nei confronti degli umani che ha dovuto sopportare gli è costato il rinchiudersi in sé stesso, nella propria rabbia e nella propria sofferenza. L’unico modo che ha trovato per reagire a questo dolore è stato covare odio verso gli umani e meditare vendetta: immagino che si sia avvicinato a Shanaas proprio per questa ragione. Vorhcrann vede nella morte degli umani e nel ribaltare completamente il loro mondo ed il loro equilibrio la vendetta perfetta, l’obiettivo della sua vita. Nel Triplice rivede sicuramente queste caratteristiche: il Dio, nella mente di Vorthcrann, è la salvezza dei Drakaal. Il Triplice brama le anime dei mortali, tanto quanto il Drago desidera spedirgliele. Nella mente di Vorthcrann, i due sono complici e bramano la stessa cosa. Ovviamente il Drago incarna l’aspetto più negativo della fede del Triplice: brama morte, distruzione dei mortali e dei loro equilibri. L’unica vera cosa che importa al drago è restituire alla razza umana il dolore che i Draghi hanno attraversato: quale dolore migliore se non ridurli in schiavitù, umiliarli e poi spedirli dritti al Triplice? Per ottenere ciò è risposto a rinunciare a tutto il resto: bellezza, amore, luce.

Da qui direi che si delinea il probabile aspetto di un’eventuale Leaarhie Drakaal: se il Drago si risvegliasse in lei, finalmente Lea capirebbe la missione che Shaanas ha deciso di assegnarle (o, almeno, questo è quello che lei penserebbe): permettere allo spirito di Vorthcrann di tornare nell’Aengard, unirsi alla sua missione e – insieme – spargere il culto del Triplice. Troverebbe finalmente una risposta al suo tormento interiore, smetterebbe di rimuginare e chiedersi perché quel giorno il Triplice l’ha risparmiata. Arriverebbe alla consapevolezza del suo ruolo nel mondo, capirebbe che è destinata a qualcosa di più grande: distruggere gli equilibri dei mortali, espandere l’influenza del Triplice e – soprattutto – spedire più anime possibile nel Regno di Shanaas. Riuscirebbe anche a dare un senso al dolore che ha subito da bambina: l’abbandono, il dover imparare a camminare da sola, a sopravvivere. Tutto questo diventerebbe un inevitabile cammino – o delle prove – che ha superato per forgiare sé stessa ed il proprio carattere, in modo da permettere ad una personalità come quella di Vorthcrann di risvegliarsi in lei. E in tutto ciò lei rivedrebbe i piani del Triplice, la cui volontà spazia ben oltre il pensiero mortale.
Tutto ciò non farebbe altro che alimentare il suo orgoglio e, inevitabilmente, si vedrebbe come una sorta di “prescelta” di Shanaas; un circolo che continuerebbe ad alimenterebbe la sua fede in lui.

Grazie per l'attenzione 🖤
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26/03/2024 17:16
 
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Trovo la tua visione sull'evoluzione di Lea piuttosto convincente, mi prendo comunque un po' di tempo per valutare alcune domande sul tema.

Nel frattempo.. passiamo al lato pratico della candidatura! Ciak, si gira.

1.
Una giocata -composta da 5 post di max 2000 caratteri ad azione- che inglobino entrambe le skills sotto riportate.
Skill 1

Skill 2



2.
Due o tre post -sempre max 2000 caratteri- dedicati a Vorthcrann forma Elfica, utilizzando la seguente skill.
Skill 3



Per entrambi i casi puoi scegliere la situazione a te più congeniale.
Qualora lo ritenessi necessario, puoi fare una piccola intro pre lettura azioni.
Mi raccomando: divertiti!

A presto 💙
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26/03/2024 23:48
 
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Ciao a tutti e ciao Leaarhie. M'intrometto anche io in extremis con un piccolo spunto di approfondimento.
Nel corso del tuo esame è emerso più volte ed a vario titolo il tema dei rapporti, che personalmente trovo particolarmente interessante soprattutto nel caso specifico di Vorthcrann e della sua indole che hai descritto con molta cura. Ad incuriosirmi a questo punto è l'idea che ti sei fatta riguardo al potenziale rapporto tra una Leaarhie Drakaal ed il resto dei suoi simili, in virtù del rapporto dai tratti quasi familiari che esiste tra di essi.
Non posso fare a meno di pensare che, per indole, rispetto agli attuali altri Drakaal è facile che Leaarhie e Vorthcrann possano finire col trovarsi in una condizione di divergenza su varie cose: a partire dall'aspetto squisitamente valoriale fino all'ovvia distanza di punti di vista sulla possibilità di confronto con le altre razze, e specialmente gli umani.

