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I TESTI TROVATI A QUMRAN

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2011 12:24
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05/11/2011 12:21
 
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I ROTOLI DI QUMRAN

 

Introduzione

Probabilmente nell'aprile del 1947, un ragazzo beduino di nome Muhàmmad ed-Dib (Maometto il Lupo), appartenente ad una tribù Taamira proveniente dalla Transgiordania e diretta a Betlemme, per commerciare, mentre inseguiva una capra, nella zona della sorgente di Fashcha, nello Wadi Qumran, tirò un sasso in una delle tante caverne della zona.
Il sasso produsse un suono come di cocci infranti. Il sasso aveva colpito una giara contenente un antico rotolo. Cominciava in questo modo una delle più importanti scoperte archeologiche del XX° sec.
Il ragazzo esplorò insieme ad un compagno la grotta, ai suoi occhi si presentarono una serie di giare cilindriche munite di coperchio, ritte e disposte in modo ordinato; altre giare erano rovesciate e senza coperchio, altre ancora erano infrante.

Le giare contenevano pacchi avvolti in un tessuto simile al lino uniformemente ricoperti di pece oppure cera. Ciascun pacco conteneva un rotolo manoscritto.
I ragazzi portarono il pacco con il rotolo che avevano aperto ai propri conoscenti della tribù, con la speranza di rivenderlo a Bethlemme.
Il rotolo venne acquistato da un mercante di nome Chalil Iskander Salim, soprannominato Kando, un individuo appartenente alla chiesa Giacobita; costui credendo che il rotolo contenesse un testo in siriaco antico, la lingua usata nella liturgia della sua chiesa, lo portò a Gerusalemme al Metropolita mar Athanasius Yeshue Samuel, che subito riconobbe la scrittura ebraica, anche se non seppe decifrarla.
Nel frattempo, agli inizi di luglio, i beduini si rifecero vivi con Kando per vendergli altri rotoli, ma una serie di contrattempi fecero in modo che costoro tentassero la vendita con un mercante ebreo che però non potè acquistarli non disponendo della somma richiesta.
Il Metropolita seppe scoraggiare i beduini, dal vendere al mercante ebreo i rotoli, convincendoli a non andare nella zona ebraica della città per evitare di essere truffati o magari impiccati.
I beduini, minacciati tra l'altro di avere seri guai con la giustizia nel caso non avessero ceduto ad un prezzo ragionevole i rotoli in loro possesso, ne vendettero ben 5 al Metropolita che li portò al monastero di S. Marco.

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05/11/2011 12:22
 
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Il Metropolita riuscì a convincere i beduini a mostrargli il luogo del ritrovamento, che fu oggetto di un rapido sopralluogo in agosto.
I rotoli per essere identificati, vennero portati in Siria nel Libano per tornare ancora a Gerusalemme senza che nessun studioso fosse stato in grado di comprenderne nè l'antichità, nè il contenuto.
Frattanto il prof. E. L. Sukenik, insegnante presso l'Università ebraica, potè tramite un amico venire a contatto con i rotoli e stabilire non solo che erano autentici ma anche antichissimi.
Dapprima si accorse che uno dei rotoli, molto danneggiato nella parte inferiore, conteneva il libro di Isaia (identificato con 1QIs-b), che un altro conteneva un testo sconosciuto, chiamato in seguito "Guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre" (1Q M dove la M sta per Milhamah = guerra); e che infine un terzo rotolo conteneva inni simili ai Salmi biblici, e pertanto venne chiamato "Canti di azioni di grazie" (1QH dove H sta per Hoddayot= canti di lode).
Il Sukenik in seguito acquistò personalmente dai beduini tutto quanto era ancora in loro possesso: giare e pergamene.

Nel febbraio del 1948, il Metropolita prese contatto con la "American School of Oriental Research" (oggi W. Albright Institute of Archeological Research), spacciando i rotoli come rinvenuti nella biblioteca del monastero. Il dottor J.C. Trever si accorse subito della peculiarità dei testi, e dopo una lunga opera di persuasione riuscì a fotografarli in bianco e nero. Inoltre riuscì a stabilire che essi contenevano un testo completo e poco danneggiato del libro di Isaia (1Q Is-a), un testo commentato del profeta Habacuc (1Q pHab), un testo settario chiamato "La regola della Comunità" (1QS, dove S sta per serek, "regola"), e un rotolo che impegnò molto per lo srotolamento chiamato in seguito "Apocrifo della Genesi" (1Q 20).

Successivamente il prof. Albright in modo autonomo confermò l'antichità dei reperti, datandoli verso il 100 a.C.
Il 14 maggio del 1948 le truppe inglesi lasciarono la Palestina e il 15 maggio fu proclamato lo Stato d'Israele, a cui fece subito seguito la guerra.

