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Antropologia culturale

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2008 05:25
21/02/2008 12:30
 
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I segni dell'identità, individuale e collettiva
Questa mattina ho ascoltato su Rai2, una interessante lezione, tenuta dal Prof. Ugo Fabietti nell'ambito Di Raisat Nettuno relativa alla nascita dei culti religiosi.
In pratica, la teoria è che un "popolo", se privato della propria identità individuale e collettiva da vari fattori (invasioni, guerre, schiavitu'), tende a "costruire" un culto che provveda a ricostruire tale identità.
Mi è sorta la domanda: fede a parte, è stata anche questa necessità che ha fatto si che gli antichi Ebrei, esuli dall'Egitto, ricostituissero la loro identità in base ad un culto monoteistico, in un mondo di culti politeisti?
Esistono documenti storici, di pari antichità dei primi libri della Bibbia, che documentino la nascita di culti simili (monoteisti)presso altre popolazioni con storie analoghe?
Se l'argomento è già stato discusso in questo forum, potrei avere l'indirizzo della discussione?
Un'ultima, curiosa annotazione: in Melanesia, dal XIX alla metà del XX c'era il Culto del Cargo; in pratica si credeva che un giorno sarebbe arrivata una nave carica di tutti i beni di cui usufruivano gli occidentali a beneficio dei nativi.
Nonna Pina
21/02/2008 12:45
 
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"Esistono documenti storici, di pari antichità dei primi libri della Bibbia, che documentino la nascita di culti simili (monoteisti)presso altre popolazioni con storie analoghe?"

Bisogna decidere se cercare la nascita del monoteismo biblico nel popolo ebraico o fuori di esso. Nel secondo caso gli Ebrei si potrebbero essere ispirati al mazdeismo (ipotesi non escludibile ma poco probabile, inoltre i testi di Zarathustra, la Gatha, sono difficili da datare), oppure, altra ipotesi di derivazione, il culto del disco solare (Aton) del Faraone eretico e monoteista Amenophi IV (1364-1347 a.C), il più antico culto monoteista, a mio conoscenza, di cui si sappia.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
21/02/2008 15:33
 
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Non posso non intervenire in una discussione in cui, per via dei miei studi, sono di casa. [SM=g27828]
Sulla nascita del monoteismo, si può leggere lo studio di Dario Sabbatucci, Il monoteismo, Bulzoni, Roma 2001

Per una introuzione generale alla Storia delle Religioni, così come questa disciplina è intesa dalla cosiddetta Scuola Storico-religiosa di Roma, di cui Sabbatucci è stato uno dei massimi esponenti, potete invece dare un'occhiata qui:

www.grisroma.org/forum_b/viewtopic.php?f=12&t=307

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

21/02/2008 15:38
 
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altra ipotesi di derivazione, il culto del disco solare (Aton) del Faraone eretico e monoteista Amenophi IV (1364-1347 a.C), il più antico culto monoteista, a mio conoscenza, di cui si sappia



In verità, la tesi di Sabbatucci (sviluppata in Il Politeismo) è che quello di Akenathen non possa essere inteso come un monoteismo, ma come una forma di "enoteismo" legata all'istituto regale egizio e alla volontà del suddetto faraone di svincolarsi dall'influenza dell'aristocrazia sacerdotale legata al culto di Amon.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

22/02/2008 08:23
 
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Grazie
..a Polymetis e a Trianello!
Ho già prenotato il libro e letto avidamente il link.
Mi ci vorrà tempo per studiare e capire vista la mia subcultura, ma sono curiosa, nonostante l'età, soprattutto perchè mi si è aperto un mondo, quello della filosofia nella religione (si può dire così?), che non conosco, ma trovo affascinante.
Con le mie capacità ridotte cercherò di capire e di capirmi meglio.
Grazie ci nuovo
Nonna Pina
22/02/2008 13:01
 
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Io ho trovato interessante, oltre a Sabbatucci:

A. Lemaire: La nascita del monoteismo; Paideia 2005

O. Loretz: L'unicità di Dio; Paideia 2007

e sull'argomento specifico:

R. Albertz: Storia della religione nell'Israele antico. I, Dalle origini alla fine dell'età monarchica; Paideia 2005.
In particolare il paragrafo intitolato: "La religione del macrogruppo liberato".

Ogni bene [SM=g27822]


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"Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono col combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa" (G.K. Chesterton)
22/02/2008 15:14
 
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Mi ci vorrà tempo per studiare e capire vista la mia subcultura, ma sono curiosa, nonostante l'età, soprattutto perchè mi si è aperto un mondo, quello della filosofia nella religione (si può dire così?), che non conosco, ma trovo affascinante.



