Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
 
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[APPRODO DEL RE] Ti amo, non dirlo a nessuno

Ultimo Aggiornamento: 10/11/2015 14:59
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Sesso: Femminile
10/11/2015 14:59


Renesmee [Stanza Renesmee]: Oltre la sua stanza, il ciglio di una porta ad arco aperta, oltre l'aria quasi fredda delle Terre della Corona, a guardare la luna e la pioggia scrosciare, cadere a terra e frantumarsi. Lei se ne sta proprio lì, appoggiata con la spalla sinistra al muro a sentire quel rumore continuo e ripetuto, acqua che cade dal cielo. La porta della sua stanza è semiaperta e vi sono due guardie all'ingresso. L'apertura della porta crea una sorda corrente che si rigira armoniosa e smuove i tendoni della sua camera. L'aria è fresca, ma all'interno si respira profumo di sandalo e fumo. Ha addosso un bellissimo ed elegante abito nero, drappeggiato sulla spalla sinistra, ricamato da spessi fili argentati creando sulla sua pelle una sorta di mistero e di vanità. I capelli sono lisci, tagliati a metà da una riga perfetta sul capo. Gli occhi sporchi di nera terra, marcati come sempre. Trattiene tra le dita un calice di metallo, piccolo però, senza decori incastonati. Quello che porta alle labbra non è vino, ma una bevanda che dovrebbe aiutarla a rilassarsi. La corrente le sfiora il viso, ma sembra guardare dritto, oltre la linea di quelle terre, forse verso casa sua.


Thayseer [Corridoio]: Anche questa sera, il richiamo di qualcosa di più del tedio che offre la monotonia di quattro mura offerto dai suoi alloggi, eppure la concreta apatia verso l'altra gente, le altre persone che più no potranno fare che avvicinarlo solo per il gusto di asser visti a parlare con un Lord. Lord per diritto, Lord: un peso sull'anima e sulle carni che lo tiene sospeso tra la sua età, ad un passo dall'essere adulto a tutti gli effetti, e i doveri che il titolo comportano. Seguono i il suo incedere quasi stanco, le due guardie, due fidati guerrieri, due amici, due fratelli, due insegnanti pure che lo hanno visto crescere e lo hanno cresciuto a loro volta; si tengono distanti da lui quattro passi, senza stargli col fiato sul collo. Lui intanto cammina, ascolta, sente chiacchiere, odori, profumi, passi, la pioggia che cade e un rumore che è diventato parte dei suoi giorni. Nei suoi chiari abiti abbondantemente larghi, abbastanza da creare un lento frusciare di vesti udibile ad una certa distanza, il passo felpato delle scarpe di stoffa; si dirige alla sala comune facendosi guidare da un nuovo profumo, sandalo, e da una luce che passa come una lunga colonna da un uscio aperto. Le uniche ombre saranno le guardie che disegnano arzigogolati intrichi di ombre e luce sul pavimento e sul muro dirimpetto.


Renesmee [Stanza Renesmee]: Piccole gocce si aggrappano al bordo di una specie di parapetto che si erge dalla stanza di Renesmee, certe si uniscono, altre si staccano improvvisamente, altre lentamente. Lei le osserva, senza cruccio, quasi ammirata, come se dovesse imparare qualcosa dal moto del liquido. Stringe le dita sul metallo e lo tiene a mezz'aria, con le braccia leggermente a mò di incrocio sotto al seno. I piedi sono scalzi, il vento le smuove lembi velati dell'abito e sospira. Sospira più volte, sembra quasi trasognata, o -stranamente - in pace con la sua anima, senza demoni a guidarla verso la crudeltà e l'amarezza. Il suo sguardo persegue quell'orizzonte, porta il bordo freddo alle labbra e sorseggia, inclina la testa sulla spalla sinistra, quasi l'appoggiasse al muro, quasi stanca. Le luci delle candele resistono al vortice di aria, fremono e tremono, ma nessuna s'è ancora spenta.