Il Metropolita inviò i rotoli negli Stati Uniti, decisione che si rivelò giusta il 16 maggio il monastero giacobita fu in buona parte distrutto. Il primo giugno del 1954 un annuncio sul Wall Street Journal poneva in vendita i 4 rotoli. Il figlio di E.L. Sukenik, il prof. Y.Yadin, avvertito dell'annuncio fece in modo che lo Stato di Israele acquistasse per 250.000 dollari il lotto. I rotoli andarono a costituire insieme agli altri già in possesso di Israele il fondo del Museo di Gerusalemme ("Santuario del Libro").
Sul New Yorker apparve nel 1955 un articolo dal titolo "I rotoli del Mar Morto". In esso l'autore riproponeva le tesi di Dupont-Sommer: la setta giudaica della "Nuova Alleanza" richiamava quella creata da Gesù Cristo. Sia Gesù che il Maestro di Giustizia (fondatore della setta) di Qumran avevano predicato la penitenza, l'umiltà, la castità, l'amore per il prossimo, si erano presentati come "Messia" ed erano stati perseguitati dal Giudaismo e messi a morte. L'autore dell'articolo ammette che tali parallelismi non sono sempre avallati dai testi dei rotoli e sono sovente assai sovraccaricati. Nei rotoli di Qumran si parla di una morte violenta del Maestro di Giustizia di Qumran, ma non del valore espiatorio di questa, nè della sua risurrezione. Inoltre il Wilson insinuava che gli studiosi potessero avere intralciato l'opera di pubblicazione degli scritti per motivi personali, e che gli stessi teologi liberali ne avrebbero ritardato la pubblicazione poichè avrebbe messo in crisi la loro opinione di un'origine recente degli scritti neotestamentari.

Negli anni successivi altre grotte e altri rotoli e frammenti di rotolo vennero riportati alla luce.
Questi ritrovamenti hanno permesso agli studiosi di venire in possesso tra l'altro di testi in ebraico dell'AT, più antichi di circa un migliaio di anni rispetto ai più antichi manoscritti conosciuti.
Contrariamente a quanto gli studiosi avevano ritenuto in un primo momento, le grotte non debbono essere condiderate alla stregua di "ghenizah", cioè luoghi affini a quei ripostigli annessi alle sinagoge nei quali venivano riposti i rotoli delle Scritture, troppo vecchi per essere ancora utilizzati, affinchè il tempo li consumasse.
Oltre a documenti biblici dell'AT in greco e in ebraico risalenti a un periodo che si estende dal III° al I° sec. a.C., sono stati riportati alla luce tutta una serie di altri documenti di carattere religioso (Apocalissi, Commentari, Manuali ect.).
L'archeologo Roland De Vaux, fu colui che pose in relazione i rotoli di Qumran con la setta degli Esseni. Egli stabilì che le terracotte ritrovate nelle grotte erano coeve a quelle ritrovate nel sito archeologico adiacente; inoltre anche lo stile della scrittura rinvenuta sugli ostraca di tale sito, assomigliava a quella utilizzata per redigere i rotoli.
E' opinione diffusa, anche se controversa, che tutti questi scritti fossero utilizzati da un gruppo di religiosi ebrei, gli Esseni (congettura questa fondata sulle testimonianze non sempre concordi del filosofo ebreo Filone, dello storico giudeo G. Flavio, e dello storico latino Plinio), che probabilmente li nascosero nelle grotte quando intorno al 70 d.C. le milizie romane invasero la Giudea.

Nei rotoli, però, gli Esseni non si riferiscono mai a se stessi utilizzando questo nome. Il Prof. Robert Eisenman ha suggerito che Plinio e Giuseppe Flavio potrebbero avere usato il termine greco "Esseni", derivandolo dall'ebraico Yishiyim o Jessiti. Probabilmente tale nome potrebbe essere stato derivato dalle loro credenze in un messia discendente dal re Davide, il figlio di Jesse (Ez. 37:24-28).

Nel proprio resoconto sella setta, Filone afferma che gli Esseni si incontravano "in luoghi sacri [hierous ... topous] che essi chiamano sinagoghe [synagôgai]" (Prob. 81), e prosegue affermando: "Là arrangiati in fila, secondo la propria età, i più giovani in basso, al di sotto degli anziani, essi seggono decorosamente come richiede la circostanza, prestando attenzione. Poi uno prende i libri e legge ad alta voce e un altro con doti speciali, si fa avanti e spiega quanto non è stato compreso" (Prob. 82-83).

Roland De Vaux identifica due aree nelle rovine di Qumran, come luoghi di assemblea: zona 4, una stanza con panche lungo i 4 muri, e zona 77, il refettorio che contiene la base di un podio in fondo al lato occidentale della sala. In relazione a ciò lo storico Giuseppe Flavio afferma che gli Esseni si riunivano nel refettorio "come in una sacra tenda [hagion ... temenos]" (Guerra Giudaica 2.130).