E' importante non confondere la "filosofia della religione" con la "storia delle religioni". Il testo che ti ho linkato e quello di Sabbatucci (che è un testo scientifico e quindi di non facile lettura, ti avverto) concernono la "storia delle religioni".
Che ci possano essere delle forme di monoteismo indipendenti da quello biblico e che Israele possa aver appreso alcune nozioni a questo proposito da altri popoli, per un cattolico come me, non fa problema, in quanto la "filosofia della religione" ci insegna che l'unicità di Dio è un dato di ragione e non di fede (e rientra a pieno titolo in quelli che in teologia si chiamano "preamboli della fede").

Per una introduzione alla "filosofia della religione" potrei conseigliarti molti testi, tra questi il più abbordabile per chi non abbia una qualche formazione filosofica è forse questo: B. Mondin, Dio: chi è? Elementi di teologia filosofica, Massimo, 1990.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

22/02/2008 17:03
 
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Grazie
a Mazda Vjeran e a Trianello per la gradita attenzione dimostratami suggerendomi letture piu' comprensibili per una neofita.
Per tutte le domande che, nel corso delle letture, mi sorgeranno, potrò ricorrere alla vostra pazienza?
Nonna Pina
22/02/2008 21:39
 
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Re: I segni dell'identità, individuale e collettiva
Vecchia Marziana, 21/02/2008 12.30:


In pratica, la teoria è che un "popolo", se privato della propria identità individuale e collettiva da vari fattori (invasioni, guerre, schiavitu'), tende a "costruire" un culto che provveda a ricostruire tale identità.
Mi è sorta la domanda: fede a parte, è stata anche questa necessità che ha fatto si che gli antichi Ebrei, esuli dall'Egitto, ricostituissero la loro identità in base ad un culto monoteistico, in un mondo di culti politeisti?
Esistono documenti storici, di pari antichità dei primi libri della Bibbia, che documentino la nascita di culti simili (monoteisti)presso altre popolazioni con storie analoghe?
Nonna Pina




Carissima, un "singolare" genio religioso, ha condotto gli ebrei ad un' altrettanta "singolare" intuizione che costituì una vera rivoluzione per tutto il pensiero umano: il "monoteismo etico"; un monoteismo inseparabile dalla morale. Il nuovo credo implicava che la religiosità non poteva essere concepita senza la pratica della giustizia e della carità (vedi Genesi 18,19).
E' indubbio che le alterne vicende storiche del popolo ebraico abbiano giocato (curiosamente) a favore di un "consolidiamento" di questa felice intuizione. L'ebreo è venuto a contatto con realtà diverse e spesso a lui ostili, con esperienze tragiche quali la schiavitù, le deportazioni, la dominazione straniera, le persecuzioni,le conversioni forzate... il rischio di assimilazione ha costituito e continua a costituire un pericolo da scongiurare che tuttavia sino ad oggi si è riusciuti a fronteggiare in un modo o nell'altro. Di recente poi, la creazione dello Stato di Israele ha contribuito ad alimentare l'idea di una nuova identità nazionale, sebbene, la maggioranza degli ebrei continui a vivere in diaspora.


L'imperativo per gli ebrei è sempre stato quello di sopravvivere, e riuscire ad adattarsi agli eventi, senza mai mutare la propria originalità e identità di fondo.
Un esempio per tutti:con la distruzione di Gerusalemme e del Tempio e la deportazione a Babilonia dell'èlite giudaica da parte di Nabucodonosor, fu in gioco l'esistenza stessa della religione di Israele e la crisi venne teologicamente superata (una soluzione assolutamente inedita, a parere di Gunter Stemberger) trasformando la religione nazionale di Israele nella religione giudaica, la quale potè sopravvivere anche senza una propria terra, un propio tempio, una propria autorità religiosa che potesse fungere da guida per tutti gli ebrei dispersi. Essi avrebbero potuto dissolversi nell'ambiente senza lasciare traccie, come accade per gli ebrei del regno del nord (Israele, Samaria).Ma il loro esilio fu solo l'inizio di una diaspora in grado di sopravvivere a lungo sul piano religioso,e che ha prodotto nell'ebreo lungo l'arco di quasi tremila anni, un notevole consolidamento interiore.

Shalom!
[Modificato da Topsy 22/02/2008 21:41]
23/02/2008 09:43
 
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Re:
Trianello, 22/02/2008 15.14:



Per una introduzione alla "filosofia della religione" potrei conseigliarti molti testi, tra questi il più abbordabile per chi non abbia una qualche formazione filosofica è forse questo: B. Mondin, Dio: chi è? Elementi di teologia filosofica, Massimo, 1990.

Beh però questa tecnicamente non è filosofia della religione ma proprio teologia filosofica o naturale (come dice appunto lo stesso sottotitolo), anche se con accenni di filosofia della religione, il che, come tu mi insegni, è diverso [SM=g27817].
Del Mondin poi è ancora più semplice (e forse più facilmente trovabile):

Il problema di Dio - Filosofia della religione e teologia filosofica;(Manuale di filosofia sistematica 4), ESD 1999.