Thayseer [Corridoio]: E' un lento incedere, dopotutto ha capito benissimo da quale stanza arriva la luce e il profumo, non ama spiare eppure qualcosa in lui lo spinge a rallentare ancor di più il passo, qualche strano demone che vuole lui soffra nel vedere ancora ed ancora la stessa rabbia che ha visto la sera prima e quella prima ancora, e tutte le volte che vede Renesmee, la rabbia che gli traspare dagli occhi e dai lineamenti del viso e dai movimenti del corpo verso di lui. Vuole farsi male, vuole dolore per quello che non può avere. Eppure vuole sognare, vuole vedere, vuole godere di quegli occhi, anche se colmi d'ira, vuole posare lo sguardo sugli zigomi della donna, sulle labbra di lei. Vincere lo spettro del dolore con lo spettro del desiderio e con quello ancora più amaro della triste consapevolezza di aver nuociuto a quell'animo che tanto ama. Così, se ella si voltasse, potrebbe vederlo mentre arresta il passo, un battito di ciglia, osservarla ancora, come sempre quando lei è vicina e girata dall'altra parte. Potrebbe leggere negli occhi grigio piombo la profonda agitazione di un cuore perso. Potrebbe.



Renesmee [Stanza Renesmee]: Si gira, si volta solo per inerzia, oppure un sesto senso diverso dal solito la conduce dall'altra parte di quella stanza, per un attimo lo vede, Thayseer, ma non guarda l'uomo che è divenuto, osserva il ricordo di ciò che aveva stretto al cuore, ma sono attimi, battiti di ciglia, polvere che cade trasparente, per quel momento lo guarda negli occhi e rivede il ragazzino che spiava da bambina, guardava oltre la colonna e, una parte segreta di lei, desiderava che lui si voltasse e si accorgesse che lei lo stesse guardando. Ma dura un attimo, appunto. Lei torna al presente, ed in questo preciso presente non c'è alcuno spazio per i sentimenti o le moine. < Chi ti ha fatto passare? > la domanda urta tutti gli spigoli di quella stanza, si schianta sui cuscini assorbendosi dentro. < Vorrei sapere che ci fai in camera mia… > sostiene uno sguardo terribile, ora… ora arrivano di nuovo i suo demoni e lei li fa entrare tutti, tutti quanti. E' arrabbiata, è offesa, è in collera per questo scatta dal cornicione dove era appoggiata e si avvicina a lui in pochi passi rimanendo proprio davanti al Lord. E lui sentirebbe le serpi annidarsi intorno, non lasciarlo mai.



Thayseer [Corridoio - Stanza]: Avanza un passo, poi un altro, sporge il capo oltre l'uscio quel tanto che basta da godere dell'aria gentile che gli muove i capelli e le vesti. Sarà forse proprio quel leggero venticello a tradire la sua presenza alla donna, o forse il suo intuito a suonare un campanello d'allarme che lui è li. nei pressi dell'uscio, sporge la testa dentro mentre con la spalla è appoggiato allo stipite della porta. E lui viene subito investito dall'ira furibonda della ragazza. <Perdonami...> dice in sincero tono di scuse. <...Non volevo....> Spinge con la mano sul legno ritornando con tutto il corpo nel corridoio, abbassando il capo in un gesto contrito. <Me ne vado subito...> Così dicendo volterebbe con estrema lentezza il corpo in direzione della sala, e inizierebbe i passi per avviarsi verso quella direzione, non senza un'ultima occhiata di sottecchi alla ragazza, non senza osservare il volto iracondo di lei per l'ultima volta, forse, per quella sera.



Renesmee [Stanza Renesmee]: Se si potesse confessare un segreto, questa sera potrebbe essere il momento giusto, un grande segreto dopotutto vale la pena di essere svelato, a chi saprà custodirlo. Per questo anche Renesmee ha i propri sospiri, le personali fantasie, i ricordi, ma non riesce a viverli, li nasconde tutti nella testa e poi basta. Thayseer rimane tra la voce in collera di lei e quel tono sommesso che usa prima di andarsene, ma la nobile dorniana non gli darà tregua per questo incalza, sfogando ogni granello di pensiero < E' tardi per chiedermi perdono, mi hai offesa quella sera, mi hai… >stringe le labbra con rabbia < Mi hai detto di essere addirittura disgustato, allora se ti faccio così schifo non capisco come tu possa volere questa feccia accanto a te > e mentre pronuncia le ultime parole, allunga il braccio destro con la coppa quasi ad indicargli il fianco vuoto di lui. Vortica anche lei per quella stanza, come il vento che entra ora più forte. < Sei tu che mi hai DELUSO > e l'amarezza sul viso e negli occhi di Renesmee è talmente palese, così chiara ed evidente che spiega così tanto del suo astio verso l'uomo.



