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09/10/2011 01:05 | |
SERVIZIO SULLA TIFOSERIA OSPITE: PADOVA
Gruppi/compagnie esistenti: Tribuna Fattori, Juventude Padova 1995, Acp 1910 Ultras Padova, Fronte Opposto (’01), Muet, Padova Alcolica, Vecchio Appiani, Alta Pd, Bassa Padovana, Este, Football Factory, Loreggia, Solesino, 049, 29 gennaio 1910, Campodarsego, Piazza Cavour, Soto el Lampion, Voltesea, West Side, No one likes us, Campagnola, Saccisica Biancoscudata Siti Internet: www.lapadovabene.is Politica: Nettamente destroidi Settore: Tribuna Sud-est “Fattori” Amicizie: Palermo, primi contatti nell’83-84, non si fonda solo sulla politica, ma è ben radicato Rivalità: Vicenza, adesso è quella che sentono di più. Loro si sentono superiori perché, in un Padova-Vicenza dell’82, occuparono la curva di casa, costringendo i padovani al settore ospiti: una vera e propria invasione di curva. Lo striscione “Ultras”, prima che dai parmensi, fu rubato dai vicentini in un Vicenza-Padova 82/83 ed è l’unico perso in scontri, negli anni ’80, dai padovani, ancora acerbi per competere con una tifoseria come quella vicentina. Comunque se lo ripresero quando uno degli Hell’s riuscì a procurarsi le chiavi del magazzino vicentino, portando via anche lo striscione “Vigilantes”, esposto in un Padova-Bologna 84/85. I vicentini si vendicarono recuperando lo striscione qualche settimana dopo, ricambiando così la visita e portandosi via anche “Hell’s Angels Ghetto”, esposto in Sud e riesposto 14 anni dopo, scatenando una rissa tra giovani, ignari dello smacco, e anziani padovani (vedi sotto), “Collettivo”, “Alcool”, “Trips” e “Navajos Cavese”. “Alcool” divenne lo striscione di un gruppo della Sud vicentina, gli altri furono bruciati, a parte “Navajos”, dato poco dopo ai napoletani. Nell’87/88 nuova visita ai vicentini per trafugare “Vigilantes Vicenza”. Questi però decisero di rompere gli schemi andando a riprendersi lo striscione di persona in un Padova-Messina: si mischiarono al pubblico della gradinata e, a fine gara, andarono sotto la curva di casa a cercarli, per poi caricarli. Furono attimi di tensione in un fuggi-fuggi generale, coi padovani che si riorganizzarono, cosicchè nel parterre, per alcuni minuti, successe il finimondo. I Vigilantes si dimostrarono un bel gruppo, anche se gli striscioni rimasero al loro posto, almeno fino all’intervento della polizia, che isolò i vicentini portandoli fuori dallo stadio e, tra altri tentativi di contatto, fecero riprendere al loro capo lo striscione “Vigilantes”, lasciando stare gli altri stendardi. Nel marzo ’94 derby violento all’Appiani, coi padovani che persero la testa quando videro bruciare lo storico striscione “H.a.g.” in curva ospiti: partita sospesa e incidenti prima, durante e dopo la gara. 90 diffidati e decine di fermi tra gli ultras di casa. Due anni dopo i vicentini fecero striscioni ironici tipo “Padovani sfigati per voi più di una torcia sono soldi buttati”. Negli anni spesso incidenti con la celere. Venezia, una delle più sentite, campanilistica, forse la più sentita dopo Vicenza. Agli inizi del campionato 87/88 si disputò Padova-Lazio e un gruppo di ultras del Veneziamestre si unì ai biancoblù, ma negli scontri del dopopartita s’imbatterono in un gruppo padovano e persero lo striscione “Brigate Arancioneroverdi”, che venne bruciato in un derby all’Appiani. Mentre, qualche anno dopo, fu rubato “Tipi Loschi Venezia”, esposto in un Padova-Venezia 92/93. Scontri anche nell’ottobre 2006 all’autogrill di “Monte Alto”, coi padovani che tornavano da Pizzighettone (C1) e i veneziani da Carpenedolo (C2). C’è da dire che erano rispettivamente 2 pullman a 1 e che gli “Ultras Unione Venezia” si stavano sciogliendo. Udinese, in un derby di fine anni ’80 all’uscita successe un gran casino e fu sottratto ai friulani il bandierone della “Brigata Ultrà”. Nel maggio ’91 a Padova, sassaiola fuori lo stadio verso i quasi 3mila friulani con cariche della celere. Triestina, il derby del Triveneto è sempre stato parecchio sentito dalle due parti, in modo particolare, anche se forse non ci sono mai stati episodi eclatanti, a parte negli anni pioneristici e qualche scazzo per gli spareggi Playout dell’anno scorso. Scontri a Trieste nel 2000. Verona, i primi scontri si perdono nella notte dei tempi, addirittura nel 1921, quando le cronache dell’epoca parlano di rivoltellate (molte in aria) e scene di guerriglia. Ora l’astio si è molto annacquato, visto che