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Sogliano al Rubicone, Pescara, Grado e Milano: 4 giorni con Brian May! I vostri racconti

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2013 23:52
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17/07/2013 08:56

Apro un post dedicato alle quattro date italiane del Born Free Tour in modo da consentire a chi ne avrà voglia di pubblicare la propria recensione del concerto, o magari la cronaca di tutta la giornata, le sensazioni, le idee, le foto e i video. Le più belle le pubblicheremo sul sito in modo da creare una sorta di archivio di questo tour.
[Modificato da lasthorizon 17/07/2013 09:14]
18/07/2013 09:46
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Che dire della data di Milano?

Partendo dal presupposto che ero consapevole del tipo di spettacolo che avrei potuto vedere (e cioè Brian + Kerry e non Brian solo) devo dire che sono rimasto soddisfatto.

Ne è valsa al pena, a mio avviso, per questi motivi:

- rivedere Brian
- risentire '39 cantata da Brian
- avere la sorpresa di Somebody to love (non avevo letto, di proposito, le scalette delle altre date)
- risentire la red special in Tie your mother down

Per il resto, sicuramente Kerry canta bene; le critiche di poca espressività e/o interpretazione possono anche starci ma, seduta suuno sgabello, non è che possa fare molto di più.

Piuttusto Brian mi è sembra molto affaticato nei movimenti: si tratta dei problemi al ginocchio di cui si era parlato?

L'ambiente mi è sembrato caloroso e partecipe, una bella atmosfera, insomma.

Da ultimo una considerazione generale, non legata al concerto di ieri: davvero a Brian una collaborazione di questo tipo gratifica così tanto? Io lo preferirei, ad esempio, in un tour acustico con suoi pezzi ( o pezzi dei Queen)

I'm just a singer with a song, how can i try to right the wrong?
18/07/2013 12:34
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Scagnozzo del direttore siderale
data di Milano

dunque premetto che mi viene difficile separare l'aspetto ''emotivo'' da quello più oggettivo..
è sempre una grande emozione vedere Brian dal vivo, accoglienza calorosissima e lui stesso mi è sembrato molto colpito..
oggi ha scritto questo su twitter:

The most wonderful audience I can imagine. Last night in Milan with @kerryjaneellis1 I will never forget that sound. Thank you so much. Bri

momenti più belli, naturalmente, '39 cantata con lui da tutto l'Auditorium e i momenti in cui ha imbracciato la Red Special..

per il resto in generale vedere Brian in acustico è un po' come mangiare una caramella con la carta..
c'è un senso un po' di castrazione, e lo si nota in maniera esemplare in TYMD, nella versione acustica country c'è chi batte le mani ecc. ma il coinvolgimento è poco..
l'esplosione c'è appena parte la versione elettrica.. senza paragoni proprio..

la scelta delle cover è opinabile a mio avviso, a parte dei classiconi come Something e Can't Help Falling In Love, gli altri brani sono anche famosi ma piuttosto mosci e altri trascurabilissimi (Nothing Really Has Changed su tutti)
sulla Ellis si è già detto tutto...ha una bellissima voce (in No One But You da il suo massimo senz'altro) ma è fredda, impostata, si vede che viene dai musical insomma..
in totale un bel concerto sicuramente anche perché ripeto che vedere Brian è sempre emozionante, potrebbe essere meglio con delle cover più azzeccate e poi con delle chicche (brani meno famosi dei Queen ad esempio, una Some Day One Day no?? e anche un assolo magari diverso dal solito Last Horizon..)


comunque questa è invece una foto postata da Brian su twitter con la sua vista su Milano dal suo albergo..
si è stupito di vedere dei grattacieli che nella sua ultima visita non c'erano.. [SM=g27987]

Somehow I didn't expect Milan to look like this from my hotel window - I guess it's been a long while - Bri

18/07/2013 12:36
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Io ho assistito alla serata di Pescara e, come per AxlGia78 devo dire che anche per me ne è davvero valsa la pena.
Kerry, per quello che deve fare in questi spettacoli, è davvero perfetta e sinceramente a me la sua voce piace tanto, ancora mi sento risuonare nelle orecchie Dust In the Wind.

Per quanto riguarda Brian rimane sempre uno dei migliori chitarristi viventi, può suonare l'acustica come qualsiasi altro strumento a corda ed emozionarti, anche se ovviamente quando prende la Red Special è di un altro pianeta, ancora "sends shivers down my spine" per Last Horizon.

L'atmosfera era calorosa e partecipe, una serata usando una delle parole imparate da Brian "FAVOLOSA", quasi perfetta se si considera Irene Fornaciari, mi è sembrata in più.

Infine voglio condividere la mia soddisfazione personale, durante l'attesa per l'apertura del cancello ho fatto una foto con mia figlia con il biglietto in mano inviandola al Doc via twitter e scrivendoli: waitin' for you, appena seduta sulle gradinate mi arriva una notifica apro e leggo che Dr.BrianMay aveva aggiunto il mio tweet ai suoi preferiti, è stato un enorme piacere poter in qualche modo interagire con lui anche in quel momento di preparazione.


"...yes, I did it for love..."
18/07/2013 14:57
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Mi è piaciuto molto il concerto di Milano...è incredibile quanto Brian riesca a trasmettere con la chitarra acustica..fa uscire tutti i sentimenti e le emozioni che ha dentro. Non posso paragonarlo però ad un concerto con Adam Lambert perchè sono due cose completamente diverse.

Nota positiva della serata, ho preso io la moneta che ha lanciato :-) è del 1964. [SM=g27988]
[Modificato da Freddie Bulsara 18/07/2013 15:02]
Very nice !

thanks Daniele !

