Venezia ci stupisce con un altro dono: la riscoperta e il restauro del Sacrario dei cafoscarini caduti nelle guerre del Novecento. La piccola corte quattrocentesca che a esso fa da cornice si trova nel cuore della sede centrale dell’Università Ca’ Foscari e, finora sconosciuta ai più, si rivela un luogo di raccoglimento e di bellezza.
Il fulcro visivo ed emotivo è la statua di Niobe, la mitologica madre infelicissima, tramutata in pietra dal dolore per l’uccisione di tutti i suoi figli e simbolo dell’Ateneo che piange la morte violenta dei suoi allievi.
Lo scultore muranese Napoleone Martinuzzi, al quale fu affidato l’incarico di un monumento che riassumesse tutta la sofferenza per le morti e le distruzioni – siamo nel 1943 – creò una statua di potenza straordinaria, di impronta classica e direttamente ispirata alle narrazioni degli antichi. Niobe si copre il volto con le braccia mentre l’orlo della veste e i capelli si stanno già tramutando in roccia. La sua nudità inconsapevole segna il definitivo distacco dalla vita mentre il pianto perenne scende con l’acqua nella fontana ai suoi piedi. Attorno alla statua, sulle pareti di un porticato, le lunghe liste con i nomi dei tanti giovani e meno giovani spinti sotto terra a causa di quegli sventurati conflitti: sono quasi 250, tra studenti, ex-studenti, docenti e dipendenti.
Il volume ricostruisce la storia di questo luogo solenne ed eloquente, studiando il corso degli eventi che nei secoli lo hanno trasformato da corte della dimora dei nobili Giustinian a ingresso della biblioteca universitaria e, infine, a Sacrario, voluto dalla veneziana Mater Studiorum, unico ateneo in Italia a destinare uno spazio preesistente, già architettonicamente compiuto, a luogo della memoria.
E appunto le strategie della memoria sono state al centro del lavoro di molti degli autori del volume e sottotraccia nel lavoro di tutti. Storici, filosofi, letterati, storici dell’arte e dell’architettura hanno studiato le ideologie e le politiche che a Ca’ Foscari animarono gli anni tribolati delle guerre e dei dopoguerra, hanno analizzato i processi istituzionali e la mentalità in periodo bellico, e indagato sull’assetto e le trasformazioni architettoniche della corte. Hanno inoltre delineato il profilo esistenziale di alcuni dei caduti della Grande Guerra per restituire al ricordo almeno frammenti di quelle vite troppo presto bruciate. Ma il problema del tempo passato, delle tracce che lascia e di come conservarle si è posto anche agli autori che hanno compiuto ricerche sui documenti d’archivio e ai chimici del restauro, che hanno studiato le pietre del Sacrario e ne hanno avuto cura.
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"Sarai mondo..se monderai lo mondo!"