Mi sono domandato in che modo immagini, pur senza scendere nel dettaglio della situazione specifica (ma anche sì, se ritieni funzionale qualche esempio), il senso d'appartenenza alla razza di Leaarhie drakaal e il peso che avrebbe il perseguimento del bene della razza nell'eventualità in cui dovesse andare in controtendenza rispetto all'egoismo della drakaal e del drago.

Grazie mille! ❤
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29/03/2024 20:36
 
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Ciao a tutti! Partirei con le giocate:

1) Per giocare queste due skill ho immaginato Leaarhie a Dalsida, intenta ad esplorare la zona e valutarne lo stato. Durante ciò, realizza la presenza di un gruppetto di umani (direi circa una ventina) armati di torce, mazze, forconi: il loro intento è dare fuoco a quel poco che rimane della città, a causa di alcuni avvistamenti nei dintorni. Si dice, infatti, che la Terra maledetta stia riprendendo vita e che delle creature vi si aggirino.

[Dalsida] Il cielo è cupo e tetro, il grigiore del tardo pomeriggio sta per sfumare nel buio della tenebra. Il silenzio regna sovrano nelle Terre del Triplice, abbandonate e dimenticate dall'Aengard: solo i più fedeli seguaci del Dio vi si addentrano, in pellegrinaggio o alla ricerca di un contatto con colui che regna sulla Morte. L'aria è fresca e filtra nei polmoni della Drakaal che, ora, lancia lo sguardo bicromo verso l'alto; chiude gli occhi e, silenziosa, scruta l'equilibrio incerto delle trame. Placida, rimane immobile e vittima della brezza che la carezza e le scompiglia i lunghi capelli color miele. Il bel viso s'acciglia dopo qualche minuto, rompendo la calma disegnata sino a poco prima nei lineamenti; la causa non è il rompersi dell'equilibrio delle trame, bensì un rumoreggiare strano che fa capolino sino alle sue orecchie leggermente appuntite. Rimane in ascolto, nel tentativo di scandire e distinguere quei suoni: dovrebbe essere sola nella Città Morta. Che vi siano altri pellegrini? Che qualcuno della Setta l'abbia raggiunta? Riapre gli occhi, il giallo e l'azzurro incontrano solo il buio che, ormai, è calato. Conosce la palude, vi ha trascorso molti giorni, non le viene difficile muoversi nella notte: si nasconde dietro alcune piante avvizzite, avanzando lenta e silenziosa. Sono i rumori a farle strada, segue quei suoni estranei che, ora, le ricordano delle voci. Dopo pochi minuti, un bagliore lontano si fa largo nell'oscurità: di rimando, la Drakaal si nasconde dietro un cespuglio di spine, accovacciandosi. Più la luce s'avvicina, più ella riesce a distinguere delle... Persone. Quella luce altro non è che fuoco proveniente da molte torce. Percepisce nel profondo Vorthcrann ribollire e mormorare. Inevitabilmente, il dubbio s'insinua in lei: assottiglia lo sguardo verso quel piccolo manipolo e, quando è sufficientemente vicino, gli occhi incontrano il colore freddo dell'acciaio. Quelle sono persone armate e, di certo, non si tratta di pellegrini.