le due squadre sono state tanti anni senza incontrarsi e che è nata un’amicizia tra coloro che seguono la Nazionale italiana. La rivalità rimane comunque molto sentita dai “vecchi”. Treviso, nei primi anni ’80 dei ragazzi si presentarono a un Treviso-Sanremese, sfondarono il magazzino della Nord e trafugarono lo striscione “Hooligans”, con al centro l’immagine di Che Guevara. Ci fu una fitta sassaiola con intervento della celere, una dozzina di padovani finì la domenica in questura ma lo striscione era ormai loro. Lo striscione venne poi riadattato per evitare discussioni (in curva esistevano simpatizzanti di sinistra e iscritti al Fronte della Gioventù), l’icona venne oscurata con una Union Jack, più consona alla dicitura “Hooligans”. Bologna, un tempo esisteva un gemellaggio vero e proprio, tramontato nei primi anni 90, quando a Padova emerse il gruppo di Piazza Cavour. Alla base dello scioglimento del gemellaggio motivi politici, ma non solo. Da allora non sono mancati gli incidenti, come a Bologna in Coppa Italia nell’estate ’93, quando i padovani in treno senza scorta finirono dritti sotto la curva bolognese, o come nel ’95 in autogrill, quando i veneti tornavano da Napoli e i bolognesi da Salerno. Livorno, in chiave prettamente politica. Cremonese, rivalità datata e piuttosto sentita; rissa ad un Autogrill a fine ’07, dove, ad avere la peggio, è un cremonese operato d’urgenza per l’asportazione della milza; l’indagine portò all’arresto di 10 ultras, di cui 7 ai domiciliari. In Padova-Paganese del ’08, appese 10 magliette bianche alla vetrata della “Fattori” per i ragazzi ancora in carcere per quei fatti. Uno di loro si disse completamente estraneo alla vicenda, fece 15 giorni di carcere, con la faccia sbattuta su tutti giornali vedendosi così rovinata la carriera d’avvocato. “Cremona invasion” nel ’91 (non lo spareggio col Cesena, sempre a Cremona, 3 anni dopo): fermento e fibrillazione incredibile in città per quel Cremonese-Pd, col Padova in piena lotta per la A; un vero e proprio esodo di padovani al seguito, in tutto 6mila, che disfecero completamente le carrozze dei treni speciali, e i due cortei (andata e ritorno) che misero a ferro e fuoco un intera città: auto ribaltate su cui saltavano gruppi di ragazzi, vetrine in frantumi, teppismo gratuito, con la gente che, dalle finestre, piangeva vedendosi deturpare i loro beni. All’arrivo allo stadio scontri con le avanguardie cremonesi (e vicentine), che presto si ritirarono, poi una carica delle f.d.o., un paio di fermi, un arresto. Al ritorno, sui treni completamente devastati, coi pezzi lanciati fuori ad ogni stazione di passaggio, girava la voce che i celerini di Padova li aspettassero in stazione per una massiccia razione di manganellate, cosicché venne tirato il freno d’emergenza e più di mille persone fuggirono tra i campi in piena notte, con la polizia alle calcagna. Il quotidiano “Il Mattino”, al martedì, dedicò un ampio servizio sui fatti. Spal, nell’86/87 furono portati via, entrando prima della partita in curva Ovest, gli striscioni “Supporters” e “Gioventù Estense”, esposto in Pd-Prato e Pd-Cremonese dello stesso anno. Dopogara movimentato, a base di aste e cinghiate, ma gli striscioni rimasero in possesso padovano. “Supporters” venne esposto in una partita dell’Under 21 all’Appiani, poi sparì nel nulla; “Gioventù Estense” venne riadattato e modificato. Incidenti anche nel 2004. Spezia, scontri al “Picco” di La Spezia nell’86 e a Padova nel 2006, che portarono 24 diffide, da 6 mesi a 3 anni, molte con l’obbligo di firma. Primi contatti con gli spezzini, in tutto circa 5mila, sin dalla mattinata; a fine gara invasero il campo festanti per la promozione, alcuni di loro si diressero verso i padovani per sfotterli e la risposta non tardò ad arrivare, con diversi ragazzi che entrarono in campo scontrandosi prima con gli spezzini, poi con la polizia. Con due cariche e l’uso di lacrimogeni le f.d.o., che riportarono alcuni feriti, dispersero le due tifoserie. Piacenza, nell’86/87 tafferugli nel piazzale antistante lo stadio, scontri che se ne vedevano pochi anche a quei tempi, l’uno contro l’altro, senza polizia. I piacentini fecero valere il loro numero e il fattore-campo. Alcuni ragazzi si presentarono in macchina, a ostilità già aperte, molto prima della partita e subirono il furto dello striscione “Boys Tnt” e di alcuni stendardi. L’anno dopo i padovani si presentarono in più di 300 e i piacentini furono molto meno