bri
18/07/2013 18:03
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Ero a Grado...
Divertimento iniziale quando hanno attaccato e cantato una strofa di I who have nothing, dimenticandosi completamente che poi avrebbero dovuto farla con la Zuccherina! A un certo punto Brian si ferma e si mettono a ridere...
Per il resto sono rimasto molto contento, nonostante la chitarra acustica non sia propriamente ciò che amo di Brian. Sicuramente stupenda la location in riva al mare e anche la scelta di luoghi raccolti e intimi in generale: permettono di gustarsi Brian per due ore in massima tranquillità.
Momenti migliori: Sicuramente No one but you, emozione pura. Molto emozionante anche Somebody to love e ovviamente Life is real dedicata a Freddie. Indubbiamente ottimi anche i momenti elettrici. E, sarò eretico, ma credo di essere l'unico a cui The Kissing me song non dispiaccia per niente...
Tra i momenti migliori inserisco anche il mito che a un certo punto ha urlato di fare radio gaga... Risate generali... Ecco, bella e distesa l'atmosfera: sia Brian che Kerry ridevano spesso e anche i momenti "parlati" di Brian facevano capire quanto sia rilassante per lui un tour del genere.
La Ellis sarà anche impacciata e ingessata, ma a cantare è indubbiamente brava. Non eccezionale, ma brava, a tratti emozionante.
Momenti peggiori: la Fornaciari. Il solo fatto che ci fosse mi ha infastidito, anche se poi Così celeste non è uscita male.
L'unica canzone noiosa per me è stata Nothing has really changed, mentre We will rock you con la batteria fatta dalla tastiera, beh, fa piangere il cuore. TYMD country invece non male, peccato che tutti aspettassero solo che attaccasse con la red special!
Momento peggiore in assoluto Brian che alla terza canzone, prima di eseguire l'"assolo", ha dovuto chiedere al pubblico di smetterla per un minuto di fare "click" con telefonini e fotocamere, perchè così diventa impossibile suonare...
Giudizio finale: 8, con almeno un voto solo per l'emozione che suscita ancora Brian May. E considerando che ero preparato a ciò che andavo ad ascoltare. Non ho potuto vedere i concerti con Lambert, ma nel 2008 era altra cosa, indubbiamente. In attesa di rivederlo in versione elettrica, sono molto felice!
19/07/2013 14:23
Cronaca di una giornata indimenticabile.

Prima che il sipario si alzi.

Raccontare un concerto non è mai facile. Si ha sempre paura di far prevalere il proprio punto di vista rispetto al reale svolgimento dell'evento. Spesso i giornalisti, quelli bravi almeno, dicono che per scrivere una buona recensione occorre accantonare l'aspetto emozionale e limitarsi a descrivere i fatti. Evidentemente chi la pensa così non ha mai avuto a che fare con i Queen e la loro musica. O con Brian May ovviamente.
Durante il concerto è lo stesso Brian a spiegare che “Questo è uno show fatto in modo molto semplice, nato dal cuore” e, per tutti i presenti, è questa la definizione che meglio descrive lo spettacolo: due ore emozionanti, durante le quali il pubblico è stato letteralmente ipnotizzato dalla semplicità e dall'eleganza di Brian May, ma anche dalla raffinatezza di Kerry Ellis.

Pescara ci ha accolti fin dalle prime ore della giornata con una fitta coltre di nuvole, tanto che in molti hanno temuto che il concerto alla fine sarebbe stato spostato per evitare problemi con la pioggia. I siti dedicati alle previsioni meteo sono diventati i nostri alleati e tra uno sguardo rivolto al cielo e un altro all'orologio le varie comitive di fans si sono formate tra abbracci, sorrisi, strette di mano. In molti si vedevano per la prima volta dopo aver condiviso mesi e anni di conversazioni solo virtuali. Ritrovarsi di persona fa uno strano effetto, eppure è come se ci si conoscesse da sempre.
Ognuno indossa una tshirt dedicata ai Queen, un bracciale, tutti simboli che servono a rivendicare una passione immensa e che unisce anche chi stenta a riconoscere molte delle persone con cui è in contatto sui social network.
A pomeriggio ormai inoltrato, quando la maggior parte dei fans affollano i due ingressi al Teatro d'Annunzio, un gruppo di amici tenta la sorte e si addentra in un parco adiacente e che consente di raggiungere il retro del palco, in corrispondenza dell'ambito “ingresso artisti”. La speranza è che Brian possa passare di lì e quindi regalare un saluto e una foto, seppur attraverso la rete divisoria.
L'attesa ha per sottofondo il soundcheck, con le note di Crazy Little Thing Called Love e Last Horizon che si spandono nell'aria e hanno il potere di dissipare le nuvole, tanto che alla fine il concerto sarà salutato da un cielo terso e luminoso.
Restiamo tra le sterpaglie, e qualcuno teme anche tra le vipere, per una buona mezz'ora e alla fine riusciamo a strappare un corale “Hi” a Kerry Ellis, stupita e divertita per l'inaspettata presenza. Accanto all'ingresso staziona un addetto alla sicurezza del Teatro. Qualcuno tenta di strappargli delle informazioni su Brian, ma è tutto inutile e alla fine non ci resta che unirci al resto del pubblico, ormai in trepidante attesa per l'apertura dei cancelli. C'è solo il tempo per consumare una frugale cena a base di pizza e panini, ma i sapori sono tutti confusi dall'impazienza che ormai ci rende elettrici. Ci scambiamo sguardi carichi di aspettative e di incredulità per quello che stiamo per vivere assieme. Chi l'avrebbe mai detto? Eppure sta succedendo per davvero.

L'accesso al Teatro dura pochissimo. La fila è ordinata e scorre veloce, anche se serpeggia il timore che possano mandare indietro chi si è munito di macchine fotografiche. Ma alla fine tutti passano senza problemi dopo aver rinunciato ai tappi delle bottiglie, piccolo tributo alle regole che ci fa sorridere: a Brian siamo pronti a lanciare solo baci e urla di gioia, non certo tappi di plastica!
Un breve viale alberato e drappeggiato con tappeti rossi ci porta vicino al Teatro vero e proprio. Sono le 20:30 ormai e c'è comunque il tempo di affollare l'angolo shopping dove una ragazza inglese, ipotizzo sia la sorella di Kerry, è addetta alla vendita dei tipici gadget da concerto. Faccio mia la copia in cd di Acoustic By Candlelight e finalmente entriamo. Da quel momento tutto cambia e nulla sarà più come prima.

Le gradinate disegnano un anfiteatro di piccole dimensioni e proprio per questo più suggestivo rispetto ad un'arena da migliaia di posti. È immerso nel verde e anche questo contribuisce a rendere l'atmosfera davvero particolare, come se all'improvviso la natura si sia ritirata per lasciare il posto alla musica che sta per iniziare.
Io ho un posto in prima fila e mi stupisce rendermi conto che sarò a dieci passi dal palco. Incontro sguardi e volti, saluto e abbraccio, faccio foto e intanto scruto il palco. Sullo sfondo campeggia un impianto luci che riproduce un cielo stellato, con al centro uno schermo che per ora resta celato da un telo. A destra ammiro Pete Melandrone che sistema le chitarre di Brian. Tra una selva di acustiche fa la sua comparsa anche la leggendaria Red Special, che Pete maneggia con particolare riguardo. Non è la prima volta che assisto alle fasi preparatorie di un concerto. Già nel 2008 era successo con i Queen+Paul Rodgers, eppure l'emozione sale e ci si sente sulla vetta di montagna. L'aria sa di buono e il sottofondo di voci concitate e allegre inizia a creare un clima di condivisione che sarà poi uno degli aspetti più importanti e belli dell'intera serata.

