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MOGLI E MARITI

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2012 21:14
23/09/2012 21:12
 
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Un Messaggio alla Chiesa di Lui
MOGLI E MARITI

Un Messaggio alla Chiesa



Agli eletti di Dio Padre, disposti a farsi preparare per diventare "conformi all'immagine del Figlio Suo" (Rom.8:29) dalle vie misteriose dello Spirito, sapendo che entriamo nel Regno di Dio a mezzo di sofferenze (2 Tess.1:5), dedico queste pagine.



Introduzione



Poco prima della Sua morte, Gesù, uscendo dal tempio di Gerusalemme, venne fatto oggetto delle domande dei Suoi discepoli.
"Poi, mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si accostarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?» (Matteo 24:3). Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi seduca!"
Parlò, poi, di guerre, pestilenze, terremoti, di persecuzione dei cristiani e che, a causa di quelle persecuzioni, molti tra noi si sarebbero scandalizzati, odiati e traditi (verso 10).
Concluse dicendo che:"l'amore di molti si raffredderà". Egli, stava parlando di cristiani!
Anche l'avviso alla chiesa di Efeso, nell'Apocalisse, tocca lo stesso tasto. La Chiesa di Lui, è scritto, avrà come suo più grande nemico, il "raffreddarsi dell'amore" e questo sarà la cosa che la farà cadere, se non si ravvede.

Mentre le chiese sono piene di cantici e dottrine, pur vedendo sempre più segni, nel mondo, del Suo ritorno,non mettono sufficiente attenzione alle parole dette sul monte : "Guardate che nessuno vi seduca!"

Gesù rispose a tre domande . La prima:"Dicci, quando avverranno queste cose?" La seconda:"E quale sarà il segno della tua venuta". La terza:"e della fine dell'età presente?».
Riguardo all'ultima domanda, sulla fine dell'età presente, Gesù disse che l'amore di molti si sarebbe raffreddato, ma che, chi avesse perseverato fino alla fine sarebbe stato salvato. E aggiunse:"E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine».

Il vangelo ormai è predicato quasi fino ai più estremi confini della terra. Terremoti, tsunami, guerre e pestilenze sono sempre in misura maggiore e sempre più spesso vengono dati alla Chiesa, Ministeri per le famiglie.
Satana vuole distruggere la Chiesa (Apocalisse 12) e per far questo attacca le famiglie, che ne costituiscono il nucleo.
Contro questo, abbiamo solamente un arma : IL PERDONO E L'AMORE.


Gesù ha mostrato agli uomini, il Padre (Giov. 14:9). Il piano di Dio per coloro che sono "Sua Chiesa" è che essi mostrino Gesù ; "quale Egli è, tali siamo anche noi in questo mondo." (1 Giov. 4:17).
Il Cristiano che davvero vuole seguire Cristo, ed essere discepolo di Lui deve, come Gesù, mostrare in modo concreto , l'Amore del Padre.

Il Signore Gesù Cristo disse ai discepoli, e di conseguenza dice a tutti coloro che desiderano seguirLo : "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi».(Giov. 20:21) COME____COSI'. Allo stesso modo!
Grande, emorme termine di paragone, ma non impossibile se crediamo alle parole dell'Apostolo : "Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica." (Filippesi 4:13).



***** ***** ***** ***** *****



Efesini 5:32 - Ezechiele 16



Ad Efeso era arrivata una lettera dell'Apostolo. Probabilmente Paolo scriveva da Roma e, ancora probabilmente, a leggerla ai membri della chiesa era Timoteo, che ne fu responsabile (1 Tim. 1:3 _ 2 Tim. 1:18).
Ad un certo punto colui che sta parlando all'assemblea dei credenti, legge : "Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore. Il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è Capo della Chiesa".

Gli uomini presenti si saranno guardati ammiccando con gli sguardi. Grandi , meravigliose parole uscite dalla penna dell'Apostolo che davano, secondo loro (ma anche secondo tutti noi uomini, desiderosi magari in segreto, di vedere riconosciuto il nostro ruolo), il giusto posto della donna. Finalmente Paolo, con una parola di autorità, sigillava per sempre, con il suo discorso, l'autorità del marito.

Colui che guida alla comunità continua la lettura dell'epistola : "Ora, come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa".
Sottomesse! Che parola! E poi, "in ogni cosa!".

Ma la parte più alta, la più "difficile" , quella che a questo punto i mariti non si sarebbero mai aspettati, stava per arrivare.

"Mariti amate le vostre mogli". Che, dunque,non le amavano loro le proprie mogli? "Siamo cristiani, noi! Certo che le amiamo". Questo è il pensiero che ci viene in mente se qualcuno ci dice tali parole. Dobbiamo tutti ammettere che è così. Siamo sempre davati a Dio.

Ma ecco arrivare scultoreo, il termine di paragone : "Come Cristo ha amato la Chiesa".
COME - TALE E QUALE! Non di meno è richiesto al discepolo di Gesù Cristo.



Daremo uno sguardo a tutto il discorso dell'Apostolo sul "Come" , i mariti devono amare le proprie mogli, ma intanto andiamo ad altro che ci introdurrà all'argomento "Amore".


Passiamo a descrivere l'amore di Yawheh nei confronti della Sua Sposa, Gerusalemme. Amore che Egli ha mostrato per ognuno di noi. Ma prima di iniziare, meditiamo su questo: che Israele era stata immensamente amata dal Signore, tuttavia si era prostituita allontanandosi da Lui, che fa di tutto per riportarla a Sè.
In tutti i libri dei profeti è raccontata questa storia dell'Amore di Dio, ma per capire il rapporto che Dio vuole con la Sua Sposa, che è figura di quello che l'uomo deve avere con la propria donna (Efesini 5:32 e precedenti), leggiamo solo un breve verso tratto dal libro del profeta Osea :
«Perciò, ecco, io l'attirerò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore........ In quel giorno avverrà, dice l'Eterno, CHE TU MI CHIAMERAI MARITO MIO! E non mi chiamerai più: "Mio Baal" (letteralmente : PADRONE!).