Recentemente scavi compiuti da Hanan Eshel e Magen Broshi hanno rivelato che gli Esseni abitavano in tende e grotte che circondavano il complesso principale. Ciò suggerisce che l'area comune, con le sue numerose vasche rituali, era riservata esclusivamente ai riti religiosi.

Circondando il centro con le tende è probabile che gli Esseni volessero imitare le tende degli Israeliti circondanti con le proprie tende, il Tabernacolo durante il soggiorno nel deserto.

Sulla base dei ritrovamenti effettuati, non è possibile stabilire se gli Esseni riconoscessero come "canonici", i medesimi scritti considerati tali dai giudei "ortodossi".

Diamo di seguito una lista dei documenti più importanti ritrovati a Qumran (il primo numero identifica la grotta in cui il frammento è stato rinvenuto, Q sta per Qumran, a cui segue una sigla che identifica il contenuto del testo, ad esempio Is sta per Isaia)

1) IQIs-a (Rotolo di Isaia) contiene i 66 capitoli di Isaia e risale al 150-100 a.C.
2) IQIs-b (a cui va aggiunto 1Q8, che appartiene allo stesso ms.)(Rotolo di Isaia dell'Università ebraica) contiene brani di Isaia 41-66, e risale al 50 a.C.
3) IQpHab, (Pesher di Habacuc) contiene Hb. 1-2 e aggiunge ad ogni versetto un commento (Pesher). E' datato al 100-50 a.C.
4) IQpaleoLv, contiene solo alcuni versetti (forse di Lv. 19-22, ma c'è chi ritiene che i frammenti appartengano a 4 distinti mss.). E' datato tra il IV° e il II° sec. a.C.
5) 1Q4 (IQDeut a), contiene frammenti del Deuteronomio.
6) 1Q5 (IQDeut b), contiene frammenti del Deuteronomio.
7) 1Q6 (IQJud), contiene frammenti del libro dei Giudici.
8) 1Q7 (IQSam), contiene frammenti di 1 e 2 Samule.
9) 1Q9 (IQEzek), contiene due frammenti del libro di Ezechiele di cui solo uno identificato con certezza.
10) 1Q10 (IQPs a), frammenti dei Salmi con il nome divino scritto in caratteri paleo-ebraici.
11) 1Q11 (IQPs b), frammenti dei Salmi con il nome divino scritto in caratteri paleo-ebraici.
12) 1Q12 (IQPs c), frammenti del Salmo 44.
13) 1Q13 (IQPhyl), resti di un filatterio con il testo del Decalogo.
14) 1Q14 (1QpMic) resti di un commentario a Michea (1:2-5; 5-7; 8-9; 4:13(?); 6:14-16; 7:6(?), 8-9(?), 17.
15) 1Q15 (iQpZeph) resti di un commentario a Sofonia.
16) 1Q16 (IQpPs), resti di un commentario ai salmi 57:1,4; 68:12-13,26-27,30- 31.
17) 4QDeut-b, contiene i vv. 41-43 del cap. 32 di Deuteronomio scritti come se fossero poesia e non prosa. Data incerta.
18) 4QSam-a, contiene 27 frammenti di ISamuele 1-2. E' datato al I° sec. a.C.
19) 4QSam-b, contiene ISam, 16,19,21, 23. E' datato al 225 a.C.
20) 4QGer-a, contiene Geremia.
21) 4QXII-a, contiene i 12 profeti minori. E' in corsivo ed è datato al III° sec. a.C.
22) 4QEccl, contiene Ecclesiaste ed è un corsivo del III° sec. a.C.
23) 4QEs, contiene il cap.l di Esodo.
25) 4QNm,
26) 4QDeut-a, contiene il "Cantico di Mosè".
27) 11QPs, contenente 33 Salmi. L'elenco non è completo.

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I MANOSCRITTI DEL MAR MORTO


Giara di Qumran

Coperchio: Altezza 5 cm, diametro 17.8 cm Giara: Altezza 49.8 cm, diametro 24 cm. Tale giara è datata tra il 1° sec. a.C e il 1° d.C.
I rotoli dritrovati dai beduini nel 1947 nelle grotte di Qumran, erano contenuti in giare cilindriche di un tipo sconosciuto altrove. Molti archeologi considerano la scoperta di questo originale vasellame a Qumran come evidenza del legame tra lo stanziamento esseno e le grotte. Queste giare, come anche il resto del vasellame scoperto a Qumran era probabilmente prodotto localmente.