Inizia la magia.

Attorno alle 21:30 le luci si spengono. Il Teatro è ormai pieno e i ritardatari saranno davvero pochi. Sul palco sono state accese le candele e lo schermo ormai scoperto introduce il concerto con il video della Badger Song, che serve soprattutto a far capire al pubblico che lo spettacolo sta iniziando. Segue poi l'introduzione del Pescara Jazz Festival: “Signore e signori ecco a voi Brian May e Kerry Ellis”. Fanno il loro ingresso accolti da un fragoroso applauso che si solleva e ci spinge verso il palco anche se siamo tutti a sedere. I flash illuminano la scena: Kerry indossa un lungo abito nero, Brian pantaloni scuri e camicia verde. Poterlo ammirare da così vicino è un tuffo al cuore e la prima cosa cui penso è “Ok, ne è valsa la pena”.

Il concerto si apre con Born Free ed è strano ammirare Brian che suona una chitarra acustica, seduto su uno sgabello, invece che correre per il palco tra i suoni e le luci tipiche di uno show dei Queen. Ed è proprio questa diversità a rendere lo show fin dai primi istanti qualcosa di realmente particolare, che ti tocca dentro. Il pubblico applaude, Brian e Kerry rispondono e la vicinanza è tale da far sentire tutti come parte integrante dello spettacolo. Siamo noi la coreografia e l'impianto degli effetti speciali.

La scaletta alterna cover a canzoni dei Queen. Mi restano nel cuore alcuni brani che dal vivo, in questa veste acustica, assumono connotati nuovi ed emozionanti. Dust in the Wind dei Kansas si rivela straordinaria: Kerry canta in modo sublime e Brian regala un assolo alla chitarra acustica magico, che mi ricorda certe atmosfere tipiche di David Gilmour dei Pink Floyd. Racconta Brian, come farà sempre tra un pezzo e l'altro, di aver scelto il pezzo dei Kansas perché suoi grandi amici fin dai tempi dei primi tour negli States dei Queen. Allo stesso modo spiega di aver scelto Something dei Beatles perchè sono da sempre il suo gruppo preferito. Le sue parole disegnano una sorta di percorso della memoria, dal quale emerge lo spirito del tour: raccontare in musica le sue passioni, il percorso formativo che sta dietro una carriera immensa. Seguendo questo filo logico trovano spazio anche canzoni di Elvis e Barbra Straisand e alcune delle cose cantate da Kerry durante le sue esperienze nei musical. Tutto è fatto in modo semplice. Non ci sono accordi complicati né virtuosismi tipici di chi vuole dimostrare al mondo ciò che sa fare. Come dice lo stesso Brian “Questo è un concerto che nasce direttamente dal nostro cuore”. E l'aspetto emozionale lo si può leggere canzone dopo canzone sia negli applausi del pubblico, sia nei volti dei due artisti. Brian sembra stupirsi tutte le volte dell'entusiasmo che gli viene tributato. Dà quasi l'idea di non capacitarsi di così tanto affetto. Kerry dal canto suo regala sorrisi e soprattutto una risata argentina, coinvolgente. Forse tradisce la paura di non essere accettata dai fans dei Queen. Ma io credo che sia semplicemente felice di avere di fronte un entusiasmo così genuino.

Un momento particolare è rappresentato dall'arrivo sul palco di un'ospite annunciato: la figlia di Zucchero, Irene Fornaciari. L'amicizia che lega Brian al nostro Sugar è ormai cosa nota (“Zucchero è mio fratello, dice Brian prima di iniziare a suonare”) e la presenza di Irene è la naturale prosecuzione della collaborazione che abbiamo potuto ammirare a Sanremo. Eseguono proprio il brano I Who Have Nothing, che non è una scelta dettata dalle circostanze. È stata infatti eseguita per tutto il tour, segno che il pezzo originariamente composto, tra gli altri, anche da Mogol ha fatto breccia nella sensibilità artistica di Brian e Kerry. Sempre con Irene eseguono anche un'altra bella scelta italiana, Così Celeste di papà Zucchero, cantata sia in italiano che in inglese. Il risultato è stupefacente: le due voci femminili si somigliano molto, sono limpide e potenti e il brano funziona davvero bene anche in versione acustica. Un po' di gloria per la musica nostrana non guasta davvero.

Ovviamente i momenti più emozionanti sono dettati dalle canzoni dei Queen. La prima ad essere eseguita è una sorprendente Somebody To Love che come sempre ha il potere di coinvolgere e travolgere il pubblico, che non lesina di rispondere strofa dopo strofa a una Kerry sempre più convincente.'39 in parte cantata dallo stesso Brian è quel brano che ti fa sentire improvvisamente catapultato in un concerto dei Queen, essendo già un pezzo acustico per sua natura.

È arrivato un momento poi in cui all'improvviso è successo qualcosa che ha per certi versi modificato la serata. Non è facile descriverlo, per cui lo dirò per come l'ho percepito, convinto comunque che sia stato lo stesso per molti altri. Le prime note di Life is Real hanno avuto il potere di far sentire la presenza di Freddie e la strofa in cui Kerry canta “Freddie is a genious” è liberatoria, una vera e propria catarsi del pubblico che non vedeva l'ora di urlare la frase al cielo. Sullo schermo intanto campeggia un bellissimo ritratto di Freddie anni '70, che lascia senza parole e che viene immortalato dalle fotocamere di tutti quanti.

Un piacevole e divertente intervallo tra i pezzi dei Queen è rappresentato da The Kissing Me Song. Confesso che quando è apparsa in rete non mi ha particolarmente entusiasmato, ma dal vivo funziona benissimo. E poi nel video realizzato con i baci dei fans compare anche un volto a me noto e questo rende il tutto davvero positivo, in una parola bello!

I Queen tornano poi a dominare la scaletta con un altro momento incredibile, Last Horizon. Anni fa, quando ho fatto il mio timido ingresso nella community di Queenheaven ho scelto come nick proprio questa canzone, ma in realtà è stata una decisione improvvisa, per nulla meditata, quasi illogica. Ma tutte le volte che l'ascolto capisco che c'è stato qualcosa di profondo in me che mi ha guidato nella scelta. A Pescara ho avuto l'ennesima conferma. Last Horizon è un pezzo straordinario in ogni singola nota e Brian ci ha regalato un lungo assolo (oltre 8 minuti) imbracciando la Red Special (credo proprio quella originale e non una delle tante repliche di cui spesso si serve) che ha trasportato il pubblico letteralmente verso quelle stelle da lui tanto amate e che nel video proiettato alle sue spalle hanno sottolineato il brano.