Il profeta Osea ha realmente sperimentato nel suo matrimonio quello che Yawheh ha provato con il Suo popolo; con noi.
Per via di quell'esperienza, Osea, era in grado di conoscere e di sentire con particolare intensità l'infedeltà di Israele, ma, insieme egli si accorse che l'infedeltà della sua donna non aveva spento il suo amore per lei.
Nessuno come lui, allora, era capace di annunciare l'amore di Dio per Israele, amore sì, deluso, ma che malgrado il tradimento non viene meno e non si trasforma in odio.
Certo, l'infedeltà della Sua sposa, addolora Yawheh, Lo accende di collera , ma Egli non recede dal Suo amore per lei, non vuole abbandonarla.
Così la corteggia come un amante, la induce a seguirLo nel deserto, in pratica, per un periodo la isola. Vuole che resti sola con Lui affinchè possa "parlare al suo cuore" con gesti concreti d'amore; e tutto questo affinchè lei possa conoscerLo.
Il deserto fu il luogo del loro primo amore e il Signore vuole ricominciare da capo. Vuole ritrovare la relazione originaria, di quando lei, allora giovanissima, Lo amava.

Tutte le motivazioni del Signore, la Sua ira, le Sue promesse di Giudizio per la grave colpa commessa dal Suo popolo che si leggono in Ezechiele 16 (e inizialmente anche in Osea), subiscono un mutamento.
Dai propositi di punizione, Yawheh, amando immensamente la Sua Sposa che Lo aveva tradito, passa all'amore ed alla tenerezza per lei.

"Come potrei abbandonarti, o Efraim, o lasciarti in balìa di altri, o Israele? Come potrei renderti come Admah, o ridurti come Tseboim? Il mio cuore si commuove dentro di me, le mie compassioni si infiammano tutte. Non darò sfogo alla mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo, perché sono Dio e non un uomo" (Osea 11:8-9).

L'amore, di cui è pieno il cuore di Dio, trionfa sulla giustizia. L'essenza di Dio non si esaurisce nella Sua Giustizia, ma è Amore superiore ad ogni ragione. "Misericordia si gloria contro a giudizio" (Giac. 2:13).

Poichè Egli è Dio e non un uomo, non è costretto a lasciar libera la Sua collera, ma può decidersi con libertà in favore del Suo popolo.
Se l'uomo è in balia di sè stesso, dei propri sentimenti e affetti, delle azioni e reazioni degli altri, Dio invece non è così. E se l'uomo è un uomo redento, che realmente è pieno dell'Amore di Dio ed è un vero discepolo di Gesù, anche lui allora mostrerà con i fatti questo amore soprannaturale.
Le parole di Gesù "Amatevi gli uni gli altri COME vi ho amato Io"(Giov.13:34) , diverranno "vita". Entreremo nella REALTA' e ci accorgeremo che il Signore non ci chiede niente di meno. COSI' - COME.




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YAWHEH E LA SUA SPOSA

Ezechiele 16 __ Osea



Iniziamo a leggere i primi versi di Ezechiele 16, dove il Signore parla a Gerusalemme, dopo che questa aveva dimenticato Lui, il Signore per andare dietro ai suoi amanti…leggiamo:


Così parla Dio, il Signore, a Gerusalemme: Per la tua origine e per la tua nascita sei del paese del Cananeo; tuo padre era un Amoreo; tua madre un Ittita.
Quanto alla tua nascita,il giorno in cui nascesti l’ombelico non ti fu tagliato, non fosti lavata con acqua per pulirti, non fosti sfregata con sale, né fosti fasciata. Nessuno ebbe sguardi di pietà per te, per farti una sola di queste cose, mosso a compassione di te; ma fosti gettata nell’aperta campagna, il giorno in cui nascesti, per il disprezzo che si aveva di te


Sela - Pausa.


La descrizione fatta dal Signore è tale e quale alla nascita di una creaturina non voluta nè dai genitori nè dai parenti, e quindi, abbandonata a sé stessa.
La nascita di questi bambini, come tutti sappiamo, è molto dolorosa e triste, ed anche gli anni della fanciullezza prima e dell’adolescenza poi, non fanno presagire nulla di buono, per il figlio che è venuto al mondo.

Questa, dice il Signore, era la condizione di Gerusalemme.

IO ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi : “Vivi, tu che sei nel sangue!” Ti ripetei : “Vivi, tu che sei nel sangue!”.
Io ti farò moltiplicare per miriadi, come il germoglio dei campi
”.

Qui, il Signore fa le veci di un uomo di nobile cuore, che, passando, diciamo vicino ad un moderno cassonetto dei rifiuti, vede muoversi un sacchetto con dentro una piccola neonata. In lui tutto si commuove; il suo cuore prova dolore e tenerezza per la creatura infelice. La sua anima si scioglie e in lui, viene fuori il sentimento di paternità. Si inginocchia e la solleva tenendo le sue grandi mani sotto il corpicino avvolto in uno straccio. Con infinita pietà l'avvicina al suo volto e con gli occhi umidi la guarda mentre lei si dibatte piangendo. Il cuore dell'uomo è oramai sciolto per la commozione e per l'amore che inizia a provare per quel piccolo essere sfortunato. Allarga un lembo del suo cappotto e la ripara dall'aria che per lei, tanto piccola, forse è fredda. La porta via con sè, salvandogli la vita e ripromettendosi di farla crescere bene. Egli si è proposto di prendersene cura, di allevarla, sfamarla e curarla. Di avere ogni attenzione di cui lei, la piccola neonata, possa aver bisogno.

Tu ti sviluppasti, crescesti, giungesti al colmo della tua bellezza, il tuo seno si formò, la tua capigliatura crebbe abbondante, ma tu eri nuda e scoperta.”

La piccola bambina ,cresciuta con amore , allevata con le più tenere cure, pian piano, diventa ragazzina; inizia a intravvedersi come diventerà una volta che avrà raggiunto l'età giusta. Aveva a disposizione quanto le necessitava per esaltare la sua femminilità e, passando il tempo giunge al colmo della sua bellezza. Si vede però tutt’ora la sua origine, origine di "abbandonata", rigettata.
Era bellissima, con i lunghi capelli fluenti lasciati al vento, le sue forme erano perfette ma tuttavia, era ancora nuda . "tu eri nuda e scoperta". E noi tutti siamo "nudi" finchè Cristo non ci riveste gratuitamente (PER- DONO) con l'abito della Sua (di Lui!), Giustizia.

Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua nudità ; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te, dice DIO, il Signore, e tu fosti mia”.