Pesher del libro di Osea (4QpHos)

Questi frammenti sono noti come: Pesher Hoshe`a (4Q166 (4QpHos[superscript]a), sono su pergamena e furono copiati nel tardo 1° sec. a.C. Il frammento venne rinvenuto nella grotta n° 4, le misure sono: Altezza 17.5 cm, lunghezza 16.8 cm.

Il carattere usato è identico a quello utilizzato in un commentario ai Salmi, il rustico semiformale della era erodiana. Il frammento è un commentario (pesher), ad alcuni versi del libro del profeta Osea (2:8-14).
Il Pesher era molto utilizzato nella comunità che scrisse i Rotoli del Mar Morto.
Il Pesher non cercava di spiegare il senso del testo biblico, quanto piuttosto di darne un'interpretazione che avesse rilievo per la comunità.
Le spiegazioni per verso o gruppi di versi, sono introdotte dall'espressione: "Pesher (interpretazione) della parola..." ovvero "l'interpretazione di questo si riferisce al fatto...".
Tale genere si riallaccia a quello del "Midrash", quest'ultimo era la testimonianza di come un testo considerato di origine divina (la Torah ad esempio) diventasse oggetto di venerazione, riflessione, preghiera, insegnamento e predicazione parenetica. Tale genere databile dall'epoca esilica in poi (587 a,C.) si distinse in due ulteriori generi midrashim (plurale di midrash): il midrash halakah, mirante alla meditazione delle parti legali della Torah per definirne le leggi, scoprire nuove norme regolatrici di situazioni nuove e per giustificare usi e costumi diventati tradizionali. Il secondo genere midrash è detto "midrash-haggadah, e si concentra sul significato delle parti narrative della Torah, indagandone il senso letterario e storico. Il testo ebraico di partenza non è quello standardizzato dai masoreti.
I versi tratti dal libro canonico del profeta Osea, si riferiscono alla relazione di Dio, il marito, con Israele, la moglie infedele.

Pesher del libro di Isaia (4Q162=4QIs-b)

Nel Pesher di Isaia4QIs-b, scritto su cuoio, e ritrovato nella grotta 4 di Qumran, vengono citati diversi versi dal cap.5 del libro del profeta Isaia.
In esso le minacce di punizioni o distruzioni, sono intese come riferite agli "uomini arroganti" che dimorano a Gerusalemme.
Conosciamo da altri rotoli trovati a Qumran che i qumraniti avevano seri conflitti con i sacerdoti leviti, a proposito del modo di gestire l'adorazione al Tempio.
Diversi studiosi pensano che la comunità di Qumran fosse stata fondata e guidata da sacerdoti i quali insegnavano che i sacerdoti di Gerusalemme erano corrotti.

Rotolo della Legge (4Q396)

Il nome attraverso cui è conosciuto questo rotolo è: Miqsat Ma`ase ha-Torah (4Q396).
Il rotolo del quale ci restano 3 frammenti fu copiato tra la fine del I° sec a.C e l'inizio del I° sec d.C.
Frammento A: altezza 8 cm, lunghezza 12.9 cm
Frammento B: altezza 4.3 cm, lunghezza 7 cm
Frammento C: altezza 9.1 cm , lunghezza 17.4 cm

Il rotolo, che ha la forma di un'epistola è unico per linguaggio, stile e contenuto. Sulla base di considerazioni teologiche e linguistiche il testo originale è stato riconosciuto come il prodotto più antico della setta degli Esseni. Di esso sono stati rinvenuti ben sei manoscritti incompleti.

Mettendo assieme il contenuto dei sei manoscritti si è stabilito che il testo era organizzato composto da circa 130 linee, tuttavia va considerato perduto circa un terzo di quello che doveva essere il testo presente sul rotolo completo (la parte iniziale). Il testo probabilmente era suddiviso in quattro sezioni:
(1) la formula di apertura, andata perduta;
(2) un calendario liturgico di 364 giorni;
(3) una lista di più di 20 regole religiose (Halakhot), molte delle quali peculiari della setta;
(4) una conclusione che tratta con l'esigenza della setta di separarsi dalla moltitudine del popolo, tesa a persuadere in merito alla necessità delle regole legali.
Le "halakhot," o leggi religiose, formano il cuore dell'epistola, esse hanno a che fare principalmente con il Tempio e il suo rituale.

Testimonia (4Q175=4QTest)

Questo documento manoscritto su pergamena è datato alla metà del 1° sec. a.C.
Il nome attribuitogli, "Testimonia", deriva da un tipo di scritto cristiano a cui somiglia per contenuto.
I Testimonia cristiani erano collezioni di versi tratti dall'Antico Testamento, concernenti il Messia.
Erano "testi-prova", tesi a dimostrare agli ebrei che Gesù era effettivamente il Messia promesso.