[Dalsida] Quando la consapevolezza la raggiunge, l'ira di Vorthcrann diventa pure la sua. Lo percepisce graffiarle l'anima, secoli e millenni di odio la travolgono in pochi secondi. Serra i pugni e la mascella, lo sguardo si fa furente: l'occhio giallo brucia nel buio. Il tatuaggio che porta sulla schiena s'illumina di una luce aranciata, una luce magica ed innaturale che traspare dalla veste nere che indossa. Tenta d'appigliarsi a quel po' di razionalità che le rimane per comprendere cosa quel vociare stia realmente berciando e resiste qualche istante alla volontà del Drago che scalpita per uscire. Quando alle sue orecchie, però, arrivano alcuni frammenti di parole "Bruciamo", "Terre immonde", "Fuoco a ogni cosa", la Drakaal non può più impedire alla coscienza di Vorthcrann di emergere con forza. Lascia che sia lui a prendere il comando: chiude gli occhi e osserva le trame che scalpitano, testimoni di quel processo che ha inizio dalla pelle che - da morbida e liscia - inizia a riempirsi di squame rosse rubino, dure e fredde. È esile la Drakaal, ma da lì a pochi istanti - gradualmente - il corpo si fa immenso: man mano lei si espande, il corpo di un enorme rettile si delinea. All'estremità compare una coda lunga e possente, rivestita dalle stesse squame rosse, mentre dal dorso si delinea una cresta di aculei massicci e del medesimo colore che giunge sino al capo. Non vi è più traccia del bel viso della giovane: al suo posto, ora, vi è un muso dalla forma triangolare, contornato da aculei dalle sfumature bianche. Gli occhi sono ambedue di un colore giallo arancio, vivo e furioso. Nulla in quell'essere meraviglioso e bestiale suggerisce pietà: le possenti zampe battono sul terreno, gli artigli stringono il terriccio morto che riveste Dalsida. Le immense ali rosse sono le ultime a comparire, ampie, forti e terribilmente eleganti, seppur ancora chiuse. {Trasformazione Forma Drago 1/1}

[Dalsida] Ora è Vorthcrann ad avere il controllo: Leaarhie vive in un angolo dell'anima e - quieta e meravigliata - assiste a ciò che scorre nel suo sangue. La prima azione del Drago è semplice: spalanca le fauci, il chiarore di una luna timida si abbatte e riflette sulla dentatura appuntita e perfetta del drago. Da quel gesto fuoriesce un ruggito, il boato di un'anima rinchiusa e celata per millenni. L'urlo della rabbia, della furia e dell'angoscia: un verso che non lascia presagire nulla di buono e che gelerebbe il sangue nelle vene di ogni essere vivente. Forse per questa ragione il manipolo di villici si immobilizza e si zittisce per dei lunghi secondi. È proprio in quel frangente che, il Drago, dilata le narici e spalanca le ali. Una spinta sulle zampe posteriori, massicce e possenti, ed eccolo staccarsi dal suolo; le ali fendono l'aria fredda della notte, il muso è rivolto verso l'alto, verso il cielo e la luna - proprio come il tatuaggio che riempie la schiena dell'elfo impersonificato da Vorthcrann. Seppur per poco, ora è un Drago libero di scivolare nell'aria; è una sensazione che riempie il cuore anche di uno come Lui, una sensazione che lo fa sentire vivo una volta ancora. Si erge elegante per centinaia di metri sopra il suolo, pare quasi se ne stia per andare da là per la gioia del gruppetto di infedeli che - ora - hanno lo sguardo terrorizzato rivolto all'insù, immobili. Peccato per loro: il Drago all'improvviso vira a destra in una curva precisa ed elegante, sino a che i suoi occhi brillanti si posano sui villici. Ora li vede, anche da lassù la rabbia verso quella razza inutile ed ignorante gli riempie il petto. È per colpa per gente come loro se i Draghi hanno rischiato l'estinzione ed è per colpa della loro razza se anche quella città è bruciata: ignoranti ed infedeli. Due caratteristiche che Vorthcrann non può tollerare. Non più. {Forma Draconica 1/5}