E' da notare la grande delicatezza di Yawheh. Finchè la sventurata era piccola , Lui non l'aveva mai toccata, eccetto quando la salvò. Solo DOPO che essa fu grande abbastanza e che Lui fece un patto con lei, e lei fu "Sua", allora e solo allora la "ripulì dal sangue,la lavò con acqua e la unse con olio", toccandola.
Nel verso sopra leggiamo che Lui le passò accanto, la guardò e vide che "il suo tempo", quello degli amori, era giunto. Lei era ora grande abbastanza, ma era ancora nuda e perciò, non essendo ancora Sua, Egli la prima cosa che fece, "la coprì con la Sua veste".
Solo dopo essere entrato in un patto con lei, a cui lei stessa assentì, poteva guardarla e toccarla.
Grande rispetto e considerazione del Signore!
Tutto ciò è anche figura dell'agire del Signore nei nostri confronti. Sebbene Egli ci abbia eletti fin dalla fondazione del mondo (Efes.1:4), ci lascia per anni nel nostro libero arbitrio. Poi, "ci passa accanto", viene e fa un Patto con noi. Stende su di noi la Sua veste e ci riscatta (Rut 3:9). Ci lava dal "nostro" sangue (sangue significa vita - Lev. 17:11,14) e infine ci "unge con olio", donandoci Lo Spirito Santo.


Oltre a questo, un uomo avrebbe ricordato alla sventurata i favori da lui concessi in passato come per farla sentire in obbligo verso di lui. Come a dire : "Sei come in obbligo di amarmi...con tutto quello che ho fatto per te". Il Signore invece , è LUI che promette, LUI che giura alla misera ragazza, LUI che fa un patto con lei. Non chiede niente da lei, se non di accettare e farsi riscattare, ma è Lui che si impegna nei suoi confronti. Così è l'Amore: per essere vero, deve essere senza condizioni.
Da qui, ha inizio la meravigliosa dolcezza, tenerezza e protezione, l’ immenso amore che DIO dimostra alla Sua Donna, che dovrebbe farci meditare tutti, noi uomini, su COME dovremmo trattare le nostre compagne. Ricordiamoci sempre le parole dello Spirito Santo dette a mezzo di Paolo : "COME Cristo ha amato la Chiesa".


"Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue che avevi addosso e ti unsi con olio".

Essendo oramai "Sua", con infinito amore, può toccarla. Immaginiamoci le scene:
pensiamo ad un Potente che ,rimboccandosi le maniche e cingendosi di un asciugatoio, prepara un grande catino riempiendolo d'acqua e con forza, ma con tenera dolcezza nello stesso tempo, con le sue grandi mani, getta acqua pura sul corpo sporco di sangue e infreddolito. Lo accarezza e lo strofina delicatamente, stando attento a non fare troppa pressione con la mano. Lo asciuga quindi con immensa tenerezza e lo unge, poi, con olio. La ragazza , ora, è tranquilla sentendosi protetta da quelle forti mani che le hanno dato tanto amore..

Crescendo, come abbiamo visto, quella che era una piccola creaturina, diventa molto bella. Non è detto come sia cresciuta, ma è da pensare che, il Ricco e Potente RE, si sia occupato anche da lontano, di nascosto quando non era presente, di tutto il necessario per la sua crescita.
Ancora una volta, quando lei è ormai grande, lui le passò accanto; segno che la teneva d'occhio, anche senza che lei lo sapesse. La trovò bella, ma non vestita, così si occupò anche di questo: "Ti misi delle vesti ricamate, dei calzari di pelle di delfino, ti cinsi il capo di lino fino , ti ricoprii di seta".

Seta; pelle di delfino; vesti ricamate.

Non la vestì normalmente, ma con i migliori abiti!
Lui, il RE , la amava e desiderava il meglio per lei !

Non è che la amava perchè era diventata bella e non per questo fece con lei il patto, no!

Abbiamo letto che quando il RE prese tra le mani la piccola creatura appena nata, le disse : "IO Ti farò moltiplicare per miriadi come il germoglio dei campi".

"Io ti farò" . Come a dire : "Mi prenderò cura di te; penserò a te in ogni attimo, e farò tutto quello che occorre affinchè tu cresca sana e felice e che un giorno, tu possa moltiplicarti ".

Vediamo ora, andando avanti nella lettura, con quanto e quale Amore avviene la vestizione della fidanzata del Re.


"Ti fornii d'ornamenti, ti misi dei braccialetti ai polsi e una collana al collo. Ti misi un anello al naso, dei pendenti alle orecchie e una magnifica corona in capo."
Immaginatevi il Re dei re che va a cercare nel suo castello e tira fuori dai suoi tesori i migliori gioielli e li prova, con delicatezza alla sua donna.

Passandole da dietro, facendola sedere comoda su cuscini di seta , le scansa i capelli con dita delicate, le aggancia la meravigliosa collana al collo, e la guarda con occhi innamorati e pieni di tenerezza.
Le chiede se il gioiello è di suo gradimento. Lui, vuole il meglio per lei !
Il Re prende le mani della Sua amata e, una ad una le stende con delicatezza davanti a Sè per farvi passare un bellissimo bracciale che le adorni i polsi.

Le mette gli orecchini a pendente sui lobi delicati facendo attenzione a centrare il foro senza farle male e, infine, posa con amore ed orgoglio, sul capo di lei, una splendida corona da Regina.

La trasformazione è avvenuta. La alza tenendola con dolcezza e fermezza per la mano e la porta davanti ad un magnifico specchio. Vuole che anche lei si ammiri e veda quanto è bella.

Quella che un giorno lontano era stata disprezzata e abbandonata, aveva incontrato il suo Benefattore, e così avviene per noi, quando incontriamo Cristo.
Il Signore, il RE, continua il ricordo , parlando della Sua amata. Una nota di tristezza si legge in queste parole, davanti ai Suoi occhi riappare il ricordo di quei giorni tanto belli in cui Lui si era innamorato della Sua fidanzata. Era bellissima, tanto da far sciogliere d'amore il cuore di Lui quando la ammirava. Quello che un giorno di tanto tempo prima era solamente un piccolo germoglio, era sbocciato fino a diventare la rosa più bella, ed era "SUA"!