A chi pensa che un concerto acustico sia alla lunga noioso consiglio di ascoltare la versione di Tie Your Mother Down eseguita verso la fine del concerto. È stata talmente particolare che all'inizio quasi non l'ho riconoscita! Davvero divertente, ti fa saltare dalla sedia e anche per un brano decisamente rock come questo Kerry si dimostra all'altezza della situazione. La vena rock è proseguita poi con l'immancabile We Will Rock You che ha sempre il potere di portare in scena i Queen pur essendoci sul palco il solo Brian.

Considerazioni finali.

Ammetto di essermi accostato al progetto con Kerry Ellis pieno di timori, in parte dettati dall'amore per i Queen (che in un certo senso esclude tutto il resto), in parte perché non tutte le cose fatte con lei mi hanno entusiasmato. In più temevo che il concerto potesse trasformarsi in una sorta di crociata pro animali, un tema nobilissimo ma che essendo soprattutto made in UK qui da noi rischiava di soffocare la musica.
Posso dire che ogni dubbio è stato smentito. Al centro dello spettacolo c'è la musica e sebbene i brani siano eseguiti “per sottrazione” dal punto di vista degli arrangiamenti, la scelta della setlist è stata talmente indovinata da aver costituito uno splendido percorso musicale e della memoria, visto che molti brani appartengono al passato del Doc dal punto di vista delle sue passioni e amicizie.
Il tema degli animali c'è ovviamente ma non è ostentato, Brian non fa il predicatore e anzi lascia che siano le immagini a parlare dell'argomento. Davvero divertente poi l'interazione con il pubblico, una caratteristica che i sontuosi concerti rock non riescono quasi mai a dare (a meno che sul palco non ci sia un certo Freddie Mercury, of course!).

A tutto questo aggiungo la mia fortuna personale, ovvero quella di aver condiviso questa esperienza con persone conosciute finora solo in rete ma che da domenica posso definire Amici (e la A maiuscola non è casuale) reali, concreti, sinceri. Basta questo per dire: Brian, Kerry.....missione compiuta!
19/07/2013 18:43
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Il mio racconto di Brian May e Kerry Ellis a Milano, 17 luglio 2013 - Emozioni, sì emozioni. Non è per questo che l'uomo vive?
Il mio racconto di Brian May e Kerry Ellis a Milano, 17 luglio 2013 - Emozioni, sì emozioni. Non è per questo che l'uomo vive?

Emozioni, sì emozioni. Non è per questo che l'uomo vive dopotutto?

E quella sensazione bellissima quando senti che per nulla al mondo vorresti essere in un posto diverso da quello dove sei, con nessun'altra compagnia se non quella delle persone con cui sei in quel preciso momento...