spavaldi. Genoa, rivalità storica che si è acuita dopo lo spareggio-salvezza di Firenze del 94/95, in cui venne esposto lo striscione rubato ai genoani “7 settembre 1893”. Mestre, febbraio 2001, Padova in C2 che lotta testa a testa col Mestre per la promozione, 2500 padovani al seguito, i mestrini provocarono fin dall’inizio con lo striscione “Profeta uno di noi”, noto serial-killer dell’epoca che agiva a Padova ma era di Mestre. Nell’intervallo un solitario invasore mestrino arrivò fin sotto il settore padovano, braccato e trascinato poi fuori dalla polizia mentre mostrava il “medio”. Tensione molto alta a fine gara, padovani arrabbiati per la sconfitta, una decina di loro tentò di forzare un cancello trovando la polizia schierata: carica di alleggerimento, un lacrimogeno sparato nell’antistadio senza alcun motivo, ad altezza d’uomo, rispedito al mittente, un altro sparato subito dopo, la gente che non restò certo a guardare e lanciò di tutto agli sbirri; seguirono altri 5-6 lacrimogeni, che non erano i soliti lacrimogeni ma quelli al gas CS, che verranno adoperati poi al G8 di Genova a luglio (i padovani fecero da cavie). Dei ragazzini smontarono letteralmente i bagni e lanciarono rubinetti e un lavandino verso la polizia che, messa all’angolo, fece aprire le porte e defluire i biancorossi. C’era gente svenuta e che vomitava, trovava rifugio nelle case adiacenti lo stadio, coi residenti che, altrettanto intossicati passavano bottigliette d’acqua. Situazione incontrollabile. Alcuni padovani si aprirono un varco tra i “blu”, ritrovandosi in una via laterale, dove c’erano una decina di mestrini: breve colluttazione, poi arrivò i carabinieri. Gruppi di padovani sciamavano per il centro a cercar grane, uno trovò degli ultras del Veneziamestre, ai tempi in B, ma la Digos padovana intervenne prontamente. Alla stazione non c’erano tutti i 600 giunti in treno. Le f.d.o. non fecero ritorsioni non vedendo l’ora di mandare tutti a casa. Pistoiese, nel settembre ’98, a Pistoia, presenti circa 200 veneti, accolti da scritte sgrammaticate come “Padoda merda” e Setore ospiti”, il settore costava 18mila lire, tante per l’epoca. Cominciarono le trattative, poi i padovani, coi “blu” assopiti, si ritrovarono vicino il settore arancione. Ne seguì una battaglia celere-ospiti, venne arrestato un ragazzo di Padova, ammanettato a una transenna, con gli infami pistoiesi che lo colpirono più volte. I veneti cercarono di liberarlo, lottando contro i carabinieri (e pistoiesi fianco a fianco agli sbirri), ma poi furono costretti a ritirarsi. Ricominciarono le trattative per il biglietto e fu portato via un altro ragazzo, estraneo allo scontro, scaldando ancora gli animi, calmati, non più di tanto però, a suon di manganellate; 10 minuti di battaglia e un caricone spinse tutti verso l’entrata, con alcuni entrati senza pagare. A fine partita arrivarono i rinforzi, qualche padovano non voleva partire finché non avrebbero liberato i due ragazzi, portati in carcere: non ci fu niente da fare. Tgr e Tg5 parlarono di tifosi padovani protagonisti di un’autentica guerriglia e 11 poliziotti finiti in ospedale. I pistoiesi parteciparono al riconoscimento dei due arrestati. Tutti erano convinti che non ci fossero telecamere, ma in seguito arrivò a Padova una vagonata di diffide. Proprio a Pistoia, qualche giorno dopo, si svolse un raduno-ultras, con una delegazione di padovani che partecipò apposta per sputtanare di fronte a tutti gli arancioni, che per un po’ fecero girare la voce che i veneti erano armati, tanto che, al ritorno, presenziarono con due striscioni: “Basta lame basta padovani” e “Ultras Padova sez.1^ chirurgia”. Tali scontri furono fra i tanti motivi dello scioglimento delle “Brigate Arancioni”. Nel 2003/04 un gruppo di padovani si presentò a Pistoia alle 10 di mattina sotto la curva, ma loro non si fecero vedere, ammettendo che non avrebbero retto il confronto. Nel return-match, di lunedì, la notte nota come “Padova Zona Industriale”, dettero appuntamento ai toscani e ai gemellati per regolare i conti una volta per tutte, ma i presenti (3 veneziani, 2 modenesi, 1 pistoiese) vennero semplicemente graziati dalla 70ina di padovani accorsi. Da allora non sono più stati considerati, tranne che per un match di C.Italia. Modena, astio antico ma sempre all’insegna del rispetto reciproco, inoltre vedi sopra. Pisa, rubato stendardo dei Rangers Pisa diversi anni fa. Carrarese, incidenti a Carrara nel settembre 2001, a 