[Dalsida] Gode del terrore che percepisce in quegli omuncoli, la puzza della paura quasi lo eccita. Desidera sfruttarla sino in fondo, poiché donare loro una morte rapida sarebbe troppo semplice: e così, si concede di giocare alla preda ed al predatore. Dall'alto dei cieli, plana sin verso il terreno, in una zona ricoperta da alberi rinsecchiti e spine che - complice il buio - ne celano la figura. Ora la mossa sta al gruppetto: andare alla ricerca del Drago o scappare a gambe levate? Sono solo due o tre quelli dotati di un barlume di intelligenza che invertono la rotta e fuggono urlando, tutto il resto degli infedeli - invece - s'incammina lento ed incerto laddove il Drago è planato. È proprio là che Vorthcrann rimane in attesa, accovacciato, mentre la sua mente si fa buia e distante; le trame danzano e lui le richiama con forza, ordina loro di ascoltare il suo volere e soccorrerlo. Bello ed immenso, rimane immobile ad ascoltare il lento battere del suo cuore millenario, percepisce il suo respiro caldo e profondo mischiarsi con l'aria fredda di Dalsida. Il Triplice è sicuramente testimone di quel suo agire: Vorthcrann ha tutta l'intenzione di vendicare anche il Dio per quell'affronto. L'Ars tesse trame di energia che, via via, iniziano a farsi strada dentro il corpo del Drago; è un'azione che anche la sua Discendente compie spesso e della quale, infatti, resta muta testimone in un angolo nel profondo della sua coscienza. Attende che le trame vertano verso lui, che ne investano il corpo squamoso e forte: cova quel silente ed intangibile potere, nel silenzio della notte.
{Forma Draconica 2/5, Concentrazione 1/2}

[Dalsida] L'energia inizia a scorrere prepotente nelle sue vene, percepisce il calore che dalle estremità si fa strada sino al cuore. È questo il momento più adatto per concedere alla rabbia e all'odio di affacciarsi alla sua mente e condire le trame, dirigendole nella direzione da lui richiesta. I villici ormai non sono molto distanti, può percepire qualcuno bisbigliare "è morto?", "dov'è andato?", "uccidiamo quella bestia!". Parole che altro potere non hanno se non quello di alimentare la sua fiamma, la sua ira: stupidi umani che presto bruceranno tra le fiamme del Drago, tra le fiamme del Triplice. La mente di Vorthcrann è allenata e salda, non bastano le voci a distrarlo, né tanto meno basta il vento. L'energia dell'Ars ormai l'ha investito in pieno, è un potere che lo permea e che attende solo di esplodere feroce. Ora sta a lui plasmarlo e dargli forma: lo accumula nel petto, donandogli l'aspetto di un fuoco ustionante, vivo, arancio, giallo e rosso. Un fuoco magico pronto a fuoriuscire da lui ed investire ogni cosa. Attende che le trame tessano abilmente quell'abito, mentre i passi degli umani si fanno sempre più vicini. La loro ora si sta per compiere: senza perdere la concentrazione, Vorthcrann tende i muscoli anteriori e posteriori, pronto a mostrarsi nella sua più fiera interezza quando gli infedeli saranno al suo cospetto. Più attendono e più il fuoco in lui si accumula, letale e senza pietà. La luna è la sola testimone di ciò che sta per accadere.
{Forma Draconica 3/5, concentrazione 2/2, concentrazione ferrea}

[Dalsida] "Eccolo! Eccolo!" le voci degli umani rompono il silenzio della notte. Ormai sono lì, a pochi metri di distanza dal Drago accovacciato che - effettivamente - potrebbe apparire addormentato o ferito. È proprio in quell'istante, però, che gli occhi gialli si spalancano, furenti e privi di pietà alcuna. Le narici si dilatano, il Drago si alza rimanendo sulle sole zampe posteriori; non ruggisce, ma inspira a fondo ed allarga il proprio petto. È in quella frazione di tempo quasi impercettibile che Vorthcrann gode a pieno del terrore che si delinea nello sguardo degli sconosciuti. La paura degli infedeli lo ripaga di ogni sforzo, leggere riflesso nei loro occhi l'accettazione di una morte imminente è ciò che - per un brevissimo istante - dona pace alla sua anima tormentata. Poi, tutto accade rapidamente: il Drago spalanca le fauci e in un attimo lascia che tutto il potere accumulato si ribalti al di fuori con forza. Un getto infuocato ed incandescente lo abbandona, facendosi inevitabilmente strada verso il manipolo di umani che, ora, urlano terrorizzati. C'è chi cerca una vana fuga dell'ultimo minuto, chi invece rimane immobilizzato per la paura. Poco male: tutti vengono investiti dalle fiamme purificatrici che illuminano la notte buia. Sfumature aranciastre riempiono il cielo, quasi come un nuovo tramonto che incornicia la città di Dalsida. Odore di carne bruciata inizia a riempire l'aria, le urla si fanno via via più soffocate. Non si ferma il Drago, non terminerà di seminare il panico sino a che l'ultima anima dei mortali avrà raggiunto le braccia del Triplice. E se le fiamme non basteranno, saranno i suoi artigli e le sue zanne a togliere l'ultimo respiro vitale agli infedeli che hanno avuto l'ardire di mettere piede in quelle terre. Non lascerà sopravvissuti o testimoni, inseguirà anche color che son fuggiti durante la sua silente concentrazione. {Forma Draconica 4/5}

2) In questo caso invece mi giocherei una situazione molto più tranquilla: Leaarhie nella sua stanza, la prima volta che lascia emergere Vorthcrann.