Mercoledì 17 luglio 2013, ore 6 (circa), una nuova avventura queenica può partire!
Grazie ad un collega che ha spostato le ferie appositamente (grazie Mauro, non lo scorderò mai) ho la possibilità di avere 3 giorni queenici liberi da qualsiasi obbligo.
E l'avventura comincia subito col piede SBAGLIATO, arrivando ovviamente con largo anticipo alla stazione salgo sul treno... SBAGLIATO che però sarebbe comunque arrivato a Verona ma probabilmente ad ore diverse e senza i comfort delle frecce... per fortuna però riesco a rimediare alla stazio­ne successiva.
Cambio a Verona e in un blitz sono a Milano Centrale. Sono il “primo” ad arrivare di tutta l'allegra compagnia queeniana proveniente da tutta Italia. Tempo qualche minuto e arrivano Miriam Farano ed Alessandro Russo da Torino. Ci si saluta amorevolmente e Miriam mi consegna un magnifico regalo “alcolico” dalla sua bellissima città. Passa poco e arrivano pure quasi in contemporanea Marcello Scarpa e Miriam Tagliaferro da Alessandria e la dolcissima Martina Saldicco, mia carissima amica e nostra guida spirituale e turistica dei due giorni che ci si prospettano davanti. Grazie mille per il bellissimo regalo Marty, è già al suo posto! :-D
Ora manca solo il mio grande amico e compagno di mille avventure queeniche Giorgio Screpis da Latina ed eccolo arrivare poco dopo le 11. Il gruppo è compatto.
Si decide di provare subito “L'Attacco all'Auditorium” (nei migliori cinema) e quindi, fra qualche foto ricordo (una inviata subito a Lynn Carey Saylor dato che era mia e di Marty col suo cd) e due passi in Piazza Duomo si arriva al Auditorium-condominio. Scovate quasi subito le entrate artisti si incontrano Alessio Colace (fidanzato della carissima Chiara Bright, che incontrerò solo più tardi accompagnata dalla gentilissima madre Daniela) e Delia accompagnata dai mitici ragazzi napoletani, allegria nell'allegria ma anche una dose incredibile di affetto e di tagliente sincerità. Ricevo con molto piacere un regalo tipico ossia un portachiavi a forma di corno (“'A gatta quanno nun po' arrvà a 'o llardo, dice ca feta.”) e una maglietta bellissima per Thomas.
Piano piano veniamo raggiunti dai carissimi genitori di Giulia Zanfi che hanno accompagnato la loro dolcissima figlia all'ingresso artisti per tentare l'”attacco”. A proposito, ringrazio pubblicamente Francesca Azzolini (madre di Giulia) per avermi dato quel MAGNIFICO regalo per Thomas (l'orsetto del Born Free). Ne sono stato immensamente felice e Thomas ci ha già giocato!
Democraticamente si decide di avere fame e quale occasione migliore per un buon pranzetto con annesso brindisi tra fans al Ristorante Il Brutto Anatroccolo? Nessuna! Ho il piacere poi di salutare pure Anna-Rita Fiore che è passata a trovarci e di sentire solo telefonicamente Barbara from London. Col passare del tempo arrivano pure Jaime (un nostro amico ispano-irlandese che si è visto Brian e Roger decine di volte), la dolcissima Giulia Ascione (che ha visto recentemente Brian a Dublino), la carissima Rita Ciccione con il padre, la sarda Lucia Aresu con marito, Renato Bazo, il peruviano, Luca Giarola e gli amici di Giorgio da Verona.
Purtroppo il pomeriggio si conclude con il mancato incontro con il Doc che decide di entrare velocissimamente dall'entrata opposta rispetto alla nostra. La delusione serpeggia nei volti dei fans ma comunque c'è la voglia di godersi un bel concerto e (per chi ha avuto la fortuna o la richiesta) di go­dersi l'incontro privato con Brian e Kerry. Di questa ultima “categoria” facciamo parte anche io e Miriam Farano, che ci avviamo verso l'entrata principale per conoscere i nostri “compagni” e ricevere le istruzioni a riguardo del m&g. Noto con piacere che per l'occasione si presenta anche la co­lonna storica del fan club Max Felsani il quale è il solito “mostro” di gentilezza e simpatia!
E finalmente rivedo e abbraccio con tutto piacere Barbara from London, che vidi l'ultima volta al magnifico concerto di High Wycombe, e la carissima Paola. Saluto poi la cara estratta Ambra De Luca, la quale assistette a molti concerti dei Queen negli anni '70 e '80! Ebbene sì, anche al mitico concerto di Zurigo nel 1978! Ne approfitto anche per salutare le gentilissime Flavia Fronesio Scaramouche, Jasmin Jabbarpour e Susy Lertora così come il carissimo Angelo Valentino Malatesta con famiglia (ps: grazie per il pensiero!). Ne ap­profitto anche per salutare i due boss delle communities più grandi italiane ossia Alessandro Canna­rozzo e Davide Bollani. Ritrovo con piacere dopo più di un anno Chiara Bright e il pensiero va su­bito a chi incontreremo nei minuti seguenti assieme a Kerry, il mitico Doc Brian May!
Come al solito entrambi sono gentilissimi e firmano autografi e scattano foto con tutti i presenti. Ho il piacere e l'onore di consegnare delle collection in dvd al Doc il quale apprezza e mi chiede “Everything from your archive right?”
Il meeting scorre via veloce e la felicità è tanta anche se, devo ammetterlo, in questo caso in me prevale la tristezza per tutti i fans del nostro gruppo che non sono riusciti a beccare il Doc, in particolar modo chi non l'ha mai beccato come Martina, Giulia Zanfi ed Alessandro... Ma poco male, ci sono ancora due “tentativi” disponibili: l'uscita del concerto e, come ultimo tentativo, il giorno dopo all'Hotel.
Purtroppo io, come altre persone che erano con me, essendo rimasti fuori tutto il giorno dobbiamo tornare in albergo a cambiarci e non riusciamo ad andare al magnifico, come mi è stato riferito, Aperitivo Queen fans. Anche perché appena arrivati all'albergo (il “Mercurio” dove avevamo prenotato una doppia) ci viene detto che erroneamente (errore LORO!) la nostra prenotazione era stata annullata e quindi (invertendo una canzone dei Queen) andiamo “from Mercury to Mars” perché ve­niamo dirottati all'Hotel Marte a pochi metri di distanza in una... matrimoniale! Ma, come mi ha simpaticamente detto Giorgio susseguentemente, vista la situazione contingente, anche un letto una piazza e mezza ce lo saremmo fatto bastare!
Ritorniamo all'Auditorium poco prima del concerto e ho l'occasione per incontrare la carissime Vania Gerevini, Ramona Di Grazia, Eleonora Rinaldi con marito (che saranno nella nostra stessa fila al concerto) e per salutare i carissimi Walter Tucci con figlio, Stefano Santoro (ancora grazie per es­sere passato alla mostra Queen 2012) e i due grandi amici di Corvetto ossia Daniele Sari e Stefano Pedico, compagni di tante avventure queeniche da più di 10 anni a questa parte. E' stato un piacerone rive­dervi e scambiare quattro parole (e nel caso di Daniele, condividere pure l'attesa di Brian il giorno dopo).
Velocemente riesco a salutare con piacere anche due colonne storiche della fanbase italiana ossia Alexander Macinante e Karim Navarrini.
Ho avuto piacere inoltre di salutare dopo tanto tempo Sergio Barbesta, Giacomo Checchi, Daniele Croce e Massimiliano Manca. Ma soprattutto dalla Svizzera il mitico fan Miklos Borbely il quale ha assistito a molti concerti del duo in tour. Chiedo scusa di cuore se ho dimenticato qualcuno ma eravate davvero in tanti e le emozioni ancora girano per la testa...
Nel teatro siamo in quinta fila, sei posti tutti attaccati e sono con Giorgio, Martina, Delia e due suoi amici da Napoli. La fila è completata dalla gentilissima Eleonora con marito.
Il concerto è davvero bello e scorre via velocemente, rispetto ad altre date (a quanto si dice) il teatro è stato molto più partecipe ed attivo nei pezzi più movimentati ma, in generale, ha cantato, applaudito e urlato per tutta la durata dello show e Brian e Kerry hanno apprezzato ogni momento di esso.