5 giorni di distanza dall’attentato delle Torri Gemelle di New York. I primi screzi coi locali l’ha il Fronte, naturalmente non scortato. Poi arriva una 70ina di padovani e c’è il primo contatto alle biglietterie sotto la gradinata, poco più che una scaramuccia, coi locali che si ritirano in fretta. A fine primo tempo una buona fetta di carrarini esce dallo stadio, facendo cenno ai presenti di seguirli e ai veneti di vedersi fuori. Dalla strada di fianco ai Distinti cominciano a volare grossi sassi e cubetti di porfido verso il settore, un ragazzino viene colpito in fronte sanguinante. I padovani aprono le porte e si ritrovano in strada. Lì c’è una grossa carica verso i locali, che si ritrovano sotto i Distinti e si ricompattano, ma la forza d’urto dei padovani, anche se in netta minoranza (una 40ina), regge bene il confronto. Continua però il lancio di robe varie, coi padovani rinchiusi a fatica dentro e gli agenti della Digos che fanno capire che sono guai seri, tanti veneti vorrebbero uscire e spaccare tutto. Il ragazzino colpito prima è in piena crisi di panico. I ragazzi escono dallo stadio mezz’ora prima del fischio finale, con la promessa della Digos che li avrebbe lasciati stare se se ne tornavano, altrimenti sarebbero finiti tutti in questura. Ma ormai, nonostante riprendessero la via di casa, erano nei guai. Il Tg5 dette subito notizia dei fatti e cominciarono ad arrivare telefonate di amici e parenti. Il giorno dopo si scatena il linciaggio mediatico. Sul “Gazzettino” compare un articolo gonfiatissimo, pieno di falsità e inesattezze. 2 ragazzi vengono arrestati alcune ore dopo il match, altri 2 si rendono latitanti per qualche giorno. 14 ragazzi vengono diffidati per 3 anni con obbligo di firma. Fu un periodo piuttosto duro, il clima da “caccia alle streghe” si stemperò pian piano, ma la curva per 3 partite rimase zitta, esponendo solo lo striscione “Il silenzio degli innocenti”. La cosa fece scalpore, cosicché alla fine venne raggiunta una specie di “tregua armata” per il bene del Padova. 7 diffidati su 14 furono assolti e si videro togliere le diffide. I carrarini pagarono un conto salato con la giustizia: ben 9 arresti nei giorni successivi. Al ritorno alcuni ragazzi del Fronte Opposto andarono a fargli visita, rimediando solo 5 diffide, pur non facendo niente. Trento, vecchia rivalità, nell’86/87 si presentarono in pochi all’Appiani e gli venne sottratto, abbastanza facilmente, lo striscione “Viking”. Napoli, quando si sono incontrati c’è sempre stata tensione In passato “noie” anche con: Parma, il primo striscione “Ultras” fu trafugato dai parmensi. Cavese, in un Padova-Cavese del dicembre ’83, nei tafferugli del dopogara, gli fu rubato lo striscione “Navajos” (vedi sopra). Bari, rubati gli striscioni “Ultras Bari sez.Milano” e “Angeli della Nord”, esposti in Bologna-Padova 84/85. Ravenna, scontri nel 97/98. Mantova, scontri in amichevole a Piovene, nel 2005. Reggiana, nel ’05 all’Euganeo un tentativo di “contatto” da parte dei padovani costò 21 diffide. Empoli, vecchie ruggini negli anni ’80. Cesena, nell’83/84 a Padova per poco non persero lo striscione “Brigate Bianconere”. Pesaro, vecchie ruggini. Lecce, pezza leccese rubata, esposta in Padova-Venezia 92/93. Lazio, per un Samp-Padova, bello scontro a un autogrill nel 95/96 nei pressi di Genova; i laziali andavano a Torino con la Juve. Lucchese, scaramucce nel giugno ’91, lancio di oggetti, danni, con 6mila padovani presenti, pronti a festeggiare la A che non arrivò per la sconfitta e i lucchesi che li sfottevano. Gruppi scomparsi, nati negli anni ’70: Ultras, Leoni della Nord Gruppi scomparsi, nati negli anni ’80: Hell’s Angels Ghetto, Collettivo, Hooligans, Trips, Fighters, Ragazzi della Nord, Peones, Mods, Eagles, Alcool, Drunks, Supporters, Palaz, Alta Tensione, Gioventù, Zanzara Korps, Freak Boys, Palaz, Gioventù Biancoscudata, Red White Panthers, Skinheads, Thugs Gruppi scomparsi, nati negli anni ’90: Balls Breakers, I Santi Bevitori, Stuz, Leoni Armati, Boot Boys, North Side, Brigata Di Livio, Total Kaos, Le Ragazze della Nord Biancoscudata, Rebels, Nuova Guardia, Skizzati, Armata del Brancaleone, Madness, Exodus, Nucleo, Boys, Gioventù Crociata 1997, Bulldogs, Brigata Antivicenza, Brigata Fashianu, France Legion, Porky’s Group, Brigata Nando Ruffini, Maraglia Klan, Manipolo, Pioners, Gruppo Deciso, Crazy Heads, Prima Linea, Leoni Biancoscudati, L.v.d., Zoo Pd, A.c.a.b., Sensa Creansa, Lords, Warriors, Abuligans, CUIB. Gruppi