Thayseer [Corridoio]: Arresta immediatamente il passo come se avesse scontrato un muro invisibile che lo tiene inchiodato in mezzo al corridoio. Tiene la testa bassa e gli occhi socchiusi mentre ascolta quelle parole di lei trattenendo il respiro mentre lei gli vomita addosso la sua collera.<Mi hai ucciso quella sera...> La favella è quasi un sussurro mentre alza il capo voltandolo verso di lei, girando appena il busto per guardarla meglio. <Mi hai abbassato a uomo qualunque, mi hai trattato come il più infimo essere umano, pronto a gettarsi con ingorda avidità nella lussuria...> Volta ancora il busto mentre la voce si fa più intensa ma non collerica, solo appassionata. <Hai preso i miei desideri, i miei sogni, li hai involgariti, imbruttiti con pensieri atti ed omissioni e me li hai gettati addosso, coprendomi di una vestige non mia e poi mi hai disprezzato per questo.> Termina la rotazione del corpo verso lei ponendosi frontale <Ho usato parole brutte, dure, volgari perché mi hai ferito a morte> Avanza un passo verso lei, poi un altro, ed un altro ancora azzerando la distanza e si butta in ginocchio da lei. Non la guarda più in volto, guarda i piedi di lei, nudi, perfetti <Hai distrutto un'immagine di te che avevo nella mente a dir poco perfetta, hai demolito a parole un sentimento che si spinge ben oltre la mera attrazione sessuale...> alza il capo solo ora per guardarla negli occhi<Tutte cose che sto ancora ricostruendo, pezzo per pezzo, maceria per maceria.>



Renesmee [Stanza Renesmee]: Le spiegazioni di Thayseer collidono con le sue idee, con le sue convinzioni che nemmeno il Lord, con quella sottilissima arringa, cambierà nella testa di lei. Si guarda per un attimo intorno e rivede la stessa stanza e la sua vasca che ora è stipata poco più in là, oltre un siparietto. Cerca di ricordare qualcosa che non le sembra nemmeno mai esistito: quella sera. Appena termina di favellare, non appena lo vede quasi gettarsi a terra, il disprezzo in lei cresce a vista d'occhio, perché ogni parola di quel sermone a tratti la stizziscono maggiormente. Apre il braccio destro dove tra l'altro mantiene sempre la coppa di metallo tra le dita, ma è vuota. < Quale immagine! > decisamente il tono è più alto e incattivito < Quale fottuta immagine hai di me, non sai nulla di chi io sia, hai sbagliato Thayseer, hai detenuto una donna nel cuore che non è mai esistita e non esisterà mai, io non sono la Fanciulla, sono un'assassina e se ti sei perso questo passaggio della mia vita, beh… allora domandati dove stavi posando il tuo culo d'oro! > le braccia si aprono e lei compie, per istinto, un passo indietro ed è esasperata perché costui continua, secondo la sua personalissima visione, ad offenderla, a non innalzare il suo ego, continua ad errare ed errare vuol dire spingere lei molto lontana da lui stesso.



Thayseer [Corridoio]: Scuote lento il capo, rimanendo in ginocchio sul pavimento freddo della stanza; un freddo che penetra nelle ossa e per poco non lo fa rabbrividire. Ma non è il freddo del pavimento a gelarlo, ma il cuore freddo di lei che spegne il suo, altra acqua gelata, altra secchiata dritta al petto. Alza il viso per guardarla, l'aria stanca di notti insonni, il peso che grava sulle spalle si fa sentire sempre di più <Continui ad insultare la mia intelligenza, calpestando la tua e e poi dici a me di averti delusa...> la guarda senza dire altro.