"Così fosti adorna d'oro e d'argento; fosti vestita di lino fino, di seta e di ricami; tu mangiasti fior di farina, miele e olio; diventasti bellissima e giungesti fino a regnare.
La tua fama si sparse fra le Nazioni, per la tua bellezza; essa infatti era perfetta, perchè Io ti avevo rivestita della Mia magnificenza, dice DIO, il Signore
".

Da quando l'aveva presa come sua amata, il RE le aveva dato i cibi più succulenti; gli abiti migliori e certamente la faceva sentire molto, molto amata. Le donne diventano più belle quando si sentono amate!
"La tua fama si sparse fra le Nazioni, per la tua bellezza". Tutti la bramavano, talmente era bella; tutti invidiavano Lui, per la bellezza di lei, e Lui era orgogliosissimo e sempre più innamorato. Aveva formato una piccola e delicata semplice creaturina, nella più bella tra le belle.

Non aveva risparmiato i Suoi gioielli e i Suoi prodotti migliori.le Sue attenzioni e, cosa che più conta, le aveva dedicato del Suo tempo, molto tempo. Lei parlava e Lui la ascoltava, dandole considerazione

Quante volte noi uomini, invece, non abbiamo tempo da dare alle nostre donne?
Quante volte diciamo loro : "Lasciami stare, sono nella mia ora di pausa?" E se non lo diciamo, lo facciamo capire mostrando poco, o addirittura nulla, interesse?
Non così LUI, ma il risultato Lo premiò: la Sua amata divenne bellissima.


Meditiamo sulla differenza del rapporto che il Signore aveva con la Sua amata confrontandolo con quello che noi abbiamo troppo spesso con le nostre amate....

Meditiamo pochi versi alla volta....

Finora siamo arrivati fino al versetto 14 del 16° capitolo del libro del profeta Ezechiele, ed abbiamo visto con quanto Amore, Yahwè, corteggiasse la Sua sposa.
Ora, al resto, dal verso 15 in poi...

ma tu , inebriata della tua bellezza, ti prostituisti sfruttando la tua fama e offrendoti a ogni passante, a chi voleva”.


Si legge tra le righe, se si dà spazio alla voce dello Spirito Santo, che dà la rappresentazione viva delle cose, la grande tristezza e desolazione dello Sposo ferito.

Le ultime parole "a chi voleva” rendono tutta la delusione ed il dolore del cuore ferito di Yahwè. Come a dire: "Non hai avuto alcun rispetto per Me, né per te stessa.Chi ti voleva, poteva averti. Tu, appagavi i suoi desideri e non pensavi a Me, che tanto ti avevo amato".

Tu prendesti le tue vesti, ti facesti degli alti luoghi ornati di vari colori, e là ti prostituisti: cose tali non ne avvennero mai e non ne avverrano più.
Prendesti pure i tuoi bei gioielli fatti del Mio oro e del Mio argento, che Io ti avevo dati, te ne facesti delle immagini d’uomo, e ad esse ti prostituisti;
prendesti le tue vesti ricamate e ne ricopristi quelle immagini, davanti alle quali tu mettesti il Mio olio e il Mio profumo
."
Pieno di dolore, ricorda come lei, la Sua Sposa, si preparava per incontrare i suoi amanti. Si metteva davanti allo specchio provando e riprovando i vestiti più belli ed i migliori gioielli, tutte cose che aveva ricevuto da Lui, per essere più bella, più attraente, per piacere ancora di più "a chi la voleva". La stessa bocca che Lui, un giorno, con tanta tenerezza aveva sfamato, ora si apriva per concedersi ad altri.

"Così anche il Mio pane che ti avevo dato, il fior di farina, l’olio e il miele con cui ti nutrivo, tu li mettesti davanti a loro, come un profumo di soave odore. Questo si fece ! dice DIO, il Signore”.
A quei tempi, il popolo d’Israele, la amata di DIO, iniziò a credere che il grano, il vino, l’olio, il miele, gli animali, le fossero dati dai Baali, dagli dei dell’agricoltura, un po’ come oggi credono coloro che venerano la terra, pensando che essa da sola, sia in grado di dare questi beni, non accorgendosi che c’è UNO che, al di sopra di tutto, comanda alla terra. E' un po come oggi che l'uomo non redento crede che la felicità gli venga dai piaceri del mondo , ed è un pò, come ad alcuni accade di pensare, che la gioia, il "brio" per la vita, può avvenire con un rapporto fuori dal matrimonio.

Prendesti inoltre i tuoi figli e le tue figlie, che Mi avevi partoriti , e li offristi loro in sacrificio, perché li divorassero.
Non bastavano dunque le tue prostituzioni, perché tu avessi anche a scannare i Miei figli e a darli loro facendoli passare per il fuoco? In mezzo a tutte le tue prostituzioni, non ti sei ricordata dei giorni della tua giovinezza, quando eri nuda, scoperta, e ti dibattevi nel sangue.
Ora, dopo tutta la tua malvagità, guai ! guai a te ! dice DIO, il Signore
“.

Oltre a tutti i tradimenti, perfino i propri figli , il RE deve vedere uccisi ! La parola "figli", può tradursi in ambito matrimoniale umano, come , molte volte, oltre al tradimento fisico vengano "uccisi" anche gli ideali, i sogni, i proponimenti che erano "nati" all'interno della coppia.Esperienze e cose ,che sono nate nel rapporto d'amore che ha portato al matrimonio, certe volte vengono "sacrificate" e date in pasto a terze persone, agli amanti, perchè ne approfittino e ne beneficino.

Allora, il Suo cuore troppo ferito, sembra , con il “guai a te!” che mediti vendetta contro di lei.
Effettivamente, se si andasse avanti con la lettura dei versi, leggeremmo quello che il marito tradito medita di fare alla sua sposa .
Ma, andando al libro del profeta Osea., il rapporto tra Yahwè e la Sua sposa viene “allargato” .