scomparsi, degli anni 2000: Brigata Bancone, Patavium, Vecchie Facce Piazza Cavour, Fans 1910, Zona Sacra, Delirio Scudato, Guizza Clan, Vecchia Padova Cenni storici: Nel ’74, sulle gradinate del mitico “Appiani”, si cominciano a intravedere i primi pionieristici striscioni “Magico Padova” e Ultras”. Verso la fine degli anni ’70 si formano i “Leoni della Nord”, che si fanno conoscere e rispettare in giro per l’Italia. Nell’82, con il loro scioglimento, si ha la nascita degli “Hell’s Angels Ghetto” (“Ghetto” dal quartiere dove proviene la maggioranza dei militanti dell’epoca). Per tutti gli anni ’80 gli H.A.G. riescono a coinvolgere nel tifo quasi tutto il pubblico di casa, il loro striscione è un pezzo da museo. Nascono le prime rivalità, con vicentini e triestini, mentre si instaurano gemellaggi con bolognesi e palermitani. A fine decennio si ha un deciso ricambio generazionale che porta nuova linfa. I primi anni ’90 sono i migliori a livello ultras, per 2-3 anni comanda il gruppo “Vecchie Facce”, ma nel ’94, in seguito ai disordini nel derby col Vicenza e altri frequenti tafferugli, ad esempio coi modenesi e con gli inglesi dello Stoke City, vengono diffidate 130 persone, tante per l’epoca. Gli H.A.G. si sciolgono e la curva intraprende una nuova forma di tifo, “all’inglese”, con bandiere e stendardi al posto degli striscioni. Con la promozione in Serie A viene abbandonato il vecchio storico “Appiani”, caratterizzato da pressione ambientale e calore del pubblico, per far posto al più “anonimo” e distaccato “Euganeo”. Tutto ciò porta a un lento ma costante declino della curva. Nel 94/95 nasce la “Juventude Crociata” (poi solo Juventude), bella e dinamica realtà curvaiola, tanto da creare il primo sito in assoluto del tifo padovano. Negli anni a seguire la squadra inizia la sua parabola discendente, fino ad arrivare alla C2. I numeri in curva sono risicati, ridotti ai minimi termini, manca l’entusiasmo, ma c’è voglia di rischiare e incoscienza negli scontri, la gente non si preoccupa delle diffide, spesso di un anno e senza firma, non si pone il problema, preso alla leggera. Nel ’97 viene ritirato fuori lo striscione degli H.A.G., ma il progetto, con tempi e dinamiche della curva cambiati, viene abortito. Nell’estate ’98 nasce il CUIB, composto da ragazzi più radicali, molti dei quali, qualche anno più tardi, daranno vita al Fronte Opposto. Dopo gli incidenti di Pistoia, col CUIB appena nato, raso al suolo dopo due mesi di vita e gli altri gruppi falcidiati, col Padova che disputa l’ennesima stagione deludente, si arriva alla sofferta decisione di sospendere il tifo fino a fine campionato, con appeso il solo striscione “Addetti sottosequestro”, in casa e in trasferta. Il tifo riprende ai Playout col Lecco e torna l’anno dopo col rientro dei diffidati. In quegli anni c’è pure il Muet, composto da ragazzi più stagionati, ai tempi spesso “contestato” per il fatto di essere poco presente in trasferta e avere “abitudini” poco allineate a chi gestisce la curva, dentro la quale c’è molta politica: quasi tutto lo zoccolo duro è formato da ragazzi di destra, creando una sorta di “elitarismo”. Siamo in piena era anti-Viganò, contestato apertamente, la maggior parte della tifoseria diserta lo stadio. Nel 2001, col ritorno in C1, torna un certo entusiasmo: la curva decide di ricompattarsi e dall’unione di diversi gruppi minori nasce l’“Ac Padova 1910”, con l’idea di rappresentare, dietro un unico striscione, storia e tradizione calcistica della città. Ma nello stesso tempo, l’ala più radicale della curva dà vita al “Fronte Opposto”, vero e proprio gruppo di rottura, marcatamente destroide anche nel materiale, che, con la Juventude, rimane fuori dal progetto. Con la nascita del Fronte, si ha, per la prima volta a Padova, una certa forma di dualismo, ed arrivano i primi screzi interni alla curva, roba comunque di poco conto. Il “triumvirato” A.C.P.-F.O.