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Domenico34 – Gesù Cristo è Dio? – Capitolo 5. ADORARE - ADORAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2011 00:07
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21/10/2011 00:10


Capitolo 5




ADORARE – ADORAZIONE




Nel precedente capitolo abbiamo diffusamente parlato dell’onore dovuto al Figlio, e che tutti devono riconoscere e tributare, come ordine divino; in questo capitolo affronteremo l’argomento dell’adorazione: chiederemo se è esatto adorare Gesù Cristo e se questa adorazione è compatibile con le S. Scritture che dichiarano solennemente che bisogna adorare solo Dio (Matteo 4:10; Apocalisse 22:9). Dal momento che l’adorazione ha a che fare con la deità, non è fuori posto, se prima di cominciare l’esposizione di questo tema, trascriviamo la definizione linguistica, rilevata dallo stesso autore che già abbiamo citato nei capitoli precedenti [S. Battaglia, GDLI, (Grande Dizionario della lingua italia), Vol. I voce: Adorare-adorazione].

ADORARE

1) «Venerare, rendere culto alla Divinità (con la preghiera, con atti di omaggio riverente verso i suoi simboli)
2) Rendere omaggio (con atti esterni dell’adorazione); venire, fare oggetto di devozione (come una divinità; amare appassionatamente, con dedizione»).

ADORAZIONE

1) «Culto religioso, reverenza della divinità
2) Particolare forma di culto, di testimonianza religiosa di estrema devozione.
3) Atto d’omaggio, rispetto reverente, devozione incondizionata esagerata (e indica anche l’oggetto che si adora o venera o si ama appassionatamente»).

Siccome parleremo dell’adorazione a Gesù Cristo, abbiamo assoluto bisogno di provare con le S. Scritture quello che noi affermiamo. Diciamo subito che l’argomento è vasto, dato che toccheremo da vicino tanti testi biblici e soprattutto quelli del N.T. ragion per cui, abbiamo assoluto bisogno di esaminare un numero piuttosto rilevante, di passi neotestamentari, in modo da poter tirare una valida conclusione, se accettare o meno, l’adorazione a Gesù Cristo, come punto fermo insegnato dalle S. Scritture. Naturalmente, in questa discussione, non perderemo di mira il testo greco e il confronto con la stesura della TNM della Torre di Guardia.

Chi comincia a leggere il N.T., non dovrà fare tanta fatica per trovare i primi riferimenti che riguardano l’adorazione a Gesù Cristo. Dopo aver letto il primo capitolo di Matteo, ch’è il primo libro del N.T., nel secondo versetto del capitolo due leggiamo:

Dov’è il Re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo veduto la sua stella in Oriente e siam venuti per adorarlo (Matteo 2:2).

Prima di passare ai dovuti confronti con la stesura del TNM, è nostro dovere ricordare quali sono i termini che il greco del N.T. adopera e qual’è il loro significato. Il termine principale che il greco adopera è proskuneō [Cfr. H. Greeven, GLNT, (Grande Lessico del Nuovo Testamento) Vol, XI, Col. 379-400] il cui significato è:

1) «Salutare con venerazione, prosternarsi.
2) Supplicare per scongiurare, scongiurare, deprecare».

Proskunēsis Prosternarsi, venerazione; proskunētēs Adorare, e tante altre forme, secondo il tempo del verbo.

Dai 57 testi che possiamo esaminare nel N.T. per quanto riguarda il verbo proskuneō nelle varie forme, possiamo avere tanto materiale per stabilire se l’interpretazione della TNM, per ciò che riguarda il suo significato, specialmente quando viene applicato a Gesù Cristo, sia esatta o se invece rispecchi il loro modo di vedere, per quanto riguarda la negazione della deità di Gesù Cristo.

Ovviamente, per ogni citazione che faremo, metteremo tra due virgolette il termine greco e tra parentesi () l’interpretazione della TNM, così che il lettore possa avere sotto mano tutto il materiale, non solo per conoscerlo, ma soprattutto per fare una giusta valutazione, e trarne la conclusione. La forma greca di Matteo 2:2 è: proskunēsai.