Renesmee [Stanza Renesmee]: Continua a girare quella coppa tra le dita, cammina ed incede a tondo, lontana da lui comunque, fino a quando, dandogli la schiena che risulta quasi nuda per il modello dell'abito che ha indosso, posa su di una credenza il calice. Porta entrambe le mani ai fianchi e scuote il capo, sospirando pesantemente. < Ne ho le scatole piena di Te, Lord di chi cosa tu sia, io non capisco e l'intelligenza non è la mia arte, non sono stata educata per redigere cronache di fuoco di Dorne, ma per DIFENDERLA! > E in questo istante l'urlo di quella parola fa che voltarla pienamente verso di lui. E sarà verso di lui che incederà, camminando ancora, fino a posarsi, piegando le ginocchia a terra e prendendogli se vi riuscisse il capo di lui dalla sommità tirata da una ciocca di capelli, dovrebbe mantenerlo fermo quanto basti per sollevargli il viso e farsi guardare negli occhi. < Voglio essere scopata e basta > sarebbe uno strattone rapido e susseguente < Per fare la moglie di un vecchio porco ho molto tempo. Ti avrei amata con tutta me stessa se solo ti tagliassi quella lingua in oratorie da quartiere > ed è la verità, una parte di quel grande segreto che potrebbe confessargli. Lo lascia e accetterà qualsiasi cosa adesso, adesso che le trame di un pulsante cuore ha ricominciato a battere.



Thayseer [Corridoio]: La mano tra i capelli, il gesto rapido che giunge infine, una reazione da parte di lei che non è solo rabbia e odio, il gesto che conta più delle mille parole. Recepisce ogni singola parola, ed è il tempo che la sua di mano si muova, rapida, quanto quella di lei. Si insinua veloce tra i capelli, come la prima volta che si sono reincontrati, nella sala grande della Fortezza Rossa, quando se l'era avvicinata al viso per darle il suo benvenuto. Quel giorno qualcosa di sopito si era riacceso in lui, le braci avevano ripreso ad avvampare e le fiamme si erano levate alte nel cielo del suo spirito, gonfiando l'animo come un pallone aerostatico di nuova vita. La stessa vita che stava scivolando via dalla sera del loro litigio. Ora, in quel momento la mano le trattiene la nuca, le stringe i capelli e la avvicina a se, a pochi centimetri dal suo viso. <E allora scopiamo e basta, ma devo essere io l'unico a scoparti...> detto ciò la trattiene ancora vicina a se, valutando la reazione di lei alle sue parole.



Renesmee [Stanza Renesmee]: E' tutto così tra loro due, carnale e spirituale, anime che si graffiano ma poi cadono insieme ed unite salgono su. Ma questa sera è notte di segreti, e ce n'è uno enorme che le sta scoppiando dal cuore, che non riesce a trattenerlo e lei in quel momento, sente di volerlo veramente, ma è cresciuto dentro di lei il tronco dell'albero sviluppatosi da una radice antica ma solida, la loro vita, il loro sangue. La loro tempesta. Ad un certo punto, una geli a folata di vento fa sbattere la porta a vetri del balcone e le candele si spengono quasi tutte di colpo, tranne una che è poco più in là da dove sono inginocchiati loro due. Quando arrivano le parole di Thayseer, queste le giungono dritte, naturalmente la sconvolgono, anche perché, confessiamolo, si sarebbe aspettata un altro sermone sulla morale, sulla vita e sulle responsabilità. Sgrana gli occhi, ed è meravigliosa l'espressione che la confonde sul viso, chiaramente passa anche sotto gli occhi di lui. Rimane interdetta, gli occhi si muovono quasi a disagio, sente che lui la incatena e lei crede di volere lui come carceriere. < Lo devi sapere adesso… > si aprono le porte di nuovo di quella finestra < Ti amo e ti odio, non voglio… > si morde il labbro, e in un momento tira fuori tutto quello che c'è, come se non vi fosse più spazio su quel diario e i segreti li deve raccontare a voce. Intanto pulsa in lei un sentimento che si ridesta e quando lui l'afferra, la tiene lei scoppia, avrebbe un moto in avanti, ma si ferma, si blocca, sono miriadi di attimi che passano < Non voglio che sia così, io ti amo… credo. > glielo confessa con una certa spontaneità di sfoderare la sciabola dei Blackmont < Hai capito bene, perché non credo che riuscirò a dirtelo ancora > Poi oscilla quello sguardo tra gli occhi e la bocca di lui.