Il "Testimonia" di Qumran, non è un testo cristiano, ma assomiglia ai Testimonia cristiani perchè vengono raggruppati versi che hanno a che fare con uno stesso tema. Il testo di Qumran include 5 citazioni bibliche con relative interpretazioni.
Le prime due citazioni si riferiscono alla venuta di un profeta sul tipo di Mosè. La terza si riferisce ad un Messia-re, la quarta ad un Messia-sacerdote. La quinta citazione tratta da Giosuè, è connessa alla venuta di un periodo di grandi disastri su coloro che sono dediti al male.
Nel frammento il tetragramma YHWH è sostituito da 4 punti. Più volte l'emanuense è tornato sullo scritto per apportarvi modifiche (righi 12, 17, 18, 19). Le varie sezioni bibliche sono accuratamente separate tra loro.

Rotolo dei Salmi (11Qpsa=11Q5)

Il Rotolo dei Salmi (11QPsa = 11Q5) era uno dei sei manoscritti di salmi scoperti dai beduini nel 1956 nella grotta 11 di Qumran. Il rotolo insieme ad altri 4 frammenti (frammenti da A a D) furono pubblicati da James A. Sanders con il titolo The Psalms Scroll of Qumrân Cave 11 (11QPsa) (Discoveries in the Judaean Desert of Jordan, vol. 4; Oxford: Clarendon Press, 1965), mentre il frammento E venne pubblicato da Yigael Yadin, "Another Fragment (E) of the Psalms Scroll from Qumran Cave 11 (11QPsa)", Textus 5 (1966) 1-10.


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05/11/2011 12:23
 
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Descrizione

11QPsa, insieme agli altri cinque frammenti, contiene un totale di 48 salmi, biblici e apocrifi, ed una composizione in prosa. Il rotolo è in pelle (capra?) conciata ed è lungo circa 4 metri.
La parte inferiore è molto deteriorata (Sanders, Psalms Scroll, 3).
Il rotolo contiene 34 colonne di testo e conserva un totale di 51 composizioni.
Probabilmente il rotolo cominciava con il Salmo 101. I Salmi sono scritti in prosa con l'eccezione dell'acrostico Salmo 119, che è scritto in versi. Il rotolo è sato datato al tardo periodo erodiano, tra il 30 e il 50 a.C.
Il rotolo usa il paleo-ebraico (derivati dal fenicio) per il nome di Yahweh (Dio).

In aggiunta ai 39 salmi biblici, il rotolo include una composizione in prosa (Composizioni di Davide, col. 27) e 9 ulteriori composizioni poetiche: "Ultime Parole di Davide" da 2Sam 23:1-7; una Catena basata sul Salmo 118 (col. 16); 4 salmi già noti da antiche versioni (Salmi 154-155 dalla Siriaca; Salmo 151, e Sirach 51:13-30 dalla LXX, Siriaca e Vulgata); 3 composizioni sconosciute ("Supplica per la Liberazione" col. 19; "Apostrofe a Sion" col. 22; "Inno al Creatore" col. 26).

Inoltre, mentre vi sono 19 luoghi dove è seguito l'ordine dei Salmi nel TM, vi sono non meno di 28 luoghi dove i salmi sono uniti in modo consecutivo (un trattino indica continuità, mentre un semi-colon indica un gap):

Salmo 101 - 102 - 103; 109 - [110]; 118 - 104 - 147 - 105 - 146 - 148 [+120] - 121 - 122 - 123 - 124 - 125 - 126 - 127 - 128 - 129 - 130 - 131 - 132 - 119 - 135 - 136 - Catena - 145 [+ Un altro Salmo?] - 154 + Lamentazione per la Liberazione - 139 - 137 - 138 - Sirach 51 - Apostrofe a Sion - 93 - 141 - 133 - 144 - 155 - 142 - 143 - 149 - 150 - Inno al Creatore - Le Ultime Parole di Davide - Composizione di Davide - 140 - 134 - 151A - 151B - colonne vuote [fine del rotolo]

Lo Skehan ("Liturgical Complex," 195-205) isola un numero di gruppi liturgici e afferma che il rotolo era un riarrangiamento per usi liturgici del Salterio masoreticos. Gerald Wilson ("Qumran Psalms Scroll" 455-64) isola 5 segmenti che progressivamente si focalizzano sulla speranza di un messia davidico.
Peter Flint (189-198) individua una struttura in 5 sezioni, le cui prime due rifletterebbero il calendario solare, e il ruolo del Messia. La sua suddivisione è la seguente:

Salmi Davidici (5)
101 - 102 - 103; 109 - [110]

Hallel Pasquali (6)
[113 - 114 - 115 - 116 - 117] - 118

Salmi Halleluyah/Hodu (5)
104 - 147 - 105 - 146 - 148

Salmi di Ascensione (13)
[120] - 121 - 122 - 123 - 124 - 125 - 126 - 127 - 128 - 129 - 130 - 131 - 132