-Juventude rappresenterà per diversi anni a seguire il tifo padovano. Sempre nel 2001 c’è la paventata fusione col Cittadella. Si arriva ad un passo dalla fusione, con la tifoseria sbandata e costernata, ma, alla fine, vengono esplodere delle bombe carta a casa dei presidenti delle due società, che li fanno desistere, anche se si dice che il vero problema erano i conti in “rossissimo” del Padova. Dall’estate 2005 si decide di “dare una svolta”: niente striscioni, né gruppi di riferimento, in perfetto stile casual. Da circa 2-3 anni comunque le “pezze” sono ricomparse, ci sono tante identità, tra cui i 3 gruppi sopracitati, anche se idealmente si può parlare di un unico gruppo denominato “Tribuna Fattori”. Curiosità: -A Padova, il problema della famigerata Tessera, voluta da Bobo Maroni e data in pasto all’opinione pubblica come se fosse la panacea di tutti i mali, è molto sentito e al centro dell’attenzione, al punto di farne una vera crociata, una questione di principio, che è quello della libertà di ciascun individuo, che ha portato alla scelta naturale di non sottoscrivere la Tessera, e quindi l’abbonamento, sia l’anno scorso che quest’anno, nonostante la squadra si sia ulteriormente rafforzata, candidandosi autorevolmente tra le favorite per la promozione in A, sfuggita nel giugno scorso nello spareggio Playoff col Novara. Quindi: entusiasmo alle stelle, ma niente abbonamento e, di conseguenza, zero trasferte. La Fattori, anche se qualcuno ancora non capisce, portando polemiche e confusione, è piuttosto compatta contro la Tessera del tifoso e ne ha data una dimostrazione nella gara casalinga col Bari, lo scorso 10 settembre, quando gli ultras sono rimasti in silenzio i primi 30’ di gioco, come forma di dissenso nei confronti di Maroni e della sua fottutissima Tessera. 30 minuti di protesta e di riflessione, passati in un silenzio surreale, tutti seduti e zitti, da far pensare il tifoso medio che non comprende come potranno essere tristi gli stadi in futuro senza gli ultras. -Per Padova-Modena del settembre scorso, la “Fattori” organizza una grigliata in attesa della partita ed anche nell’eventualità, peraltro remota, che arrivi qualche modenese, cosa difficile nell’epoca della tessera, e con 11 diffide arrivate ai modenesi nei giorni precedenti la gara per i fatti accaduti l’anno scorso. Durante la gara viene esposto lo striscione “Giustizia per Scaroni”, il tifoso bresciano che nel 2005 venne ridotto in fin di vita dai ripetuti colpi alla testa infertigli dal Reparto Celere di Bologna, alla stazione di Verona, dove era andato a seguire la sua squadra in trasferta. Proprio nei giorni scorsi si è aperto il processo nei confronti dei celerini che hanno massacrato Paolo Scaroni, al quale ha presenziato anche una delegazione di ultras padovani: gli abusi non hanno colori! -Nella recente trasferta di Verona di metà settembre, erano presenti 15mila “fidelizzati” veronesi, più di 300 persone da Padova, numero risicato se si pensa alla vicinanza e al fatto che gli abbonati, ovvero tesserati e quindi possibili partecipanti alla trasferta, sono 4.400. Già nelle precedenti trasferte la presenza era stata scarsa: circa 200 a Cittadella, 40 a Genova, 70 a Empoli. -Ridicole le limitazioni per la partita di Cittadella del 4 settembre scorso. A Cittadella e comuni confinanti, sia della provincia di Padova che di Vicenza, i tagliandi potevano essere venduti senza tessera; per Padova e comuni confinanti i tagliandi potevano essere venduti solo ai possessori di tessera. E’ assurdo e discriminante come si possa vietare l’accesso a uno stadio della stessa provincia, magari solo perché uno è nato 5 chilometri più a sud o a nord. -La prima trasferta ufficiale della stagione è quella di Bologna in Coppa Italia del 21 agosto scorso. Alla vigilia si parla di settore ospiti “non tesserati” non agibile, e quindi trasferta consentita solo ai tesserati, di Tessera del tifoso che non sarebbe valida per la Coppa Italia, infine della possibilità di andarci perché i biglietti del settore Tribuna sarebbero disponibili. A scanso di equivoci, la Fattori organizza un pullman che, al casello di Casalecchio, trova gli “uomini blu” ad attenderlo. Dopo un lungo conciliabolo tra Digos e questura, i ragazzi vengono fatti scendere e ripresi uno ad uno, con documento in mano e foto-ricordo. In un primo momento sembra possibile andare allo stadio, poi però arriva il “no” secco della questura bolognese. I ragazzi provano ad intavolare una trattativa, d’altro canto, nella stessa giornata, i doriani sono fatti entrare a Empoli, e i triestini a Novara, senza Tessera, ma non c’è modo di far tornare indietro chi comanda, fottendosene delle esigenze della gente, che, a quel punto, non vuole più neanche tornare a casa, così scende dal pullman, la tensione si taglia col coltello e fa molto caldo. Altri padovani, giunti allo stadio in auto, non vengono fatti entrare, i tesserati sì, ma alcuni di loro sbagliano curva e ne rimediano (potenza della Tessera…!). Il