Lascio la descrizione “tecnica” del concerto a chi è più esperto e ha più memoria di me per quanto riguarda le scalette o altro ma voglio ricordare un bellissimo momento che, per una volta, mi riguarda ossia durante Love of my life dopo l'”I still love you” mi “scappa” un fortissimo “We still love you Freddie” seguito da un boato della folla e da un riconoscibilissimo “GRANDE PELZ!” da parte del ca­rissimo Stefano Pedico! Grazie Stefano alias rogertaylor83, rimarrà un ricordo bellissimo per me!
Finito il concerto Marcello Scarpa, Miriam Tagliaferro e Alessandro Russo intuiscono l'antifona delle date passate ed escono di corsa appena suonata l'ultima nota e riescono a beccare Brian che esce velocissimamente dalla porta di servizio e a Marcello riesce a dargli un regalo. Si può immaginare come dopo questo momento sia raggiante e molto felice!
Addirittura veniamo a sapere di fans usciti quando mancavano 2-3 pezzi e andati direttamente all'hotel dove sono poi riusciti a beccare Brian. Questo per lo meno ci “evita” un'attesa inutile davanti alla porta di servizio, dove sono appostati molti fans e ho l'occasione di rivedere Alessandro Luè, Stefano Pedico, Daniele Sari, Federico Incorvaia e dopo molto tempo, anche Alessandra Giacobbi.
Molto democraticamente si decide di nuovo di avere fame e io, Giorgio e Jaime assieme al Gruppo Napoletano si finisce la serata ad un Mc Donalds.
Purtroppo loro avrebbero preso il treno la mattina presto e quindi è tempo dei saluti ed è sempre un momento triste. L'abbraccio (doppio) che dò a Delia prima di salutarla è uno dei più intensi che io abbia mai dato e/o ricevuto in vita mia. Delia, credo che in quell'abbraccio tutto quello che io avevo da dirti te lo abbia detto, ti voglio bene, con o senza occhi a forma di cuore!
Ma, come avremo modo di vedere, fortunatamente questo abbraccio intenso non sarà l'ultimo ed esso sarà seguito da almeno altri due il giorno dopo!
Nel tornare all'albergo ho il piacere di rivedere l'elegantissimo e sempre radioso Max Felsani col quale si scambiano due chiacchiere e dal quale arrivano un paio di dritte decisive per il giorno dopo... grazie Max, non lo dimenticherò mai e... non dimenticherò stavolta di passare a trovarti in Hotel la prossima volta che passo a Milano!
Poco dopo si incontrano pure i pazzi fans argentini César Barabino e Ariel Natale che si sono visti TUTTO il Born Free Tour esclusa la sola data di Klagenfurt! Siete grandissimi! Incontriamo pure Luca Giarola che pure lui stava tornando all'albergo.
Ok, la giornata è finita, è andata molto bene ma resta comunque la delusione del mancato incontro col Doc per le persone che non l'avevano mai avuto (Martina e Alessandro e gli amici di Napoli, dei “nostri”). Ma, per due di loro, c'è ancora la possibilità del giorno dopo. O domani, o mai più, buonanotte a tutti.
Giovedì 18 luglio 2013: La mattina inizia appunto molto presto e, tirato giù di branda per via telefonica anche Alessandro Russo che, lui sì, era al Mercurio perché la sua prenotazione fortunatamente non è stata cancellata, si parte verso l'albergo di Brian. Lì troviamo già Martina, Miriam Farano e Giulia Ascione. Sono quasi le 9! La mattinata passa tranquilla (in piedi) fra chiacchiere, foto fra di noi, ricordi, commenti dello show e “pianificazioni tattiche”. Riconosciamo l'autista di Brian, poi il mezzo di trasporto e poi pure il bodyguard, siamo al posto giusto nel momento giusto! Nonostante un paio di volte il furgone faccia lo “scherzo” di andare nel retro e autista e bodyguard “spariscano” per qualche minuto non si perde la speranza e si continua ad aspettare, sotto il sole cocente di luglio e io con maglietta ovviamente NERA!
Nel frattempo sono arrivati anche Luca Giarola ed il mitico Daniele Sari che in queste occasioni non manca mai! Verso le 11 arriva il bodyguard dicendoci “Ragazzi, ora vado a dirgli che siete una decina. Solitamente lui si ferma se siete in pochi ed educati ma potrebbe darsi che lui, dato che c'è la moglie e magari è stanco, decida di partire subito e in tal caso vi faccio segno di no e non se ne fa nulla, ok?”. Tutti NOI ovviamente siamo d'accordo. Bisogna sempre ricordare che Brian è una persona umana e non un “trofeo inglese” da ottenere con la forza o con la maleducazione.
Purtroppo non tutti fra gli altri che stavano aspettando (non del nostro “gruppo”) la pensano così e quando Brian esce (preceduto da Sara e seguito da Anita e Kerry) uno di loro si avvicina a Brian con 3-4 dischi da farsi firmare e Brian stizzito risponde “why you do this?” e il “fan” poi ha pure l'ardire di lamentarsi che secondo lui la firma non era corretta perché “sembra ci sia scritto solo Brian, non è una bella firma” mentre un altro salta addosso a Brian urlandogli nelle orecchie e addirittura sedendosi in macchina (???). Questo “fan” che tra l'altro ha pure incontrato Brian il giorno prima e quindi, come ho fatto io, poteva tenersi in disparte, si becca un bel “why you don't listen to me?” da Brian... che figura di m... ma se l'è “meritata” tutta.
Ma ora arriva il momento più bello, per me e ovviamente non solo per me, della due giorni. La foto di Martina (e così pure di Alessandro) con Brian!!! La foto, come potrete vedere, è favolosa e soprattutto ripaga di anni di sconfitte e incontri mancati (capisco benissimo cosa vuol dire perché pure io ho avuto tante ma tante sconfitte nei tentativi di incontro...) e ora posso dire veramente, come potranno testimoniare i ragazzi che erano con me, sono FELICE e al settimo cielo!
Abbraccio Martina talmente forte che la sento tremare dall'emozione del momento e, anche se lei non se ne sarà accorta, mi commuovo per il momento e per il successo ottenuto in extremis...
A questo punto sapendo che Brian e Kerry avrebbero preso il treno per il Montreux si decide di andare pian pianino a piedi verso la stazione centrale. Ma ora la camminata è una camminata felice, spensierata e, per una volta, senza alcuna ansia. Tutti telefonano o scrivono a a casa, parlando della “vittoria” e tutti si è sorridenti, commossi e io... beh, io penso che non vorrei essere in nessun altro posto con nessun'altra compagnia al mondo in quel preciso momento.
Ma... perché non concludere con la “lode” questa due giorni da 100/100?
E così è! Senza fretta andiamo al binario 3 della stazione, scorriamo tutte le carrozze e... nell'ultima eccolo, il mitico Brian con Jeff e Kerry in carrozza! Siamo gli unici presenti a salutarlo (io, Giorgio, Martina, Miriam, Giulia ed Alessandro) e quindi decidiamo di rimanere lì fino alla partenza. Brian appena ci vede è felice e tira subito fuori dalla borsa la bottiglia di vino appena regalategli e il bellissimo pupazzo con le sue fattezze regalatogli da Alessandro! Il bodyguard prima che parta il treno ci fa un gesto bellissimo seguito da un pollice dritto, della serie “voi sei ragazzi siete i numeri uno!”. Forse ha capito che non eravamo certo i due “aggressori” dell'Hotel i quali, probabilmente se avessero saputo, avrebbero pure cercato di salire sul treno!
Decidiamo di salutare “come nei film” e sventoliamo un fazzoletto in segno di addio. Il segno è notato da Kerry e Brian che ne sorridono di gusto. Non vi dico lo stupore dei poliziotti che ci chiedono come diamine facevamo a sapere che erano su questo treno... e uno di loro mi tocca la maglietta chiedendomi “è questo vero?” dicendo poi all'altro “vedi che era quello no???”.
E quindi si arriva ai saluti, gli abbracci stavolta sono ancora più intensi e dolci anche perché si sa che siamo alla fine di questa due giorni immensa, per molti versi la MIGLIORE esperienza queenica che io abbia mai vissuto.
Ma da parte mia c'è anche la nostalgia di casa, di Fabiana, che, una santa come il solito, mi ha dato il permesso di vivere questa due giorni mitica e che non smetterò mai di ringraziare ma soprattutto di Thomas, al quale non vedo l'ora, tra l'altro, di consegnare i nuovi regali per lui!

