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Amara serie A

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2022 18:15
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20/06/2022 09:08

Sono a Perugia. Entro tra i primi nella curva del Renato Curi. Un popolo intero si è trasferito dalla Brianza verso il capoluogo umbro e pian piano riempie le vetuste gradinate. Intorno a me sempre più ma anche volti sempre meno noti. Fino a qualche settimana prima entravi in curva e passavi il tempo a salutare tutti quelli che incontravi perchè li conoscevi tutti. Poi si viene a sapere anche che qualche bus ha avuto problemi. Sono lì sulle gradinate con poca speranza di vincere e andare direttamente in A. Me lo sento un po' perchè sono conscio delle nostre condizioni fisiche ed un po' perchè conosco il Perugia che già all'andata ci aveva messo alle corde. Ho speranza ma non sono fiducioso. A differenza di tutti quelli che mi stanno intorno che danno per scontata una vittoria e magari straripante. Ma forse hanno visto solo la partita in casa con il Benevento, dove avevamo giocato contro una squadra di fantasmi. O al massimo solo le ultime in casa, dove abbiamo comunque vinto tranne che con il Brescia. Quasi certamente non sono stati a Como o Frosinone. Non sono pessimista anzi, tutt'altro, ma sono piuttosto realista e tengo i piedi ben piantati a terra. Sarà che a me il Monza interessa davvero e non mi interessa di essere presente per poter dire "io c'ero". Io ci sono a prescindere. Perchè ho sofferto (tanto) e gioito (poco) in tanti anni che seguo la mia squadra. Ed invece ho la sensazione di avere intorno molte persone che del Monza interessa zero. A loro interessa solo esser lì. Tanto che partono cori così a caso, senza manco sapere da chi e da dove devono partire i cori. Dopo pochi minuti dall'inizio ho dovuto riprendere un ragazzotto vicino a me che continuava a giudicare il numero 8 con epiteti poco carini. Ma non l'ho dovuto riprendere per questo ma l'ho fatto solo quando ho capito che intendeva insultare Barberis mentre stava invece insultando Burrai. Manco aveva capito quale era la nostra squadra. E' lo scotto della popolarità. Dell'essere al vertice e per la prima volta molto vicini al sogno di una vita. Il sogno di una vita per pochi di noi, mentre il sogno di farsi vedere per moltissimi altri. Poi sappiamo come è andata quella volta.

E sappiamo pure della marcia trionfale nei playoff, lì ero molto più convinto che ce l'avremmo fatta. Ma non ero a Pisa. Sì, io che ero nei nove di Reggio Calabria, nel contubernio presente a Lecce, che mi sono fatto buona parte delle trasferte, a Pisa non potevo andare. Cose della vita. Ma in fondo non è importante esserci fisicamente, ma esserci e basta. Ero al Brianteo. A fine tempi regolamentari mi sono ritrovato dietro ai distinti con un amico. Amico di curva. Conosciuto sui gradoni e poi scoperto essere conoscente anche fuori. "Non ce la faccio a guardarmi i supplementari" mi dice "Me ne resto qui e aspetto!". Gli faccio compagnia mentre ci scambiamo i ricordi di una vita passata sui gradoni. Condividiamo un pezzo del nostro cuore biancorosso. Non c'è bisogno di fare a gara su chi piscia più lontano perchè entrambi siamo genuinamente monzisti. Siamo noi. E ci raccontiamo per quello che siamoe che abbiamo vissuto. Fino al boato della folla davanti al grande schermo. Ci guardiamo... "Ha sicuramente segnato il Pisa" dice scaramanticamente. Io non lo sono e sentendo i cori, le urla intuisco che potremmo aver segnato noi. La cosa si ripete qualche minuto dopo ma noi, serenamente, continuiamo fra di noi. Solo verso il finale di gara torniamo in mezzo alla folla che, in buona parte, non sentiamo nostra. Ma chi se ne importa, festeggiamo! Si va in centro e si festeggia. Si va alla villa ad aspettare il pullman. Si torna a casa troppo tardi la mattina per pensare di riuscire ad andare a lavorare. Si rimanda almeno al pomeriggio.