Salmo di Sapienza
119

Inni di Lode (3)
135 - 136 (con Catena) - 145 (con nota)

Liberazione/Supplicazione (4)
154 - Supplica per la Liberazione - 139 - 137

Lode o Sapienza (4)
138 - Sirach 51 - Apostrofe a Sion - 93

Supplicazioni (6)
141 - 133 - 144 - 155 - 142 - 143

Salmi Liturgici (4)
149 - 150 - Inno al Creatore - Ultime Parole di Davide

Salmi Davidici (5)
Composizioni di Davide - 140 - 134 - 151A - 151B

I Salmi dovevano essere un testo particolarmente letto dalla comunità essena, se contano infatti circa 39 manoscritti (più di ogni altro libro dell'AT). L'ordine dei Salmi di 11QPsa anche in: 11QPsb , 4QPse e 4QPsb. Mentre vi sono altri manoscritti che differiscono dal TM, il rotolo dei Salmi propone lezioni originali (4QPsa; 4QPsd; 4QPsf; 4QPsk; 4QPsn; 4QPsq, 11QPsApa). Un certo numero di indizi suggerirebbe che il rotolo fu compilato a Qumran: "Composizioni di Davide" nella colonna 27 presuppone un calendario solare come quello adottato dagli Esseni; è presente l'ortografia qumranita (cf. Tov).
Inoltre l'ordine dei salmi potrebbe riflettere alcune delle credenze della comunità: la separazione del Salmo 133 e 134 dal rimanente dei Salmi dell'Ascensione, dà l'idea che si sia voluto non far culminare la progressione dell'ascensione al tempio (Salmo 134), ciò rifletterebbe il rifiuto del Tempio che la comunità esprimeva.

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Significato

Sanders ha affermato che 11QPsa rappresenterebbe un salterio "canonico" che testimonierebbe del carattere fluido ed aperto del terzo libro dei Salmi prima del 1° sec. A.C. Tuttavia vi sono elementi contro questa concezione del canone, infatti la LXX testimonia dell'ordine del testo masoretico, inoltre l'accordo tra il TM dei Salmi e 11QPsa sembra indicare che il compilatore di 11QPsa fosse conscio dell'ordine del TM.
Probabilmente l'intento del rotolo era quello di dare lustro al fatto che Davide avesse composto migliaia di Salmi, il rotolo sarebbe dunque da intendersi come uno scritto settario in opposizione ai Salmi del TM contenente solo 150 salmi (notevole di nota è il fatto che il Salmo 151 nella LXX fosse considerato "fuori numerazione", probabilmente vi era qualche significato connesso alla cifra 150).

Rotolo di Rame (3Q15)

Era originariamente formato da 3 fogli saldati assieme da chiodi ribattuti, lo scriba per poterlo incidere con un bulino, lo fissò con dei chiodi a qualche tipo di sostegno; già nell'avvolgerlo si era spezzato in due in uno dei punti di congiunzione.
All'epoca del rinvenimento, esso si presentava costituito da due rotoli di rame separati, tanto ossidati da impedirne lo srotolamento.
Dopo 5 anni di studio si decise di tagliare i due rotoli in 25 strisce semi-cilindriche.
La scrittura utilizzata è l'erodiano antico, molto usata dagli esseni, per tale motivo il rotolo è datato tra il 30 e il 130 d.C. Il tipo di ebraico è definito "mishnico", cioè "parlato".
"Nella fortezza che è nella Valle di Acor, 40 cubiti sotto il lastrico entrando da est: una cesta di monete e il suo contenuto, dal peso di 17 talenti."
Così esordisce la prima colonna del Rotolo di Rame, un misterioso scritto rinvenuto nel 1952, nella grotta 3 del Khibert Qumran, sulle rive del Mar Morto.
Allegro e Milik ritenevano che i tesori descritti nel Rotolo di Rame, sembravano ammontare ad ingenti quantità di oro (26 tonnellate) e argento (65 tonnellate), sotto forma di monete e vasi, per un valore complessivo di svariati miliardi di lire!