Che avventura, emozioni, appunto, non si diceva che è per questo che vive l'uomo?




www.facebook.com/notes/leonardo-archivist-pelz/il-mio-racconto-di-brian-may-e-kerry-ellis-a-milano-17-luglio-2013-emozioni-s%C3%AC-e/101517081...
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Milano 17.07.2013

Premessa doverosa, anche in questo caso, è una. Il progetto May&Ellis non mi ha mai coinvolto particolarmente, e questo non per essere prevenuto come spesso si giudica chi esprime un parere diverso da quello della massa, ma semplicemente perchè troppo lontano dal mio gusto musicale, dalle mie preferenze e dai miei desideri su quello che il mio chitarrista preferito, a mio parere, dovrebbe fare.
Chi mi conosce sa che pur apprezzando tutte le attività musicali ed extramusicali di May, che seguiamo ampiamente su queste pagine, ciò che mi fa battere forte il cuore sono i Queen. Vorrei sempre vedere Brian suonare con i Queen, incidere con i Queen, impegnarsi con i Queen ma comprendo appieno che il mio desiderio è in realtà una visione egoistica della situazione, che non tiene conto della volontà di May di dedicare, ed è liberissimo di farlo, sia chiaro, il tempo che vuole alle iniziative e ai progetti che, evidentemente, per lui oggi come oggi sono più importanti, anche se ai miei occhi tutte queste attività tolgono attenzione ed energia ai progetti dei Queen (e spesso se ne vedono i risultati).
Quindi, in tutta sincerità, non posso dire di essere un fan sfegatato della collaborazione (del resto non esiste nessuna regola in base alla quale un fan dei Queen debba essere per forza un fan di un singolo membro della band) ma che comunque l’ho sempre seguito con interesse, senza tuttavia essere coinvolto emotivamente dallo stesso.
E ciò non è cambiato quando sono state annunciate le date italiane, di cui quasi mi dimentico, finché una mattina ricevo un sms dall’amico mercuriano Giorgio Mercury il quale cosi scriveva: “Io e Ila abbiamo il biglietto in prima fila, stiamo già dominando le platee e tu, gregario, preparati ad essere surclassato”.
Di fronte ad una simile minaccia e ritenuto anche che comunque chi suonava era sempre Brian May, ho deciso di acquistare il mio biglietto per Milano. Di sicuro ne sarebbe valsa la pena, indipendentemente dal fatto che lo show proposto non mi suscitava quell'entusiasmo che invece avevo provato, giusto dodici mesi fa, in occasione dei ritorno on stage dei Queen con Adam Lambert.
Ma perché non provare...dopotutto solo gli stupidi non cambiano idea, mi dicevo, cercando quasi di auto convincermi che il tutto, dal vivo, mi sarebbe piaciuto, facendo di colpo svanire le perplessità di natura squisitamente artistica e personale che mi attanagliavano le viscere.
Sia chiara una cosa. Le perplessità erano essenzialmente riconducibili al tipo di spettacolo acustico che era stato proposto, ad una scelta per me poco comprensibile delle canzoni in set list (potendo May contare su un repertorio, anche da solista, tra i migliori al mondo) e alla presenza scenica e canora di Kerry Ellis, tanto deliziosa nel ruolo di protagonista di WWRY musical, ma da valutare, anche dal vivo, con un repertorio più pop o rock.
E mentre mi facevo tutte queste domande, il giorno del concerto è arrivato.
Lo show è stato preceduto da un incontro privato con Brian May, a cui ho partecipato(grazie al supporto logistico di Eleonora) unitamente ad una ventina di fan. May si è dimostrato ancora una volta gentile e disponibile come del resto lo è sempre stato negli ultimi anni, anche se l'impressione che ho avuto appena comparso sul palco, è stato quello di avere di fronte un uomo invecchiato e stanco; il tutto complice anche il fatto di aver effettuato cinque concerti in cinque giorni.
Una sensazione un po' triste, lo ammetto.
Terminato l'incontro con May e in attesa dell'inizio del concerto, è stato bello condividere un po' di tempo con le tante persone che, nel corso della mia carriera di fan, ho incontrato sulla mia strada, compresi anche coloro che ho conosciuto solo recentemente. Magari vi avessi incontrato prima!
E' stato bello rivedervi, amici!
Tornando allo show, l'ho seguito attentamente dalla nona fila. Non vicinissimo ma a distanza ottimale per avere una visione d'insieme dello spettacolo.
Ho apprezzato notevolmente l'intimità che si è creata, nonostante l'auditorium non fosse poi così piccolo. E' inutile negarlo: Brian May in questa forma di spettacolo si diverte e suona con piacere (cosa che però ho sempre percepito anche nei dieci concerti che gli ho visto fare a nome Queen. Sono fesserie le voci che lo vogliono annoiato con i Queen e felice solo con la Ellis).
Kerry Ellis non devo scoprirla io, ovviamente, nemmeno possiedo alcun titolo per commentare la sua esibizione; ha una voce notevole e va riconosciuto, anche se forse ancora un po' troppo impostata ed adattata ad un repertorio più musical. Ma sicuramente l'ho trovata a suo agio nelle canzoni proposte che evidentemente sono state scelte appositamente per lei.
Ma la scaletta...no, la scaletta non mi ha convinto molto...troppe cover e solo alcune canzoni dei Queen...quest'ultime, sempre le solite. Spesso tra fan ci si augurava un set acustico davanti ad una platea 'selezionata', in modo da poter offrire canzoni dei Queen insolite o in chiave diversa e questo poteva essere il contesto ideale. Purtroppo non è andata così ed è stata un'occasione persa.
Lo show inoltre, a mio avviso, ha patito anche una certa fiacca nel suonato, nel senso che la maggior parte delle canzoni sono state suonate tutte alla stessa maniera, voce, chitarra acustica e tastiera di accompagnamento. A mio avviso mancava un po' di grinta e un po' di ritmo, che magari avrebbe dato un percussionista o anche un bassista...che invece non c'erano.
L'arrangiamento dei brani quindi è stato un po' troppo scarno e lento ed è questo, a mio modesto parere, il limite di questa esibizione o di questo genere di spettacolo.
La prova di ciò? Beh, semplice. L'auditorium ha seguito lo show quasi in silenzio, con il freno a mano tirato, a parte qualche momento di maggior vitalità durante canzoni come Somebody To Love e Love Of My Life (canzone che, e mi tirerò addosso le critiche di tutti, ha fatto forse il suo tempo) mentre è esploso in un boato quando Brian ha imbracciato la Red Special (replica, va detto) e ha intonato qualche nota nello stile che lo ha reso famoso (penso al riff di Tie Your Mother Down).
Evidentemente, il rock fa sempre una presa diversa.
Tornado alle perplessità sullo show acustico, l'unplugged che Brian registrò nel 1998, a supporto di Another World, fù tutt'altra cosa e resta, a mio avviso, la sua prova migliore in ambito acustico...ascoltare per credere, rimarrei sorpreso se qualcuno preferisse il set acustico con Kerry a questo.
Detto questo, lo show è stato decisamente gradevole e purtroppo, troppo breve.
Ma è stato un bello spettacolo, su questo nessun dubbio. Mi permetto di pensare, e di far notare, senza la presunzione di voler avere ragione, che l'entusiasmo che ho letto in merito a questi concerti sul web, sia frutto anche dell'entusiasmo per tanti di aver visto per la prima volta May dal vivo. Probabilmente non sarà così, ma letti i commenti raccolti di chi invece May lo ha già visto svariate volte, sono portato a crederlo.
Alla fine, che dire...concerto piacevole, con May stanco ma che con la chitarra in mano vale sempre il prezzo del biglietto. L'ho trovato invece in difficoltà da punto di vista vocale ed infatti ha cantato poco (e non benissimo). Temendo che in alcune canzoni esagerasse un po', Kerry Ellis invece mi è piaciuta, molto brava e posata
Le canzoni migliori sono state Born Free, che ho rivalutato, 39, come sempre e Life Is Real e quella che io continuo a chiamare 'something that glitter'.
The Kissing Me Song, pur nella sua semplicità, è stata piacevole e divertente.
Come canzone meno riuscita invece, sceglierei Tie Your Mother Down, in versione country e troppo, troppo lenta.
Ho molto apprezzato invece il fatto che il Doc abbia dedicato il giusto spazio alle sua battaglie animaliste senza renderle invadenti. Le canzoni individuate e le immagini che le accompagnavano sono state perfette a tale scopo: leoni e tassi ringraziano. Flash Gordon e gli Hawk Men un po' meno.
Sono sicuramente stato felice di avere l'opportunità vedere Brian ancora una volta (ammetto candidamente che io ero al concerto solo per lui) e mi auguro di poterlo rivedere presto, magari però nel contesto diverso che più apprezzo: con una chitarra elettrica tra le braccia e un batterista della Cornovaglia ad accompagnarlo.
Perché, per quanto mi riguarda, Brian May è il chitarrista dei Queen. E io preferisco vederlo li, a suonare la loro musica.
L'unplugged, o l'acustico, lasciamolo a Clapton.