La TNM dice: [Da ora in poi, invece di riportare l’abbreviazione (della TNM) diciamo solamente: «è stato tradotto» o «è stato reso», oppure: «interpretato»] (Dov’è il nato Re dei Giudei? Poiché vedemmo la sua stella quando (eravamo) in oriente e siamo venuti a rendergli omaggio). Per un seguace della Torre di Guardia, che fin dal primo giorno della sua adesione a questa religione, viene istruito a negare la deità di Gesù Cristo, è una cosa da non sottovalutare, far leggere nel N.T. (rendere omaggio).

Per uno invece che non conosce il significato dell’adorazione, quella traduzione fa molta impressione, e già gli fornisce i primi argomenti polemici per dire: «I magi, non adorarono Gesù, gli resero solamente omaggio»; non altro che un semplice saluto reverenziale. Per noi però che conosciamo il significato dell’adorazione, non fa tanta impressione, né differenza leggere quelle parole, perché sappiamo che l’adorazione in sé, ha tutti quegli «atti di omaggio».

Matteo 2:8:
E mandandoli a Betleem, disse loro: Andate e domandate diligentemente del fanciullino; e quando lo avrete trovato, fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo. Il greco: proskunēsō, è stato reso (Rendergli omaggio).

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[Modificato da Domenico34 21/10/2011 00:12]
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22/10/2011 00:06

Matteo 2:11:
Ed entrati nella casa, videro il fanciullino, con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono; ed aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: Oro, incenso e mirra. Il greco: prosekunēsan, è stato interpretato (resero omaggio).

L’attento lettore già può cominciare a notare che i magi si prostrarono davanti al bambino Gesù; e questo prostrarsi, è più che un semplice saluto reverenziale, o un semplice rendere omaggio.

Matteo 4:9:
Tutte queste cose io te le darò, se prostrandoti, tu mi adori. Il termine greco: [Gproskunēsēs, (Fai un atto di adorazione).

Al verso 11 del capitolo 2, pure essendovi il termine «prostratisi», i traduttori della Torre di Guardia, rendono il termine greco: (resero omaggio); qui invece, dato che l’adorazione si riferisce a Satana, perché è lui che la richiede, la TNM non ha nessuna esitazione a tradurre: (fai un atto di adorazione). Nella risposta che Gesù diede al diavolo, disse:

Vai, satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto (Matteo 4,10).

Il greco in questo testo ha: proskunēseis, ed è stato reso (Devi adorare Geova il tuo Dio). Anche nel passo parallelo di (Luca 4,8), la traduzione è identica. Per quanto riguarda il termine Geova, che la TNM inserisce nel N.T., rimandiamo il lettore al capitolo I della terza parte di questo libro, dove tratteremo l’argomento esaurientemente, per sapere perché la TNM ha introdotto Geova anche nel N.T.

Matteo 8:2 parla di un lebbroso che si prostra dinanzi a Gesù, dicendogli: Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi. Il termine greco: prosekunei, è stato reso: (Rendeva omaggio). Quello che dice il lebbroso, chiamando Gesù Kyrie, è effettivamente una vera e propria preghiera e non un semplice saluto, come intende la Torre di Guardia.

Matteo 9,18:
Mentr’egli diceva loro queste cose, ecco uno dei capi della sinagoga, accostatosi, s’inchinò dinanzi a lui, il greco prosekunei, viene reso: (rendeva omaggio).

Matteo 14:22-33 parla di Gesù che cammina sulle acque agitate, mentre i suoi discepoli sono in grande travaglio, perché appunto c’è forte vento e le onde sono molto mosse. Dopo che Gesù entra nella barca, il testo precisa che il vento si acquietò, e poi aggiunge:

E coloro che erano nella navicella vennero, e l’adorarono, dicendo: Veramente tu sei il Figlio di Dio. Il greco al v.33 ha: prosekunēsan, è stato reso (Resero omaggio).

Matteo 15:25 presenta una donna cananea che va a Gesù e lo prega per la sua figliola ch’è gravemente tormentata da un demonio. I discepoli di Gesù lo consigliarono di mandarla via, perché gridava. Il testo dice:

Ella però venne e gli si prostrò dinanzi dicendo: Signore, aiutami! Il greco: prosekunei, (Rendeva omaggio).

