------------------ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Il fenomeno UFO e' reale: contatti tra esseri umani e alieni da oltre 60 anni, esplode il caso Apollo 20

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2011 15:42
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 82.807
Post: 55.757
Registrato il: 08/11/2008
Sesso: Maschile
AMMINISTRATORE UNICO
18/09/2011 15:41

La missione Apollo 20 una bufala? E chi l'ha detto! Le dichiarazioni di un'astronauta americano confermano la teoria sostenuta da molti ufologi, secondo cui i contatti con visitatori da altri pianeti sarebbero stati tenuti nascosti dai governi per circa 60 anni.

Sono trascorsi circa quarantanni dall'ultima missione del programma Apollo durante i quali l'interesse per l'esplorazione lunare sembrava completamente scomparsa. E invece, il 10 settembre scorso, ecco un nuovo lancio partire da Cape Canaveral alla volta del nostro satellite. Due sonde gemelle, GRAIL A e GRAIL B (Gravity Recovery and Interior Laboratory), destinate a orbitare per nove mesi intorno alla luna, con lo scopo di carpirne tutti i segreti e raccogliere nuovi dati sulla sua struttura interna.

Viene da chiedersi a questo punto cosa possa aver riacceso l'interesse per questo corpo celeste da sempre descritto come un luogo desolato, completamente privo di atmosfera e con circa 30 mila crateri nella sola faccia visibile dalla Terra, frutto dei bombardamenti di asteroidi e comete. Forse la probabile presenza d'acqua, visto che quantità significative di questo prezioso composto chimico sembrerebbero trovarsi sul satellite sotto forma di ghiaccio come dimostrerebbero le analisi preliminari dei dati raccolti durante la missione di LCROSS? O magari siamo di fronte a un complotto globale dietro cui si celano chissà quali oscuri interessi delle grandi potenze?

Una cosa che non può certo passare inosservata, neppure al più distratto degli uomini, è proprio questa nuova corsa alla conquista della Luna da parte non solo della Nasa, ma anche delle agenzie spaziali di: Giappone (missione spaziale SELENE - Selenological and Engineering Explorer, del 14 settembre 2007), Cina (esplorazione lunare Chang'e del 24 ottobre 2007) e India (missione Chandrayaan-1 del 22 ottobre 2008). Tra l'altro la NASA, l'ESA, la Russian Federal Space Agency - Roscosmos, la CNSA (China National Space Administration) e la JAXA (Japan, Aerospace Exploration Agency) hanno già programmato varie missioni di esplorazione umana della Luna nonché la realizzazione di una base permanente sul satellite tra il 2018 e il 2025! Insomma, che la conquista dello spazio fosse un'avventura meravigliosa e affascinante lo sapevamo, ma qui c'è qualcosa di veramente molto strano. Perché, infatti, tentare da soli un viaggio già tanto complesso quando sarebbe più proficuo e intelligente unire le forze e creare sinergie? Affascinati da questi interrogativi e dalle richieste di milioni di persone che continuano ancora a chiedersi quale sia la verità, noi di 2duerighe abbiamo rispolverato il caso della missione Apollo 20. Una storia sconvolgente che scosse l'opinione pubblica mondiale, attraverso sensazionali video diffusi via web che ritraggono un umanoide in stato di apparente ibernazione e un'astronave extraterrestre abbandonata su suolo lunare (forse precipitata).

La spedizione, rigorosamente top secret, sarebbe stata svolta in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Russa, per studiare i resti di una presunta civiltà aliena che in passato avrebbe popolato il nostro satellite e prelevare dei campioni, tra cui proprio il corpo dell'alieno. Tutto ha inizio nell'aprile del 2007 quando un certo William Rutledge (nickname RetiredAFB), posta su Youtube una serie di video relativi alla ipotetica missione. L'uomo si presenta come ingegnere elettronico specialista in sistemi tecnologici avanzati delle Forze Aeree degli Stati Uniti d'America (USAF - United States Air Force), in pensione. Sostiene di aver avuto un'esperienza in campo civile come pilota di prototipi e di aver partecipato alla spedizione Apollo 20 assieme alla dottoressa Leona Marietta Snyder, una presunta scienziata-antropologa della Bell Lab e al cosmonauta sovietico Aleksej Archipovič Leonov. Il lancio sarebbe avvenuto in gran segreto nel 1976, presso la Vandenberg Air Force Base, nella contea di Santa Barbara, in California, a bordo di un vettore Saturn V, diretto verso la faccia lontana della luna, dove l'Apollo 15 aveva rinvenuto un'imponente navicella spaziale. La spedizione sarebbe stata preceduta dalla missione Apollo 19, pianificata per lo stesso compito e finita drasticamente con la morte di tutto l'equipaggio in seguito alla collisione con un oggetto non identificato.