Da precisare che al profeta Osea, venne da DIO comandato di sposare una prostituta, proprio per essere, sia “segno” al popolo di Israele del loro rapporto con Yahwè, sia perché il profeta potesse meglio capire e interpretare il cuore di DIO nella situazione con la Sua sposa.
Leggiamo : “Il Signore cominciò a parlare a Osea e gli disse : và, prenditi in moglie una prostituta e genera figli di prostituzione; perché il paese si prostituisce abbandonando il Signore”.
I profeti molte volte hanno dovuto subire nelle loro vite quello che il Signore soffre a causa del Suo popolo.
Contestate (è Dio che parla), vostra madre, contestatela! Perché lei non è più Mia moglie, e io non sono più suo marito! Tolga dalla sua faccia le sue prostituzioni e i suoi adulteri dal suo petto; altrimenti Io la spoglierò nuda, la metterò com’era nel giorno che nacque, la renderò simile a un deserto, la ridurrò come una terra arida e la farò morire di sete”.

Il cuore del Re è furioso dal dolore per i ripetuti tradimenti e medita vendetta.


Lei non si è resa conto che Io le davo il grano, il vino, l’olio; Io le prodigavo l’argento e l’oro che lei ha usato per Baal! Correrà dietro ai suoi amanti, ma non li raggiungerà; li cercherà ma non li troverà. Allora dirà: “Tornerò al mio primo marito, perché allora stavo meglio d’adesso”. Ancora quel doloroso ricordo di quando, con immenso amore, le dava da mangiare, la nutriva quasi come ad imboccarla, affinchè lei stasse bene. In Osea cap.3, verso 4, il Signore torna con la mente ai tempi del loro primo amore, e dice: "Io stesso insegnai ad Efraim a camminare, sostenendolo per le braccia; ma essi non compresero che io li guarivo. Io li attiravo con corde di umana gentilezza, con legami d'amore; ero per loro come chi solleva il giogo dal loro collo, e mi piegavo per dar loro da mangiare". Aveva molto amato e aveva fatto molto. Le aveva insegnato tutto. Si "era piegato" per darle da mangiare .Si impegnava a togliere ogni possibile sforzo da lei, facendolo Lui (ero per loro come chi solleva il giogo dal loro collo), ma non era bastato. E il ricordo Gli spezzava il cuore. “Lei non si è resa conto"....Il Signore però, iniziava a scusarla. Addossava tutto quello che lei aveva commesso contro di Lui, come dipendente dal fatto che lei "non si era resa conto". E' l'anticipazione delle parole di Gesù:"perchè non sanno quello che fanno".

Pur meditando vendetta per il dolore subito, Yawhè, lo fa per uno scopo: “Allora dirà: tornerò al mio primo marito”.
L’amore per la Sua sposa, che tanti anni prima ha salvato e curato con amore, fino a farne una regina, non è sparito nonostante la rabbia, e, se pur con dolore,( forse più perché costretto a punirla, che per le ferite subite), Lui, il RE la aspetta ancora.

Dopo aver pensato alle sofferenze che dovrà infliggere alla Sua amata, il Re si decide a non farle mai del male; LA AMA TROPPO PER FARLO!
Allora trova il rimedio.

Perciò, ecco, la attirerò a Me, la condurrò nel deserto e le parlerò al cuore.
Là canterà, come ai giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal Paese d’Egitto
”.

L’amore per la Sua sposa, ha fatto cambiare il piano di Yahwè. Il Suo cuore pieno di amore, ha vinto contro la mente di Lui che invocava Giustizia.
Non vendetta, ma di nuovo corteggiamento. Lo Sposo, corteggia di nuovo la Sua sposa. Non può farle del male, nemmeno al fine di farla tornare a Sé. Vuole mostrarle che anche Lui sa corteggiare; che non è da meno degli amanti di lei e che il Suo amore (esso solo degno di tale nome) , non ha pari.

Il Mio cuore si commuove dentro di me”, dice Yahwè e continua, con queste grandi parole che ci fanno capire la natura di DIO.

Non darò sfogo all’ardore della Mia ira, non la distruggerò, PERCHE’ SONO DIO E NON UN UOMO !”.

Il libro di Osea si chiude con le parole :
Io guarirò la sua infedeltà, Io l’amerò di cuore, poiché la Mia ira si è distolta da loro”.


Con le parole “Io l’amerò di cuore” sembra quasi che il RE voglia trovare una scusante alla sua sposa, come se fosse stato possibile per Lui, amarla ancora più di quella che la aveva amata. Come se la colpa fosse Sua, perchè non l'aveva amata al massimo delle Sue capacità. "Io l’amerò di cuore". Non, "Io l'ho amata", ma :"Io l'amerò". Da ora in poi metterò tutto Me stesso, tutto il Mio cuore nell'amore per lei. Come se già,non l'avesse amata abbastanza.......

Tutta questa storia, riprende i versi del Cantico dei Cantici : “Perché l’amore è forte come la morte” ( 8: 6). La morte non può essere distrutta, salvo che da Gesù e Gesù è Amore. L'amore , quello vero, non può essere distrutto, da niente e nessuno. Non c'è niente di più forte del vero amore, dell'Amore con la "A" maiuscola. Nè dolori, nè orgoglio, possono soffocare il vero amore. "le grandi acque (sofferenze, lacrime) non potranno spegnere l'amore", continua il Cantico.

Circondata da questo enorme amore, la sposa di Yawheh si innamora perdutamente di Lui. L'averla portata nella solitudine tra lei e Lui, l'averle parlato al cuore, corteggiata e amata in quella maniera, fino a perdonarle tutti i suoi torti , ha fatto capire a lei che nel passato si stava buttando via . Che tradendo Colui che solo la ama di vero amore, era come gettare via uno stupendo gioiello per prendere al suo posto degli insulsi pezzi di vetro. Era come scartare la perla di enorme prezzo e bellezza, scegliendo delle piccole perline di fiume. La donna allora, rientrata in sè, scopre che Lo ama a dismisura. L'Amore ha vinto! Un amore che , vinto dall'Amore estremo, non potrà mai più vacillare.
"A chi molto è stato perdonato, molto ama" (Luca 7:47).

Questa meravigliosa storia , dove abbiamo potuto contemplare l'Amore in azione, riguarda tutti noi che siamo stati cercati, chiamati, perdonati dal Re in persona, per Gesù Cristo .
Dio, è venuto a cercarci; Lo avevamo tradito e Lui ha scelto, per riportarci a Sè, di amarci. Ci ha attratto nel deserto ed ha parlato ai nostri cuori e abbiamo conosciuto il vero Amore. E' arrivato, per non punirci come la Sua Giustizia richiedeva, al Sacrificio estremo di Sè , ed ora, pieni di Quell'Amore, ci chiede che anche noi, diventiamo come Lui.
"COSI' - COME!"