Consiglierei addirittura alla nostra amica di prendersi tutta la serie di 6 volumi del "Manuale di filosofia sistematica" appunto del Mondin ed edito dall'ESD, semplici, chiari e anche esaustivi (almeno per chi inizia, ovviamente). Avrebbe così una formazione organica senza necessità di saltellare da una parte all'altra.

Per quanto riguarda la "pura" filosofia della religione andrei piuttosto su:

A. Fabris: Introduzione alla filosofia della religione; 2a ed., Laterza 2002.

Oppure su:

A: Alessi: Sui sentieri del sacro - Introduzione alla filosofia della religione; 2a ed., LAS 2005.

Credo che questi due siano abbastanza abbordabili sia come prezzi che come difficoltà [SM=g27822]

IMHO, ovviamente.

Scusate l'intromissione [SM=g27835]




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"Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono col combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa" (G.K. Chesterton)
23/02/2008 10:44
 
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" Per quanto riguarda la "pura" filosofia della religione andrei piuttosto su"

Quando si tratta di filosofia io consiglio sempre un classico che va dalla logica alla teologia passando per l'antropologia filosofica, gli "Elementi di Filosofia" di Sofia Vanni ROvighi.

Ad maiora
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23/02/2008 13:13
 
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Re:
Polymetis, 23/02/2008 10.44:

" Per quanto riguarda la "pura" filosofia della religione andrei piuttosto su"

Quando si tratta di filosofia io consiglio sempre un classico che va dalla logica alla teologia passando per l'antropologia filosofica, gli "Elementi di Filosofia" di Sofia Vanni ROvighi.

Ad maiora


come sostituti del Mondin, non di Fabris o Alessi. Della Vanni Rovighi ho i primi due volumi e "Il problema teologico come filosofia", ma non mi sembra siano filosofia della religione nel senso classico del termine. O no?


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"Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono col combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa" (G.K. Chesterton)
23/02/2008 13:47
 
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Per Trianello
Caro Trianello,sono andato sul link da te postato,per documentarmi sulla"storia delle religioni" di Marco Menicocci,essendo la trattazione un pò lunga la leggo poco per volta,giacchè non'è che si possa leggere in modo superficiale, ma necessita di tempo per comprenderla in una certa misura.
Nel sito del Cris, ho anche letto l'esperienza di due(moglie e marito)ex neocatecumeni,credimi Trianello sembrava di leggere l'esperienza di ex tdg,con ostracismo ed altro,ti chiedo se puoi darmi delucitazioni in merito a questa attività, che mi pare venisse chiamata anche il Cammino.
Ti ringrazio.Ciao
Franco
23/02/2008 15:10
 
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Per ringraziare tutti
gli amici che sono intervenuti per aiutarmi ed anche per inserire una nota "leggera", se me lo consentite:
mi son fatta una lista di titoli e, stamattina, sono andata nella mia solita libreria per prenotarli.
-Commesso: sono per lei?
-Io: si
-Commesso(valutando la mia età, dubbioso): le ci vorrà una vita...
-Io: conosce il proverbio? chi beve birra campa cent'anni, ma chi è curioso ne campa 1000!
ciao e grazie
Nonna Pina
24/02/2008 01:25
 
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Ho indicato il libro di Mondin perché, a dispetto del sottotitolo, questo spazia dalla fenomenologia del sacro, al concetto di religione in sé, alla teologia razionale, ed è quindi una buona introduzione sia alla filosofia della religione che alla teologia filosofica. Il libro di Fabris è ottimo, ma ritengo che possa contribuire a confondere un po’ le idee di chi non abbia una previa formazione filosofica. Il libro della Vanni Rovighi, è forse uno dei testi migliori che si possano reperire sulla Teologia Razionale, ma, appunto, limita la sua trattazione solo a questa, a differenza di quello di Mondin che, come dicevo sopra, invece spazia un poco tra le tematiche attinenti alle due discipline sorelle.
Come introduzione alla filosofia anche io consiglio i tre volumi degli Elementi di Filosofia della Vanni Rovighi (assai esaurienti e chiari), ma anche i suoi Lineamenti di Filosofia, che, in poco più di duecento pagine, sono un ottimo riassunto dell’opera precedente.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

25/02/2008 05:25
 
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Nel sito del Cris, ho anche letto l'esperienza di due(moglie e marito)ex neocatecumeni,credimi Trianello sembrava di leggere l'esperienza di ex tdg,con ostracismo ed altro,ti chiedo se puoi darmi delucitazioni in merito a questa attività, che mi pare venisse chiamata anche il Cammino.



Se cerchi meglio nel Forum in oggetto, troverai una lunga discussione sul Cammino Neocatecumenale che credò potrà soddisfare ogni tua curiosità.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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