Da quel momento partono grandi festeggiamenti ai quali non partecipo causa malattia ma che, visti da fuori, non riescono a scaldarmi l'anima. La domanda più ricorrente che mi faccio è... Ma dove era tutta quella gente quando, con fatica, il buon Colombo è riuscito a tirarci fuori dal baratro nel quale eravamo caduti? Chi di questi era a Fermo per la finale scudetto di serie D? Quanti hanno visto il campettino di Venegono, sono stati nel pollaio di Scanzo o sono venuti a Pontendera (11), a Grosseto (25), a Reggio Calabria (9), a Inveruno (una decina)? Capisco, oggi tifare Monza fa figo mentre non lo era quando da bambino, circondato da bergamaschi che ogni tanto apparivano in massima serie, tutti mi facevano quella cazzo di domanda:"ma di serie A per chi tifi?". Ed io mi incazzavo perchè proprio i bergamaschi dovrebbero sapere che si tifa per una squadra sola. Già, tifare per una suqadra sola. Non si può amare il Monza ed amare un'altra squadra. Sarebbe parificabile ad un tradimento. Ma tutta quella gente che gira intorno al pullman? Tutti questi ragazzi o anziani che attraversano tutte le vie del centro per affollare poi il Brianteo da dove sbucano. Onestamente vi dirò che io pensavo che il tour per la città fosse un flop. Non mi sarei mai potuto immaginare che potessero sbucare da ogni dove così tanti tifosi del Monza. Tifosi... Sì, vabbè, simpatizzanti? Simpatizzanti per questa occasione. Ed invece ho sottovalutato l'aspetto mediatico di tutto ciò e la voglia, ancora una volta, dell'apparire rispetto all'essere. D'altronde abbiamo una società specializzata in questo. Nell'apparire. Comunque, non mi si è scaldato il cuore per la festa. Certo, vedere i miei ragazzi, quelli che in qualche modo ho coccolato dalla calda trassferta di Reggio Calabria fino all'ultima partita casalinga con il Pisa, essere felici per aver raggiunto il loro traguardo di una vita è certamente cosa bellissima. Il vedere il sottovalutatissimo vichingo festeggiare per un premio strameritato è davvero una gioia per il cuore. Ma è il contorno che mi risulta falso. Cartonato. Effimero.

Iniziano poi i primi rumours sul calciomercato. E' sempre un periodo caldo quello del calcio mercato. Ma il primo in serie A lo è di più. Anche in questo caso l'apparire... L'apparire della nostra società fa sì che se dovessimo comprare tutti i calciatori che ci vengono accostati vicniamo facile lo scudetto se non altro perchè gli avversari non avrebbero giocatori da mettere in campo. Quasi tutto falso ed effimero anche in questo caso. Poi si parla della sistemazione del Brianteo (nella sostanza, questo rimane il nome dle mio stadio) e si vedono pure i teloni rimossi. Si stanno facendo le cose in grande! Però si sa quando i lavori iniziano ma non quando finiscono. Ed inizia la campagna abbonamenti. Doccia fredda. I prezzi popolari almeno per chi in passato ha vissuto momenti di tregenda non esistono. Esistono solo posti a carissimo prezzo e posti non propriamente a prezzo popolare. Scontistica limitata ma non per i vecchi abbonati. Nemmeno per le famiglie. Nemmeno per i pensionati (over65) o per le donne. Solo per i generici U25. Un povero bimbo di 8/10 anni pagherà un ridotto nemmeno troppo ridotto. Una politica senza senso soprattutto perchè i distinti (nella sostanza il nome di quella tribuna, poi chiamatela Est se preferite) non sono quotati. Come fa uno a pensare di non comprare un abbonamento in curva per prenderlo nei distinti senza sapere quando saranno disponibili ma, soprattutto, quanto costeranno? Ma che logica c'è in tutto questo? Per non parlare dell'introduzione della famigerata tessera. No, è solo una fidelity card! Non è una tessera del tifoso come quindici anni fa. Tranquilli, non sentitevi schedati perchè non sarà così! Ma i duri e puri che la tessera l'anno contestata ed alcuni dei nostri sono pure stati daspati per una maglietta, cosa faranno? Si faranno schedare questa volta? Sarà interessante vederlo.

Detto tutto questo, rimane l'amaro in bocca. L'amaro del non veder riconosciuto alcun merito a chi c'è sempre stato. L'amaro del veder vincere ancora l'apparire. L'amaro sapore della vittoria che, alla fine, è molto simile al sapore della sconfitta. Ma forse aveva ragione proprio Pozzetto "Io sono del Monza, e non andremo mai in serie A!". In A il Monza c'è. Ma i monzisti veri potranno esserci? E' per questo che sto vivendo amaramente questa serie A.
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20/06/2022 13:15

in A ci va Fininvest, il Monza è in lockdown (dovuto nona virus ma a portafoglio leggero) fino a retrocessione avvenuta.
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Re:
TifosodaBG, 20/06/2022 09:08:

Sono a Perugia. [OMISSIS] In A il Monza c'è. Ma i monzisti veri potranno esserci? E' per questo che sto vivendo amaramente questa serie A.