Della faccenda si occuparono anche la trasmissione televisiva “Mistero”, di Italia 1, il Corriere della Sera e infine il Centro Ufologico Nazionale (CUN). Quest'ultimo, dopo varie indagini, emise un comunicato stampa attraverso il quale considerava chiuso ufficialmente il caso Apollo 20, definendolo «del tutto falso e basato su filmati artefatti e manipolati» realizzati dallo scultore e fotografo parigino Thierry Speth. Pur conoscendo l'affidabilità, la serietà, la professionalità, l'esperienza e la profonda conoscenza del CUN su queste particolari tematiche, abbiamo condotto una nostra ricerca e osservate con attenzione cosa è venuto fuori! Consultando il sito ufficiale Nasa, all'indirizzo nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/lunar/apollo_18_20.html, si evince che le missioni Apollo 19 e 20 sono realmente esistite sulla carta, inserite nel programma iniziale dell'agenzia spaziale statunitense, ma poi annullate per vincoli di bilancio. La pagina web riporta, tra l'altro, anche i nominativi degli astronauti che avrebbero dovuto far parte dell'equipaggio, ma in nessun punto della lista c'è traccia dei tre misteriosi viaggiatori “spaziali”. C'è però una nota che attira la nostra attenzione poiché spiega minuziosamente come per ogni volo venga individuato un “equipaggio di massima”, assegnato cioè attenendosi a un particolare ragionamento della stessa agenzia spaziale, ma non definitivo. Non possiamo pertanto escludere che il trio abbia veramente preso parte alla missione.

A questo punto abbiamo fatto una ricerca molto meticolosa, per avere qualche informazione in più su queste persone circa la loro reale esistenza. Di William Rutledge e Leona Snyder nessuna traccia, ma quando abbiamo digitato Aleksej Archipovič Leonov, ecco quale è stata la risposta di Google: cosmonauta sovietico nato a Listvjanka (ex URSS) il 30 maggio 1934, primo essere umano a lasciare la sua capsula spaziale per rimanere sospeso liberamente nello spazio (prima attività extraveicolare della storia).
Leonov partecipò alla prima missione spaziale frutto della collaborazione delle due superpotenze Unione Sovietica e Stati Uniti d'America: il famoso programma test Apollo-Sojuz. La preparazione di questo primo progetto internazionale nella storia dell'esplorazione spaziale durò per più anni e comprendeva diversi viaggi di Leonov negli Stati Uniti con prolungate permanenze alla NASA. Il 15 luglio 1975 avvenne il lancio della Sojuz 19, con a bordo Leonov e l'ingegnere di volo Kubasov. Due giorni più tardi la capsula spaziale si agganciò alla capsula dell'Apollo, equipaggiata dagli astronauti americani Tom Stafford, Vance Brand e Deke Slayton.
La difficoltà di trovare notizie affidabili sugli altri due componenti dell'equipaggio, non prova che questi non siano realmente esistiti, ma rinforza l'ipotesi che detto personale abbia potuto far parte dei servizi segreti, la CIA per intenderci meglio. Infatti, per aver preso parte alla missione spaziale Apollo 20, la Snyder, che ricordiamo viene citata da Rutledge come antropologa, doveva senz'altro essere una scienziata fuori dal comune, di grande preparazione teorica e tecnica. Eppure non esistono pubblicazioni a suo nome, ne risulta compartecipe alla stesura di libri redatti da altri individui, una cosa inusuale per chi studia da tanto tempo discipline di questo genere. Rimane anche difficile pensare che si tratti di uno scherzo perché se un buontempone organizza una bufala, la prepara a regola d'arte! Perché inserire il nome di un cosmonauta che ha fatto la storia del volo spaziale sovietico ed affiancarlo a quello di due sconosciuti? Secondo noi non avrebbe alcun senso.