[Conca del Tuono - Palazzo] {Alloggi Personali} Il battere della pioggia contro la vetrata è un rumore continuo e, alle volte, prepotente. Nulla di nuovo a Conca del Tuono, la città della pioggia e dei fulmini; ormai, la Drakaal è avvezza a quel tempo e quasi si crogiola nello scivolare delle gocce contro la grande vetrata che fa capolino nella sua stanza. Si trova seduta sul letto, nel pieno di un tumulto interiore che la costringe e giocare con le proprie mani [Sei sicuro?] sussurra. A chi? Fortunatamente è sola nella stanza. Sospira rumorosamente e a fondo, alzandosi di scatto. Si porta innanzi allo specchio con estrema lentezza, scrutando la propria immagine: è giovane, bella e sinuosa. Potrebbe mai assumere una forma differente la propria immagine? Scuote debolmente il capo e chiude gli occhi. Ambedue le mani si portano alla camicia da notte bianca che delicatamente si toglie, lasciandola scivolare giù per le gambe. È nuda davanti allo specchio, solo i suoi occhi e quelli di Vorthcrann ne sono testimoni. Non è certa di ciò che sta per fare, ma ha imparato ad avere fiducia in chi condivide con lei l'esistenza e quello è un passo necessario da compiere, prima o poi. Abbandona i propri sensi, la mente si fa buia e - lentamente - percepisce la propria coscienza venire sempre meno. Non è immediato, è una sensazione strana contro la quale inizialmente lotta. È Vorthcrann ad invitarla a rilassarsi e lasciarsi andare, lasciando spazio a lui. Lei segue le sue parole e... Ed inizia a mutare. Il corpo esile si fa via via più massiccio, le spalle più larghe, il torso più ampio e scolpito; il seno, invece, scompare. Le gambe si fanno ben più lunghe e muscolose, le mani più ampie e solcate da vene spesse. Il bel viso delicato diviene più duro, la mascella si fa squadrata e gli zigomi ancora più spigolosi. La lunga chioma bionda sparisce e lascia spazio a dei capelli corti e neri come la notte. La pelle immacolata di Leaarhie è ora solcata da un’intricata serie di tatuaggi che avvolgono il petto sino alla base del collo, le braccia e le gambe: un disegno complicato, ma preciso.
{Trasformazione Forma Elfica 1/1}

[Conca del Tuono - Palazzo] {Alloggi Personali} Quando apre gli occhi, Leaarhie non è più lì. Nello specchio vi è riflessa l'immagino di un Elfo, probabilmente appartenete al clan della Notte. È nudo, bellissimo e scolpito in un corpo che vive ancora grazie all'intercessione dell'Ars. Gli occhi che scorrono sull'immagine riflessa sono ambedue di colore giallo dorato, tanto simili a quello presente sul viso della Mezzelfa; le orecchie sono più appuntite, poiché il suo corpo non è mischiato con il sangue umano. Le mani forti si poggiano sulle guance e lì indugiano, sino a scorrere lente sulla pelle e staccarsi. Abbozza mezzo sorriso allo specchio, forse rivolto a Leaarhie che scalpita in un angolo sopito della coscienza, incredula. Infine, gli occhi si staccano dallo specchio e l'elfo finalmente si muove, dimostrando di non essere una statua scolpita o immaginaria. I piedi si dirigono verso l'armadio di Leaarhie, senza esitazione, poiché conosce la strada e sa bene di trovare là dentro ciò che gli occorre. Apre le ante di legno e s'abbassa, cercando nel fondo dell'armadio: da lì estrae degli abiti che presto indossa. Un pantalone blu scuro, del medesimo colore della giacca indossata al di sopra della camicia bianca; ai piedi, invece, delle scarpe basse ed eleganti di colore nero. Una volta ricoperta la propria nudità, si muove a passi lenti verso la vetrata della stanza: s'arresta e lo sguardo scivola al di fuori, verso la città che è completamente visibile lì, dall'alto. Serra i pugni e contempla, restando a lungo in tale posizione [Miriam] chiama, con voce profonda e decisa, inflessibile. Pochi secondi dopo una serva compare alla porta e, dopo aver incrociato lo sguardo con quello del Drakaal, lo abbassa, arrossendo [Sono il cugino di Leaarhie, vi aveva detto della mia visita. Sbaglio?] la serva scuote il capo ed alza lo sguardo, incerta [Fate sellare il cavallo di mia cugina. Subito] gli occhi dorati del Drakaal tornano a spostarsi oltre la finestra, togliendo ogni attenzione dalla serva che - subito - sparisce dietro la porta.