Un bell'articolo (ti confermi giornalista mancato), per chi ha la pazienza di leggerlo tutto. Quoto il tuo amaro in bocca al 100%. Anch'io mi sento un pesce fuordacqua in mezzo a tutti questi "neotifosi" rossobandati. Non c'ero in serie D nè in C ma mi sono sempre considerato un tifoso quiescente. Ma comunque tifoso, tifoso vero.



[Modificato da brianzoeu 20/06/2022 15:31]
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06/08/2022 10:06

Se davvero volete leggere quanto sto per scrivere, prendetevi il vostro tempo, mettetevi comodi ed accendete un po' di musica soft sul vostro pc, smartphone, radio o chi più ne ha. Vi consiglio di mettere un sottofondo romantico anche se, per quanto leggerete, il mio consiglio è l'album Ahia! dei Pinguini Tattici Nucleari. Ma non c'è nulla di obbligatorio, van bene anche Neil Young, Laura Pausini, gli ACDC, Panetti, il Tre, gli Aborti Mancati o quello che più vi aggrada. Anche un bel silenzio, che non fu mai scritto come scrisse quello là. Non facciamo alcuna discriminazione musicale. Faccio anche una piccola premessa. Quando scriverò di tifosi intendo i monzisti in senso lato e non nello specifico gli ultras che, rispettabilmente, sono tifosi a modo loro. Voglio precisare solo perchè non ci siano equivoci e perchè il tifoso non deve essere per forza quello in balaustra che canta ed urla.







Proprio ieri, alla notizia che il mio biglietto in curva nord per la partita con il Frosinone era stato annullato ho vissuto un ulteriore momento di sconforto. Ma davvero siamo messi così male? Ma davvero questa società vuole solo i tifosi che possono permettersi cifre impopolari allo stadio? Ma davvero sono così slegati dalla realtà? E, soprattutto, davvero hanno bisogno dei quattro spicci che raccolgono alla faccia dei monzesi?

Ma poi, come spesso mi accade, è la musica che mi viene incontro. Il buon Spotify spesso fa partire canzoni che nulla hanno a che fare con i miei gusti o che in un determinato momento sono completamento fuori tono. Non so se capiti anche a voi ma capita davvero spesso. Ma ieri no. Un po' come la radio di Ligabue in Certe Notti che sembra avere capito chi sei, ha cercato romanticamente di darmi una mano.

Ieri ho pensato che
Vorrei andare in montagna
Per dimenticarmi di te
Un po' di freddo certo male non fa


Spotify con l'aiuto dei "Pinguini" mi ha voluto ricordare che qualche volta quando sei troppo preso da una situazione il cercare di estraniarsi è sempre una buona idea. Più ne sei coinvolto, più questa situazione è calda e più questo isolamento è necessario. Tanto un po' di freddo certo male non fa. La mente fredda è più serena.

Mi è ritornata in mente
La cantilena che ti insegnano a scuola
Per ricordare i nomi delle Alpi
Ma con gran pena e poi boh, non le so


Isolandoti dal problema inizi a pensare a tutt'altro ed il raffredare i pensieri aiuta a ragione con mente più libera. Inizi a slegarti dalla contingenza, a tralasciare le emozioni del momento. Puoi essere libero di volare al di sopra delle montagne. Quelle montagne che proprio ora sono intorno a me e che mi danno più un senso di libertà che non di oppressione. Ahhhh, tanto per non farvi rimanere con la curiosità, ma con gran pena le reca giù è la famosa cantilena. Però lascio a voi il collegarla ai nomi delle Alpi.