Ma se teniamo presente che questa donna, nell’accostarsi a Gesù, si prostra e lo prega chiamandolo kyrios = Signore, appare chiara l’intenzione di quella donna. Il suo non era, un semplice inchino come segno di saluto, era una vera e propria adorazione, avendo come oggetto di adorazione e di preghiera: Gesù Cristo, il Signore.

Matteo 18:26:
Onde il servitore, gettatosi a terra, gli si prostrò dinanzi, dicendo. Il greco ha prosekunei che la TNM interpreta (rendeva omaggio).

La richiesta che la madre dei due figli di Zebedeo fa a Gesù, riportata in
Matteo 20:20, ha gli stessi elementi della donna cananea.

Allora la madre dei figlioli di Zebedeo s’accostò a lui coi suoi figlioli, prostrandosi e chiedendogli qualche cosa. Il greco in questo testo ha: proskunousa, che è stato reso: (Rendendogli omaggio).

Avviandoci verso la fine del primo libro del N.T., precisamente Matteo 28:9, troviamo:
Quand’ecco Gesù si fece loro incontro dicendogli: Vi saluto! Ed esse, accostatesi, gli strinsero i piedi e l’adorarono. Il greco: prosekunēsan, è stato tradotto (Resero omaggio).

Infine, Matteo 28:17, dice:
E vedutolo, l’adorarono; alcuni però dubitarono. Il greco: prosekunēsan, è stato interpretato (Resero omaggio).

Prendendo come punto di confronto Giovanni 4:20, in cui vien detto:
I nostri padri hanno adorato su questo monte e voi dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare;

tenendo in considerazione che il greco, in questo passo ha prosekunēsan, ed è stato reso: (Hanno adorato), è facile tirare una prima conclusione e chiedere: Se (Matteo 14:33 e 28:17) (senza tener presente tutti gli altri passi che abbiamo finora citato), hanno lo stesso prosekunēsan di (Giovanni 4:20), perché nel primo caso i primi due testi vengono tradotti: (Resero omaggio), e nel secondo, (hanno adorato)? Tradurre il prosekunēsan di (Giovanni 4:20), (hanno adorato), non rappresenta un problema per la Torre di Guardia, perché appunto in questo testo si parla della città di Gerusalemme, luogo in cui si adorava Dio. Ma il prosekunēsan di Matteo 14:33 e 28:17, riguarda la persona di Gesù Cristo.

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23/10/2011 00:05

Nel primo caso si parla di Gesù che cammina sopra le acque agitate, come se fossero terra ferma (e davanti a questa insolita manifestazione, non c’è da pensare minimamente ad un qualsiasi uomo che abbia una simile capacità), e nel secondo caso, di Gesù risuscitato dai morti.

Il prosekunēsan di Matteo 14:33 e 28:17, per essere obbiettivi, rappresenta per la Torre di Guardia, un gravissimo ostacolo, perché si ha a che fare con Gesù Cristo che, infrange le leggi della natura e risuscita dai morti. Se a questo Gesù, presentato in questi due testi gli si riconosce l’adorazione, è segno ed anche prova nello stesso tempo, che non gli si può negare la realtà della sua Deità.

Se poi questo discorso lo spostiamo su Matteo 4:10, in cui è stato tradotto: (Devi adorare Geova il tuo Dio), appare più imbarazzante la posizione della Torre di Guardia. Infatti, se Gesù viene adorato, praticamente viene messo alla pari di Geova, cosa che la Torre di Guardia non ha mai creduto e neanche insegnato ai suoi discepoli, perché ovviamente in pieno contrasto con la loro teologia tendente, in maniera spietata, e tante volte addirittura brutale, a negare la Deità di Gesù Cristo.

Cosa potranno dire i loro seguaci, davanti all’evidenza del prosekunēsan di Giovanni 4:20, che è stato reso: (Hanno adorato), e del prosekunēsan di (Matteo 14:33 e 28:17) che è stato tradotto: (Resero omaggio)? Si potrà resistere davanti ad una simile prova, basata su una seria critica testuale, senza che l’ostinazione della Torre di Guardia nel negare la Deità di Gesù Cristo, subisca una vera e propria frantumazione?