William Rutledge racconta inoltre che il lancio della navetta spaziale avrebbe avuto luogo, in gran segreto, nella Vandenberg Air Force Base, tramite un razzo lunare multistadio a combustibile liquido della serie Saturn. Considerando che tutti i lanci delle missioni Apollo ufficiali avvennero presso il John F. Kennedy Space Center (KSC), la struttura per il lancio di veicoli spaziali della Nasa ubicata a Cape Canaveral, sull'isola Merritt, in Florida, anche in questo caso verrebbe da pensare a una frottola. E' invece, ampliando le ricerche sulla base di Vandenberg, abbiamo scoperto che in passato era una base aerea propriamente detta, ma successivamente è divenuta un poligono per il lancio di satelliti da equilibrare in orbita polare e missili da testare attraverso l'atollo Kwajalein, nell'Oceano Pacifico. Le sue installazioni riguardano tanto le necessità per esperienze missilistiche di tipo balistico, quanto le esigenze di lancio di satelliti. La base essendo militare è inoltre riservata a tutti quei lanci ritenuti coperti da segreto, sia a carattere applicativo che di ricerca. Siamo andati così alla ricerca di qualche missione spaziale su Saturn V partita da questo centro, dando a priori per scontato che non avremmo trovato nulla di interessante, considerata la classificazione, Top Secret, della spedizione.

Proprio quando stavamo per gettare la spugna e abbandonare definitivamente la nostra acquisizione di informazioni, abbiamo rinvenuto qualcosa di molto interessante sul Nasa space flight forum, di cui vi riportiamo i contenuti tradotti in italiano: «Un mio collega si vanta continuamente di essere l'unico oggi ancora in vita, ad aver assistito a un lancio di un Saturn V. Questa persona però, sostiene di aver visto la partenza del razzo da Vandenberg, in California, negli anni 60. Gli ho risposto che ciò non è possibile in quanto il Saturn V è stato lanciato solo da Cape Canaveral, l'unico “spazioporto” in grado di ospitare un vettore così grande. Qualcuno può dirmi se ci sono stati lanci di Saturn V in California (http://forum.nasaspaceflight.com/index.php?topic=17836.0 ) »? Questo post pubblicato il 15 luglio 2009 dal nick “guitar22” è della massima importanza, visto che parliamo di un portale frequentato principalmente da operatori del settore aerospaziale. Abbiamo finalmente una prova che dalla base aerea californiana qualcuno ha visto realmente alzarsi in volo un Saturn V. Fantascienza? Informazione deviata? Direi proprio di no. Approfondendo attentamente l'argomento relativo a questa famiglia di razzi, si scopre infatti che lo sviluppo degli stessi è avvenuto sotto la direzione di Wernher von Braun, lo scienziato e ingegnere tedesco naturalizzato statunitense, ex ufficiale delle SS, ideatore per Hitler del V2, il precursore dei missili balistici, utilizzato dalla Germania durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale contro Gran Bretagna e Belgio.

Quando a capo di un progetto spaziale troviamo uno studioso del Reich del calibro di von Braun, tutto è possibile! Come possiamo dimenticare le affermazioni dello scienziato tedesco Rudolph Schriever primo a sostenere di aver sviluppato dischi volanti durante il periodo nazista? Oppure le dichiarazioni dell'ingegnere aeronautico americano Roy Fedden, che notò come i soli velivoli in grado di avvicinarsi alle capacità attribuite ai dischi volanti fossero quelli progettati dai tedeschi sul finire della guerra. Fedden aggiunse inoltre che i nazisti stavano lavorando a svariati progetti aeronautici piuttosto inusuali: «Ho visto abbastanza dei loro progetti e piani di produzione da comprendere che se fossero riusciti a prolungare la guerra solo per alcuni mesi, avremmo dovuto reggere il confronto con una serie di sviluppi nel combattimento aereo del tutto nuovi e mortali». Ma le parole più sconcertanti, furono senza dubbio quelle che del capitano Edward J. Ruppelt, dell'aeronautica militare statunitense, nel 1956: «Alla fine della seconda guerra mondiale, i tedeschi stavano sviluppando molti tipi innovativi di aerei e missili balistici. La maggior parte dei progetti si trovavano per lo più allo stadio preliminare, ma si trattava degli unici velivoli conosciuti che avrebbero potuto anche solo avvicinarsi alle prestazioni degli oggetti di cui riferiscono gli osservatori degli UFO». Proprio in quegli anni Ruppelt era a capo del Progetto Blue Book, l'ultimo di una serie di studi condotti dalla USAF, tra il 1947 e il 1969, per determinare se gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) costituissero una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti. Siete ancora convinti che siano tutte coincidenze? La nostra opinione è che molti di questi studi proseguirono anche nel dopoguerra attraverso una collaborazione segreta tra americani e nazisti. Questi ultimi, in particolare, avrebbero goduto di adeguata protezione da parte del governo degli Stati Uniti, con nuove identità e/o connotati, in cambio del know how tedesco. La missione Apollo 20, avrebbe potuto dare una svolta decisiva non solo alle ricerche in campo aerospaziale, ma anche a quelle della genetica, settore in cui i nazisti eccellevano con i loro esperimenti, per il “potenziamento” della razza ariana, su cavie umane.