Sapessi i pensieri che ho perso
Che ho scacciato via dalla mia testa
Perché tu ci dormissi comoda dentro
E ti sentissi speciale come in un giorno di festa


Mamma mia!!! Ma allora 'sti Pinguini mi vogliono proprio male. La mente libera mi dice che è assolutamente vero. Negli ultimi anni sono riuscito a soprassedere a molte delle mie convinzioni, dei miei principi, dei miei valori e tutto questo solo dare la possibilità ad una società ambiziosa ed importante di poter fare del Monza quello che oggi è. Ho messo la testa sotto la sabbia quando mi hanno propinato un allenatore più incapace che odioso ed antipatico. Quando hanno cacciato senza alcun ritegno alcune delle nostre bandiere della rinascita, prima quella di Zaffaroni e forse ultima quella Andrea "Ciccio" D'Errico. Non mi sono mai ribellato alle campagne acquisti senza senso che portavano al nostro Monzello giocatori che poi non hanno mai visto il campo o che hanno iniziato a gironzolare per lo stivale italico senza alcuna motivazione valida. Campagne acquisti faraoniche ma senza nè capo nè coda. E tutto questo perchè ho sempre pensato di essere un bastian contrario e non avevo diritto di replica visto che chi vince, nello sport, ha sempre ragione. Ecco sì, questo è un altro dei miei valori che ho intenzionalmente calpestato in questi anni. Perchè non lo credo. Sono convinto che nello sport è sempre e solo chi si diverte e chi fa divertire che ha ragione. Altrimenti i miei vicini di casa atalantini, bontà loro, non avrebbero mai avuto ragione ed invece sono felici. Felici ed in cuor loro vincenti. Dicevo, ho sopito il mio malcontento per tutto questo tempo mettendomi ad urlare solo quando avevo la testa sotto la sabbia in maniera tale che nessuno sentisse e che la festa del mio Monza non si rovinasse. Perchè si sta vincendo. Si sta vivendo un sogno. Ma forse non ci stiamo rendendo conto a quale prezzo.

E ancora so che ti piace il McFlurry
Ma solamente alle tre del mattino
E del tuo primo bacio agli autoscontri
Che hai dato a quel cretino
Un bullo del tuo paesino


Questo è il sapore del mio Monza. Il mio Monza è quello che vive nella sua gente e non nel palazzo di cristallo. E' quello del pane e salame a Dro o Ciserano tutti insieme e non quello del caviale e champagne a Villa Gernetto solo per un'élite. E' quello che si immerge nel suo popolo, esiguo o numeroso che sia, ma che con lui va alle tre del mattino al Mc a prendersi il McFlurry. Ricordo anche il buon Colombo all'uscita degli "stadi" che era sempre disponibile anche quando era incazzato nero per prestazioni indicibili. Ma potrei citare episodi dei tempi di Radice, di Magni, quando però il calcio era altra roba. Più vicina a noi l'immagine di Soragna che di fronte al vetro dello stadio di Fermo si commuove fino alle lacrime stirando una sciarpa biancorossa quando gli viene detto:"Questo scudetto è anche un po' tuo!". Questo sì che è il mio Monza. Quello genuino. Quello spontaneo. Quello che senti tuo perchè vi partecipi attivamente. Quello che ti emoziona. Quello REALMENTE romantico.

I nomi delle tue zie
Navigano dentro i miei mari
E affogan tutte le poesie
Che so fin dalle elementari
E forse un po' ti farà pena
Questa mia povera testa
Che sa ancora tutto di te
Perché per quanto mi sforzi
Sei tutto cio' che mi resta


Ehhh sì, perchè noi non abbiamo mai seguito l'onda dell'entusiasmo. Noi siamo tifosi da quando da piccoli qualcuno ci ha portato lungo via Mentana o via Turati per andare al Monza. In quello stadio rumoroso, affollato ma genuino. Quanti ricordi ci sono nella mia testa. Quanti nomi delle zie... Marconcini, Beruatto, Acanfora, Scaio Scaini, il figlio di Regina Pacis Massaro, il bergamaister Bolis, Penzo, Pinato, Carruezzo, Antonioli, Monguzzi, Gasparini, Ganz, Casiraghi, Gigi Di Biagio, Brambilla, Spadino Robbiati, Campolonghi, Matteo Beretta, Santos, Menassi, Espinal ma anche i più recenti Gasbarroni, Omar Torri, Uliano, il mio quasi compaesano Grandi, Hetemaj, Perini, Guidetti Sashone Cori... E questi tirati fuori solo a memoria ed al volo. E se dovessi iniziare con le poesie che questi ed i loro compagni hanno scritto sul rettangolo verde non basterebbero millemilamigliaiadimilioni di terabyte per archiviare questo articolo.
Ebbene sì, forse vi farò un pena perchè piagnucolo di tempi passati e senza comprendere la gioia e la bellezza del presente ma, credetemi, trovo che la distanza tra società e tifosi abbia raggiunto un livello insopportabile. E nonostante tutto, per quanto mi sforzi, non riesco a mandare a fare in culo tutto e tutti fregandomene di cosa sta accadendo perchè... Perchè so tutto di te e non voglio dimenticare tutti i momenti passati insieme. Ma anche perchè calciatori, allenatori, dirigenti, presidenti, prima o poi passano tutti mentre i tifosi restano. E di quelli che passano continuerai a ricordarli non per quello che hanno vinto ma per quello che ti hanno dato.