Dopo aver fatto una prima constatazione e una prima valutazione, riprendiamo l’esame di altri passi del N.T. Quanto leggiamo circa dell’indemoniato di Gadara, così come ci viene narrato da Marco e Luca, rispettivamente in 5:6 e 8:28, dove il greco ha prosekunēsen in Marco e prosepesen in Luca, che è stato, in Marco 5:6 (Corse a rendergli omaggio) e in Luca 8:28 (si prostrò davanti a lui), è d’obbligo chiedere (dato che si tratta dello stesso personaggio e della stessa circostanza), perché nel primo, il prosekunēsen viene tradotto (rendendogli omaggio) e nel secondo caso prosepesen, (si prostrò davanti a lui)?

È chiaro che quel prostrarsi davanti a lui, non fu un semplice saluto reverenziale che gli spiriti immondi vollero dare a Gesù. Gli spiriti immondi si trovavano davanti a una persona che non era solamente umana, a cui non potevano disconoscere, e tanto meno sottrarsi alla sua autorità, dato che non potevano fare quello che avrebbero voluto, se Cristo Gesù non avesse dato loro le direttive e il comando.

Se Cristo Gesù era solamente un uomo come tanti, e non avesse avuto le prerogative della deità, non vediamo come quest’uomo, con questi spiriti immondi nella sua vita, poteva essere domato, dal momento che il sacro testo precisa: Nessuno aveva la forza da domarlo (Marco 5:4).

Vorremmo far notare che in quel «nessuno» di Marco, erano compresi tutti quelli che appartengono alla razza umana: Grandi, piccoli, forti e valorosi. Se Gesù era solamente un uomo, anche lui era incluso in quel «nessuno». Ma siccome Gesù Cristo è anche l’Emmanuele = Dio con noi; Dio fatto carne, poteva benissimo domare, come infatti domò e liberò quell’uomo: ubbidirono a Gesù gli spiriti immondi, loro malgrado, come prova e testimonianza che la persona davanti alla quale essi si trovavano, era ed è Dio.

È nostro dovere provare, con la stessa traduzione della TNM della Torre di Guardia, che quello che stiamo affermando, circa il prosekunēsen di (Marco 5:6), tradotto (Rendendogli omaggio), è una traduzione intenzionale e che rispecchia esattamente la posizione della Torre di Guardia.

Prendiamo in esame (Atti 10:25), in cui si dice:
E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò ai piedi e l’adorò.

Il greco: prosekunēsen, è stato tradotto (Rese omaggio). Leggendo (Ebrei 11:21), in cui è detto:

Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figlioli di Giuseppe, e adorò appoggiato in cima al suo bastone. Il greco in questo testo ha: prosekunēsen, (Adorò).

Facendo un confronto di (Marco 5:6 e Atti 10:25) con (Ebrei 11:21), nei cui versi è adoperato lo stesso prosekunēsen, è naturale chiedere: Perché in due testi, (Marco 5:6 e Atti 10:25) il prosekunēsen è tradotto (rendere omaggio) e in (Ebrei 11:21) (Adorò)? È facile rispondere a questa domanda, per scoprire la manovra della Torre di Guardia, ai danni della deità di Gesù Cristo.

Se il prosekunēsen di (Marco 5:6), in cui si parla di Gesù, veniva tradotto (adorò), la falsità della Torre di Guardia, per quanto riguarda la negazione della deità di Gesù Cristo, sarebbe stata smantellata. Se poi si pensa alla parola che Pietro rivolse al centurione Romaniano Cornelio, dopo che questi cadde ai suoi piedi; levati; anche io sono un uomo, non vediamo come si possa tradurre il prosekunēsen di (Atti 10:25) con (gli rese omaggio).

Quale bisogno c’era che Pietro dicesse: «Anch’io sono un uomo»? Le parole di Pietro sono una prova che lo stesso Pietro capì chiaramente, che quel «gettarsi ai suoi piedi», equivaleva ad una manifestazione di un vero atto di adorazione, perciò la rifiutò. Per (Ebrei 11:21), la Torre di Guardia non ha nessuna incertezza che Giacobbe (adorò).