Spostiamoci adesso sul materiale fotografico di questa vicenda che sarebbe stato diffuso da un certo Ken Johnston, ex responsabile dei dati e della documentazione fotografica generata nel corso delle missioni lunari. L'uomo sarebbe stato licenziato dalla Nasa perché citato nel libro di Mike Bara Dark Mission - La storia segreta della NASA (co-autore con il venerabile Richard C. Hoagland), bestseller del New York Times, pubblicato negli USA nell'ottobre del 2007, nel quale vengono citate alcune scoperte sensazionali che la Nasa avrebbe nascosto all'opinione pubblica. L'agenzia spaziale statunitense ordinò a Johnston di distruggere tutte le fotografie che ritraevano immagini di antiche rovine e civiltà sconosciute presenti sul pianeta Marte e sulla Luna. Ma egli non lo fece e dopo circa mezzo secolo decise di condividere il tutto con i media: «Non ho più nulla da perdere con la Nasa, ormai sono fuori», avrebbe dichiarato durante un'intervista. Anche in questo caso siamo andati alla ricerca di alcune prove e, per l'occasione, abbiamo confrontato le foto originali (attingendo dal Lunary and Planetary Institute) con quelle diffuse via web, considerate artefatte. Ci riferiamo alle immagini: AS15-P-9625 e AS15-P-9630 che conterrebbero la figura di un'astronave aliena “arenata” sul suolo lunare, vista da due angolazioni differenti.

A parità di risoluzione, ci siamo resi conto che le foto “incriminate” evidenziavano, con una nitidezza incredibile, i particolari di una vera e propria navicella spaziale, mentre sulle diapositive originali si distingueva al massimo un oggetto non identificato di forma sigariforme. Confermiamo pertanto un intervento di manipolazione al computer, probabilmente per rendere ancora più suggestionante l'immagine dell'UFO e scuotere una volta per tutte l'opinione pubblica mondiale. Stesso identico fine avrebbe avuto il filmato E.B.E. Mona Lisa (l'umanoide di cui abbiamo parlato all'inizio), sulla cui autenticità non nutriamo dei grandissimi dubbi. Difatti, pur non escludendo un'eventuale manipolazione della registrazione, viene da chiedersi chi sarebbe disposto a investire buona parte dei propri risparmi per un semplice divertimento. Conosciamo tutti i costi esosi e proibitivi delle rappresentazioni cinematografiche, soprattutto di fantascienza, ed è difficile credere che esista qualcuno sia così stupido da sperperare del denaro per una burla come questa.

Bene, siamo arrivati alla fine del nostro racconto ma, prima di chiudere, abbiamo deciso di riportarvi integralmente le dichiarazioni dell'astronauta statunitense Edgar Dean Mitchell, sesto uomo a porre piede sulla Luna durante la missione spaziale Apollo 14. Il 23 luglo 2008, durante un programma radiofonico condotto da Nick Margerrison, Mitchell ha dichiarato di essere venuto a conoscenza, da ambienti militari e governativi, del fatto che il fenomeno UFO è reale, che ci sono stati contatti tra esseri umani ed extraterrestri, e che ci sono ancora relazioni in corso, senza tuttavia conoscerne i motivi. Ha quindi confermato la teoria, sostenuta da molti ufologi, secondo cui i contatti con visitatori da altri pianeti sarebbero stati tenuti nascosti dai governi per circa 60 anni: «Ho avuto il privilegio di sapere... di avere la certezza che siamo stati visitati». A voi, nostri affezionati lettori, le considerazioni sul caso.

17 settembre 2011



di Roberto Mattei
[Modificato da (richard) 18/09/2011 15:42]

ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
NUOVA DISCUSSIONE
 | 
RISPONDI

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:39. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Copyright 2008-2021 UFO LINEA DIRETTA Ogni riproduzione totale o parziale alla grafica e ai contenuti esclusivi di questo sito sarà punita a norma di legge. Parte del materiale di UFO LINEA DIRETTA è stato scelto fra il materiale di ufologia disponibile gratuitamente sul web; ogni foto e marchio è dei rispettivi autori. Se ritenete che la nostra azione abbia infranto qualche diritto di copyright siete pregati di comunicarcerlo: provvederemo a rimuovere il materiale. Questo forum non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro). L’autore dichiara di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.