Thayseer [Corridoio]: Avvicina ancora il volto di lei, le punte dei loro nasi si sfiorano, un gesto d'amore tra due amanti potrebbe pensare chi li vede li, a terra, così vicini. Se poi contiamo il fatto che il vento spegne tutte le candele tranne una fiammella supersiste si potrebbe pensare ad una delle più romantiche scene d'amore tra la coppia. Invece la stretta di entrambi è forte nella furia della passione e lui si concede di posare la fronte su quella di lei. Mai si era aspettato che uscendo dalla porta di camera sua quella sera sarebbe andata così. Lo ha sperato, ha pregato perché questo accadesse tante notte, ma non sospettava succedesse proprio questa, di notte. La ascolta, si permette pure di sorridere al buio, un sorriso che inarca solo le labbra. La trattiene ma questa volta non con violenza, ma con passione, più forte ancora di prima. <Anche io...> Confessa pure lui, deve perchè gli scoppia il petto, deve perchè gli scoppia il cuore. <Ma non diciamolo a nessuno.> Sono sussurri le sue parole, spezzate dall'ultimo folle suo gesto. Si accanisce sulle labbra di lei, le sfiora con le sue, le morde appena, le viola con la lingua, cingendo con il braccio libero la schiena della ragazza, sempre che lei glielo consenta.



Renesmee [Stanza Renesmee]: Sono trascorsi giorni interi senza dirsi una parola, ma quanto sarebbe durata la grata innalzata tra loro? Miseramente niente, o forse anche troppo. Annuisce lentamente, anche lei sorride, incurva le labbra e il bianco dei suoi denti si riflette in quella piccola oscurità. < Io non lo dirò a nessuno > è un tono complice naturalmente confidenziale. E poi sono solo sensazioni, le sue dita le sente tra i capelli, e viceversa, si solleva con la schiena e il palmo della sua mano che scende fino a sentire i brividi sulla spina dorsale e lei… lei si nasconderà tra le sue labbra, baciandole, mordendole, assaporandole, non è mai stato così lungo un bacio nella sua vita, così appassionato quanto peccaminoso, fino alla punta della lingua sul contorno delle labbra del Lord e lei lo ama, se non avesse spodestato quelle sue gabbie oggi sarebbe infelice come ieri, del resto non è nulla, ha solo aperto una parte del suo cuore a colui che sa custodirà tutto. < Stai con me questa notte, tienimi abbracciata e fammi sentire che il tempo non conta più > chiude gli occhi e affoga e si immerge ancora in quella sua bocca, schiacciando i suoi seni al petto dell'uomo, senza andare oltre del resto, non è poco ciò che sono in grado di fare adesso. < Stringimi… > gli sussurra all'orecchio e un attimo dopo anche l'ultima luce di quella stanza si spegnerà celandoli alla vista della notte stessa. <//exit>



Thayseer [Stanza Renesmee]: Basta solo quella scena a escludere tutto il resto del mondo; loro due si stringono e si tengono vicini per recuperare il tempo perduto, gli anni passati in cui lei dava la caccia a lui e lui dava la caccia a lei senza mai riuscire a ritrovarsi in alcun modo. Questa sera è il coronamento di anni di lotta contro il destino e loro lo vivono. Le guardie Yronwood avranno la decenza di chiudere la porta e scomparire. Lui dal canto suo cammina sulle nuvole e con perfetta leggiadria si carica del peso della ragazza portandolo al letto. Le finestre verranno chiuse e pure la candela morirà sotto il gentile soffio di lui. <Dammi la mano, così arriverà più tardi il mattino> le sussurra nell'orecchio. Coricato accanto a lei, nel buio totale, la vede come fosse pieno giorno, la stringe come il più prezioso dei tesori per non lasciarlo alla corrente. <...Ti Amo...> e la notte li avvolge.

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