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24/10/2011 00:07

Qui, ovviamente, non c’è in ballo la persona di Gesù, perciò si può tradurre liberamente il prosekunēsen di questo testo con (adorò). Così facendo, la Torre di Guardia, ha scavato una fossa per far cadere altri, e non se ne è accorta che essa stessa vi è cascata. Riprendendo il discorso a proposito del prosekunēsan di (Matteo 14:33 e 28:17), notiamo ancora:

In Apocalisse 5:14 si legge:
E le quattro creature viventi dicevano: Amen. E gli anziani si prostrarono e adorarono. Il greco ha: prosekunēsan, la TNM traduce: (Adorarono).

In Apocalisse 7:11 si legge:
E tutti gli angeli stavano in piedi attorno al trono e agli anziani e alle quattro creature viventi; e si prostrarono sulle loro facce davanti al trono, e adorarono.

Il greco ha: prosekunēsan, che è stato reso (adorarono).

In Apocalisse 11:16, è detto:
E i ventiquattro anziani seduti nel cospetto di Dio sui loro troni, si gettarono giù sulle loro facce e adorarono Iddio dicendo:
il prosekunēsan, è stato tradotto: (Adorarono).

In Apocalisse 13:4, è detto:
E adorarono prosekunēsan la bestia dicendo: Chi è simile alla bestia e chi può guerreggiare con lei?
giustamente, tradotto: (Adorarono);

13:8 dice:
E tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato, l’adoreranno prosekunēsan che viene tradotto: (l’adoreranno); in

19:4 è detto:
E i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si gettarono giù e adorarono prosekunēsan, che è stato reso (adorarono) Iddio che siede sul trono.

Infine Apocalisse 20:4 dice:
Poi vidi dei troni; e a coloro che vi sedettero fu dato il potere di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decollati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorata la bestia né la sua immagine, e non avevano preso il marchio nella loro fronte e sulla loro mano; ed essi tornarono in vita, e regnarono con Cristo mille anni.

Anche in questo testo il greco ha: prosekunēsan, tradotto: (Adorato). Facendo l’analisi di tutti questi testi che abbiamo citato, e, tenendo presente soprattutto che in tutti i dieci passi riportati cioè: (Matteo 14:33; 28:17; Giovanni 4:20; Apocalisse 5:14; 7:11; 11:16; 13:4,8; 19:4 e 20:4) è presente il prosekunēsan, e che soltanto per due di essi, vale a dire: (Matteo 14:33 e 28:17), il termine greco è stato tradotto: (Resero omaggio), mentre per gli altri otto, è stato tradotto: (Adorarono), non vediamo come la Torre di Guardia possa sfuggire a questa schiacciante prova, quando cerca di negare l’adorazione a Gesù Cristo.

Ci rendiamo perfettamente conto che tradurre tutti quei passi, dove si parla specificatamente di Gesù Cristo e della sua adorazione, in maniera diversa di come sono stati tradotti, equivale a provare la Deità di Gesù Cristo, e metterlo alla pari di Geova. Per una Società, qual’è la Torre di Guardia che si è impegnata di negare ad oltranza una simile prerogativa che le Sacre Scritture attribuiscono a Gesù Cristo, è come se insegnasse, con la parola una cosa e con gli scritti un’altra, specie con la loro Bibbia, tradotta da loro stessi. Bisogna essere totalmente ciechi per non vedere le chiarissime parole di (Ebrei 1:6), che dice:

E quando di nuovo introduce il Primogenito nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio l’adorino.

Se qui Dio ordina, (usiamo giustamente questo termine, perché la parola di Dio è un ordine Supremo) a tutti gli angeli di adorare il Figlio, e che questo Figlio è indiscutibilmente Gesù Cristo, e tenendo presente (Matteo 4:10 e Apocalisse 22:9) che affermano dogmaticamente, che solo Dio deve essere adorato, chi meglio dell’Eterno stesso sapeva cosa volesse dire quel suo ordine? Non è forse questa la prova più schiacciante ed inconfutabile della Deità di Gesù Cristo? Non possiamo concludere questo capitolo dedicato all’adorazione di Gesù Cristo, senza ricordare le parole di Paolo:

Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome (non un nome) che è al disopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, (non un Signore), alla gloria di Dio Padre (Filippesi 2:9-11)

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con ptrmura

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