tempo passa e non c’è verso di muoversi, i ragazzi decidono di ordinare delle pizze da asporto. Ad inizio ripresa la Digos vorrebbe mandarli via, ma loro aspettano ancora le pizze; i “blu” stanno perdendo la pazienza, poi finalmente arrivano. Si assiste così a un vero e proprio abuso di potere verso cittadini italiani che, naturalmente, studiano, lavorano e pagano le tasse, costretti a stare per ore in un posto, senza potersi muovere, praticamente “sequestrati”. Le f.d.o. scorteranno poi con due macchine della Digos, due camionette di celerini e una volante della Polstrada il pullman fino a Padova Ovest, premurendosi di chiudere gli accessi a tutti gli autogrill. -Sampdoria-Padova del 26 agosto è la partita che apre ufficialmente il campionato di Serie B 2011-12. Circa 250 sono tifosi biancoscudati che acquistano regolarmente il biglietto, essendo la trasferta aperta a tutti. Questo almeno in partenza, perché il Casms, dall’oggi al domani, cambia decisione, rivedendo il provvedimento e vietando la trasferta di Marassi a tutti i padovani sprovvisti di tessera (246 su 253!). La motivazione fa letteralmente ridere: la questura di Bologna si sarebbe indispettita, comunicandolo al Casms, perché al casello i padovani avrebbero ordinato 30 pizze da asporto, non tenendo un comportamento corretto durante il “sequestro di persona”. Il Casms, organismo dello Stato, si permette di vietare un giorno prima la trasferta a un’intera tifoseria per fargli un dispetto. La Fattori reagisce a modo suo, con la presenza a Genova di 100 ultras, seppure fuori dallo stadio, e coi doriani che, pur non se non c’intercorre nessuna amicizia tra le due tifoserie, prima si sono adoperati per procurargli qualche ingresso (tentativo andato a vuoto), poi hanno fatto sì che i padovani potessero vedere la partita in santa pace in un bar vicino Marassi. Verranno ospitati senza problemi in un covo di genoani. Quando manca ormai 15 minuti alla fine scendono per strada e si dirigono verso lo stadio, scandendo cori per il Padova, contro Maroni, la Tessera e la repressione. Arrivano agli ingressi dello stadio tranquillamente, provano a entrare ma invano. Fanno il giro dello stadio ma quando arrivano dall’altra parte gli stewards chiudono i cancelli coi lucchetti, facendo arrabbiare i doriani, che dovrebbero così uscire dall’altra parte. Ma di lì a poco, in modi spicci, fanno rivedere i propri piani a polizia e stewards. -Di fronte a questi assurdi divieti, a questi abusi di potere, perpetrati a Bologna e Genova, i padovani hanno pensato bene di agire a termini di Legge contro questi burocrati, mettendo in mano a degli avvocati un’azione legale, totalmente gratuita, volta a tutelare i diritti di tutti quei tifosi che non devono essere discriminati e privati dei loro più elementari diritti, solo perché non hanno voluto sottoscrivere la Tessera del tifoso. -Il 30 luglio scorso, giorno dell’amichevole Padova-Genoa, è in un certo senso una data storica: per la prima volta a Padova viene applicato l’Art.9 all’atto dell’acquisto del biglietto, cosa successa a un ragazzo, attualmente non diffidato, che si presenta al botteghino ma si vede negare il tagliando. Il suo nome si trova infatti nella cosiddetta “black list”. -Secondo il quotidiano “Il Mattino”, alla fine dell’agosto scorso tre extracomunitari sarebbero stati aggrediti in un parco da ultras del Padova. Nell’articolo si parla di pista-ultras come un’ipotesi al vaglio degli inquirenti, ma il giornale non si è fatto scappare l’opportunità di sparare il titolo “Picchiati da ultras del Padova”, che fa il suo bell’effetto. -La tribuna dove sono collocati gli ultras è intitolata a Gildo Fattori, noto radiocronista delle gare del Padova, scomparso nell’aprile 2004. Durante le sue radiocronache non dimenticava mai di menzionare i ragazzi della curva, che, con l’Ascoli, nel maggio scorso, gli dedicarono lo striscione “Gildo Fattori cuore scudato”. -Il Comune di Padova vuole abbattere, radere al suolo il vecchio stadio Appiani, ma la tifoseria più calda è contro il progetto e canta “Giù le mani dall’Appiani” e cori contro il sindaco Zanonato. -Per diversi anni il tifo all’Euganeo, stadio mai troppo odiato, si è diviso tra “Tribuna ‘Fattori” e “curva Sud”, spostandosi a periodi alterni: nel periodo più freddo abbandonavano la Sud, perché la curva era sempre all’ombra, gelata. Dalla stagione 2007/08 hanno però deciso la loro collocazione scegliendo, per motivi di visuale e di tifo, la