Le cicatrici che c'hai sulle gambe
Son Magi che raccontano una storia
Di una bimba che cadeva sempre
Nelle ore di motoria e che conosco a memoria


Momenti belli e momenti brutti. Quante cicatrici che hai sulle gambe. Che abbiamo sulle gambe. Siamo caduti tante volte. Molte più di quelle in cui abbiamo trionfato. Seedorf, Armstrong, D'evant, Atzeni... Ma anche gli scontri persi negli anni 70 che interrompevano i sogni di gloria o gli spareggi nell'era Begnini e molti altri momenti più o meno deludenti. Cazzo! Quanti momenti di dolore abbiamo passato insieme. Già, insieme. Perchè in mezzo alla dozzina di monzisti presenti ad Inveruno, negli undici a Pontedera, nei nove a Reggio Calabria ed in mille altre occasioni quando nessuno ormai più credeva in te, nemmeno durante per le partite in casa dove in curva si erano una ventina, i monzisti c'erano. E da quando ho potuto ho portato anche i miei figli come fece mio padre prima di me. Conosco tutte queste emozioni a memoria.

Ed ora che sai camminare dritta
E forse non finisci gambe all'aria
Ti prego fatti dire amore mio
Che eri davvero bella
Quando cadevi dicevi Ahia!


Non è la sindrome dell'infermierina. Non è quel sentimento che ti porta a voler continuamente un malato in casa da curare. E' solo che io voglio essere libero di poter partecipare e vorrei che dall'altra parte ci fosse un minimo di riconoscenza per chi i nostri colori li ha davvero nel cuore. Ed invece nulla. La società non ci mette nulla del suo per avere dei tifosi ma preferisce avere degli spettatori. Quelli che oggi ci sono e che domani forse no. Anzi, quelli che oggi non ci sono perchè giochi contro il Frosinone che, con tutto il rispetto, non importa a nessuno ma domani quando giocherai con Napoli, Roma, Milan, Inter, Juve e poche altre sarà ben felice di occupare il posto dei veri tifosi per vedere la sua squadra del cuore o la squadra antagonista dei suoi colori, che non sono di certo il bianco ed il rosso. Questa mancanza di riguardo per i veri tifosi aggiunta alla borìa del "siamo bravi solo noi perchè abbiamo vinto tutto" mi ha fatto capire che è ora di tirar fuori dalla sabbia la testa e gridare al mondo biancorosso che "Io non ci sto!". Urlerò da solo, non mi importa nulla, ma voglio essere a posto con la mia coscienza. Il vaso ha tracimanto dopo le ultime umiliazioni tra le quali quella dell'annullamento del biglietto in nord per la partita di coppa Italia. Cosa incredibile tra l'altro. Perchè semplicemente dovuta ad un'organizzazione più dilettantistica che approssimativa (altro che "siamo bravi perchè abbiamo vinto tutto") e non certo all'amore dei tifosi che pur di poter accedere allo stadio ad un prezzo realmente popolare era disposta ad entrare in curva ospiti, abbracciare i frusinati, offrire loro una birra e mettersi insieme ad intonare "Fateme cantà" di Ultimo. Ed invece no, loro vogliono fare selezione e se tu sei un barbone che non hai 50 euro per andare in tribuna a vedere un'inutile partita di coppa Italia non sei degno di essere uno dei loro tifosi.

Ti prego fatti dire amore mio
Che eri davvero bella
Quando cadevi dicevi Ahia!