3) Ciao Rahadin! Grazie per la domanda!

Credo che tutta la rabbia e l’odio presenti in Vorthcrann, in realtà, siano nati dall’amore profondo che nutre verso la propria stirpe. Non è nato malvagio di sé e per sé, lo è diventato dopo la sofferenza del proprio popolo. Ovviamente ci sono differenti maniere di reagire al dolore e lui sicuramente (per indole) ha optato per una via estrema. Il punto è che, se lui non amasse a tal punto la razza dei Draghi, sicuramente non avrebbe mai reagito in questa maniera. Proprio per questa ragione ritengo che mai muoverebbe un dito verso un proprio simile: per lui ogni Drakaal è sacro, anche se – con molta probabilità – in futuro si potrebbe trovare in divergenza con qualcuno di essi a causa di visioni differenti. Questo però non scalfisce il rispetto che nutre per ognuno di loro. Arriverebbe a discuterci? Certamente. Arriverebbe a fargli del male? Mai. La vita di tutta la stirpe umana non vale una singola vita di Drakaal nella sua mente. Ovviamente cercherebbe di convincere gli altri Drakaal a ribellarsi con la forza, nessuno riuscirebbe a fargli cambiare idea; non per questo, però, penserebbe di eliminare i suoi simili.
Leaarhie, dal canto suo, seguirebbe questo legame profondo che lui nutre verso la sua razza. Mai, quindi, si sognerebbe di alzare un dito contro un Drakaal. Diventerebbero la sua nuova e vera famiglia, nonostante i caratteri differenti che la compongono. Sono entrambi egoisti, è vero, ma riconoscono il dovere morale di seguire il bene superiore: quello della propria razza.

Grazie a tutti per l'attenzione 🖤
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30/03/2024 01:05
 
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Non solo perché è la stirpe che ti sei scelta… ma credo che Shanaas sia realmente orgoglioso di risvegliare un Drago Rosso tra le sue perfide file.

La candidatura di Leaarhie viene ritenuta IDONEA.

Un focoso benvenuto a te ed a Vorthcrann! ♥️


Da oggi potrai giocarti dei sogni piuttosto astratti, realmente difficili da comprendere, che possano rappresentare Shanaas ed il Drago.
Al tempo stesso, sentirai un richiamo quasi costante che ti induce spesso a considerare di raggiungere il Nord (per la precisione, quel luogo sarà il Luogo d'Origine).


Lascio la discussione aperta affinché tu possa:

1. Inserire in spoiler la Quest di cambio razza.
Potrai scegliere qualunque Master! Fammi pure sapere via missiva chi sceglierai così da sentirmi con lui/lei pre Quest!

2. Inserire in spoiler tutte le giocate che effettuerai con Lars_Valdemar fino a contrordine così da:
- sia monitorare l’evoluzione particolare del tuo gioco;
- sia da utilizzare il tuo caso per futuri Drakaal/Drakul che potrebbero avere un gioco losco simile. u.u

Per il resto delle istruzioni, ci sentiremo via missiva.

Beeeeeeeenvenuta! *-*
[Modificato da Ayaeqlar 30/03/2024 01:06]
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01/04/2024 17:14
 
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Grazie mille ancora a tutti! Non vedo l'ora di giocarmi questa razza meravigliosa 🖤
Nel mentre lascio la quest di cambio razza:

Quest Cambio Razza

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