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Gesù Cristo e l'adulterio

(Matteo 5:32)



Dopo aver contemplato il grande, immenso amore che Dio Padre ha avuto , ed ha, per noi --Sua Sposa-- , amore che non solo perdona il tradimento ricevuto ma che, andando oltre, fa corteggiare, curare e scusare con estrema tenerezza la Sua sposa, lei, l'adultera (e tutti noi lo siamo stati nei confronti di Lui), diamo uno sguardo al problema "adulterio" ; problema massimo che possa esserci in una coppia, trattandolo non solo alla luce della Parola scritta ma mettendolo a contrasto con il grande Cuore del Signore Gesù Cristo.

Il grande Amore di Yawheh per la Sua amata, certo non fu senza conseguenze. Nei libri profetici si legge tutto il dolore del Signore, dolore profondo che Gli spezzava il cuore.
Nel Salmo 69 (profetico di Gesù) , si legge al verso 20 : "L'oltraggio m'ha spezzato il cuore". Ed è vero che un tradimento è un grande oltraggio, una profonda delusione che fa "consumare gli occhi di dolore" (Salmo 88:9).

Chi, più di Gesù ha provato cosa significhino le parole : "L'anima Mia è oppressa da tristezza mortale"? (Matteo 26:38)
Oppressa, schiacciata, pressata! Così è l'anima quando un forte dolore, un oltraggio, tocca le nostre vite. Anche Gesù, ora al Trono nella Gloria, non può dimenticare, le Sue ferite Gli stanno sempre davanti ! (zaccaria 13:6)
Eppure, noi che ci diciamo discepoli di Lui dobbiamo "camminare COME Egli camminò" .
Infatti, siamo stati chiamati alle sofferenze perchè "anche Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinchè seguiamo le Sue orme" ( 1 Pietro 2:19-21).

Gesù Cristo parlò di adulterio, citando la legge di Mosè Egli disse: "ma Io vi dico....chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera" (Matteo 5:32).
Ora, queste parole sono prese da alcuni cristiani quasi come un comando o, al limite, nei casi migliori, come una concessione che Gesù fa , di "dovere (o poter) mandar via la moglie", in caso di adulterio. Ma questo,rispecchia il Cuore di Gesù?
E' quantomeno da notare che sia nel Vangelo di Marco (10-11) che in quello di Luca (16-18), Lo Spirito Santo ha fatto scrivere: "Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un altra, commette adulterio verso di lei".

Come vediamo, le parole "salvo che per motivo di fornicazione", non ci sono in questi testi.
Leggendo i due citati Evangeli ci si accorge che non esiste "se" o "ma" a detta di Gesù. Qui, la moglie non deve essere mandata via.
Notiamo anche che, nel Vangelo di Luca (cap.17), appena Gesù ha parlato di adulterio , parla del perdono. Leggiamo: "Se tuo fratello ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e dice : "Mi pento" , perdonalo" (vv.3-4).

Subito dopo aver parlato dell'adulterio, dicendo le tanto fraintese parole, "Salvo che per motivo di fornicazione", il Signore ci lascia lo splendido sermone sul fatto di "Amare i nostri nemici".
Gesù perdonò la donna adultera che nemmeno aveva chiesto di essere perdonata e , in tutto il Nuovo Testamento non c'è una sola frase che dica che l'uomo può farsi giustizia da solo ma anzi, l'invito è rivolto, sempre, al perdono.
Possibile allora che Gesù intenda dire che, se la moglie ha commesso adulterio, debba o possa essere mandata via?
Rianalizziamo meglio le parole di Matteo.
"chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera".
Togliamo per un attimo la tanto citata frase e leggiamo il verso così : "chiunque manda via sua moglie, la fa diventare adultera".
La frase intera di Matteo, alla luce di tutti gli insegnamenti sul perdono dati da Gesù, altro non vuole dire se non questo : "una donna che ha fornicato, non diventa adultera se viene mandata via, perchè è già adultera da sè stessa per il fatto che ha commesso".

Ora domandiamoci: ha, Gesù, sgridato o punito l'adultera? Risposta : No!

Ora che abbiamo visto come questo verso, se armonizzato al resto degli insegnamenti del Signore Gesù (ricordiamoci sempre il "Come è scritto? E come leggi?"), si presti ad essere capito secondo le inclinazioni del proprio cuore,oppure no, meditiamo seriamente su queste parole di Lui.
"Perchè se (SE!) voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma (uno dei grandi "Ma" della Scrittura) se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe" (Matteo 6:14-15).

Se Gesù avesse anche solamente concesso di non perdonare l'adulterio e di poter mandare via la propria moglie (o marito), non sarebbe poi Egli stesso colpevole della mancanza di perdono verso "chi manda via", da parte del Padre?

Sela - facciamo una pausa e meditiamo seriamente, in silenzio.

Oltre ai suddetti grandi versi, ricordiamo anche la famosa "regola per eccellenza" (Matteo 7:12) : "Tutte le cose, dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perchè questa (e non altre) è la legge e i profeti".
Non , "quello che gli uomini vi fanno, fatelo anche voi", ma : "Quello che vorreste che vi venisse fatto".
Immaginiamo ora se a noi stessi piacerebbe essere puniti, oppure se piacerebbe essere perdonati, per qualsiasi peccato abbiamo commesso. Questa è la cartina tornasole dell'insegnamento di Gesù Cristo.

"Figlioli" (dice Giovanni , 3:18-19) "non amiamo a parole nè con la lingua, ma con i fatti e in verità (realtà) . Da questo (e non da altro; cioè, se amiamo con i fatti) conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori davanti a Lui".

Costa, certo, costa seguire Cristo. La più grande delle rinunce è il "sè stesso"; le proprie ragioni, il proprio orgoglio, i propri diritti, il proprio "IO", devono essere rinnegati da noi, ma se ci pensiamo bene, questa è l'UNICA richiesta che ha fatto Gesù a chi decide di seguire le Sue orme.

COSI' - COME!