Tale interpretazione era determinata da un doppio Kaf che appariva precedere tutte le lettere non ebraiche. Questi studiosi si concedettero la libertà di assegnare qualsiasi valore numerico a ciascuno di questi segni. Altri studiosi hanno inteso il doppio Kaf una contrazione di Kikar che significa lingotto. Molto più verosimilmente esso sta per "kaf Sofit", che significa "come questo", pertanto risulterebbe essere solo un segno di inventario.
Interpretare le indicazioni topografiche del rotolo e molto difficile, infatti abbondano termini tecnici e nomi di località geografiche non tutte ben localizzabili.
Alcuni studiosi pensano che il testo possa essere un esempio molto antico del genere letterario detto "catalogo di tesori", attestato tanto in Israele quanto nel mondo arabo. Si tratterebbe di un genere popolare, con dati in gran parte fantastici e fiabeschi.
Il Rotolo di Rame, dopo essere stato dimenticato per circa 20 anni nel Museo di Amman, è stato oggetto in tempi recenti di un rinnovato, a causa della scoperta di un vasetto di Shemen Afersimon (Olio dell'Unzione) nella grotta 13 fatta da un team di archeologi del Vendyl Jones Research Institutes, in collaborazione con la Hebrew University, e l'assistenza dei proff. Yoseph Patrich, Benny Arubas e Benny Agur.

La parte in rilievo del rotolo di rame è quella destinata alla "lettura". Ma molto più probabilmente era la terracotta sulla quale il rotolo di rame era stato steso, il supporto destinato a durare. Gli specialisti di Manchester, che curarono il restauro non colsero tale peculiarità e pensarono che la terracotta fosse soltanto fango che il rotolo di rame aveva acquistato con la sua permanenza nella grotta (tale dato è stato smentito da un'analisi della consistenza della polvere della grotta). Rimuovendo la terracotta andò perduto molto testo, e inoltre l'ossidazione del rame non permise neppure un recupero soddisfacente del supporto di rame.
Recenti scoperte hanno permesso di identificare molti dei luoghi indicati dal rotolo, ciò grazie anche alla correzione dell'errata trascrizione di moltissime delle lettere ebraiche incise sul rame. L'ipotesi più accreditata è che il rotolo contenga una lista degli oggetti ritenuti preziosi appartenenti agli arredi del primo Tempio (Tempio di Salomone) e non a quello fatto costruire da Erode.

Manuale di Disciplina o Regola della Congregazione (1Q28a [1QSa])

Conosciuto anche con il nome di Serekh ha-Yahad, questo frammento fu rinvenuto nella Grotta 1 di Qumran. Il questo documento (allo stesso modo che nel commento ad Habacuc e nel Documento di Damasco, si evita accuratamente di citare il tetragramma YHWH).
Il manoscritto è datato all'epoca dei Maccabei (104-76 a.C.).

Originariamente era incluso in un rotolo chiamato Regola della Comunità o Manuale di Disciplina (1QS), e nonostante la forma frammentaria, appare essere uno scritto abbastanza completo.
In esso vengono stabilite le regole di comportamento da adottare all'interno della "congregazione di Israele" negli "ultimi giorni", contro le nazioni straniere. Il sacerdote o "figlio di Zadok," è descritto come la più alta autorità della comunità, sebbene il testo parli anche dell'autorità del "messia".
Le regole di condotta in esso contenute valgono per uomini, donne e bambini.
Dopo una breve introduzione, vengono date regole per maschi, dalla giovinezza alla vecchiaia.
L'insegnamento della Legge doveva iniziare dall'infanzia; all'età di 20 anni diventavano membri pieni della comunità. A questa età si diventava adatti alla guerra.
Mano a mano che progredivano negli anni, crescevano anche le responsabilità, e a seconda delle capacità, anche la posizione di autorità nella comunità.

Doveri speciali erano affidati agli uomini della tribù di Levi, che erano sottoposti all'autorità dei figli di Aaronne (i sacerdoti). I sacerdoti che presentavano vari tipi di impurità o di difetti fisici, non potevano prendere parte al consiglio dell'assemblea. Il testo termina con la descrizione del "concilio della comunità" e con istruzioni per la consumazione di una bevanda. I primi ad entrare nel concilio sono il Sommo Sacerdote e i sacerdoti, poi un "messia" (in pratica il capo politico, il cui status sociale era inferiore a quello del Sommo Sacerdote) insieme con i saggi e i capi delle tribù di Israele. La bevanda veniva assunta prima dal Sommo Sacerdote poi dal "messia", tale ordine valeva anche per l'ordine di inizio di qualsiasi altro tipo di pasto.

Documento di Damasco (4QD)

Nella grotta 4 di Qumran son stati ritrovati frammenti del cosidetto Documento di Damasco (4QD); frammenti di tale documento sono stati scoperti anche in altre grotte.
Il Documento di Damasco (fogli 1-8= X° sec., foglio 9= XI°-XII° sec.) è il solo documento della setta essena ad essere stato conosciuto prima della scoperta dei rotoli del Mar Morto. Esso fu rinvenuto molti anni prima in una Genizah di Ezra nella parte vecchia del Cairo. La Genizah è uno sgabuzzino annesso alla sinagoga, nella quale secondo i precetti della halakhah giudaica, vanno accatastati i testi che recano il nome di Dio. La Genizah del Cairo, era stata gradualmente riempita di testi per circa un millennio, fino a che non fu scoperta da Salomon Schechter nel periodo 1896-7 e svuotata del tutto.
Furono rinvenuti più di 200.000 frammenti di manoscritti, compresi pochi documenti di cui sarebbero state ritrovate copie tra i rotoli del Mar Morto.
I frammenti rinvenuti al Cairo affini a quelli ritrovati a Qumran sono: Frammenti del Documento di Damasco (CD-A e CD-B), con un possibile terzo piccolo frammeto in pergamena; frammenti del libro aramaico di Levi; frammenti dell'originale ebraico della Sapienza di Ben Sira.