Non perchè ti sei fatta male ma perchè mostri il tuo essere disponibile a farmi partecipe della tua vita. Perchè in questo modo mi emozioni. Perchè i veri monzisti non sono come quelli là che si accontentano di vedere in televisione la vittoria di coppe o scudetti senza mai essere stati allo stadio o ad un allenamento. Il monzista vuole vivere la partita, la vita quotidiana della sua squadra. E per sentirsi davvero importante non ha bisogno delle vittorie ma di un molto più semplice e banale grazie. Un grazie che deriva anche da un riconoscimento della sua presenza. Ed invece no. In questo momento sembra che il monzista sia solo una mucca da mungere. Sarà solo una mia sensazione ed in quanto personale può essere sbagliata ma davvero sono incazzato per questa mancanza di rispetto. Ma questo non mi impedirà di certo di continuare a seguire il Monza. Continuerò a protestare contro tutto ciò che non mi va ma non appena ne avrò la possibilità sarò ancora lì sui gradoni a gridare Forza Monza. Io con i miei figli accanto. Perchè tutto e tutti passano ma l'amore del tifoso resta.
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06/08/2022 10:56

Me lo sono letto tutto e devo dire che rispecchia molto lo sconforto che ho provato a leggere dell’annullamento dei biglietti
Un annullamento immotivato perché lo sanno pure i sassi che da Frosinone non verrà nessuno o al massimo una decina di persone .. 10 frusinati da un lato 2-300 dei nostri dall’altro .. nessuna rivalità.. non si dica che er pericoloso !!
L’annullamento non nasce dal pericolo ma dalla stizza per il fatto che alcuni tifosi (quelli più veri) stavano disobbedendo alla volontà societaria di avere allo stadio solo milionari
Questi ci hanno portato in A , obiettivo di una vita, ma solo per un paio di giorni ho sentito mio questo risultato.. dopo la sbornia di felicità il modo in cui l’obiettivo è arrivato ha reso il tutto più amaro
Siamo arrivati in A con la peggiore società possibile, con le persone peggiori possibili che qui hanno levato la maschera che al Milan dovevano tenere perché c’era una tifoseria più grande
Se potessero costruirebbero un campo a
Villa Gernetto e la serie A la giocherebbero li a porte chiuse . Magari lo faranno il prossimo anno con la scusa che il Brianteo va sistemato
Io se domani sera ci fosse stato un Monza Caratese di coppa Italia di serie D a 10 euro ci sarei andato ma stavolta no, stavolta (non solo per i 50 euro che sono comunque una enormità in rapporto a quello che si offre) me ne sto a casa
Tutto questo senza avere idea di chi siano sti pinguini di cui parli 😂😂
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07/08/2022 18:15

Ho ricevuto apprezzamenti e critiche in via privata relativamente a quanto scritto.
Nonostante gli apprezzamenti facciano certamente piacere quelle che preferisco sono le critiche.
Beh, bisogna ovviamente scremare perchè le critiche slogheggianti e insultanti non mi interessano mentre quelle che hanno una base di convinzioni diverse dalle mie sono quella che preferisco. Quanto meno perchè mi danno la possibilità di riflettere. Di base le critiche più interessanti partono per lo più da un assunto che non mi vede assolutamente concorde e cioè "ci hanno portati in A e possono fare quel cazzo che vogliono". Beh, non detto così ma il senso fondamentale è quello. Questo è l'errore di base a mio avviso. Se mi dite che loro sono i proprietari e possono fare come cazzo vogliono, lo posso capire. Dal loro punto di vista è giusto agire in questo modo e lo condivido anche io. Ma io la devo vedere dalla nostra parte e cioè che sia legittimo che facciano come vogliono non lo metto manco in dubbio ma questo non può farmi giustificare tutto quello che fanno. Meglio, io non posso giustificare ogni cazzata con il fatto che siamo comunque stati promossi. Se fanno una cazzata, se fanno qualcosa che non è nell'interesse dei tifosi, io non lo giustifico perchè mi hanno portato in A. Ne prendo atto perchè posso legittimamente farlo ma non lo giustifico. Anzi, io lo critico pure perchè non ho paura che se questi si rompono il cazzo e se ne vanno fuori dai coglioni spariamo dalla faccia del calcio moderno. Io preferisco la coscienza a posto che essere protagonista di una partita di serie A.

Ora come ora nessuno, e con questo dico nessuno, è riuscito a scalfire le mie certezze. E di questo sono un po' preoccupato. Ho avuto degli scambi nei quali qualcun ha manifestato posizione diverse dalle mie che hanno ricevuto la mia stima ed il mio rispetto anche se non le condivido ma nessuno è ancora riuscito ad instillare in me il dubbio di essere su posizioni errate. O quanto meno troppo intransigenti. Boh?! Io continuo a pensarci, nel frattempo non vedrò la gara di questa sera perchè mi han lasciato fuori. Può essere che non veda quella con il Torino, perchè potrebbero lasciarmi fuori. Al più tardi debutterò in quel di Napoli, se mi sarà permesso di andare.
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