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Molte volte siamo provati nell'amore proprio da chi ci è più caro ed è in quei momenti che vediamo la "realtà"; se davvero siamo in Cristo.
Ricevendo male da chi ci è indifferente,pur provando ad amarlo non potremo amarlo di quell'amore che riempie il grande cuore di Gesù. Ma se riceviamo male da chi già, nella nostra umanità, amiamo, anche se la ferita sarà più grande (anzi, essa sola sarà davvero grande), se l'amore di Cristo ci possiede, e vediamo nell'altro sincero pentimento, con nostra sorpresa ci troveremo non solo ad amare di un amore smisurato ma, come a volerne curare le ferite e fasciare le piaghe, con tenerezza scuseremo colui/ei che ci ha ferito e andremo cercando le sue piaghe, capendo quante sono le sofferenze che egli porta dentro , al pensiero che ha ferito noi.
Capiremo che soffre come noi, o più di noi . Sapremo che, oltre al fatto che il suo cuore sanguina quanto il nostro, egli odierà la propria mano che ci ha inferto il colpo.
Il Cristo in noi allora, si muoverà, e con balsami ed unguenti speciali, metterà la mano su quelle piaghe. Dimenticandoci delle nostre, cercheremo, con infinita pietà, di curare le ferite altrui. Pregheremo perchè il suo dolore cessi e più volte, guardando l'altro, ci troveremo a scuotere la testa pensando: "povero amore".
Capiremo cosa provava lo Spirito di Dio quando "aleggiava sulla superficie delle acque", una volta che la terra era diventata una desolazione e vedremo che, ancora una volta il Cristo ,con un tocco d'amore, è al lavoro per ristorare le antiche rovine.


MOGLI E MARITI


"Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa.
Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato sé stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli
"




"mariti, amate le vostre mogli...." . Se lo Spirito Santo ci porta a vedere un po la scena dell'Apostolo che dettava al suo scriba (Paolo non scriveva che i saluti ; 1 Cor. 16:21 ; Col. 4:18 ; 2 Tess. 3:17), lo vedremo parlare mentre camminava in su e in giu in una stanza illuminata dalla sola luce di una torcia e comprenderemo "la voce dietro la parola", e l'enfasi che Paolo mise nella parola "amate".
E' come se, per dar forza all'espressione, la ripetesse due, tre volte stringendo i pugni, ma tutto questo dalla nuda lettera , senza che Colui che solo la sa leggere non la illumini, non traspare.

"mariti, AMATE.....". L'Apostolo aveva le lacrime agli occhi mentre si sforzava di trovare le parole che imprimessero il concetto a quei mariti che avrebbero letto , e che invece, con fare superiore , tenevano le proprie mogli come oggetti.

"Amate" , come dire , "vi prego, fatelo; datemi ascolto, a me che non ho moglie, ma che, però, sono stato fatto Apostolo, e che quindi so quello che Cristo richiede da voi".

"Mariti, AMATE le vostre mogli, COME Cristo ha amato la Chiesa". "COME" , allo stesso modo e non di meno! Nemmeno un po' di meno di quel "COME" è lecito al discepolo di Gesù Cristo.

"Cristo ha amato la Chiesa dando Sè stesso per lei" . Questa è la misura di COME il marito che è di Cristo, deve amare la propria moglie.

"Ha dato Sè stesso per lei , per santificarla, dopo averla lavata e purificata, per farla comparire davanti a Sè senza macchia e senza ruga, o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile". Allo stesso modo (cioè, come Cristo ha amato la Chiesa) , i mariti devono amare le proprie mogli.

Gesù Cristo amò la Chiesa , morendo per ogni suo membro; ma non solo morì per i Suoi , ma ci giustificò davanti al Padre pregando: "Non sanno quello che fanno".

Ognuno di noi, prima di essere davvero convertito, non sapeva quello che faceva. Oltre ad avere tutte le attenzioni verso nostra moglie, COME Cristo ha per noi, Sua Chiesa ; oltre a mostrare dolcezza, protezione, rassicurazione e amore, oltre a tutto questo, se nostra moglie ci ha fatto un torto, se ha sbagliato in qualche cosa verso di noi, noi che seguiamo Lui dobbiamo, COSI' COME fece Lui, giustificare nostra moglie davanti al Padre.

Un discepolo di Gesù Cristo non può e non deve serbare rancori, rabbie, gelosie e farsi nel cuore le proprie ragioni ma deve andare in preghiera davanti al Padre a intercedere per lei, a giustificarla con Dio. Sappiamo tutti che è Gesù e solo Lui "nostra Giustizia" e che non possiamo noi, giustificare noi stessi, però è scritto che possiamo, come Cristo, intercedere per giustificare altri. Leggiamo questo in Daniele capitolo 12: "e quelli che avranno giustificati molti, risplenderanno come le stelle in eterno".

il Signore si compiace di trovare chi intercede con Lui per giustificare altri. E' scritto: "IO ho cercato fra loro qualcuno che riparasse il muro e stesse sulla breccia davanti a me in favore del paese, perché io non lo distruggessi; ma non l'ho trovato". (Ezechiele 22:30) E nel Salmo 106:23 - "Egli parlò di sterminarli; tuttavia Mosè, suo eletto, stette sulla breccia davanti a lui per impedire all'ira sua di distruggerli".

Andare al Padre e dire di cuore : "Padre mio, perdona mia moglie (o mio marito) se mi ha fatto qualche torto, perchè non sapeva quello che faceva. Io la amo e non tengo in nessun conto se in qualche modo ha sbagliato verso di me ,perchè anch'io sono pieno di errori e non sono meglio di lei".

Ecco, per arrivare a sentire davvero questo (perchè le parole da sole non bastano se davvero non si sente dentro questo amore) dentro il cuore, fino a soffrire, non solo perchè si è ricevuto qualche torto ma anche e soprattutto perchè desideriamo vedere giustificato l'altro, vederlo reso puro, lavato , senza alcuna macchia e senza ruga , occorre che l'Amore di Cristo, quell'Amore soprannaturale, sia stato iniettato, trasfuso, dentro i nostri cuori .

Noi non possiamo fare questo da noi stessi perchè siamo "buoni", ma possiamo farlo se , a forza di contemplare Gesù Cristo agonizzante sulla Croce, per NOI STESSI, veniamo infusi di quell'Amore che Lui ebbe , ed ha, per la Chiesa.

Ecco allora che quando si ama "COSI' - COME" , i versi che precedono questi in Efesini , "Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore", seguiranno, e non "precederanno" .