Può essere che tali testi fossero stati ininterrottamente copiati per tutto il Medio Evo o che essi siano stati scoperti in grotte durante il Medio Evo in Palestina (Origene e Timoteo descrivono tali ritrovamenti) e poi ricopiati (in circoli quasi ereticali come quello dei Karaiti) fino a terminare la propria carriera in Egitto.

Frammenti di 8 manoscritti del Documento di Damasco furono trovati nella grotta 4 di Qumran (4Q266-273), la cui scrittura fu datata paleograficamente dal 1° sec. a.C. al 1° sec. d.C. (frammenti furono ritrovati anche nelle grotte 5 e 6: 5Q12, 6Q15).
Il Documento di Damasco getta luce su vari elementi interni alla vita della setta:

(1) Le origini della Comunità. In una pericope accanto all'inizio dell'Ammonizione (CD A 1.1-2.1), troviamo un sommario dell'origine della setta. E' detto che l'infedeltà pre-esilica fu punita da Dio e fu seguita da un "periodo di ira" datato 390 anni dopo la conquista di Nebuchadnezzar (esilio babilonese 587/6 a.C.). Seguono 20 anni durante i quali il popolo avrebbe riconosciuto la propria colpa, a ciò avrebbe fatto seguito la comparsa di un "Maestro di Giustizia" che avrebbe rivelato la volontà di Dio. A costui si sarebbe opposto "l'uomo di menzogna" che iniziò la persecuzione della setta. Il periodo d'ira daterebbe al 196-7 a.C. e l'apparizzione del Maestro di Giustizia al 177-6 a.C. Ma il numero 390 è sospetto, poichè sembrerebbe preso da Ezechiele 4, dove corrispondono agli anni decretati per la punizione di Israele. Inoltre i 20 anni potrebbero essere intesi come la metà dei 40 anni di punizione decretati nel medesimo brano.
Questa pericope del Documento di Damasco sembrerebbe essere un brano poetico, poichè può essere facilmente suddiviso nelle coppie parallele tipiche dello stile poetico ebraico. Ciononostante i numeri e le referenze a Nebuchadnezzar non si attagliano alla struttura poetica del brano, e sembrerebbero essere aggiunte posteriori.

(2) Il Maestro di Giustizia. Questo leader è menzionato come se fosse una figura del passato e in CD B 20.32 come un personaggio tanto del passato quanto del presente. Appaiono riferimenti anche ad "un unico maestro" (un'emendazione suggerisce "il maestro di Yachad") in 20.1, che "fu imprigionato" secondo 20.14. Questa frase è intesa significare. Un "maestro" è menzionato in 20.28 e vi è un oscuro riferimento "all'imprigionamento" e ad "uno che insegna" o "un maestro" in CD B 19.35. In CD A 6.11 verrà in futuro "uno che insegna giustizia". Il Documento di Damasco dà l'impressione che vi siano stati e vi saranno molti "maestri di giustizia".

(3) "Damasco" nel Documento di Damasco. Il titolo del documento deriva dai sette riferimenti all'attività del gruppo in "Damasco" o nella "terra di Damasco". Sono state proposte tre interpretazioni del termine: a) potrebbe essere un riferimento letterale alla città siriana; b) potrebbe essere un riferimento obliquo a Babilonia; c) potrebbe essere un termine cifrato per una località segreta, forse Qumran.
Il significato letterale è implicito in 6.4-5, e si riferisce ai "convertiti (o "ritornati") di Israele che andarono fuori dalla terra di Giuda ed abitarono nella terra di Damasco". Ma la parola Damasco è derivata da Amos 5:26-27, che minaccia l'apostata Giuda di esilio "oltre Damasco" o, secondo il testo citato in CD A 7.14-15, "oltre le tende di Damasco". Questa espressione in Amos significa "Babilonia". Jerome Murphy O'Connor ha congetturato che la setta di Qumran fosse nata a Babilonia sulla scorta di tale interpretazione. La terza interpretazione riposa sul fatto che nomi in codice abbondano nei rotoli di Qumran (ad esempio: il Maestro di Giustizia, i Kittim, il Sacerdote Malvagio).

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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