www.queenheaven.it

Brian replied:

Thanks Davide! One is a very nice number! Much obliged to you, and big love to all our Italian folks!!
Cheers
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Re: Il mio racconto di Brian May e Kerry Ellis a Milano, 17 luglio 2013 - Emozioni, sì emozioni. Non è per questo che l'uomo vive?
Leonardozep, 19/07/2013 18:43:

Il mio racconto di Brian May e Kerry Ellis a Milano, 17 luglio 2013 - Emozioni, sì emozioni. Non è per questo che l'uomo vive?


www.facebook.com/notes/leonardo-archivist-pelz/il-mio-racconto-di-brian-may-e-kerry-ellis-a-milano-17-luglio-2013-emozioni-s%C3%AC-e/101517081...




bel racconto, anche se del concerto si parla poco... è più la cronaca della tua giornata e dei tuoi incontri.

ma alla fine, il concerto ti è piaciuto?




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Re: Re: Il mio racconto di Brian May e Kerry Ellis a Milano, 17 luglio 2013 - Emozioni, sì emozioni. Non è per questo che l'uomo vive?
DavBS, 22/07/2013 09:20:




bel racconto, anche se del concerto si parla poco... è più la cronaca della tua giornata e dei tuoi incontri.

ma alla fine, il concerto ti è piaciuto?




Grazie! :) Sì in effetti dare un giudizio obiettivo dopo una due giorni così bella, così intensa e così emozionante mi risulta alquanto difficile... comunque direi di sì. Mi continuo a considerare un rockettaro ma questa atmosfera acustica una volta ogni tanto mi fa piacere, sembra davvero di avere Brian e Kerry a suonarti in salotto... Milano è stato molto meno intimo di Wycombe (lì eravamo la metà credo di persone...) e forse questo me l'ha fatto godere ancora di più, ho sentito il pubblico molto più presente! Le canzoni le conoscevo già e certe rendono molto dal vivo ma alcune invece (tipo Tie your mother down) no, sono molto più fiacche... peccato per la voce di Brian, l'avrei preferito sentire cantare qualche pezzo in più...

22/07/2013 11:24
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Ma la scaletta...no, la scaletta non mi ha convinto molto...troppe cover e solo alcune canzoni dei Queen...quest'ultime, sempre le solite. Spesso tra fan ci si augurava un set acustico davanti ad una platea 'selezionata', in modo da poter offrire canzoni dei Queen insolite o in chiave diversa e questo poteva essere il contesto ideale. Purtroppo non è andata così ed è stata un'occasione persa.



La tua considerazione, in termini generali, ha validità. Però, alla fine, mi sembra che da tempo la scaletta sia sempre più o meno la stessa. Forse ti sei creato delle aspettative irragionevoli: perchè a Milano avrebbe dovuto cambiare?



La prova di ciò? Beh, semplice. L'auditorium ha seguito lo show quasi in silenzio, con il freno a mano tirato



Certo, con questo "reportorio" non è che si potesse fare molto...




Tornado alle perplessità sullo show acustico, l'unplugged che Brian registrò nel 1998, a supporto di Another World, fù tutt'altra cosa e resta, a mio avviso, la sua prova migliore in ambito acustico...ascoltare per credere, rimarrei sorpreso se qualcuno preferisse il set acustico con Kerry a questo.



Non consoco questo se acustico: dove lo posso trovare?



Mi permetto di pensare, e di far notare, senza la presunzione di voler avere ragione, che l'entusiasmo che ho letto in merito a questi concerti sul web, sia frutto anche dell'entusiasmo per tanti di aver visto per la prima volta May dal vivo. Probabilmente non sarà così, ma letti i commenti raccolti di chi invece May lo ha già visto svariate volte, sono portato a crederlo.



Molto probabile



L'ho trovato invece in difficoltà da punto di vista vocale ed infatti ha cantato poco (e non benissimo).



Su questo sono d'accordo, ho avuto la medesima impressione.



Perché, per quanto mi riguarda, Brian May è il chitarrista dei Queen. E io preferisco vederlo li, a suonare la loro musica.
L'unplugged, o l'acustico, lasciamolo a Clapton.


[SM=g28002]

I'm just a singer with a song, how can i try to right the wrong?
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Il mio video (con foto) della magnifica esperienza del concerto di Brian May e Kerry Ellis a Milano. Un ringraziamento a TUTTI gli AMICI che ho incontrato e hanno reso questa due giorni MAGICA!

http://www.youtube.com/watch?v=hiyTjwD-2Xk
28/07/2013 23:52
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Re:
AxlGia78, 22/07/2013 11:24:




Non consoco questo se acustico: dove lo posso trovare?



penso intenda questo:




[Modificato da nowimhere 28/07/2013 23:52]
-------------------------------------
You know my little friends
All Dead and gone
His ways are always with me
I wander all the while
But please you must forgive me
I am old but still a child
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