Tutto questo perchè, quella della moglie non sarà una "sottomissione" dovuta, ma essa onorerà e rispetterà quel marito, proprio perchè avrà sentito tutta la forza di Quell'Amore.

Dell'amore che non solo ama ma giustifica , che davvero ama fino all'estremo. L'AMORE DI GESU' CRISTO.




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Conclusione



Se c'è un "segreto" per riuscire ad amare COSI'_COME, ha amato e ama Gesù , è di venire invasi dal Suo Amore.
"Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo", così si esprime Giovanni nella sua prima lettera al capitolo 4, verso 19. Ed è vero, solo essendo invasi, penetrati dal Suo Amore, allora possiamo amare, se non proprio COME Lui, almeno avvicinarci e mostrare l'Amore di Cristo alle persone.
Non possiamo ottenere niente con i nostri buoni intenti ed i nostri sforzi, perchè la nostra natura non ce lo permette. Allora, come possiamo venire riempiti del Suo Amore?

Se per anni , l'ultimo pensiero prima di addormentarci va sulla Persona di Gesù, e così il primo al nostro risveglio.
Se per ore, giorni, mesi, anni, abbiamo meditato e contemplato la Passione di Gesù Cristo. Molti si fermano ogni tanto a pensare a Lui sulla Croce, ma le Sue sofferenze iniziarono ben prima del Calvario . La Sua fu una vita di umiliazioni e sofferenze, di scherni e violenze contro di Lui. Eppure Cristo era un Uomo gioioso. La Sua gioia la vediamo nella Sua partecipazioni a feste e matrimoni ; a pranzi e cene in casa di amici . Gesù amava la vita , amava l'amicizia, amava l'amore, eppure, per ME e per TE, Egli SCELSE di subire tutto quello che subì.

Nella sera dell'Ultima Cena, dopo aver cenato con i Suoi ed aver lavato loro i piedi , avendo detto che conosceva colui che Lo avrebbe tradito ed avendo avvertito i Suoi che Lui stesso sarebbe stato percosso , e che questo fatto sarebbe stato l'adempimento della profezia di Zaccaria 13:7, "Io percoterò il pastore e le pecore saranno disperse", Gesù, nonostante fosse ben cosciente di quello a cui stava andando incontro, dopo una vita di sofferenze, cantò : "Dopo che ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi." (Matteo 26:30)


Pensare a Lui sotto i colpi della frusta, il flagello Romano che Gli strappava la carne a suon di colpi. PensarLo ansimante e febbricitante con la pesante Croce sulle spalle che percorre la Via Dolorosa. PensarLo sdraiato a terra con le braccia tenute larghe, le mani aperte che aspettano il pesante colpo di martello che Lo inchioderà al legno, legno tratto da alberi che Lui stesso ha creato . ImmaginarLo mentre la Croce viene issata e sprofondata di colpo in una buca con le viscere di Lui che di botto vengono sconvolte dal violento strattone. ContemplarLo mentre il sudore misto a Sangue Gli cola negli occhi , e Lui non può nè toglierselo nè asciugarselo. ImmaginarLo mentre, col corpo pieno di tagli, squarci e ferite viene insultato e preso in giro dalla folla, Lui, con la febbre alta dall'infezione che le ferite hanno prodotto, Lui con la lingua attaccata al palato dalla sete, quella stessa lingua che tanti aveva richiamato alla salute ed altri in vita.

MeditarLo appeso tra Cielo e terra. Il Cielo non Lo aveva ancora accolto e la terra Lo aveva rifiutato. VederLo, con gli occhi della mente, mentre guarda con amore quel assassino che Lo riconobbe come Figlio di Dio e mentre con amore e sofferenza per loro, guarda Sua madre e Giovanni, il Suo discepolo più giovane.
ContemplarLo mentre supplica il Padre Suo di farGli capire il perchè ne sentiva l'abbandono e infine, vederLo reclinare il capo, quel capo gocciolante di Sangue a causa dei fori delle lunge spine, ecco, se per anni abbiamo DAVVERO meditato su questa scena e abbiamo capito che Gesù lo ha fatto per NOI STESSI che Lo stiamo contemplando, e se sappiamo che tutto questo, era l'UNICO modo, per cui Dio Padre ci potesse gradire ed adottare come figli, non ricordando più tutti i nostri peccati, ecco, questo, ci farà capire piano piano, che se Lui ha dovuto subire tutto questo e che se quelle Sue immani sofferenze erano il solo modo per cui il Padre avrebbe potuto guardarci e chiamarci figlioli, anzichè voltarsi dall'altra parte, ci faranno comprendere COME dobbiamo essere NOI agli occhi di Dio ,il mostro che c'era in noi , e di conseguenza , che noi non eranamo, non siamo, senza la Grazia di Dio, migliori di nessuno, allora se ci si vede così, come in realtà siamo, non si può non essere invasi dall'Amore, dall'Amore che Gesù prova per noi, dall'amore che noi proviamo per Gesù, e dall'amore che dobbiamo a chi ci sta accanto . E se colui/colei che ci sta accanto ci fa un torto, anche un torto grande, come possiamo non amarlo/a , come possiamo NOI, non "passare oltre", NOI , che tanto abbiamo dovuto far pagare LUI.

Questo, se c'è un segreto che ci può rendere anche solamente un po', simili a Cristo, è l'unico segreto. Aver a lungo contemplato Lui e non aver ancora finito di contemplarLo, cosa che deve durare tutta la vita.

Questo è il solo segreto per poter amare di quell'amore che non solo perdona, ma che trova scusanti anche a chi ci fa un torto e che per questo dice pregando : "Padre, perdona, io lo/la amo e non sapeva quello che stava facendo".




Fine




copyright © Claudio Butrichi

"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
23/09/2012 21:14
 
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Questo scritto lo scrissi come "MESSAGGIO ALLA CHIESA DI LUI", dietro COMANDO Divino, di questo ne sono CERTO. L'ho mandato ad alcune case editrici Cristiane (per quello ci vedete il Copyright) che mi risposero "che ora,pur ritenendolo un Messaggio di grande ed attuale importanza, in tempo di crisi,non pubblicavano niente di nuovo". Avrei dato i diritti in beneficenza ("gratuitamente avete ricevuto ,gratuitamente date") ; un giorno esso sarà pubblicato ma per ora ve lo dono .

"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
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