Gradinata. -In un Padova-Monza, novembre 2005, l’allora vicesindaco di Padova invitò i delegati Uefa a visionare lo stadio, che voleva candidarsi per gli Europei 2012, che si sarebbero dovuti svolgere in Italia. In curva però venne appeso lo striscione, in inglese, “This stadium is disgusting”, che provocò un vero e proprio terremoto: il vicesindaco s’arrabbiò di brutto, i delegati Uefa se la risero. -Col Novara, nella finale Playoff di andata, è stata riaperta dopo tanti anni la parte superiore della Gradinata, per far fronte alle tantissime richieste di biglietti. Al ritorno, nella sfortunata trasferta di Novara, massiccia partecipazione padovana, sia numerica che vocale: non smettono mai di cantare anche con la squadra sotto nel punteggio e in inferiorità numerica. -La Sud è detta anche “curva Acquario”. Il perché è facilmente intuibile: la gente che la frequenta sta quasi sempre muta. -Si perdono nella notte dei tempi le amicizie con civitanovesi (anni ’70) e campobassani (primissimi anni ’80). Liberi pensieri: “Grazie ragazzi la Nord vi ama” (Pd-Parma 82/83); “Triestino coniglione mangia in fretta il carotone” (Triestina-Pd 83/84); “Ciao merde” (Spal-Pd 86/87); “Triestini conigli…Padova vi aspetta” (Piacenza-Pd 87/88); “Non passa lo straniero” (Triestina-Pd 87/88); “E dopo lavatevi, puzzate ancora di pesce”, “Adriatico facci sognare, tutta Venezia sotto al mare” (Pd-Venezia 91/92); “La gallina si mangia non s’incula col Leone”, i padovani vengono chiamati anche “mangiagalline”, il leone è il simbolo della città di Venezia (Venezia-Pd 92/93); “Senza rancore, contestazione per…amore” (Ravenna-Pd 93/94); “I nostri cuori sempre su questi spalti” (Pd-Palermo 93/94, ultima gara nel vecchio Appiani); “Moana vive”, in memoria della nota pornostar Moana Pozzi, scomparsa nel settembre ’94 (Torino-Pd 94/95); “Diffidati per non essere scesi a compromessi”, “Chiusi x diffida” (Pd-Vicenza 95/96); “Padova ai padovani”, “Libero cittadino? No ultrà!” (Ancona-Pd 97/98); “Nove diffidati x un solo vero colpevole!!!” (Pd-Teramo 99/00;, “Né eroi né teppisti semplicemente ultras” (Biellese-Pd/Pd-San Donà 00/01); “La terra dei padri, la fede immortale, nessuno potrà cancellare” (coreo. Pd-Triestina 00/01); “Giustizia per Alessandro”, Spolettini, tifoso romanista ferito in una carica della polizia a Bologna (Mestre-Pd 00/01); “Sebbene d’ideologie opposte rispetto e giustizia x Mau”, si riferisce alla morte, avvenuta in circostanze poco chiare, dell’ultrà pisano Maurizio Alberti nel 1999 a La Spezia (Pisa-Pd 01/02); “No alla fusione” (Pd-Varese 01/02); “Ciò per cui combattiamo…ci rende nobili eroi in nome di Padova…vinceremo” (coreo. Pd-Albinoleffe, Playoff 02/03); “Ulivieri, Favero, giocatori grazie per l’ennesimo fallimento” (Pd-Samb.se 04/05); “Figc: Serie C1, 17 trasferte, 15330 Km., a rimetterci solo gli ultrà”, contro l’assurda suddivisione dei gironi di C1 (Pd-Rimini 04/05); “In hoc signo vinces!!!”, “Da buon cittadino non leggo il…Mattino” (Pd-Napoli 04/05); “Chi muore giovane è caro agli dei, ciao Boccia”, un leader della curva triestina scomparso in un incidente stradale (Samb.se-Pd 04/05); “Ci sono cose che non si possono comprare, per tutto il resto c’è Master Card”, “La Serie A per voi sono…Giochi Preziosi”, simpatico gioco di parole tra il presidente del Genoa, pescato con la valigetta di soldi in mano da consegnare ai dirigenti del Venezia, che costò la promozione in A, e la sua fabbrica di giocattoli (Pd-Genoa 05/06); “Ciao Massimiliano fratello rosanero, il tuo sorriso sarà sempre con noi”, in memoria di un palermitano scomparso prematuramente (Genoa-Pd 05/06); “Quelli dovevamo essere noi”, con una grande freccia verso il settore-ospiti dove erano stati gli spezzini, festanti per la promozione in Serie B (Pd-Spezia 05/06); “Non sappiamo più come fare per picchiarvi”, “25-10-05 al Montalto ti ho cercato, ti ho seguito e come sempre…sei sparito” (Venezia-Pd 06/07); “Stile inglese…con questo stadio? ahahah” (Pd-Cremonese 06/07); “Correre adesso per non correre dopo”, monito ai giocatori (Pd-Monza 06/07); “Fuori gli ultras dalle galere, Irriducibili liberi”, riferito alla brutta vicenda della scalata alla presidenza della Lazio di Giorgio Chinaglia, che coinvolse alcuni esponenti degli Irriducibili Lazio, finiti poi in carcere (Pd-Venezia 06/07); “Una grande stella brilla nel cielo di Padova…ciao Ale” (Pd-Vicenza 09/10). [Modificato da Claudio.Freccia 09/10/2011 01:10] claudioalfaroli |